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Estetica di Hegel.

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Presentazione sul tema: "Estetica di Hegel."— Transcript della presentazione:

1 Estetica di Hegel

2 “La bellezza artistica è più alta della bellezza naturale ed è nata dallo spirito. Come la bellezza naturale, la bellezza artistica si offre al significato, al sentimento all’intuizione all’immaginazione. Ma fa molto più che gratificare i sensi: quando l’arte bella è arte vera, essa si colloca nella stessa sfera della religione e della filosofia, portando alla nostra consapevolezza i più profondi interessi dell’umanità e le più esaurienti verità dello spirito […] mostrando perfino la realtà più alta come piacevole ai sensi” (Hegel)

3 Dialettica Tre momenti o aspetti del pensiero: 1) Astratto, o intellettuale (tesi): si ferma alle determinazioni rigide e isolate della realtà. 2) Dialettico, o negativo-razionale (antitesi): nega le determinazioni astratte dell’intelletto, mettendole in relazione con le determinazioni opposte. 3) Speculativo, o positivo-razionale (sintesi): coglie l’unità delle determinazioni opposte, ricomponendole in modo sintetico.

4 Dunque la dialettica consiste in:
1) Affermazione di un concetto astratto e limitato che funge da tesi 2) Negazione di quel concetto come qualcosa di finito e limitato, e passaggio a un concetto opposto che funge da antitesi 3) Unificazione della precedente affermazione e negazione in una sintesi positiva che le comprende entrambe. Questa sintesi è una ri-affermazione potenziata dell’affermazione iniziale (tesi) ottenuta tramite la negazione della negazione intermedia (antitesi). Ogni sintesi diventa poi una nuova tesi, da cui scaturisce un nuovo progresso speculativo.

5 Farsi dinamico dell’Assoluto > tre momenti dell’Idea.
1) Idea in sé e per sé, o “idea pura” (Idea considerata in se stessa prima della sua concreta realizzazione nel Mondo; Dio prima della creazione della natura e dell’uomo) 2) L’idea fuori di sé, o “idea nel suo esser altro” (natura, ossia l’estrinsecarsi dell’idea nella realtà spazio-temporale del mondo). 3) Idea che ritorna in sé (spirito, ossia l’idea che dopo essersi fatta natura torna “presso di sé” nell’uomo).

6 “Ciò che è razionale è reale, ciò che è reale è razionale”
(Prefazione ai Lineamenti di filosofia del diritto, 1821)

7 Tre momenti strutturali dell’Assoluto > tre momenti del sapere filosofico
Logica: “Scienza dell’idea in sé e per sé”. Filosofia della natura: “Scienza dell’idea nel suo alienarsi da sé”. Filosofia dello spirito: “Scienza dell’idea, che dal suo alienamento ritorna in sé”.

8 Dottrina dell’essenza Dottrina del concetto Filosofia della natura
Logica Dottrina dell’essere Dottrina dell’essenza Dottrina del concetto Filosofia della natura Meccanica Fisica Organica Filosofia dello spirito Soggettivo Oggettivo Assoluto

9 Filosofia dello spirito
Spirito soggettivo: spirito individuale considerato nel suo lento e progressivo emergere dalla natura attraverso un processo che va dalle forme più elementari di vita psichica alle più elevate attività conoscitive e pratiche.

10 Spirito oggettivo L’ultimo stadio dello spirito soggettivo è la volontà di libertà. Questa trova realizzazione solo nella sfera dello spirito oggettivo, in cui lo spirito si manifesta in istituzioni sociali concrete.

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12 “Nella vita quotidiana si è abituati a parlare di un bel colore, di un bel cielo, di un bel fiume, e inoltre di fiori belli, di animali belli ed ancor più di uomini belli; tuttavia si può già senz’altro affermare che il bello artistico sta più in alto della natura […]. Infatti la bellezza artistica è la bellezza generata e rigenerata dallo spirito, e di quanto lo spirito e le sue produzioni stanno più in alto della natura e dei suoi fenomeni, di tanto il bello artistico è superiore alla bellezza della natura. Formalmente considerando, qualsiasi cattiva idea che venga in mente all’uomo, sta anzi più in alto di qualunque prodotto della natura, poiché in esso è sempre presente la spiritualità e la libertà.

13 Spirito Assoluto Arte (intuizione sensibile) Religione (rappresentazione) Filosofia (puro concetto) Arte – Idea: Morte dell’arte.

14 Arte simbolica La prima forma d’arte è più una semplice ricerca della raffigurazione che possibilità di vera rappresentazione; l’idea non ha ancora trovato in se stessa la forma, vi aspira soltanto, si sforza ad essa. Possiamo chiamare questa forma in generale la forma d’arte simbolica. L’idea astratta in questa forma ha la sua configurazione fuori di sé, nella materia naturale sensibile… Questi lati costituiscono in generale il carattere del primo pantesimo artistico dell’Oriente, che da una parte ripone il significato assoluto anche dentro gli oggetti peggiori, dall’altra costringe con violenza i fenomeni ad esprimere la propria concezione del mondo, e così o diviene bizzarro, grottesco e senza gusto, oppure volge, con disprezzo, la libertà infinita ma astratta della sostanza contro tutti i fenomeni in quanto nulli e caduchi (Estetica, Introduzione IV 2)

15 Arte Classica Nella seconda forma d’arte […], viene cancellata la duplice insufficienza dell’arte simbolica […]. La peculiarità del contenuto nella forma classica consiste nel fatto che esso stesso è l’idea concreta e come tale lo spirituale concreto; infatti solo lo spirituale è il vero interno. Questa forma, che ha in se stessa l’idea come spirituale – anzi la spiritualità individualmente determinata – se deve mostrarsi in una apparenza temporale, è la figura umana […]. Il corpo umano nelle sue forme non vale più, nella forma d’arte classica, esclusivamente come esistenza sensibile, ma solo come esistenza e forma naturale dello spirito… Lo spirito è qui perciò al contempo determinato come particolare, come umano, non come senz’altro assoluto ed eterno, giacché come tale può esprimersi e palesarsi solo come spiritualità.

16 Arte romantica … La forma d’arte romantica distrugge di nuovo l’unità inseparata della forma classica, avendo acquistato un contenuto che va oltre la forma classica e il suo genere di espressione. Questo contenuto coincide con ciò che il cristianesimo dice di Dio in quanto spirito […]. Si ripresenta quindi – come nella forma simbolica – l’indifferenza, l’adeguatezza e la separazione di idea e forma, ma con questa differenza essernziale, che nella forma romantica l’idea, la cui manchevolezza arrecava nel simbolo le insufficienze del configurare, deve ora apparire come spirito e animo, in sé compiuta, e sulla base di questa superiore compiutezza si sottrae all’unificazione corrispondente con l’esterno, potendo cercare e realizzare la sua vera realtà e apparenza solo in se stessa.

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18 Poesia “La sua peculiarità caratteristica risiede nella forza con cui sottomette allo spirito ed alle sue rappresentazioni l’elemento sensibile, da cui già la musica e la pittura hanno iniziato a liberare l’arte. Infatti il suono, l’estremo materiale esterno della poesia, non è più in essa il sentimento stesso che risuona, ma un segno per sé privo di significato, o meglio, il segno della rappresentazione divenuta in sé concreta, e non già solo del sentimento indeterminato e delle sue sfumature e gradazioni”.

19 Estetica di Schopenhauer

20 «Il mondo è una mia rappresentazione»: ecco una verità valida per ogni essere vivente e pensante, benché l'uomo possa soltanto averne coscienza astratta e riflessa. E quando l'uomo abbia di fatto tale coscienza, lo spirito filosofico è entrato in lui. Allora, egli sa con chiara certezza di non conoscere né il sole né la terra, ma soltanto un occhio che vede un sole, e una mano che sente il contatto d'una terra; egli sa che il mondo circostante non esiste se non come rappresentazione, cioè sempre e soltanto in relazione con un altro essere, con il percipiente, con lui medesimo […]. Nessuna verità è dunque più certa, più assoluta, più lampante di questa: tutto ciò che esiste per la conoscenza, e cioè il mondo intero, non è altro che l'oggetto in rapporto al soggetto, la percezione per lo spirito percipiente; in una parola: rappresentazione» (MVR I, 1).

21 Il mondo come rappresentazione (materialismo deterministico)
Sensibilità: attraverso le forme a priori spazio-tempo fa conoscere gli oggetti come singoli (principium individuationis) Intelletto: attraverso il principio a priori della causalità fa conoscere le relazioni fra oggetti (principio di ragion sufficiente: “Nulla è senza una ragione per cui sia”) Ragione: ha a che fare non con oggetti ma con concetti, ossia linguaggio, logica, scienza. UOMINI E ANIMALI conoscenza comune UOMO conoscenza scientifica

22 Scienza: mondo fisico Filosofia: valori
«Ora, ciò che ci spinge all’investigare è appunto il fatto che non ci basta sapere che abbiamo delle rappresentazioni, che queste rappresentazioni sono di tale o tal altra specie, e che si connettono tra loro secondo le leggi espresse in generale dal principio di ragion sufficiente. Noi vogliamo conoscere il significato di queste rappresentazioni: ci domandiamo se questo mondo non sia altro che rappresentazione (nel qual caso dovrebbe passarci davanti come un vano sogno, come un aereo fantasma, indegno di ogni nostra considerazione); oppure al contrario, se non sia ancora qualcos’altro, qualche cosa di più, e che cosa sia questo qualcosa di più». (MVR II, 17)

23 Il mondo come volontà In realtà sarebbe impossibile trovare il significato di questo mondo che ci sta dinanzi come rappresentazione, oppure comprendere il suo passaggio da semplice rappresentazione del soggetto conoscente a qualcosa d'altro e di più, se il filosofo stesso non fosse qualcosa di più che un puro soggetto conoscente (una testa d'angelo alata, senza corpo). Ma il filosofo ha la sua radice nel mondo; ci si trova come individuo, e cioè la sua conoscenza, condizione e fulcro del mondo come rappresentazione, è necessariamente condizionata al corpo, le cui affezioni, come abbiam fatto vedere, porgono all'intelletto il suo punto di partenza per l'intuizione del mondo medesimo. Per il soggetto puramente conoscitivo il corpo è una rappresentazione come un'altra, un oggetto fra altri oggetti; i suoi movimenti e le sue azioni non sono per lui, sotto questo punto di vista, nulla di diverso dalle modificazioni di qualsiasi altro oggetto intuitivo, e gli resterebbero altrettanto estranei e incomprensibili, se il loro significato non gli venisse rivelato in modo del tutto speciale.

24 Quando, sollevati dalla potenza dello spinto, abbandoniamo la solita maniera di considerare le cose e cessiamo di ricercare le loro relazioni reciproche, il cui ultimo fine è sempre la relazione con la nostra volontà, e perciò non consideriamo piú nelle cose il dove, il quando, la causa, e lo scopo, ma unicamente e soltanto che cosa sono; quando non permettiamo che il pensiero astratto e i concetti della ragione occupino la coscienza, ma in luogo di tutto questo, consacriamo la forza del nostro spirito all'intuizione e vi ci sprofondiamo completamente, e lasciamo che l'intera nostra coscienza si riempia della serena contemplazione dell'oggetto naturale che ci sta davanti, sia esso paesaggio, albero, roccia, edificio o altra cosa, e ci perdiamo totalmente in questo oggetto, dimenticando la nostra individualità e la nostra volontà e sussistendo soltanto come soggetto puro, come limpido specchio dell'oggetto, […] allora ciò che viene conosciuto non è piú la cosa particolare come tale, ma è l'idea, l'eterna forma: nello stesso tempo l'individuo assorto nella contemplazione non è piú individuo, poiché l'individuo in questa contemplazione si è perduto, ma è puro soggetto di conoscenza, libero dalla volontà, dal dolore, dal tempo. [...]

25 Arte: contemplazione delle cose indipendente dal principio di ragion sufficiente (contrapposta alla scienza o conoscenza comune) “Questa seconda specie di conoscenza è paragonabile ad una linea orizzontale corrente all’infinito: l’arte sarebbe invece una perpendicolare che la interseca in un punto preso a piacere […]. La prima corrisponde alla concezione di Aristotele, la seconda coincide nel suo insieme con quella di Platone. La prima è simile all’uragano violento che passa senza che se ne veda il principio e la fine, e tutto abbatte e sconquassa e trascina con sé; la seconda è il pacifico raggio di sole che attraversa il cammino percorso dall’uragano e non ne viene in alcun modo turbato”. Origine dell’arte: conoscenza delle idee Fine dell’arte: comunicazione di questa conoscenza.

26 Piacere soggettivo: “Ma quando un’occasione esterna o una disposizione interiore ci sottrae bruscamente alla corrente senza fine del volere e libera la conoscenza dalla sottomissione che la vincola alla volontà, allora la nostra attenzione non sarà più rivolta ai motivi del volere, ma concepirà le cose indipendentemente dalla relazione con la volontà, cioè le considererà senza interesse, senza soggettività, ovvero in modo puramente oggettivo […] Allora quella calma che quando eravamo asserviti alla volontà cercavamo con assillo pungente senza poterla mai conseguire, sorriderà d’un tratto all’animo nostro e allora saremo pienamente felici”. (Sublime) Piacere oggettivo: mette in contatto con le idee di là dal mondo fenomenico Nel piacere soggettivo rientra anche il sublime.

27 Architettura, arte idraulica delle fontane, arte dei giardini
SISTEMA DELLE ARTI Architettura, arte idraulica delle fontane, arte dei giardini Pittura e scultura: natura inorganica, organica e umana Poesia: «Tutta la natura, tutte le idee, in tutti i gradi di ogggettivazione della volontà, possono essere abbracciati dalla poesia […]. Esprimere l’idea che costituisce il grado supremo di oggettità della volontà, rappresentare l’uomo nella serie continua delle sue aspirazioni e delle sue azioni: ecco l’alta missione della poesia» (Storia, tragedia) Musica: «La musica non è come le altre arti una riproduzione delle idee, ma è una riproduzione della volontà stessa, una sua oggettivazione al pari delle idee. Perciò il suo effetto è più potente, più penetrante di quello delle altre arti: queste ci parlano dell’ombra, quella della sostanza». A cosa corrisponde un suono? A niente solo a se stesso. Non è mimetico di qualcosa di ideale, come l’espressione in poesia di un sentimento di terrore che rimanda al terrore universale. IL suono è volontà che si oggettiva in qualcosa che non ha alcun fenomeno individuato nel reale. E’ volontà che si oggettiva in qualcosa che non si frantuma in nient’altro.


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