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TOTAL SKIN ELECTRON THERAPY (TSET)

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Presentazione sul tema: "TOTAL SKIN ELECTRON THERAPY (TSET)"— Transcript della presentazione:

1 TOTAL SKIN ELECTRON THERAPY (TSET)
Taratura dosimetrica di un fascio di elettroni prodotto da un acceleratore lineare impiegato per TOTAL SKIN ELECTRON THERAPY (TSET)

2 CARATTERISTICHE DELLA TECNICA
Le particolari caratteristiche del volume bersaglio impongono che il fascio di elettroni da utilizzare abbia, tra l’altro, le seguenti propriettà: massima superficializzazione della dose. massima omogeneizzazione della dose su un grande campo di irraggiamento. Una delle tecniche con cui può essere eseguita la TSET prevede: l’uso di un filtro degradatore per ridurre l’energia del fascio e quindi per diminuire il potere di penetrazione della radiazione nel tessuto ed inoltre migliorare l’omogeneità delle dose; l’uso di 2 campi angolati (che costituiscono il fascio duale) per migliorare ulteriormente l’uniformità della fluenza degli elettroni e contemporaneamente diminuire la contaminazione di fotoni.

3 CONDIZIONI DI IRRAGGIAMENTO - 1
248cm 110cm pavimento parete isocentro Sorgente a 110° Scala 1:20 130cm 100cm Sorgente a 73° filtro 20cm

4 CONDIZIONI DI IRRAGGIAMENTO - 2
Filtro degradatore costituito da una lastra di perspex di superficie 204x125cm2 e di spessore 1 cm. Distanza isocentro – superficie esterna filtro degradatore, DIF=248cm. Distanza superficie interna filtro degradatore–superficie paziente, DFP = 20cm. La superficie interna del filtro degradatore è posta a 110cm dalla parete. Distanza sorgente–superficie paziente, DSP=369cm. Il punto di riferimento in fantoccio di acqua è posizionato a 130cm da terra, nella regione intermedia non irraggiata dal fascio duale. Il campo, senza collimatori aggiuntivi per elettroni, misura 40x40cm2 alla SAD=100 cm. Il fascio di elettroni da 6MeV è usato con un rateo di 400 u.m./min. Il trattamento è eseguito con 6 fasci duali, corrispondenti ciascuno a una rotazione del paziente, intorno al proprio asse, di 60°.

5 EFFETTO DEL FILTRO DEGRADATORE SULLA DPP
Un fascio di elettroni di energia nominale da 6 MeV e’ stato degradato a un energia di circa 3 MeV , per avere un valore di dose variabile tra il 100% e l’80% entro i primi 6 mm. Confronto tra le DPP tra un fascio standard di elettroni da 6 MeV e un fascio degradato in energia da utilizzare per eseguire la TSET.

6 DEFINIZIONE DEI CAMPI DUALI - 1
Misure con una c.i. Capintec modello PR06C (0.65cm3); con cappuccio di equilibrio elettronico in lucite di spessore pari a 4mm posta in aria, lungo l’asse verticale, corrispondente alla superficie del paziente, alla distanza di 20 cm dal filtro (DSP = 369cm) hanno permesso di individuare la distribuzione più omogenea della fluenza degli elettroni in funzione degli angoli del fascio duale. Nelle figure sono riportati i segnali della c.i.ottenuti rispettivamente con la testata posta a 73° e a 110°. Distribuzioni dei segnali, ottenuti con la c.i. PR06C, per i campi singoli rispettivamente con testata a 73° e 110°.

7 DEFINIZIONE DEI CAMPI DUALI - 2
Sommando le due distribuzioni otteniamo la distribuzione di dose alla superficie del paziente per il fascio duale normalizzata al punto di riferimento che si trova a 130 cm da terra. L’omogeneità è compresa entro il 10% da 20 cm a 190 cm di altezza dal pavimento, che risulta l’intervallo utile dove è possibile posizionare il paziente. Distribuzione relativa di dose per il fascio duale. Le distribuzioni sono state ottenute a una distanza DSP = 369cm, in corrispondenza della superficie del paziente più vicina al filtro.

8 CARATTERIZZAZIONE DOSIMETRICA DEL FASCIO DUALE
Energia media superficiale E0 = 2,4MeV Energia media alla profondità di z = 6mm Ez = 0,61MeV Range pratico Rp = 16mm Profondità di massima dose dmax = 2mm Profondità dell’80% di dose d80 = 7mm Profondità del 50% di dose d50 = 10mm Contaminazione fotonica 4%

9 OMOGENEITA’ DEL FASCIO DUALE
Per il controllo dell’omogeneità sull’asse trasverso l’asse centrale del fascio è stato determinato il profilo della distribuzione relativa di dose in acqua passante per il punto di riferimento, alla profondità del build-up. L’omogeneità di dose è risultata entro il 3% per un tratto di 30cm.

10 STRUMENTAZIONE UTILIZZATA PER IL CONTROLLO DOSIMETRICO IN UNA SITUAZIONE ASSIMILABILE ALLA SITUAZIONE CLINICA E PER LA DOSIMETRIA ASSOLUTA

11 DOSIMETRIA RELATIVA DPP per un fascio duale, ottenute con pellicola gammagrafica X-Omat V posta in fantoccio di PMMA, riportate a valori di dose in acqua. Le DPP relative agli angoli di incidenza 120° , 180° e 240° analizzate con pellicola gammagrafica non vengono utilizzate nel calcolo della dose in quanto il loro contributo risulta nullo .

12 DOSIMETRIA ASSOLUTA # Angolo (°) R (cGy/um)
Posizionando la nostra c.i di riferimento nel fantoccio cilindrico ed irraggiandolo con un fascio duale è stato possibile valutare il fattore di rendimento R (cGy/u.m.) nei punti 1,2,3,4,5,6 che si trovano alla profondità del massimo della distribuzione di dose in profondità ed lungo delle rette formanti angoli rispettivamente di 0°, 60°, 120°, 180°, 240°, 360°. # Angolo (°) R (cGy/um) 1 0.0797 2 60 0.0511 3 120 - 4 180 5 240 6 300 0.0490 2 1 6 3 4 5 Definendo B =  Ri = possiamo calcolare la dose risultante media dei 6 fasci duali DT rispetto alla dose D definita nel punto di taratura dall’espressione DT = D B u.m. = (D/B)/0.0797

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