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Perché è necessario intervenire sul linguaggio Rosario Coco - Alessandro Paesano

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Presentazione sul tema: "Perché è necessario intervenire sul linguaggio Rosario Coco - Alessandro Paesano"— Transcript della presentazione:

1 Perché è necessario intervenire sul linguaggio Rosario Coco - Alessandro Paesano alessandro.paesano@anddos-gaynet-roma.org rosario.coco@anddos-gaynet-roma.org

2 Sapir-Whorf: il modo di esprimersi influenza il modo di pensare. La lingua non è un contenitore o un veicolo neutro di un determinato contenuto, Identico per tutta l’umanità La lingua determina sempre anche il contenuto stesso, cioè il modo in cui viene percepita e organizzata la realtà- La segmentazione dei significati e la rappresentazione della realtà è strettamente vincolata alla lingua.

3 Whorf: Per le persone parlanti il cui background linguistico fa sì che se ne dia una formulazione diversa, i fatti sono diversi. B.L. Whorf, Linguaggio, pensiero e realtà, Torino, Boringhieri, 1970. In altre parole: se ho 10 termini differenti per riferirmi al colore bianco affinerò anche la mia percezione di tale colore, suddividendolo in varie gradazioni e potrò fare questo solo perché ho a disposizione altrettante parole.

4 È noto l’esempio riportato da Whorf sulla lingua degli eschimesi, che prevede varie decine di parole per designare il concetto di “neve”, a seconda che essa sia bagnata o ghiacciata o stia cadendo e così via. La stessa lingua eschimese dispone di circa dieci parole per indicare altrettante tonalità del colore bianco; questa maggiore ricchezza, rispetto a lingue come l'italiano, permette di individuare meglio il colore reale di un oggetto che noi italiani designeremmo con l'aggettivo "bianco".

5 NELLA LINGUA SONO SEDIMENTATE E SI FORMANO LE NOSTRE OPINIONI discorsi diversi costruiscono diversamente il mondo. Ad esempio: se nel raccontare un atto di violenza sessuale ci riferiamo agli uomini come “persone mosse da un istinto naturale” e alle donne dicendo che “hanno agito provocatoriamente”, creeremo empatia con gli uomini.

6 NON SI TRATTA DUNQUE DI POLITICAMENTE CORRETTO Si tratta di un impiego etico e politico della lingua la cui responsabilità è al contempo individuale e collettiva

7 Sicuramente interventi d’autorità sono poco produttivi però la lingua non è neutrale è invece ma strettamente legata al mondo nel quale si è originata e del quale ci parla. È necessario prendere coscienza della non neutralità della lingua usata avanzando proposte affinché lo specifico femminile si veda sempre più rappresentato e i cambiamenti sociali nell’accoglienza delle persone omo- bisessuali e trans siano visibili anche a livello linguistico

8 Francesco Sabatini in un’intervista rilasciata a Cinzia Fiori al corriere della sera nel 2000, afferma: La lingua respinge interventi d’autorità, ma questo non vuol dire che ci si debba astenere da indicazioni. In una società come la nostra dove la comunicazione domina, ispirare l’uso di un italiano corretto e rispettoso è importante”. Forse perché la lingua condiziona il pensiero? “Direi di sì. È come il binario su cui corre il treno. Il linguaggio crea immagini, a esso è legata, più di quanto non appaia, l’ideologia, e quindi anche la considerazione sociale di una donna o di un uomo. Cecilia FIORI “Si dice «ingegnera» o signore ingegnere?”, Corriere della Sera (28/09/2000),“Si dice «ingegnera» o signore ingegnere?”,

9 le Raccomandazioni contengono alcuni suggerimenti per dare visibilità linguistica alle donne e pari valore linguistico a termini riferiti al sesso femminile. Le raccomandazioni non sono state seguite e sono state invece molto criticate. Dopo Alma Sabatini Rosanna Pace, Immagini maschili e femminili nei testi per le elementari (1986); Tatjiana von Bonkewitz, Lingua, genere e sesso: sessismo nella grammaticografia e in libri scolastici della lingua italiana (1995) Elisabeth Burr, Agentivi e sesso in un corpus di giornali italiani (1995).

10 Cecilia ROBUSTELLI, in “Lingua e identità di genere”, Studi italiani di linguistica teorica e applicata, 29/3, 507-527 (2000) constata come sui quotidiani nazionali più diffusi, si continua ad utilizzare il maschile non marcato e quello per l’accordo di un’insieme di nomi di genere diverso. Invece riscontra l’uso del femminile dei nomi di professioni di alto livello evitando i sostantivi in - essa (sentiti come riduttive) e preferendo al loro posto il maschile anteposto dall’articolo femminile.

11 1987 Sabatini, A. (a cura di) Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana. 1997 Dir. P.C.M. 27 marzo 1997. Azioni volte a promuovere l'attribuzione di poteri e responsabilità alle donne, a riconoscere e garantire libertà di scelte e qualità sociale a donne e uomini 2010 Provincia di Firenze / Accademia della Crusca. Robustelli, C. Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo. http://www.provincia.fi.it/fileadmin/assets/PARI_OPPORTUNITA_/Opuscolo_Li nee_Guida_per_l_uso_del_genere_WEB.pdf http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=66590&typeb=0&La- grammatica-che-rispetta-le-donne

12 Politiche linguistiche in Italia 2007. Direttiva 23/05/2007. Presidenza del consiglio dei ministri. Dipartimento della funzione pubblica. Misure per attuare parità e pari opportunità tra uomo e donna nelle amministrazioni pubbliche VI. FORMAZIONE E CULTURA ORGANIZZATIVA e) utilizzare in tutti i documenti di lavoro […] un linguaggio non discriminatorio come ad esempio usare sostantivi o nomi collettivi che includano persone dei due generi […] 2007. Legislatura 15 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00107 - Pubblicato il 31 maggio 2007 - Seduta n. 159 … impegna il Governo: ad introdurre negli atti e nei protocolli adottati dalle pubbliche amministrazioni una modificazione degli usi linguistici tale da rendere visibile la presenza di donne nelle istituzioni, riconoscendone la piena dignità di status ed evitando che il loro ruolo venga oscurato da un uso non consapevole della lingua.

13 Unione Europea Raccomandazione R(90)4 Comitato dei Ministri del Consiglio D’Europa sull’eliminazione del sessismo nel linguaggio; Patricia Niedzwecki del 1993 Donne e linguaggio, Commissione europea. non esiste nella lingua nessun ostacolo insormontabile che possa opporsi alla femminiIizzazione del linguaggio nelle lingue europee. Alla stessa conclusione sono giunte le partecipanti al Primo Simposio Internazionale su: linguaggio delle donne? linguaggio degli uomini? tenuto il 14 e 15 maggio 1993 ad Anversa Raccomandazione REC(2003)3 del Comitato dei Ministri agli Stati membri sulla partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini ai processi decisionali politici e pubblici del 12 marzo 2003, invita gli Stati membri ad utilizzare un linguaggio che non sancisca l’egemonia del modello maschile, e che sia neutro dal punto di vista dei generi (utilizzando per esempio il termine persona) oppure riferirsi ai due generi (cittadini e cittadine). Francia, Svizzera, Austria, Germania, Spagna hanno linee guida ministeriali per un uso simmetrico dei generi nei media, nella pubblica amministrazione, nella formulazione delle leggi.

14 Unione Europea Raccomandazione REC(2003)3 del Comitato dei Ministri agli Stati membri sulla partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini ai processi decisionali politici e pubblici del 12 marzo 2003, invita gli Stati membri ad utilizzare un linguaggio che non sancisca l’egemonia del modello maschile, e che sia neutro dal punto di vista dei generi (utilizzando per esempio il termine persona) oppure riferirsi ai due generi (cittadini e cittadine). Francia, Svizzera, Austria, Germania, Spagna hanno linee guida ministeriali per un uso simmetrico dei generi nei media, nella pubblica amministrazione, nella formulazione delle leggi.

15 Grazie per l’attenzione!


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