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Seconda Università degli Studi di Napoli

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Presentazione sul tema: "Seconda Università degli Studi di Napoli"— Transcript della presentazione:

1 Seconda Università degli Studi di Napoli
Facoltà di Psicologia Corso di Laurea Specialistica in Psicologia Applicata ai Contesti Istituzionali Laboratorio di Psicologia Giuridica ed Investigativa La psicopatologia della memoria: gli accertamenti peritali sul testimone o sulla vittima. Casi di abusi sessuali su minori. Antonello Crisci Professore Associato di Medicina Legale Docente di Psicopatologia Forense e di Criminologia Direttore del Master di II Livello in Scienze Socio-Penitenziarie e Criminologiche Seconda Università degli Studi di Napoli A.A II semestre 4 maggio 2010 ore 8,30

2 Dio ci ha donato la memoria, così possiamo avere le rose anche a dicembre. (James Matthew Barrie)

3 I meccanismi del ricordo
La memoria di fissazione o a breve termine o labile: Memoria verbale Memoria visuo-spaziale La memoria di rievocazione o a lungo termine o stabile: Memoria dichiarativa o cosciente o esplicita (semantica ed episodica) Memoria non dichiarativa o implicita (procedurale)

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5 La memoria semantica si identifica con la rappresentazione concettuale di un evento e il conferimento di un significato allo stesso attraverso la costruzione di schemi comuni dipendenti dalla cultura del soggetto e di elementi aggiuntivi legati a preconcetti, pregiudizi, stati d’animo, etc La memoria episodica consiste nella rievocazione di determinati episodi di vita collocati in una dimensione spazio-temporale (dove, quando, chi, che cosa). LA MEMORIA DI RICONOSCIMENTO CONSENTE DI RICORDARE VOLTI, PERSONE, LUOGHI.

6 La memoria procedurale consiste nelle modalità di apprendimento e di ritenzione attraverso le quali si formano i ricordi (il come e il modo). Essa è indipendente dalla memoria episodica, non subisce l’effetto dell’età e consente l’acquisizione di capacità motorie e cognitive. La memoria autobiografica è l’insieme delle informazioni relative alla propria identità, al proprio Sé e alla propria storia di vita. E’ basata sulla memoria episodica. La memoria emotiva o sensoriale conferisce, nell’immediatezza ed a breve termine, un colorito unitario e tale da integrare gli eventi del mondo interno. La memoria affettiva è il ricordo delle esperienze emotive correlate all’accadimento, che conferiscono al ricordo un significato particolare per l’individuo.

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8 AFFINCHE’ UN RICORDO SIA RICONOSCIUTO COME TALE ED APPARTENENTE A COLUI CHE RIEVOCA SONO FONDAMENTALI LA MEMORIA EPISODICA, LA SEMANTICA E L’AUTOBIOGRAFICA. IL RICONOSCIMENTO DI UNA PERSONA, DI UN OGGETTO O DI UN LUOGO SIGNIFICA CHE LO SI E’ CODIFICATO (REGISTRAZIONE) CONSOLIDATO (MANTENIMENTO) IN GRADO DI RECUPERARLO (RIEVOCAZIONE) DAL MAGAZZINO DELLA MEMORIA.

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10 Polygraph CATHERINE: Se fossi stata colpevole, e avessi voluto “battere” quella macchina, non sarebbe stato difficile. Non lo sarebbe stato affatto… NICK: Perché no? CATHERINE: Perché sono una bugiarda professionista. Io passo la maggior parte delle mie ore di veglia ad organizzare le mie bugie.

11 Poligrafo Vittorio Benussi (1914) CQT – Control Question Technique
GKT – Guilty Knowledge Test (Lykken, 1959)

12 L’Autobiographical IAT & la “lie detection”

13 fMRI & Lie Detection BRAIN ACTIVITY DURING SIMULATED DECEPTION: AN EVENT-RELATED FUNCTIONAL MAGNETIC RESONANCE STUDY Langleben, D., Schroeder, L., Maldjian, J., Gur, R., McDonald, S., Ragland, J., O’Brien, C., Childress, A.,2002

14 fMRI & Lie Detection DETECTING DECEPTION USING FUNCTIONAL MAGNETIC RESONANCE IMAGING F. Andrew Kozel, Kevin A. Johnson, Qiwen Mu, Emily L. Grenesko, Steven J. Laken, and Mark S. George Biological psychiatry     Volume 58, 2005 Oct 

15 La capacità di rilevare accuratamente la menzogna (la dichiarazione falsa) è attualmente molto limitata. Il rilevamento della falsità potrebbe essere più accuratamente realizzato attraverso l’esame dei circuiti cerebrali deputati a mentire in un determinato individuo. Inoltre, un metodo per studiare i circuiti cerebrali deputati all’inganno potrebbe fornire un'occasione unica per testare tali circuiti in persone nelle quali la propensione a mentire è una caratteristica peculiare (ad esempio, disturbo della condotta, disturbo antisociale di personalità, ecc.) METODI: In questo studio, abbiamo utilizzato la risonanza magnetica funzionale (fMRI) per mostrare che regioni specifiche vengono attivate quando i soggetti mentono/ingannano. I soggetti hanno partecipato ad una finta azione criminale rubando o un anello o un orologio. Mentre erano sottoposti alla fMRI, i soggetti in alcuni casi hanno negato di aver preso i due oggetti, dicendo la verità in alcune risposte e mentendo in altre. Un modello di ricostruzione (MBG, n = 30) è stato utilizzato per sviluppare i metodi di analisi, e tali metodi sono stati successivamente applicati ad un gruppo di controllo (MTG, n = 31). RISULTATI: Siamo stati in grado di distinguere correttamente le risposte veritiere da quelle ingannevoli, identificando correttamente il furto dell’oggetto, nel 93% dei soggetti nel MBG e nel 90% dei soggetti del MTG. CONCLUSIONI: Questo è il primo studio che ha utilizzato la risonanza magnetica per individuare la menzogna a livello individuale. Ulteriore lavoro è necessario per determinare quanto questa tecnologia funzioni in contesti diversi.

16 La macchina della verità
Quotidiani Prof. Giuseppe Sartori La macchina della verità La macchina della verità 17 articoli La Stampa (2) Corriere della Sera (3) Magazine (Corriere) Focus Oggi Gente D (La Repubblica) Tutti i locali Servizi televisivi su Tgr3 nazionale Tgr Leonardo Unomattina (Rai Uno) Cominciamo Bene estate (Rai Tre) Teleregione

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18 La testimonianza è una conseguenza diretta della fissazione e dell’evocazione di un evento ma, pur in assenza di disturbi mentali, già nell’immediatezza del fatto e ancor di più con il trascorrere dell’evento intervengono fattori che possono deformare la fissazione e quindi la rievocazione dell’evento (ricordo)

19 La carica affettiva che accompagna la particolare esperienza del soggetto; i significati conferiti all’evento; la suggestione di origine esterna; la continua, normale interferenza dell’immaginario sul reale. IL RICORDO, QUINDI, NON E’ MAI LA RIPRODUZIONE FEDELE DI UN EVENTO

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21 Il ricordo è il risultato di processi di ragionamento e di elaborazione e non un semplice ripescaggio fedele e obiettivo di informazioni a suo tempo registrate. Ricordare significa andare a recuperare le tracce della memoria a lungo termine che sono immagazzinate in modo sparpagliato nelle varie parti della corteccia cerebrale, rimetterle insieme in modo coerente, ricostruendo nel suo insieme la scena in cui siamo stati vittime o protagonisti.

22 Trattandosi di materiale clinico soggetto a modificazioni anche importanti con il trascorrere del tempo e l’intervento di un numero imprecisato di estranei (amici, parenti, insegnanti, genitori di altri bambini, personale scolastico, etc) e di addetti ai lavori (ufficiali di polizia giudiziaria, P.M.), è indispensabile videoregistrare o quanto meno registrare tutte le dichiarazioni della vittima in generale, del bambino in particolare, fin dalle sue prime ammissioni, in modo da aver fissato e datato per lo meno un dire dell’accusatore che possa costituire un punto fermo di inizio.

23 Samuel Bak – Luce della Memoria

24 I DISTURBI PATOLOGICI DELLA MEMORIA
Amnesie funzionali o psicogene; Amnesie organiche; Paramnesie (depressione maggiore, deliri cronici, isteria con pseudologia fantastica, s di Korsakoff). Disturbi transitori dello stato di coscienza Stati deliranti persistenti Insufficienze mentali Deterioramenti cognitivi (Alzheimer e vascolari) Traumi cranici Disturbi persistenti indotti da sostanze Depressione, mania, disturbo dell’adattamento, DPTS, etc

25 NON ESISTE UN RAPPORTO OBBLIGATO, BIUNIVOCO, TRA DISTURBO MENTALE E NON IDONEITA’ A TESTIMONIARE.
IDONEITA’ A TESTIMONIARE E CAPACITA’ DI INTENDERE E DI VOLERE SONO CONCETTI DIVERSI. INFATTI ANCHE UN PORTATORE DI DISTURBI MENTALI PUO’ FORNIRE UNA VERSIONE DEI FATTI ATTENDIBILE, PURCHE’ ESSA NON SIA DIRETTA ESPRESSIONE E CONSEGUENZA DELLA PATOLOGIA PSICHIATRICA DIAGNOSTICATA E PURCHE’ TROVI RISCONTRO NELLA REALTA’ DEI FATTI.

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27 ACCERTAMENTI PERITALI SUL TESTIMONE
“Il Libro III, Titolo II, Capo I del codice di procedura penale tratta dell'istituto della testimonianza (artt ). In particolare, l'art. 196 c.p.p. (Capacità di testimoniare) così recita: "l) Ogni persona ha la capacità di testimoniare. 2) Qualora, al fine di valutare le dichiarazioni del testimone, sia necessario verificarne l'idoneità fisica o mentale a rendere testimonianza, il giudice anche di ufficio può ordinare gli accertamenti opportuni con i mezzi consentiti dalla legge (omissis) ".

28 Due sono i problemi che si pongono immediatamente a livello epistemologico: quello dell'accertamento della verità processuale e quello della valutazione della verità clinica. Si tratta di due concetti che spesso e volentieri vengono tra di loro confusi, come se si trattasse della stessa cosa. A seconda degli obiettivi perseguiti nella strategia accusatoria o difensiva, può accadere che si invochi o si respinga con motivazioni per lo più pretestuose la perizia, come se il perito potesse (nel primo caso) o non dovesse (nel secondo caso) accertare il vero.

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30 a) l'accertamento della verità processuale è compito di esclusiva pertinenza del magistrato che, attraverso l'acquisizione delle prove (interrogatori, sopralluoghi, testimonianze, perizie, ammissioni, riscontri obiettivi, ecc.), si prefigge lo scopo di ricostruire il fatto-reato in tutti i suoi momenti costitutivi e di attribuire le singole, specifiche, chiare responsabilità individuali; b) la valutazione della verità clinica è frutto di un'indagine psicologico-psichiatrica che il magistrato o il difensore possono utilizzare per raggiungere i fini dinanzi esposti. Il ricorso allo strumento peritale ha come unico scopo quello di stabilire se le dichiarazioni, le confessioni, le ammissioni, le accuse di quel soggetto siano o meno attendibili e credibili. Cosa vuol dire attendibile? Significa che il soggetto interrogato (autore, testimone o vittima) può offrire una versione dei fatti obiettiva, concreta, precisa, realistica al punto tale che il magistrato può tenere conto anche di questa per accertare o escludere determinate responsabilità e per ricostruire l'esatto svolgimento dei fatti. Ovviamente, egli non potrà prescindere dai riscontri obiettivi, perché anche una persona attendibile può dichiarare il falso.

31 LE RISPOSTE AI QUESITI Il testimone è idoneo a rendere testimonianza, nel senso che nei suoi meccanismi psichici non si ravvisa, dal punto di vista clinico, alcun processo che possa inficiare precisione, obiettività, serenità di percezione, di conservazione e di rievocazione (il che non significa che egli dica o abbia detto la verità, in quanto può essere tranquillamente un bugiardo, un calunniatore, un diffamatore).

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33 Il testimone è non idoneo a rendere testimonianza, perché nel suo funzionamento mentale sono presenti alterazioni patologiche della memoria, del pensiero, della percezione, dell’affettività e di altre funzioni psichiche, tali da inficiare del tutto la sua possibilità di dire il vero, quand’anche egli lo voglia. Il soggetto, pur essendo in grado di percepire la realtà per quello che è, nel trasferirla ad altri tende ad elaborare la stessa secondo direttive sue proprie e dinamismi immaturativi o conflittuali che di volta in volta variano ma che arricchiscono i fatti esposti di particolari del tutto gratuiti e soggettivi. In tali casi il Magistrato dovrà accertare la verità processuale attraverso altre fonti di prova sulla veridicità o falsità del ricordo.

34 Mai un perito o un consulente tecnico potrà concludere che ciò che la persona esaminata ha dichiarato è vero; nello stesso modo, infatti, ella può aver dichiarato e dichiarare il falso. Stabilire se abbia detto il vero o il falso è compito che non spetta al perito, bensì al giudice (Cass. Pen., Sez. III, n dell’8 marzo 2007). Al proposito v. De Cataldo Neuburger L. (a cura di), La prova scientifica nel processo penale, CEDAM, Padova, 2007, p. 520; Fornari U., Trattato di Psichiatria Forense, UTET ed., 2008; RUOLO ED ATTENDIBILITA' DEL TESTIMONE di R. Cecchi in Donini, Merli e Marasco, Lineamenti di Psichiatria Forense, SEU Ed., Roma, 1989.

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36 L’ABUSO SESSUALE definizione
Si definisce abuso ses-suale qualunque atto ses-suale fisico o non fisico che una delle persone implicate non è nella con-dizione di poter scegliere (perché minorenne, o in-capace di intendere e di volere, oppure perché minacciata o ricattata).

37 L’ABUSO SESSUALE classificazione (Montecchi, 1998)
Maltrattamento atti e carenze che turbano gravemente i bambini e le bambine, attentano alla loro integrità corporea, al loro sviluppo fisico, affettivo, intellettivo e morale, le cui manifestazioni sono la trascuratezza e/o le lesioni di ordine fisico e/o psichico e/o sessuale da parte di un familiare (abuso intrafamiliare) o di un estraneo (abuso extrafamiliare) Patologie delle cure anomala somministrazione di cure da parte di genitori o tutori in relazione ai bisogni psico-fisici del bambino, e correlati alla sua età ed al suo sviluppo: incuria, discuria, ipercuria Abuso sessuale comportamento che coinvolge i bambini non autonomi e non ancora sviluppati e gli adolescenti, in attività sessuali che essi non comprendono ancora completamente, per le quali non sono ancora in grado di dare risposte adeguate, o che violano i tabù sociali relativi ai ruoli familiari

38 L’ABUSO SESSUALE legame tra abusatore e abusato
Intrafamiliare (incesto) L’abusatore è un familiare Può coinvolgere sia maschi che femmine Può essere distinto in: Incesto tra padre e figlia (più frequente) Incesto tra padre e figlio (meno frequente) Incesto tra madre e figlio (raro) Extrafamiliare L’abusatore è un estraneo

39 L’ABUSO SESSUALE modalità di estrinsecazione dell’abuso
blande forme di seduzione manifesto Con contatto gravi azioni erotiche mascherato voyeurismo Senza contatto immagini pornografiche esibizionismo

40 L’ABUSO SESSUALE profilo dell’abusatore: ipotesi patogenetiche
Approccio psicoanalitico Mancato adattamento eterosessuale Mancata risoluzione del complesso edipico e T. Identif. Parentale Evitamento dell’angoscia di castrazione Trasformazione del trauma in vendetta (teoria abusato-abusatore) Incapacità ad avere relazioni con adulti (mod. delle precondizioni) Approccio cognitivista Distorsione cognitiva Modello del sexual learning Approccio multifattoriale Congruenza emozionale Stimolazione sessuale Blocco Disinibizione

41 L’ABUSO SESSUALE la validazione
La validation è una modalità di valutazio-ne che consente di individuare, con gli stru-menti tipici dello psicologo (colloquio clini-co, somministrazione di test, ecc.) una serie di indicatori dell’abuso per verificare la compatibilità tra il racconto del minore e gli altri dati acquisiti nelle diverse procedure di assessment e, quindi, di accertare la credibilità dell’abusato.

42 L’ABUSO SESSUALE buone prassi di intervento
Contengono indicazioni su: Modalità da utilizzare nella strutturazione di un’intervista ad un minore abusato Condizioni necessarie perché un tribunale possa accettare l’ammissione di una videoregistrazione Norme legali da rispettare affinché la videoregistrazione possa valere come prova

43 L’ABUSO SESSUALE la testimonianza dell’abusato
TIPOLOGIA Diretta Indiretta Mediata STRATEGIE Intervista Step-Wise Interview Intervista cognitiva Intervista con uso di bambole CARATTERISTICHE Coinvolgimento Rievocazione Suggestionabilità Stress

44 L’ABUSO SESSUALE l’intervista: le fasi
Creazione di un adeguato rapporto tra intervistatore e minore intervistato Rievocazione libera dell’accaduto (l’intervistatore facilita la narrazione ma non la guida) Approfondimento di quanto già narrato Chiusura dell’intervista

45 L’ABUSO SESSUALE l’intervista: la prassi operativa
L’intervista dovrebbe avere per protagonisti unicamente l’intervistatore ed il bambino Va evitato qualsiasi contatto fisico tra inter-vistatore e bambino Il linguaggio da utilizzare deve essere appro-priato all’età cronologica e alle competenze cognitive del minore

46 L’ABUSO SESSUALE l’intervista: suggerimenti per l’intervistatore
Deve porre una domanda per volta al bambino Deve rispettare pause, silenzi, ed ascoltare divaga-zioni ed elaborazioni su argomenti irrilevanti per l’indagine Deve porre le domande in forma aperta e non chiusa Deve evitare domande in cui si chiede “perché” in quanto il bambino le può interpretare come attribu-zione di colpa o di responsabilità Deve evitare di ripetere le domande in quanto il bam-bino può dare una risposta diversa, pensando che la prima era sbagliata

47 L’ABUSO SESSUALE la testimonianza dell’abusato
TIPOLOGIA Diretta Indiretta Mediata STRATEGIE Intervista Step-Wise Interview Intervista cognitiva Intervista con uso di bambole CARATTERISTICHE Coinvolgimento Rievocazione Suggestionabilità Stress

48 L’ABUSO SESSUALE la Step-Wise Interview
Un esempio di intervista rappresentativa del metodo proposto dalla Guida di Buone Prassi, e idonea a raggiungere buoni risultati, è la cosiddetta Step-Wise Interview o "Intervista Graduale", elaborata dal Prof. Yuille, un esperto canadese in materia di testimonianza infantile, in collaborazione con psicologi, operatori sociali, polizia e pubblici ministeri.

49 L’ABUSO SESSUALE la Step-Wise Interview: le fasi
La Step-Wise Interview prevede nove fasi che devono essere scrupolosamente attuate in successione: Creare un buon rapporto con il bambino Chiedere al bambino di raccontare uno o due eventi significativi della sua vita (ad es. una festa o un viaggio ) Accertarsi che il minore dica la verità, appurando, soprattutto se è piccolo, che conosca il significato di "verità" Introdurre l'argomento oggetto dell’intervista Fase della narrazione libera Fase delle domande generali, che dovranno partire solo da in-formazioni precedentemente fornite dal bambino Fase delle domande specifiche (solo se necessarie), che servono per chiarire ed approfondire risposte precedenti Aiuti per il colloquio (ad es. disegni o immagini riproducenti il corpo umano), specialmente con i bambini piccoli Conclusione dell’intervista

50 L’ABUSO SESSUALE la testimonianza dell’abusato
TIPOLOGIA Diretta Indiretta Mediata STRATEGIE Intervista Step-Wise Interview Intervista cognitiva Intervista con uso di bambole CARATTERISTICHE Coinvolgimento Rievocazione Suggestionabilità Stress

51 L’ABUSO SESSUALE l’intervista cognitiva
E’ stata elaborata dagli psicologi Ed Geiselman (University of California, Los Angeles) e Ron Fisher (Florida Interna-tional University) nel 1984, per gli adulti ed adattata ai bambini da Geiselman e Padilla

52 L’ABUSO SESSUALE l’intervista cognitiva: principi teorici
Esistono varie tecniche per recuperare un ricordo dalla memoria Una traccia mnestica è composta da vari elementi e un suggerimento è importante per il recupero di essi Le informazioni memorizzate sono più accessibili se il contesto e il vissuto personale, al momento della rievocazione, assomigliano a quelli iniziali

53 L’ABUSO SESSUALE l’intervista cognitiva: le tecniche utilizzate
Ricostruire mentalmente il contesto fisico ed il vissuto personale al momento del fatto Riferire tutto quanto viene ricordato Ricordare partendo da punti di vista diversi Ricordare partendo da tempi diversi

54 L’ABUSO SESSUALE l’intervista cognitiva: le fasi
L’intervista si suddivide in varie fasi: Fase preliminare di familiarizzazione: utile a creare un’atmosfera rilassata, a stabilire un rapporto ami-chevole con il bambino Fase del racconto libero: in cui si chiede al minore di raccontare liberamente ciò che ricorda Fase di riattualizzazione del contesto: si cerca di far rivivere mentalmente al bambino il contesto ambientale e lo stato d’animo personale vissuto durante l’evento traumatico Fase di interrogatorio: nella quale si cerca di appro-fondire e chiarire elementi della storia non menzionati dal bambino

55 L’ABUSO SESSUALE differenze tra l’intervista cognitiva e la Step-Wise Interview
Nell’intervista graduale si cerca di intervenire il meno possibile, utilizzando domande poco inducenti e lasciando spazio al racconto libero Nell’intervista cognitiva si utilizzano tecniche mnemoniche per ottenere un maggior numero di informazioni Quest’ultima però non sempre è applicabile nei bambini di età inferiore a sei anni, i quali hanno difficoltà a comprendere le tecniche di ricordo proposte

56 L’ABUSO SESSUALE la testimonianza dell’abusato
TIPOLOGIA Diretta Indiretta Mediata STRATEGIE Intervista Step-Wise Interview Intervista cognitiva Intervista con uso di bambole CARATTERISTICHE Coinvolgimento Rievocazione Suggestionabilità Stress

57 L’ABUSO SESSUALE l’intervista con uso di bambole
Molto diffusa in USA ed in Inghilterra Consiste nel presentare al bambino vittima di abuso due bambolotti sessuati: maschio e femmina, e nel chiedere al piccolo di mostrare cosa è successo al momento dell’evento traumatizzante L’uso delle bambole dà al bambino l’opportunità di “agire l’evento abuso” piuttosto che raccontarlo La maggior parte degli autori è d’accordo nel non sollecitare il bambino a mettere in atto con le bambole ciò che è accaduto se prima non lo ha raccontato verbalmente

58 L’ABUSO SESSUALE l’intervista con uso di bambole: le funzioni
elemento di conforto: le bambole aiutano a creare un'atmosfera più rilassata rompighiaccio: aiutano ad introdurre l’argomento sulla ses-sualità modello anatomico: permettono di valutare le conoscenze del bambino sulle varie parti del corpo; aiuto dimostrativo: aiutano il minore a "mostrare" piuttosto che a "dire" ciò che è accaduto; stimolo per la memoria: possono rievocare specifici eventi di natura sessuale schermo diagnostico: danno al bambino l'opportunità di rivelare spontaneamente la sua conoscenza/interesse sessuale; test diagnostico: i bambini abusati giocano con le bambole in maniera diversa dai bambini non abusati.

59 L’ABUSO SESSUALE conseguenze psicologiche
Negli Stati Uniti numerose ricerche hanno rivelato che: Una popolazione femminile pari al 15% Una popolazione maschile pari al 6% Sarebbe stata vittima di abusi prima della maggiore età In Italia la ricerca A.S.P.E.R (1994) ha mostrato che: Il 10% della popolazione femminile Il 5,9% della popolazione maschile è stata oggetto di interazioni sessualizzate da parte di parenti stretti Età rischio di abuso: 3, 8, 11 anni

60 L’ABUSO SESSUALE conseguenze psicologiche: fattori psicologici
un forte legame di DIPENDENZA tra chi agisce e chi subisce la violenza sessuale: bisogna ricordare, infatti, che spesso la sopravvivenza dei minori dipende proprio dal genitore o da figure parentali autori della violenza l’IMBROGLIO che l’adulto utilizza per esercitare un controllo sulla povera vittima ed evitare che questa si sottragga all’abuso e che esplica con: - Minacce verbali (di percosse, di morte, ecc.) Ricatti affettivi: - ventilare reazioni disgustanti e disapprovanti o, addirittura, espulsive della madre se venisse a conoscenza dei fatti - prefigurare la rottura definitiva del rapporto tra l’abusatore e il bambino con la carcerazione - minacciare il disfacimento della famiglia sia sul piano affettivo che economico

61 L’ABUSO SESSUALE conseguenze psicologiche: l’illusione
Con l’IMBROGLIO, alla piccola vittima viene data l’ILLUSIONE che, attraverso la continuazione dell’esperienza traumatica, qualcosa si potrà guadagnare: piccoli regali posizione differenziata nella fratria essere oggetto di privilegio o soggetto di qualche potere essere detentore di un “sapere” superiore ai coetanei aver guadagnato un posto nella vita essere finalmente importante per qualcuno Dunque conseguenza dell’ Imbroglio è il capovolgersi delle parti nel-la mente delle vittime: queste ultime assommano su di sé ogni dis-valore. Il loro pensiero è: “mi amano perché non valgo niente”.

62 L’ABUSO SESSUALE conseguenze psicologiche: dinamiche traumageniche
Browne e Finkelhor (1985, 1988, 1990) citano 4 sentimenti che per-vadono la psiche dei minori oggetto di abuso: IMPOTENZA: il bambino sperimenta il mancato controllo della propria vita. In qualsiasi momento l’adulto può avere il sopravvento su di lui e renderlo oggetto di soddisfacimento dei propri desideri. TRADIMENTO: il bambino riceve il male proprio da coloro che do-vrebbero elargire il bene. SESSUALIZZAZIONE TRAUMATICA: l’abusato adotta spesso comportamenti sessuali perversi, ripropone atti e linguaggio incon-grui rispetto all’età cronologica e alle fasi del processo evolutivo STIGMATIZZAZIONE: il bambino abusato si sente “mostruoso” e questo lo costringe ad isolarsi, a provare vergogna e sensi di colpa. Si ritiene l‘unico responsabile dell’abuso in quanto spregevole e disgustoso dalla nascita

63 L’ABUSO SESSUALE conseguenze
A breve termine A lungo termine

64 L’ABUSO SESSUALE conseguenze psicologiche: a breve termine
sintomi fisici: infezioni nelle zone genitali, malesseri in vari parti del corpo (cefalea, ecc.) sintomi psicologici: rabbia, confusione, disturbi del sonno e dell’alimentazione, fobie; ma anche eccitazioni, piacere fisico, illusioni, ecc. sintomi comportamentali: isolamento sociale, condotte di evitamento, giochi erotici inappro-priati, mancanza di fiducia verso l’adulto e negli adolescenti: tentativi di fuga, aggressività, isterismi, comportamenti sessuali promiscui, uso di droghe, ecc.

65 L’ABUSO SESSUALE conseguenze
A breve termine A lungo termine

66 L’ABUSO SESSUALE conseguenze psicologiche: a lungo termine 1
Scarsa Autostima: chi ha subìto violenza dubita del suo valore come persona e spesso si ritiene responsabile dell’abuso Poca Assertività: chi è stato abusato sperimenta una profonda sensazione di Impotenza, per cui è un perdente in partenza Scarsa fiducia negli altri: nella persona abusata c’è la sen-sazione di essere stata tradita proprio da coloro che dovevano proteggerla. Per questo, una volta adulto, il soggetto abusato fa fatica a credere che qualcuno possa amarlo veramente Problemi nelle relazioni sociali: la vittima di abuso si sente diversa dagli altri e per questo non riesce a relazionarsi in maniera adeguata

67 L’ABUSO SESSUALE conseguenze psicologiche: a lungo termine 2
Disturbi Psicologici: depressione, attacchi di panico, disturbo post-traumatico da stress, disordini alimentari, personalità multipla Depersonalizzazione: molte vittime di abuso sperimentano un sen-so di estraneità verso il proprio corpo Disturbi Sessuali: anorgasmia, vaginismo, masturbazione com-pulsiva, fantasie sessuali ossessive; comportamento sessuale: ini-bito o promiscuo Omosessualità di Ripiego: in genere i maschi abusati da persone dello stesso sesso e che hanno provato una sorta di piacere ses-suale, finiscono per credersi omosessuali. Le femmine abusate da persone di sesso opposto, sviluppano una profonda sfiducia negli uomini e, per tale motivo, preferiscono come partner sessuali le donne

68 L’ABUSO SESSUALE conseguenze psicologiche: a lungo termine 3
Comportamenti Autodistruttivi: Autolesionismo e Mutilazioni, in quanto le vittime di abuso ritengono se stesse responsabili di quanto è avvenuto Problemi nelle Relazioni con i Figli: chi è stato abusato da pic-colo e non ha avuto adeguati modelli genitoriali farà più fatica ad allevare i propri figli anche perché avrà costantemente la paura di essere come il padre o la madre Difficoltà a Controllare i propri Pensieri: anche molto tempo do-po il trauma le persone abusate sono spesso preda di flash back o di pensieri negativi che non riescono a controllare

69 L’ABUSO SESSUALE conclusioni
Negli ultimi anni tra le varie figure profes-sionali interessate al problema dell’Abuso Sessuale sul minore, si va radicando l’idea che la violenza non sia solo il frutto di errori educativi, inadempienze, difficoltà momen-tanee dei genitori, o di figure sostitutive, ma che sia anche il risultato di vere e proprie modalità relazionali distorte, patologiche e distruttive, che meritano aiuto e cure ade-guate.

70 Competenze necessarie per un ascolto efficiente del bambino abusato
Capacità di costruire una relazione Analisi della suggestionabilità del bambino Riconoscere gli indicatori di validità del racconto Indicatori psicologici di abuso sessuale Conoscenza dei processi cognitivi delle diverse età del bambino Comprensione degli elementi strani, fantastici ed improbabili del racconto Influenza delle ripetute interviste, dei tempi processuali sulla qualità della testimonianza. Trattamento psicologico del bambino abusato

71 La testimonianza può essere attendibile ed al tempo stesso rispettosa?
Ripetizione del racconto-evento Professionalità dei singoli operatori Audizione protetta Limiti: riguardano solo momenti specifici della gestione del minore ma non garantiscono un’azione coordinata dei diversi attori coinvolti

72 La galleria è una notte per gioco,
è corta corta e dura poco. Che piccola notte scura scura! Non si fa in tempo ad avere paura G.Rodari


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