La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Epistemologia e psicoanalisi

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Epistemologia e psicoanalisi"— Transcript della presentazione:

1 Epistemologia e psicoanalisi
La rivoluzione epistemologica e i suoi effetti

2 Bergson: lo spiritualista
La scienza positiva non è in grado di comprendere l’evoluzione creatrice e lo slancio vitale, che sono l’essenza della realtà Essa è soprattutto intelligenza, cioè capacità analitica, che cerca di determinare tutte le forme della realtà vivente dentro le proprie categorie e concetti (che Bergson chiama simboli). Così facendo la scienza cerca di immobilizzare il divenire, di fissarlo dentro schemi rigidi, funzionali all’azione.

3 Bergson: lo spiritualista
L’intuizione è forma di conoscenza sintetica e globale capace di relazionarsi all’oggetto diveniente per simpatia, di coglierlo in ciò che ha di unico e irripetibile, di percepirlo nel legame che ha con tutti gli altri esseri. L’intuizione è in sintonia con lo slancio vitale, è la capacità di immergersi nel flusso infinito dello spirito, di cavalcare l’onda travolgente dell’evoluzione creatrice

4 Bergson: lo spiritualista
Nel tempo attuale, del trionfo delle scienze sperimentali e del positivismo imperante, l’intelligenza domina sull’intuizione e rischia di annientarla L’uomo contemporaneo rischia di essere mutilato di una componente importante della sua personalità, della sua anima

5 Bergson: lo spiritualista
Occorre: rifiutare lo scientismo, l’assolutizzazione dogmatica della scienze positive, e valorizzare l’arte (intuitiva per eccellenza), la morale e la religione, nella loro funzione dinamica e creativa, per ristabilire l’equilibrio della personalità umana, all’interno della quale può trovare il suo giusto posto anche la ricerca scientifica

6 Nietzsche: il rivoluzionario
La vita è essenzialmente volontà di potenza = impulso verso il potenziamento di tutte le facoltà, verso la crescita, verso lo sviluppo: la forza, l’affermazione di sé, la guerra sono i valori vitali e «buoni»; «cattivi» e dannosi sono i princìpi che esaltano la debolezza, la rinuncia, il sacrificio, e ancor più dannosi sono i princìpi che proteggono, salvaguardano e «allevano» questa debolezza: la commiserazione, la pietà, la compassione Questo tipo di uomo, l’animale mansueto e domestico, la pecora, è stato educato dal Cristianesimo

7 Nietzsche: il rivoluzionario
L’educazione cristiana è riuscita ad ammansire «questi semianimali felicemente adattati allo stato selvaggio, alla guerra, al vagabondaggio, all’avventura – [e] a un tratto tutti i loro istinti furono svalutati e “divelti”» Si è così compiuta la «più radicale tra tutte le metamorfosi che [l’uomo] abbia mai vissuto ridotto in balìa di quella grave malattia che è la «cattiva coscienza», la «morale del risentimento», della colpa e del peccato, della rinuncia e del sacrificio.

8 Nietzsche: il rivoluzionario
La volontà di potenza è la vita stessa, perciò non può essere giudicata, in quanto è essa stessa la fonte dei valori La volontà di potenza si pone «al di là del bene e del male», così come sono stati concepiti dalle morali che si sono erette contro la vita stessa La volontà di potenza è immorale, e gli immoralisti sono coloro che hanno allargato il loro «cuore per ogni modo di intendere, comprendere, approvare», sono coloro che non negano facilmente, ma cercano il loro «onore nell’essere affermatori» Approvare, affermare, dire sì alla vita, al corpo e al suo potenziamento significa rifiutare il controllo di una presunta anima, o coscienza morale, sulla volontà di potenza, che è espressione libera di tutte le immensamente molteplici potenzialità.

9 Nietzsche: il rivoluzionario
La volontà di potenza = recupero dell’uomo nella totalità delle sue facoltà = massimo grado di libertà realizzabile Libertà non è il presunto libero arbitrio della tradizione occidentale: Esso è finzione, costruzione concettuale dei moralisti e dei teologi, inventato per rendere l’umanità responsabile di colpe e peccati, per poterla giudicare e condannare. La libertà va intesa piuttosto come spontaneità, come esplicazione di tutte le possibilità senza ostacoli o costrizioni, come liberazione da qualsiasi condizionamento

10 Nietzsche: il rivoluzionario
Anche l’io, il soggetto unitario e pensante della tradizione occidentale, è destinato al tramonto: la mente umana non è una sorta di «occhio assoluto», imparziale, oggettivo Un simile «occhio» neutrale è impossibile: un occhio è sempre un vedere in prospettiva, da un determinato punto di vista, situato nel contesto di un mondo in divenire e l’occhio stesso diviene La conoscenza umana dipende da una molteplicità di «occhi», di prospettive E perlopiù questi occhi non sono razionali, sono espressione di tutte le facoltà umane, di bisogni, istinti, impulsi, desideri, emozioni

11 Nietzsche: il rivoluzionario
La fine di tutti gli immutabili, la distruzione di ogni possibile metafisica (la «morte di Dio»), implica l’impossibilità di qualsiasi verità definitiva, indiscutibile, immodificabile Il crollo delle verità metafisiche porta con sé la demolizione di tutte le verità, anche quelle che tentavano già di presentarsi come relative, ma che rischiavano di diventare assolute: quelle della scienza moderna e del Positivismo

12 Freud: l’altro rivoluzionario

13 Freud: l’altro rivoluzionario
Ha inventato quasi dal nulla una nuova scienza, la scienza del soggetto, che pone le basi per rovesciare il presupposto epistemologico delle scienze positive La psicologia scientifica cercava di applicare i metodi delle scienze della natura alla psiche umana, tendeva a trasformare il soggetto individuale in oggetto di osservazione e di ricerca sperimentale, con lo scopo di arrivare per generalizzazione induttiva alle leggi generali che regolano il funzionamento psichico. La psicoanalisi di Freud muove in direzione opposta: ricerca empirica per costruire modelli generali Ma per cogliere il soggetto individuale nella sua peculiarità

14 Epistemologia delle scienze umane
Nella stessa epoca dell’insegnamento freudiano tengono conto i filosofi che cercano di fondare le scienze umane e marcano la differenza rispetto alle scienze della natura: «[…] le scienze della natura mirano a definire leggi universalmente valide, che risultano da processi di astrazione rispetto alla realtà concreta della molteplicità dei fenomeni empirici (M. Weber) le scienze storico-sociali si prefiggono lo scopo di isolare, nella «molteplicità, senz’altro infinita, di processi che sorgono e scompaiono in un rapporto reciproco di successione e di contemporaneità, “in” noi e “al di fuori di” noi» un singolo «oggetto» allo scopo di descriverlo in maniera esaustiva in tutti i suoi elementi individuali

15 Jung: il filosofo della psiche

16 Jung: il filosofo della psiche
Inconscio collettivo = «patrimonio ereditario di possibilità rappresentative» che appartiene all’anima universale, comune a tutti gli esseri viventi è costituito da archetipi, cioè da modelli originari di interpretazione simbolica dell’esperienza che sussistono a priori rispetto alla psiche individuale e ne costituiscono, in un certo senso, le condizioni di possibilità di rapportarsi in modo attivo alla realtà. ospita tutte le esperienze umane rielaborate simbolicamente dalle civiltà, dai popoli, dagli individui nel corso della storia umana e influisce sull’inconscio personale nel caratterizzarne il particolare modo in cui ciascun individuo si rapporta al mondo e alla vita

17 Jung: il filosofo della psiche
Via d’accesso privilegiata agli archetipi = mitologia dei popoli primitivi, nella quale è possibile verificare l’universalità dei temi e dei motivi che informano la psiche umana di tutti i tempi e di tutti i luoghi Nei miti, nelle leggende e nelle fiabe è possibile ritrovare, a distanza di tempi e spazi immensi, gli stessi modelli, con le molteplici variazioni apportate dalle culture, dai popoli, dalle società e dagli individui stessi nella storia.

18 Pragmatismo Fallibilismo delle conoscenze umane, anche scientifiche (anche la scienza è una credenza, C.S. Peirce) Verifica delle credenze = efficacia pratica delle teorie Semiotica = studio di tutti gli oggetti nella misura in cui sono anche interpretabili come segni che rappresentano altri oggetti

19 Semiotica Tre parti (C. Morris):
sintattica, che si occupa delle regole di combinazione dei segni (a prescindere dal loro significato e dal contesto sociale in cui vengono usati); semantica, che studia il significato dei segni; pragmatica, che esamina «l’origine, gli usi e gli effetti dei segni in rapporto al comportamento in cui essi hanno luogo» ; pertanto, studia il linguaggio come una forma di comportamento

20 Semiotica

21 Strutturalismo Linguistica strutturale (F. de Saussure)
La lingua come sistema (o struttura) = totalità coerente e organizzata, al cui interno gli elementi che la compongono (i vocaboli di una lingua) acquistano un determinato valore (sostantivi, aggettivi, avverbi, preposizioni, verbi, ecc.), sulla base delle regole oppositive, associative e combinatorie del sistema stesso.

22 Strutturalismo La linguistica strutturale studia la struttura della lingua = patrimonio comune collettivo in gran parte posseduto a livello inconscio (sincronia) La linguistica strutturale non studia il linguaggio parlato, che dipende pressoché completamente dalla lingua (diacronia)

23 Strutturalismo

24 La metafora (R. Jakobsòn)
Strutturalismo La metafora (R. Jakobsòn)

25 Lacan: psicoanalisi strutturale
La rottura epistemologica di Freud: ha posto l’inconscio, cioè l’«Altro» dall’io, al centro del nostro pensare ed agire L’uomo non pensa, non parla, non agisce ma è pensato, è parlato, è agito, poiché soltanto l’Altro, l’inconscio che è in noi, è il vero soggetto, mentre l’io è soltanto una funzione narcisistica e un’entità immaginaria.

26 Lacan: psicoanalisi strutturale
La coscienza e il pensiero non sarebbero strutture originarie della soggettività individuale, ma espressioni del desiderio che diviene linguaggio e che, soprattutto nell’arte, con le sue figure retoriche, trova la manifestazione privilegiata della sua ricchezza e profondità

27 Lacan: psicoanalisi strutturale
Inconscio = struttura linguistica originaria: esso non è altro che il linguaggio stesso del desiderio Studia il linguaggio inconscio soprattutto sulla scorta degli studi del linguista strutturalista Jakobsòn: metafora e metonimia sono delle iper-figure, cioè grandi gruppi di processi di significazione (figure di similitudine e figure di contiguità)

28 Lacan: psicoanalisi strutturale
La struttura del linguaggio inconscio è metaforo/metonimica, come si vede nel linguaggio onirico: La condensazione, metafora inconscia, consiste nel far convergere su un elemento onirico le caratteristiche di molteplici elementi della realtà Lo spostamento, metonimia inconscia, è una dinamica con la quale si trasferisce un carattere da un elemento del sogno ad un altro

29 Strutturalismo e antropologia
Lévi-Strauss, padre dell’antropologia strutturale ritenendo che lo strutturalismo sia vera e propria «rivoluzione copernicana» capacità di studiare i comportamenti umani facendo a meno dell’uomo, ovvero prescindendo dalle presunte scelte individuali e soggettive.

30 Strutturalismo e antropologia
L’antropologia = scienza universale dello spirito umano, concetto con cui Lévi-Strauss designa le strutture dell’inconscio collettivo, comune a tutta l’umanità A differenza di quello teorizzato da Jung ha un carattere formale, che lo fa assomigliare in parte alle forme a priori kantiane prive, però, di soggetto trascendentale: le relazioni sociali e i comportamenti umani = sintesi tra le leggi immutabili dello spirito inconscio e la concreta esperienza, molto variabile, in cui si realizzano le singole società, civiltà, culture.

31 Ricoeur: ermeneutica Ricoeur annovera Freud fra i tre maestri del sospetto (insieme a Marx e Nietzsche): «Questi tre maestri del sospetto non sono altrettanti maestri di scetticismo; indubbiamente sono tre grandi “distruttori”; e tuttavia anche questo fatto non deve ingannarci; la distruzione, afferma Heidegger in Essere e tempo, è un momento di ogni nuova fondazione». «Ora tutti e tre liberano l’orizzonte per una parola piú autentica, per un nuovo regno della Verità, non solo per il tramite di una critica “distruttrice”, ma mediante l’invenzione di un’arte di interpretare.»

32 Sartre: psicoanalisi esistenziale
Il bisogno di riaffermare la libertà   avversione per tutto ciò che appare condizionare le libere scelte della coscienza, e quindi anche per la psicoanalisi Ma Sartre condivide con Freud l’esigenza «di cogliere i significati impliciti in ogni atto», di comprendere le strutture profonde cui rinvia Tuttavia Sartre fonderà la psicoanalisi sulla libera scelta non su pulsioni inconsce

33 Sartre: psicoanalisi esistenziale
La psicoanalisi esistenziale ha lo scopo di svelare: la scelta originale dell’individuo, il suo progetto esistenziale «La psicoanalisi esistenziale è questo metodo destinato a mettere in luce, sotto una forma rigorosamente obiettiva, la scelta soggettiva per mezzo della quale ogni persona si fa persona, cioè si fa annunciare a se stessa ciò che è» (J.P.Sartre)


Scaricare ppt "Epistemologia e psicoanalisi"

Presentazioni simili


Annunci Google