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IL PROBLEMA “BORDERLINE”

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IL PROBLEMA “BORDERLINE”

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Presentazione sul tema: "IL PROBLEMA “BORDERLINE”"— Transcript della presentazione:

1 IL PROBLEMA “BORDERLINE”
Quando il termine borderline é usato nel più ampio senso di spettro o di organizzazione di personalità, tutti i disturbi di personalità del gruppo B, così come quelli del gruppo A possono essere riassunti sotto la categoria generica di condizioni borderline.

2 Il modello evolutivo di riferimento è legato ai nomi di Margaret Mahler e di Melanie Klein
Se il problema delle psicosi secondo la tradizione era nel 'non investimento' dell'oggetto, per la Mahler diviene un difetto nella formazione della differenza fra sè e non sè: non si stabilisce il confine. La nostra nascita psicologica non coincide con la nascita fisica ed il senso dell'identità individuale si consolida progressivamente nei primi diciotto mesi di vita emergendo da una fusione simbiotica. Secondo la Mahler, in particolare, il primo sviluppo avviene attraverso tre fasi fondamentali: Fase autistica (0-2 mesi) Fase simbiotica (2-6 mesi) Fase di separazione-individuazione (6- 36 mesi)

3 Fase autistica (0-2 mesi)
Il bambino appare del tutto chiuso in sé ed interessato esclusivamente alla propria sopravvivenza più che alle relazioni oggettuali Fase simbiotica (2-6 mesi) Il bambino inizia ad avere una vaga consapevolezza dell’esistenza della madre (risposta del sorriso, segue visivamente il volto materno), ma percepisce la diade madre-bambino come unità duale più che due oggetti separati

4 Fase di separazione-individuazione (6-36 mesi) suddivisa in:
Sperimentazione Riavvicinamento Costanza oggettuale Differenziazione Differenziazione (6-10 mesi): Il bambino è consapevole della separatezza della madre e ricorre a delle strategie per tollerare l’assenza della madre; è questo il periodo degli oggetti transizionali winnicottiani (copertina, succhiotto…) che servono proprio a “presentificare” la madre quando questa è assente Sperimentazione (10-16 mesi): il bambino inizia a esplorare il mondo esterno grazie allo sviluppo delle abilità locomotorie, ma torna periodicamente dalla madre per “ricaricarsi” e la utilizza pertanto come base sicura per l’esplorazione

5 Riavvicinamento (16-24 mesi): il bambino acquista una maggiore consapevolezza della separatezza della madre e della sua dipendenza da questa; questa consapevolezza gli fa sperimentare l’angoscia di separazione e fa sì che durante il gioco il bambino controlli continuamente la presenza della madre Verso la costanza oggettuale (24 mesi in poi): il bambino si percepisce come un individuo separato; l’integrazione degli aspetti buoni e cattivi della madre e la conseguente formazione di un oggetto totale (posizione depressiva) gli consente l’interiorizzazione dell’oggetto come presenza interna emotivamente confortante che sostiene il bambino durante l’assenza della madre. Siamo alle soglie della fase edipica

6 Se ricordiamo le teorie della Klein, possiamo pensare che queste tappe evolutive avvengano all'interno di dimensioni affettive 'colorate' da aspetti libidici o aggressivi: avremo due stati affettivi che permeano la fusione. Questi 'affetti' sono dimensioni di stati di gratificazione e di 'dolore' che divengono pulsione libidica e pulsione aggressiva.

7 “Propongo l'ipotesi che lo sviluppo di relazioni oggettuali guidate dagli affetti - in altre parole, le relazioni interpersonali, reali e fantasticate, interiorizzate nel contesto delle interazioni affettive come un mondo complesso di rappresentazioni di sè e dell'oggetto - costituisca il fattore determinante della vita mentale inconscia e della struttura dell'apparato psichico Negli stati gratificanti ci sarà fusione con un ambiente gratificante, in quelli spiacevoli “intrappolamento” in un ambiente frustrante. In entrambe le condizioni non c'è distinzione tra il Sè e l'altro, tra il bambino e la madre” (M.Klein)

8 Il primo compito è differenziare sè e altro
Se questo non si realizza, non può emergere un senso del Sè come entità separata e distinta, non può svilupparsi un confine affidabile tra interno e esterno nè una chiara distinzione tra la propria esperienza personale , la propria mente e l'esperienza e la mente altrui. Il fallimento nel realizzare questo primo compito evolutivo fondamentale è il precursore cruciale e decisivo degli stati psicotici. Tutti i sintomi schizofrenici - allucinazioni e deliri, frammentazione - derivano dal fondamentale fallimento nella differenziazione tra le immagine del Sè e quelle degli oggetti.

9 Il secondo compito è il superamento della scissione
Cioé della attribuzione di volta in volta a oggetto e sè (a questo punto separati) di qualità estreme. Le immagini del sè buone e gratificanti e le immagini dell'oggetto pieno d'amore sono unite da un affetto positivo mentre la coppia opposta é unità da affetti negativi. Tale scissione normale dal punto di vista evolutivo viene superata con il raggiungimento di oggetti buoni sia buoni che cattivi e di un sè sia buono che cattivo.

10 Ciò permette la contemporanea integrazione degli affetti corrispondenti che ora sono più integrati: amore e odio non più amore o odio ; l'intensità viene temperata. Il fallimento esita nella organizzazione borderline. In termini kleiniani é prevalente la posizione schizo-paranoide. In termini mahleriani i pazienti borderline possono essere considerati come se rivivessero continuamente una crisi precoce in cui temono che i tentativi di separarsi provocheranno la scomparsa della madre.

11 In particolare dunque il problema è nella sottofase di riavvicinamento per:
Scarsa disponibilità materna; Eccesso di aggressività costituzionale o esperienziale. Nella organizzazione nevrotica sè e oggetto sono differenziati e integrati.

12 Il terzo compito evolutivo è il superamento del conflitto tra pulsioni e difese (influenze freudiane). Il mancato superamento di questa fase genera il quadro psicopatologico della nevrosi; i nevrotici infatti sono in grado di percepire la separazione sé/altro da sé ed hanno superato la scissione, ma vivono il conflitto tra le pulsioni e le difese Kernberg utilizza la teoria evolutiva freudiana nella spiegazione delle patologie “evolutivamente” più mature, mentre ricorre a quella delle relazioni oggettuali e della Psicologia dell’Io per la spiegazione delle patologie più gravi ed “evolutivamente” più precoci

13 L'organizzazione borderline di personalità é centrata sul mantenimento della differenziazione sè-oggetto. E' un criterio che si rivela ampio ed é stato per questo criticato. Vi apparterrebbe infatti circa il 10% della popolazione fra i 18 e i 45 anni. Nell'area più vasta presa in considerazione possiamo identificare due modalità di base, probabilmente correlate con introversione ed estroversione da considerarsi come aspetti temperamentali.


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