La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Il presente lavoro è stato trovato in rete

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Il presente lavoro è stato trovato in rete"— Transcript della presentazione:

1 Il presente lavoro è stato trovato in rete

2 IMPOSTIAMO IL PROBLEMA
Contenuto: da quali aspetti è caratterizzato l’amore di Petrarca per Laura? quali sono gli aspetti della trasfigurazione letteraria? Laura-Beatrice: quali sono le differenze? Laura ricambiò l’amore di Francesco? Forma: Quali sono gli stilemi della tradizione cortese che permangono? Quali gli elementi innovativi? Per quale motivo, dal punto di vista stilistico, Petrarca è un “uomo moderno”?

3 Dati biografici Anonimo, sec. XVI “Standomi un giorno solo a la fenestra”, ritratto del Petrarca ispirato alla Canzone CCCXXIII Arquà Petrarca, Casa del Petrarca 20 luglio 1304: Francesco Petrarca nasce ad Arezzo da Eletta Canigiani e ser Petracco notaio 1312: con il fratello Gherardo segue il padre ad Avignone; studia retorica con Convenevole da Prato, diritto a Montpellier (1316) e a Bologna 6 aprile 1327: nella chiesa di S. Chiara ad Avignone vede per la prima volta Laura, identificata dai biografi con la moglie di un De Sade 1330: per motivi economici prende gli ordini minori; viaggia (1336: episodio del Monte Ventoso) : si ritira a Valchiusa; 1340 Parigi e Roma gli offrono la laurea e Petrarca preferisce l’incoronazione sul Campidoglio; : soggiorna a Parma e a Selvapiana : anni della crisi religiosa; nella biblioteca di Verona scopre parte dell’epistolario di Cicerone; 1348: muore Laura; 1350: incontra Boccaccio Dopo importanti ambascerie si ritira ad Arquà Petrarca dove muore tra il 18 e il 19 luglio 1374

4 Una storia d’amore narrata dai versi di Petrarca
61 Benedetto sia 'l giorno, et 'l mese, et l'anno, et la stagione, e 'l tempo, et l'ora, e 'l punto, e 'l bel paese, e 'l loco ov'io fui giunto da'duo begli occhi che legato m'ànno; et benedetto il primo dolce affanno ch'i' ebbi ad esser con Amor congiunto, et l'arco, et le saette ond'i' fui punto, et le piaghe che 'nfin al cor mi vanno. Benedette le voci tante ch'io chiamando il nome de mia donna ò sparte, e i sospiri, et le lagrime, e 'l desio; et benedette sian tutte le carte ov'io fama l'acquisto, e 'l pensier mio, ch'è sol di lei, sí ch'altra non v'à parte. 106 Nova angeletta sovra l'ale accorta scese dal cielo in su la fresca riva là 'nd'io passava sol per mio destino. Poi che senza compagna e senza scorta mi vide, un laccio che di seta ordiva tese fra l'erba ond'è verde il camino. Allor fui preso, e non mi spiacque poi, sì dolce lume uscia degli occhi suoi!

5 L’incontro Elenco dei topoi sonetto 61
begli occhi: topos stilinovista dello sguardo il primo dolce affanno: topos provenzale della sofferenza e dell'incertezza che segue subito l'innamoramento dovuto alla preoccupazione di non essere corrisposti Amor: personificazione dell'amore arco e saette: uso di paragoni bellici per parlare dell'amore, topos proveniente da Cavalcanti e anche da Guinizelli fama: motivo della fama, che spiegherebbe anche il secondo modo di intendere Laura (alloro) uso dell’enumeratio con anafora (polisindeto) della congiunzione copulativa “e” gradatio: dalla situazione reale (l’incontro) alla situazione poetica dichiarata dal poeta (benedette sian tutte le carte); il passaggio avviene attraverso e i sospiri e le lagrime e il desio.

6 L’incontro Elenco dei topoi testo 106 Nova angeletta: visione angelicata della donna elaborata dal dolce “stil novo” fresca riva: locus amoenus della tradizione classica; in Petrarca assumerà delle particolari caratteristiche che si trasferiranno nella produzione umanistica (ad es.: Poliziano, Le stanze per la giostra di Giuliano de’ Medici) laccio di seta: tradizione cortese dell’adescamento dolce lume uscio dagli occhi: topos stilnovista dello sguardo

7 3 Era il giorno ch'al sol si scoloraro per la pietà del suo factore i rai, quando i' fui preso, et non me ne guardai, ché i be' vostr'occhi, donna, mi legaro. Tempo non mi parea da far riparo contra colpi d'Amor: però m'andai secur, senza sospetto; onde i miei guai nel commune dolor s'incominciaro. Trovommi Amor del tutto disarmato et aperta la via per gli occhi al core, che di lagrime son fatti uscio et varco: però al mio parer non li fu honore ferir me de saetta in quello stato, a voi armata non mostrar pur l'arco.

8 13 Quando fra l'altre donne ad ora ad ora Amor vien nel bel viso di costei, quanto ciascuna è men bella di lei tanto cresce 'l desio che m'innamora. I' benedico il loco e 'l tempo et l'ora che sí alto miraron gli occhi mei, et dico: Anima, assai ringratiar dêi che fosti a tanto honor degnata allora. Da lei ti vèn l'amoroso pensero, che mentre 'l segui al sommo ben t'invia, pocho prezando quel ch'ogni huom desia; da lei vien l'animosa leggiadria ch'al ciel ti scorge per destro sentero, sí ch'i' vo già de la speranza altero.

9 Petrarca rinnova per cantare Laura gli elogi degli "stilnovisti":
è una nuova concezione terrena e umana, per la quale la bellezza è celebrata non come simbolo di verità o virtù, o come mezzo di ascesa spirituale, ma per se stessa, nel suo ineffabile, ma anche reale valore. Laura è innanzi tutto bella, bella non della bellezza di Beatrice e delle altre donne dello "stil novo" (luminose e indefinite come l’angelo del Purgatorio), ma di una bellezza che, pur spiritualizzata, resta ciononostante terrena, oggetto non solo di adorazione estatica, ma di trepido desiderio. Petrarca non si stanca di vagheggiare questa bellezza e continuamente la rievoca nella memoria Gli occhi sereni e le stellanti ciglia, / la bella bocca angelica di perle / piena e di rose e di dolci parole il riso e il canto e il parlar dolce umano

10 Anche quando Laura è morta Francesco non smetterà di rievocarla:
Gli occhi di ch’io parlai si caldamente e le braccia e le mani e i piedi e ‘l viso / che m’avean si da me stesso diviso / e fatto singular da l’altra gente, / le crespe chiome d’or puro lucente / e ‘l lampeggiar de l’angelico riso / che solean fare in terra un paradiso... Prova a individuare: i topoi della poesia precedente, gli aspetti della sensualità di Laura che sono qui celebrati ricordi i particolari del corpo su cui Catullo puntava la sua attenzione per definire bella una ragazza?

11 Che cosa fa Laura nel prato?
La bellezza e la natura Qual miracolo è quel quando fra l’erba / come un fior siede lo ver quand’ella preme / co ‘l suo candido seno un verde cespo Che cosa fa Laura nel prato? sola co’ pensier suoi ‘insieme / tessendo un cerchio a l’oro terso e crespo fresco, ombroso, fiorito verde colle siede or pensando ed or cantando

12 La bellezza e la natura Francesco non è lì presente, ma lui la immagina e noi sentiamo la presenza di Laura nel fruscio delle fronde e nel mormorio delle acque di un ombroso recesso Parmi d’udirla, udendo i rami e l’ore / e le frondi e gli augel lagnarsi e li acque / mormorando fuggir per l’erba verde

13 La bellezza e la natura Anche dopo la morte, in cielo lei è immersa nella verde natura Se lamentar augelli o verdi fronde / muover soavemente a l’aura estiva... Or in forma di ninfa o d’altra diva / che dal più chiaro fondo di Sorga* esca, / e pongasi a sedere in su la riva / or l’ho veduta su per l’erba fresche, / calcar i fior com’una donna viva... Sorga: fiume nella vicinanze di Valchiusa, dove Francesco immagina di ricordare un’amorosa visione e dove spera di essere sepolto e che Laura vada a compiangerlo

14 Si tratta di una fusione tra immagini classiche e immagini cristiane
Bellezza classica o bellezza pagana? Proprio nella famosa canzone Chiare, fresche e dolci acque Petrarca aveva ritratto Laura come una ninfa pagana: Da’ bei rami scendea / (dolce ne la memoria) / una pioggia di fior sovra ‘l suo grembo E altrove: Qual ninfa in fonti, in selve mai qual dea / chiome d’oro si fino a l’aura sciolse? Si tratta di una fusione tra immagini classiche e immagini cristiane

15 Si tratta di una fusione tra immagini classiche e immagini cristiane
Bellezza classica o bellezza pagana? La bellezza di Laura sconfigge anche la morte: Morte bella parea nel suo bel viso Nel tuo partir partì del mondo Amore /e Cortesia Si tratta di una fusione tra immagini classiche e immagini cristiane

16 Rievocazione del mito di Dafne
LAURA = POESIA Rievocazione del mito di Dafne Ovidio, Metamorfosi I vix prece finita torpor gravis occupat artus, mollia cinguntur tenui praecordia libro, in frondem crines, in ramos bracchia crescunt,        pes modo tam velox pigris radicibus haeret, ora cacumen habet: remanet nitor unus in illa. Gian Lorenzo Bernini, gruppo scultoreo di Apollo e Dafne(Galleria Borghese, Roma); il gruppo descrive esattamente le parole di Ovidio

17 Rievocazione del mito di Dafne
LAURA = POESIA Rievocazione del mito di Dafne Petrarca, Canzone 23 E i duo mi trasformaro in quel ch’io sono, facendomi d’uom vivo in lauro verde, che per freddda stagion foglia non perde. Qual mi fec’io quando primer m’accorsi de la trasfigurata mia persona, e i capei vidi far di quella fronde di che sperato aveva già lor corona, e i piedi in ch’io mi stetti, et mossi, et corsi, com’ogni membro a l’anima risponde, diventar duo radici sovra l’onde non di Peneo, ma d’un più altero fiume, e n’ duo rami mutarsi ambe le braccia!

18 Rievocazione del mito di Dafne
LAURA = POESIA Rievocazione del mito di Dafne Almo sol, quella fronde ch’io sola amo/ tu prima amasti or sola Giovane donna sotto verde lauro Arbor vittoriosa, triunfale/ onor d’imperadori e di poeti Ovidio, Metam. 1,558 sqq. “Se non puoi essere la mia sposa, sarai almeno la mia pianta. E di te sempre si orneranno, o alloro, i miei capelli, la mia cetra, la mia faretra; e il capo dei condottieri latini…”.

19 L’altro volto di Laura Laura Medusa, fonte di peccato
Medusa e l’error mio m’ha fatto un sasso / d’umor vano stillante Laura che ha suscitato amore per civetteria E certo son che voi diceste allora: / ‘Misero amante che vaghezza il mena?’ / Ecco lo strale onde Amor vol ch’e’ mora

20 Ma Laura amava Petrarca?
Chinava a terra il bel guardo gentile, / e tacendo dicea com’a me parve: / chi m’allontana il mio fedele amico?" E forse io che spero? il mio tardar le dole

21 Laura madre e sposa Né mai pietosa madre al caro figlio / né donna accesa al suo consorte amante Con quella man che tanto desiai / m’asciuga gli occhi soave suo fido conforto Te solo aspetto, e quel che tanto amasti / e là giuso è rimaso, il mio bel velo

22 Ma Laura amò Petrarca? Petrarca chiede a Laura:
Creovvi Amor pensier mai nella testa / d’aver pietà del mio lungo martire? Risponde Laura: Mai diviso / da te non fu ‘l mio cor né giammai fia Fur quasi eguali in noi fiamme amorose... Teco era ‘I cor, a me gli occhi raccolsi

23 126 Chiare, fresche et dolci acque, ove le belle membra pose colei che sola a me par donna; gentil ramo ove piacque (con sospir' mi rimembra) a lei di fare al bel fiancho colonna; herba et fior' che la gonna leggiadra ricoverse co l'angelico seno; aere sacro, sereno, ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse: date udïenza insieme a le dolenti mie parole extreme.

24 S'egli è pur mio destino e 'l cielo in ciò s'adopra, ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda, qualche gratia il meschino corpo fra voi ricopra, et torni l'alma al proprio albergo ignuda. La morte fia men cruda se questa spene porto a quel dubbioso passo: ché lo spirito lasso non poria mai in piú riposato porto né in piú tranquilla fossa fuggir la carne travagliata et l'ossa.

25 Tempo verrà anchor forse ch'a l'usato soggiorno torni la fera bella et mansüeta, et là 'v'ella mi scorse nel benedetto giorno, volga la vista disïosa et lieta, cercandomi; et, o pietà!, già terra in fra le pietre vedendo, Amor l'inspiri in guisa che sospiri sí dolcemente che mercé m'impetre, et faccia forza al cielo, asciugandosi gli occhi col bel velo..

26 Da' be' rami scendea (dolce ne la memoria) una pioggia di fior' sovra 'l suo grembo; et ella si sedea humile in tanta gloria, coverta già de l'amoroso nembo. Qual fior cadea sul lembo, qual su le treccie bionde, ch'oro forbito et perle eran quel dí a vederle; qual si posava in terra, et qual su l'onde; qual con un vago errore girando parea dir: - Qui regna Amore. -

27 Quante volte diss'io allor pien di spavento: Costei per fermo nacque in paradiso. Cosí carco d'oblio il divin portamento e 'l volto e le parole e 'l dolce riso m'aveano, et sí diviso da l'imagine vera, ch'i' dicea sospirando: Qui come venn'io, o quando?; credendo d'esser in ciel, non là dov'era. Da indi in qua mi piace questa herba sí, ch'altrove non ò pace.

28 Se tu avessi ornamenti quant'ài voglia, poresti arditamente uscir del boscho, et gir in fra la gente.

29 Analisi del contenuto Contesto: Francesco si trova sulle rive del fiume Sorga in Valchiusa, e la visione di quel luogo gli fa ricordare di aver visto Laura in quel medesimo luogo. Il luogo della memoria: Ricorda e descrive sul filo della memoria: gli oggetti sono elencati, uno ad uno, e sono sacri perché hanno toccato il corpo di lei. Laura subisce una trasfigurazione letteraria, le sue sembianze sono l’immagine che Francesco ha nel suo animo: occhi lminosi, voce soave, capelli d’oro, viso di perla. Il paesaggio acquista le caratteristiche del locus amoenus: acque chiare, fresche e dolci ramo colonna di appoggio al corpo di Laura erba e fior che la gonna ricoprì con l’angelico seno aere sacro e sereno

30 Richiesta di pace: Nella seconda strofa della canzone il poeta chiede ad Amore di lasciare riposare il suo corpo, una volta morto, in questo locus amenus, che al poeta sembra un porto sicuro, per lui che teme quel passo. Pietà per il poeta: Nella terza strofa Petrarca si augura che Laura, tornia cercarlo in quel locus amenus e che, trovata la sua tomba, pianga e chieda al cielo di accogliere l'anima del poeta. Immagine pittorica: Nella quarta strofa il poeta tratteggia l’immagine di Laura, sul cui corpo cadono petali di fiori che sembrano quasi dire che il quel luogo regna amore. Per questo il poeta afferma che la donna amata è nata in cielo. Ma pochi versi dopo arriva la presa di coscienza: il viaggio nella sua memoria lo ha allontanato e distaccato dalla realtà, facendogli credere che ci fosse il paradiso in un luogo terreno). Commiato: Francesco, secondo un topos tradizionale, si rivolge alla canzone e le chiede di andare in giro fra la gente, di lasciare quel luogo e senza timidezza cantare l’amore di Laura e di Francesco.


Scaricare ppt "Il presente lavoro è stato trovato in rete"

Presentazioni simili


Annunci Google