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Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 1 FACOLTÀ DI SCIENZE.

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Presentazione sul tema: "Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 1 FACOLTÀ DI SCIENZE."— Transcript della presentazione:

1 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 1 FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE, SOCIALI E DELLA COMUNICAZIONE A.A. 2011-2012 RELAZIONI ISTITUZIONALI E RESPONSABILITÀ SOCIALE DIMPRESA PARTE II: RESPONSABILITÀ SOCIALE DIMPRESA

2 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 2 Lunedì 23 Aprile A)Imprese, etica e sociale: la nascita e i futuri possibili delleconomia capitalistica Cipollini-Cillo La performance sociale e la cittadinanza dimpresa La rivoluzione industriale e le ideologie: da Adam Smith a Carlo Marx e oltre Taylorismo e Fordismo Moderno e Post moderno Dalla teoria della massimizzazione del profitto a quella degli stakeholder Globalizzazione economica e progresso sociale: una disparità crescente La misura reale del benessere sociale: linsuccesso del PIL Martedì 24 Aprile B) Lazienda: produzione di beni e/o servizi e la relativa organizzazione Cillo Limpresa e il suo contesto socio-economico Le funzioni aziendali La gestione aziendale e il bilancio di esercizio La produzione Lorganizzazione Aziende profit e non profit I rapporti interni e esterni: gli stakeholder Globalizzazione economica e asimmetria informativa: verso laccountability C) Nascita ed evoluzione del concetto di responsabilità sociale e di rendicontazione sociale Cillo Levoluzione storica del concetto di responsabilità sociale Evoluzione del dibattito istituzionale Evoluzione del dibattito scientifico Le dimensioni e gli ambiti dintervento della RSI La stakeholder theory PRESENTAZIONE DEL CORSO

3 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 3 Lunedì 30 Aprile D) Fenomenologia della Responsabilità sociale dellimpresa Cillo- Scarcella Definizione di RSI Le relazioni dellimpresa con i suoi interlocutori sociali I principi del management morale degli stakeholder Costi e benefici della responsabilità sociale La convenienza dellorientamento sociale I diversi approcci alla RSI E) Gli strumenti per gestire la responsabilità sociale Cillo- Scarcella Dal bilancio di missione al bilancio di genere Panoramica e classificazione degli strumenti Gli standard per gestire la responsabilità e la rendicontazione sociale Lunedì 7 Maggio F) La rendicontazione extracontabile nella PA Caino Le pubbliche amministrazioni: aspetti politici, economici e gestionali LAccountability La rendicontazione della performance sociale Valutazione della performance, efficienza ed efficacia amministrativa del D.Lgs 150/2009 (cenni) Rendicontazione sociale tra pubblico e privato: le differenze di senso e di valore PRESENTAZIONE DEL CORSO

4 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 4 Lunedì 7 Maggio G) Il processo di rendicontazione sociale Caino Dalla rendicontazione contabile alla rendicontazione sociale Le possibili valenze della rendicontazione sociale Le fasi della rendicontazione La determinazione degli indicatori La rendicontazione sociale nella pubblica amministrazione Martedì 8 Maggio H) I contenuti del bilancio sociale + Esercitazione in aula Caino I contenuti del bilancio sociale Gli standard per la redazione del Bilancio sociale Lunedì 14 Maggio I) La comunicazione della responsabilità sociale Cillo- ScarcellaAnalisi di casi e testimonianza PRESENTAZIONE DEL CORSO

5 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 5 Martedì 15 Maggio L) Dalla Responsabilità sociale del territorio al Valore Condiviso Cipollini Responsabilità sociale territoriale, Condivisione e sviluppo, Empatia e sistemi adattivi, Comportamenti sociali, Organizzazione e cooperazione, Valore Condiviso Lunedì 21 Maggio Testimonianze + sintesi conclusive del corso Cillo- Scarcella Martedì 22 Maggio Prova intercorso PRESENTAZIONE DEL CORSO

6 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 6 TESTI DESAME 1)Molteni Mario, Responsabilità sociale e performance d'impresa. Per una sintesi socio-competitiva,Vita e Pensiero, 2004. 1a) Condosta Luca, Bilancio sociale di azienda, IPSOA, 2008 1b) Capecchi Vittorio, La responsabilità sociale dellimpresa, Carocci, Firenze 2005. e, sia per chi opta per Molteni, sia per chi opta per Condosta e Capecchi: 2) Cipollini Claudio, La mano complessa,Edizioni ETS Pisa, 2011 3) Articolo di Porter M.E., Kramer M.R., Creare valore condiviso, in Harvard Business Review –Italia, n° 1/2, gennaio/febbraio 2011(scaricabile dalla sezione materiali della bacheca elettronica) 4) Si ricorda inoltre che per tutti sono obbligatorie le slides del corso di Responsabilità Sociale d'Impresa del Prof. Cipollini.

7 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 7 PROVA INTERCORSO La prova verterà sul contenuto delle lezioni e sulle slides proiettate

8 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 8 GLI OBIETTIVI DEL CORSO Far comprendere cosa è la Responsabilità Sociale (RSI) Fornire esempi e casi di studio di RSI Speigare la differenza tra social responsibility and responsiveness Chiarire il concetto di corporate social performance (CSP) Mettere in correlazionela social performance alla financial performance Fornire I principali strumenti di rendicontazione della performance sociale, in particolar modo il Bilancio Sociale

9 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 9 AMBIENTE POLITICO- ISTITUZIONALE AMBIENTE ECONOMICO AMBIENTE SOCIO- DEMOGRAFICO AMBIENTE CULTURALE- TECNOLOGICO La tecnologia influenza limpiego delle risorse, mentre la cultura si riflette soprattutto sul consumo di beni e servizi Struttura della popolazione e tendenze demografiche, ripartizione per strati sociali e grado di mobilità sociale Modello di funzionamento del sistema economico prevalente nellambito territoriale di riferimento: economia di mercato, economia di piano, ecc. Scelte e vincoli derivanti dallordinamento giuridico-politico in relazione a determinati aspetti: grado di libertà economica, disciplina delleconomia, regolamentazione pubblica, imposizione fiscale, norme a tutela del lavoro, ecc. IMPRESA COSE LA PERFORMANCE SOCIALE

10 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 10 COSE LA PERFORMANCE SOCIALE La misurazione delle performance economiche e del progresso sociale(Dossier sul rapporto della Commissione Stiglitz-Sen-Fitoussi, 2009) La Commissione ha individuato una serie di dimensioni che dovrebbero essere considerate: I. condizioni di vita materiale; II. salute; III. istruzione; IV. attività personali incluso il lavoro; V. partecipazione alla vita politica e governance; VI. legami e relazioni sociali; VII. ambiente (stato attuale e futuro); VIII. insicurezza, sia economica sia fisica.

11 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 11 COSE LA PERFORMANCE SOCIALE L azienda è un sistema di forze economiche che realizza, nell ambiente di cui è parte complementare, in condizioni di autonomia e in condizioni di durabilità, un attività economica consistente in un processo di produzione e di distribuzione della ricchezza a favore delle persone che formano il soggetto aziendale o di altre collettività di riferimento

12 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 12 Ciascun tipo di azienda persegue delle finalità istituzionali Di ordine sociale, etico, morale, filantropico, politico, culturale, sportivo, ricreativo, economico, ecc) Possono essere diverse, ma in ogni caso devono garantire: – Autonomia – Durabilità COSE LA PERFORMANCE SOCIALE

13 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 13 Autonomia e durabilità Durare nel tempo commisurata alla finalità perchè gli obiettivi sono potenzialmente infiniti a prescindere dalle persone che vi lavorano A favore dei soggetti beneficiari e del sistema economico Autonomo (ma non isolate) Senza autonomia non si perseguono finalità istituzionali Se non si è autonomi molte volte non c è la sostenibilità COSE LA PERFORMANCE SOCIALE

14 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 14 Il compendio di queste due è detto Economicità La capacità di durare nel tempo e di mantenere una situazione di relativa autonomia – e quindi la possibilità di soddisfare le finalità istituzionali – dipende in modo determinante da un insieme di performance e di condizioni di equilibrio dell azienda che viene solitamente compendiato nel concetto di ECONOMICITA COSE LA PERFORMANCE SOCIALE

15 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 15 Le performance aziendali Le performance aziendali riguardano sia l efficacia che l efficienza. Differenza fra efficacia ed efficienza COSE LA PERFORMANCE SOCIALE

16 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 16 Efficacia Rappresenta la capacità di perseguire le finalità istituzionali parametro ultimo di valutazione del successo aziendale, in sua mancanza tutto il resto perde d importanza (anche l economicità) Efficacia non è quindi un semplice tassello dell economicità, è un concetto più elevato e allo stesso tempo ne è parte. COSE LA PERFORMANCE SOCIALE

17 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 17 COSE LA PERFORMANCE SOCIALE Efficienza Efficienza è la capacità di impiegare razionalmente le risorse disponibili Ed è ugualmente importante, perché si da il caso di aziende riescono a raggiungere i propri fini (efficaci) ma sprecano moltissimo, precludendo a tanti altri il possibile soddisfacimento. Anche se efficaci, tali aziende non sono da giudicare positivamente.

18 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 18 COSE LA PERFORMANCE SOCIALE (Corporate social performance) la corporate social responsiveness riguarda la capacità di unimpresa di rispondere alle pressioni sociali. Latto di rispondere, o di raggiungere un atteggiamento responsive, alla società è il centro dellinteresse…Si fruga lorganizzazione alla ricerca di meccanismi,procedure e modelli di comportamento che, presi collettivamente, caratterizzerebbero lorganizzazione come più o meno capace di rispondere alle pressioni sociali (William Frederick, 1970) 2 La Corporate social performance (CSP) è una configurazione aziendale di principi e processi di responsabilità sociale, di politiche, programmi e altri risultati osservabili collegati alle relazioni sociali dellimpresa… […] (Wood, 1991) 1

19 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 19 COSE LA PERFORMANCE SOCIALE 2 La Responsabilità Sociale d'Impresa (o Corporate Social Responsibility, CSR) è l'integrazione di preoccupazioni di natura etica all'interno della visione strategica d'impresa: è una manifestazione della volontà delle grandi, piccole e medie imprese di gestire efficacemente le problematiche d'impatto sociale ed etico al loro interno e nelle zone di attività. 1

20 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 20 Corporate Citizenship: la Cittadinanza dimpresa Corporate social responsibility Corporate social responsiveness Corporate social performance (outcomes, risultati, valore aggiunto)

21 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 21 Business Criticism / Social Response Cycle Factors in the Societal Environment Criticism of Business Increased concern for the Social Environment A Changed Social Contract Business Assumption of Corporate Social Responsibility Social Responsiveness, Social Performance, Corporate Citizenship A More Satisfied Society Diminuzione dei fattori critici del business Aumento delle aspettative sociali e nascita di nuove criticità

22 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 22 DA DOVE VENIAMO E DOVE STIAMO ANDANDO PRIMA - LA RICERCA DELLA VERITA - LE RELIGIONI E IL SACRO - LUMANESIMO - LA SCIENZA IERI E OGGI -LOROLOGIO DI NEWTON - LILLUMINISMO - LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE -TUTTO E POSSIBILE - LA TEORIA DELLA RELATIVITA & PICASSO - MORTE DELLE IDEOLOGIE OGGI E DOMANI - FINE DEI BISOGNI IN OCCIDENTE - LA TEORIA DEI SISTEMI: CAOS E COMPLESSITA - SOSTENIBILITA -LATTIMO FUGGENTE LUOMO PROTEIFORME -

23 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 23 DAL MODERNO AL POSTMODERNO: GLI EFFETTI DELLA GLOBALIZZAZIONE Economico Sociale e antropologico PoliticoTecnologico

24 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Rresponsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 24 LA COMPLESSITA: CHE COSÈ UN SISTEMA COMPLESSO? Le condizioni base che definiscono un sistema complesso sono: la presenza nel sistema di molti oggetti interagenti tra di loro oagenti; il comportamento di questi oggetti è condizionato dalla memoria ofeedback; gli oggetti possono modificare le proprie strategie in funzione della loro storia; il sistema è tipicamente aperto.

25 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Rresponsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 25 crisi dellapproccio scientifico riduzionista e di ritorno allempirismo popperiano delle congetture e delle falsificazioni di fallacia narrativa (quando raccontando la storia inseriamo dei collegamenti tra i fatti a posteriori) e di biases di coerenza (i biases sono leffetto distorsivo dei ragionamenti che si fanno partendo dalla propria esperienza, cognitiva e sociale) di problema della conoscenza induttiva e di difficoltà nel formulare previsioni (il pollo di Russel e limportanza delle serie storiche), di sistemi casuali (in cui tutto è casuale e, quindi, non prevedibile), di sistemi caotici (con proprietà prevedibili ma difficili da conoscere) e di frattali (Il concetto di frattale, definito da Mandelbrot, è la ripetizione di modelli geometrici su scale diverse, di modelli cioè che non cambiano aspetto anche se visti con la lente di ingrandimento. Seppure cambiano le scale dimensionali di osservazione i frattali hanno misure numeriche o statistiche che restano costanti a differenza della curva gaussiana). La complessità viene da lontano

26 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Rresponsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini26 Non basta più sapere e tener conto che esiste un feedback e che questo influenza il comportamento degli elementi del sistema ma, a ciò, si deve aggiungere la consapevolezza che tali elementi (oggetti / soggetti) possono autonomamente modificare il proprio comportamento con il fine di ottenere risultati migliori. I sistemi complessi sono tipicamente aperti, cioè influenzati dallambiente esterno, evolvono in maniera non lineare e non prevedibile, dando vita a fenomeni emergenti (google, un ingorgo…), sensazionali e talvolta estremi. Fenomeni, cioè, che non si possono prevedere basandosi sulle leggi o le proprietà che regolano i singoli elementi del sistema né tanto meno dallanalisi del comportamento passato di ciascun elemento. La complessità viene da lontano

27 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Rresponsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini27 acquisire la consapevolezza che negli attuali sistemi complessi basarsi sulle previsioni, secondo modelli tradizionali, è come basarsi su una scommessa per il proprio futuro o pensarla come il pollo di Russel; I concetti usati per illustrare i modelli di comportamento e management delle imprese come dei territori in tali condizioni fanno riferimento alla stabilità e elasticità (Pascale, 1992, p.137) piuttosto che alla stabilità e resilienza (Lazlo, 1985, p.379) o allasimmetria. Il principio su cui si basano è lo stesso: creare le condizioni in cui le conseguenze favorevoli siano superiori a quelle negative ovveroconcentrarsi sulle conseguenze (che si possono prevedere) piuttosto che sulla probabilità (che non si può conoscere) che un evento accada. Il primo passo è:

28 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Rresponsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 28 DOVE STIAMO ANDANDO ? EMPATIA ? RIAVVIAMO IL SISTEMA ? IL SACRO E IL DIVINO ? TURISTA O VAGABONDO ? TECHNIUM ? LULTIMA GUERRA ? VALORI CONDIVISI ?

29 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Rresponsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 29 DOVE STIAMO ANDANDO: EMPATIA ? http://www.youtube.com/watch?v=l88Ol2Yjt-M RETI SISTEMI IL CAPITALISMO DISTRIBUITO ESSERE AUTENTICO EMPATIA BIOSFERA Il nuovo uomo proteiforme …..ha una percezione di se stesso e del nuovo mondo abbastanza diversa da quella dei suoi genitori e dei suoi nonni. Se le generazioni del passato pensavano a se stesse come gente di o di - in conformità ai valori della produzione prima, e del consumo poi - la nuova generazione si percepisce come composta da che si muovono con disinvoltura tra trami e palcoscenici recitando le diverse recitazioni messe in scena dal mercato culturale. La nascita del nuovo sé proteiforme deve molto allincremento di densità delle interazioni tra persone causata dai mezzi di trasporto e dagli strumenti di comunicazione moderni, oltre che dalla vita urbana. Il ventesimo secolo è stato il secolo dellurbanizzazione ….. Ferrovie, navi a vapore, automobili, aeroplani, telefoni, telegrafi e in seguito radio e televisione, hanno compresso sempre più lo spazio e il tempo. … Nelle piccole comunità, dove tutti si conoscono, il nucleo centrale del sé di un individuo si forma in età giovanile e rimane coerente e prevedibile per tutta la durata della vita, nellambiente più anonimo e difficile della grande città lindividuo è costretto a un mimetismo maggior, per reagire in modo adeguato alle molteplici opportunità che continuamente gli si presentano.

30 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Rresponsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 30 DOVE STIAMO ANDANDO: RIAVVIAMO IL SISTEMA ? COLLABORAZIONE APERTURA CONDIVISIONE INTEGRITA INTERDIPENDENZA

31 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Rresponsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 31 DOVE STIAMO ANDANDO:IL SACRO E IL DIVINO ?

32 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Rresponsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 32 DOVE STIAMO ANDANDO: TURISTA O VAGABONDO ? La postmoderna strategia di vita impone di evitare come il fuoco tutto ciò che esiste per sempre, nei secoli dei secoli e finché morte non ci separi. La figura del turista è la personificazione di tale dribbling Riescono a compiere unimpresa eccezionale, non appartenendo a nessuno dei luoghi che visitano e restando sempre e soltanto ospiti di passaggio. Ovunque si trovino sono al di fuori. Il turista si tiene distante da tutto e da tutti e fa quel che può (e può molto) affinché la distanza non si accorcia la nostra nuova persona viaggia leggero con oggetti usa e getta, pronto a muoversi secondo bisogni e sogni, non decidendo quasi mai quanto fermarsi in un luogo, con lobiettivo di viaggiare e non come il pellegrino di percorrere un tragitto prestabilito. E quando si ferma il luogo della sosta è un accampamento, non una dimora, il suo mondo è fatto di vedute non di forme, non sta a casa per sua scelta Al lato opposto il vagabondo. Buie lune che scintillano della luce riflessa di fulgidi soli. Mutanti dellevoluzione postmoderna, repliche distorte e menomate di una specie nuova, che si è adattata alle esigenze del nuovo mondo postmoderno. In un mondo costruito come una fabbrica di turisti, i vagabondi sono scarti produttivi che intasano i depositi delle fabbriche.

33 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Rresponsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 33 DOVE STIAMO ANDANDO: TECHNIUM ? IL TECHNIUM VA OLTRE LHARDWARE E LE MACCHINE, PER INCLUDERE LA CULTURA, LARTE, LE ISTITUZIONI SOCIALI, E LE CREAZIONI INTELLETTUALI DI OGNI GENERE LA TECNOLOGIA VUOLE COSA LA VITA VUOLE: COMPLESSITA DIVERSITA SPECIALIZZAZIONE UBIQUITA LIBERTA MUTUALISMO BELLEZZA FACOLTA SENZIENTE STRUTTURA EVOLVIBILITA

34 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Rresponsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 34 DOVE STIAMO ANDANDO: VALORI CONDIVISI ? Lintera società attuale (pubblico e privato, amministrazione pubblica e imprese private, imprese sociali) deve rivisitare le loro attuali posizioni e interazioni. Il progresso come una obiettivo unitario e integrato e non come derivata di una lotta tra opposte concezioni, tra permessi e licenze, tra profitto e rendicontazione sociale. Non più la mano invisibile di Adam Smith, ma condivisione da parte dellimpresa con lambiente esterno, con il territorio di riferimento (i cluster) delle politiche di sviluppo economiche e sociali. Il concetto si fonda sulla premessa che sia il progresso economico sia il progresso sociale vanno affrontati con dei principi basati sul valore. Il valore si definisce in termini di benefici in relazione ai costi e non in termini esclusivamente di benefici.....Le imprese tuttavia, non hanno quasi mai affrontato i problemi sociali in una prospettiva di valore, ma li hanno sempre considerati aspetti periferici. Ciò ha reso meno visibili le connessioni tra obiettivi economici e obiettivi sociali.....Le organizzazioni sociali e le agenzie pubbliche considerano spesso il successo solo in base ai benefici ottenuti o ai soldi spesi. Nel momento in cui i Governi e le ONG cominceranno a ragionare maggiormente in termini di valore, il loro interesse per la collaborazione con le imprese crescerà inevitabilmente.

35 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Rresponsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 35 DOVE STIAMO ANDANDO: LULTIMA GUERRA ?

36 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 36 DOVE STIAMO ANDANDO: POSTMODERNO ? una nuova forma di razionalità: una razionalità che,...dopo le pretese totalizzanti dellidealismo, rinuncia al principio di identità come principio supremo, e che segue percorsi trasversali, non lineari, discontinui. Una razionalità insomma non monolitica, ma secondo quello che sembra essere una parola dordine del postmoderno, plurale G. CHIURAZZI Il Postmoderno, Milano, Bruno Mondadori, 2002 Nella società della comunicazione generalizzata e della pluralità delle culture, lincontro con altri mondi e forme di vita è forse meno immaginario … Vivere in questo mondo molteplice significa fare esperienza della libertà come oscillazione continua tra appartenenza e spaesamento. E una libertà problematica,…anche perché noi stessi non sappiamo ancora troppo bene quale fisionomia abbia – facciamo fatica a concepire questa oscillazione come libertà: la nostalgia degli orizzonti chiusi, minacciosi e rassicuranti insieme, è sempre ancora radicata in noi, come individui e come società. Filosofi.mostrandoci che lessere non coincide necessariamente con ciò che è stabile, fisso, permanente, ma ha da fare piuttosto con levento, il consenso, il dialogo, linterpretazione, si sforzano di renderci capaci di cogliere questa esperienza di oscillazione nel mondo postmoderno come chance di un nuovo modo di essere (forse: finalmente) umani G. VATTIMO. La società trasparente, Milano, Garzanti (1989) Razionalità allargata significa che noi dobbiamo considerare lincerto come facente parte della nostra razionalità. Avevamo labitudine di pensare che il razionale fosse ciò che è certo, ciò che è deterministico. Cercavamo di privilegiare lessere rispetto al divenire, mentre per me il divenire, non lessere, è fondamentale dal punto di vista ontologico. Penso che la fisica del nuovo secolo sarà una disciplina impegnata nella determinazione dei meccanismi del divenire – meccanismi astrofisici, biologici – di cui oggi abbiamo solo unidea molto limitata I. PRYGOGINE Reda Benkirane: La teoria della complessità. Bollati Boringhieri. Torino, 2007 -http://www.youtube.com/watch?v=nsravNklReshttp://www.youtube.com/watch?v=nsravNklRes -

37 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Rresponsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 37 DA DOVE VENIAMO E DOVE STIAMO ANDANDO Fonte: G. Fabris, Societing. Il marketing nella società postmoderna, Egea, Milano 2009.

38 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 38 PARTE II: RESPONSABILITÀ SOCIALE DIMPRESA LA NASCITA DELLA RESPONSABILITA

39 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 39 Il SIGNIFICATO di RESPONSABILITA La parola RESPONSABILITA nasce nella seconda metà del 18° secolo sul modello del francese responsabilité Deriva da RESPONSABILE : che risponde di, che è garante di derivato dal participio passato del latino respondere: rispondere impegnandosi solennemente Dopo ARISTOTELE nel 1788, il FEDERALIST, raccolta articoli dove viene ripreso il concetto di RESPONSABILITY utilizzato per responsabilità del Governo Americano nei confronti del popolo

40 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 40 Il SIGNIFICATO di RESPONSABILITA RESPONSABILITA GIURIDICA RESPONSABILITA MORALE - FILOSOFIA RESPONSABILITA SOCIALE

41 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 41 Il SIGNIFICATO di RESPONSABILITA: Da responsabilità INDIVIDUALE A sicurezza e difesa sociale: la società si premunisce della pericolosità del reo CIVILE: la situazione è ripristinabile; incide sulle cose, oggetti e patrimonio del responsabile PENALE: la situazione non è ripristinabile; incide sulla persona del responsabile COLLETTIVA: impegno di tutti i membri di un organizzazione ( da una società a uno Stato) RESPONSABILITA GIURIDICA

42 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 42 Il SIGNIFICATO di RESPONSABILITA: RESPONSABILITA MORALE - FILOSOFIA JONAS: il senso di responsabilità KANT: il re non può far male HEGEL: dallimputabii tà alle conseguenze dellatto WEBER: dall etica della responsabilit à all etica della convinzione LOPEZ de ONATE: Responsabilit à attuazione vita morale LEVINAS: Etica come responsabilità

43 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 43 PARTE II: RESPONSABILITÀ SOCIALE DIMPRESA RESPONSABILITA SOCIALE E CONTESTI STORICI DI REFERIMENTO

44 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 44 CONTESTO STORICO: LA NASCITA DELLA RESPONSABILITA SOCIALE DELLIMPRESA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE XVIII e XIX secolo Industrializzazione dei processi produttivi Urbanizzazione Abbandono delle campagne Da servo della gleba a operaio Nascita della borghesia Aumento dei livelli di reddito della popolazione Rivoluzione Americana Rivoluzione Francese Guerre tra Stati e formazione di Stati per affermazione delle Nazionalità FERROVIE E AUTOMOBILI TEORIE ECONOMICHE, SOCIALI E FILOSOFICHE Dalla MANO INVISIBILE al CAPITALE Affermazione della Scienza ( da Pasteur a Edison) Nascita della Psicanalisi (Freud) Nascita del romanzo( da Austen a Dickens, Manzoni, Baudelaire, Tolstoi,…), dellimpressionismo (da Corot a Cezanne), musica (da Mozart a Wagner) Nietzsche; Marx, …. NASCE IL CONCETTO DI RESPONSABILITA

45 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 45 CONTESTO STORICO: LA NASCITA DELLA RESPONSABILITA SOCIALE DELLIMPRESA IL PRIMO XX secolo: CAPITALISMO & COMUNISMO ovvero il trionfo del MODERNO Taylorismo per lorganizzazione del lavoro Fordismo per la catene di montaggio Prima e seconda Rivoluzione Russa Prima e seconda guerra mondiale Occupazione delle fabbriche e Repubblica di Weimar Fascismo & Nazismo Wall Street RADIO & TELEVISIONE Cortina di ferro CEE La conquista dello spazio TEORIE ECONOMICHE, SOCIALI E FILOSOFICHE Einstein, Plank, Fermi, Heisemberg, …..Dawkins, Hawking Picasso, Marinetti,…… Pollock, Warhol Heidegger,Russel, Popper, Camus, ….. Focault, Deridda Gropius, Bahaus, Le Corbusier, Mies…. Wright, Venturi, Hadid

46 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 46 CONTESTO STORICO: LA NASCITA DELLA RESPONSABILITA SOCIALE DELLIMPRESA IL SECONDO XX secolo e il XXI: POSTMODERNO E COMPLESSITA Caduta del Muro di Berlino Globalizzazione Mondo Multipolare Comu-capitalismo cinese Immigrazioni Unione Europea INTERNET

47 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 47 RASSEGNA DI ALCUNE TEORIE ECONOMICHE Adam Smith Karl Marx (Il capitale) 1776 (La ricchezza delle nazioni) Divisione del lavoro interdipendenza sociale necessità del mercato Fede nella mano invisibile regolazione spontanea del sistema economico senza bisogno di interventi esterni Libero scambio a livello interno e internazionale ruolo non protezionistico e interventistico dello Stato in economia 1867 Valore, plusvalore, pluslavoro (scambio tra merci e denaro) Introduzione delle macchine impoverimento dei lavoratori + Caduta tendenziale del tasso di profitto crisi della società capitalista Concezione marxiana come premessa alle dottrine economiche socialiste/comuniste (economie pianificate)

48 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 48 RASSEGNA DI ALCUNE TEORIE ECONOMICHE Dopo il 1870 Economisti neoclassici (Walras, Marshall, Pareto, …) Equilibrio del mercato attraverso il modello domanda/offerta Marginalismo massimizzazione dellutilità per imprenditori e consumatori XX secolo Milton Friedman (scuola monetarista) John M. Keynes Studi sulla teoria quantitativa della moneta Inflazione come fenomeno monetario, non utile per risolvere la disoccupazione nel lungo periodo Controllo della crescita della massa monetaria Libero mercato rifiuto di qualsiasi intervento dello Stato in economia Rifiuto della teoria degli stakeholder e della responsabilità sociale dimpresa In caso di crisi (insufficiente domanda) necessità di un intervento pubblico in economia (politiche fiscali e monetarie) per garantire la piena occupazione Ispirazione al new deal di Roosevelt per uscire dalla grande crisi del 29 La responsabilità sociale di unimpresa è generare profitti

49 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 49 TEORIE DELLORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Taylorismo Fordismo identificare per ogni mansione da svolgere un lavoratore adatto al raggiungimento degli obiettivi rischio di alienazione forma di produzione basata principalmente sull'utilizzo della tecnologia (catena di montaggio) per incrementare la produttività idea della possibilità di una crescita illimitata della quantità di merci prodotte e degli insediamenti produttivi (fabbriche) sul territorio gigantismo degli impianti diminuzione dei costi di trasporto + tecnologie a più alto rendimento aumento della quantità di beni prodotti + diminuzione dei prezzi + miglioramenti salariali produzione e consumo di massa miglioramento della qualità della vita, ma anche spinta allomologazione

50 Facoltà di Scienze politiche, sociali e della comunicazione – A.A. 2010-2011 | Responsabilità sociale dimpresa | Prof. Claudio Cipollini 50 IL PASSATO NEL FUTURO http://www.youtube.com/watch?v=LFBijDU8PpE:


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