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Concetti Generali e Strategie di utilizzazione

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Presentazione sul tema: "Concetti Generali e Strategie di utilizzazione"— Transcript della presentazione:

1 Concetti Generali e Strategie di utilizzazione
Modellazione degli Indicatori di Prestazione nell’ambito del Sistema Idrico Integrato Concetti Generali e Strategie di utilizzazione

2 Sommario (1^parte) Il Sistema Idrico Integrato
L’industria dell’acqua (efficienza e qualità del servizio al minor costo possibile) Cosa sono gli Indicatori di Prestazione (PIs) Perché si utilizzano i PIs Alcuni esempi di PIs La prospettiva internazionale IWA – International Water Association Esperienza inglese La prospettiva italiana (Legge Galli)

3 Sommario (2^parte) Le rotture nei sistemi idrici
Evoluzione della modellizzazione delle rotture Un esempio applicativo: i tassi di rottura nelle reti idriche (acquedotti e fognature) Applicazione dei modelli in schemi di riabilitazione multi-obiettivo

4 Il Sistema Idrico Integrato
Acqua di Falda Serbatoi Laghi o Sorgenti Utenza Potabilizzatore Pompaggio Acquedotto

5 Il Sistema Idrico Integrato
Pioggia Depurazione Fogna Mista Recettore finale Fogna Nera Fognatura

6 Il Servizio Idrico Integrato
Gestione

7 Il Servizio Idrico Integrato
Manutenzione

8 Il Servizio Idrico Integrato
Riduzione delle perdite

9 Il Servizio Idrico Integrato
Costruzione

10 Il Servizio Idrico Integrato
Salvaguardia

11 L’Industria dell’acqua
Consumatori Soggetti indiretti Enti di controllo Associazioni di tutela Autorità politiche Enti Gestori Istituti di credito

12 L’Industria dell’acqua
Obiettivi di gestione Il raggiungimento del più alto livello di soddisfazione del cliente e di qualità del servizio in linea con i regolamenti vigenti e con la salvaguardia delle risorse. Fornire adeguati livelli di servizio ai consumatori, nel rispetto delle politiche regionali e nazionali; Ottenere la produttività più alta possibile dalle risorse umane a disposizione, rispettandone le aspirazioni professionali; Ottimizzare l’uso delle risorse idriche e naturali; Utilizzare al meglio le risorse finanziarie; Programmare, costruire, manutenere e far operare nella maniera più efficace ed efficiente possibile le reti idriche.

13 Gli Indicatori di Prestazione
Per raggiungere gli obiettivi di gestione, gli enti gestori hanno bisogno di impegnarsi per il raggiungimento di un più alto grado di efficienza ed efficacia. Efficienza: capacità di utilizzare in maniera ottimale la risorsa idrica per produrre il servizio. Efficacia: capacità di raggiungere determinati obiettivi specifici, definiti realisticamente. Un Indicatore di Prestazione (PI) è la misura quantitativa di un particolare aspetto delle prestazioni o degli standard di servizio di un Gestore. I PIs sono utili nel monitoraggio e nella valutazione dell’efficienza e dell’efficacia della gestione, che altrimenti sarebbero operazioni molto complesse.

14 Gli Indicatori di Prestazione
Aiutano i manager a dare maggiore qualità e tempestività alle proprie decisioni; Permettono un facile riscontro degli effetti delle decisioni gestionali; Sottolineano i punti di forza e debolezza della rete, consentendo l’identificazione delle misure correttive per migliorare la produttività e le procedure; Facilitano l’implementazione di procedure di riferimento, sia internamente al gestore, che esternamente per effettuare confronti tra diversi gestori; Forniscono solide basi tecniche per controllare le operazioni del gestore e prevedere gli effetti delle raccomandazioni messe in pratica a seguito di un determinato controllo

15 Gli Indicatori di Prestazione
Forniscono una base comune per comparare le prestazioni degli Enti Gestori e identificare le possibili misure correttive; Supportano la formulazione di politiche per il settore idrico nell’ambito della gestione integrata delle risorse idriche, includendo la localizzazione delle risorse, degli investimenti e lo sviluppo di nuovi strumenti di regolamentazione; Forniscono degli strumenti chiave di monitoraggio per la salvaguardia degli interessi del consumatore, nelle situazioni di monopolio del servizio, e per verificare il raggiungimento degli obiettivi sottoscritti dal Gestore

16 Gli Indicatori di Prestazione
Forniscono assistenza nel valutare le priorità di investimento, per selezionare i progetti e così via Forniscono i mezzi per tradurre processi complessi in informazioni facili da comprendere, potendo percepire la misura della qualità del servizio fornito Organizzazioni sovra-nazionali: Forniscono un “linguaggio” appropriato per identificare le principali asimmetrie tra regioni del mondo, e le loro cause ed evoluzioni, quindi consentendo la definizione delle opportune strategie

17 La prospettiva internazionale
A livello internazionale l’International Water Association (IWA) sta cercando di fornire le linee guida per definire delle procedure di gestione ottimale delle reti e delle risorse idriche attraverso l’uso dei PIs. Creare una struttura coerente di PIs che permetta in futuro il confronto tra gestori, in modo da promuovere lo scambio di informazioni ed i miglioramenti nelle prestazioni gestionali; Creare un gruppo coerente di PIs da cui poter estrarre dei sottogruppi in relazione ad esigenze specifiche, utilizzabili dalle autorità di controllo; Creare un “linguaggio” comune di riferimento che supporti i Gestori nella definizione di strumenti di gestione basati sull’uso dei PIs.

18 La prospettiva internazionale
L’IWA individua 4 livelli di definizione dei PIs: PIs che forniscono un quadro generale dell’efficienza e della efficacia della gestione dell’azienda; PIs che forniscono informazioni più approfondite rispetto a quelle fornite dal livello 1; PIs che forniscono una grande quantità di dettagli specifici, ma ancora relativi ad un livello di gestione generale; PIs che approfondiscono ancor più le informazioni rispetto al livello 3, ma che sono utilizzabili a livello di distretto (sotto-area della singola rete) e possono diversificarsi tra i diversi gestori.

19 La prospettiva internazionale
Mains Failures Mains Rehabilitations Livello 1 Service Connections Failures Service Connections Rehabilitations Mains relining Hydrant Failures Replaced mains Livello 2 Replaced valves Power Failures Pump replacement

20 La prospettiva internazionale
Risorse idriche: inefficienza dell’uso delle risorse idriche (perdite reali/acqua estratta e acquistata) [%] Personale: numero di operatori per migliaia di connessione Potabilizzazione: utilizzo dei potabilizzatori (massimo volume giornaliero potabilizzato/massima capacità di potabilizzazione disponibile) [%] Perdite idriche: perdite idriche per connessione all’anno Contabilizzazione: Efficienza delle letture (numero delle letture corrette/numero dei contatori x la frequenza di lettura)[%] Servizio: Copertura della popolazione [%] Continuità del servizio [% ore di servizio] Qualità del servizio: Numero annuo di reclami per connessione Qualità dell’acqua: Numero di controlli annui/controlli obbligatori per legge Costi di gestione: Costi operativi unitari [$/mc] Efficienza: Rapporto di copertura totale dei costi (ricavi annui/costi annui)

21 La prospettiva internazionale
Categorie di PIs (IWA) Numero totale Risorse idriche 2 Personale 22 Strutturali 12 Operativi 36 Qualità del servizio 25 Finanziari Totale 133

22 La prospettiva internazionale
L’interpretazione delle prestazioni dell’Ente Gestore non può prescindere dal contesto in cui egli opera e dalle sue proprie peculiarità organizzative interne. Le caratteristiche delle infrastrutture (reti, serbatoi, ecc.) e della regione in cui si opera sono elementi importanti nel confronto tra gestori per meglio comprendere il contesto demografico, economico, geografico e ambientale. Informazioni contestuali Profilo dell’Ente Gestore Caratteristiche delle infrastrutture Profilo territoriale

23 La prospettiva internazionale
Profilo dell’Ente Gestore Personale Impiegato Costi operativi Caratteristiche delle infrastrutture Età delle condotte Pressione di servizio Materiali Diametri Connessioni di utenze Profilo territoriale Densità di popolazione Altimetria

24 La prospettiva internazionale
LA PRIVATIZZAZIONE DELL’INDUSTRIA DELL’ACQUA IN GRAN BRETAGNA 1989: Water Act – Privatizzazione Nomina di un ente di regolamentazione economica (OFWAT); Il compito principale di OFWAT è quello di fissare i limiti di prezzo per controllare i ricavi delle aziende; OFWAT tutela gli interessi degli utenti; OFWAT ha realizzato dei comitati locali di Assistenza Clienti indipendenti per la loro rappresentazione (WaterVoice) Nel novembre 1989 vengono messe in vendita dieci aziende di gestione di acquedotti e fognature. Successivamente il governo ha emesso normative relative alla tutela ambientale e alla regolamentazione della concorrenza.

25 La prospettiva internazionale
Gli obiettivi della WATER ACT Limitazione nell’uso dell’acqua; Riduzione della pressione d’esercizio; Continuità del servizio di fornitura; Limitazione degli allagamenti da rigurgito fognario; Soddisfacimento dei reclami dell’utenza; Riduzione dei tempi di attesa telefonica; Aumento della percentuale di bollette determinate su lettura reale. I risultati vengono pubblicati annualmente dall’OFWAT in Inghilterra e Galles

26 La prospettiva internazionale
Come hanno reagito gli Enti Gestori Inglesi Valutazione dei processi operativi esistenti; Preparazione delle misure di miglioramento; Applicazione di modelli di simulazione delle reti; Gestione delle perdite; Gestione integrata delle reti idriche; Pianificazione della riabilitazione; Ottimizzazione dei costi operativi e degli investimenti; Priorità di investimento determinata a partire dalla valutazione del rischio (criticità);

27 La prospettiva internazionale
Fonte Ofwat

28 La prospettiva internazionale
Fonte Ofwat

29 La prospettiva internazionale
Fonte Ofwat

30 La prospettiva italiana
LEGGE 5 GENNAIO 1994, N. 36 (LEGGE GALLI) Salvaguardia delle risorse idriche; Rispetto per le aspettative delle future generazioni; Tutela degli utenti finali; Controllo delle tariffe; Adeguati ed omogenei “standard” di servizio; Dinamicità di gestione; Creazione di una moderna industria dell’acqua;

31 La prospettiva italiana
LEGGE 5 GENNAIO 1994, N. 36 (LEGGE GALLI) Separazione Funzioni di Controllo e Programmazione da quelle di Gestione del Servizio; Definizione di Ambiti Territoriali Ottimali (A.T.O.); Definizione del Servizio Idrico Integrato (S.I.I.); Risparmio – Rinnovo – Riuso dell’Acqua; Gestione efficiente, efficace, economica; Tariffa adeguata alla integrale copertura costi e investimenti; Redazione di un Piano di Ambito (per circa 20/30 anni);

32 La prospettiva italiana
LIVELLI DI SERVIZIO – Acquedotti (DPCM 4 marzo 1996) Dotazione pro-capite giornaliera alla consegna, non inferiore a 150 l/ab giorno (volume attingibile dall'utente nelle 24 ore); Portata minima erogata al punto di consegna non inferiore a 0,10 l/s; Un carico idraulico di 5 m, misurato al punto di consegna, relativo al solaio di copertura del piano abitabile più elevato; Un carico massimo riferito al punto di consegna rapportato al piano stradale non superiore a 70 m; I dispositivi di sollevamento eventualmente installati dai privati debbono essere idraulicamente disconnessi dalla rete di distribuzione; dotazione pro-capite non potabile minima 50 l/ab giorno; Qualità delle acque potabili (D.P.R. 24/5/88 n. 236); Controlli qualitativi (al punto di consegna utente); Misurazione utenze collettive (D.P.R. 23/08/82 n. 854);

33 La prospettiva italiana
LIVELLI DI SERVIZIO – Depurazione (DPCM 4 marzo 1996) Obbligo di fognatura separata per le nuove urbanizzazioni e per i rifacimenti; Immissioni in fogna (pozzetti di allaccio sifonati ed areati); Fognature nere (reflui + acque di prima pioggia); Drenaggio urbano (Tr = 5 anni); Allaccio in fogna (controllo sulle acque immesse nella fognatura); Servizio di depurazione (L. 152/99, D.C.I 4/02/77); Piano di emergenza (approvato dall‘A.T.O., interventi sulla rete fognaria e sugli impianti di depurazione limitando al massimo i disservizi e tutelando la qualità dei corpi ricettori).

34 La prospettiva italiana
Qualità del servizio (DPCM 4 marzo 1996) Continuità del servizio: 24 ore su 24 e in ogni giorno dell'anno, salvo i casi di forza maggiore, reperibilità 24 ore su 24, prestazioni di primo intervento, riparazione di guasti ordinari, controllo dell'evoluzione quantitativa e qualitativa delle fonti di approvvigionamento, piano di gestione delle interruzioni; Crisi idrica quantitativa: obbligo di informazione degli Enti Locali e proposta delle misure da adottare durante la crisi; Dotazione: costituisce riferimento pianificatorio da prendersi a base per la quantificazione della risorsa da rendere disponibile e per la pianificazione delle infrastrutture (Bilancio Idrico); Captazione e adduzione (D.P.R. n. 236/88): Il numero e la potenzialità delle risorse devono assicurare un ragionevole livello di certezza di soddisfacimento del fabbisogno; Perdite: tempi e investimenti; Servizio antincendio, fontane, ecc.

35 La prospettiva italiana
Qualità del servizio (DPCM 4 marzo 1996) Obbligo di dotarsi di un laboratorio di analisi; Segnalazione guasti (servizio telefonico 24 ore su 24); Servizio informazioni obbligatorio (call center e sportelli pubblici); Pagamenti (modalità, morosità dell'utente); Informazione agli utenti; Reclami (risposta scritta ai reclami degli utenti); Penali (convenzione gestore-autorità); Lettura e fatturazione (due volte all'anno); Sistema di Qualità: obbligatorio oltre i abitanti, con un idoneo Sistema Informativo Territoriale, e atto a consentire nel modo più efficace le manovre sul sistema, gli interventi di riparazione, la manutenzione programmata e l'aggiornamento della situazione patrimoniale dei cespiti; Piano di manutenzione programmata e di rinnovi tali da garantire il continuo mantenimento in efficienza del sistema affidato al gestore.

36 Le rotture nelle reti idriche

37 Le rotture nelle reti idriche
San Francisco

38 Le rotture nelle reti idriche

39 Le rotture nelle reti idriche

40 Le rotture nelle reti idriche
Deterioramento strutturale Deterioramento idraulico Costi diretti Riparazione della rottura, acqua persa, danni diretti alle proprietà, ecc. Costi indiretti Perdita di produzione, deterioramento delle strade e delle infrastrutture adiacenti, ecc. Costi sociali disagi, insalubrità, interruzioni del servizio, interruzione del traffico e delle altre attività produttive connesse Hydraulic and water quality failures that are not related to pipe structural failure carry costs that are mainly in the realm of indirect or social costs, e.g., loss of production, fire extinguishing, quality of life, etc. In general, we cannot spot-repair a hydraulic or a water quality failure in the same sense that a ruptured pipe is repaired. Hydraulic and water quality failures usually point to deficiencies that have to be addressed on a wider scale, such as cleaning, scrubbing, lining (non-structural) or out-right replacing various components of the network. Indirect costs may require much more effort, and social costs are often the most difficult to describe and assess. Consequences of hydraulic failures are rarely assessed, except when fire liability is concerned. Consequences of water quality failures receive increasing attention because of media exposure. Magnitude of failure consequence is random event – no two failures are alike! Small mains: no collateral damage and no big fanfare! Large mains: rare events and utilities do not keep damage costs.

41 Le rotture nelle reti idriche
Verifica/soddisfacimento dei LIVELLI DI SERVIZIO Necessità di riabilitare le condotte in opera nelle reti idriche cittadine: Sostituzione integrale (replacement); Riparazione/Ripristino (refurbishment); Rigenerazione (relining); Limitate risorse economiche; Necessità di pianificare gli interventi/investimenti; Conoscenza delle priorità di intervento nella rete; Bilancio/ottimizzazione tra costi e benefici;

42 Rotture negli acquedotti
Condotte di adduzione (grande diametro - oltre 300 mm) Strategia di prevenzione del rischio Ispezioni periodiche; Uso di modelli fisici; Distribuzione urbana (piccolo diametro - max 250 mm) Modellazione del deterioramento della rete per gestire il rischio Uso di PIs affidabili Numero delle rotture (BR) Tasso di rottura al km

43 Rotture nelle fognature
Costi di manutenzione e riabilitazione vs. Verifica livelli di servizio Selezione dei TRONCHI “CRITICI” Ispezioni periodiche Pianificazione degli interventi a breve/lungo termine PERFORMANCE INDICATORS (PIs) Dati disponibili: Interventi registrati COLLASSI (CL) BLOCCHI (BL)

44 Modellazione delle rotture
Fattori fisici che influenzano le rotture Fattori Ambientali Clima/precipitazioni; Tipologia di suolo; Carico dinamico (traffico); Sollecitazioni esterne; Profondità di posa; Fattori Operativi Pressione di esercizio (acquedotti); Tasso di sostituzione; Protezione catodica (acquedotti); Fattori Strutturali Invecchiamento della condotta; Diametro; Materiale; Lunghezza della condotta; Numero di connessioni; Pendenza media (Fognature) Variabili nel tempo Spesso non disponibili Registrati a livello di tronco

45 Modellazione delle rotture
Bathtub curve – curva a “vasca da bagno”

46 Evoluzione della modellizzazione delle rotture
Caratteristiche tipiche dei dati disponibili Qualità dei dati Dati mancanti o inaffidabili relativi alle caratteristiche strutturali delle condotte e all’ambiente circostante (terreno di posa, carichi dinamici) Bassa probabilità di rottura Brevi periodi di registrazione dei dati Nessun evento di rottura registrato per la maggior parte delle condotte Difficoltà di stimare il tasso di rottura per ogni singola condotta Selezione dei dati Suddivisione in classi omogenee

47 Evoluzione della modellizzazione delle rotture
I modelli statistici usano le serie storiche delle rotture per identificare: Probabilità di rottura; Tassi di rottura annuali; Numero di rotture in un certo orizzonte temporale; “Vita utile” di esercizio della tubazione; Intervallo tra due rotture successive; Le tendenze previste si assume continuino nel futuro Pianificazione degli interventi di sostituzione/manutenzione

48 Evoluzione della modellizzazione delle rotture
I modelli statistici si distinguono Modelli deterministici prevedono i tassi di rottura usando due o tre parametri basati sull’età della condotta e sulle serie storiche delle rotture. La popolazione delle condotte analizzate è suddivisa in gruppi omogenei rispetto agli altri fattori al fine di descrivere con i due o tre parametri suddetti le relazioni esistenti; Modelli probabilistici multi-variabili considerano diverse variabili di influenza nelle relazioni tra le rotture riducendo la necessità di suddividere le condotte in gruppi omogenei. Sono particolarmente indicati per l’applicazione a singole condotte con l’obiettivo di identificare ed associare una priorità di intervento per la sostituzione delle stesse; Modelli probabilistici mono-variabili usano elaborazioni di tipo probabilistico su dati suddivisi in gruppi per ottenere l’aspettativa di vita di una condotta, la probabilità di rottura e l’analisi probabilistica del fenomeno di raggruppamento (clustering) delle rotture secondo uno o più proprietà.

49 Modelli deterministici Esponenziali nel tempo

50 Modelli deterministici Esponenziali nel tempo
Shamir e Howard (1979) Modella il numero di rotture per Km per anno; E’ determinato per gruppi omogenei; Ammette che un tubo nuovo abbia un tasso di rottura; Assume l’ipotesi che le rotture siano uniformemente distribuite all’interno di un gruppo omogeneo; Richiede molta attenzione della suddivisione in gruppi; Hanno proposto anche un approccio per valutare il momento ottimale di sostituzione:

51 Modelli deterministici Esponenziali nel tempo
Walski e Pelliccia (1982) Migliorano il modello esponenziale aggiungendo due fattori addizionali: le rotture precedenti e i diversi tassi di rottura osservati in condotte di ghisa; Clark et al., (1982) Definiscono un modello esponenziale a due fasi: Prima rottura (relazione lineare); Successive rotture (relazione esponenziale); L’ipotesi lineare per la prima rottura non da buoni risultati; In genere il modello non fornisce risultati confortanti;

52 Modelli deterministici Lineari nel tempo
McMullen (1982) Definisce un modello lineare molto specifico che lavora con dati molto particolari: Resistività del suolo; pH del suolo; Potenziale Redox del suolo; Lavora solo sulla previsione della prima rottura;

53 Modelli deterministici Lineari nel tempo
Kettler e Goulter (1985) Elaborano un modello lineare che mette in relazione il numero di rotture e l’età della condotta, lavorando su gruppi omogenei; I dati sono pochi (10 anni di monitoraggio); basta un “outliner” per determinare risultati non eccelsi; Rilevano un’inversa proporzionalità tra diametri e rotture; Richiede molta attenzione della suddivisione in gruppi; Assume l’ipotesi che le rotture siano uniformemente distribuite all’interno di un gruppo omogeneo;

54 Modelli deterministici Lineari nel tempo
Jacobs e Kerney (1994) Eseguono una regressione lineare su tubazioni aventi stesso materiale (ghisa) e stesso diametro (150 mm) considerando solo rotture indipendenti; Suddividono i dati in tre classi di età; Considerano come influenti l’età e la lunghezza del tubo; Approccio non generalizzabile, visto che le rotture indipendenti sono uniformemente distribuite; I fattori influenti assunti sono adatti solo alla modellazione di rotture indipendenti;

55 Modelli Probabilistici Multi-Variabili

56 Modelli Probabilistici Multi-Variabili
Cox (1972) Modella il rischio istantaneo di rottura h(t,Z), ossia le rotture previste in un intervallo di tempo (prossimo anno); Assume un vettore di fattori di influenza; Assume la funzione di base h0(t), interpretabile come la componente legata all’invecchiamento; Marks et al., (1985) Modella l’intervallo tra due rotture consecutive; Assume la funzione di base h0(t) parabolica, assimilabile alla “bathtube curve” (28 anni);

57 Modelli Probabilistici Multi-Variabili
Andreou et al., (1987) - Marks et al., (1987) Sviluppano un modello che include due fasi di rottura: Prima fase – poche rotture => h0(t) = parabolica; Seconda fase – molte rotture => h0(t) =1; Anche se ridotto il ricorso alla suddivisione in gruppi è ancora necessario; L’ipotesi per la seconda fase di Andreou contraddice il significato di invecchiamento, mentre la prima fase si riferisce ai primi due tratti della “bathtub cirve”; Richiede notevole esperienza per preparare i dati e interpretare i risultati; Più dati si hanno e maggiore è l’efficacia del modello;

58 Modelli Probabilistici Multi-Variabili
Constantine e Darroch (1993) - Contantine et al., (1996) Il modello assume che la probabilità di rottura cumulativa è equivalente alla funzione di distribuzione cumulativa di Weibull; Lavorano su gruppi omogenei e assumono un fattore di scala dipendente dai fattori di influenza; I fattori ambientali e operativi non influenzano le rotture alla stessa maniera per tutti i tipi di condotte; Anche se ridotto il ricorso alla suddivisione in gruppi è ancora necessario; Richiede notevole esperienza per preparare i dati e interpretare i risultati, e molto dati per garantire l’efficacia del modello;

59 Modelli Probabilistici Multi-Variabili
(Kleiner e Rajani, 2003) Considerano condotte di piccolo diametro, con fattori di influenza di tipo statico (materiale, diametro, terreno di posa, ecc.) e fattori di tipo dinamico, dipendenti dal tempo, (condizioni climatiche, umidità del suolo, pressione di esercizio, protezione catodica ecc.); Il modello è applicato a gruppi di condotte che presentano un tasso di deterioramento omogeneo La validazione del modello proposto rappresenta un problema per il fatto che solo pochi gestori di servizi idrici sono in possesso di serie storiche sufficienti.

60 Modelli Probabilistici Mono-Variabili

61 Modelli Probabilistici Mono-Variabili
Goulter e Kazemi (1988) – Goulter et al., (1993) In conseguenza di una riparazione si verificavano a breve termine e nei dintorni del punto di intervento un certo numero di rotture: Condizioni del suolo deteriorate dalla fuoriuscita d’acqua; Gli interventi d’inverni espongono le tubazioni a shock termici; La riparazione indebolisce le tubazioni limitrofe; Definiscono dei criteri spaziali e temporali per la formazione dei gruppi, con una funzione di probabilità non omogenea di Poisson; La procedura è iterativa; Il metodo non sembra generalizzabile ad altre città; Meglio se accoppiato ad altri metodi per produrre previsioni; I dati richiesti (localizzazione della riparazione) non sono sempre disponibili;

62 Modelli probabilistici evolutivi
Giustolisi e Savic (2004) Modello aggregato (x classi) Previsioni di rotture (a livello di tubo) Ipotesi Condotte simili (stessa classe) hanno lo stesso tasso di rottura [BR/km]

63 Modelli probabilistici evolutivi
Classificazione delle condotte: Diametro – Età (1 anno)

64 Modelli probabilistici evolutivi
Classificazione Condotte: Diametro – Età Dei Lp1 Lp2 Lpk Lpn Lti Dei : Diametro Lti : Somma delle lunghezze Npi : Numero delle condotte nella classe Aei : Età di servizio delle condotte Pri : Somma delle connessioni private Bri : Somma delle rotture registrate Caratteristiche della classe

65 Modelli probabilistici evolutivi
CASO STUDIO – UK Acquedotto Anni di posa delle condotte Dal 1908 al 2000 Diametri da 32 mm a 250 mm Lunghezza totale m Utenze connesse 4.898 Numero di condotte 1.868 I dati provengono da un Ente Gestore Inglese, registrati dal 1986 al 1999, a livello di tubo Molte Water Quality Zones (WQZ) Modellazione dei dati di una sola WQZ

66 Modelli probabilistici evolutivi
Obiettivo: numero totale delle rotture nelle varie classi Input: caratteristiche strutturali delle condotte in formato numerico Formule esplicite (simboliche) EPR seleziona 3 input (su 5) L’età e la lunghezza delle condotte sono proporzionali al numero delle rotture; gli studi precedenti confermano che i diametri più piccoli vanno incontro a maggiori rotture.

67 Modelli probabilistici evolutivi
CASO STUDIO – UK Fognatura Dati disponibili per i singoli tronchi lunghezza diametro materiale tipo di servizio (fogna nera, bianca o mista) profondità di posa pendenza Classificazione per: Diametro (De) Profondità di posa (mD) Pendenza (S) COLLASSI CL = CL (De, mD, Lt, Np) PERFORMANCE INDICATORS BLOCCHI BL = BL (De, S, Lt, Np)

68 Modelli probabilistici evolutivi
Classi: diametro (De) – profondità di posa (mD) COLLASSI Modello EPR selezionato:

69 Modelli probabilistici evolutivi
BLOCCHI Classi: diametro (De) – pendenza (S) Modello EPR selezionato: S H Lm

70 Schemi di riabilitazione multi-obiettivo
Modelli di previsione delle rotture (1 anno) Ottimizzazione costi/benefici Quali condotte sostituire ??? Quanto costano ??? Dove si trovano queste condotte ??? Ottimizzazione Multi-obiettivo Una ottimizzazione multi-obiettivo fornisce supporto alla decisione, non modella il processo decisionale

71 Schemi di riabilitazione multi-obiettivo
Funzioni Obiettivo Costi di sostituzione delle condotte (investimenti) calcolati da una formula sperimentale derivata da uno studio italiano del 1999 Ogni singolo costo è stato diviso per il costo di sostituzione dell’intera rete idrica. La riduzione delle rotture (benefici) sono valutate come il rapporto tra le perdite totali attese in caso di intervento e le perdite totali attese in caso di non intervento (fissato un orizzonte temporale di 1 anno)

72 Schemi di riabilitazione multi-obiettivo
Modelli di previsione delle rotture (1 anno) numero delle rotture previste per la classe (Cl) Lunghezza totale delle condotte nella classe (Cl) Lunghezza della singola condotta numero delle rotture previste per ogni condotta nella classe (Cl) e per l’orizzonte temporale (PH)

73 Schemi di riabilitazione multi-obiettivo
nessuna informazione di priorità sulle condotte da riabilitare; un insieme di schemi di sostituzione con benefici simili ma variazioni di spesa significative; assume che l’investimento relativo ad uno schema riabilitativo avvenga contemporaneamente

74 Schemi di riabilitazione multi-obiettivo
Riduzione delle rotture (benefici) Condotte ordinate secondo la loro criticità Costi di sostituzione

75 Schemi di riabilitazione multi-obiettivo
Nuovo fronte delle soluzioni costruito a partire dalla probabilità di sostituzione di ogni condotta

76 Schemi di riabilitazione multi-obiettivo
La procedura può essere ripetuta annualmente (o con altri orizzonti di previsione) realizzando una pianificazione dinamica


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