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..:: ASSOCIAZIONE RADIOAMATORI E COMPUTERISTI ::..

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Presentazione sul tema: "..:: ASSOCIAZIONE RADIOAMATORI E COMPUTERISTI ::.."— Transcript della presentazione:

1 ..:: ASSOCIAZIONE RADIOAMATORI E COMPUTERISTI ::..
Periodico di informazione, tecnica e cultura radiantistica, annunci e comunicazioni per i Soci ANNO XIV - NUMERO 3 MAGGIO-GIUGNO DIRETTORE RESPONSABILE Carlo Rampichini (I0XKH) COORDINATORE EDITORIALE Guido Gagliani Caputo (IZ0DZS) GRAFICA Gianluca Virga Redazione: Via Angelo Poliziano, 8 c\o Ass. Ermes Fax: Tel.: GLI ESPERTI DI ARAC NEWS SONO A DISPOSI-ZIONE DEI LETTORI, PER CUI CHIUNQUE AVESSE DEI QUESITI DA PORRE LO FACCIA LIBERAMENTE. SARA’ LORO RISPOSTO DALLE COLONNE DEL GIORNALE. REDAZIONE: Fax:

2 Quattro elementi portatili per VHF
2 A.RA.C. Tecnica NOTIZIE UTILI FISCO: ON-LINE LE BOZZE DI UNICO 2002 E DUE NUOVE GUIDE L'Agenzia delle Entrate ha pubblicato on-line le bozze dei modelli di dichiarazione dei redditi Unico 2002 per le per- sone fisiche e le socie- ta' di persone e di capitali. I modelli, di prossima approvazione, sono stati predisposti in duplice versione gra- fica: di colore azzurro quella in Euro, e di colore verde quella in lire. FARMACI: BOLLINO PER I MEDICINALI SEN- ZA RICETTA E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'8 febbraio scorso il de- creto del Ministero della Salute, che prevede l'adozione del bollino di riconoscimento per i medicinali non soggetti a ricetta medica. Il provvedimento stabi- lisce che il bollino dovra' essere riportato, a stampa o mediante sistema adesivo non rimovibile, sulle confe- zioni immesse sul mer- cato a partire dal 1° marzo 2002. Il bollino e' di forma circolare e contiene la scritta "farmaco senza obbligo di ricetta“, ed ha al centro un simbolo costituito da una croce rossa, al cui interno e' raffigurata una faccina sorridente (“smile”) rossa. Quattro elementi portatili per VHF di Claudio Abbondi – IK0 UTI (copyright CQ ELETTRONICA) Alcuni amici della locale sezione ARI soffrono di una malattia comune a molti giovani, ed anche ai non più tanto giovani. Questa malattia, dal decorso fortunatamente benigno, provoca sovente graffi, sbuc-ciature, ammaccature varie, nonché filippiche varie da parte delle nostre cinquanta, e trova la sua origine dal desiderio di piazzare un qualche apparato ricetras-mittente in un qualche posto scomodo, ma scomodo sul serio (altrimenti non ci sarebbe gusto). La mia grande pigrizia mi ha salvato da queste spedizio-ni, ma non mi ha salvato dal cercare di allestire qualche trappola per questi amici. La prima che provai ad alle-stire era una Yagi 4, elementi facilmente trasportabile per la gamma delle VHF. Ho optato per un boom corto, un serraggio degli elementi tramite galletti, mentre per l’adattamento di impedenza ho optato per un gamma match. DATI DI CALCOLO Avendo scelto un boom corto, ho calcolato una antenna impostata su di una dimensione massima di 0,35 lambda, pari ad un boom di 71 cm.; Riflettore 1\2 lambda + 10% 102,5 cm.; Radiatore 1\2 lambda – 1 % 98 cm.; 1° Riflettore 1\2 lambda – 2,5 % 95 cm.; 2° riflettore 1\2 lambda – 3,5 % 93,2 cm.; - gamma match - tondino da 10 mm., lungo 28 cm.; - un pezzo di RG58 lungo 22 cm, saldato al centrale di un PL da pannello. Per la costruzione dei ra-diatori ho utilizzato del tondino di alluminio da 10 mm, lo stesso che ho utiliz-zato per gamma match. Ho praticato un foro al centro di ogni tondino con una punta da 5 mm., ed ho utilizzato dei bulloni e dei galletti per il serraggio, mentre il radiatore è stato realizzato con un pezzo di tondino da 24 mm. che mi trovavo tra le mani. Essendo alimentato me-diante un gamma match, il radiatore è a massa; la fascetta di taratura è stata realizzata con due pezzi di piattina in alluminio (va bene qualsiasi formato: io ho usato piattina da 10x1), che verrà preformata utiliz-zando un piccolo martello da tappezziere ed un mani- co di cacciavite mignon. In breve, si apre legger- mente la morsa e si poggia il manico del cacciavite, dando dei colpetti leggeri; pian piano la piattina si curva, si controlla sul ra-diatore fino a quando è quasi perfetta, poi con le pinze a becco lungo e con la morsa si porta a misura. Questo per quanto riguarda la parte da serrarsi sul radiatore, mentre si utiliz-zerà la lama di un caccia-vite per il tondino del gamma: basta un minimo di attenzione, e verrà fuori un lavoro molto pulito. Il supporto per il PL lo si ottiene da un pezzo di la-mierino inox o di allumi-nio, come si può vedere nelle foto. Il R.O.S. si mantiene suffi-cientemente contenuto (a 144 MHz risulta essere di poco superiore a 1.1), sale leggermente fino ai , dove si attesta a 1.3, restandoci fino ai Quanto alla resa, è quella normale di una 4 elementi: nulla di miracoloso, la si realizza in un pomeriggio; allentando i galletti diventa comoda da trasportare e da installare, anche per le vacanze… E allora buon lavoro e 73 da IK0UTI

3 A.RA.C. Turismo - A cura di Daniela Gagliani Caputo
3 A.RA.C. Turismo - A cura di Daniela Gagliani Caputo VIENNA Vienna? E’ un valzer di Strauss! O magari di Franz Lehar, il re dell’operetta che proprio a Vienna, la sera di Santo Stefano del 1905, mise in scena per la prima volta la sua “Vedova allegra”, riscuotendo un trionfo, perfino al di là delle previsioni. Del resto a Vienna di musica ce ne è stata e ce ne è tanta: basta pensare a Mozart, Schubert, Brahms e Schoen-berg. Una città romantica per eccellenza… Le crinoline dell’imperatrice Sissi, i sol-dati con le uniformi bianche che sfilavano al ritmo della “Marcia di Radetzki”, e anche Mayerling, che tragi-camente si uccise con la sua giovane amante (ma soltanto per amore…?). E’ una città civilissima, fra le più nobili in Europa, con strade, piazze, chiese e palazzi che rammentano il grande impero della mitte-leuropa, una vita culturale tra le più intense, e un peri-colo che è stata capace di evitare: quello di chiudersi solamente nei ricordi e nella nostalgia. Ricordo e nostalgia dell’im-menso Stato del tempo degli Asburgo, costruito a forza di matrimoni e di leggi giuste, anzichè attraverso lo stru-mento della conquista mi-litare. Vienna certamente poteva diventare un semplice ricor-do archeologico se non aves-se potuto contare sull’anima di una tale città e sulla allegria della sua gente, e lo confermò anche nei giorni della caduta. L’impero era multietnico. Si frantumò sotto i colpi di una guerra perduta (ricordiamo la “caduta delle aquile”, in Austria come in Germania, o nella Russia dei Romanov), e del risorgere dei sentimenti nazionali. Fu tuttavia capace di morire in piedi, almeno sul piano culturale. Mentre il dramma si consu-mava, Vienna non rinunciò a far vedere di che stoffa era fatta, e furono gli anni che passarono sotto il nome di “gaia apocalisse”. Vienna meravigliò il mondo con una esplosione di cultu-ra assolutamente sorpren-dente: Klimt nella pittura, la Bauhaus in architettura, Musil per il romanzo, Kafka a Praga, anch’egli suddito dell’impero, Schoemberg, che volle dire la musica dodecafonica, Freud per la psicanalisi, ed è un elenco che potrebbe continuare molto a lungo. Oggi Vienna è una delle maggiori capitali ( forse “la capitale” per eccellenza) della musica in Europa, con un’orchestra filarmonica nella quale si alternano alla guida direttori d’eccezione, una stagione operistica di grande livello, seconda solo alla Scala di Milano (che del resto comparve alla ribalta proprio negli anni dell’impe-ro), concerti a ritmo incal-zante, compresi quelli che si tengono nella suggestiva cornice della cattedrale di Santo Stefano, che ha navate dall’acustica perfetta. E se vogliamo una conferma in spicciolo, citeremo quel Concerto augurale di Capo-danno, seguito ovunque nel mondo, grazie agli schermi della televisione, da milioni e milioni di spettatori. Una città ospitale quanto altre mai: e anche questo fa parte della storia e della tra-dizione. Prendiamo una guida del telefono e scorriamola a caso. Accanto ai nomi di chiara matrice germanica, ne tro-veremo tantissimi che sono magiari, slavi, italiani o ebraici, a testimonianza di una Vienna imperiale capa-ce di accogliere i sudditi delle più diverse province, nel caso per ingaggiarli nella propria burocrazia. Alcuni in seguito ritornaro-no nella terra di origine, altri rimasero a Vienna, ed è con orgoglio che i figli o i nipoti ricordano le loro radici, pur dichiarandosi, con altrettanta fierezza, cit-tadini austriaci. Il che significa, tale è la mescolanza di genti, che a Vienna è un po’ come trovarsi a casa. La musica, abbiamo detto. E ancora la collezione dei Bruegel del Museo di arte antica, che è la più bella e la più completa che esista sul Continente, le chiese, i palazzi imperiali dal carat-tere monumentale, quasi tutti ispirati al gotico- barocco, come il palazzo Hofburg, quello del Belve-dere, la residenza estiva di Schoenbrunn, che fu la Versailles degli Asburgo, fino ad arrivare ai caffè, caldi e accoglienti. La torta Sacher, i ristoranti, dove si fa dell’ottima cuci-na, compreso il ristorante sulla Donausturm, la torre girevole, con vista mozza-fiato sul Danubio. Oppure il quartiere di Grin-zing, con le taverne dove, ascoltando musica popola-re si può degustare un pro-fumato vinello bianco che proviene dal sud, dal Tirolo, e lo spettacolo della gente che scorre per strada, di sera, con la serena, consapevole bellezza delle donne, alte, bionde, e visi color di pesca. E ovviamente il Prater, cioè il bosco viennese, che circonda la città verso il gran fiume in un abbraccio affettuoso e possessivo che fa sognare senza nemmeno chiudere gli occhi… Basta lasciarsi andare! d.g.c. Palazzo Imperiale con la statua a cavallo del Principe Eugenio di Savoia, Conte di Soisson

4 A.RA.C. Medicina - A cura del Dott. Giancarlo d’Ambrosio
4 A.RA.C. Medicina - A cura del Dott. Giancarlo d’Ambrosio LE VARICI Le varici degli arti inferiori costituiscono una delle ma-lattie più frequenti nella popolazione occidentale. Maggiormente colpito è il sesso femminile, con un rap-porto di 4:1 rispetto al sesso maschile. A livello degli arti inferiori esistono due sistemi venosi: uno superficiale ed uno profondo. La circolazione si sviluppa dal circolo superfi-ciale verso quello profondo attraverso connessioni che perforano in profondità lo strato muscolare. Dal sistema profondo il sangue viene spinto in alto, contro la forza di gravità, dalla contrazione della pom-pa muscolare. Tale sistema è provvisto di valvole direzio-nali: quando il meccanismo diventa insufficiente, il san-gue, durante la contrazione muscolare, rifluisce nel circolo superficiale, dilatan-do le vene (grande e piccola safena). Le varici si distinguono in primitive (o essenziali) e in secondarie. La causa principale delle va-rici primitive sembra essere una debolezza strutturale ereditaria della parete veno-sa, ma alcuni fattori di ri-schio (età, razza, sesso, tipo di lavoro, gravidanze ed obesità), da soli o in combi-nazione, hanno una parte più o meno importante nel loro sviluppo. Le varici secondarie, invece, insorgono in conseguenza di episodi tromboflebitici (ad esempio durante la gravidan-za) e in presenza di anoma-lie congenite. In questo caso la dilatazione delle vene del circolo superficiale rappre-senta una utile via collatera-le di scarico del sangue, es- essendo il circolo profondo ostruito dalla trombosi. L’insorgenza delle varici può essere in parte prevenuta seguendo alcune semplici norme comportamentali: evi-tare il più possibile la pro-lungata esposizione delle gambe a fonti di calore diretto o al sole, evitare di rimanere a lungo fermi in piedi o seduti, ridurre o eli-minare il fumo, mantenere sotto controllo il peso corporeo, evitare la stipsi e praticare attività fisiche o sportive come il nuoto. Dal punto di vista sintoma-tologico, il paziente riferisce in genere senso di pesantez-za e tensione alle gambe, durante la prolungata stazio-ne eretta o alla sera, crampi muscolari notturni, senso di bruciore, prurito, gonfiore alle caviglie più accentuato alla sera o nei mesi più caldi. Talvolta il primo sintomo ri-ferito è l’irrequietezza degli arti, una sorta di impossibi-lità a tenere le gambe ferme che insorge durante la notte. L’esame clinico del paziente in posizione eretta fornisce informazioni dirette sulla forma, l’estensione e la sede delle varici, e permette di evidenziare zone di alterata pigmentazione della cute in corrispondenza o in vicinan-za dei gavoccioli varicosi. In fase avanzata possono formarsi vere e proprie ulcerazioni della cute, oggi fortunatamente di raro riscontro. L’esame doppler, o meglio color-doppler, permette una valutazione precisa delle condizioni circolatorie del sistema venoso superficiale e profondo degli arti inferiori, permettendo un mappaggio delle vene utile ai fini chirurgici. I criteri di scelta tra terapia farmacologica, elastocom-pressiva, chirurgica e sclero-sante si basano sul quadro sintomatologico e sul reperto clinico. La chirurgia è l’unica terapia risolutiva delle varici degli arti inferiori, mentre quella farmacologica ed elastocom-pressiva (uso di calze elasti-che) può contribuire solo al miglioramento della sinto-matologia. L’intervento chirurgico deve essere sempre consigliato in presenza di varici molto estese o di una sintomatolo-gia difficilmente controllabi-le dalla terapia medica. Lo scopo della terapia chi-rurgica è l’asportazione più completa possibile di tutte le varici, e determina l’elimina-zione della stasi venosa nel circolo superficiale e la riso-luzione definitiva del quadro sintomatologico, scongiu-rando l’eventuale comparsa di flebiti o, nelle fasi avanzate, ulcere. Le varici vengono eliminate mediante l’introduzione di una sonda nella vena safena, che viene in tal modo asportata, e attraverso picco-le incisioni multiple cutanee, dalle quali, con sottili stru-menti ad uncino, vengono sfilati i rami collaterali dilatati. L’intervento può essere ese-guito in anestesia parziale o locale, è poco traumatizzan-te, non doloroso, e prevede una degenza di un solo giorno, nonché una rapida ripresa di una normale vita di relazione. La terapia sclerosante si esegue ambulatoriamente, mediante l’iniezione di so-stanze irritanti nel lume venoso, che determinano una tromboflebite localizzata e di moderata entità, cui fa seguito l’occlusione del seg- mento di vena trattata. Tale terapia, poco dolorosa e ben tollerata dai pazienti, rappresenta il trattamento di scelta nelle dilatazioni di piccoli vasi superficiali (teleangectasie) che spesso rappresentano nelle donne un importante problema estetico. La terapia sclerosante può essere efficacemente utiliz-zata anche nel trattamento di piccole varici o come completamento di un inter-vento chirurgico. Le teleangectasie possono essere trattate con il laser, anche se la scleroterapia rappresenta il trattamento di scelta. La terapia con il laser trova indicazione nel trattamento delle teleangectasie di dia-metro inferiore al millime-tro, di origine capillare e di colore più rosso, dove la scleroterapia è tecnicamen-te più difficile. g.d’a.

5 RADIOAMATORI: SULLA STRADA PER L’ESENZIONE
5 A.RA.C. Famiglia - A cura di Terenzio Grazini COMPRAVENDITA IMMOBILI Il 17 gennaio c.a. ho ven-duto un appartamento di mia proprietà occupato da un inquilino. Nei primi del mese stesso l’inquilino mi ha corrispo-sto il regolare fitto del mese. Desidero sapere quanto segue: - all’acquirente dell’appar-tamento devo versare la quota di fitto relativo al periodo dal 17 al 31 di gennaio che io ho riscosso anticipatamente dall’inqui-lino? il deposito cauzionale che ho ricevuto dall’inquilino alla firma del contratto, a chi devo riconsegnarlo: all’inquilino o al nuovo proprietario? Se non risulta diversa-mente pattuito nel contratto di compra-vendita relativo all’appartamento venduto, il proprietario venditore è tenuto a versare al com-pratore la quota di fitto relativa alla parte residua del mese nel quale risulta avvenuto il trasferimento della proprietà. Il deposito cauzionale ver-sato dall’inquilino alla firma del contratto d’affitto deve essere messa a disposizione di entrambe le parti interessate (inquilino e nuovo proprietario), che decideranno a chi dovrà essere versata la somma. SPESE DI RISTRUTTURAZIONE Sono proprietario di un box auto sottostante ad una palazzina nella quale non abito. Dato che detto fabbricato necessita di ristrutturazione completa, oltre alla parte di spesa di rifacimento coper-tura, in quali altre spese devo partecipare? L’amministratore asserisce che devo partecipare anche alle spese di tinteggiatura facciate, riparazione fron-talini balconi e altro. E’ corretto? Il proprietario del box, anche se non è proprietario di appartamento condomi-niale, è tenuto a concorre-re alle spese di restauro delle strutture costituenti parti comuni di proprietà di tutti i condomini (ad esempio: tetto, facciate esterne, ecc.), naturalmen-te in proporzione al valore in millesimi della porzione immobiliare (box) di sua proprietà. RISCALDAMENTO L’appartamento di mia pro-prietà usufruisce di riscal-damento centralizzato, e comunica con un sottotetto - pure di mia esclusiva pro-prietà e regolarmente cen-sito - per mezzo di scala a chiocciola, eseguita, con tutti gli altri lavori di ristrutturazione del sotto-tetto, nel 1981. I lavori nel sottotetto, con-donati nel 1995, permisero l’abitabilità certificata dal Comune. Il sottotetto è dotato di riscaldamento autonomo. L’Assemblea condominiale del 1992 ha richiesto un contributo forfetario an-nuale per “dispersione ter-mica” a causa dell’apertura del soffitto per la scala di comunicazione, contributo da me allora accettato per il “quieto vivere”. Desidererei sapere se tale contributo può essere legalmente richiesto. Bisogna tener presente che, a prescindere dalla norma-tiva vigente in materia di impianti di riscaldamento (L. 13/7/’66 n. 615; dpr 22/12/’70 n. 1931; L. 9/1/’91 n. 10; dpr 26/8/’93 n. 412; dpr 15/11/’96 n. 660; dpr 15/11/’96 n. 661), ogni impianto centralizzato è progettato in modo da ottimizzare la utilizzazione del calore in funzione della temperatura prestabilita (dalla legge e/o dal Rego-lamento condominiale) e dal numero dei radiatori (o strumenti similari) installa-ti e dalle cubature dell’im-mobile condominiale. Pertanto, ogni modifica nel numero dei radiatori o nella cubatura riscaldata comporta un maggior con-sumo, a parità di tempera-tura, che si traduce in mag-giori costi, da imputare sulle quote addebitate ai condomini. L’apertura dei locali del sottotetto ha necessaria-mente comportato un au-mento della cubatura com-plessivamente riscaldata, e quindi, un intuibile mag-gior consumo, nonostante il riscaldamento autonomo dei nuovi ambienti, per lo squilibrio termico conse-guente al complessivo maggior volume dei locali posti su piani diversi. Risulta, pertanto, giustifi-cato l’addebito del contri-buto forfetario annuale per “dispersione termica”. t.g.. RADIOAMATORI: SULLA STRADA PER L’ESENZIONE I radioamatori per il 2002, sulla base del decreto relativo ai contributi previsti per la loro attività, saranno tenuti a corrispondere 5 Euro per chi è titolare della "patente ordinaria“, e 3 Euro per i titolari di "paten- te speciale". Questa cifra forfettaria è stata prevista dal Ministero delle Comunicazioni, in quanto i radioamatori espli- cano un'attività di interesse altamente sociale, nonché compiti di protezione civile. Il Ministro Gasparri si è impegnato, proprio per le attività svolte da questa categoria, affinché nella prossima Legge Finanzia- ria i radioamatori abbiano l'esenzione totale dal pagamento di qualsiasi contributo. Intanto, proprio su indica- zione del Ministro, il Ministero delle Comunica- zioni sta mettendo a punto un nuovo provvedimento tecnico per riconoscere tutta una serie di preroga- tive attuate nell'Unione Europea, ma non ancora recepite in Italia. CHIUNQUE DESI-DERI RICEVERE INFORMAZIONI SU QUESTIONI CON-DOMINIALI, PUO’ INVIARE LE SUE RICHIESTE ALLA REDAZIONE DI A.RA.C. NEWS.

6 A.RA.C. Arte – A cura di Giacomo Pintus
6 A.RA.C. Arte – A cura di Giacomo Pintus I COLORI DEI BLASONI (1^ parte) Tra le infinite sfumature di linguaggi che l’uomo pos-siede per raccontarsi, il co-lore è il mezzo che gli per-mette di esprimere concetti precisi, riguardanti le pro-prie idee. Il colore è l’effetto concet-tuale ai fini della distinzio-ne del pensiero tra uomini, il colore della macchina: il colore dell’abito, il colore della cravatta ci fanno ca-pire abbastanza della per-sona che possiede questi oggetti. Come noi contemporanei ci relazioniamo agli altri per mezzo dei colori dei nostri accessori, mille anni fa l’uomo dell’alto medioevo si relazionava con i suoi contemporanei nello stesso modo. Le facciate delle cattedrali gotiche erano completa-mente pitturate con smalti di vari colori, e dovevano sembrare un brulichio di immagini chiassose e so-lenni che, facendosi spazio tra loro, comunicavano il loro messaggio preciso. Non a caso le prime teorie sul colore e il loro signifi-cato filosofico sono state elaborate all’epoca; esem-pio lampante sono i colo-rati stemmi gentilizi che adornavano le facciate di palazzi, torri cittadine e gli affreschi delle stanze. Con l’avvento della caval-leria feudale ed il conso-lidarsi di poteri ereditari, si pongono le premesse per-ché l’araldica possa avere vita lunga, e come ogni attività umana che debba avere vita lunga, necessita inevitabilmente di leggi ferree. Alcuni studiosi fanno risa-lire il primo simbolo araldi- co alle guerre in Terrasan-ta: si trattava della croce esibita negli scudi dei ca-valieri, azzurra per gli ita-liani, bianca per i francesi, nera o arancione per i te-deschi, rossa per gli spa-gnoli, verde per i sassoni e giallo-rossa per gli inglesi. Per distinguere maggior-mente l’ordine d’apparte-nenza, nel caso dei crociati si modificò la croce origi-naria in croce ramponata, patente, fitta, nodosa, gi-gliata, doppia, patriarcale, papale, teutonica, greca, trifogliata, ricrocettata, e così via. Nelle regole alle quali si faceva riferimento poco sopra, si parla dei colori sotto la voce di “smalti”; i colori, più delle figure, sono la chiave del lin-guaggio araldico. Esistono degli stemmi con soli due colori, come lo stemma della Casa Reale di Savoia, il quale esibisce una croce bianca su campo rosso, avvalorando così un assioma della scienza aral-dica che recita così: “Chi meno ha, più ha”. Nel XII secolo sono stati definiti una volta per tutte i colori dei sette smalti; il numero è esiguo quanto evocativo a livello simbo-lico: mai nessuno si azzar-da a definire con precisione il perché di un numero così ristretto e perché proprio quei determinati colori. Tra le tante versioni, essi rappresenterebbero le sette virtù, i pianeti, le gemme… Una cosa è certa: rappre-sentano tutta la scala cro-matica, dalla nigredo (nero) all’albedo (bianco o argento), accogliendo in seno il rubedo (rosso). Oro, argento, rosso, azzur-ro, nero, verde e porpora costituiscono lo spettro utilizzato; sono di impiego raro e sospetto tutti gli altri colori (marrone, arancio etc.). Per rappresentare il colore nei disegni in bianco e nero, si è ricorso alla solu-zione di far corrispondere un determinato tratteggio del campo colorato con un colore preciso. Ad esem-pio, il rosso è rappresentato da linee verticali, l’azzurro da linee parallele oriz-zontali, etc. La scienza del blasonare, vale a dire l’arte di descri-vere le armi gentilizie, continua ad essere l’unica arte visiva con un canone preciso rimasto immutato da novecento anni, che continua a comunicare lo stesso messaggio storico, culturale e sociale di allora. g.p. Tabella relativa agli adattamenti dei colori su rappresentazioni araldiche in bianco e nero

7 A.RA.C. Storia - A cura di Gianluca Virga
7 A.RA.C. Storia - A cura di Gianluca Virga ARRIVA NAPOLEONE! (2^ Parte) Siamo nel Nel giro di un lustro Napoleone è riuscito a sconvolgere gli equilibri euro-pei, e la situazione appare quan-tomai instabile, con particolare riferimento all’Italia. Il 18 maggio Napoleone è inco-ronato Imperatore dei francesi. Nell’arco di ulteriori cinque anni l’intera Penisola cade sotto il dominio francese. Nel 1802 era stata la volta di gran parte del Piemonte (la Repubblica Subalpina), annessa direttamente alla Francia, e la medesima sorte era poi toccata alla Toscana, nella quale, sop-presso il Granducato e cacciati i Lorena d’Austria, si era instau-rato il Regno d’Etruria (1803). Nel 1805 è la vota della Repub-blica di Genova e del Ducato di Parma. Il 2 febbraio 1808 viene occupata Roma, e l’anno suc-cessivo, col decreto di Shon-brunn, viene abolito il potere temorale della Chiesa: ciò che resta dello Stato Pontificio (La-zio e Umbria) viene annesso. Questi territori entrano ufficial-mente a far parte dell’Impero Francese, mentre nel resto d’Italia vengono a crearsi una serie di domini posti sotto la sfera d’influenza francese. Nel nord viene creato il Regno d’Italia, del quale Napoleone verrà incoronato sovrano il 26 maggio 1805, comprendente i territori della Repubblica Italia-na (Lombardia e parte dell’Emi-lia), il Trentino, l’Alto Adige, il Veneto e le Marche (queste ulti-me già sottratte al potere papale prima dell’occupazione di Roma). Del Regno d’Italia entra a far parte anche il Principato di Lucca e Piombino, affidato alla sorella e al cognato di Napoleo-ne, Elisa e Felice Baciocchi. All’inizio del 1806 viene creato il Regno delle Due Sicilie, asse-gnato al fratello dell’Imperato-re, Giuseppe Napoleone, che successivamente, è il 7 luglio 1808, è nominato Re di Spagna e delle Indie, lasciando il trono ad un altro cognato di Napoleo- Ne, Gioacchino Murat, che re-gnerà col nome di Gioacchino Napoleone. L’Istria e la Dalmazia vengono riunite nelle Province Illiriche, ovviamente sotto la diretta influenza dell’Impero Francese. Unici possedimenti a rimanere indipendenti sono la Sardegna (sotto Vittorio Emanuele I) e la Sicilia (dove Ferdinando IV si è rifugiato a seguito della cacciata dal trono). Anche la monetazione, inevita-bilmente, rispecchia la mutate condizioni politiche. Nel nostro caso poniamo l’at-tenzione sulle monete emesse da Napoleone come Re d’Italia: in oro vengono coniati i valori da 40 e 20 Lire, in argento quelli da 5 Lire, 2 Lire e 1 Lira, no-nché i pezzi da 15, 10 e 5 Soldi; in mistura (una lega povera) sono i 10 centesimi, mentre in rame sono i valori da Centesimi 5, 3 e 1. Una monetazione che, per il ripetersi delle tipologie, appare complessivamente monotona, caratterizzata dalla rappresenta-zione del busto dell’Imperatore nel dritto di tutti i conii (eccetto che per i 10 Centesimi), e, al rovescio, dallo stemma araldico per i valori in Lire e dalla Corona d’Italia per i rimanenti (Soldi e Centesimi). Appare lampante il desiderio di affermare il potere autoritario attraverso quello che viene comunemente definito il “culto della personalità”. Napoleone reggerà le sorti della penisola per quasi quindici anni, ma alla fine rimarrà vittima della sua stessa ambizione. Un colpo decisivo alle sue aspi-razioni viene dalla disastrosa campagna di Russia (1812): tradito dai suoi alleati austro-prussiani, è costretto a ritirarsi. Nell’ottobre del 1813 è sconfit-to a Lipsia nella cosiddetta “Battaglia delle Nazioni”, combattuta dai franco-spagnoli contro tutte le altre grandi po-tenze europe (Austria, Russia, Prussia, Svezia e Inghilterra). L’Impero è in disfacimento. Con il trattato di Fontainebleu dell’11 aprile 1814 Napoleone è costretto ad abdicare, e a pren-dere quindi la via dell’esilio nell’Isola d’Elba. Nel novembre dello stesso anno ha inizio il Congresso di Vienna, che dichiara decaduto il potere dell’Imperatore. Nel marzo del Napoleone fugge dall’isola con l’usilio di un manipolo di 1000 granatie-ri, e tornato in Francia instaura il famoso “governo dei cento giorni”, che troverà però il suo triste epilogo con la disastrosa battaglia di Waterloo (1815). E’ nuovamente costretto all’esilio, questa volta in una sperduta isoletta dell’Atlantico, Sant’Elena, dove la morte lo coglierà sette anni più tardi. Con la caduta di Napoleone, tornano alla ribalta i sovrani e le simbologie pre-napoleonici, e con essi gli austriaci. Il geniale comandante ha lasciato per sempre il campo di battaglia, e consegna alla storia un’Europa che ora si adopera per ristabilire i vecchi equilibri dinastici. Ha inizio l’età della “Restaura-zione”. g.v. Alcune monete emesse durante il Regno d’Italia napoleonico. Qui in alto il rovescio e il dritto dello scudo da 5 Lire (argento). Regno delle Due Sicilie Impero francese Regno di Sicilia Regno di Sardegna Province Illiriche d’Italia Altre monete del regno napoleonico. In senso orario (dalla prima in alto a sx), un esemplare da 1 Soldo (rame), 1 Lira (argento), 5 Soldi (argento) e 3 Centesimi (rame). Tutte le monete riportano al dritto l’effige dell’Imperatore, sulla tipologia delle 5 Lire. L’Italia nel periodo di massima egemonia francese.

8 GdO Informatica - A cura di Cesare Gagliani Caputo
8 ELETTRONICA FANTASY di Giovanni Biscossi Via L. V. Bertarelli, 63-65 Roma Tel Sconti ai soci per tutto ciò che riguarda accessori per compu-ter, componenti elet-tronici, kit Nuova Elet-tronica, altoparlanti, accessori Hi-Fi, telefo-nia, video ed altro ancora. GdO Informatica - A cura di Cesare Gagliani Caputo IMMAGINE DESKTOP Il computer ormai fa parte della nostra vita quotidiana, e quindi ha imparato ad adattarsi alle esigenze, an-che estetiche, di chi lo utilizza. Design e colori più svariati hanno invaso il mercato, rendendo “appetibile” que-sto elettrodomestico. Se l’esterno è importante, non meno può esserlo ciò che appare sullo schermo all’accensione del computer, che può benissimo essere coordinato con il nostro arredamento, il gusto e l’umore. Oggi Internet mette a dispo-sizione una quantità infinita di immagini e sarà, per noi, divertente e facile cambiare il look. Attraverso un motore di ricerca (Virgilio, Google, etc.) sceglieremo immagini ad alta risoluzione per desktop. Trovata l’immagine a noi gradita, sarà sufficiente cliccare con tasto destro del mouse sopra la foto e selezionare “salva imma-gine con nome”, salvando direttamente sul desktop. Per visualizzare l’immagi-ne appena salvata, fate clik con tasto destro del mouse sul desktop e selezionate “active desktop”, e quindi “personalizza desktop”. Dopo aver selezionato la scheda sfondo e cliccato su sfoglia, sarà sufficiente tro-vare il nome dell’immagine prescelta, selezionare “pro-prietà schermo” e cliccare su “applica”. Apparirà l’anteprima della immagine stessa. Attraverso “proprietà dello schermo” si potrà modifi-care a proprio piacimento l’immagine, ripetendola più volte sullo schermo o centrandola. Sarebbe opportuno creare un archivio, anche con le proprie fotografie opportu-namente scannerizzate, per potere modificare in qual-siasi momento l’immagine sul nostro schermo. c.g.c. Glossario dei termini informatici e telematici B Buffer Porzione di memoria Ram dedita ad immagazzinare dati di utilizzo successivo. Viene utilizzata quanto è necessa-rio attendere una periferica più lenta, come una stampante, per conservare file o copie di dati che potranno servire in futuro, oppure per non appesantire la Ram impe-gnata nell'esecuzione di program-mi attivi. Bug Difetto, errore o carenza di software o di hardware. BUS Collega elettronicamente i vari componenti del computer. Attraverso il Bus vengono inviati i vari segnali, dati, indirizzi di memoria o segnali di controllo. Byte Unità elementare di memorizza-zione. composta da 8 bit. Solitamente un Byte rappresenta un singolo carattere, come un numero, una lettera o un simbolo. Poiché il byte è un'unità di memo-rizzazione molto piccola, nell’in-dicare la capacità di memorizza-zione di un disco rigido e della memoria principale, si usa il KiloByte (1024 byte), il Mega-Byte ( byte) e il GigaByte ( byte). HOBBY RADIO S.r.l. TELEFONIA ED ACCESSORI VENDITA E ASSISTENZA RICETRASMETTITORI PER USO AMATORIALE E PROFESSIONALE V.le Angelico, 47-49 Roma Tel.: Fax.: Da Hobby Radio pote-te trovare anche i nu-meri di A.RA.C. News. A.RA.C. NEWS Sede: Via A. Poliziano 8 - int. 2bis – Roma Ricevimento Soci: mercoledi dalle ore 16,30 alle 18,30 ****************************************** Via Gregorio VII° Roma Tel. e Fax C.P   Roma Belsito associativa: Arac News viene stampato in proprio e distribuito gratuitamente ai Soci della Associazione RAdioamatori e Computeristi. A.R.A.C. NEWS ha bisogno della collaborazione di tutti, e di qualsiasi tipo. Allo stesso tempo è al servizio degli iscritti; quindi ben vengano  articoli,  sia tecnici che di opinione, poesie, annunci di compra/vendita ecc. Il materiale dovrà pervenire entro le seguenti date: 15 gennaio per febbraio, 15 marzo per aprile, 15 maggio per giugno, 15 luglio per agosto, 15 settembre per ottobre e 15 novembre per dicembre; sarà pubblicato a discrezione della Reda-zione. Il materiale inviato non verrà restituito. 


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