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PubblicatoGiuliana Bondi Modificato 10 anni fa
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- dal numero e dal concentramento delle sorgenti inquinanti
La concentrazione degli inquinanti nell’aria è determinata da diversi fattori: - quantità dei contaminanti presenti nelle emissioni - dal numero e dal concentramento delle sorgenti inquinanti - dalla distanza dai punti di emissione - dalle trasformazioni chimico-fisiche alle quali sono sottoposte le sostanze emesse - dalla situazione morfologica delle aree interessate all’inquinamento - dalle condizioni meteorologiche locali e su grande scala Influenza sulla diffusione: - l’intensità del vento - precipitazioni atmosferiche - naturali impedimenti alla circolazione dell’aria (valli chiuse da montagne) - di nebbia persistente assenza di vento di inversioni termiche
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LE INVERSIONI TERMICHE
impediscono il normale rimescolamento delle masse d’aria la temperatura dell’aria decresce man mano che aumenta l’altezza (circa 7°C per Km) le masse d’aria più calde, essendo meno dense, salgano e prendano il posto dell’aria più fredda che scende si possono formare degli strati d’aria più calda a qualche decina o centinaia di metri d’altezza (inversione termica) si formano solitamente nelle notti limpide subito dopo il tramonto, a causa del rapido raffreddamento del terreno (che a sua volta provoca un rapido raffreddamento dell’aria con cui è a contatto). Iinversione termica di tipo radiativo
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Il brusco innalzamento delle concentrazioni dei comuni contaminanti dell’aria viene definito inquinamento acuto - riduzione della funzionalità polmonare - aumento delle malattie respiratorie nei bambini - attacchi acuti di bronchite - aggravamento dei quadri di asma inquinamento cronico malattie polmonari croniche aspecifiche (come la bronchite cronica, l’asma e l’enfisema) la formazione di varie neoplasie maligne (cancro polmonare, leucemie) - aumento della mortalità per malattie cardiovascolari e respiratorie
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DANNI SULL’AMBIENTE LIVELLO LOCALE LIVELLO GLOBALE
patrimonio animale forestale ed agricolo la degradazione degli ecosistemi i danni provocati alle strutture metalliche alle opere d’arte alle pitture ai fabbricati ai materiali tessili LIVELLO LOCALE LIVELLO GLOBALE smog fotochimico piogge acide effetto serra buco nell’Ozono
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L’ozono L’ozono è un gas tossico di colore bluastro,
estremamente reattivo (O3 —> O2+O) energico ossidante in grado di demolire sia materiali organici che inorganici. presente per più del 90% nella stratosfera (la fascia dell’atmosfera che va dai 10 ai 50 Km di altezza) dove viene prodotto dall’ossigeno molecolare per azione dei raggi ultravioletti solari. costituisce una fascia protettiva nei confronti delle radiazioni UV generate dal sole. Nella troposfera è un inquinante secondario particolarmente insidioso. Dannoso per gli animali, i vegetali ed i materiali: Gomme, plastiche, composti tessili, vernici. opere d’arte e libri
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Distruzione dell’ozono atmosferico
1. Azione catalitica degli ossidrili: H + O2* + H HO2 + H / HO2 + O OH + O2 / OH + O3 HO2 + O2* 2. Azione catalitica degli ossidi di azoto: NO* + O3 NO2 + O2 / NO2 + O NO + O2 / NO2 + NO NO* + O 3. Azione catalitica dei composti del cloro: Cl* + O3 ClO + O2 / ClO + O Cl* + O2
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Rappresentazione a tre dimensioni del buco dell'ozono; è stata realizzata sulla base dei dati di concentrazione dell'ozono stratosferico dal Goddard Space Flight Center della NASA. In primo piano in penombra è visibile il Sud America.
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I raggi UV-B sono in grado di attaccare e danneggiare molecole come il DNA e l’RNA: - sviluppo di melanomi e altri tipi di cancro della pelle. interferenze nella regolazione dei meccanismi di difesa immunitaria; aumento delle malattie a causa delle minori potenzialità difensive naturali di ogni persona. Azione dei raggi UV sulla retina dell’occhio (cecità). In Patagonia ed in Nuova Zelanda, regioni vicine al Polo Sud e quindi alla zona più colpita dalla diminuzione dell’ozono stratosferico, sono sempre più frequenti i casi di cecità fra le greggi di pecore
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l’anidride solforosa (SO2) e l’anidride solforica (SO3);
Ossidi di zolfo l’anidride solforosa (SO2) e l’anidride solforica (SO3); L’anidride solforosa o biossido di zolfo è un gas incolore, irritante, non infiammabile, molto solubile in acqua e dall’odore pungente. Dall’ossidazione dell’anidride solforosa si origina l’anidride solforica o triossido di zolfo la concentrazione del triossido di zolfo varia fra l’1 e il 5% della concentrazione del biossido di zolfo (che viene considerato l’inquinante di riferimento).
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Emissioni in atmosfera
lavorazione di molte materie plastiche, nella desolforazione dei gas naturali, mezzi di trasporto appare invece trascurabile. % al riscaldamento domestico, per il 40% ai processi industriali 50% alla produzione di energia elettrica
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rallentamento nella crescita delle piante,
distruzione della clorofilla, il collasso delle cellule necrosi dei tessuti. l’effetto sulle piante è particolarmente accentuato quando l’anidride solforosa si trova in presenza di ozono (sinergismo).
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Ossidi di azoto L’ossido di azoto (NO) è un gas incolore, insapore ed inodore; è anche chiamato ossido nitrico. combustione ad alta temperatura assieme al biossido di azoto Viene poi ossidato in atmosfera dall’ossigeno e più rapidamente dall’ozono producendo biossido di azoto. La tossicità del monossido di azoto è limitata, al contrario di quella del biossido di azoto che risulta invece notevole. Il biossido di azoto è un gas tossico di colore giallo-rosso, dall’odore forte e pungente e con grande potere irritante; è un energico ossidante, molto reattivo e quindi altamente corrosivo. N2O4 NO2 Si stima che gli ossidi di azoto contribuiscano per il 30% alla formazione delle piogge acide (il restante è imputabile al biossido di zolfo e ad altri inquinanti). Da notare che gli NOx vengono per lo più emessi da sorgenti al suolo e sono solo parzialmente solubili in acqua, questo influenza notevolmente il trasporto e gli effetti a distanza.
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Emissioni di ossidi di azoto
Su scala globale si stima che le emissioni di ossidi di azoto naturali ed antropogeniche siano dello stesso ordine di grandezza (circa 200 milioni di tonnellate).
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L’inquinamento da biossido di azoto ha un impatto sulla vegetazione di minore entità rispetto al biossido di zolfo. In alcuni casi, brevi periodi di esposizione a basse concentrazioni possono incrementare i livelli di clorofilla; lunghi periodi causano invece la senescenza e la caduta delle foglie più giovani. Gli ossidi di azoto e i loro derivati danneggiano anche edifici e monumenti, provocando un invecchiamento accelerato in molti casi irreversibile
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L’ossido di carbonio L’ossido di carbonio (CO) o monossido di carbonio è un gas incolore, inodore, infiammabile, e molto tossico. formazione con l’emoglobina della carbossiemoglobina,
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Emissioni del CO dall’utilizzo dei combustibili fossili per i motori a scoppio degli autoveicoli e per le attività industriali (soprattutto impianti siderurgici e raffinerie di petrolio).
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Il particolato maggiore impatto ambientale nelle aree urbane,
le polveri totali sospese o PTS vengono anche indicate come PM (Particulate Matter): - sabbia, ceneri, polveri, fuliggine, sostanze silicee di varia natura, sostanze vegetali, composti metallici, fibre tessili naturali e artificiali, sali, elementi come il carbonio o il piombo, ecc. - gli aerosol, costituiti da particelle solide o liquide sospese in aria e con un diametro inferiore a 1 micron (1 µm); - le foschie, date da goccioline con diametro inferiore a 2 micron; - le esalazioni, costituite da particelle solide con diametro inferiore ad 1 micron e rilasciate solitamente da processi chimici e metallurgici; - il fumo, dato da particelle solide di solito con diametro inferiore ai 2 µm e trasportate da miscele di gas; - le polveri (vere e proprie), costituite da particelle solide con diametro fra 0,25 e 500 micron; - le sabbie, date da particelle solide con diametro superiore ai 500 µm.
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Le particelle primarie sono quelle che vengono emesse come tali dalle sorgenti naturali ed antropiche, le secondarie si originano da una serie di reazioni chimiche e fisiche in atmosfera. particelle fini sono quelle che hanno un diametro inferiore a 2,5 µm, grossolane. PM10 particolato che ha un diametro inferiore a 10 micron, PM2,5, 60% delle PM10, diametro inferiore a 2,5 micron. polveri inalabili quelle in grado di penetrare nel tratto superiore dell’apparato respiratorio (dal naso alla laringe). Le polveri toraciche sono quelle in grado di raggiungere i polmoni Le polveri respirabili possono invece penetrare nel tratto inferiore dell’apparato respiratorio (dalla trachea fino agli alveoli polmonari).
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smog fotochimico Inquinanti + luce ultravioletta Formazione di: - ozono (O3) - perossiacetil nitrato (PAN), - perossibenzoil nitrato (PBN), - aldeidi e centinaia di altre sostanze.
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Riduzione della visibilità
La visibilità viene ridotta per l’assorbimento e la riflessione della luce dovuta sia alla presenza dei gas che delle particelle nell’aria. visibilità naturale Km visibilità con inquinamento 10 Km solfati ed i nitrati l’umidità particolato carbonioso acido solforico solfato d’ammonio solfato di calcio.
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