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CONOSCO IL TERRITORIO MAZARA DEL VALLO E LA SUA STORIA CLASSE 2^E

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Presentazione sul tema: "CONOSCO IL TERRITORIO MAZARA DEL VALLO E LA SUA STORIA CLASSE 2^E"— Transcript della presentazione:

1 CONOSCO IL TERRITORIO MAZARA DEL VALLO E LA SUA STORIA CLASSE 2^E
Scuola Secondaria di 1° grado “G.Grassa” Mazara del Vallo a.s.2010/2011 CONOSCO IL TERRITORIO MAZARA DEL VALLO E LA SUA STORIA CLASSE 2^E

2 Finalità Conoscere e valorizzare
il proprio ambiente di vita per assumere consapevoli e duraturi comportamenti di tutela personale e sociale Rafforzare il senso di appartenenza al proprio contesto familiare e territoriale Sviluppare il valore delle tradizioni mediante la conoscenza del territorio

3 Capacità di orientarsi nel tempo storico e nello spazio geografico
- sentirsi eredi e custodi della memoria storica del proprio territorio ABILITA’ Conoscere le tipologie dei beni artistici, culturali e ambientali presenti nel proprio territorio CONOSCENZE

4 STORIA ASPETTI GEOGRAFICI PER LE VIE DI MAZARA CHIESE E MONUMENTI
ALUNNI: DI STEFANO SAMUELE PICCIONE MICHELE QUINCI DAVIDE SCIUTO FRANCESCO BOULABIAR MOHAMED PANEDURO ANDREA ALUNNI: VALENTI GIUSEPPE INGARGIOLA DAVIDE ALFIERI GIACOMO GIACALONE ANTONINO CASSENTI ANTONINO MARRONE VINCENZO OCELLO ANGELO PER LE VIE DI MAZARA CHIESE E MONUMENTI ALUNNI: BALLATORE MANUELA QUINCI SERENA PECORARO MANUELA CENTONZE MARIACHIARA ASARO FEDERICA JAAFAR HAZEM ALUNNI: CAVATAIO GIORGIA CALDERONE MARTINA IFRIM GEORGIANA GIACALONE CATERINA SERRENTINO ILENIA

5 MAZARA DEL VALLO E LA SUA STORIA
PREISTORIA ETA’ ANTICA ALTRE DOMINAZIONI MAZARA DEL VALLO E LA SUA STORIA ORIGINE DEL NOME MAZARA OGGI ETA’ MEDIEVALE DOMINAZIONE ARABA DOMINAZIONE NORMANNA

6 ORIGINE DEL NOME «MAZARA»
Mazara deriva da: Maara in lingua orientale significa: “spelonca a cava di pietre” Macara dai Sicani Magara dai Dori Mazar dai Fenici Magar dai Saraceni Mazzara fino ai primi decenni del 1900 Mazara del Vallo dopo la metà del 1900

7 MAZARA PREISTORICA Le prime tracce di presenze umane nel territorio di Mazara sono state rinvenute in grotte e caverne lungo il fiume Mazaro. Si presume che esse appar-tengano a popoli nomadi del Paleolitico Superiore ( anni a. C.) prevalente-mente dediti alla caccia.

8 UTENSILE UTENSILE FORNO Nelle grotte, utilizzate come ripari, sono stati rinvenuti oggetti ed arnesi per la caccia costruiti in selce quali coltelli, grattatoi, punte di frecce.

9 GORGHI TONDI Del periodo successivo, il Mesolitico, (età della pietra, tra il ed il 3000 a. C.) tracce d’insediamenti di gruppi,  dediti anche alla pesca, sono state trovate lungo il fiume Delia e nelle vicinanze delle sponde  dei Gorghi Tondi.

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11 ROCCAZZO Alcuni studiosi della “Sovrintendenza dei Beni Archeologici” hanno fatto degli scavi in contrada Roccazzo ed hanno trovato resti di insediamenti dell’Età Neolitica, i più importanti rinvenuti in Sicilia.

12 Sono stati trovati i perimetri di tre capanne di forma rettangolare e 47 tombe, alcune a pozzetto, altre a graticella (tra queste la più importante è “quella di un mago”, dove oltre a resti umani sono stati rinvenuti vasi e utensili vari).

13 INSEDIAMENTI ABITATIVI di ROCCAZZO

14 UTENSILI RINVENUTI A ROCCAZZO

15 Per la strategica posizione geografica e per la foce navigabile del fiume Mazaro, Mazara nel corso dei secoli ha conosciuto numerose dominazioni. Tra le più importanti ricordiamo quella fenicia, greca, cartaginese, romana, araba, normanna. DOMINAZIONE FENICIA l primi insediamenti urbani in epoca storica furono realizzati dai Fenici che fecero di Mazara  un porto di scalo per i loro traffici marittimi al quale diedero il nome di “Mazar”, ovvero la rocca. Il ritrovamento di monete e vasi d'età fenicia dimostrano l'esistenza dello scalo marittimo fra il VI e il V secolo a.C..

16 Dominazione greca Nell’VIII secolo a.C. Mazara del Vallo divenne polis greca amministrata da Selinunte. I Selinuntini vi costruirono poche case e molti magazzini che venivano utilizzati per i loro commerci. Mazara fu il porto commerciale della fiorente colonia Selinunte durante la civiltà della Magna Grecia. Fu chiamata in diversi documenti Emporio occidentale di Selinunte, perché si svolgeva un’attività commerciale molto attiva, che dava la possibilità ai vicini popoli di comprare ogni sorta di oggetti. I Selinuntini costruirono una diga alla foce del Mazaro, per frenare in parte le forti onde del periodo invernale. I resti di questa diga sono stati scoperti nel 1928, durante alcuni scavi fatti nel porto.

17 Dominazione cartaginese
Dopo la distruzione di Selinunte nel 409 a.C. per mano dei Segestani (aiutati dai Cartaginesi), Mazara passò nel 406 a.C. sotto il dominio di Segesta. In seguito alla politica aggressiva ed espansionistica di Dioniso I, Mazara, nel 392 a.C., passò sotto il dominio di Siracusa restandoci fino al 378 a.C. quando fu ripresa dai Cartaginesi. 

18 Dominazione romana Mazara passa sotto il dominio dei Romani verso la fine della 2° guerra punica intorno al 200 a.C. . Questi capirono che il fiume Mazaro era il porto ideale per trasferire i prodotti che la terra produceva. Furono coltivate grandi aree, mentre nella zona di Bocca Arena, furono costruite delle Saline. Mazara si espanse e vennero realizzati numerosi edifici e ville fuori dal centro abitato, dove sono stati scoperti dei pavimenti in mosaico. A questo periodo risale il pavimento in mosaico ritrovato in un seminterrato davanti la chiesa di San Nicolò Regale.

19 DOMINAZIONE ARABA La conquista della Sicilia da parte dei musulmani inizia proprio da Mazara del Vallo nell’anno 827, per mezzo di una potente flotta navale che si fermò nelle acque antistanti Quarara. Sotto la dominazione araba Mazara ebbe un periodo florido, in quanto questi seppero ben governare in tutti i campi, creando sviluppo e benessere sociale. Costruirono scuole pubbliche, case e lastricarono molte strade per evitare il fango e la polvere. L'attività portuale torna agli antichi fasti per la ripresa degli scambi commerciali con i paesi africani e spagnoli. Mazara diventa un importante centro di studi islamici per l'insegnamento della letteratura, della poesia, del diritto e della religione. Nelle campagne si sviluppò l’agricoltura, grazie all’introduzione di nuove colture, come limoni e aranci, e alla realizzazione di pozzi (SENIA) che permettevano l’irrigazione dei campi. Il termine dialettale senia deriva dall'arabo sàniya (ruota idraulica).

20 La senia consisteva in un sistema di tazze fissate su lunghe cinghie costituite da funi e ruotanti su due pulegge; una superiore, posta qualche metro al di sopra del piano di campagna, e una inferiore posta al livello della falda; il movimento di discesa e risalita delle tazze era continuo e tale da consentire il capovolgimento dei recipienti agli estremi inferiore e superiore dell'impianto di modo che questi si riempivano d'acqua al fondo del pozzo e si svuotavano in superficie. Il moto alla puleggia superiore veniva impresso da un asse verticale collegato a un asse orizzontale al quale venivano aggiogati animali da tiro costretti a girare incessantemente attorno al pozzo.

21 SENIA

22 L’ACQUA TIRATA DALLA SENIA VENIVA CONVOGLIATA IN UNA GRANDE VASCA: « LA GEBBIA»

23 Monumenti arabi Gli arabi in questo periodo costruirono moschee, castelli, eleganti edifici e dei bellissimi bagni pubblici, la maggior parte dei quali sono stati distrutti o trasformati fino a farne perdere i tipici connotati orientali durante le successive dominazioni.

24 Ciò che è rimasto è la casbah, una struttura urbanistica caratterizzata da un intersecarsi di stradine strette per meglio difendersi dal sole, dal vento e dagli attacchi dei nemici, vicoli ciechi su cui si affacciano caratteristici cortili con pozzi per l’acqua e lavatoi (la cosiddetta pila di pietra «la pilazza»).

25 LA PILAZZA

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30 DOMINAZIONE NORMANNA Nel 1072 in Sicilia arrivano i Normanni, popolazione francese di religione cristiana che sottomisero gli arabi senza cacciarli via. I normanni cambiarono le moschee in chiese cristiane e costruirono numerosi altri monumenti in tutta la regione. La vittoria dei Normanni, guidati dal Conte Ruggero D’Altavilla, sui Saraceni è raffigurata su un rilievo posto sulla facciata della Basilica S.S. Salvatore di Mazara nel quale il Conte passa con il proprio cavallo sul corpo ormai a terra di uno dei capi dei saraceni, Mokarta.

31 Nel punto in cui lo sconfisse egli fece costruire una grande chiesa nell’anno 1086 trasformata poi in cattedrale poiché Mazara divenne sede del vescovato.

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33 Il conte Ruggero per difendere la città dagli attacchi nemici fece costruire un grande castello nell’area dove ora c’è la “Villa Jolanda». Il castello venne utilizzato come dimora reale anche durante le successive dominazioni; dal XVI secolo venne adibito a carcere e, infine, fu demolito nel 1880 per lasciare il posto al giardino pubblico.

34 ARCO NORMANNO Di questo castello che fu successivamente distrutto rimane soltanto la porta d’ingresso a forma di arco ogivale di chiara matrice normanna : «l’ARCO NORMANNO»

35 …Inoltre venne costruita una grande muraglia di recinzione di tutta la città. Essa presentava una pianta all’incirca quadrangolare.

36 Questa muraglia presentava cinque grandi porte ad arco: Porta di Marte, Porta di Torre Bianca, Porta Palermo, Porta San Francesco e Porta San Giovanni. Attorno venne scavato un fossato che spesso veniva riempito dalle acque del mare. Di questa muraglia e di questo fossato oggi non esiste più niente.

37 …Della presenza dei normanni rimangono molte tracce importanti, rappresentate anche nello stemma della città

38 LO STEMMA Nello stemma di Mazara vi sono riprodotte le tre principali opere compiute dal Conte Ruggero: le mura, il castello e il tempio. Lo stemma è diviso in due parti: la parte inferiore è occupata da una muraglia con una porta nel mezzo, attraversata da una fascia gialla, distintivo delle città demaniali; la parte superiore contiene l’immagine del santissimo «Salvatore» tra il vecchio campanile della catte-drale, che costituiva nel periodo medievale il minareto della moschea magna, recante alla sommità una croce (dove si trova adesso la statua di San Vito) e il castello con tre torri fatto costruire dal conte Ruggero nel 1072.

39 Nel periodo normanno furono costruite delle bellissime chiese: la chiesa di San Michele, la chiesa di San Nicolò Regale, la chiesa di Santa Maria delle Giummare e la chiesa di San Biagio, oggi chiamata di San Francesco. Chiesa di San Michele

40 Chiesa di San Nicolò Regale

41 Chiesa di Santa Maria delle Giummare

42 Chiesa di San Francesco

43 …ALTRE DOMINAZIONI Alla dominazione normanna seguì quella sveva, angioina e aragonese. Durante la dominazione sveva Mazara partecipò al movimento spirituale suscitato da San Francesco. Degli Angioini si ricordano le incursioni fatte nelle campagne di Mazara. Il 30 agosto 1282 gli Aragonesi guidati dal re Pietro di Aragona sbarcarono a Trapani. Con i successori di Federico II di Aragona ebbe inizio per la Sicilia un periodo di decadenza del potere regio segnato da continue lotte (dal XV al XVIII secolo). Anche per Mazara ebbe inizio così un lento ma inesorabile declino economico e politico, che continuò anche quando la Sicilia passò sotto il dominio spagnolo dei Borboni. La miseria e la fame spinsero le persone ad arrangiarsi e nelle campagne si diffuse il fenomeno del brigantaggio. Nel 1817, furono aboliti i tre storici valli della Sicilia (Mazara, Noto, Demone).

44 Chiesa di Santa Maria di Gesù

45 CHIESE NEL PERIODO ARAGONESE A MAZARA
SANTA CATERINA

46 TORNA ALL’INDICE

47 MAZARA OGGI Oggi Mazara del Vallo è una città di circa abitanti la cui economia si basa prevalentemente sulla pesca, sulla lavorazione e conservazione del pesce e sulle costruzioni navali. L’agricoltura ha da sempre un ruolo secondario sebbene le campagne mazaresi siano ricche di vigneti e uliveti. Negli ultimi decenni sta lentamente decollando il turismo grazie alla costruzione di alcune strutture ricettive e il proliferare dei “bed and breakfast”. Mazara è da diversi decenni il porto peschereccio più importante d'Italia e si avvale per molta parte di manodopera maghrebina.

48 Mazara è salita alla ribalta delle cronache nel Marzo 1998 quando un peschereccio locale ha recuperato, a circa 480 metri di profondità nelle acque del Canale di Sicilia, una scultura bronzea di oltre 2 metri, risalente al periodo ellenistico, conosciuta con il nome di Satiro danzante. La statua, dopo essere stata restaurata, è stata per un breve periodo in mostra a Roma, presso Palazzo Montecitorio, e in Giappone ad Aichi, esposta all'Expo Internazionale 2005 presso il Padiglione Italia. Dalla metà di Ottobre 2005 il Satiro danzante è esposto a Mazara nell'omonimo museo in Piazza Plebiscito. Nel Giugno 2010 Mazara del Vallo è stata riconosciuta dall'Assessorato regionale alle Attività Produttiva, comune ad economia prevalentemente turistica e città d'arte.

49 TOMMASO DETTO «L’OMU CANI»
E' convinzione diffusa a Mazara che il barbone, di nome Tommaso Lipari, vissuto dal 1940 al 1973 nella città e che veniva chiamato "l'uomo cane" ("Omu Cani") fosse in realtà Ettore Majorana, il famoso scienziato scomparso misteriosamente nel 1938

50 Mangiava quel che trovava rovistando tra i rifiuti; al suo arrivo a Mazara, all’inizio del 1940, dormiva all’aperto in un incavo dei ruderi del Castello Normanno.  Si appoggiava ad un bastone munito di uno spillo all'estremità inferiore con il quale raccoglieva mozziconi con cui confezionava sigarette che poi fumava (l'unico lusso che si permetteva). Mangiava quel che trovava rovistando tra i rifiuti; al suo arrivo a Mazara, all’inizio del 1940, dormiva all’aperto in un incavo dei ruderi del Castello Normanno.  Si appoggiava ad un bastone munito di uno spillo all'estremità inferiore con il quale raccoglieva mozziconi con cui confezionava sigarette che poi fumava (l'unico lusso che si permetteva).

51 Non ha mai chiesto l’elemosina: al contrario, rifiutava con fare scorbutico qualunque offerta gli venisse fatta. Se poi qualcuno provava a porgli delle domande,  si allontanava scontroso senza degnare di uno sguardo il curioso passante. Indossava sempre strani berretti e strati di abiti uno sull’altro; portava sempre con sé contenitori, buste e sacchetti pieni non si sa di cosa.

52 REALIZZATO DAGLI ALUNNI:
VALENTI GIUSEPPE INGARGIOLA DAVIDE ALFIERI GIACOMO GIACALONE ANTONINO CASSENTI ANTONINO MARRONE VINCENZO OCELLO ANGELO Lavoro coordinato dalla prof.ssa Maria Ballatore Classe 2 e A.S


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