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Programmazione e Organizzazione Sanitaria

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Presentazione sul tema: "Programmazione e Organizzazione Sanitaria"— Transcript della presentazione:

1 Programmazione e Organizzazione Sanitaria
Prof. Leonardo Palombi Prof. Sandro Mancinelli 2013

2 Il diritto alla salute E’ un diritto primario sancito dall’art. 32 della Costituzione italiana: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.      Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. “

3 art. 38, comma 2, della Costituzione italiana:
Il diritto alla salute art. 38, comma 2, della Costituzione italiana: “I lavoratori hanno diritto che siano provveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortuni, malattia, invalidita’ e vecchiaia, disoccupazione involontaria”

4 Il diritto alla salute Il diritto alla salute, in quanto assoluto, primario e inviolabile, richiama altri 2 articoli della costituzione: Art. 2.”La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.” Art. 3. “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso,di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali…..”

5 Diritto programmatico generale – anni 1950-60
L’interpretazione del diritto alla salute nelle diverse fasi storiche (1) Diritto programmatico generale – anni La prima fase è quella del grande sviluppo della mutualità volontaria, organizzato dai lavoratori, a carico degli stessi, per affrontare l'evento malattia. Si tratta di interventi minimali, riservati ai soci delle Casse Mutue, di tipo risarcitorio. L'evoluzione sarà l'estensione delle Casse Mutue a gestione paritetica dove il datore di lavoro e il lavoratore contribuiscono in eguale misura a finanziare la Cassa stessa. La seconda fase è quella dell'obbligatorietà dell'assicurazione per la malattia, caratterizzata dal concetto riparatorio dell'intervento, dalla possibilità di avere una copertura solo se c'è iscrizione ad una mutua, con la creazione di una molteplicità di Enti mutualistici caratterizzati dalle differenze, a volte enormi, dei trattamenti offerti. Anche in questa fase, a parte gli indigenti assistiti dai Comuni, milioni di cittadini restano fuori da qualsiasi sistema di copertura sanitaria.

6 L’interpretazione del diritto alla salute nelle diverse fasi storiche (2)
Diritto individuale assoluto – anni

7 Con il termine programmazione sanitaria si intende un processo che consente di adattare o orientare un’organizzazione sanitaria affinché soddisfi i bisogni di salute: L’interpretazione del diritto alla salute nelle diverse fasi storiche (3) Diritto individuale da garantire in relazione alla tutela degli altri diritti – (dal 1993 in poi) Una sentenza della Corte Costituzionale (Sentenza 416/1995) stabilisce che il cittadino non ha diritto a prestazioni sanitarie illimitate, ma solo a quelle compatibili con le risorse disponibili. L’azione economico-programmatoria pubblica deve infatti garantire la salute anche in relazione alla tutela degli altri diritti fondamentali, ad esempio istruzione e lavoro.

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9 Sistemi sanitari e Servizi sanitari
Modello Bismarck o individualistico: - tutela della salute come scelta individuale - assicurazione sanitaria correlata al reddito (assistenza minima agli indigenti) - disuniforme, con ampia libertà di scelta per gli utenti - efficienza? (più flessibilità, innovazione, prevenzione,..?) Modello Beveridge o solidaristico: tutela della salute come compito dello Stato finanziato dal prelievo fiscale (integrazione) uniforme, ma limitante libertà di scelta degli utenti burocrazia e clientelismi?

10 La sanita’ in Italia dal 1865
La Legge 2248 del 1865 identifica la tutela della salute pubblica come materia di ordine pubblico e in tal senso ne affida le competenze a livello centrale al Ministero dell’Interno e in sede periferica ai Prefetti e Sindaci

11 1958 Istituzione del Ministero della Sanita/Salute
La L n.296 e successivi regolamenti attuativi nn.249,257,264 dell’11 febbraio 1961 istituisce il Ministero della Sanita’, coadiuvato nelle sue funzioni dall’Istituto Superiore di Sanita’ e dal Consiglio Superiore di Sanita’; il primo in qualita’ di organo tecnico scientifico e il secondo di organo consultivo. Sono istituiti altresi’ i seguenti organi periferici: Ufficio del medico provinciale e del veterinario provinciale Uffici sanitari dei Comuni e dei Consorzi comunali Uffici sanitari speciali ( di confine, porto e aeroporto)

12 L.833/78 istituzione del Servizio Sanitario Nazionale
Per garantire l’art. 32 della Costituzione (diritto alla salute come fondamentale per l’individuo e interesse della collettività) nel 1978 la Legge 833 istituisce il Servizio Sanitario Nazionale, definito come complesso delle funzioni, dei servizi e delle attività destinate alla promozione, al mantenimento e al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione, senza distinzione alcuna.

13 La riorganizzazione del SSN del 1992-93
Il D.Lgs. 502 del 1992 (successive integr. D.Lgs 517 del 1993) di ‘riordino in materia sanitaria’ costituisce la pietra miliare del cambiamento ed emana le nuove linee guida di riforma nella sanità del SSNazionale, istituito con la legge 833 del 1978. Nel 1999 il D.Lgs.299/99, inerente la ‘razionalizzazione del SSN’ (meglio conosciuto come riforma Bindi) rivedrà e correggerà parzialmente l’impianto della precedente riforma.

14 Linee guida del D.Lgs 502 e del D.Lgs 517 (1)
La costituzione di Aziende sanitarie pubbliche (mediante la trasformazione delle vecchie USL e la costituzione di aziende ospedaliere regionali) con personalità giuridica e con autonomia organizzativa, gestionale, amministrativa, patrimoniale e contabile; Il decentramento di responsabilità alle regioni, alle quali è affidato il potere di guida e controllo sulle neonate Aziende sanitarie, con conseguente costituzione di un vero e proprio ‘gruppo’ di aziende pubbliche la cui capogruppo (holding) è la Regione stessa;

15 Linee guida del D.Lgs 502 e del D.Lgs 517 (2)
L’introduzione di elementi di competitività tra le strutture dell’offerta (pubbliche e private convenzionate), facilitata anche dalla attribuzione al cittadino della libertà di scelta delle strutture, pubbliche o private, in cui soddisfare i propri bisogni di salute; La revisione dei sistemi di finanziamento attraverso l’introduzione di meccanismi correlati alle prestazioni erogate invece dei precedenti legati ai costi sostenuti Un maggiore coinvolgimento della classe medica nella gestione dei servizi

16 Linee guida del D.Lgs 229/99 Ulteriore accentuazione del processo di aziendalizzazione (utilizzo di atti aziendali, ovvero di diritto privato) E’ previsto un processo di accreditamento delle strutture sanitarie per quanto riguarda sia gli erogatori pubblici che privati. Si afferma l’esclusività del rapporto di lavoro della Dirigenza sanitaria

17 I principi fondamentali su cui si basa oggi il SSN (dal sito del Ministero Salute -2013)
responsabilità pubblica della tutela della salute universalità ed equità di accesso ai servizi sanitari globalità di copertura in base alle necessità assistenziali di ciascuno, secondo quanto previsto dai Livelli essenziali di assistenza finanziamento pubblico attraverso la fiscalità generale "portabilità" dei diritti in tutto il territorio nazionale e reciprocità di assistenza con le altre regioni.

18 la tutela del diritto fondamentale alla salute
Anno 2008 Nel trentennale dell'istituzione del SSN, il Ministero ha realizzato il Libro bianco sui principi fondamentali del Servizio sanitario nazionale… Nel documento si ripercorrono i vari momenti di costruzione del sistema, dalla L.833/1978 al d.Legs. 502/1992, alla riforma del 1999 (D. Lgs. 19 giugno 1999, n. 229) fino alla modifica del titolo V della parte II della Costituzione, offrendo spunti di riflessione sull'organizzazione e sul funzionamento del SSN in particolare sui seguenti aspetti: la tutela del diritto fondamentale alla salute la responsabilità pubblica per la tutela del diritto alla salute della persona e delle comunità locali: il servizio sanitario nazionale la centralità della persona l'universalità, l'eguaglianza e l'equità di accesso alle prestazioni e ai servizi la globalità della copertura assistenziale: i livelli essenziali di assistenza (LEA) e l'appropriatezza delle prestazioni il metodo della programmazione il finanziamento pubblico dei livelli essenziali di assistenza la regionalizzazione e la leale collaborazione tra i livelli di governo l'aziendalizzazione i soggetti erogatori e le prestazioni la valorizzazione delle risorse umane e professionali degli operatori l'integrazione tra assistenza, formazione e ricerca l'integrazione tra assistenza sanitaria e assistenza sociale

19 A CHI COMPETE L’ATTUAZIONE DEL SSN?
NELLA LEGGE 833 /78 VI SONO TRE LIVELLI DI INTERVENTO: LO STATO - LE REGIONI - GLI ENTI LOCALI DALLA LEGGE 502/92 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI VI SONO DUE LIVELLI DI INTERVENTO : LO STATO E LE REGIONI

20 Obiettivi/principi ispiratori del SSN
UNIFORMITA’ DELLE CONDIZIONI DI SALUTE SU TUTTO IL TERITORIO NAZIONALE, GARANTENDO A TUTTI I LIVELLI UNIFORMI DI ASSISTENZA. I LIVELLI UNIFORMI DI ASSISTENZA SONO “L’INSIEME DELLE ATTIVITA’ CHE DEVONO ESSERE EROGATE DAL SSN” (PSN 94-96)

21 I cambiamenti della sanità aziendalizzata (1)
Configurazione giuridica: aziende e non più enti La struttura di governo e direzione: manager con contratto di natura privata (il direttore generale) e non più organi di controllo politico (i comitati di gestione) L’autonomia e la responsabilità: le nuove aziende, a differenza di prima, sono infatti caratterizzate da autonomia e responsabilità, sul fronte organizzativo, gestionale, economico, patrimoniale, sulle risorse gestite e sui mezzi assegnati; Il contesto competitivo: dinamico e concorrenziale

22 I cambiamenti della sanità aziendalizzata (2)
Le procedure di funzionamento: atti di diritto privato contro atti e provvedimenti pubblici; La cultura di gestione: orientamento ai risultati e non alle procedure e le forme Gli strumenti di gestione: la managerialità e non la burocrazia

23 L’impresa Risorse Bisogni Lavoro Capitale Materie prime Impianti
Know-how Prodotti Servizi Processi

24 L’impresa crea valore Input, processi, ouput: catena di attività e flussi reali di risorse e prodotti Clienti (prezzo di vendita), fornitori (prezzo di acquisto): catena di flussi economici

25 Efficacia ed efficienza
L’efficacia può essere definita come la capacità di raggiungere un obiettivo prestabilito L’efficienza indica lo sforzo compiuto per raggiungere l’obiettivo prestabilito, misurato dalle risorse impiegate. L’impresa è efficace quando riesce a raggiungere l’obiettivo di soddisfare i clienti (massimizzare il valore di output a parità di input) ed è efficiente nella misura in cui è in grado di ottimizzare le risorse impiegate per produrre l’output prestabilito (minimizzare l’input a parità di output)

26 Le variabili dello stato di salute
Scelte di politica sanitaria Caratteristiche demografiche, epidemiologiche ecc. della popolazione Stili di vita Fattori ambientali Stato di salute

27 L’azienda sanitaria L’azienda sanitaria è azienda ma non impresa: dispone infatti di risorse e processi per rispondere a dei bisogni, ma non di clienti, bensì di utenti. Non essendoci clienti che pagano un prezzo, le aziende sono mantenute mediante un surrogato di ricavo, ovvero risorse trasferite mediante opportuni meccanismi di finanziamento E’ pertanto possibile una valutazione della efficienza delle aziende, ovvero del bilancio tra input ed output in termini di servizi/prodotti erogati. Assai più complesso è il discorso della efficacia.

28 Misurare l’efficacia nel sistema sanitario
Poiché lo stato di salute è funzione di diverse variabili, occorre identificare misure che permettano di apprezzare il contributo relativo offerto dalle Aziende sanitarie allo stato di salute complessivo. Tale contributo potrebbe essere definito come il valore di salute aggiunto. Gli ordinari indicatori di mortalità, prevalenza e incidenza, mal si prestano a tale tipo di giudizio, dal momento che rappresentano misure di lungo periodo e colgono l’effetto di tutti i fattori La ricerca di indicatori di efficacia di breve periodo è un obiettivo di importanza fondamentale per valutare l’attività delle Aziende

29 Livello centrale e regionale (1) (dal sito Min Salute)
livello centrale - lo Stato ha la responsabilità di assicurare a tutti i cittadini il diritto alla salute mediante un forte sistema di garanzie, attraverso i Livelli essenziali di assistenza livello regionale -  le Regioni hanno la responsabilità diretta della realizzazione del governo e della spesa per il raggiungimento degli obiettivi di salute del Paese. Le Regioni hanno competenza esclusiva nella regolamentazione ed organizzazione di servizi e di attività destinate alla tutela della salute e dei criteri di finanziamento delle Aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere (anche in relazione al controllo di gestione e alla valutazione della qualità delle prestazioni sanitarie nel rispetto dei principi generali fissati dalle leggi dello Stato).

30 Livello centrale e regionale (2) (dal sito Min Salute)
- Ministero Enti ed organi di livello centrale CSS - Consiglio Superiore di Sanità ISS - Istituto Superiore di Sanità INAIL - Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro AGENAS - Agenzia nazionale per i Servizi Sanitari Regionali IRCCS - Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico IIZZSS - Istituti Zooprofilattici Sperimentali AIFA - Agenzia italiana del farmaco Enti ed organi territoriali Regioni e Province autonome Aziende Sanitarie Locali Aziende Ospedaliere

31 Gli strumenti di pianificazione
STATO Piano Sanitario Nazionale REGIONI Piano Sanitario Regionale AZIENDE Unità Sanitarie Locali AZIENDE (Sanitarie) Ospedaliere

32 Il Piano Sanitario Nazionale
Aree prioritarie di intervento I livelli essenziali di assistenza (LEA) da assicurare La ‘quota capitaria’ di finanziamento, cioè il valore pro capite medio nazionale necessario a garantire l’assistenza sanitaria, per ciascun anno di validità del piano e la sua disaggregazione per livelli di assistenza Gli indirizzi per l’incremento di qualità del SSN I progetti obiettivo da realizzare Le finalità generali e i settori della ricerca biomedica e sanitaria Le esigenze e gli indirizzi relativi alla formazione del personale

33 Il Piano Sanitario Nazionale
Le linee guida e i percorsi diagnostico terapeutici allo scopo di favorire lo sviluppo di modalità sistematiche di revisione e valutazione della pratica clinica e assistenziale e di assicurare l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza I criteri e gli indicatori per la verifica dei livelli di assistenza assicurati in rapporto a quelli previsti

34 Preparazione e redazione del Piano Sanitario Nazionale (1)
Il Piano ha validità triennale e viene redatto secondo il seguente iter: Le Regioni elaborano proposte e trasmettono al Ministero della Salute, entro il 31 Marzo di ogni anno, una relazione annuale sullo stato di attuazione del proprio Piano Sanitario regionale Il Governo, su proposta del Ministero della Salute, predispone il Piano Sanitario Nazionale entro il 31 luglio dell’anno di vigenza del precedente Piano Il nuovo Piano è adottato dal Governo entro il 30 novembre dell’anno di vigenza del precedente Piano

35 Il Piano Sanitario Regionale (2)
Le Regioni entro 150 giorni dall’entrata in vigore del nuovo Piano Sanitario Nazionale debbono adottare un Piano Sanitario Regionale, che rappresenta il piano strategico per il raggiungimento degli obiettivi di salute e il funzionamento dei servizi. Detto piano è soggetto al parere del Ministero della Sanità in particolare sulla congruenza con gli obiettivi definiti in quello Nazionale. Obiettivo prioritario del PSR è la tutela della salute e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini, attraverso l’incremento qualitativo e quantitativo dei servizi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione

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37 Premessa del piano Le grandi sfide assistenziali che caratterizzano la programmazione nazionale – primi tra tutti i problemi di assistenza socio sanitaria connessi alla non autosufficienza, l‟elevata presenza di anziani e grandi anziani, le disponibilità di terapie/diagnosi ad alto costo indirizzate a specifiche coorti di assistiti – oltre a richiedere un‟efficace integrazione delle politiche, degli indirizzi e degli interventi da parte delle diverse aree del welfare, necessitano anche di un sistema coeso che porti alla convergenza dei finanziamenti, provenienti dai diversi settori coinvolti, su obiettivi ed ambiti tematici condivisi e delineati.

38 Gli obiettivi Obiettivi specifici, che rappresentano anche la sfida del PSN, sono da un lato, quelli di valorizzare gli elementi d’eccellenza del Servizio sanitario e di investire in settori strategici quali la prevenzione, le nuove tecnologie, i sistemi informatici ed informativi, la clinical governance e la sicurezza delle cure, la ricerca e le innovazioni mediche; dall’altro, quelli di affrontare le criticità del sistema, con particolare attenzione al recupero di efficienze e di appropriatezza…..

39 L’impegno europeo Tra le sfide sanitarie maggiormente rilevanti a livello europeo ed internazionale che il SSN deve affrontare si annoverano: • partecipazione alle attività degli organismi internazionali e sovranazionali; • gestione dei rapporti con l'Unione europea, con il Consiglio d'Europa e con l'Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica; • rapporti con l'Organizzazione mondiale della sanità e le altre agenzie specializzate delle Nazioni Unite; • promozione dell'attuazione delle convenzioni, delle raccomandazioni e dei programmi comunitari e internazionali in materia sanitaria; • svolgimento delle attività connesse alla stipula degli accordi bilaterali con i Paesi UE ed extra UE; • definizione dei rapporti giuridici ed economici in materia di assistenza sanitaria nell'ambito dell'Unione europea ed in ambito extracomunitario; • interventi sanitari in caso di emergenze internazionali anche con procedura Medevac; • la cooperazione sanitaria trans-frontaliera; • la mobilità dei pazienti nella UE e la mobilità degli operatori sanitari nella UE; • la piena attuazione del regolamento sanitario internazionale dell’OMS; • lo sviluppo della progettazione europea di settore per favorire l’ingresso della Istituzioni sanitarie italiane nel cosiddetto spazio europeo della ricerca.

40 La domanda di salute 1. l’invecchiamento progressivo della popolazione, che comporta la crescita esponenziale del bisogno di servizi sanitari e socio sanitari, legata alla complessità crescente delle patologie e dei fattori di comorbilità che accompagnano i processi degenerativi e di cronicizzazione della malattia ed alla necessità di sviluppare i connessi percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale dell‟individuo; 2. la graduale destrutturazione del tradizionale sistema di protezione sociale, rappresentato dalla famiglia e dagli altri strumenti tipici di socializzazione; 3. la crescita del livello e della complessità degli stimoli negli ambienti relazionali e personali, che inducono sollecitazioni e stress, incompatibili con le capacità individuali di adattamento e determinano stati di disagio e di malessere sociale, specialmente nei più giovani e negli anziani; 4. la ricerca di prestazioni e servizi che intervengano a sedare gli stati di malessere e a porre rimedio al disagio e alle difficoltà di fronteggiare il quotidiano, con crescita del ricorso anche a settori innovativi e ad offerte delle medicine alternative; 5. lo sviluppo di attese sul versante del miglioramento della percezione di sé e dell’accettazione delle proprie imperfezioni, vere o presunte, ma sentite come tali rispetto ai livelli mediatici di salute, bellezza, successo e appagamento.

41 Il ruolo delle Regioni nel sistema sanitario
Alle Regioni ed alle Province autonome sono attribuite importanti funzioni legislative e amministrative in materia di assistenza sanitaria e ospedaliera: La determinazione dei principi sull’organizzazione dei servizi e sull’attività in favore della tutela della salute L’articolazione del territorio regionale in Aziende Unità Sanitarie Locali La definizione dei criteri per l’articolazione del territorio regionale in AUSL in Distretti La definizione delle modalità organizzative e di funzionamento delle ASUL e delle Aziende Ospedaliere

42 Il ruolo delle Regioni nel sistema sanitario
La scelta dei criteri per il finanziamento delle ASUL e delle Aziende Ospedaliere Le attività di indirizzo tecnico, promozione e supporto nei loro confronti, anche in relazione al controllo di gestione ed alla valutazione della qualità delle prestazioni sanitarie La disciplina del rapporto tra programmazione regionale e programmazione attuativa locale

43 Presidi di Azienda USL e Aziende Ospedaliere (1)
Alle Regioni spetta la responsabilità della costituzione in Aziende Ospedaliere di presidi presenti sul territorio, sulla base dei seguenti requisiti: Organizzazione Dipartimentale di tutte le unità operative presenti nella struttura Disponibilità di un sistema di contabilità economico-patrimoniale e per centri di costo presenza di almeno 3 unità operative di alta specialità presenza di un Dipartimento di emergenza di secondo livello

44 Presidi di Azienda USL e Aziende Ospedaliere (2)
Ruolo di ospedale di riferimento nei programmi regionali ed interregionali Attività di ricovero di in degenza ordinaria, nel corso dell’ultimo triennio superiore ad almeno il 10% della media regionale di pazienti provenienti da regioni diverse da quella di ubicazione Indice di complessità della casistica nel corso dell’ultimo triennio superiore ad almeno il 20% della media regionale disponibilità di un patrimonio immobiliare adeguato e sufficiente

45 L’articolazione della Azienda USL

46 Le articolazioni organizzative della Azienda USL: il Dipartimento
I Dipartimenti possono raggruppare le diverse unità operative aziendali secondo diversi criteri di similitudine: Intensità e gradualità delle cure: classificazione delle degenze in base al tipo di necessità assistenziale, quindi emergenza, terapia intensiva, semi-intensiva, riabilitativa, day-surgery settore nosologico: convergenza classica per gruppi di patologie come cardio-vascolare, oncologico, malattie infettive, ecc. fasce di età: Dipartimento materno-infantile, geriatrico, ecc.

47 Le articolazioni organizzative della Azienda USL: il Dipartimento
Branca specialistica: medicina generale, chirurgie generali e specialistiche, diagnostica per immagini, ecc. Organo o apparato: tutte le funzioni per organo: cuore, apparato nervoso, osteo-articolare, ecc.

48 Le articolazioni organizzative della Azienda USL: il Dipartimento di Salute Mentale
In base alla legge 180/78, che di fatto sancì il passaggio da una assistenza basata sull’ospedale psichiatrico ad una organizzazione complessa territoriale, il DSM svolge le seguenti funzioni in modo così articolato: Centro di Salute Mentale (CSM): garantisce visite ambulatoriali e domiciliari, psicoterapia, terapia farmacologica, attività riabilitative e consulenze specialistiche Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura(SPDC): collocato negli ospedali generali, accoglie i pazienti in regime di ricovero sia obbligatorio che volontario

49 Le articolazioni organizzative della Azienda USL: il Dipartimento di Salute Mentale
Il Day Hospital, che rappresenta una forma di assistenza semi-residenziale per prestazioni diagnostiche e terapeutico-riabilitative per trattamenti a breve termine Il centro diurno, struttura semiresidenziale aperta almeno 8 ore al giorno per 6 giorni della settimana, per prestazioni terapeutico-riabilitative Le strutture residenziali, che dovrebbero fornire assistenza ai pazienti più gravi in vista di un reinserimento sociale

50 L’articolazione della Azienda USL

51 Le articolazioni organizzative della Azienda USL: il Dipartimento di Prevenzione
Il Dipartimento di Prevenzione rappresenta la struttura operativa dell’azienda USL che garantisce la tutela della salute collettiva e sanità pubblica. Persegue inoltre obiettivi di promozione della salute, prevenzione delle malattie e delle disabilità, miglioramento della qualità della vita. Il Dipartimento di Prevenzione opera nell’ambito del Piano attuativo locale, è dotato di autonomia organizzativa e contabile ed è organizzato in centri di costo e responsabilità.

52 Le articolazioni organizzative della Azienda USL: il Dipartimento di Prevenzione
Il Dipartimento si occupa di: Profilassi delle malattie infettive e parassitarie Sorveglianza e prevenzione nutrizionale Tutela della collettività dai rischi sanitari degli ambienti di vita, anche con riferimento agli effetti degli inquinanti ambientali Tutela della collettività e dei singoli dai rischi infortunistici e sanitari connessi agli ambienti di lavoro Sanità pubblica veterinaria ( sorveglianza epidemiologica delle popolazioni animali, profilassi delle malattie infettive e parassitarie, farmacovigilanza Tutela igienico sanitaria degli allevamenti

53 Le articolazioni organizzative della Azienda USL: il Dipartimento di Prevenzione
La struttura organizzativa del Dipartimento di Prevenzione deve prevedere specifiche strutture organizzative dedicate a: Igiene e Sanità pubblica Igiene degli alimenti e della nutrizione Prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro Sanità animale Igiene della produzione, conservazione, trasporto e commercializzazione di alimenti di origine animale e derivati Igiene degli allevamenti

54 L’articolazione della Azienda USL

55 Il Distretto Il Distretto è l’articolazione della azienda USL che ha lo scopo di garantire l’assistenza sul territorio. In generale tali strutture debbono servire una popolazione minima di almeno persone, ma le Regioni, in considerazione delle caratteristiche geomorfologiche e demografiche del territorio, possono disporre criteri diversi. Il Distretto ha contabilità separata all’interno del bilancio AUSL ed è dotato di autonomia tecnico-gestionale ed economico amministrativa nell’ambito delle risorse ad esso assegnate. Queste vengono attribuite in funzione e proporzione degli obiettivi di salute e della popolazione utente.

56 Il Distretto: servizi e funzioni
L’assistenza primaria, compresa la continuità assistenziale, ambulatoriale e domiciliare, Medici di Medicina Generale, Pediatri di Libera Scelta, servizi di guardia medica notturna e festiva. L’assistenza specialistica ambulatoriale Le attività ed i servizi di cura e prevenzione delle tossicodipendenze (SERT) Le attività o i servizi consultoriali per la salute dell’infanzia, della donna e della famiglia Le attività o i servizi rivolti agli anziani o disabili

57 Il Distretto: servizi e funzioni
Le attività e i servizi di assistenza domiciliare integrata Le attività e i servizi per le patologie da HIV e per le patologie in fase terminale L’erogazione di prestazioni sanitarie a rilevanza sociale Trovano inoltre collocazione funzionale nel Distretto le articolazioni organizzative dei Dipartimenti di salute mentale e prevenzione.

58 L’articolazione della Azienda USL


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