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MALATTIE MULTIFATTORIALI

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Presentazione sul tema: "MALATTIE MULTIFATTORIALI"— Transcript della presentazione:

1 MALATTIE MULTIFATTORIALI
Ossia che dipendono sia da fattori genetici che ambientali (anomalia nello sviluppo fetale) Anche la carie è una malattia multifattoriale. Oltre dall'igiene della bocca e dai microorganismi presenti può dipendere dalla quantità e dalle caratteristiche della saliva secreta dal soggetto. (Accumulo di acido urico)‏ (anomalia nello sviluppo fetale, es: spina bifida) Anche la carie è una malattia multifattoriale. Oltre dall'igiene della bocca e dai microorganismi presenti può dipendere dalla quantità e dalle caratteristiche della saliva secreta dal soggetto.

2 MALATTIE CROMOSOMICHE
Dovute ad alterazioni macroscopiche dei cromosomi, visibili tramite un' analisi citogenetica: 46,XX; 46,XY CITOGENETICA=branca della genetica che si occupa dei fenomeni ereditari osservati e studiati a livello cellulare, e in particolare della struttura e delle funzioni dei cromosomi. Le cellule somatiche contengono 46 cromosomi, 22 coppie di autosomi e due cromosomi sessuali XX nella femmina e XY nel maschio . I gameti sono aploidi e contengono 23 autosomi e un cromosoma sessuale. La cariotipizzazione cioè lo studio dei cromosomi è lo stumento necessario al citogenetista. Prevede l’arresto della mitosi in metafase con colchicina e colorazione dei cromosomi. Sono stati sviluppati vari metodi di colorazione dei cromosomi. Quello più utilizzato è chiamato Bandeggio G e utilizza il colorante Giemsa che permette l’individuazione sicura di ogni cromosoma, ciascuno dei quali appare con una distribuzione caratteristica e riproducibile di bande chiare e scure che si alternano per tutta la lunghezza del cromosoma. L’uso di queste tecniche permette l’individuazione anche di piccole alterazione o di precisi punti di rottura. In base al bandeggio si suddividono i cromosomi in regioni, bande e sottobande che servono alla localizzazione di loci genici. Colorazione dei cromosomi con bandeggio

3 Con il termine cariotipo si indica, in citogenetica,
la costituzione del patrimonio cromosomico di una specie dal punto di vista morfologico. Il cariotipo di una cellula eucariota è dato dal numero e dalla morfologia dei suoi cromosomi. L'analisi del cariotipo è una rappresentazione ordinata del corredo cromosomico di un individuo. I vari passi dello studio del cariotipo umano sono: 1. Prelievo di sangue 2. Centrifugazione per ottenere i globuli bianchi 3. Stimolazione alla mitosi dei globuli bianchi 4. Essi vengono bloccati nella metafase mitotica con la colchicina (una sostanza estratta dal colchico)‏ 5. Le cellule vengono fatte scoppiare immergendole in una soluzione tampone per lisi osmotica 6. La piastra metafasica viene isolata 7. I cromosomi vengono colorati col metodo del banding ed assumono una colorazione a bande 8. La piastra metafasica viene fotografata I vari cromosomi vengono poi ritagliati e ordinati (i cormosomi omologhi vengono appaiati i cromosomi appartenenti alla stessa coppia hanno gli stessi bandeggi e il loro centromero è nella stessa posizione). I cromosomi hanno una zona più ristretta dove c'è un granulo detto centromero e 2 braccia uguali o diverse. Nell'uomo e nella maggior parte degli animali il corredo cromosomico è diploide nelle cellule somatiche ed è aploide nelle cellule germinali. La colchicina è un alcaloide originariamente estratta dalle piante del genere Colchicum (in particolare il Colchicum autumnale)‏ La colchicina si lega ad una proteina dei microtubuli, la tubulina, e ne causa la depolimerizzazione. Ciò determina un effetto antimitotico sulla cellula che viene bloccata allo stadio di metafase per la mancata genesi del fuso mitotico.

4 Anomalie numeriche degli autosomi
Trisomia 21: sindrome di Down 95% TRISOMIA 21 4% TRASLOCAZIONE 1% MOSAICISMO La sindrome di Down è la più comune delle malattie cromosomiche ed è una causa importante di ritardo mentale. L’incidenza è di 1/700. La sindrome può essere causata anche da un altro tipo di mutazione: la traslocazione Robertsoniana, in cui un braccio del cromosoma 21 si congiunge al cromosoma 14 formando una sorta di cromosoma ibrido. Gli individui portatori di tale ibrido sono fenotipicamente normali, ma presentano un'elevata probabilità di avere figli con sindrome di Down altresì detta sindrome di Down familiare. La differenza con la precedente variante è che il numero di cromosomi nella progenie è normale (46 cromosomi), ma vi sono tre bracci lunghi del cromosoma 21 (uno unito al cromosoma 14) sufficienti a far manifestare tutti i sintomi della sindrome. Quando si studiano casi di sindrome di Down dovuti a traslocazione, si trova di solito che un genitore, anche se fenotipicamente normale, presenta solo 45 cromosomi ben distinti. Uno di questi cromosomi è formato dai bracci lunghi dei cromosomi 14 e 21 uniti insieme, mentre i bracci corti residui si uniscono a formare un piccolo cromosoma che contenendo geni non essenziali generalmente viene perduto. Perciò ai genitori di un figlio affetto da sindrome di Down si consiglia di procedere alla determinazione del loro cariotipo; se l'uno o l'altro genitore sono portatori di una traslocazione, essi vengono avvisati del fatto che hanno alta probabilità di avere un altro figlio affetto da sindrome di Down e che metà dei lori figli normali potrebbero essere portatori della traslocazione. Da parecchio tempo si ritiene che la sindrome di Down, e un certo numero di altri effetti negativi legati alla non-disgiunzione, sia più probabile in bambini nati da donne non giovani. Le ragioni di questo fatto non sono chiare ma si è notato che sono in relazione con il tempo di permanenza dell'uovo nell'ovaio. Studi recenti hanno indicato anche che circa nel 5% di casi con sindrome di Down dovuta a non-disgiunzione il cromosoma in più deriva dal padre anziché dalla madre. A volte la sindrome di Down, invece, può essere il risultato di un mosaicismo, dove solo una parte delle cellule del soggetto ha una copia eccedente del cromosoma 21; si avrà così la Sindrome di Down da mosaico.

5 Altre Trisomie 13 (Sindrome di Patau)‏ 18 (Sindrome di Edwards)‏

6 Anomalie numeriche dei cromosomi sessuali
* Trisomia XXY: SINDROME DI KLINEFELTER 1: 500 maschi nati vivi Prima causa di sterilità maschile In generale causano lievi problemi cronici in relazione allo sviluppo sessuale e alla fertilità. Sono spesso di difficile diagnosi alla nascita e molte si riconoscono solo alla pubertà. Quanto più alto è il n. dei cromosomi X, maggiore è il ritardo mentale. Il grado di feminilizzazione è dato dal rapporto tre estrogeni e testosterone. Sono molto più comuni rispetto alle aberrazioni autosomiche. In generale causano lievi problemi cronici in relazione allo sviluppo sessuale e alla fertilità. Sono spesso di difficile diagnosi alla nascita e molte si riconoscono solo alla pubertà. Quanto più alto è il n. dei cromosomi X, maggiore è il ritardo mentale. Nella sindrome di Klinefelter il grado di feminilizzazione è dato dal rapporto tre estrogeni e testosterone.

7 Monosomia X0: SINDROME DI TURNER
1 : 2000 femmine - 57% XO - 25% mosaico - 14% anomalia strutturale di X Prima causa di Amenorrea primaria Deariva da monosomia parziale o completa del cromosoma X

8 Malattie congenite non ereditarie
La teratogenesi (dal greco "creazione di mostri") indica lo sviluppo anormale di alcune regioni del feto durante la gravidanza, che si traduce nella nascita di un bambino che presenta gravi difetti congeniti. È detta teratogena una sostanza che può provocare tali malformazioni qualora la madre venga esposta ad essa durante la gravidanza o, in alcuni casi, anche prima di essa. Tra queste malformazioni rientrano alcuni difetti che in alcuni gravi casi possono rivelarsi anche mortali per il neonato: focomelia, labbro leporino, palatoschisi, o difetti alle pareti cardiache. Molte sono le sostanze teratogene riconosciute, tra le più tristemente famose rientrano la talidomide e l'Agente Arancio; ma anche l'abuso di alcol o il fumo di sigaretta possono avere effetti teratogeni. La teratogenicità può essere anche un effetto collaterale di alcuni farmaci, usati per trattare malattie comuni. Agenti teratogeni: radiazioni ionizzanti, diossina, ipossia materna, infezioni batteriche e virali (CMV, Rosolia), Protoazoarie (toxoplasmosi)‏ La talidomide è un farmaco che fu venduto negli anni '50 e '60 come sedativo, anti-nausea e ipnotico, rivolto in particolar modo alle donne in gravidanza. Venne ritirato dal commercio alla fine del 1961. Agente Arancio era il nome in codice, usato dall'esercito statunitense, per indicare un erbicida usato ampiamente dagli Stati Uniti durante la Guerra del Vietnam, tra il 1961 e il L'Agente Arancio è un liquido incolore: il suo nome deriva dal colore delle strisce presenti sui fusti usati per il suo trasporto. L'impiego militare ufficiale era per rimuovere le foglie degli alberi e negare la copertura ai Viet Cong.


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