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Sociologia della comunicazione

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Presentazione sul tema: "Sociologia della comunicazione"— Transcript della presentazione:

1 Sociologia della comunicazione
ISSR – Materea Prof. Gianpaolo Grieco

2 Concetto di Comunicazione
Communio = Cum- Munus (dono) Communio = Cum- Munus (ufficio- impegno) Comunione = metter in comune qualcosa In tedesco Mitteilung = compartecipazione Significato dinamico

3 Definizione di comunicazione
“uno scambio interattivo osservabile fra due o più partecipanti, dotato di intenzionalità reciproca e di un certo livello di consapevolezza, in grado di far condividere un determinato significato sulla base di sistemi simbolici e convenzionali di significazione e di segnalazione secondo la cultura di riferimento” (L. ANOLLI)

4 Si comunica! È impossibile non comunicare, non esiste un comportamento che non sia comunicativo Paul Watzlawick (scuola di Palo Alto) ps. non riconosce l'intenzionalità

5 Riferimento al contenuto Orizzontale Riferimento alla relazione
Comunicazione Verticale Riferimento al contenuto Orizzontale Riferimento alla relazione (meta-contenuto) “Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto ed uno di relazione, in modo che il secondo classifica il primo diventando metacomunicazione” (Palo Alto)

6 Gli elementi della comunicazione
contesto Referenza Messaggio Mittente Ricevente Ricevente Ricevente Ricevente Ricevente Ricevente Ricevente Ricevente Codice Canale Ridondanza Rumore Feedback

7 Elementi della Comunicazione
Chi = Mittente Cosa = contenuto del messaggio A chi = Ricevente/destinatario Come = Canale e codice Quando e Dove = situazione e contesto Perchè = finalità Tali concetti verrano ripresi da Lasswell

8 Deittici Elementi che richiamano a situazione precedenti Es. Mi hanno detto che tu sei stato lì

9 Funzioni della Comunicazione - Jackobson
la funzione referenziale (riferita al contesto) la funzione emotiva (riferita al mittente) la funzione conativa (riferita al destinatario) la funzione fàtica (riferita al contatto) la funzione poetica (riferita al messaggio) la funzione metalinguistica (riferita al codice).

10 1.Funzione emotiva basata sul mittente, s’impernia sulle manifestazioni linguistiche degli stati d’animo, delle emozioni, delle sensazioni si traduce in elementi formali quali le interiezioni e l’intonazione (es. sono stanco) 2.Funzione conativa basata sul destinatario su cui opera un’imposizione di comportamento si esprime linguisticamente nel vocativo e nell’imperativo, nell’esortativo e nelle interrogazioni (es. fai questo!) 3.Funzione referenziale basata sul referente (o contesto), ossia sull’oggetto del discorso, assolve lo scopo di fornire informazioni ad esempio il linguaggio scientifico, fuori piove 4.Funzione metalinguistica basata sul codice, tende ad evidenziare le modalità di funzionamento della lingua ad esempio la grammatica, “io è un pronome” 5. Funzione fàtica basata sul canale (o contatto), verifica il funzionamento del canale sul quale viene veicolato il messaggio e assicura la continuità dell’attenzione del destinatario ad esempio le formule di saluto (ciao!, Pronto!) 6. Funzione poetica basata sul messaggio, di cui esalta l’elaborazione e la struttura ad esempio il linguaggio letterario (non ragionar di loro ma guarda e passa)

11 inferenza Testuale Viene dal testo stesso che si “legge Extra-testuale Dalle esperienza acquisite

12 Contesto e situazione Nello stesso contesto posso esserci differenti situazioni ° con-testo: “contorna” il testo ° situazione: “situa” la comunicazione all'interno di un contesto es. Chiesa (contesto) funerale, battesimo, S. Messa, veglia (situazione)

13 Relazioni interazione complementare e interazione simmetrica
Genitore Adulto Bambino Genitore Adulto Bambino Complementare o assimetrica: quando uno vale più dell'altro Simmetrica: hanno un rapporto alla pari

14 Il Codice Nella teoria della comunicazione, il codice è
L’emittente e il ricevente devono conoscere il medesimo codice, ossia l’insieme delle regole che permettono di dare un significato e un valore ai segni e ai simboli utilizzati all’interno del messaggio stesso. Devono deciderlo prima di cominciare un dialogo transcodificazione Nella teoria della comunicazione, il codice è un sistema di segni e di regole per la loro combinazione, convenzionalmente assunto.

15 Significato connotativo (sfumature)
Sottocodici Significato denotativo (standard) CODICE Significato connotativo (sfumature) SOTTOCODICE

16 Uomo

17 Registri linguistici Alto o formale Medio Basso o Informale Sinonimi
(Tornato alla casa del Padre) (spirato) Medio (morto) (passato a miglior vita) (crepato) Basso o Informale (tirato le cuoia) Sinonimi

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19 Contesto L’insieme della situazione generale e delle particolari circostanze in cui ogni evento comunicativo è, per forza di cose, inserito Da non confondere con la situazione (es. una situazione imbarazzante)

20 IL MECCANISMO DELLA COMUNICAZIONE VERBALE

21 Modello Postale della comunicazione
Secondo questo modello: – la sostanza di cui sono fatti i segni (voce, immagine, ecc.) è indifferente al contenuto di pensiero che essi veicolano, come la forma, il colore, il materiale della busta è indifferente rispetto alla lettera che contiene; – la piena condivisione del codice da parte del mittente e del destinatario è data per scontato (si parla di conoscenza simmetrica del codice); – il processo di comunicazione non tiene conto del processo di interpretazione che è fisiologico, non solo quando si usano codici comunicativi complessi

22 Il Modello Shannon-Weaver

23 Modello di Shannon Le strategie elaborate da tale modello vanno nella direzione di: - Scegliere il canale con maggiore grandezza di banda (quantità di informazione / unità di tempo); - Scegliere un codice il più possibile condiviso e robusto; - Codificare il messaggio in forma ridondante, per mantenerlo integro anche con rumori. Manca però di riferimenti semantici del codice

24 Modello Jacobson componente del processo interpretativo dell’attività linguistica dei partecipanti alla comunicazione (mittente e destinatario) che parte dall’analisi delle intenzioni: primaria: effetto che il mittente vuole esercitare sull’individuo secondaria: il modo in cui il destinatario riconosce l’intenzione del mittente aderendo (o rifiutando) Per quanto il mittente sia capace non tutto di quello che “comunica” verrà recepito ma solo parte del messaggio. Solo quando pensieri, intenzioni e mezzi linguistici sono comuni si ha una soddisfacente comprensione.

25 Modello Jacobson Con questo modello il destinatario assume un ruolo attivo, mette in evidenza – l’importanza del codice/linguaggio comune. – Precisa che esiste delle intenzioni nella comunicazione. – Introduce il concetto di area di intercomprensione.

26 Modello Jacobson componente del processo interpretativo dell’attività linguistica dei partecipanti alla comunicazione (mittente e destinatario) che parte dall’analisi delle intenzioni: primaria: effetto che il mittente vuole esercitare sull’individuo secondaria: il modo in cui il destinatario riconosce l’intenzione del mittente aderendo (o rifiutando) Per quanto il mittente sia capace non tutto di quello che “comunica” verrà recepito ma solo parte del messaggio. Solo quando pensieri, intenzioni e mezzi linguistici sono comuni si ha una soddisfacente comprensione.

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28 Comunicazione interpersonale
Lingua, Lis, Binario Linguistica Paralinguistica Verbale Non verbale Voce, Pause enfasi Cinesica Prossemica (aptica) (Naif) Movimento, gestualità distanza Tocco

29 + efficace per trasmettere la relazione
Comunicazione Dimensione verticale Analogica + efficace per trasmettere la relazione Digitale + preciso Dimensione orizzontale

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31 Prossemica

32 Alcune situazioni Comunicazione verbale di tipo digitale
Comunicazione non-verbale di tipo digitale Comunicazione non-verbale di tipo analogico Comunicazione verbale di tipo analogico

33 Teoria sulla relatività linguistica
La lingua è un “continuum” Gli eschimesi hanno oltre 200 parole per dire “neve” Dire “ti amo” e “ti voglio bene” in inglese si dice sempre “I love you”.

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35 (mezzo che usiamo per rappresentare il) Significato
Componenti del Segno Parola, testo, immagine Significante (mezzo che usiamo per rappresentare il) Significato Contenuto, ciò che significa la parola

36 I segni si dividono in: Indici Icone Simboli
Hanno connessione con l'evento ma non sono intenzionali Rappresentano l'oggetto in questione è arbitrario e convenzionale

37 Peirce interpretamen rappresentamen oggetto
Processo di semiosi illimitata

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39 Modello di Lasswell Un metodo corretto per descrivere un atto comunicativo consiste nel rispondere alle seguenti domande: chi dice che cosa per mezzo di che canale a chi con quale effetto primo tentativo di introdurre allo studio dei processi comunicativi, attribuendo ruoli e parti ai diversi soggetti coinvolti nonché precise dinamiche di interazione

40 Modello di Lasswell 2 Oltre a descrivere più analiticamente il processo comunicativo, il modello di Lasswell, come detto, si presta ad organizzare il campo della ricerca e dell'analisi in aree aventi distinti oggetti di indagine. Prestare attenzione a "chi" attiva il processo comunicativo significa collocarsi nell'area di studio dell'emittenza: vale a dire di quei soggetti che producono messaggi comunicativi. Gli studi sull'organizzazione del lavoro giornalistico, delle emittenti televisive e delle nuove tecnologie della comunicazione si inscrivono all'interno di un filone di studi che ruotano intorno alla figura dell'emittente e che hanno percorso due strade, l'una tracciata dalla sociologia delle professioni, l'altra dalla sociologia del lavoro e dell'organizzazione.

41 Prestare attenzione a "cosa" viene comunicato, invece, comporta un'automatica collocazione nell'area di studio del messaggio. Il filone estremamente ricco della content analysis trova in Lasswell, infatti, il suo padre fondatore, con studi pionieristici sulle tecniche di persuasione utilizzate durante la prima guerra mondiale. Prestare attenzione “a chi" è il destinatario del messaggio implica l'assunzione di un focus d'attenzione centrato sul pubblico dei media. Gli studi sull'audience dei media sono incredibilmente cresciuti negli ultimi anni, a testimonianza della centralità di una problematica a lungo ignorata.

42 Infine, prestare attenzione a "quali effetti" vengano attivati nei destinatari significa entrare di forza nel campo di studio degli effetti, che ha attraversato l'intera storia della mass communication research. Gli effetti intenzionali o inintenzionali, diretti o indiretti, a breve o a lungo termine rappresenteranno, infatti, sin dagli inizi, il campo privilegiato degli studiosi alla perenne ricerca di conseguenze attribuibili all'azione dei media.

43 Modello di Lasswell

44 La semiotica interpretativa ovvero negoziazione tra testo e lettore
Eco: il problema dell'interpretazione => riflessioni alla prospettiva più generale dell'ermeneutica muove dall'idea che l'analisi delle strutture del testo coincida con la ricerca delle sue potenziali strategie interpretative. definisce il testo "una macchina pigra" il senso di un testo sia determinato solo in parte dalle strutture o dai percorsi di senso potenziali costruiti dall'emittente, ma che un ruolo fondamentale venga svolto dal fruitore del testo senza il cui intervento il senso resterebbe lettera muta. la costruzione del senso di un testo si gioca nel processo dialettico che si attiva tra le strutture retorico-testuali e le strategie di interpretazione del lettore (principio della cooperazione intepretativa nei testi narrativi).

45 dell'interpretazione medesima
limiti dell'interpretazione medesima Fin dal in una fase pre-semiotica della sua ricerca - Eco si era occupato della questione della interpretazione dei testi; dapprima viene elaborata una estetica della ricezione testuale, in cui il ruolo del lettore era fortemente attivo e creativo nei confronti della definizione del senso del testo. In seguito Eco ha notevolmente ristretto la libertà del lettore o fruitore del testo, prima con la teoria già citata della cooperazione interpretativa tra testo e lettore, poi con una vera e propria definizione dei limiti dell'interpretazione. In sostanza, secondo Eco, si può definire propriamente interpretazione di un testo solo quella lettura che sia giustificata e comprovata dalle strutture testuali medesime; ogni lettura del testo che vada oltre tale giustificazione testuale dovrà essere definita un uso del testo medesimo e non avrà l'obbligo di essere coerente con il testo da cui deriva.da oltre tale giustificazione testuale dovrà essere definita un uso del testo medesimo e non avrà l'obbligo di essere coerente con il testo da cui deriva.

46 Sapere “enciclopedico” di Eco
Altra questione centrale nella ricerca di Eco è il problema del significato. In sostanza Eco ha proposto un modello semantico a istruzioni in formato di enciclopedia. La metafora dell'enciclopedia serve ad Eco per evidenziare la differente struttura interna del modello di sapere da lui utilizzata che si definisce come una rete di unità culturali tra loro interconnesse. Il modello ad enciclopedia viene contrapposto a più rigidi modelli semantici a dizionario in cui ogni significato è semplicemente definito da una serie di unità minime tra loro interdefinite e autosufficienti (semantica strutturale).

47 Competenza ipertestuale
Ma il funzionamento del processo cognitivo che porta all'identificazione del significato è molto più aperta ed è legata all'attivazione di porzioni del sapere culturale complessivo in ragione delle esigenze contestuali. Il significato è infatti determinato dall'uso di concetti legati alla nostra generale esperienza o conoscenza del mondo, a stereotipi e strutture culturalmente predefinite che abbiamo appreso nel tempo e/o da altri testi (competenza intertestuale). La nozione di enciclopedia è quindi un postulato semiotico o ipotesi regolativa che non può essere descritta nella sua totalità, ma che può rendere ragione dei meccanismi di costruzione e negoziazione del senso nei diversi contesti comunicativi.

48 Contenuto nucleare Eco cerca di individuare i processi cognitivi che stanno alle spalle della negoziazione culturale del senso. Secondo Eco posti di fronte ad un nuovo fenomeno, attraverso un meccanismo di inferenza percettiva, noi ci costruiamo dei tipi cognitivi - "privati" o individuali -, mentre sul piano dell'accordo comunicativo, quindi sul versante intersoggettivo e culturale, ci troviamo di fronte alla elaborazione di quello che Eco chiama contenuto nucleare, costituito dall'insieme delle diverse interpretazioni e concezioni dell'oggetto in uso. contenuto molare: conoscenza più specifica e "professionale" propria solo di alcuni soggetti

49 Fagocitazione, manipolazione, inferenza multipla (Paul Cornea)
la fase cruciale della comprensione di un testo consiste nella negoziazione del senso un procedimento che ha lo scopo di mediare tra il repertorio del lettore e le nuove percezioni di lettura. Il lettore integra i significati parziali e provvisori di parole, frasi, capoversi in ipotesi globali da ulteriormente controllare nella continuazione della lettura Per comprendere la cornice semantica di un enunciato occorre attualizzare determinate aree semantiche delle parole che contiene e tenerne sotto narcosi altre, ma per capire quali aree semantiche delle parole occorre attualizzare occorre essere a conoscenza della cornice semantica del testo nel suo insieme.

50 cornice semantica conveniente
E presupponendo intuitivamente i significati accettabili di una data situazione. Il processo è di doppio adattamento: dalla cornice alle occorrenze e dalle occorrenze alla cornice. La comprensione del senso globale e quella del significato particolare vanno di pari passo. Se però dovessimo dare una priorità a uno dei due elementi, ne uscirebbe prevalente il senso globale perché il senso non è dato dalla somma dei segni, ma è il senso a dividersi in segni particolari, le parole.

51 Testo chiuso e testo aperto
Un testo si definisce: Chiuso quando non ha altri modi di interpretazioni Aperto quando si apre a differenti possibilità di interpretazione Quando l'attività del lettore è lanciata alla sua velocità massima perché non incontra ostacoli, la negoziazione del senso è talmente facile e al di fuori del pieno controllo consapevole che non viene nemmeno percepita come tale. Quando l'attività del lettore viene rallentata, siamo in presenza di difficoltà di lettura, come per esempio una parola sconosciuta. La lettura può riprendere solo dopo che alla parola in questione viene (provvisoriamente come sempre) attribuito un significato, o dopo avere consultato un testo, o per abduzione, per congettura basata sulle opportunità di attivazione di significati plausibili nel co-testo e nel contesto. Nei testi fortemente referenziali, "chiusi", tali difficoltà di decodifica possono essere causate involontariamente dall'autore, oppure da difficoltà lessicali legate a linguaggi settoriali, tecnicismi che vengono introdotti all'attenzione del lettore. Nei testi non strettamente informativi, più tendenti all'autoreferenzialità, dal punto di vista dell'autore le difficoltà di decodifica sono calcolate e fanno parte della strategia dell'autore, che vuole mettere alla prova la capacità o lo stato di attenzione del lettore.

52 Accettare il testo Sia per il lettore convenzionale, sia per il lettore traduttore, gli atteggiamenti possibili di fronte a difficoltà sono due: reazione o rinuncia. In quest'ultimo caso, di rifiuto della provocazione dell'autore, a farne le spese senza alcuna colpa è il lettore del metatesto. Nel caso invece in cui si propenda per affrontare le difficoltà, la negoziazione del senso viene suddivisa da Cornea in tre procedimenti: fagocitazione manipolazione simbolica inferenza multipla

53 Abitudine La memoria delle percezioni passate crea una sorta di banca dati individuale parzialmente inconscia che però, sebbene a livello subliminale, interviene attivamente per accorpare percetti affini e sistematizzarli in categorie. Le interpretazioni cui dà luogo una stringa di testo costituiscono una memoria storica che fa sì che le percezioni successive di stringhe di testo uguali o analoghe possano essere confrontate e, se è il caso, assimilate alle percezioni e interpretazioni precedenti. Il rioccorrere di tali associazioni è ciò che dà luogo all'abitudine, alla generalizzazione dell'esperienza e al tentativo di ergere un fascio di esperienze al rango di norma (regolarità):

54 Le abitudini hanno gradi di forza che variano dalla dissociazione completa all'associazione inseparabile. Questi gradi sono un misto di prontezza all'azione, ossia eccitabilità e altri ingredienti che non è il caso di esaminare separatamente qui. Il cambiamento d'abitudine consiste spesso nell'innalzare o nell'abbassare la forza di un'abitudine. Spesso le abitudini differiscono per durata (che analogamente è una qualità composita). Il lettore esperto legge, guidato dall'abitudine interpretativa, grazie alla quale la sua lettura può procedere spedita seguendo norme generali sulla regolarità, finché non s'incaglia in qualche zona di testo marcata, in qualche scoglio che richiede una navigazione a vista, un'attenzione particolare per riuscire ad affrontare le peculiarità estetiche e interpretative specifiche. Qui l'abitudine non fa al caso interpretativo del lettore, e quindi occorre sopperirvi con un fresco impiego di applicazione analitica ad hoc.

55 Abitudine Le abitudini, le generalizzazioni,non sono un vicolo cieco ma, come gli altri due vertici della triade, comunicano con ciascuno degli altri elementi. Abbiamo visto che la percezione istintiva gradualmente porta all'accumulo di esperienza, e che l'accumulo di esperienza a sua volta porta al costituirsi di abitudini. Ma le abitudini, una volta formate, quando cominciano a dare luogo a regolarità percettive e a ritmi di lettura più veloci, sono entità statiche? Le generalizzazioni hanno valore assoluto e permanente? La risposta è no, e si capisce facilmente perché. L'esperienza e l'abitudine si fondano sulla possibilità di catalogare le percezioni di lettura e di interpretazione. Tale catalogazione implica una semplificazione e l'istituzione di una norma (intesa, in senso descrittivo, come caso statisticamente più frequente, regolarità) e di una serie di modi, di tempi e di quantità di scostamento standard dalla norma.

56 L'elemento di novità, il testo marcato, richiama l'attenzione del sistema di lettura vigile il quale, dopo un tempo di decodifica appesantito dalla difficoltà, finisce per compiere l'atto interpretativo. Al termine, l'elemento nuovo è stato letto e interpretato, e il ciclo percezione - esperienza - abitudine si compie, con la peculiarità che la percezione nuova dà luogo a un'esperienza nuova, alla quale l'abitudine (vecchia) non è applicabile e deve perciò essere adattata. Da qui scatta il segnale d'allarme e si ha - per il passo in cui è necessario - la decodifica consapevole, lenta, analitica. A conclusione di tale esperienza nuova, della decodifica di un testo anomalo, il vertice della triade a cui fa capo l'abitudine risulta però integrato, arricchito, perché la vecchia abitudine è risultata inadeguata ad affrontare la nuova esperienza, ed è uscita modificata e rafforzata e ampliata dal confronto. Perciò il ciclo triangolare dell'acquisizione della conoscenza non ha mai fine.

57 Apocalittici e integrati
M. Baldini: “Ogniqualvolta si è verificata una delle rivoluzioni […] gli uomini si sono divisi in due fazioni, l’una contro l’altra armata: da un lato quella degli apocalittici e dall’altra quella degli integrati” (M. Baldini, in Dizionario della comunicazione). Richiamo a U. Eco, Apocalittici e integrati, Bompiani, 1964. N. Postman: tanto gli apocalittici quanto gli integrati sono zelanti profeti con un occhio solo: “ogni tecnologia è al tempo stesso un danno e una benedizione; non è l’una cosa o l’altra, è l’una cosa e l’altra” (N. Postman, Technopoly. La resa della cultura alla tecnologia, Bollati Boringhieri 1993). “Primo apocalittico” è Platone, che nel Fedro riconosce come la scrittura avrebbe cambiato la mente degli uomini: l’alfabeto nuocerà alla memoria e creerà un falso sapere. 57

58 Due questioni teoriche
Ogni innovazione tecnologica ridisegna le modalità di presenza dei media già esistenti. Un nuovo medium segue una modalità di diffusione nel tempo non regolare. Si passa infatti da una rapida crescita iniziale, a una fase di assestamento, fino all’esaurirsi della carica di novità tecnologica. L’avvento di un nuovo medium non comporta la fine dei media precedenti. Cambiano gli equilibri, viene ridefinita la collocazione, ma nessun medium viene meno. W. J. Ong: “Oggi si sente dire che i libri sono finiti, che radio e televisione li hanno rimpiazzati. Ebbene, chiunque pensi a ciò è ben lontano dalla realtà […]. Il nuovo medium non elimina quello vecchio, d’altra parte quest’ultimo non è più lo stesso di prima”. 58

59 Storia dei Media “I media, attraverso i quali gli uomini comunicano, influenzano la loro lingua, il loro modo di pensare e anche, direttamente e indirettamente, le società in cui essi vivono” (M. Baldini, Storia della comunicazione, in Dizionario della Comunicazione, Carocci 2009)

60 rapidità di circolazione delle informazioni (tempo, spazio e persone)
costi sempre più bassi.

61 rivoluzione chirografica
(con l’invenzione della scrittura); rivoluzione gutenberghiana (con l’invenzione della stampa); rivoluzione elettrica ed elettronica (dall’invenzione del telegrafo)

62 cultura orale o epoca dell’oralità;
cultura manoscritta (chirografica) o epoca della scrittura; cultura tipografica o epoca della stampa; cultura dei media elettrici ed elettronici o epoca dei media elettrici ed elettronici. Cultura dei digital media o epoca dei digital media.

63 Media Voce Scrittura Stampa Radio Cinema Televisione Internet Web 2.0

64 Linguaggio verbale Differenzia l'uomo dagli animali Differenti teorie Si comincia con l'assegnare un suono ad un oggetto e si finisce per creare una vera e propria struttura mentale

65 L’oralità Nella cultura orale (oralità primaria) il sapere, la tradizione, si fondano sulla memoria (attraverso dispositivi memorabili). Il sensorio predominante nella cultura orale è l’orecchio. Le culture non-letterate sono caratterizzate da una “prepotente tirannia dell’orecchio sull’occhio” (M. McLuhan) e da una gerarchia dei sensi differente rispetto a quella attuale. Nella Bibbia esiste un primato (di tipo teologico) del verbo ascoltare rispetto al verbo vedere: l’uomo biblico è per antonomasia l’uomo dell’ascolto. L’uomo come ascoltatore di Dio, impegnato di fronte ai comandamenti. Ascoltare è come obbedire. La rivelazione di Dio nell’A.T. è soprattutto oggetto di ascolto. 65

66 Caratteristiche La cultura orale privilegia l’uso della paratassi, la costruzione del periodare basato sulla coordinazione (“e”) mentre in una cultura tipografica, dove domina la scrittura, le congiunzioni sono sostituite da subordinazioni. La ripetizione: la necessità di non perdere l’aggancio con l’ascoltatore e la possibilità per l’oratore di pensare mentre il discorso procede. Lo stile agonistico: uno stile agonistico per occasioni di battaglie intellettuali e verbali. Sfide con indovinelli o proverbi. Una cultura conservatrice e tradizionalista: refrattaria a ogni innovazione, alla sperimentazione intellettuale. 66

67 Caratteristiche Una cultura omeostatica: vista la difficoltà di tramandare la cultura solo attraverso la memoria, si fa una selezione; si ricorda solo quello che si può collegare con il presente. La poesia: la poesia epica, recitata da cantori di professione (gli aedi) oppure da anziani, adulti, dalle famiglie, per conservare la memoria, il patrimonio culturale. Nella Grecia arcaica i poeti avevano un compito soprattutto pedagogico, erano gli educatori. Omero, con l’Iliade e l’Odissea, è stato definito il maggiore educatore della Grecia. 67

68 Scrittura La scrittura è un sistema codificato di marcatori visivi per mezzo del quale lo scrivere poteva determinare le parole esatte che avrebbe poi successivamente prodotto il lettore

69 Scrittura Analogico Digitale Disegni preistorici
4000 a. C. pittogrammi egizi 1300 a. C. alfabeto fenicio Alfabeto ebraico Alfabeto greco Alfabeto latino Alfabeto cirillico Analogico Digitale

70 Cinese

71 Fenicio Ebraico

72 La Scrittura Importanti conseguenze non solo comunicative o sociali, ma anche antropologiche. Il sensorio della vista è dominante, ma l’udito non scompare. Linguaggio orale di tipo “naturale”, la scrittura è “artificiale”. Prime testimonianze di scrittura: sumeri in Mesopotamia nel IV secolo a.C. (scrittura cuneiforme) ed egizi nel 3000 a.C. (scrittura geroglifica). I fenici (XV-XIV a.C.) inventano il “sillabario senza vocali” per fini commerciali, ma la vera rivoluzione giunge con l’alfabeto greco nel VIII a.C. (introducono vocali e consonanti). 72

73 Caratteristiche “La memoria diviene una regina decaduta”. La cultura diviene smemorata. Riflessioni di Platone nel Fedro. Il primato della vista, ma anche l’orecchio mantiene un primato. Il lessico comincia ad ampliarsi. La nascita della filosofia, delle scienze, della logica e dell’etica. 73

74 Caratteristiche Altre caratteristiche:
Pensieri ed espressioni più analitici, più astratti e meno formulaici. Il passato viene salvato dall’oblio, depositato negli archivi. La nascita dell’”io”. Il poeta diviene artista. 74

75 L’invenzione di Gutenberg: la Stampa
Nel 1452 la prima Bibbia in 42 righe, la “Bibbia di Gutenberg”: Gutenberg progettò il primo sistema di stampa. Elementi di stampa: carta, inchiostro, torchio a vite e caratteri mobili (grazie alla sua esperienza di orafo). Pezzi di metallo, con lettera incisa, sistemati su righe e incorniciati in un telaio rigido. Sviluppo economico, nascita delle università e fermento culturale di fine Medioevo inducono a una rapida diffusione dell’attività di stampa. 75

76 La stampa Gli effetti dell’invenzione di Gutenberg: gli enormi vantaggi, la rapidità di esecuzione, l’uniformità dei testi il costo relativamente basso. la stampa della prima Bibbia - l’Europa era costellata di tipografie Nuove figure professionali: editori, stampatori, correttori di bozze e librai. Pubblico: non solo ecclesiastici e intellettuali (già fruitori nella cultura amanuense), ma classe emergente borghese. Dall’epoca chirografica a tipografica: maggiore democratizzazione del sapere. 76

77 La stampa M. McLuhan sostiene che si afferma un nuovo tipo di uomo, l’uomo tipografico: “La differenza tra l’uomo di una cultura a stampa e quello di una cultura amanuense è quasi altrettanto grande di quella che vi è tra un non-letterato e un letterato” M. McLuhan: con l‘invenzione della stampa si conclude quel processo di detribalizzazione iniziato con l’introduzione dell’alfabeto. Gli amanuensi procedevano per abbreviazioni ed erano soliti unire le parole. Bisognava rivolgersi sempre a loro sia per leggere sia per ricopiare senza errori. La stampa rende il sapere a portata di tutti, ma il processo è lento, non facile: primi costi elevati e basso livello di alfabetizzazione. 77

78 La stampa La stampa privilegia: sinteticità; analiticità; oggettività;
pensiero astratto; maggiore creatività linguistica; marginalizzazione del pensiero formulaico. La stampa segna il trionfo della vista sugli altri sensi, determina la vittoria dell’occhio sull’orecchio. 78

79 Caratteristiche Purificazione del latino e sviluppo delle lingue nazionali: editori, per raggiungere più pubblico, privilegiano la pubblicazione di opere in lingua nazionale; normalizzazione ortografica con la stampa; maggiore primato dell’occhio in tal caso. Autore: riconosciuta paternità dell’opera; reato di plagio: dal Copyright Act del 1709, fino a alla convenzione di Berna nel 1886; stipendio e il primo a beneficiarne è Erasmo da Rotterdam. 79

80 Caratteristiche Lettore: accesso al sapere con maggiore facilità, se alfabetizzati; non era più necessario spostarsi alla ricerca di opere contenute nelle biblioteche degli amanuensi, gli unici a saper leggere le traduzioni (codice di scrittura); pubblico a seconda dei generi, nuovo modo di leggere di tipo individuale. La figura dell’autodidatta. Costi e tempi inferiori rispetto alle opere degli amanuensi. Nascono le biblioteche private e pubbliche 80

81 Caratteristiche La censura: Il primo ufficio di censura a Magonza 1486 e nel 1559 la Chiesa pubblica il primo Index librorum prohibitorum. Per aggirare la censura si sceglieva l’anonimato per autore ed editore. Nascita del capitalismo (come sostiene Elizabeth Eisenstein) e la diffusione della Riforma protestante, la stampa delle opere di Lutero. Testi scientifici, raccolta dati, mappe con un grado di precisione elevato. 81

82 La nascita dei giornali
Le tappe dello sviluppo del giornalismo sono numerose e articolate. E nuovi orizzonti sono stati aperti da Internet. Il giornalismo è stato un settore “determinante per trasformare la scrittura da strumento di lavoro della classe intellettuale ad ambiente comunicativo dominante della società industrializzata occidentale” Il giornalismo è la prima vera industria culturale. 82

83 Nuovo modello culturale
Un nuovo modello culturale grazie alla scoperta di Gutenberg, all’invenzione dell’orologio meccanico e al cannocchiale. “Del resto il libro diviene dominio sul sapere, l’orologio meccanico dominio sul tempo permettendone una scansione esatta, il cannocchiale dominio sulla natura che può essere misurata e controllata sperimentalmente. Un’epoca che trova nell’idea del progresso il proprio motore e che trova nella stampa il proprio ambiente mediale costitutivo” Un modello tecnocratico (N. Postman), un modello culturale che fa del dominio della tecnica la propria metafora interpretativa. 83

84 Media elettrici ed elettronici
Fine Ottocento, si afferma un nuovo modo di comunicare, la comunicazione di massa, con i mass media e la società di massa. N. Postman: “[…] mezzi di comunicazione di massa che sono di massa perché legati allo sviluppo della tecnologia elettrica, strumenti comunicativi che hanno permesso di far giungere lo stesso messaggio simultaneamente a un grande numero di persone in località anche molto distanti tra loro. I mass media hanno cambiato la modalità di lettura, hanno modificato le modalità di scrittura, hanno cambiato tempi e caratteristiche del divertimento e hanno rimodellato anche il sensorio oltre che rimodellare in qualche modo i processi educativi” (N. Postman, Technopoly. La resa della cultura alla tecnologia, Bollati Boringhieri 1993). 84

85 Media elettrici ed elettronici
“Intorno alla metà dell’Ottocento si verificò nel mondo della comunicazione una nuova, profonda rivoluzione. Si passò lentamente ma inesorabilmente, dalla cultura tipografica alla cultura dei media elettrici e, successivamente, elettronici. Sino ad allora le notizie si erano mosse alla velocità del messaggero, cioè alla velocità delle gambe dell’uomo o del cavallo, della corrente dei fiumi o del vento. Tutti i tentativi di una trasmissione istantanea dei messaggi erano falliti. Questo stato di cose cambiò radicalmente con la scoperta da parte di un artista americano, Samuel Morse, del telegrafo elettrico” (M. Baldini, Storia della comunicazione, in Dizionario della comunicazione). 85

86 Media elettrici ed elettronici
Il 1844 è considerato convenzionalmente l’anno di inizio della rivoluzione elettrica ed elettronica: collegamento telegrafico tra Washington e Baltimora. M. McLuhan: con il telegrafo, l’uomo “entrò in un mondo nuovo di zecca fatto di subitaneità”. Messaggi in tempo reale. La Terra è divenuta “un villaggio globale” (M. McLuhan) e il senso predominante dell’uomo ripassa dall’occhio all’orecchio. 86

87 Oralità secondaria Si sviluppa la cultura dell’oralità secondaria.
W. J. Ong: “Con il telefono, la radio, la televisione e i vari tipi di nastri da registrare, la tecnologia elettronica ci ha condotti in un’era di oralità secondaria” (W. J. Ong, Oralità e scrittura, Il Mulino 1986). Un’oralità simile alla precedente, ma più deliberata e consapevole, basata sull’uso della scrittura e della stampa. 87

88 Oralità secondaria Nel passaggio dall’oralità primaria a quella secondaria cambia il quadro cognitivo e spaziale. Una nuova spontaneità, non data dalla mancanza di riflessione analitica (oralità primaria), ma dall’esperienza, proprio dalla riflessione analitica. Come la primaria, la nuova oralità per il forte senso comunitario. La differenza sta nella dimensione del gruppo. L’oralità secondaria arriva alla massa, a moltitudini incommensurabili, al villaggio globale. 88

89 Radio Telegrafo Telefono Radio (broadcast) – inizio '800

90 La fotografia e il cinema
28 dicembre 1895, a Parigi, Louis ed Auguste Lumière proiettano i primi sette cortometraggi. Nasce il cinema! 90

91 Il cinema Con l’avvento del cinema, muta la cultura e l’esperienza dell’uomo moderno. Cambiamenti che vanno dalla percezione del mondo esterno all’impiego del tempo libero, dal modo di raccontare storie alla concezione dell’arte e dell’estetica. Il cinema, medium di massa, ha inoltre la capacità di essere luogo della memoria e dell’immaginario. Il concetto di memoria non va inteso come provvista di fatti passati, ma come luogo di accesso alle informazioni: “forme di memoria genuinamente sociali si sviluppano solo con la disponibilità di tecnologie della comunicazione” (E. Esposito, La memoria sociale, Laterza 2001). 91

92 La radio e la televisione
Diversi esperimenti, con radici antiche, anche nel Cinquecento (telegrafo simpatico). Nell’Ottocento si susseguono le scoperte di H. C. Oërsted, M. Faraday, H. R. Hertz, A. Righi, E. Brandly e O. Lodge. Il padre della radio è però considerato Guglielmo Marconi, per la riuscita degli esperimenti di comunicazione a distanza senza fili (8 dicembre 1895). Nobel per la fisica nel 1909. Marconi progetta in seguito, nel 1931, anche la Radio Vaticana su indicazioni di Pio XI. In Italia la radio arriva nel 1924 con l’URI (Unione Radiofonica Italiana), che in seguito diverrà EIAR e poi RAI. Ruolo centrale dello Stato. 92

93 La televisione Per la televisione gli esperimenti iniziano già nell’Ottocento, ma i brevetti sono relativi al Novecento, al 1926, per le intuizioni Baird e Zworin. Prime trasmissioni regolari dalla BBC in Inghilterra e nella Germania di Hitler, con le Olimpiadi di Berlino del 1936. In Italia nasce il 3 gennaio del 1954, con concessione dello Stato alla Rai, unico soggetto autorizzato, sino agli anni , apertura alla concorrenza a livello locale. La Tv degli esordi in Italia e in Europa è riassumibile nell’espressione “Informare. Educare. Intrattenere” (John Reith, Direttore BBC). In USA già forte componente commerciale. 93

94 La televisione I modelli-media di riferimento per la Tv italiana degli esordi: radio, teatro e cinema. Nascono programmi su modelli esistenti, ma anche generi e linguaggi nuovi. Prima fase Paleotelevisione ( ): Fine pedagogico, educativo. Unico soggetto, la Rai (primo canale “programma nazionale” 1954, il secondo canale nel 1961, la terza rete nel 1979 con l’avvento della concorrenza). Generi definiti e poco spazio alla pubblicità (la pubblicità spettacolo di Carosello ). Seconda fase Neotelevisione: la concorrenza, la pubblicità, moltiplicazione dei canali, commistione dei generi, il pubblico. 94

95 La nascita dei computer, di Internet
Secondo dopoguerra, in USA, nascita in ambito militare di sistemi elaborati di calcolo. Nasce la cibernetica e informatica. Esperimenti, nascono calcolatori, personal computer e reti di connessione (da ARPANET ad Internet). E. Carità, C. Donat-Cattin: “il giornale, il libro, il telefono o la radio erano […] dei prodotti di industrie diverse, per cultura e dimensioni economiche di riferimento, e quindi appartenevano a mondi caratterizzati da pochi punti di contatto e da limitate sovrapposizioni. L’evoluzione tecnologica […] ha avvicinato progressivamente questi mondi, ne ha aumentato la compenetrazione, li ha progressivamente unificati nell’unico grande universo chiamato mondo della comunicazione o dell’industria dell’informazione” 95

96 Internet 1969 Arpanet Ridondanza Architettura policefala 1970 internet 1971 posta elettronica

97 Internet e i digital media
1980: ARPANET diventa una Rete di comunicazione fra computer, anche per usi civili. 1981: IBM e il primo personal computer. 1982: nasce il compact disk. 1984: il computer diventa elettrodomestico grazie alla Macintosh. 1990: Esplode il fenomeno Internet. Anni Duemila: avvento del Web 2.0, dei Social Network. Sviluppo inoltre della telefonia mobile. Introduzione di iPod e iPad. 97

98 L’epoca dei digital media
Dal punto di vista comunicativo, l’interesse per l’informatica emerge nel momento della sua trasformazione in telematica (unione termine telecommunication con termine informatic), che la miniaturizzazione delle macchine ha reso fenomeno di massa. Queste invenzioni costituiscono gli elementi chiave della nascita di una nuova epoca comunicativa, quella dei new media. A livello teorico è corretto parlare di digital media: dopo più di vent’anni dalla loro nascita, questi mezzi hanno perso la loro caratteristica di novità, perché pienamente integrati con i mezzi precedenti, ricomprendendoli spesso al proprio interno. 98

99 virtuale Virtuale non è sinonimo di falso, inesistente
Ma viene dalla parola “virtus”, forza es. bastone = estensione della mano

100 Rapporto tecnologia-antropologia
Grandi opportunità dallo sviluppo tecnologico, ma anche seri problemi nel rapporto tecnologia-antropologia. Incontri aumentati, ma desomatizzati. Viene insidiata l’integrità della persona. Tempo continuamente presente. Epoca dell’ipertrofia del presente. L’ubiquità simultanea. Disgiunzione tra ascissa temporale e ordinata spaziale. 100

101 L’ipertesto Con l’ingresso dell’informatica nel mondo della comunicazione, cambia il modo di leggere e scrivere, perché cambia la forma dei testi. Passaggio dal testo fisico al testo virtuale. Soprattutto passaggio dal testo all’ipertesto. Ipertesto come rete di informazioni collegate fra loro, prevedendo delle associazioni logiche del fruitore. Documenti in cui alcuni elementi sono collegati ad altre parti del testo o ad altri testi. Brani di testo (lessìe) e collegamenti ipertestuali (link). 101

102 Web 2.0 La rete sempre più orientata “socialmente” e viene comunemente interpretata come un ambiente capace di ospitare relazioni interpersonali e comunicative. Questa sua caratteristica “vocazione sociale” si esprime: costruzione di nuove relazioni sia “on line” che “off line”; contribuendo alla creazione di nuovi ambienti sociali, in cui gli individui condividono con altre “persone in rete” il proprio personale spazio “off line”. La rete diventa così “ambiente comunicativo e relazionale” ed il Web 2.0 si presenta come la nuova “agorà telematica”. La rivoluzione generata dai Social Network. 102

103 Web 2.0 P. Padrini: “Questo luogo non rappresenta semplicemente uno «spazio» o un «tempo», un contenitore, all’interno del quale è possibile comunicare; al contrario esso è «luogo dell’esperienza»; spazio e tempo non rimangono così semplici coordinate all’interno delle quali si colloca la comunicazione, ma vere e proprie «dimensioni esperienziali»; questo «luogo dell’esperienza» si realizza attraverso un «dialogo» che diventa «narrazione di sé». Attraverso questa dinamica narrativa e dialogica, l’incontro tra gli utenti delle chat si configura come una «esperienza di comunicazione e di comunione” 103

104 Tre nodi problematici Tre importanti nodi problematici:
problema antropologico (quale comunicazione per quale uomo); problema ontologico (la possibilità di un senso possibile); problema epistemologico (l’idea di conoscenza di tale scenario). Riflessione del card. C. M. Martini, Crescita della libertà e fede cristiana, CEI 24 marzo 2000 (immagine di Davide e Golia – 1 Re, 17). 104

105 Problema antropologico
Nello scenario comunicativo, ciò che è sempre più a rischio è il concetto stesso di persona, la sua privacy e la sua libertà. Il mondo così come lo conosciamo, basato sull’incontro tra persone, coscienze che si scambiano reciprocamente sensazioni e sguardi, rischia di scomparire, sostituito da una comunità di corpi sintetici. P. C. Rivoltella: “la progettazione di software sempre più raffinati e l’utilizzo delle reti neurali, sta consentendo al computer di interagire con l’operatore in linguaggio naturale, rendendo impossibile distinguere a quest’ultimo se colui con cui sta interagendo sia una macchina oppure un uomo” 105

106 Problema ontologico L’applicazione del virtuale per simulare esperienze reali, prevedendone in anticipo le caratteristiche, può contribuire a migliorare la qualità di vita dell’uomo? Oppure, quella che chiamiamo simulazione sostitutiva, l’applicazione del virtuale all’area del ludico, finisce per creare uno spazio alternativo, trasformando il simulacro in realtà? Il reale si dissolve, in quest’ottica, in un reduplicare continuamente un referente inesistente, perché appunto immagine sintetica. Conseguenza di ciò è il crearsi di un pericolo processo di derealizzazione, al limite della patologia, in cui non sarebbe neppure possibile procedere al riconoscimento di cosa sia vero e meno, nel mondo sinteticamente costruito. 106

107 Problema epistemologico
Problema epistemologico relativo a quale conoscenza sia possibile realizzare attraverso i new media. La questione è collegata al problema ontologico. Proprio per il rarefatto (inesistente) legame con il vero, tale neorealtà può facilmente divenire luogo dell’inganno, simulazione, imbroglio e violazione. Non sappiamo ancora come sì concluderà la rivoluzione segnata dall’avvento di Internet. 107

108 Un territorio da abitare
Si tratta di una rivoluzione silenziosa e sicuramente più discreta rispetto a quella del passaggio dalla cultura orale a quella chirografìca prima e tipografica poi. In questo scenario della contemporaneità, l’uomo non è più pellegrino, ma viandante e invoca nuovamente un territorio da abitare come casa. L’uomo della tarda modernità chiede di riappropriarsi di se stesso, delle sue relazioni, in uno spazio che torni ad essere luogo della stabilità. 108

109 Comunicazione mediata dal Computer
Formato digitale Più livelli (multimediale) Interattività Ipertesto Cyberspazio (rete in quanto luogo)

110 Teorie Sociopsicologiche sulla CMC
La Comunicazione Mediata dal Computer è una forma di comunicazione ibrida, non riconducibile né alla comunicazione interpersonale, né ai mass media. Esistono vari filoni di pensiero sulla CMC: CMC socialmente povera, negli anni ’80, studiata dagli psicologi per valutarne gli effetti sulle persone; la comunicazione avveniva all’interno delle aziende e più generalmente in ambito lavorativo. Secondo il Reduced Social Cues la comunicazione è inevitabilmente povera dal punto di vista sociale.

111 CMC socialmente ricca, negli anni ’90, studiata dagli antropologi e dagli etnografi che cercano di studiare la cultura creatasi nei gruppi on-line; l’RSC viene criticato, cominciando a considerare il contesto sociale nel quale la comunicazione prende vita. La comunicazione telematica è ora alla portata domestica; si creano le prime comunità virtuali. CMC come dimensione quotidiana, nel nuovo millennio, studiata dai sociologi che valutano i cambiamenti della CMC sull’intera società. La massificazione del mezzo rende la CMC una dimensione quotidiana di ogni cittadino del mondo occidentale.

112 La vita online La comunicazione grazie alle nuove tecnologie è diventata, se vogliamo, più facile per tutti. L’intenzionalità al relazionarsi ha portato anche a degli stratagemmi per superare le barriere del media, come le faccine [] il nuovo lessico della CMC [xkè]. creazione di questa identità, un nickname. La costruzione della propria personalità può avvenire anche attraverso una homepage o un blog. La frammentazione della propria identità reale può anche portare alla costruzione di più identità, atte a comunicare con tipologie di persone totalmente diverse. Gli studi più recenti tendono a superare la concezione delle identità virtuali come via di fuga dalla realtà. Piuttosto si pensa ad una realtà parallela dove le conseguenze delle proprie azioni si ripercuotono entro limiti accettabili: la rete può essere vista allora come un nuovo moratorium, una situazione di formazione della personalità.

113 Media Il media precedente ingloba e sviluppa il precedente Il precedente assume una “forma” diversa

114 Teoria dell'ago ipodermico
Teoria sui media Teoria dell'ago ipodermico considera i mass media come potenti strumenti persuasivi che agiscono direttamente su di una massa passiva e inerte. La teoria ipodermica è il primo tentativo di comprendere il funzionamento della comunicazione interpersonale in maniera sistematica, viene sviluppata negli anni quaranta sulla base delle ricerche della psicologia comportamentale, e in base a questo filone psicologico vede la comunicazione come un processo diretto di stimolo e risposta.

115 Teoria sui media Teoria degli effetti limitati e il flusso di comunicazione a due stadi: il messaggio dei media viene recepito dal pubblico grazie a una categoria di persone che occupano posti-chiave nei reticoli di relazioni interpersonali, i leader d’opinione.

116 Teoria critica Influenzata dal Marxismo I mass media svolgono le loro azioni solo per raggiungere utili economici, manipolando i valori del pubblico

117 Teoria sui media struttural-funzionalismo studia i media distinguendoli non più per i loro obiettivi ma per le loro funzioni, si arriva alla teoria di usi e gratificazioni: la funzione dei media viene assimilata all’uso strumentale che il pubblico fa dei mezzi di comunicazione di massa, al fine di soddisfare i propri bisogni e di riceverne così una gratificazione.

118 Cultural studies Il concetto di cultura cambia e viene inteso come un insieme di processi sociali e storici Nasce qui il modello encoding-decoding: qualsiasi prodotto mediale nasce da una messa in codice (encoding) da parte di un’organizzazione al cui vertice troviamo l’autore. Una volta messo in circolo, il messaggio sarà decodificato (decoding) dal pubblico, portando a tre diversi casi: Lettura egemonica-dominante Lettura negoziata Lettura oppositiva

119 encoding-decoding lettura egemonica-dominante, il punto di vista dell’autore appare l’unico anche per lo spettatore. lettura negoziata, accanto al punto di vista dell’autore appaiono considerazioni autonome. lettura oppositiva, quando il messaggio viene letto in modo antagonista e inserito in un contesto opposto a quello dell’emittente. Importante ricordare che per la prima volta viene riconosciuto al pubblico un ruolo attivo.

120

121 Scuola di Toronto nuova considerazione dei media:
La tecnologia: il motore del mutamento, forza che può determinare la direzione del mutamento della società. Ogni tecnologia porta con sé un bias, cioè una tendenza alla conservazione del sapere. Ogni media (dal papiro alle moderne tecnologie) si è evoluto in una sorta di scala: il nuovo media inglobava quello precedente e le informazioni in esso contenute. Si sono verificate delle vere e proprie mutazioni antropologiche, come quelle dell’uomo. I media stessi vengono considerati come una sorta di estensione dell’uomo (la scrittura, estensione della memoria; il telefono, estensione di voce e udito) ma anche come una sorta di estensione di consapevolezza.

122 Teorie moderne Tali processi portano alla nascita del villaggio globale, con la conseguente differenziazione in media caldi (stimolano un solo senso, radio) e media freddi (abbisognano di più partecipazione da parte dell’utente, televisione, telefono e internet). La scuola di Toronto tende a disinteressarsi al contenuto dei media, preferendo lo studio del media vero e proprio, poiché il contenuto del media è pur sempre un altro media: il contenuto della scrittura è il discorso, così come la parola scritta è contenuta nella stampa, ecc… Ogni nuovo media tende ad inglobare i media precedenti: in questa accezione, internet contiene tutti i media.

123 Teorie moderne -Modello dei differenziali di conoscenza: l’informazione è potere. I media accentuano le differenze vigenti tra popolazioni. Digital divide tra paesi ricchi e poveri -La spirale del silenzio: analizza TV. Il pubblico in breve non sarà + capace di scegliere perchè i contenuti saranno tutti uguali (consonanza e cumulatività). l’utente si darà al conformismo per non essere isolato, entrando in una spirale del silenzio.

124 Teorie moderne -La coltivazione televisiva: il pubblico assorbe gli stereotipi e gli stili della tv. Chi vedrà violenza in tv sarà ansioso nella vita reale. Ma se fossero già gli ansiosi a guardare più tv? -L’Agenda setting: analizza il divario tra realtà vissuta e realtà che appare dai media. I media dicono alla gente quali temi sono importanti, dandone anche un ordine di priorità in base allo spazio dedicatogli dai programmi. I media non dicono come pensare, ma su cosa.


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