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Simulazione e simulatori a supporto della programmazione comunale di Arnaldo Vecchietti Una città per contare Convegno Nazionale Unione Statistica Comuni.

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Presentazione sul tema: "Simulazione e simulatori a supporto della programmazione comunale di Arnaldo Vecchietti Una città per contare Convegno Nazionale Unione Statistica Comuni."— Transcript della presentazione:

1 Simulazione e simulatori a supporto della programmazione comunale di Arnaldo Vecchietti
Una città per contare Convegno Nazionale Unione Statistica Comuni Italiani Auditorium di Santa Giulia La Simulazione rappresenta una disciplina fondamentale per il city management. Attraverso l’analisi e la previsione - socio-demografica, economica, operativa-si possono anticipare e risolvere i problemi futuri di una città, dimensionare i servizi di un Ente, programmarne le attività e valutarne i risultati. Brescia - 9 settembre 2011

2 Gestione delle politiche pubbliche
La simulazione: aiuta nella presa delle decisioni favorisce la co-decisione facilita la valutazione d’impatto delle politiche pubbliche Le recenti riforme della Pubblica Amministrazione e del cosiddetto federalismo fiscale, renderanno strategiche le capacità degli Enti territoriali in materia di governo di Politiche Economiche e Gestionali, locali. I Consigli comunali saranno in questro quadro chiamati a rinforzare e qualificare il loro ruolo di Pianificazione e Controllo dei Servizi Pubblici Locali. Le Amministrazioni comunali dovranno potenziare le loro capacità operative e gestire politiche. La gestione di politiche pubbliche richiederà sempre più la presenza di sistemi di supporto alla presa delle decisioni in modo partecipato, monitorato e valutato.

3 Simulare il funzionamento del Sistema
I simulatori diventeranno sempre più utili. La simulazione sempre più diffusa. I simulatori sono tra i più potenti strumenti di gestione di cui disponiamo. Nel passato esistevano pochi simulatori e solo pochissime organizzazioni li usavano. Oggi sono alla portata di molte più organizzazioni. Il Comune di Verona è ormai da qualche anno attivo sul tema.. La simulazione riguarda sistemi, organizzativi, economici, sociali, naturali, ecc. Sistemi con proprie caratteristiche peculiari presentate nelle dia Simulare il funzionamento dei sistemi aiuta le organizzazioni a fare meglio, di più, con meno. Segue in 11 e 18

4 Simulare per gestire politiche pubbliche
Politiche di sviluppo urbano Politiche gestionali Politiche assistenziali Il Comune di Verona dispone da tempo delle capacità realizzative di strumenti per il supporto della presa di decisioni pubbliche. Strumenti che nel passato sono stati utilizzati nell’implementazione di un Sistema di Gestione della Qualità, certificato, al quale la passata Amministrazione ha rinunciato, ma al quale fare ancora riferimento per meglio definire un efficace Piano triennale della performance. Al momento sono stati realizzati sei prototipi di simulatori, per la gestione di aspetti diversi di tre specifiche politiche municipali, quelle relative: allo sviluppo urbano, alla gestione operativa di processi e progetti e al dimensionamento di risorse e strutture dedicate agli anziani non autosufficienti.

5 Politiche di sviluppo urbano
Demografia e city management Ambiente e Salute Valore aggiunto territoriale A supporto delle politiche territoriali disponiamo gia di un simulatore demografico e di uno sul valore aggiunto del sistema locale del lavoro veronese. Il primo viene descritto nelle seguenti dia: Il secondo nelle dia: 43 e 44

6 Programmazione personale
Politiche gestionali Programmazione personale Programmazione obiettivi Sistemi Qualità e Sicurezza DSS Progettazione I simulatori sono particolarmente efficaci come strumento di gestione quando le Organizzazioni che li usano si dotano di politiche formali di gestione (vedi dia 21). Tuttavia risulta di una certa utilità anche il simulatore di aspetti tecnici di sistema. Come ad esempio capita con il prototipo di cui disponiamo sui pensionamenti e l’allocazione di personale nei cdr, descritto nel dettaglio nelle dia

7 Politiche Assistenziali
Dimensionamento strutture ricovero Le politiche assistenziali sono in questi anni sottoposte al combinato effetto di risorse calanti e bisogni crescenti. Nel prossimo futuro moltissimo andrà fatto in termini di razionalizzazione nell’uso di risorse prevalentemente gestite da enti no profit e associazioni di volontariato. Il simulatore in questione permette di adeguare e redistribuire le risorse in base all’evoluzione prevista nei diversi bacini di utenza, riconducendo i termini della questione alle principali dinamiche demografiche sottostanti.

8 Supporto alla progettazione
DSS Progettazione Supporto alla progettazione Supporto alla formazione La progettazione dei servizi e quella dei progetti speciali dell’Amministrazione può venire assistita dal simulatore di impatto che abbiamo realizzato e che aiuta i gruppi di progettazione a predisporre proposte robuste da candidare a finanziamenti speciali e comunitari. Lo stesso tipo di simulatore si presta a condurre gruppi operativi in apprendimento finalizzati ad esempio alla gestione six sigma. Come fatto a Verona con alcuni reparti della Polizia Municipale.

9 Azioni future FP7 – ICT – MOSIPS- Modeling and Simulation of the Impact of Public Policies on SMEs Obiettivo: sviluppare un sistema di simulazione per decisori locali che permetta la visualizzazione dinamica dei diversi impatti socio-economici delle politiche pubbliche. Ottobre 2011 – Ottobre 2013

10 Gestire flussi e livelli
I nostri simulatori si presentano tutti come quadri combinati di livelli e flussi. I primi vengono rappresentati come grafi che evidenziano consistenze nel tempo. I secondi vengono rappresentati come cursori che permettono di modificare i flussi in entrata e uscita dal sistema. Una rappresentazione metaforica viene presentata nella dia 10. livelli

11 Applicazione del simulatore demografico
tn tm ti te nati morti - immigrati emigrati - Gestione base dati = = - = P0+ Saldo naturale Saldo migratorio Popolazione1 1946 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2007 2015 2021 2036 2057 rilevazione analisi traslazione scenarizzazione Gestione modello diagnosi Politiche pubbliche c a b Il sistema di simulazione gestisce tre livelli operativi, relativi a: base dati, analisi e gestione modelli, monitoraggio. Nella base dati vengono gestiti i dati forniti dalla statistica e vengono utilizzati i tassi, gli indici e i coefficienti frutto di indagini ed approfondimenti ad hoc. Nella fase di analisi e gestione dei modelli viene seguito l’approccio System Dynamics e utilizzato il softare VENSIM DSS. Nella fase di monitoraggio vengono individuati e rilevati i dati di sintesi in itinere e di fine periodo per la valutazione ex ante ed ex post delle politiche pubbliche attivate e delle azioni correttive introdotte nei sistemi osservati. Analisi di sensitività 1946 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2007 2015 2021 2036 2057 valutazione ex post valutazione ex ante Monitoraggio

12 Primi risultati sui contenuti della simulazione
Il risultato simulato più evidente di quanto appena visto è che con l’aumento del tasso di natalità e attraverso interventi mirati di selezione dei flussi migratori si potrebbe assestare la popolazione su livelli pressoché invariati nel periodo. L’effetto positivo di crescita della componente giovanile, oltre a ridurre ulteriormente il tasso di senilizzazione potrebbe dare origine a condizioni demografiche favorevoli per l’economia a partire dagli anni quaranta, quando arriveranno sul mercato del lavoro le generazioni nate negli anni 10 e 20.

13 Rappresentatività delle variabili - sintassi
Le variabili livello rappresentano lo stato puntuale del sistema. Le variabili flusso contengono le indicazioni per cambiare lo stato di queste ultime. Le variabili ausiliarie rappresentano le costanti e i parametri che condizionano il comportamento dei flussi Un’efficace metafora del modello stock & flow applicato, è quella della vasca da bagno. Dove la vasca rappresenta lo stock (livello) ed il rubinetto e lo scarico il flow (flusso). la distinzione tra i concetti di variabile flusso e variabile livello è funzionale alla rappresentazione dell’inerzia con cui i sistemi evolvono nel tempo. L’utilizzo dei termini livello e flusso, infatti, si basa sulla metafora del contenitore di liquido e della valvola, o rubinetto, che riempie e svuota il contenitore stesso.

14 3 Simulare il funzionamento del sistema (sistema di equazioni).
Per decidere in modo efficace dobbiamo: capire, modellizzare, simulare. 1 Capire la struttura del sistema/problema ( cicli causali); 2 Modellizzare ( diagramma dei flussi); 3 Simulare il funzionamento del sistema (sistema di equazioni). La simulazione è resa possibile dall’analisi/comprensione della struttura del sistema osservato vedi dia 12. Ogni sistema (problema) ha una sua struttura di funzionamento che deve essere conosciuta e compresa ( modellizzazione) prima di attivarne il cambiamento, vedi dia 13. La simulazione, vedi dia 14, può avvenire solo se si dispone di un modello della realtà che permetta di individuarne il comportamento. La simulazione segue un processo ricorsivo (vedi dia 19) e permette la scenarizzazione del sistema ( vedi dia 20) processo

15 Capire la struttura del sistema/problema.
Capire la struttura vuol dire identificare le forze che rendono dinamico il sistema. Per fare questo si usano i cicli causali. Le funzioni dei cicli causali ( di rinforzo o di bilanciamento) spiegano il comportamento del sistema osservato e ne permettono la successiva modellazione. Comprendere le cause strutturali che provocano il comportamento del sistema/problema

16 Modellizzare. Tradurre i cicli causali in modo da facilitare la scrittura delle equazioni per il computer La modellazione parte dall’analisi strutturale effettuata con l’individuazione dei cicli causali e delle loro funzioni e arriva alla definizione dei flussi e dei livelli che caratterizzano il sistema osservato.

17 Simulare il funzionamento del sistema.
Scrivere le equazioni del sistema Flussi e livelli che permettono di gestire quantitativamente il sistema simulato.

18 Le variabili di un sistema si influenzano tra di loro
Le variabili si influenzano reciprocamente generando nel tempo circuiti a retroazione di informazione che mettono assieme: Variabili di stato del sistema; Informazioni; Variabili che a seguito delle informazioni retro-agiscono sulle variabili di stato; Cambiamento di stato del sistema. Variabili che quindi si influenzano reciprocamente attraverso meccanismi di retroazione.

19 Il feedback Meccanismi di causa effetto

20 Tipi di feedback Feedback negativo fra forza e posizione (un solo stato di equilibrio) Feedback positivo fra forza e posizione (più stati di equilibrio) equilibrio instabile Meccanismi con effetto positivo ( di rinforzo) o negativo ( di bilanciamento) sul sistema osservato.

21 In un Sistema, alcune variabili ne influenzano altre trasformando le informazioni in azioni di cambiamento dello stato del sistema Il Sistema è il frutto dei circuiti con retroazione di informazione, attivati nel tempo La simulazione avviene su sistemi non lineari di variabili dove agisce il feedback. Quest’ultimo, influenza e viene influenzato da elementi causali. La rete causale che determina il comportamento del sistema ne è parte determinante che non può essere scissa dalle singole variabili che compongono il sistema stesso.

22 Processo realizzativo dei modelli dinamici della realtà.
1- Sviluppo di una mappa di alto livello che individui i punti “simulabili”; 2- Definizione del tipo di variabili (accumuli, flussi, convertitori) e costruzione diagrammi S&F; 3- Raccolta di dati storici significativi; 4- Sviluppo del modello di simulazione; 5- Simulazione nel tempo e ricerca degli stati stabili; 6- Analisi e Riproduzione evoluzioni su casi noti; 7- Validazione del modello; 8- Analisi di sensitività; 9- Sviluppo e verifica ipotesi di politiche di controllo; 10- Sviluppo e verifica strategie di controllo;. Il processo della simulazione segue un suo iter

23 Processo realizzativo degli scenari.
1- Ipotesi e sviluppo di condizioni esterne (scenari) legate al modello; 2- Identificazione fattori di cambiamento, di incertezza e di tempistiche che hanno forte impatto sulle politiche e strategie modellate; 3- Preparazione scenari limite best-worst; 4- Simulazione andamenti nei diversi scenari preparati; 5- Verifica e discussione andamento del modello nei casi a cui è stato sottoposto. Iter che può condurre in alcuni casi alla realizzazione di scenari.

24 Se una città si dota di un sistema di gestione delle politiche pubbliche ( qui riportiamo l’esempio della città di Liverpool) allora l’uso dei simulatori di gestione viene esaltato.

25 Simulatore Dinamico delle Cessazioni dal Servizio (SDCS)
struttura personale in servizio costo del personale Simulatore Dinamico delle Cessazioni dal Servizio (SDCS) situazione nei CDR Il Simulatore delle Cessazioni dal Servizio, permette un’ampia serie di previsioni basate sulla obiettiva rappresentazione dei pensionamenti nelle strutture comunali. La previsione, oltre a permettere di seguire l’evoluzione del fenomeno, rende possibile la simulazione d’impatto per cdr, l’individuazione di programmi di rimpiazzo, assunzione, formazione del personale e di quantificazione dei relativi costi.

26 Il Simulatore mette in relazione: età anagrafica, consistenza e spesa del personale per simulare l’uscita dal sistema del singolo dipendente. Viene simulata ( a parità di condizioni organizzative e tecnologiche) la produttività accessoria da generare per coprire le cessazioni non ripristinate a causa del vincolo di turn-over in essere. . personale in servizio pensionamenti assunzioni spesa personale spesa per minori spese per produttività Il simulatore deve venire ancora integrato delle componenti relative a: programmazione, controllo, qualità e sicurezza.

27 La previsione tendenziale a legislazione costante è stata simulata, in questo esempio, applicando le condizioni in essere al Il personale assunto viene allocato ad un unico CDR virtuale. La spesa viene calcolata considerando come costo entrante quello medio a valori costanti. Operando in questo modo si rileva che la dotazione di personale comunale di fine periodo si riduce a poco più di un terzo di quella attuale mentre la spesa si dimezza. A compiti e risultati invariati, la produttività di fine periodo, per mantenere il livello di efficienza relativa in essere nel sistema, deve aumentare di circa il 93%. Il simulatore compara le dimensioni della consistenza di personale con quella della relativa spesa.

28 In assenza del dato relativo all’anzianità di servizio si è prodotto lo scenario base dove il pensionamento considerato è quello di vecchiaia a 65 anni anagrafici. In questo quadro non vengono aggiunte le assunzioni rese possibili rispettando il vincolo del 20%. L’arco temporale considerato permette all’ultimo assunto dell’anno di partenza di raggiungere un’anzianità di servizio di almeno 40 anni. La stima dei pensionamenti basata sulla vecchiaia lascia aperta l’incognita relativa all’anzianità che in molti casi potrebbe essere raggiunta precedentemente, determinando quindi l’anticipazione dell’effettivo pensionamento Il simulatore evidenzia il dimensionamento naturale dovuto al pensionamento.

29 La variabilità del ciclo di turn-over viene simulata alle medesime condizioni (restrizione delle assunzioni) previste per il quinquennio , attualizzate all’ultimo anno del quinquennio precedente (2008). Il simulatore applica il vincolo in essere all’anno di partenza al restante periodo osservato, quantificando le assunzioni possibili a ripristino ( a legislazione vigente)

30 Il periodo di maggiore criticità tra l’uscita di risorse e il loro ripristino avverrà tra il 2011 e il E’ nella seconda metà di questo decennio che l’effetto demografico interno e l’impatto delle regole sul turn over massimizzeranno il loro effetto congiunto. Il simulatore evidenzia il gap esistente tra la previsione di pensionamento ed i possibili rimpiazzi autorizzati dalle norme in vigore

31 Con le regole attualmente in vigore sono ammesse assunzioni: nel 2009 pari al 10% delle cessazioni del 2008, nel 2010 pari al 20%, lo stesso per il 2011, mentre per il 2012 la percentuale passa al 50% e il 2013 al 100%. In un quinquennio vengono quindi ripristinati i 2/5 delle risorse umane cessate nell’anno finale del quinquennio precedente. Fino al 2035 ( a parità di condizioni) si realizzerebbero le condizioni di massima discordanza tra le risorse cessate e quelle ripristinabili. La situazione tende a stabilizzarsi nella parte finale del periodo considerato. Il simulatore evidenzia inoltre l’extra produttività necessaria per ristabilire le condizioni in essere

32 L’elevata età media dei dipendenti e la relativa compattezza delle coorti centrali evidenzia che nel prossimo decennio l’impatto delle cessazioni sarà critico per le condizioni operative dei servizi. La struttura per età dell’organico evidenzia la preponderanza dei nati dal 1955 al 1965. Il simulatore presenta la piramide delle età in servizio per anno/cdr

33 Il comparto dirigenziale è massicciamente concentrato attorno alla data centrale di presunto pensionamento del 2015 Per qualifica.

34 Per criticità.

35 potranno cessare tra i 100 e i 180 dipendenti/anno
potranno cessare tra i 100 e i 180 dipendenti/anno. Per quanto riguarda i servizi citati le uscite potrebbero venire ripristinate solo a condizione che a partire dal 2010 venisse predisposto un piano delle assunzioni per il mantenimento dei livelli attuali di servizio. Diversamente le regole in vigore non ammetteranno assunzioni sufficienti a ripristinare le dotazioni di personale specifico ( maestre di scuola materna ed educatrici). Mentre un terzo circa dei Dirigenti in servizio arriveranno al pensionamento attorno al 2015 le posizioni organizzative saranno interessate dal fenomeno in modo più articolato. Il maggior impatto da pensionamenti nei prossimi dieci anni interesserà: le Scuole materne, i Nidi, la Polizia municipale, l’Istruzione e i Servizi demografici. In particolare dal 2015 al 2020 ( salvo effetto anticipato da anzianità di servizio) Per posizione.

36 Per impatto organizzativo

37 facsimile Permettendo la stesura di report specifici sulle principali criticità organizzative sulle quali intervenire.

38 Il Simulatore Demografico veronese, permette un’ampia serie di previsioni demografiche basate sulla obiettiva rappresentazione della struttura demografica territoriale in essere. La previsione, oltre a permettere di seguire l’evoluzione naturale della popolazione, ne rende possibile il dimensionamento per singolo anno con frontiera massima al 2057.

39 Demografia e Politica Economica Locale
Il simulatore permette di evidenziare il risultato di incrementi o decrementi della natalità e dell’attrattività del sistema locale considerato. In questo modo si possono sia prevedere i risultati nel futuro di cambiamenti odierni che, all’opposto, dimensionare a ritroso i risultati da conseguire nelle fasi di implementazione della politica demografica locale. Pertanto, la demografia assume, un ruolo fondamentale nel processo di presa delle decisioni della comunità urbana, rappresentandone una obiettiva componente strutturale da monitorare in corso d’opera di tutte le politiche pubbliche territoriali. Basta infatti, aggiungere ad ogni piano pluriennale pubblico un riferimento quantitativo che giustifichi l’azione intrapresa in termini di risultato quantitativo sulla popolazione, per avere a disposizione una proxy incontrovertibile di risultato. Il simulatore demografico permette di estrarre regole di funzionamento dal sistema territoriale osservandone il passato. Permette inoltre di dimensionare, qualificare, quantificare i servizi secondo scenari : temuti e/o auspicati e di formare le persone simulando situazioni critiche in contesti coerenti con le criticità. Il simulatore rappresenta quindi un formidabile strumento di gestione.

40 Flussi e Livelli Agendo sui cursori ( tasso di natalità di autoctoni/stranieri e attrattività nei confronti di elementi nazionali o stranieri) si individuano immediatamente i risultati nel tempo. Le dimensioni osservate sono sia di tipo demografico che socio-economico. La simulazione viene guidata dai cursori, che intervengono sul dato di flusso in questione ed è immediatamente osservabile sui grafi che evidenziano il livello della variabile considerata.

41 Demografia e city management
La demografia, grazie alla estrapolazione dei dati e alla costruzione di scenari futuri di riferimento, permette di ridurre l’incertezza, di dimensionare i costi fissi e quelli variabili sostenibili sia da un’organizzazione che da un territorio. La demografia fornisce strumenti fondamentali per la comprensione di cosa avviene in un territorio (PIL compreso), quando e, probabilmente, anche perché avviene. Non tener conto della demografia è per chi si occupa di territori un errore grave. Scenari che non mirano, deterministicamente, alla previsione del preciso dimensionamento della popolazione nel tempo ma all’individuazione di un punto di riferimento di massima. Punto al quale riferirsi per tracciare una rotta in termini di strategie di contrasto o rinforzo di problemi e/o soluzioni. La Demografia permette di de-relativizzare obiettivi territoriali, valutare il risultato di politiche pubbliche, quantificare, qualificare, dimensionare, i servizi pubblici.

42 Struttura sistemica del modello
Equazione del sistema La struttura “stock & flow” del simulatore demografico considera i tre classici gruppi di età: •giovani (fino a 14 anni); •adulti (fino a 65 anni); •anziani (oltre i 65 anni). Si è ricorsi ai raggruppamenti di età per rendere più significativa l’analisi strutturale del sistema, sia favorendone la comprensione in termini di flusso continuo che quella economico/sociale. Con l’età infatti, cambiano i contributi che l’individuo fornisce alla società: “generalmente bambini e giovani sono consumatori netti di risorse, mentre gli adulti producono e risparmiano. Gli anziani non hanno invece una connotazione ben definita anche se tendono, specialmente in età avanzata, a divenire consumatori netti”.

43 Cicli di retroazione la variazione in un senso di una variabile porta, attraverso catene di tipo causa-effetto ad ulteriori variazioni nella stessa direzione o in direzione opposta. Il ciclo di retroazione che bilancia il sistema demografico è quello di invecchiamento e morte. Il ciclo di rinforzo è quello di nascita e sviluppo.

44 Sub modello STRANIERI La struttura del modello di simulazione è suddivisa in due componenti speculari, quella relativa ai residenti di origine extra comunitaria e quella relativa alla componente autoctona

45 Sub modello AUTOCTONI La componente autoctona e quella extra comunitaria, combinate, danno origine al totale dei residenti.

46 Il Simulatore Valore Aggiunto del Sistema Locale del Lavoro, permette un’ampia serie di previsioni relative al valore aggiunto per settore di attività, basate sulla obiettiva rappresentazione della struttura produttiva territoriale in essere. La previsione, oltre a permettere di seguire l’evoluzione degli addetti per settore, rende possibile la comparazione della Produttività Totale dei Fattori (TFP) per zona e per singolo anno. In questo modo si dispone di un indicatore dell’evoluzione dell’ammontare di dipendenza strutturale del sistema territoriale che deve essere recuperato dal sistema produttivo per non alterare le condizioni in essere di competitività territoriale.

47 Flussi e livelli Anche in questo caso la simulazione è immediatamente presentata nei grafi relativi al valore aggiunto territoriale, per occupato e settore di attività e alle relative comparazioni tra l’evoluzione degli uni e degli altri.

48 Dividendo demografico
La popolazione residente è aumentata in modo costante dalla fine della guerra, raggiungendo il massimo nel 1976 ( abitanti). Da quel momento risulta abbastanza stabile, attorno ai abitanti. Dividendo demografico La popolazione residente al tempo 1 viene ricavata sommando ai residenti al tempo 0 i risultati dei saldi del movimento naturale e migratorio. L’osservazione della sua evoluzione contribuisce alla individuazione di concetti demografici quali dividendo demografico,(vedi dia 47) effetto del caricamento demografico (alta natalità) che avvenuto nel passato manifesta i suoi effetti.

49 Il saldo migratorio misura la differenza tra immigrati ed emigrati per anno. L’osservazione della sua evoluzione contribuisce alla individuazione delle cosiddette transizioni demografiche, periodi in cui cambiano le tendenze demografiche territoriali.

50 Il dividendo demografico
Il dividendo demografico rappresenta l’effetto cumulato della riduzione dei costi legati al mantenimento del gruppo demografico dei giovani e i benefici derivanti dalle nascite dei periodi precedenti . Esauritosi l’effetto del “dividendo demografico”, la dinamica dello sviluppo locale ha cominciato ad essere sostenuta dal movimento migratorio. Movimento che ha riprodotto flussi in entrata omogenei con quelli degli anni 50/60 ma, nel contempo, ha aumentato significativamente quelli in uscita, determinando la centralità dei fattori attrattivi della città. Il dividendo demografico rappresenta l’effetto cumulato della riduzione dei costi legati al mantenimento del gruppo demografico dei giovani e i benefici derivanti dalle nascite dei periodi precedenti

51 Il saldo naturale è strutturalmente calante dagli anni 70
Il saldo naturale è strutturalmente calante dagli anni 70. In quel periodo avviene la seconda transizione demografica che caratterizza l’entrata della città nel “regime demografico moderno”. Il saldo naturale misura la differenza tra nati e morti per anno. L’osservazione della sua evoluzione contribuisce alla individuazione delle cosiddette transizioni demografiche, periodi in cui cambiano le tendenze demografiche territoriali. La transizione demografica associa il declino della mortalità alla riduzione del tasso di natalità. La prima transizione demografica ha portato alla modernità, la seconda alla contemporaneità. I motivi della seconda transizione demografica sono più d’uno: migliori e maggiori opportunità di impiego per le donne portano all’aumento dei costi opportunità associati ai compiti domestici e alla cura e l’allevamento dei figli. Il lavoro femminile è diventato necessario per compensare la più debole situazione salariale dell’uomo e per conservare lo standard di vita della famiglia. Anche per le donne, il lavoro è diventato un mezzo di realizzazione personale

52 A Verona il tasso di natalità è inferiore a quello di sostituzione.
Il calo delle nascite, è coinciso con l’entrata nel mondo del lavoro delle generazioni precedenti, quelle del boom demografico degli anni 50 e 60. L’azione congiunta di questi fattori ha determinato una consistente riduzione dell’indice di dipendenza strutturale. Il tasso di natalità indica il numero di nati ogni mille abitanti, per anno. Il saldo negativo ( natalità e mortalità che non si compensano più e anzi vedono i secondi superare i primi) è determinato dal crollo del tasso di natalità, pari oggi alla metà di quello del 1965.

53 2001 Nel gruppo degli adulti troviamo le più elevate frequenze per età, frutto della natalità degli anni 50 –70 (i nati degli anni 50 – 70 sono gli adulti di oggi). La distribuzione per età della componente maschile della popolazione nel 2001 ben evidenzia la distanza con quanto avveniva 30 anni prima in città. Oggi nascono meno della metà dei bambini che nascevano nel 1964.

54 2001 Indipendentemente dal sesso di appartenenza e dalla maggior longevità delle femmine, la composizione per età dei residenti al mette in evidenza due picchi di frequenza, relativi alle età dei 37 e dei 55 anni. Picchi corrispondenti alle date di nascita del 1945 e 1965 (baby boom veronese). La stessa considerazione va fatta per la componente femminile. La distribuzione della popolazione di origine straniera è maggiormente concentrata tra i 25 e i 35 anni

55 2007 La stessa distribuzione si rileva al , dove sono evidenti i due picchi precedentemente citati, spostati in avanti di sei anni. Osservando la distribuzione per età nel 2007 rileviamo lo spostamento in avanti dei due picchi osservati nel 2001 ed un significativo aumento delle presenze extracomunitarie.

56 2007 Lo stesso accade per la distribuzione delle femmine.
La distribuzione della popolazione di origine straniera allunga l’ampiezza delle età più rappresentate verso i 40 anni, quasi raddoppiando le consistenze ed evidenziando una più elevata natalità. Mentre i maschi anziani, nel 2001, diminuiscono di numero in modo costante, già a partire dai 65 anni di età, la contrazione più marcata delle femmine avviene solo dopo gli 80 anni di età. Differenziale questo, tra femmine e maschi, dovuto alle morti avvenute durante la seconda guerra mondiale. Le osservazione appena fatte riguardano anche la situazione della componente femminile.

57 2001 / 2007 Anziani Già nel 2007 l’effetto differenziale tra i sessi, si attenua e i due trend, pur mantenendo il differenziale genetico di longevità a favore delle femmine condividono la stessa pendenza. Comparando le situazioni relative al periodo , relative agli anziani, si rileva un significativo aumento degli ultra ottantenni

58 2001 / 2007 Giovani I giovani fino a 14 anni risultano stabilmente equidistribuiti fra le età, denotando un andamento stabile della natalità nell’ultimo quindicennio. Nello stesso periodo , la distribuzione per età dei giovani rimane abbastanza stabile. In lieve decremento ulteriore è la natalità della popolazione autoctona mentre incrementa quella della popolazione extracomunitaria. Nel caso degli stranieri si osserva che, a conferma dell’aumento della natalità, la loro numerosità è negativamente correlata all’età.

59 Traslazioni Se usiamo i rilevamenti puntuali, riferiti al 2001 e al 2007, come situazioni rappresentative della fase di stazionarietà demografica in cui si trova la città, possiamo ipotizzare (per il gruppo degli adulti con ampio margine di certezza) le situazioni evolutive al 2015, al 2021 e al Procediamo escludendo l’impatto del saldo migratorio differenziale[a] e traslando il gruppo dei giovani 2001 al 2015, quello del 2007 al 2021 e 2036[b]. Escludendo ipotesi sul movimento migratorio e traslando i dati relativi al periodo in avanti, otteniamo per estrapolazione i dati relativi al 2015 e 2021. Togliendo dagli adulti del 2021 i 15 raggruppamenti per età da 50 a 65 anni e traslando la rimanenza in avanti. Otteniamo il dato al 2036.

60 Traslazioni Il risultato ci presenta una situazione in cui la classe di età più rappresentata nel 2015 sarà quella dei cinquantaduenni, nel 2021, quella dei cinquantottenni, nel 2036, quella degli ultra sessantacinquenni, tra la popolazione autoctona. A fine periodo, l’ultima coda del baby boom veronese non sarà più in attività e andrà completa a costituire l’ultima consistente comunità di anziani (per un lungo periodo di anni a venire considerati i tempi di caricamento del sistema)

61 Nel 2040, l’effetto del baby boom sul mercato del lavoro locale sarà completamente esaurito
Nel 2040 il differenziale tra popolazione adulta autoctona e straniera si ridurrà in modo assai significativo. Nel 2040 a Verona, l’effetto del baby boom, sulla popolazione adulta, sarà completamente esaurito. Ad intensità di lavoro invariata nei processi produttivi locali farà fronte una forza lavoro autoctona dimezzata. La curva del baby boom si trasferirà naturalmente nel gruppo degli anziani. Le estrapolazioni possibili su dati effettivamente rilevati si concludono a questa data. Da qui in avanti dovremo continuare attraverso l’elaborazione di scenari.

62 Lo scenario base Rappresenta lo scenario naturale di evoluzione della situazione a fattori ( escludendo il saldo migratorio) e presenta due comportamenti del sistema caratterizzati da diverso tasso generico di natalità pari mediamente all’1,2 % per la popolazione autoctona e al 2 % per quella straniera. nonostante il tasso di natalità della popolazione straniera sia superiore a quello della popolazione autoctona, non si raggiunge il tasso necessario a garantire l’equilibrio naturale pari al 2,5 %. Lo scenario base viene prodotto applicando le costanti ( i tassi) rilevati nel periodo secondo metodi diversi. In questo caso sono stati ripetuti in forma randomizzata per tutto il periodo considerato.

63 Lo scenario base la popolazione scende dai circa abitanti del 2007 ai circa del 2057, dando origine ad un saldo negativo di circa abitanti. La popolazione autoctona passa da persone circa del 2007, a circa del 2057, con una contrazione di unità. La popolazione di origine straniera passa da persone circa nel 2007 a circa nel 2057 Applicando le regole appena viste lo scenario presenta un continua e lenta riduzione della popolazione autoctona ed una quasi stabilità di quella straniera.

64 Lo scenario base il modello utilizzato ha considerato la popolazione come composta dalle due componenti : autoctona; straniera. La struttura del modello è, in entrambe i casi, la medesima e deriva i totali dalla somma dei due specifici movimenti evidenziati in modello 1. Il modello considera il solo saldo naturale e ricava i suoi tassi dall’osservazione del periodo 1946/2006. I tassi applicati al modello per la scenarizzazione sono stati randomizzati attorno al tasso medio dell’ultimo quinquennio ( ). Lo scenario base considera la popolazione composta da autoctoni e stranieri.

65 Scenario 1 Nello scenario considerato la dinamica della popolazione giovane (fino ai 14 anni) è sempre in crescita per la componente straniera, mentre è in discreta contrazione per la componente autoctona. Oltre alla suddivisione per provenienza, lo scenario presenta la dinamica per raggruppamento di età a partire dalla situazione dei giovani fino a 14 anni.

66 Scenario 1 La dinamica della popolazione adulta (fino ai 65 anni) è abbastanza stabile nella Componente straniera e in netta discesa per la componente autoctona. Per passare poi agli adulti dai 15 ai 65 anni.

67 Scenario 1 La dinamica della popolazione anziana (oltre i 65 anni) è opposta tra le componenti: si riduce nella componente autoctona mentre aumenta in quella straniera. E agli anziani con più di 65 anni.

68 Scenario 1 L’indice di dipendenza strutturale e l’indice di vecchiaia tendono ad avvicinarsi e stabilizzarsi nel corso del tempo con una forte riduzione del secondo e un lieve aumento del primo. Lo scenario base presenta anche l’indice di dipendenza strutturale e quello di vecchiaia. A partire da questa osservazione andrà affrontato il tema di come almeno garantire (attraverso il miglioramento della produttività totale dei fattori[i] – TFP - del sistema) l’assorbimento dell’incremento di dipendenza strutturale sulla parte attiva della popolazione, previsto. Verosimilmente si tratterà di una variazione della TFP del 15/20% circa, che andrà recuperato intervenendo sulla qualità dei fattori della produzione e sulla capacità del sistema territoriale di ampliare la sua frontiera di produzione, sviluppando e applicando buona ricerca e accrescendo il potenziale produttivo del territorio. [i] Data una generica funzione di produzione, la produttività totale dei fattori è il rapporto tra la quantità di output e la quantità aggregata di input, in qualche modo misurate. La crescita nella produttività totale dei fattori rappresenta quella crescita nell’output che non è spiegata dalla crescita nell’uso di input. Non si dispone di dati comparabili a livello locale. Tuttavia l’osservazione della produttività nazionale comparata a livello internazionale nel passato (anche recente) non è certo confortante.

69 Scenario 1 Questa situazione dipende dall’evoluzione prevedibile nei diversi raggruppamenti di età considerati. Nel periodo considerato: i giovani e gli anziani rimangono sostanzialmente stabili (effetto della stabilità del tasso di natalità utilizzato pari alla media del quinquennio e della chiusura del ciclo del baby boom ); gli adulti si riducono di un terzo circa. Per concludere si evidenzia l’evoluzione prospettata per i diversi raggruppamenti di età.

70 Scenari possibili Lo spazio delimitato con linea tratteggiata ha un suo limite superiore, caratterizzato da scenari ad elevata natalità e attrattività e un limite inferiore, caratterizzato da scenari a bassa natalità e attrattività. Lo strumento permette la simulazione demografica dinamica con range sufficientemente a garantire un’ ampia forbice di iniziative sostenibili sul territorio. Iniziative che permettono di prendere in considerazione sia tassi possibili (ma improbabili) di natalità superiori al 2,1% e saldo migratorio positivo di individui/anno che, tassi possibili (ma improbabili) di natalità dello 0,6 % con saldo migratorio pari a zero. Esaurite le possibilità di previsione che utilizzano l’estrapolazione si deve passare agli scenari.

71 Condivisione diagnosi
Se non intervengono politiche specifiche nei prossimi anni, il vuoto demografico, verrà, molto probabilmente colmato in modo disordinato e orientato a massimizzare la soddisfazione di chi arriva senza considerare i bisogni di chi accoglie. Le azioni possibili in termini di politica demografica non devono essere sopravalutate. Il tasso di natalità non si incrementa né rapidamente né facilmente. La dinamica economica incide sulla popolazione principalmente tramite migrazioni mentre l’elemento demografico agisce sull’economia attraverso l’azione delle componenti naturali. In altri Paesi sono state condotte esperienze significative. Esperienze francesi e tedesche evidenziano che si possono costruire politiche demografiche in grado di contrastare le tendenze al declino della natalità .Il problema a questo riguardo consiste prevalentemente nel monitorare l’efficacia delle politiche pubbliche a questo fine attivate, dimensionandone l’entità e simulandone e preventivamente l’efficacia. La diagnosi che scaturisce dalla estrapolazione effettuata fino al 2036 e dallo scenario base al 2057 porta a fare un paio di riflessioni dalle quali partire per attivare policies condivise.

72 Dallo scenario base alle policies
Valutare quali politiche specifiche di aumento graduale del tasso di natalità sono sostenibili a livello locale. Quale spesa è necessaria per portare il tasso di natalità dall’attuale 12 ca per mille al 15 per mille? Attivare ricerche ed approfondimenti ad hoc che permettono di conoscere gli stati in essere delle variabili flusso e livello. Se l’obiettivo non viene raggiunto nel tempo stabilito c’è senz’altro almeno un motivo che con l’uso del simulatore può essere rapidamente individuato. Su questo vincolo vengono effettuate altre simulazioni fino a quando il risultato non viene raggiunto rispettando il vincolo di spesa. Il simulatore, supportato dal monitoraggio continuo dei risultati e dalla misurazione dello scostamento tra risultato auspicato e risultato verificato alimenta un intero ciclo di mandato Dopo aver condiviso la diagnosi di massima del sistema si passa alla individuazione delle policies. L’efficacia della simulazione dipende dal grado di conoscenza della struttura del sistema osservato e dalla qualità del dato che viene usato per determinare gli stocks iniziali, le costanti intervenienti e le dinamiche delle variabili flusso.

73 Esempio di politiche da attivare
A seguito delle politiche di tipo A la popolazione tende a mantenere consistenze di poco inferiori a quelle del 2007. A titolo di esempio si può di seguito simulare l’esito di una politica data (aumento natalità da X a Y per mille e attrazione talenti di K per anno). In questo caso la simulazione presenterà i dati aggregati.

74 Ipotesi di politiche da attivare
La dinamica della popolazione giovane è sempre in crescita sia per la componente autoctona che per quella straniera. O disaggregati per classe di età: Giovani

75 Ipotesi di politiche da attivare
La dinamica della popolazione adulta riduce la contrazione nelle dimensioni della componente autoctona e la divaricazione a forbice dello scenario naturale di modello 1 tra la le componenti. Adulti

76 Ipotesi di politiche da attivare
La dinamica della popolazione anziana mantiene sostanzialmente invariato il comportamento dello scenario naturale di modello 1. Dove si riduce nella componente autoctona mentre aumenta in quella straniera. Anziani

77 Ipotesi di politiche da attivare
L’indice di dipendenza strutturale si mantiene sostanzialmente ai livelli di modello 1, mentre quello di vecchiaia si abbassa sensibilmente a fine periodo. Evidenziando anche indici che possono essere utilizzati come proxy di altri fenomeni.

78 Politiche A Lo strumento della policy va usato considerando il suo effetto leva. Tra le molte policies possibili si cerca quella che con il minimo impegno produce il massimo effetto. Il simulatore in questa fase è insostituibile. Le politiche pubbliche così individuate e descritte sono per definizione quantificate, tempificate e soggette a verifica di efficacia ed efficienza.

79 Ipotesi ed esempi di politiche da attivare
Politiche che devono rendere sinergiche o compatibili le dinamiche strutturali della città, con il contesto e i vincoli posti dal sistema generale. Politiche che devono dar vita ad una serie di impulsi di cambiamento concentrati su elementi strutturali del sistema (che permettano di aumentare il tempo disponibile per la cura dei figli, senza diminuzione di reddito famigliare). Politiche plurime e multidimensionali (non necessariamente dotate di elevati budget finanziari) per le quali sia evidente la reattività della popolazione alle iniziative assunte. Applicando le politiche di tipo A, relative al contrasto del declino del tasso di natalità (per quanto effettivamente fattibile a livello locale) e all’attrazione di talenti (politiche tipo B), si ottiene nell’esempio una forte riduzione della decrescita rilevata nella situazione delineata dallo scenario base. La situazione con tasso di natalità pari al 15 per mille e con attrattività selettiva pari a 200 individui annui, stabilizzati nel corso di tutto il periodo, permetterebbe almeno di contrastare la riduzione della popolazione residente. In questo caso la popolazione totale di fine periodo ammonterebbe a circa individui L’ambito delle politiche da attivare è e rimane assolutamente politico. Il simulatore è solo uno strumento di gestione che può essere utilizzato per facilitare la presa delle decisioni.

80 Policy A Policy B Policy C Policy D Comune Servizio Pubblico vincolo
Dimensionamento policies Policy A Policy B Policy C Policy D Comune Servizio Pubblico vincolo Le politiche pubbliche gestite in questo modo ( indipendentemente da quali esse siano) evitano le sub ottimizzazioni settoriali dove la performance viene calcolata a livello di singolo cdr senza considerare quale debba essere il contributo di ogni cdr al risultato complessivo.

81 Policy A Policy B Policy C Policy D Comune A1 A2 A3 B1 B2 B3 C1 C2 C3
Gestione performances Policy A Policy B Policy C Policy D Comune A1 A2 A3 B1 B2 B3 C1 C2 C3 Servizio 1 Servizio 2 Servizio 3 I servizi erogati e i settori coinvolti diventano valutabili in modo obiettivo come strumenti applicativi di politiche. Il Piano della performance assume il ruolo guida dell’Organizzazione.

82 Esempi di supporto del simulatore alle politiche da attivare
Per incrementare la natalità vanno attivate politiche di nicchia in grado di separare la parte irreversibile del fenomeno di riduzione della fertilità femminile, quella prevalentemente originata da fattori socioculturali, da quella reversibile prevalentemente dovuta a fattori economici. Oltre ai classici investimenti infrastrutturali si potrebbero attivare interventi specifici a bassa intensità di capitale, accordi, convenzioni, ecc. Intervenendo ad esempio su target selezionati per età della donna e tipo di datore di lavoro, si potrebbero finanziare misure di congedo tipo 150 ore. Se alle politiche relative a modello 2 si sommassero quelle relative a modello 3, la situazione potrebbe venire stabilizzata entro un paio di mandati amministrativi e poi mantenuta per tutto il periodo considerato. Un esempio del supporto fornito dal simulatore al dimensionamento di una politica a favore dell’aumento delle nascite consiste nel rendere possibile l’immediata valutazione della dimensione economica di una politica su nicchie di potenziali utilizzatori quali quelle delle madri per età. Il vincolo può essere posto sulla spesa oppure sull’impatto in termini di maggiori nascite ( ipotesi questa da trattare con diverso simulatore previa verifica di elasticità al tempo da dedicare ai figli da parte delle potenziali madri).

83 Politiche B In questo caso le misure attrattive dovrebbero riguardare un certo numero individui all’anno (tra talenti e manodopera qualificata) e dare origine ad una politica territoriale di gestione dei flussi migratori in collaborazione con i Paesi e le istituzioni coinvolte in un accordo internazionale tra città di arrivo e città di partenza dei migranti. L’accordo dovrebbe prevedere periodi di studio e titoli di accesso da conseguire prima di stabilirsi sul territorio di arrivo come già ampiamente sperimentato dallo Stato Israeliano in questi decenni. Nel caso dell’esempio, quello di una politica di attrazione dei talenti, si tratta di dimensionare flussi sostenibili in arrivo in modo da usare le quantità per attivare altre politiche .

84 Ipotesi di politiche da attivare
Il risultato simulato più evidente di quanto appena visto è che con l’aumento del tasso di natalità e attraverso interventi mirati di selezione dei flussi migratori si potrebbe assestare la popolazione su livelli pressoché invariati nel periodo. L’effetto positivo di crescita della componente giovanile, oltre a ridurre ulteriormente il tasso di senilizzazione potrebbe dare origine a condizioni demografiche favorevoli per l’economia a partire dagli anni quaranta, quando arriveranno sul mercato del lavoro le generazioni nate negli anni 10 e 20. In ogni caso andrà affrontato il tema di come almeno garantire (attraverso il miglioramento della produttività totale dei fattori[i] – TFP - del sistema) l’assorbimento dell’incremento di dipendenza strutturale sulla parte attiva della popolazione, previsto. Verosimilmente si tratterà di una variazione della TFP del 15/20% circa, che andrà recuperato intervenendo sulla qualità dei fattori della produzione e sulla capacità del sistema territoriale di ampliare la sua frontiera di produzione, sviluppando e applicando buona ricerca e accrescendo il potenziale produttivo del territorio. [i] Data una generica funzione di produzione, la produttività totale dei fattori è il rapporto tra la quantità di output e la quantità aggregata di input, in qualche modo misurate. La crescita nella produttività totale dei fattori rappresenta quella crescita nell’output che non è spiegata dalla crescita nell’uso di input. Non si dispone di dati comparabili a livello locale. Tuttavia l’osservazione della produttività nazionale comparata a livello internazionale nel passato (anche recente) non è certo confortante. Sempre seguendo l’esempio fatto si presentano altre riflessioni sull’evoluzione della competitività territoriale e sulle prospettive del mercato del lavoro degli anni 40 e successivi.

85 Il simulatore La conoscenza che deriva dalla gestione della struttura di relazioni sistemiche necessaria per costruire il simulatore può finalmente permettere di gestire, a livello comunale e/o di sistema locale del lavoro, delle vere e proprie politiche economiche territoriali (PET). Politiche che, grazie alla conoscenza di dettaglio della struttura presa in considerazione, possono venire calibrate con precisione sia in termini di target che di somma messa a disposizione. Politiche, quasi-sperimentali, che possono essere monitorate nei loro effetti con discreta facilità, riducendo l’onerosità della valutazione entro confini conosciuti ex-ante. Il simulatore rende possibili metodi di gestione precedentemente impraticabili concretamente perché troppo complessi per essere alla portata dell’Ente Locale. Il simulatore può operare anche con basi dati non particolarmente raffinate. Il simulatore comunque garantisce la qualità delle simulazioni effettuate sempre supportate da puntuale analisi di sensitività dei risultati.

86 Il simulatore congedo parentale
il simulatore permette la verifica immediata del dimensionamento economico di una policy. Intervento che, in questo caso, consiste nella concessione di una certa quantità di ore retribuite di congedo di maternità per un biennio ad un target scelto sia in base a motivi di opportunità tecnica della policy (la fascia d’età della madre) che di sostenibilità economica dell’azione (il numero previsto di figli e la disponibilità economica dell’Ente). In questo caso la politica di sostegno ipotizzata agisce su di una catena di effetti abbastanza corta e su di una leva direttamente a valle del problema strutturale (bassa natalità). Agendo sui tre cursori relativi all’età della madre, alle ore di permesso da concedere e al rimborso orario ipotizzato, si determina l’ampiezza e la profondità dell’intervento comunale. Il simulatore: congedo parentale, rende più semplice il primo dimensionamento economico della policy. A seguito di valutazione dell’efficacia di questa deve essere integrato con gli aspetti mancanti ( variabili flusso) del sistema natalità di cui fa parte.

87 Analisi di sensitività
A valle della simulazione, lo strumento utilizzato permette inoltre la realizzazione dell’analisi di sensitività necessaria per valutare a priori quale policy avrà maggiore impatto sulla popolazione (). L’analisi di sensitività valuta l’effetto su  anche di minime variazioni delle costanti considerate nei cursori. I valori di sensitività sono interpretabili come pendenze di una retta e misurano l’effetto del cambiamento della costante (variabile con cursore) su . Se, ad esempio, la modifica della costante: valore aggiunto per addetto, determinasse un valore di sensitività di , questo vorrebbe dire che un cambiamento unitario nel valore della costante (valore aggiunto per addetto) determina un cambiamento in  di un fattore pari a: Quanto più elevato è il valore dei coefficienti di sensitività tanto maggiori saranno le variazioni positive o negative dei risultati effettivi rispetto a quelli risultanti dalle simulazioni. Le alternative che presentano valori più bassi di sensitività risultano meno rischiose perché le loro prospettive sono meno vulnerabili al variare delle grandezze da cui dipendono. L’analisi di sensitività mira a migliorare il processo decisionale, rendendo possibile la valutazione della robustezza della decisione presa (ipotesi simulata). L’analisi evidenzia i fattori il cui valore conviene meglio stimare e quelli che risulta opportuno mantenere sotto stretto controllo in fase di esecuzione del progetto. L’analisi relativa alla costante: tasso di natalità, come è naturale aspettarsi, mantengono per tutto il periodo considerato un intervallo di confidenza del 99%. Alla fine dei cicli di simulazione operati dal simulatore si valida la robustezza delle situazioni simulate attraverso l’uso della cosiddetta analisi di sensitività. L'analisi di sensitività permette di valutare quanto gli output di un sistema cambiano quando intervengono particolari sollecitazioni nei suoi input. L'analisi di sensitività è importante per rivelare quali sono le fonti di incertezza per il risultato finale ottenibile per gli output e quanto queste pesano sui loro andamenti

88 Analisi di sensitività
La stessa analisi, vista da un diverso punto di vista, evidenzia le frequenze relative, riscontrate nei 200 cicli di simulazione considerati. L’analisi di sensitività può essere gestita anche in forma grafica.

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