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Lolita: Genesi e storia del testo

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Presentazione sul tema: "Lolita: Genesi e storia del testo"— Transcript della presentazione:

1 Lolita: Genesi e storia del testo
Anticipazioni o germi del romanzo si trovano in: Una poesia del 1928, Lilith Un brano del romanzo Il dono (1937) Soprattutto in un racconto scritto in russo a Parigi nel 1939, L’incantatore: Nabokov lo definisce “una specie di pre-Lolita” Creduto distrutto, viene ritrovato da Nabokov tra le sue carte nel 1959 e pubblicato Nel 1949, a Ihaca (NY), Nabokov riprende l’idea e la sviluppa, in un romanzo che inizialmente si intitola The Kingdom by the Sea La stesura viene ultimata, dopo molte interruzioni, nella primavera del 1954

2 Lolita: Genesi e storia del testo
Settembre 1955: Dopo essere stato rifiutato da quattro editori americani, Lolita viene pubblicato a Parigi dall’Olympia Press, diretta da Maurice Girodias Dicembre 1955: Graham Greene pubblica un articolo sul “Sunday Times” in cui esalta il romanzo e lo raccomanda ai lettori, definendolo uno dei migliori del 1955 John Gordon, sul “Sunday Express”, reagisce indignato e definisce Lolita “il libro più osceno che abbia mai letto. Si tratta di pornografia senza freni… Chiunque si assumesse il rischio di pubblicarlo o venderlo qui andrebbe certamente in prigione”.

3 Lolita: Genesi e storia del testo
Scoppia uno scandalo, il cosiddetto Affaire Lolita Si susseguono dibattiti e polemiche Il Ministero degli interni inglese fa sequestrare alcune copie del romanzo introdotte in Inghilterra Il Ministero dell’Interno francese manda la polizia a fare un’irruzione nella casa editrice, poi - il 20 dicembre proibisce la vendita e la circolazione del romanzo Girodias pubblica un opuscolo contro la censura, intitolato L’Affaire Lolita: Défense de l’écrivain

4 Lolita: Genesi e storia del testo
Contestualmente, si allenta il controllo censorio negli Stati Uniti e vari editori americani incominciano a interessarsi al romanzo Estate 1957: Una rivista di New York, la “Anchor Review”, pubblica un ampio stralcio di Lolita, accompagnato dalla postfazione di Nabokov, On a Book Entitled “Lolita” Agosto 1958: Il libro viene pubblicato in volume dall’editore Putnam, con enorme successo di pubblico ( copie vendute nelle prime tre settimane).

5 Lolita: Genesi e storia del testo
Il romanzo avrà un’ampia fortuna e darà vita a una discendenza di opere, tra le quali: 1962: Il film di di Stanley Kubrick (con James Mason, Shelley Winters, Peter Sellers e Sue Lyon nella parte di Lolita). Nabokov scrive una sceneggiatura, che però viene usata solo in minima parte dal regista 1997: Seconda trasposizione cinematografica, di Adrian Lyne (con Jeremy Irons, Dominique Swain, e Melanie Griffith) 1971: Musical (librettista Alan Jay Lerner, compositore John Barry), con il titolo Lolita, My Love Varie riduzioni teatrali (1982, di Edward Albee; 2003, Victor Sobchak)

6 Lolita, Incipit Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta. Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita. Lolita, light of my life, fire of my loins. My sin, my soul. Lo-lee-ta: the tip of the tongue taking a trip of three steps down the palate to tap, at three, on the teeth. Lo. Lee. Ta. She was Lo, plain Lo, in the morning, standing four feet ten in one sock. She was Lola in slacks. She was Dolly at school. She was Dolores on the dotted line. But in my arms she was always Lolita.

7 Edgar Allan Poe, Annabel Lee
It was many and many a year ago, In a kingdom by the sea, That a maiden there lived whom you may know By the name of ANNABEL LEE; And this maiden she lived with no other thought Than to love and be loved by me. I was a child and she was a child, In this kingdom by the sea; But we loved with a love that was more than love- I and my Annabel Lee; With a love that the winged seraphs of heaven Coveted her and me. […]

8 Nabokov, Intervista del 1964 (su “Playboy”)
“Per la mia ninfetta avevo bisogno di un diminutivo che suonasse come un motivetto pieno di lirismo. Una delle lettere più luminose è la “L”. Il suffisso “-ita” trabocca di tenerezza latina, e a me serviva anche questa. Dunque: Lolita. […] Un altro motivo è stato il gradevole mormorio che si può cogliere nel nome originario, nella sorgente da cui scaturisce “Lolita”: le rose e le lacrime di “Dolores” [il nome allude alla radice latina dolor e, tradizionalmente, alla Vergine Maria]. Dovevo tener conto dello straziante destino della mia ragazzina, oltre che della sua grazia e limpidezza. Dolores le offriva anche un altro diminutivo, più semplice, più familiare e più infantile: Dolly [notare l’assonanza con doll, “bambola”], che si associava bene al cognome “Haze”, nel quale le brume irlandesi si fondono con una coniglietta tedesca – voglio dire, con una piccola lepre tedesca [haze in inglese significa “foschia”, “nebbia leggera”. “Lepre” è hase in tedesco e hare in inglese]” (43).

9 Lolita, Incipit Did she have a precursor? She did, indeed she did. In point of fact, there might have been no Lolita at all had I not loved, one summer, a certain initial girl-child. In a princedom by the sea. Oh when? About as many years before Lolita was born as my age was that summer. You can always count on a murderer for a fancy prose style. Ladies and gentlemen of the jury, exhibit number one is what the seraphs, the misinformed, simple, noble-winged seraphs, envied. Look at this tangle of thorns. It was many and many a year ago, In a kingdom by the sea, That a maiden there lived whom you may know By the name of Annabel Lee […] I was a child and she was a child, In this kingdom by the sea; But we loved with a love that was more than love- I and my Annabel Lee; With a love that the winged seraphs of heaven Coveted her and me. […] The Angels, not half so happy in Heaven Went envying her and me.

10 Maurice Couturier, Roman et censure, ou la mauvaise foi d’Eros (1996)
Ha coniato l’espressione Mode poérotique (poétique+érotique) per definire la miscela di erotismo e dimensione poetica su cui è costruito il romanzo: “Lolita è forse uno dei romanzi più sconvolgenti di questo secolo: racconta la storia, a priori totalmente immorale, di un uomo adulto che si innamora follemente di una ragazzina di dodici anni, una ninfetta come dice, con la quale intrattiene per circa due anni delle relazioni sessuali. […] Ciò che rende questo romanzo particolarmente sconvolgente è il fatto che la perversione sessuale sia travestita con gli strumenti poetici più sofisticati e che il maestro di virtù sia, in fin dei conti, il perverso stesso divenuto narratore”.

11 Solipsismo “Atteggiamento di chi tende a risolvere ogni realtà nell’io singolo (solus ipse), o dal punto di vista pratico (ponendo come criterio delle proprie azioni l’interesse personale) o da quello gnoseologico-metafisico (ritenendo l’universo come una pura rappresentazione della propria coscienza individuale)” (Battaglia, Grande dizionario della lingua italiana) “Lolita era ormai solipsizzata e al sicuro (safely solipsized)” (p. 80)

12 Lolita, La voce narrante
Sarah Herbold, “Dolorès Disparue”: Reading Misogyny in “Lolita” (2008): “Visto che il romanzo è narrato in prima persona, […] non esiste alcuna realtà oggettiva in Lolita con la quale il lettore possa confrontare le eventuali distorsioni di Humbert. Questo “vicolo cieco” epistemologico è particolarmente evidente nelle ultime sezioni del romanzo, dove, come i critici hanno notato, Nabokov si prende quasi gioco dei lettori e della loro incapacità di capire che cosa è frutto della fantasia di Humbert e che cosa è “reale” […]. La Lolita che vediamo potrebbe non essere la “reale” Lolita, ma studenti e insegnanti non hanno accesso a nessuna altra Lolita”.

13 Retorica e apostrofe al narratario
Lolita Manoscritto di Humbert Storia narrata V.N. J.R H.H “Lettore” Lettore “Signori reale della giuria” Lolita è il romanzo scritto da Nabokov, letto dal lettore reale Il manoscritto di Humbert viene scritto in carcere e pubblicato da John Ray (cfr. Prefazione) La storia viene raccontata da Humbert a un doppio destinatario: i giurati (primo narratario) e il “lettore” (secondo narratario) In più, si rivolge alla stessa Lolita, personaggio della sua storia In rosso, le direzioni delle apostrofi di Humbert

14 Retorica e apostrofe al narratario
Appelli ai giurati: “Gentlemen of the Jury”, oppure “Ladies and gentlemen of the Jury” “Oh, winged gentlemen of the jury!”: rimanda a un verso della poesia di Poe, Annabel Lee: I was a child and she was a child, In this kingdom by the sea; But we loved with a love that was more than love- I and my Annabel Lee; With a love that the winged seraphs of heaven Coveted her and me.

15 Retorica e apostrofe al narratario
Cap. II, 26: Humbert si rivolge così al lettore: “Reader! Bruder!” (p. 326). Bruder (=fratello, in tedesco). Allude all’ultimo verso della poesia che apre Les Fleurs du mal di Baudelaire, Au lecteur: Mais parmi les chacals, les panthères, les lices, Les singes, les scorpions, les vautours, les serpents, Les monstres glapissants, hurlants, grognants, rampants, Dans la ménagerie infâme de nos vices, II en est un plus laid, plus méchant, plus immonde! Quoiqu'il ne pousse ni grands gestes ni grands cris, Il ferait volontiers de la terre un débris Et dans un bâillement avalerait le monde; C'est l'Ennui! L'oeil chargé d'un pleur involontaire, II rêve d'échafauds en fumant son houka. Tu le connais, lecteur, ce monstre délicat, — Hypocrite lecteur, — mon semblable, — mon frère!

16 Retorica e apostrofe al narratario
Lionel Trilling, The Last Lover. Vladimir Nabokov’s “Lolita” (1958): “Ci ritroviamo particolarmente scioccati quando ci rendiamo conto che, durante la lettura del romanzo, finiamo per passar sopra alla violazione che descrive […] Siamo stati sedotti e resi conniventi con la violazione, perché abbiamo permesso alle nostre fantasie di accettare ciò che sappiamo essere rivoltante”.

17 Retorica e apostrofe al narratario
Strategie di difesa utilizzate da Humbert: 1) Giustificazione psicologica: il trauma con Annabel Leigh 2) Giustificazione culturale: la relatività delle norme morali e dei tabù 3) Giustificazione morale: “fu lei a sedurre me” (p. 168) “The rapist was Charlie Holmes; I am the therapist - a matter of nice spacing in the way of distinction” (p. 189) 4) Giustificazione soprannaturale: la ninfetta come creatura demoniaca

18 Lolita, Destino e coincidenze
McFate (McFatum nella traduzione italiana) The Enchanted Haunters (I cacciatori incantati) è il nome: Dell’albergo in cui Humbert porta Lolita Di una commedia scritta da Quilty in cui recita Lolita Coincidenze numeriche: il 342 Numero civico della casa di Charlotte e Lolita a Ramsdale, Lawn Street 342 Numero della stanza di Humbert e Lolita ai Cacciatori incantati Numero di alberghi e motel in cui si ferma Humbert quando va all’inseguimento di Quilty

19 Lolita, i falsi indizi Nabokov dissemina falsi indizi sull’identità della vittima: Le allusioni a Edgar Allan Poe (Annabel Lee, ma anche Lenore e The Raven) possono far pensare che la vittima sia proprio Lolita Poi la vittima designata sembra Charlotte: Humbert stesso immagina di ucciderla, e allude alla fiaba di Perrault, Barbablù Nella parte finale le ipotesi si spostano di nuovo su Lolita, soprattutto grazie all’insistenza sul “tema di Carmen”: cfr. Prosper Mérimée, Carmen, storia tragica di gelosia in cui il protagonista uccide la donna amata

20 Lolita, la pista di Quilty
Cap. II, 8; pp : […] un Chi è? del mondo dello spettacolo relativamente recente (1946) – attori, produttori, drammaturghi e fotografie di scena. L'altra sera, sfogliando quest'ultimo volume, mi si è offerta una di quelle stupefacenti coincidenze tanto detestate dai logici e amate dai poeti. Trascrivo buona parte della pagina: “Pym, Roland. Nato a Lundy, Mass., Apprendistato teatrale alla Elsinore Playhouse, Derby, N.Y. Esordio in Sprazzo di sole [Sunburst]. Ha recitato tra l'altro in: Quattro passi da qui, La ragazza in verde, Mariti strapazzati, Lo strano fungo [The Strange Mushroom], Mordi e fuggi, John il Bello, Sognavo di te.

21 Lolita, la pista di Quilty
“Quilty, Clare. Drammaturgo statunitense [American dramatist]. Nato a Ocean City, N.J., Columbia University. Si dedicò al teatro dopo una parentesi nel commercio. Autore di La piccola ninfa [The Little Nymph], La signora che amava il fulmine (in collaborazione con Vivian Darkbloom), L'età buia, Lo strano fungo, Amor paterno [Fatherly Love], et al. Da ricordare le sue molte commedie per bambini. L'inverno precedente la prima a New York, nel corso di una tournée di ventiduemila chilometri, La piccola ninfa (1940) è stata rappresentata 280 volte. Hobby: macchine veloci, fotografia, cuccioli. “Quine, Dolores. Nata nel 1882 a Dayton, Ohio. Studi teatrali all'American Academy. Debuttò a Ottawa nel 1900, a New York nel 1904 in Non parlare con gli sconosciuti [Never Talk to Strangers]. È scomparsa, in seguito, in (segue un elenco di circa trenta pièces)”.

22 Lolita, la pista di Quilty
Ah, al solo vedere il nome del mio caro amore, per quanto attribuito a una megera, mi sento ancora attanagliare da un dolore senza speranza! Chissà, forse anche lei avrebbe potuto fare l'attrice. Nata nel Comparsa (noto il lapsus della mia penna nel paragrafo precedente, ma per favore non correggerlo, Clarence) nel Drammaturgo assassinato [The Murdered Playwright]. Quine: il quiz del Quilticidio. [Quine the Swine. Guilty of killing Quilty] Oh, mia Lolita, ormai il mio trastullo son solo le parole! [Oh, my Lolita, I have only words to play with!]

23 Lolita, la pista di Quilty
Cap. II, 11, p. 245: La Pratt, direttrice della scuola di Lolita a Beardsley, convoca Humbert per un colloquio: “Deve assolutamente permetterle di prendere parte ai Cacciatori incantati [in realtà The Hunted Enchanters, “Gli incantatori cacciati”, nell’originale]. Alle prove è stata perfetta nella parte della piccola ninfa [a perfect little nymph], e in primavera Clare, che ha scritto il testo, si tratterrà per qualche giorno al Beardsley College e forse assisterà a un paio di prove nel nostro nuovo auditorio. Voglio dire che essere giovani e vivi e belli è divertente proprio per questo genere di cose. Lei deve comprendere...”.

24 Lolita, la pista di Quilty
Allusioni legate al nome: Lolita va in vacanza al Camp Q Cap. II, 1, p. 191: All’inizio del primo viaggio: “Non ho mai visto strade lisce e amabili come quelle che s'irradiavano di fronte a noi, attraverso la bizzarra trapunta di quarantotto Stati [the crazy quilt of forty-eight states]”. Cap. II, 19, p. 279: Lolita riceve una lettera da Mona in cui parla dello spettacolo: “Come mi aspettavo, nella Scena III il povero Poeta s'è impappinato, quando è arrivato alla tiritera francese. Ti ricordi? Ne manque pas de dire à ton amant, Chimène, comme le lac est beau car il faut qu'il t'y mène. Fortunato cicisbeo! Qu'il t'y… Che scioglilingua!”

25 Lolita, la pista di Quilty
Il simbolismo del rosso: Quilty seduto in a “blood-red armchair” (p. 176) Lo definisce “demonio rosso [red fiend]” (p. 309) “A row of parked cars, like pigs at a trough, seemed at first sight to forbid access; but then, by magic, a formidable convertible, resplendent, rubious in the lighted rain, came into motion” (p. 150) “From another [garage] a red hood protruded in somewhat cod-piece fashion” (p. 268; [Lolita] dreamily brimmed with a diabolical glow that had no relations to me whatever” (p. 269) “The problem of the Aztec Red Convertible presented itself to me” (p. 271); “I was proceeding slowly one afternoon through torrents of rain and kept seeing that red ghost swimming and shivering with lust in my mirror” (p. 272)

26 Lolita, la pista di Quilty
Il simbolismo del rosso: But next day, like pain in a fatal disease that comes back as the drug and hope wear off, there it was again behind us, that glossy red beast. The traffic on the highway was light that day; nobody passed anybody; and nobody attempted to get in between our humble blue car and its imperious red shadow” (pp ) “Oh Lolita! There she was playing with a damned dog, not me. The animal, a terrier of sorts, was losing and snapping up again and adjusting between his jaws a wet little red ball […] but suddenly something in the pattern of her motions, as she dashed this way and that in her Aztec Red bathing briefs and bra, struck me...” (p. 296).


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