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1 Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti.

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Presentazione sul tema: "1 Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti."— Transcript della presentazione:

1 1 Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Anno accademico 2010/2011 LEZIONE DEL 7 OTTOBRE 2010

2 Il fattore tempo nei trasporti (ma che cosè il tempo?) di Pierangelo Peri Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Prof. Moreno Ferrarese 2Anno accademico 2010/2011

3 «Tempo è il numero del movimento secondo il prima e il poi» Aristotele, Fisica – 11, 218b 21-23 Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Prof. Moreno Ferrarese 3Anno accademico 2010/2011

4 Diciamo, in un certo senso, il tempo è la vita stessa: luomo vive nel tempo, non può districarsi dal suo svolgersi inesorabile e continuo, non può sospenderlo o rallentarlo, non lo può afferrare come un oggetto per manipolarlo a piacere. Lesistenza stessa dipende da due momenti ben precisi, la nascita e la morte. Il tempo, dunque, non è natura, non viene esperito con i sensi (come ad esempio avviene per lo spazio) ma è una convenzione stabilita dalluomo, nel tentativo di creare ununità di misura comune a eventi sostanzialmente diversi fra loro, al fine di ordinare fenomeni naturali, processi sociali e processi individuali e soggettivi. Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Prof. Moreno Ferrarese 4Anno accademico 2010/2011

5 In questo senso, il tempo è un rapporto, che un gruppo di individui dotati di capacità di memoria e di sintesi, stabilisce fra due o più serie di mutamenti, una delle quali viene usata come termine di riferimento o unità di misura. Luomo, dunque, stabilisce una relazione fra le cose per coglierne il mutamento, la trasformazione, il loro nascere, passare, morire. Trattandosi di un rapporto convenzionale, il tempo, per così dire, si adatta al momento culturale e viene vissuto in modi diversi, secondo gli interessi dominanti di ciascunepoca di riferimento. Possiamo, tuttavia, rintracciare due modalità fondamentali con cui il tempo nel corso della storia è stato percepito dalluomo: una prima qualitativa, che attribuisce al tempo una qualità relativa ai fenomeni naturali, religiosi o psicologici che in esso accadono; laltra quantitativa, che misura il tempo, lo conta, rendendo ogni attimo uguale al successivo e al precedente. Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Prof. Moreno Ferrarese 5Anno accademico 2010/2011

6 Nella concezione qualitativa del tempo lattività svolta ha un ruolo centrale: è intorno a questa, infatti, che si costruisce il valore e la durata stessa del tempo. Particolarmente caratterizzate da questa visione sono le società arcaiche, antiche e preindustriali in genere. Le società primitive, come peraltro quelle agricole, vivono nel ritmo degli astri o nello scorrere delle stagioni. Al loro interno prevale una visione ciclica del tempo, in cui ciò che accade non è altro che una ripetizione di ciò che è già accaduto in unetà mitica: il calendario delluomo antico è una commemorazione periodica che, attraverso rituali, ripropone ciascuna delle fasi che hanno contribuito alla creazione del mondo, proiettando, ogni volta, la società indietro nel tempo, fino ai primordi. In molte culture antiche, i diversi momenti naturali dellanno, come per esempio il solstizio destate, vengono salutati con riti religiosi, feste e sacrifici, perché connessi ad un avvenimento particolare avvenuto in unepoca archetipa. Al tempo stesso, però, indicano linizio o il termine di specifiche attività umane e collettive. Nella quotidianità delle società primitive il computo del tempo – il passare dei minuti, delle ore, dei giorni – è poco considerato; ciò che conta maggiormente è lutilizzo strumentale del tempo. Esso diventa quello che i Greci chiameranno kairòs, ossia il tempo per, il momento opportuno per svolgere unattività o per la buona riuscita di un determinato evento, religioso o profano. Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Prof. Moreno Ferrarese 6Anno accademico 2010/2011

7 La società contemporanea utilizza il vecchio calendario per determinare il tempo per, sia come strumento di organizzazione sociale, che come mezzo di sincronizzazione e di incontro fra gli attori dei sistemi sociali. Tuttavia, nonostante il legame di parentela con le società passate, assistiamo ad un fenomeno progressivo di eclissi del significato di calendario. Ad un certo punto della storia, infatti, la visione qualitativa del tempo, lascia spazio, poco per volta, a quella quantitativa, che alla centralità dellattività svolta – il rito, la festa, il lavoro – sostituisce la centralità di un lasso di tempo, che viene oggettivato, calcolato e mercificato. La trasformazione della società – pensiamo al passaggio dal lavoro agricolo a quello artigianale e mercantile; allo sviluppo delle città; alle trasformazioni economiche e culturali – stabilisce nuovi valori, stimola nuove riflessioni. Nel secolo XIV si assiste al differenziarsi del tempo del mercante dal tempo della Chiesa: il tempo laico, ossia quello che regola la vita e il lavoro delluomo, richiede ununità di misura diversa da quella legata agli eventi naturali o religiosi, un ritmo costante e uguale per tutti, una dimensione temporale che coinvolga tutti nello stesso momento. Non a caso è in Occidente che nasce lorologio meccanico e non in Cina, ad esempio, civiltà senza dubbio tecnologicamente più avanzata; ma con necessità diverse in merito alluso del tempo, considerato, come i beni dei sudditi, di proprietà dellimperatore. Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Prof. Moreno Ferrarese 7Anno accademico 2010/2011

8 Rispetto alle clessidre, agli orologi ad acqua, alle meridiane o ad altri strumenti segna-tempo più antichi, lorologio meccanico segnala il passaggio delle ore in maniera costante, senza alcun riferimento alla luce solare, che, a seconda delle stagioni, ne rende diseguale la lunghezza. La diffusione di questo strumento avrà ripercussioni culturali, sociali ed economiche importantissime in Occidente e contribuirà alla diffusione di una nuova disciplina temporale. Il tempo diventa un concetto astratto, slegato dagli accadimenti concreti; a loro volta le attività umane non vengono più riferite a fenomeni naturali e sociali di durata imprecisa, ma allo scorrere delle lancette dellorologio, in grado di fornire loro una collocazione temporale definita. Non più dunque: allalba, ma alle sette del mattino; non più: lintervallo fra due mercati, ma una settimana; non più: il tempo di un paternostro, ma tre minuti, e così via. Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Prof. Moreno Ferrarese 8Anno accademico 2010/2011

9 La misurazione rappresenta dunque il primo passo di un processo di reificazione del tempo, che troverà nella Rivoluzione industriale il suo compimento. La nascente industria moderna, infatti, aveva bisogno di una nuova disciplina della manodopera, una disciplina che trova il presupposto fondamentale nel controllo e nellutilizzo del tempo, che viene connesso al funzionamento delle macchine e alla conseguente parcellizzazione del lavoro degli operai. Sono molte le teorie sociologiche che si sviluppano in questo periodo, soprattutto nellInghilterra della Rivoluzione industriale, ma citerò qui solo quella che, a mio avviso, meglio può essere utile per cogliere il cambiamento del concetto tempo, il suo nuovo legame con il lavoro ed il passaggio radicale alla visione quantitativa. Il risparmio del tempo, la condanna dellozio e la conduzione attenta e oculata della giornata sono i cardini, secondo la visione borghese dellepoca, che garantiscono lottimo andamento degli affari. I concetti che qui si sovrappongono sono quelli di controllo, potere, razionalizzazione, disciplina ed economia del tempo in favore dellottimizzazione dei risultati. Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Prof. Moreno Ferrarese 9Anno accademico 2010/2011

10 La misurazione del tempo in Kronòs (il tempo di…), insomma, diviene uno strumento del potere, ununità di misura che regola lesistenza delluomo sociale, in una parte importante della sua vita, quella del lavoro. I primi operai inglesi tentarono naturalmente di ribellarsi al nuovo stato di cose, rivolgendo la loro rabbia contro le macchine che li rendevano schiavi; e non fu certo un caso se un gruppo di operai scelse di distruggere proprio lorologio, ossia il meccanismo dellimposizione degli orari. La trasformazione del tempo in oggetto e, quindi, in merce: in quanto tale le ore, le giornate, i mesi dedicati ad una determinata attività hanno un prezzo, un valore. Il tempo, strumento di ordine e di sintesi, da natura qual era nelle società semplici, è diventato una fra le più importanti istituzioni per organizzare e regolare la vita collettiva: non è più esperienza, momento culminante e straordinario, ma una realtà con la quale dobbiamo fare i conti (almeno nella civiltà occidentale). In quanto oggetto autonomo è vissuto tanto come opportunità, quanto come limite. Pensiamo allunificazione del calcolo del tempo introdotta con lideazione dei fusi orari, che dividono il globo in 24 zone di 15 gradi ciascuna e differenti di unora esatta luna dallaltra, con il meridiano di Greenwich, come punto zero: era il 1912 quando la Torre Eiffel della capitale francese iniziò a trasmettere via radio il segnale unificato del passare del tempo. Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Prof. Moreno Ferrarese 10Anno accademico 2010/2011

11 Via via perfezionata, la creazione di uno standard time è, nella società contemporanea, un elemento fondamentale, che offre soluzioni e opportunità sul versante dei trasporti o delle telecomunicazioni, per citare solo due esempi. Grazie alla velocità e allaffidabilità delle nuove tecnologie, è possibile la comunicazione a distanza, anche fra soggetti in movimento sul territorio (pensiamo alla telefonia mobile). Il grande imperativo delle società industrializzate è la sincronizzazione, che significa coordinamento temporale su più livelli: quello internazionale, grazie ai fusi orari, cui abbiamo già accennato; quello nazionale e locale, grazie alla sincronizzazione, ad esempio, dei mezzi di trasporto urbano e non, degli orari di lavoro, dellerogazione di servizi, e così via fino al mobility management. La sincronizzazione è la chiave per il funzionamento di un sistema sociale: non sarebbe pensabile una società industrializzata senza questo requisito, una società cioè priva di un orizzonte temporale collettivo unico. Tuttavia, nella vita quotidiana assistiamo ad un forte disagio, quasi ad un paradosso, rappresentato dalla difficoltà, da parte degli attori individuali, di gestire il proprio tempo. Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Prof. Moreno Ferrarese 11Anno accademico 2010/2011

12 Un ultimo aspetto relativo alla carenza di tempo e al tentativo di superare il problema è la pluriattività simultanea: allo scopo di guadagnare tempo e di perderne il meno possibile, gli attori cercano di fare più cose contemporaneamente e si ritrovano a sovrapporre parecchie attività della vita quotidiana, come, per esempio, guidare e ascoltare musica, telefonare e lavorare al computer, mangiare e rileggere un documento, nel tentativo di rendimento massimo e di nevrotica efficienza. Lattore sociale si trova, così, costantemente incalzato dalla pressante richiesta di attenersi ai ritmi di vita collettivi, affascinato dalla ricchezza di esperienze di vita possibili, vincolato dallideologia del massimo rendimento. Una sola cosa gli manca: il potere sulla propria vita, cioè la libertà di scegliere consapevolmente in base alle proprie capacità personali. Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Prof. Moreno Ferrarese 12Anno accademico 2010/2011

13 La quantità di tempo che nel passato, anche in quello più recente, era necessaria per svolgere una determinata attività è notevolmente diminuita e ha in sé la potenzialità di diminuire sempre più, grazie a nuovi prodotti, strumenti innovativi, stratagemmi risparmia-tempo. Il risultato è un mondo che diviene ogni giorno più piccolo, un mondo in cui le distanze fra persone e luoghi si accorciano. Pensiamo ad un qualunque mezzo di trasporto che ci conduca da una parte allaltra del pianeta, confrontiamo il tempo percorso con quello necessario anche solo 50 anni fa, e ci accorgeremo che nessun periodo storico, quanto quello attuale, è in grado di produrre tempo. In realtà, la prima facile considerazione ci porta a pensare che una società che produce continuamente beni (anche se finalizzati al risparmio di tempo) è esposta allesperienza della mancanza di tempo, molto più di una società in cui il tasso di produttività è inferiore. Sembra quindi che il male causi se stesso, in una sorta di circolo vizioso insuperabile: più si produce, più si lavora, più si consuma tempo. Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Prof. Moreno Ferrarese 13Anno accademico 2010/2011

14 In realtà, che lesser malati di tempo è una condizione ben più radicata nei nostri attuali sistemi sociali. Lattore si confronta continuamente con il disagio dovuto alla scarsità del tempo in due modi: egli sente, da una parte, il proprio tempo sfuggirgli, mancare; dallaltra è inserito in un contesto in cui solo la velocità delle azioni ha un valore positivo, solo lesser sotto pressione è vincente. Eppure, il tempo in sé non è meno abbondante che in passato: dal punto di vista demografico, ad esempio, rileviamo una durata media dellesistenza umana particolarmente elevata rispetto ad altri momenti storici; inoltre, i tempi di lavoro medio diminuiscono sia a livello giornaliero che settimanale; sia annuo che rispetto al ciclo di vita in generale. Da che cosa dipende dunque questa sindrome collettiva di carenza di tempo? Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Prof. Moreno Ferrarese 14Anno accademico 2010/2011

15 I nostri sistemi sociali sono caratterizzati dalla moltiplicazione e proliferazione continua di attività ed esperienze: lattore medio può scegliere allinterno di unampia gamma di azioni potenziali, di possibili relazioni, di probabili collocazioni geografiche, eccetera. Proprio per effetto dellincremento di velocità nella comunicazione – reale o virtuale – lattore è soggetto allesame di scelte, non solo più numerose che in passato, ma anche estremamente diversificate. Questo comporta un enorme investimento di tempo e, insieme, lesigenza di decisioni rapide e febbrili. Latteggiamento nei confronti del tempo è riscontrabile in ogni ambito: pensiamo ad una banale scelta di vita quotidiana, come lacquisto di un prodotto (di unauto, di un computer, o di un capo di abbigliamento): non impegniamo il nostro tempo nella verifica del rapporto qualità/prezzo tra le numerose offerte di mercato? Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Prof. Moreno Ferrarese 15Anno accademico 2010/2011

16 Lattore sociale si trova costantemente incalzato dalla pressante richiesta di attenersi ai ritmi di vita collettivi, affascinato dalla ricchezza di esperienze di vita possibili, vincolato dallideologia del massimo rendimento. Una sola cosa gli manca: il potere sulla propria vita, cioè la libertà di scegliere consapevolmente in base alle proprie capacità personali. E locchio ironico di Palazzeschi a farci notare linfortunio occorso a quel tale, che per aver perso lautobus, è costretto ad aspettare cinque minuti la corsa successiva. Un incidente, un elemento di squilibrio nelleconomia della sua giornata, cinque minuti, che lo fanno andare su tutte le furie. «Un secolo fa quelluomo per andare a casa avrebbe impiegato unora e mezzo, e ci sarebbe andato tranquillo, con lo spirito dellosservatore e lanimo volto alla poesia.» Aldo Palazzeschi, Il tempo (da Tutte le novelle). I Meridiani, Mondadori, Vicenza 1975, pag. 638 Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Prof. Moreno Ferrarese 16Anno accademico 2010/2011

17 Martin Heidegger nei primi decenni del Novecento rivela i sintomi della malattia del tempo, in un volume interamente dedicato al rapporto fra Essere e Tempo, appunto. Secondo il filosofo esistenzialista, la quotidianità è il modo in cui lEsserci – ossia luomo – si mantiene innanzi tutto e per lo più, è il modo di esistere in cui lEsserci si mantiene tutti i giorni, vivendo alla giornata, senza interrogarsi sulla genesi del mondo, né sul suo destino. Lindividuo accetta i significati del mondo, per così dire, in maniera passiva, come dati una volta per tutte e rimane invischiato nella cura delle cose da fare, senza un autentico progetto di vita. È in questo modo che il tempo diventa il nostro padrone, il punto di riferimento delle nostre attività, dei nostri compiti. Quale, se esiste, la soluzione? La strada maggiormente percorribile sembra essere quella che va alla ricerca di un tempo dotato di senso, in una prospettiva che toglie potere al tempo per rimetterlo nelle mani delluomo. Martin Heidegger, Essere e Tempo. Longanesi, Milano 1976, pag. 444-5 Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Prof. Moreno Ferrarese 17Anno accademico 2010/2011

18 Lesperienza ci dice, infatti, qualcosa a proposito di quellatteggiamento – la quotidianità – che dà il mondo per scontato: insinua il dubbio che le cose possano stare diversamente e che esista, di conseguenza, una scelta alternativa a quel vivere alla giornata comune a molti. Lesperienza così intesa necessita però di un tempo qualitativo, in unaccezione diversa da quella di cui fino ad ora abbiamo parlato: mi riferisco al tempo dellesperienza, cioè a un tempo diverso per ogni attore, perché esclusivamente legato al mondo interiore di ciascuno. Lesperienza comporta, infatti: la familiarità con la cosa, ossia la frequentazione costante che favorisca sia il momento della conoscenza che quello successivo, di gran lunga più importante, della sedimentazione dentro di noi; la profondità, che non permetta loblio di ciò che abbiamo conosciuto; lautocoscienza, vale a dire una consapevolezza che ci dà la facoltà di attribuire un nome a quello che abbiamo vissuto, ai fini della comunicazione e della condivisione. Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Prof. Moreno Ferrarese 18Anno accademico 2010/2011

19 Occorre rivalutare i tempi dellesperienza per essere artefici di un orizzonte temporale comune che faccia posto alla saggezza al di là della conoscenza e che consenta ad ognuno di riappropriarsi di una visione delle cose non strumentale, ma piena di senso, di storia, di qualità. Fare esperienza in questo senso significa decidere in maniera autentica chi siamo, scegliere un progetto di vita e, di conseguenza, smettere di giocare con la propria identità, ricoprendola del maggior numero di ruoli possibili, nellansia di sfruttare a pieno tutte le opportunità. Il tempo dotato di senso devessere un tempo a nostra disposizione, devessere il tempo che ci occorre per realizzare il progetto che abbiamo scelto, secondo le nostre inclinazioni e la nostra personale visione del mondo. Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Prof. Moreno Ferrarese 19Anno accademico 2010/2011

20 Considerazioni sul tempo come merce secondo una spiegazione marginalista Un approccio teorico 20 Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Anno accademico 2010/2011

21 Come è noto dalleconomia neoclassica, il valore delle merci o dei servizi non può venire ritrovato nelle qualità intrinseche di esse, ma piuttosto derivare dal giudizio soggettivo espresso dagli individui consumatori, che tendono ad attribuire valori ai beni in quanto mezzi utili a soddisfare i propri bisogni. Così, la teoria dellutilità/valore afferma il principio della sovranità dellindividuo nei processi decisionali di acquisto, processi vincolati da due assunti: che i mezzi ritenuti idonei a soddisfare i bisogni sono scarsi e che il consumatore, a questo proposito, effettui una classificazione di essi secondo limportanza e ripartisca i mezzi scarsi a disposizione in modo tale da conseguire il più elevato livello di soddisfazione (postulato della razionalità), tenendo conto del differente grado di utilità/valore degli stessi beni (valore duso e valore di scambio). 21 Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Anno accademico 2010/2011

22 Il consumatore, pertanto, nel formulare il proprio comportamento dacquisto secondo la teoria dellutilità/valore, sviluppa i seguenti processi mentali: a) classifica i bisogni per importanza; b) dispone i propri mezzi per fini alternativi; c) determina una scelta di fronte a mezzi scarsi rispetto ai fini. Lutilità/valore è una variabile sociopsicologica che non può essere calcolata in senso cardinale, ma piuttosto in senso ordinale (come con Edgeworth 1881, Fisher 1892, Pareto 1906), rappresentandola attraverso le curve di indifferenza. A tale proposito, affinchè il consumatore abbia lo stesso livello di soddisfazione, deve accadere che, allaumentare delle quantità di un bene, debba corrispondere una diminuzione delle quantità dellaltro bene; in ogni caso, man mano che si procede nella sostituzione di un bene con un altro per ottenere la stessa soddisfazione iniziale, occorre tenere conto dellandamento dellutilità marginale dei due beni, cioè dellincremento di soddisfazione decrescente allaumentare delle dosi infinitesime del bene. 22 Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Anno accademico 2010/2011

23 Nel tempo come merce… Il bene temporale kronòs, le cui quantità aumentano, è interessato da una diminuzione dellutilità marginale, mentre il contrario accade per il bene temporale kairòs le cui quantità diminuiscono. Quindi, per mantenere inalterato il livello di soddisfazione, ogni dose ceduta di un bene temporale devessere compensata da dosi acquisite sempre maggiori dellaltro bene temporale. E per variazioni infinitesimali di un bene temporale ceduto otteniamo in cambio una dose infinitesimale di altro bene temporale acquisito a parità del livello si soddisfazione; in tale caso, il saggio marginale di sostituzione costituisce il rapporto inverso tra le utilità marginali dei due beni. Per massimizzare il più alto livello di soddisfazione tra le varie combinazioni dobbiamo considerare i vincoli alle scelte individuali, come gli effetti sulle scelte del reddito disponibile e dei prezzi di mercato dei beni alternativi. Sicchè, allaumentare del reddito monetario a parità di condizioni, il consumatore acquista maggiori quantità di tutti e due i beni temporali anche se non in proporzione, aumentando il livello di soddisfazione. 23 Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Anno accademico 2010/2011

24 Così pure, diminuendo il prezzo di un bene temporale, fermi restando gli altri elementi, il consumatore raggiunge una curva di indifferenza più elevata come se fosse aumentato il suo reddito monetario (in realtà è aumentato il suo reddito reale) cioè ha maggiore potere di acquisto della combinazione dei beni temporali. Gli effetti che intervengono alla diminuzione del prezzo di un bene temporale sono: a) leffetto reddito, che consiste nellaumento delle scelte a disposizione del consumatore; b) leffetto sostituzione, che è correlato alla maggiore appetibilità di un bene temporale rispetto allaltro scambiato a prezzo invariato. Sia leffetto reddito che leffetto sostituzione agiscono nella stessa direzione e concorrono allaumento delle quantità domandate di un bene temporale al variare del prezzo. 24 Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Anno accademico 2010/2011

25 Quindi… Se il consumatore ha a disposizione una certa quantità di moneta (M m ) da spendere nellacquisto di un dato bene temporale il cui prezzo p x sia fissato indipendentemente dalle quantità del bene temporale acquistato (X) il consumatore massimizzerà la propria soddisfazione eguagliando le utilità marginali dei due beni considerati, bene temporale (UM x ) e bene moneta (UM m ), questultima considerata come merce di scambio, cioè quando, con UM m costante, abbiamo: UM x /p x =UM m ovvero UM x =UM m *p x Se il prezzo di questo bene temporale diminuisce divenendo p x il consumatore, per massimizzare la soddisfazione, deve acquistare maggiori quantità del bene temporale X, diminuendone la utilità marginale. La rappresentazione grafica che ne deriva è (figura 1): 25 Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Anno accademico 2010/2011

26 26 Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Anno accademico 2010/2011

27 Risulta evidente che una relazione inversa (figura 2) lega la quantità di ogni bene temporale domandato - rilevabile empiricamente come la somma di singoli momenti temporali di diversa utilità marginale - ed reciproco prezzo, dati il reddito ed il prezzo di beni alternativi; il consumatore esprime così le quantità di bene temporale che effettivamente vuole acquistare e la sua qualità, se kairòs ovvero kronòs. La misura della reattività del consumatore rispetto al tempo come merce, viene data dalla elasticità della domanda rispetto al prezzo, che rappresenta il rapporto adimensionale tra la variazione percentuale delle quantità domandate di tempo e la variazione percentuale del prezzo. Il valore della elasticità può essere positivo o negativo: nel primo caso cè concordanza tra le variazioni delle due variabili, nel secondo discordanza. 27 Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Anno accademico 2010/2011

28 In valore assoluto, invece, la elasticità assume tre connotazioni: o elasticità maggiore di 1 in valore assoluto quando la domanda del bene temporale considerato è elastica, cioè ad una variazione percentuale del prezzo corrisponde una variazione percentuale maggiore della quantità domandata; o elasticità uguale a 1 in valore assoluto quando la domanda del bene temporale considerato è normale, cioè ad una variazione percentuale del prezzo corrisponde la stessa variazione percentuale della quantità domandata; o elasticità minore di 1 in valore assoluto quando la domanda del bene temporale considerato è rigida, cioè ad una variazione percentuale del prezzo corrisponde una variazione percentuale minore della quantità domandata. Naturalmente: non è detto che la reattività della domanda al prezzo sia proporzionale alla ampiezza della variazione relativa del prezzo non è detto che la reattività della domanda sia la stessa nel caso di diminuzione o di aumento dei prezzi 28 Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Anno accademico 2010/2011

29 29 Università degli Studi di Verona Facoltà di Economia Corso di laurea in Economia e Management delle Imprese di Servizi Insegnamento di Economia dei Trasporti e della Mobilità Anno accademico 2010/2011


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