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La teoria del gender: un’invenzione o una triste realtà?

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Presentazione sul tema: "La teoria del gender: un’invenzione o una triste realtà?"— Transcript della presentazione:

1 La teoria del gender: un’invenzione o una triste realtà?

2 Chi afferma che è un’invenzione
Molti pontificano sul web, e non solo, affermando che l’ideologia gender non esiste. E’ un’invenzione dei bigotti omofobi, di gente antica e ammuffita… Sembrano Don Ferrante – quello dei Promessi Sposi – che continuava a negare l’esistenza del contagio di peste, finché non ne è morto.

3 Chi afferma che è un’invenzione?
Invece l’ideologia del gender non solo esiste, e cercano di imporla nelle scuole e non solo, ma è pure costantemente smentita dalle ricerche scientifiche. Nell’ Aprile 2014 è stata bloccata la distribuzione degli opuscoli UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale) nelle scuole E’ intervenuto il Direttivo della Società Italiana delle Storiche che ha prontamente scritto una lettera al Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini per denunciare quanto grave fosse stata la capitolazione delle istituzioni di fronte alle pressioni delle gerarchie ecclesiastiche

4 Cosa dicono? Nella nota si precisava:
«Non esiste […] una “teoria del gender”. Con questa categoria, usata in modo fecondo in tutta una serie di discipline che ormai costituiscono l’ambito dei gender studies, non si introduce tanto una teoria, una visione dell’essere uomo e dell’essere donna, quanto piuttosto uno strumento concettuale per poter pensare e analizzare le realtà storico-sociali delle relazioni tra i sessi in tutta la loro complessità e articolazione: senza comportare una determinata, particolare definizione della differenza tra i sessi, la categoria consente di capire come non ci sia stato e non ci sia un solo modo di essere uomini e donne, ma una molteplicità di identità e di esperienze, varie nel tempo e nello spazio».

5 Allora non esiste la “teoria” gender?
FALSO. Il termine “teoria”, infatti, dal verbo greco θεωρέω  (theoréo)  “guardo, osservo”, implica già di per sé una prospettiva, un modo di guadare la realtà, il prendere posizione di fronte ad essa.  Nell’ambito delle scienze (ed è tutta da discutere l’ipotesi che i gender studies rientrino a pieno titolo in questo ambito) una teoria è un insieme di  ipotesi, enunciati e proposizioni in relazione tra loro, che pretende di spiegare un dato fenomeno. La teoria non è mai solo un’ipotesi descrittiva.

6 Cosa afferma questa teoria
 La prima affermazione della teoria del gender è che esisterebbe una sessualità specifica (o “dato biologico”) e un distinto genere (o “dato psicologico”).

7 Cosa afferma questa teoria
In sintetiche parole: si può essere:  maschi-uomini (o femmine-donne) in caso di coincidenza tra sesso biologico e genere (si parlerebbe in questo caso di cisgender, neologismo Lgbt per identificare il 99% della popolazione mondiale) si può però essere maschi-donne (o femmine-uomo) nel caso in cui sesso biologico e genere non coincidano. 

8 Cosa afferma questa teoria
Ovviamente è tutto presentato come “normale”, parola che fa sempre con insistenza capolino nella terminologia Lgbt.

9 Cosa afferma questa teoria
La seconda affermazione della teoria del gender è che sarebbe possibile scegliere autonomamente il genere sessuale “preferito” (o “sentito”), ovviamente prescindendo dal dato biologico. 

10 Cosa afferma questa teoria
Finora sarebbe stata la società a indirizzarci nei rispettivi generi sessuali facendoli forzatamente coincidere al dato biologico (la sessualità sarebbe quindi un dato culturale imposto dalla società) d’ora in poi bisognerebbe invece prendere coscienza di ciò e far crescere i bambini “liberi” da questi “stereotipi” per dar loro la possibilità di decidere “liberamente” (altro termine abusato) attraverso un’educazione gender-neutral.

11 Perché il mondo Lgbtq nega l’esistenza della teoria del gender?
Il mondo Lgbt (formato da diversi omosessuali e molti eterosessuali prestati alla causa), tuttavia, si è accorto che se la società identifica così chiaramente i loro convincimenti, riconducendoli ad una precisa “teoria”, diventa allora più difficile riuscire ad entrare nelle scuole e instillare queste idee nella futura società.

12 Perché il mondo Lgbtq nega l’esistenza della teoria del gender?
Di conseguenza, l’associazionismo LGBTQ è corso ai ripari ed ecco così spiegato perché in questo periodo si sta scatenando in questa direzione, sostenendo che tale teoria sarebbe stata inventata dal Vaticano, dagli ultrafanatici religiosi, dai fascisti, dai bigotti e da chissà chi altri.

13 Quando nasce la ideologia gender?
Sui media, persone colte e ben informate ci dicono che questa ideologia è un’invenzione del Vaticano. Non sarebbe altro che una versione brutta e dei cosiddetti gender studies, studi di genere.

14 Nasce in ambito femminista
Simone de Beauvoir (1908 – 1986), filosofa francese: «Donna non si nasce, lo si diventa. Nessun destino biologico, psichico, economico definisce l'aspetto che riveste in seno alla società la femmina dell'uomo: è l'insieme della storia e della civiltà a elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna» (Il secondo sesso, 1949) (Ti)Grace Atkinson (1938 – vivente), femminista statunitense: «Il femminismo è la teoria; lesbismo è la pratica». 

15 Nasce in ambito femminista
Shulamite Firestone (1945 – vivente), femminista canadese: «[...] l'obiettivo finale della rivoluzione femminista deve essere, a differenza di quella del primo movimento femminista, non solo l'eliminazione del privilegio maschile, ma della stessa distinzione dei sessi: le differenze genitali tra gli esseri umani non avranno più alcuna importanza culturale» (La dialettica dei sessi, 1970).  Monique Wittig (1935 – 2003), femminista francese: «[...] quando la classe degli uomini sarà scomparsa, anche le donne in quanto classe scompariranno a loro volta, perché non ci sono schiavi senza padroni» (Donna non si nasce, 1981). 

16 Nasce in ambito femminista
Gayle Rubin (1949 – vivente), antropologa statunitense: «Il genere è una divisione tra i sessi imposta socialmente» (Lo scambio delle donne. Note sulla "economia politica" del sesso, 1974).  Judith Butler (1956 – vivente), filosofa statunitense:   «Quando lo status costruito del genere viene teorizzato come del tutto indipendente dal sesso, il genere stesso diviene un artificio fluttuante, con la conseguenza che uomo e maschio possono designare tanto un corpo femminile quanto uno maschile, e donna e femmina tanto un corpo maschile quanto uno femminile» (Scambi di genere. Identità, sesso e desiderio, Sansoni, 2004).

17 Nasce in ambito femminista
Volete sapere una cosa curiosa? Tutte le autrici citate hanno avuto difficoltà personali con il ruolo di genere femminile, tutte hanno tendenze omosessuali (tranne De Beauvoir, che ne aveva di bisessuali). Il dubbio è quindi che abbiano inventato la teoria del genere non per disinteressati ed elevati motivi scientifici, ma per banalissimi motivi personali.

18 Il guru del gender: il dott. Money
La storia di Bruce, Brenda, David Fonte: “As Nature Made Him. The Boy Who Was Raised as a Girl.” Il titolo, in italiano, suona così: ”Bruce Brenda e David. Il ragazzo che fu cresciuto come una ragazza”. John Colapinto, ed. Paoline Il 22 agosto 1965 vennero alla luce all’ospedale St. Boniface a Winnipeg (Canada) due gemelli identici, Bruce e Brian Reimer. Entrambi avevano un problema di fimosi al pene, per la quale era necessaria una circoncisione. Operazione semplice e routinaria, alla quale i due genitori acconsentirono senza problemi. Per un incredibile errore, il pene di Bruce fu bruciato. «Si staccò a pezzetti» e «sparì completamente».

19 Il guru del gender: il dott. Money
I genitori, disperati, dopo una serie di consulti medici, si affidarono a John Money, un medico che avevano sentito parlare alla tv dei miracoli della «riassegnazione sessuale» in corso al Johns Hopkins Hospital di Baltimora. Money era già allora uno dei ricercatori in sessuologia più rispettati al mondo. Era l’ideatore della gender identity, basata sull’idea che l’identità di una persona non si fonda sui dati biologici della nascita, ma sugli influssi culturali e l’ambiente in cui cresce. Bruce era la cavia che egli attendeva per dimostrare la bontà delle sue teorie. Un piccolo maschio senza pene, da trasformare in una bambina.

20 Il guru del gender: il dott. Money
Per capire il personaggio, nell’aprile del 1980 spiegò a Time che un’esperienza di pedofilia «non aveva necessariamente un influsso negativo sul bambino». Fu lui l’ideatore della prima clinica per l’identità di genere, celebrata da tutte le maggiori e più importanti riviste americane e internazionali. I suoi studenti e protetti «hanno finito per occupare posizioni preminenti in alcune delle università, istituzioni di ricerca e riviste scientifiche più stimate negli Stati Uniti».

21 Il guru del gender: il dott. Money
Quando i genitori di Bruce andarono da Money, Il medico spiegò loro che avrebbe potuto dare al bambino una vagina perfettamente funzionante, ma che necessitava della loro collaborazione affinché Bruce diventasse femmina. L’importante era che loro lo vestissero come una femminuccia, non gli tagliassero i capelli, lo facessero sentire una lei e non un lui. Così avrebbe avuto una vita felice. Fu così che Bruce diventò Brenda.

22 Il guru del gender: il dott. Money
Ma qualcosa non funzionava. La piccola Brenda ignorava le bambole che le venivano regalate, adorava azzuffarsi coi suoi amichetti, costruiva fortini anziché pettinarsi davanti allo specchio. In bagno, faceva la pipì in piedi. I primi anni di scuola peggiorarono notevolmente la situazione. Brenda iniziò a diventare particolarmente violenta e fu bocciata. La chiamavano il Gorilla Nel frattempo, nel 1972, Money pubblicò il libro Man & Woman, Boy & Girl, in cui mise al corrente il mondo dello straordinario «caso dei due gemelli». Il volume descriveva l’esperimento come un «assoluto successo». Era la «prova conclusiva» che «non si nasce maschi e femmine, ma lo si diventa».

23 Il guru del gender: il dott. Money
Money guadagnò l’indiscussa celebrità di un guru. Le sue tesi, si scrisse allora, avrebbero avuto sulla storia umana un’influenza paragonabile alla «teoria dell’evoluzione di Darwin». Solo uno sconosciuto ricercatore di nome Milton Diamond osò sollevare perplessità sul caso. Fu ignorato. Al contrario, «il caso dei gemelli di Money fu decisivo perché venisse universalmente accettata non solo la teoria secondo la quale gli esseri umani sono alla nascita psicosessualmente plastici, ma anche la chirurgia di riassegnazione sessuale come trattamento per bambini con genitali ambigui o danneggiati. La metodica, un tempo principalmente limitata al Johns Hopkins, si diffuse ben presto e oggi viene eseguita praticamente in tutti i principali paesi».

24 Il guru del gender: il dott. Money
La realtà, però, andava in un’altra direzione. Brenda continuava a comportarsi «come un maschiaccio», difendeva il fratello nelle zuffe, soffriva a stare con le amichette. Brenda nei suoi sogni si immaginava ventenne «con i baffi», ma temeva di dirlo ai suoi genitori, essendo sicura che li avrebbe delusi.

25 Il guru del gender: il dott. Money
già a undici anni cominciò a nutrire istinti suicidi. Gli assistenti sociali e i dottori del suo paese capirono che qualcosa non andava, ma troppo scintillante era la fama di Money per metterla in ombra. Brenda trascorse l’infanzia passando da uno psicologo all’altro. All’età di dodici anni cominciò la cura con gli estrogeni per fare crescere il seno e, nell’ultima visita che ebbe nello studio del dottor Money, trovò un transessuale che le magnificò i vantaggi dell’operazione chirurgica per cambiare sesso. Brenda fuggì e disse ai genitori che, se l’avessero fatta tornare, «si sarebbe suicidata».

26 Il guru del gender: il dott. Money
Nel 1977 una troupe della Bbc si recò a Winnipeg per parlare con i suoi medici. Tutti confermarono la medesima impressione: Brenda non era la «ragazza felice» celebrata nei best seller di Money. Il padre esasperato rivelò alla figlia la sua storia. Brenda «si sentì sollevata» perché finalmente capì «di non essere pazza». La prima domanda che fece al padre fu: «Qual era il mio nome?». Brenda decise di tornare al suo sesso biologico. Scelse di chiamarsi David perché questo è il nome «del re uccisore di giganti della Bibbia», il bambino che combatte e sconfigge il poderoso Golia.

27 Il guru del gender: il dott. Money
Iniziò a fare iniezioni di testosterone, gli crebbero i primi peli sulle guance, a sedici anni si sottopose al primo intervento per la creazione del pene. Attendendo la maggiore età, visse nascosto per due anni nella cantina di casa. A diciotto anni entrò in possesso del denaro assegnatogli come risarcimento dal St. Boniface Hospital Conobbe Jane, una ragazza madre che aveva avuto tre figli da tre uomini diversi. Si innamorarono. Il 22 settembre 1990 si sposarono.

28 Il guru del gender: il dott. Money
Milton Diamond, il ricercatore che per primo aveva contestato Money, inferse un duro colpo alla sua credibilità. Ma nel 1994, dopo aver incontrato David, scrisse un articolo per svelare come fosse andato a finire il “caso dei due gemelli”. La tesi del testo era che, sebbene l’educazione abbia un ruolo importante nel contribuire a plasmare l’identità, essa è frutto del dato biologico assegnato dalla natura. Diamond impiegò due anni per trovare una rivista che accettasse il testo.

29 Il guru del gender: il dott. Money
David, infelice della sua vita, dopo la morte del fratello, non fu più lo stesso. L’azienda dove lavorava chiuse, bisticciò con la moglie. Il 4 maggio 2004 guidò fino a un parcheggio desolato e puntò il fucile alla testa. Aveva 38 anni.

30 Cosa dice la scienza oggi?
Il paradosso norvegese (Fonte: La teoria del “gender” è al centro di un ampio fenomeno sociale che sta attraversando l’intero Occidente, e dalla quale deriva tutta una serie di ricadute anche legislative. Ed è proprio a causa di queste ricadute che è necessario stabilire la valenza scientifica delle teoria stessa. Nel cercare di far luce su questo punto sorprende la mancanza di studi scientifici che mostrino degli elementi di corroborazione all’ipotesi “gender”  ma proprio in questi ultimi tempi un breve documentario norvegese ha mostrato in modo sintetico e chiarissimo l’assenza di tali elementi. Si tratta di un documentario che stranamente è stato realizzato non da un giornalista scientifico ma da Harald Meldal Eia, un documentarista e attore norvegese, questo però non deve far pensare che si tratti di un lavoro non qualificato, la qualità del documentario è nel livello delle figure professionali intervistate e nei loro studi.

31 Cosa dice la scienza oggi?
Stiamo parlando de “Il paradosso norvegese”, titolo che prende spunto dal fatto che nel paese dove maggiore è l’uguaglianza di trattamento tra i due sessi, maggiore è la differenza nell’orientamento nel mondo del lavoro. La ricerca ha dimostrato che le differenze tra i sessi sono “in parte biologiche all’origine”. Non del tutto biologiche, non si contesta l’influenza dell’ambiente, ma si accerta una predisposizione biologica, e questo sarà un punto molto importante per affrontare le questioni educative legate alla teoria del gender.

32 Cosa dice la scienza oggi?
A conclusione del documentario restano delle importanti considerazioni che, in assenza di eventuali smentite, devono guidare un approccio scientifico alla teoria del gender: La teoria del gender si basa su un’ipotesi fondata solamente su un presupposto “teoretico”. I sostenitori della teoria del gender non la supportano con ricerche scientifiche. Dove le ricerche scientifiche sono state condotte hanno mostrato una convergenza verso la dimostrazione di una differenza innata, non solo morfologica ma anche psicologica, tra maschi e femmine. La cultura può confermare o contrastare questa differenza biologica innata.

33 Cosa dice la scienza oggi?
Di fronte a questi dati un atteggiamento scientificamente fondato di educatori, docenti, divulgatori e politici deve condurre a delle coerenti conseguenze: La componente di differenza innata tra maschi e femmine va insegnata nei corsi di biologia a tutti i livelli di istruzione. Fornire indicazioni o materiale didattico che vada nel senso di una negazione di tale componente di differenza innata non è scientificamente corretto.  Orientare psicologicamente un bambino in senso opposto a quello della sua componente innata deve essere considerata una forzatura arbitraria lesiva dei diritti della persona.

34 Cosa dice la scienza oggi?
Quella del gender è, in conclusione, da considerarsi una teoria confutata. Proporre tale teoria come base per le scelte sociali, culturali, educative e legislative è da considerarsi un atto ingiustificato.

35 Le ricadute in ambito normativo
DDL (disegno di Legge) Scalfarotto, approvato alla Camera il 19 settembre 2013, che introduce il reato di omofobia e transfobia. Osservazioni: Non vi è nessuna definizione della scienza medica che annoveri l’omofobia tra le varie “fobie” e non c’è nessuna legge dell’ordinamento giuridico italiano che ne definisca la natura di reato; non lo fa neppure il DDL Scalfarotto. Da qui i rischio di infinite confusioni, ambiguità e manipolazioni. Rischio di compromettere il diritto alla libertà di opinione: art. 21 della Costituzione Italiana: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

36 Le ricadute in ambito normativo
Chiunque esprime, in materia di etica sessuale, un’opinione diversa da quella propagandata dalla gender-intellighenzia potrebbe essere tacciato di omofobia e punito con la galera. Rischio di compromettere tutto il sistema giudiziario, che deve essere basato su fatti criminali oggettivamente riscontrabili. Qui non ci si basa più su ciò che viene oggettivamente fatto o detto da un presunto omofobo ma semplicemente sulla “percezione” che ne ha avuto la sedicente vittima. Ognuno, in materia di orientamento sessuale, potrebbe “sentirsi” offeso da chiunque altro, anche per futili motivi.

37 Le ricadute in ambito normativo
DDL Cirinnà che vuole riconosce le unioni civili (ossia il matrimonio omosessuale) e, di conseguenza, per volontà dell’Unione Europea, a quel punto l’Italia sarà costretta ad approvare le adozioni di minori da parte di coppie omosessuali. Già ora, attraverso questa legge è possibile adottare i figli del partner (stepchild adoption), aprendo così la possibilità dell’utero in affitto.

38 Le ricadute in ambito normativo
E la legge sulla buona scuola? Introduce surrettiziamente l’insegnamento del gender? il comma 16 dell’art. 1 della legge 107/2015 sulla “buona scuola” recita: “Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall’articolo 5, comma 2, del decreto legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito con modificazioni dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, nel rispetto dei limiti di spesa di cui all’articolo 5-bis, comma 1, primo periodo, del predetto decreto legge n. 93 del 2013”

39 Le ricadute in ambito normativo
La norma di riferimento è tratta dal decreto legge 14 agosto 2013, n. 93 (in G.U. n. 191 del 16 agosto 2013), coordinato con la legge di conversione 15 ottobre 2013, n. 119 (G.U. n. 242 del 15 ottobre 2013), recante: «Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province» i cui articoli sono così rubricati: art. 1 Norme in materia di maltrattamenti, violenza sessuale e atti persecutori; art. 2 Modifiche al codice di procedura penale e disposizioni concernenti i procedimenti penali per i delitti contro la persona; art. 3 Misura di prevenzione per condotte di violenza domestica; art. 4 Tutela per gli stranieri vittime di violenza domestica; art. 5 Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere. Azioni per i centri antiviolenza e le case-rifugio.

40 Le ricadute in ambito normativo
Il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, rispondendo, durante il question time del 29 luglio alla Camera, ad una interrogazione su presunte iniziative di divulgazione di ideologie gender in ambito scolastico, ha ribadito chiaramente che «la “teoria del gender” non coincide con la cultura inclusiva e solidale che viene espressa nelle linee del governo, ispirate ai trattati internazionali e al modello educativo che nella cornice europea è sostenuto in tutti gli Stati membri. Il Miur promuove invece attivamente tutte le iniziative relative alla prevenzione del contrasto di ogni tipo di violenza e discriminazione, anche con riferimento specifico al tema della discriminazione sessuale, dell’omofobia, in ottemperanza ai trattati internazionali e alle convenzioni, in particolare a quella di Istanbul che è stata ratificata due anni fa dal Parlamento della Repubblica»

41 Le ricadute in ambito normativo
Il ministro Giannini ha poi ricordato che il giorno 6 luglio il Miur ha diffuso una circolare (n. 4321) che richiama il «corretto utilizzo degli strumenti normativi già esistenti per, inclusi i principi richiamati nel comma 16, assicurare la massima informazione alle famiglie su tutte le attività previste dal piano dell’offerta formativa richiedendo un costante e sempre più marcato coinvolgimento delle famiglie nell’ottica della corresponsabilità educativa».

42 Le ricadute in ambito normativo
E’ attualmente in corso una raccolta di firme presso tutti i Comuni per un referendum abrogativo di tutta la legge. Non c’è una chiara informazione per cui si ingenera confusione. La paura è che dietro a buoni propositi, possa passare poi una propaganda pro gender.

43 Ricadute in ambito giudiziario
Sentenza del tribunale di Messina del 4 novembre 2014; ha affermato che l’identità di genere di una persona “può prescindere transitoriamente o definitivamente dall’intervento chirurgico che modifica i suoi caratteri sessuali primari” (ad un ragazzo di Messina è stato riconosciuto il diritto di avere scritto “femmina” sulla carta d’identità anche senza sottoporsi ad alcun intervento chirurgico).

44 Ricadute in ambito scolastico
Nella scuola italiana è in atto una vera e propria strategia di “colonizzazione ideologica” (Papa Francesco), anche se i genitori non sono minimamente coinvolti nelle scelta educative degli insegnanti. Numerose iniziative sono state avviate in esecuzione alla Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere ( ), documento propagandato dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale) – Presidenza del Consiglio dei Ministri, in esecuzione della raccomandazione CM/REC(2010) del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa.

45 Ricadute in ambito scolastico
La Strategia Nazionale imposta dall’UNAR si pone in palese violazione dell’art. 30 della Costituzione Italiana che garantisce e tutela il diritto dei genitori a educare i propri figli. Il documento, inoltre, è stato adottato omettendo la consultazione di tutte le parti sociali interessate, con specifico riguardo ai genitori e ai docenti, violando in tal modo il principio ribadito all’interno dello stesso documento (pag.16) e il principio previsto nella stessa Raccomandazione europea (Allegato VI, n.31), di cui è emanazione

46 Ricadute in ambito scolastico
Della medesima strategia predisposta dall’UNAR facevano parte anche i tre opuscoli pubblicati nel gennaio 2014 intitolati “Educare alla diversità a scuola”, destinati rispettivamente alle scuole elementari, medie e superiori (poi ritirati per le azioni legali intraprese da Giuristi per la Vita). I libretti avevano un’evidente natura propagandistica a favore dell’ideologia gender e omosessualista e nelle premesse si sosteneva che, tra i vari criteri per definire l’omofobo, ve ne sono in particolare quattro: il grado di religiosità - il credere “ciecamente” ai precetti religiosi - sostenere che l’omosessualità è un peccato - sostenere che l’unica attività sessuale lecita è quella aperta alla vita.

47 Ricadute in ambito scolastico
L’applicazione della Strategia nazionale, però, continua in ogni grado di scuola, a partire da quella materna. Vi sono fiabe, filastrocche, pubblicazioni, giochi e attività didattiche che circolano in numerose scuole materne ed elementari in esecuzione di un altro documento programmatico: lo Standard per l’Educazione Sessuale in Europa, predisposto dall’Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS, la cui diffusione in Italia è partita da fine ottobre 2013.

48 Ricadute in ambito scolastico
Per averne un’idea: i bambini della prima fascia di età, da zero a quattro anni, devono essere iniziati alla “masturbazione infantile precoce”, alla “scoperta del proprio corpo e dei propri genitali”, e ad “acquisire consapevolezza dell’identità di genere” (da 0 a 4 anni!). Il tutto è mascherato da progetti educativi finalizzati alla “promozione delle differenze” e all’affrancamento dagli “stereotipi”.

49 Perché una teoria così “disumana” riesce a insinuarsi nella scuola?
L’intento ufficiale è senz’altro buono: la lotta al bullismo e all’accettazione del “diverso”. Quale genitore obietterebbe se gli venisse proposto un’ora di educazione contro la violenza nelle scuole? Il fine buono maschera però l’intento cattivo: propagare l’idea secondo cui l’essere uomo o donna non corrisponderebbe a un dato biologico ma ad una costruzione culturale.

50 Perché una teoria così “disumana” riesce a insinuarsi nella scuola?
Inoltre, la dittatura del pensiero unico, come la chiama il card. Bagnasco, non ammette contraddittorio. Chiunque prova a contrastare questa teoria, viene immediatamente messo all’indice come omofobo, catto-fascista, tradizionalista, oscurantista, ecc… Questa teoria è appoggiata da tutti i principali quotidiani nazionali (Repubblica, Corriere, Stampa). Chi dissente finisce alla gogna in prima pagina. La maggior parte dei politici, la cui immagine è deteriorata per gli innumerevoli scandali, non hanno la forza morale di contrastare queste tesi e spesso si adeguano, per evitare il linciaggio mediatico

51 Alcuni esempi

52 Alcuni esempi Nelle scuole comunali di Santa Bona, Immacolata, San Liberale e Monigo di Treviso viene proiettato un film su un padre omosessuale e con immagini di masturbazione. Questo scatena la rabbia dei genitori (120) lasciati all’oscuro dell’iniziativa (fonte: La Tribuna di Treviso)

53 Alcuni esempi Ecco le regole dell'asilo Egalia, asilo svedese, dove tutti i piccoli sono uguali e dove si impara a non discriminare interessi e diritti partendo dal sesso del singolo individuo. Niente adesivi colorati azzurri e rosa e fiocchetti sui grembiulini, e il divieto assoluto per maestre e inservienti di appellarsi ai bimbi usando il pronome «lei» o «lui» (viene usato il pronome neutro svedese «hen», inesistente nel vocabolario svedese ma usato nei circuiti femministi ed omosessuali). (fonte Corriere.it)

54 Alcuni esempi Il “gioco del rispetto” all’asilo triestino “i Cuccioli”. Bimbi travestiti da bambine: Il gioco del "gender" finanziato dal Comune di Trieste vuole cambiare la cultura di genere, i bambini dovrebbero giocare con le bambole, le femminucce alla guerra oltre a toccarsi per capire che le sensazioni sono uguali e nominare i genitali. Fonte

55 Alcuni esempi Le lezioni dell’Arcigay a Reggio Emilia
Aprile In una seconda classe dell’Istituto Superiore Cattaneo-Dall’Aglio di Castelnovo Monti (Reggio Emilia), l’Arcigay di Bologna è stata incaricata di tenere una lezione contro l’omofobia; al termine della lezione è stato distribuito un volantino molto esplicito (si tratta di vero e proprio materiale sessualmente esplicito destinato a minorenni) con tanto di descrizione accurata di dettagli ed accorgimenti per eseguire un rapporto orale o un rapporto anale.

56 Alcuni esempi Gli opuscoli per minorenni a Perugia
Gennaio Al liceo Alessi di Perugia, l’associazione Omphalos Arcigay durante un’assemblea di istituto sul tema del “bullismo omofobico” avrebbe distribuito a minorenni opuscoli sessualmente espliciti senza il coinvolgimento delle famiglie: sulla questione viene presentata un’interpellanza parlamentare. Il materiale riguarda anche i rapporti fra “uomo e uomo” e “donna e donna”.

57 Alcuni esempi

58 Alcuni esempi Il caso Mazzucco al Giulio Cesare di Roma
Aprile Nel liceo Giulio Cesare di Roma, i professori propongono a due classi di quinta ginnasio la lettura del romanzo “Sei come Sei” di Melania Mazzucco. Il libro narra con particolari scabrosi atti sessuali tra due maschi adolescenti. Una studentessa quattordicenne, sentendosi “violentata da quel che leggeva” si rifiuta di proseguire il compito. La vicenda ha scandalizzato i genitori di alcuni degli alunni coinvolti, tanto da spingerli a denunciare gli insegnanti per “diffusione di materiale osceno”. Preside, Sindaco, Presidente della Regione oltre a numerose associazioni LGBT, invece, denunciano pubblicamente la vicenda come sintomo di omofobia e prova della necessità di diffondere nelle scuole progetti contro la discriminazione in base all’orientamento sessuale.

59 Alcuni esempi Vladimir Luxuria senza contraddittorio al Muratori di Modena Aprile All’interno di un’assemblea d’Istituto organizzata dai ragazzi al liceo Muratori di Modena, viene invitato il transessuale Vladimir Luxuria, per parlare di temi legati alla transessualità. Una cinquantina di genitori si oppongono al fatto che l’intervento di Luxuria sia l’unico contributo su temi così delicati e chiedono che l’incontro si svolga in presenza di un contradditorio. Si accende una polemica all’interno della scuola e sui media. Le proteste dei genitori vengono ignorate e nell’assemblea con Luxuria viene proiettato il video sulla transessualità del regista Pierfrancesco Diliberto (Pif), quando lo stesso autore aveva suggerito di non mostrare il filmato a minorenni.

60 Alcuni esempi A Venezia, su iniziativa del Comune, viene preparato il “Grande e grosso libro delle famiglie”, raccolta di 46 fiabe in cui si presentano ai bambini famiglie con genitori gay od addirittura con tre papà. Le raffigurazioni del piccolo uovo, covato da chiunque fuorché i naturali genitori, fanno il resto. L’attuale sindaco fa ritirare il libro, con grande scandalo di star internazionali come Elton John, che lo etichetta come omofobo.

61 Alcuni esempi

62 Alcuni esempi

63 Diego Fusaro, filosofo marxista sul gender
c'è un'ideologia perversa, gravida di capitale, che vuole imporre un nuovo modello antropologico unisex, senza differenze, plasmato ad arte dal fanatismo dell'economia... L’ideologia mondialista gender mira alla creazione e all’esportazione di un nuovo modello antropologico, pienamente funzionale al capitalismo dilagante: l’individuo senza identità, isolato, infinitamente manipolabile, senza spessore culturale, puro prodotto delle strategie della manipolazione. Lo dico apertamente: tra le categorie più divertenti di persone che abbia incontrato recentemente vi sono indubbiamente coloro i quali sostengono, convintamente, che “non esiste alcuna ideologia gender”. Ogni ideologia – Marx docet – si regge esattamente sul tentativo di negare il proprio carattere ideologico: ossia sul tentativo di mostrare la propria “naturalezza”.

64 Papa Francesco sul gender
«… Poi ci sono le colonizzazioni ideologiche sulle famiglie, modalità e proposte che ci sono in Europa e vengono anche da Oltreoceano. Poi quello sbaglio della mente umana che è la teoria del gender, che crea tanta confusione. Così la famiglia è sotto attacco. » (21 marzo Visita pastorale a Pompei e a Napoli - Incontro con i giovani sul lungomare Caracciolo) Io mi domando, se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione». (15 aprile Udienza Generale in Piazza San Pietro di Papa Francesco)

65 Papa Francesco sul gender
« La complementarità tra l’uomo e la donna, vertice della creazione divina, è oggi messa in discussione dalla cosiddetta ideologia di genere, in nome di una società più libera e più giusta. Le differenze tra uomo e donna non sono per la contrapposizione o la subordinazione, ma per la comunione e la generazione, sempre a “immagine e somiglianza” di Dio. Senza la reciproca dedizione, nessuno dei due può comprendere nemmeno se stesso in profondità » (8 giugno Discorso ai Vescovi di Porto Rico in visita "ad Limina Apostolorum") « … I nostri ragazzi, ragazzini, che incominciano a sentire queste idee strane, queste colonizzazioni ideologiche che avvelenano l’anima e la famiglia: si deve agire contro questo... Queste colonizzazioni ideologiche, che fanno tanto male e distruggono una società, un Paese, una famiglia (14 giugno Discorso del Santo Padre Francesco all'apertura del convegno ecclesiale della diocesi di Roma)

66 Conclusione teologica
Dietro alla teoria del gender, si può vedere chiaramente un disegno “diabolico”, nel vero senso della parola. Diavolo vuol dire divisore, e questa ideologia ha alla base una divisione antropologica (che riguarda l’uomo) essenziale: la divisione tra sesso biologico e sessualità, che invece in una corretta visione sono due aspetti strettamente correlati e indivisibili. Le anomalie esistono, vanno accolte con carità, ma non sono il modello su cui basare l’educazione dei ragazzi.

67 Conclusione teologica
Il card. Caffarra intervistato da Tempi: Davanti a fatti di questo genere io mi chiedo sempre: ma come è possibile che nella mente dell’uomo si oscurino delle evidenze così originarie, come è possibile? E la risposta alla quale sono arrivato è la seguente: tutto questo è opera diabolica. In senso stretto. È l’ultima sfida che il satana lancia a Dio creatore, dicendogli: “Io ti faccio vedere che costruisco una creazione alternativa alla tua e vedrai che gli uomini diranno: si sta meglio così. Tu gli prometti libertà, io gli propongo la licenza. Tu gli doni l’amore, io gli offro emozioni. Tu vuoi la giustizia, io l’uguaglianza perfetta che annulla ogni differenza”.


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