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GIAMBATTISTA VICO (1668-1744).

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Presentazione sul tema: "GIAMBATTISTA VICO (1668-1744)."— Transcript della presentazione:

1 GIAMBATTISTA VICO ( )

2 1668 NAPOLI PRECARIA SITUAZIONE DI SALUTE ED ECONOMICA LAUREA IN GIURISPRUDENZA PRECETTORE DEI FIGLI DEL MARCHESE DOMENICO ROCCA 1695 A NAPOLI SI DEDICA ALLO STUDIO 1697 CATTEDRA DI RETORICA

3 1725 PRIMA EDIZIONE SCIENZA NUOVA
1730 SECONDA EDIZIONE SCIENZA NUOVA 1744 GENNAIO MUORE A NAPOLI 1744 LUGLIO ULTIMA EDIZIONE DELLA SCIENZA NUOVA

4 POLEMICA ANTICARTESIANA
DIFENDE IL VALORE DELLO STUDIO, DELLE LETTERE, DELLA STORIA, DELLE DISCIPLINE MORALI E CIVILI CONTRO IL PRIMATO RICONOSCIUTO DA CARTESIO ALLE SCIENZE MATEMATICHE E FISICHE

5 STUDI UMANISTICI INGENTILISCONO L’ANIMO E LE ASTRAZIONI GEOMETRICHE INARIDISCONO LE MENTI
LA DECADENZA DELLA CULTURA UMANISTICA RECA CON SÉ UN CORRISPONDENTE DISINTERESSE PER LA POLITICA

6 VERUM IPSUM FACTUM IL VERO S'IDENTIFICA COL FATTO
SI PUÒ FARE SCIENZA SOLO DI CIÒ CHE SI FA, DI CIÒ DI CUI SI È AUTORI

7 "VERUM ET FACTUM RECIPROCANTUR SEU CONVERTUNTUR",
IL VERO E IL FATTO SI CONVERTONO L’UNO NELL’ALTRO E COINCIDONO NESSO FRA VERITÀ E PRODUZIONE

8 SCIENZA DEVE INDIVIDUARE IL MODO, LA GUISA ONDE LE COSE CHE INTENDIAMO CONOSCERE SI GENERANO

9 SCIENZE NATURALI L'UOMO RAGGIUNGE AL MASSIMO LA VEROSIMIGLIANZA
LA NATURA E I FENOMENI FISICI NON SONO PRODOTTI MA TROVATI DALL'UOMO E IN QUESTO CASO IL SUO CONOSCERE NON NE PENETRA TUTTA L'ESSENZA

10 LA STESSA FORMULA CARTESIANA: PENSO DUNQUE SONO, CI DICE AL MASSIMO CHE L’IO C’È NON DICE QUEL CHE ESSO È

11 SCIENZA NUOVA SCOPRIRE L'INTIMA STRUTTURA DELLO SVILUPPO DELLE COSE UMANE QUALI SONO LE LEGGI E I PRINCIPI CHE REGGONO E GOVERNANO QUESTO SVILUPPO QUALI SONO LE FASI E I GRADI SUCCESSIVI ATTRAVERSO I QUALI L'UOMO È PASSATO DA UNA CONDIZIONE SELVAGGIA ALLA CIVILTÀ PIÙ PROGREDITA

12 STORIA IDEALE ETERNA I PRINCIPI SONO RINVENIBILI NELLA NOSTRA MENTE
"GLI UOMINI PRIMA SENTONO SENZA AVVERTIRE, DA POI AVVERTONO CON ANIMO PERTURBATO COMMOSSO, FINALMENTE RIFLETTONO CON MENTE PURA”

13 NEI MITI, NELLE SAGHE E NEL LINGUAGGIO DEI POPOLI E DELLE STIRPI SI CERCANO LE TESTIMONIANZE E LE TRACCE DEI PRIMI TEMPI DELLA STORIA UMANA AI GEROGLIFICI CHE COSTITUISCONO UN LINGUAGGIO ANCOR IMPACCIATO SEGUE LA LINGUA EROICO-POETICA E A QUESTA SEGUE INFINE LA LINGUA UMANA E PROSAICA

14 LA STORIA ESISTE UNA LEGGE CHE NE GUIDA LO SVOLGERSI SECONDO UNO SCHEMA TRIADICO: L'ETÀ DEGLI DEI, L'ETÀ DEGLI EROI L'ETÀ DEGLI UOMINI

15 L'ETÀ DEGLI DEI: GOVERNO TEOCRATICO
L'ETÀ DEGLI EROI: QUELLO ARISTOCRATICO L'ETÀ DEGLI UOMINI: GOVERNI MONARCHICI E DEMOCRATICI, CARATTERIZZATI DALL'UGUAGLIANZA

16 USCITA DALLA VITA FERINA
LA CADUTA DELL'UOMO DOPO IL PECCATO ORIGINALE VITA ERRABONDA E FERINA LA RAGIONE È COMPLETAMENTE SPROFONDATA NEL CORPO, RINCHIUSA DENTRO L'ISTINTO, SERRATA NEI SENSI E NELLE PASSIONI

17 ETÀ DEGLI DEI RELIGIONE
PRIMA ESPERIENZA RELIGIOSA DELL'UOMO SI ESPRIME NEL TERRORE RELIGIOSO IL PUDORE MATRIMONIO LA PIETÀ VERSO I DEFUNTI

18 L'UOMO È SAPIENTE GRAZIE ALLA DIVINAZIONE E ALLA RELIGIONE DEGLI AUSPICI
PRIMA FORMA DI AUTORITÀ, QUELLA MONASTICA

19 ETÀ DEGLI EROI GENTI MAGGIORI: QUEI NUCLEI UMANI CHE HANNO ESPRESSO UNA FORMA DI CULTO, CONTRATTO NOZZE SOLENNI, OSSERVATO IL RITO DELLE SEPOLTURE, IL CULTO DEI MORTI. STANZIALI, SCENDONO DALL’ALTO E COLTIVANO LA TERRA GENTI MINORI: SONO FORMATE DA QUEI GRUPPI UMANI CHE, PER NON ESSERE RIUSCITI AD ESPRIMERE UNA FORMA DI RELIGIOSITÀ, CONTINUANO NELLA VITA FERINA PROPRIA DELL'ORDA PRIMITIVA

20 CON LA TUTELA, LA PROTEZIONE CHE LE GENTI MAGGIORI ESERCITANO NEI CONFRONTI DI QUELLE MINORI, SI COSTITUISCE LA FAMIGLIA VERA E PROPRIA SI FORMA IL PRIMO NUCLEO POLITICO, TUTTI ASSOGGETTATI AL DOMINIO, ALL'ASSOLUTO POTERE SOVRANO DEL PATER FAMILIAS

21 LA SECONDA FORMA DI AUTORITÀ È QUELLA DEL PADRE DI FAMIGLIA

22 Età DEGLI UOMINI LE GENTI MINORI SVILUPPANO UNA PRIMA COSCIENZA DEL LORO ASSERVIMENTO LA TENSIONE, CHE SI DETERMINA FRA LE GENTI MAGGIORI E QUELLE MINORI, SFOCIA ALLA FINE IN UNA RIVOLTA DI QUESTE CONTRO I GRUPPI GENTILIZI

23 AMMUTINAMENTI, RIVOLTE DI FAMOLI, DI SERVI DELLA GLEBA, CONTRO LA CLASSE DEGLI EROI, DEI NOBILI
LA PRIMA COMUNITÀ POLITICA NASCE DALL’UNIONE DI PIÙ GRUPPI GENTILIZI

24 Età DEGLI UOMINI LA TERZA FORMA DI AUTORITÀ È QUELLA DELLO STATO

25 LE PRIME CITTÀ COSTITUITE DAI SOLI EROI, DALLA SOLA CLASSE ARISTOCRATICA, L'UNICA IN GRADO DI ORGANIZZARE UNA FORZA ARMATA LA PLEBE OTTIENE IL DIRITTO DI CONTRARRE NOZZE SOLENNI E COSÌ LA PIENA CITTADINANZA PARIFICAZIONE DELLA PLEBE ALLA NOBILTÀ

26 LA FORMA DI GOVERNO REPUBBLICANA, CHE SI FONDA SULLA POTESTÀ LEGISLATIVA RICONOSCIUTA AL POPOLO, È IL RISULTATO DI UN LUNGO PROCESSO STORICO

27 LA STORIA RIVELA UN ORDINE PROVVIDENZIALE MA NON SI ANNULLA LA LIBERTÀ DELL’UOMO
INDICA ALL’UOMO LA NORMA, UN DOVER ESSERE DI CUI L’UOMO PRENDE COSCIENZA LA RELIGIONE È L’AUTENTICA EDUCATRICE DELL’UMANITÀ

28 LA CRISI DELL'ORDINE POLITICO SI DETERMINA ALLORCHÉ LA LIBERTÀ HA PERSO L'AVVERTENZA DEL SUO FONDAMENTO ETICO RELIGIOSO, DEI PRINCIPI DIRETTIVI CHE SEGNANO UN CONFINE SICURO FRA LA LIBERTÀ, LA LICENZA, L'ARBITRIO

29 DEGENERAZIONE SI POSSONO AVERE TRE SOLUZIONI
IL POPOLO PUÒ CONSENTIRE CHE TUTTI I POTERI VENGANO CONCENTRATI NELLE MANI DI UNO SOLO I CITTADINI POTRANNO PARTECIPARE ALL'AMMINISTRAZIONE DELLA COSA PUBBLICA SOLAMENTE NEI LIMITI FISSATI DALLA VOLONTÀ DEL SOVRANO

30 2. QUANDO I POPOLI NON CONSENTONO CHE UN MONARCA CONCENTRI SU DI SÈ TUTTI I POTERI SONO DESTINATI AD ESSERE GOVERNATI DA ALTRE NAZIONI CHE LI ABBIANO SOTTOMESSI CON LA FORZA DELLE ARMI DA COLORO CHE SONO CAPACI

31 3. L'ULTIMA IPOTESI CONSIDERATA È QUELLA CHE SI RIFERISCE ALLA CRISI DELL'ORDINE POLITICO E DELLA CORRISPONDENTE CIVILTÀ, CHE INVESTE LA STESSA SOCIETÀ UMANA, CHE, INCAPACE DI AVVERTIRE I VALORI FONDAMENTALI DELLA VERITÀ E DELLA GIUSTIZIA, È DOMINATO UNICAMENTE DALLA CUPIDIGIA DEI BENI MATERIALI NON POSSONO CHE AUTODISTRUGGERSI, AFFINCHÉ GLI UOMINI POSSANO RITROVARE LA LORO ORIGINARIA NATURA, LA LORO ORIGINARIA SEMPLICITÀ CHE CONSENTIVA LORO DI ESSERE RELIGIOSI, VERACI E FIDI, SÌ CHE VERA ARABA FENICE, LA SOCIETÀ UMANA E L'ORDINE POLITICO POSSANO RINASCERE DALLE LORO CENERI

32 CICLI ETÀ DEL SENSO, DELLA FANTASIA E DELLA RAGIONE, SONO FORME ETERNE E DETERMINATE DELLO SPIRITO UMANO. QUANDO UNA NAZIONE HA PERCORSO NELLA SUA STORIA IL CICLO CHE PER NATURA DEVE PERCORRERE, RICOMINCIA PER ESSA UN RICORSO

33 IL RICORSO NON RIPORTA LA CIVILTÀ ALL'ORIGINARIO PUNTO DI PARTENZA: DI ORIGINARIO VI È LA FORMA, NON IL CONTENUTO CON IL QUALE LA STORIA RICOMINCIA BARBARIE, CHE INVECE DI ESSERE FATTA DI BRUTA FORZA E DI PREPOTENTI PASSIONI È FATTA DI ACCORTA MALIZIA

34 IL RICORSO AVVIENE QUANDO I DUE PRINCIPI CHE REGGONO LA COMPRENSIONE DEL VIVERE ASSOCIATO, IL VERUM (LA VERITÀ IL SIGNIFICATO DEL PROCESSO STORICO) E IL FACTUM (L’ACCADERE CONCRETO, NON COINCIDONO PIÙ CIÒ AVVIENE QUANDO GLI UOMINI NON RICONOSCONO PIÙ IL PERCHÈ DEL LORO VIVERE ASSOCIATO, NON RICONOSCONO PIÙ L’ORDINE POLITICO COME LORO COSTRUZIONE E RIPRECIPITANO NELLO STATO ORIGINARIO DI FERINITÀ

35 L'EPOCA PREOMERICA CON L'ETÀ DEGLI DEI
L'EPOCA OMERICA CON L'ETÀ DEGLI EROI L'EPOCA GRECO ROMANA CON L'ETÀ DEGLI UOMINI, ETÀ DELLA RAGIONE TUTTA SPIEGATA E QUINDI DEI GOVERNI DEMOCRATICI

36 BARBARIE: MEDIOEVO NUOVA ETÀ DEGLI EROI: RINASCIMENTO L'ETÀ DEGLI UOMINI: QUELLA DEL VICO

37 VICO È IL TEORICO DELL'AUTORITÀ
VERO PRINCIPIO COSTITUTIVO DEGLI ORDINAMENTI POLITICI IL POTERE È UN MERO STRUMENTO, UN MEZZO PER CONSEGUIRE I FINI CHE SONO POSTI, INDICATI DALL'AUTORITÀ L'AUTORITÀ GARANTISCE LA CONTINUITÀ DEL PROCESSO STORICO MEDIANTE CUI SI FORMANO LE SOCIETÀ POLITICHE.

38 L'UOMO:FATTO A IMMAGINE E SOMIGLIANZA DI DIO
DIO È RAGIONE, VOLONTÀ E POTENZA, TRE FACOLTÀ CHE IN DIO COSTITUISCONO UNA ATTUOSA UNITÀ. ANCHE L'UOMO: RAGIONE, VOLONTÀ E POTENZA, A MOTIVO DELLA SUA ORIGINARIA CORRUZIONE, QUESTE TRE FACOLTÀ DIVERGONO FRA DI LORO LA VOLONTÀ PRETENDE DI DOMINARE LA RAGIONE

39 LA RAGIONE NON È CONSIDERATA DA VICO COME FACOLTÀ COMPIUTAMENTE REALIZZATA E DISPIEGATA, MA COME TENSIONE VERSO IL VERO CHE ANIMA IN QUALSIASI FORMA DI CONOSCENZA. LA RAGIONE È DEFINITA DA VICO VIS VERI, LA FORZA DEL VERO, PROPRIO PER INDICARE LA TENSIONE, L'IMPEGNO CONTINUO DELL'UOMO PER ESPRIMERE LA SUA RAZIONALITÀ, IN VISTA DELLA CONOSCENZA DEL VERO.

40 LE TRE FACOLTÀ DELL'UOMO, LA RAGIONE, LA VOLONTÀ, LA POTENZA, CHE SONO INTIMAMENTE CONNESSE FRA DI LORO NEL SENSO CHE IN CIASCUNA DI ESSE SUSSISTONO LE ALTRE, SÌ CHE È UNA DI ESSE PUÒ ATTUARSI SOLO SE IMPLICITAMENTE REALIZZA LE ALTRE DUE.

41 LE TRE FACOLTÀ (ragione volontà e potenza) SI ESPRIMONO NEL FARE DELL'UOMO:
COME DOMINIO: IN QUANTO DIRITTO DI UTILIZZARE LE COSE SECONDO RAGIONE COME LIBERTÀ: IN QUANTO DIRITTO DI DETERMINARE LE NOSTRE AZIONI CON LA NOSTRA VOLONTÀ COME TUTELA: IN QUANTO DIRITTO DI DIFENDERE LA NOSTRA VITA E DI PROVVEDERE AD ESSA

42 L'AUTORITÀ È COSTITUITA DAL DOMINIO, DALLA TUTELA, DALLA LIBERTÀ: ESSA È CONNATURATA ALL'UOMO CHE SA QUELLO CHE VUOLE, CHE VUOLE QUELLO CHE SA E CHE PUÒ CIÒ CHE SA E VUOLE. IL PRIMO MODO CON CUI SI MANIFESTA L'AUTORITÀ, IN QUANTO UNITÀ DI DOMINIO, TUTELA E LIBERTÀ, È LA FORZA, CIOÈ L'ENERGIA CUI L'UOMO SI REALIZZA CON L'ETÀ SUSSISTENTE

43 LA FORZA NON È UN DATO FISICO, CORPOREO, MATERIALE: ESSA, INVECE, SI GENERA NELL'INTERIORITÀ DELL'UOMO, CHE SOLA PUÒ DISCIPLINARE E INDIRIZZARE IL MOVIMENTO DEL CORPO L'UOMO SI DISTINGUE DAGLI ANIMALI E DAI BRUTTI IN QUANTO SI MUOVE E NON SUBISCE CON PASSIVITÀ GLI IMPULSI CHE RICEVE DALL'ESTERNO

44 LA FORZA È L'ENERGIA UMANA CON CUI SI FA VALERE, CERTIFICANDOLI, LA RAGIONE, LA GIUSTIZIA, IL DIRITTO LA VIOLENZA PROMANA DAL PREDOMINIO DELLA VOLONTÀ SULLA RAGIONE, DALLA CUPIDIGIA, DAL DOMINIO DEI SENSI SULLA RAGIONE, IMPOSSIBILITATA A RICONOSCERE LA VERITÀ LA VIOLENZA È NEGAZIONE DELLA RAGIONE, DELLA GIUSTIZIA, DEL DIRITTO, NON FONDA LA SOCIETÀ, MA LA STRUMENTALIZZA, L'ASSERVISCE, LA SFRUTTA.

45 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
M. D’Addio, Storia Delle Dottrine Politiche, vol. I, Genova, ECIG, 1996, pp C. Galli (a cura di), Manuale di storia del pensiero politico, Bologna, Il Mulino, 2001, pp J. J. Chevalier, Storia del pensiero politico, vol. II, Il Mulino, Bologna, 1989, pp


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