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Bentornati o ben arrivati al Sacro Cuore. Sembra che una confusione domini Dannate nuvole: Vasco Rossi.

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Presentazione sul tema: "Bentornati o ben arrivati al Sacro Cuore. Sembra che una confusione domini Dannate nuvole: Vasco Rossi."— Transcript della presentazione:

1 Bentornati o ben arrivati al Sacro Cuore

2 Sembra che una confusione domini Dannate nuvole: Vasco Rossi

3 L’inizio «L'unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante. Quando manca questo senso - prigione, malattia, abitudine, stupidità, - si vorrebbe morire.» Pavese

4 “Quel che conta per te è non mancare la tua vita” (S. Weil)

5 Negramaro Meraviglioso

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7 Cosa è successo l’anno scorso che ci ha aiutato? Abbiamo visto tanti testimoni.

8 Il Duomo Personaggi e persone che non hanno mancato la propria vita. Caterina: Colei che si adoperava per aiutare gli operai del Duomo e non potendo donare soldi, in una gelida mattina di Novembre 1387, va a deporre sull’altare, come offerta, la sua unica pelliccetta che la riparava dal freddo. Marco Carelli: l’arricchito che non ha esitato a dare tutto a un’opera più grande.

9 La comunità fraternità di Ospitaletto e la fattoria didattica «Di quello che ci hanno raccontato mi ha davvero colpito accorgermi che gli educatori incontrati pensano che una persona con problematiche psichiatriche non è solamente la patologia che ha, quindi non è da inserire in una categoria.» «Ognuno è una persona unica ed irripetibile e, tra l’altro non è destinato ad essere malato per sempre, ma ha una possibilità di cambiamento, legata sia alle cure mediche ma soprattutto all’aiuto e al sostegno che può trovare intorno a lui.» «Tutti siamo rimasti affascinati dal racconto di come agiscono gli educatori di fronte ai nuovi ospiti: non guardano subito le cartelle cliniche ma preferiscono prima, osservarli e conoscerli per evitare di etichettarli e quindi rapportarsi con loro in base al tipo di patologia.»

10 Silvio Cattarina e i suoi ragazzi Matteo: Mio padre è tossicodipendente. Lui ha scelto la sostanza piuttosto che la famiglia. Gli educatori invece ti guardano per quello che sei non come tossicodipendente. La comunità è piena di regole (no cellulari, no computer), si lavora tutti i giorni. Le regole ti danno la libertà. Daniele: non mi piaceva il mondo. Per fuggire dal mondo usavo la sostanza. Mi ha sempre colpito lo sguardo. Loro vedono la bellezza in noi. Tutti i giorni ci insegnano ad amare e ad amarsi. Ami te stesso e ami di più l'altro. Silvio: Nella realtà c'è una chiamata. La questione vera è seguire questa grande chiamata. La vita è bella. «Silvio non ti è chiesto tutto, ti è chiesto di avere un cuore grande (madre di silvio)».

11 A Napoli Anche nel quartiere Sanità, dove la malavita sembra destinata ad avere al meglio, c’è uno sguardo sull’umano che non demorde. La bellezza dell’umanità può vincere anche dentro una situazione che sembra tremenda. Nessuna situazione può impedire ora di «mancare la tua vita.»

12 A Venezia La bellezza di un popolo che scappa dai barbari per ricercare bellezza (e soldi). Una serata insieme in Piazza San Marco e tutti rimangono colpiti.

13 Millet Un testimone dell’umano

14 Raccoglitori di fieno Ogni soggetto è buono. Si tratta di renderlo con forza, con la chiarezza. L’arte è una lotta, un ingranaggio che stritola. Io non sono un filosofo; non voglio sopprimere il dolore.

15 Piantatori di patate «Perché mai il lavoro di un piantatore di patate dovrebbe essere meno interessante o meno nobile di qualsiasi altra attività? Si dovrebbe riconoscere che la nobiltà o la bassezza risiede nel modo in cui tali cose vengono comprese o rappresentate, non nelle cose in sé.

16 Raccolta del grano saraceno «Guardate quelle figure che si confondono nell’ombra del tramonto: strisciano o camminano, ma esistono, sono i geni della pianura. È tutta povera gente: c’è una donna tutta curva sotto il suo carico d’erba, ce n’è un’altra che si trascina sfinita sotto un fascio di legna. Da lontano sono superbe, oscillano le spalle sotto la fatica, il crepuscolo ne divora le forme; è bello, è grande come un Mistero.»

17 Per uno sguardo così ci vuole un lavoro non da sopportare, ma da amare

18 Come ci racconta Primo Levi «l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono. Questa sconfinata regione, la regione del lavoro quotidiano, è meno nota dell’Antartide.» «Il termine libertà ha notoriamente molti sensi, ma forse il tipo di libertà più accessibile, più goduto soggettivamente, e più utile al consorzio umano, coincide con l’essere competenti nel proprio lavoro, e quindi nel provare piacere a svolgerlo.»

19 Miguel Manara L’amore e la precipitazione si fanno cattiva compagnia Manara. La misura dell’amore è la pazienza. Con un passo uguale e sicuro, ecco come cammina l’amore.

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21 Buon viaggio Cesare Cremonini


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