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Ampliamento Casa dei Ciechi

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Presentazione sul tema: "Ampliamento Casa dei Ciechi"— Transcript della presentazione:

1 Ampliamento Casa dei Ciechi

2 Tempistica Attività Responsabilità
Fase 1 Identificazione bisogni Gennaio 2003 STAC Fase 2: Analisi situazione progetto di cambiamento Marzo Mecop Fase 3: Analisi fattibilità tecnica / Identificazione costi Commissione ad hoc consulenti Aprile Fase 4: Stesura credito di progettazione Dicembre 2003 STAC / DSS Lugano aprile 2008 STAC - FG

3 Tempistica Attività Responsabilità
Fase 5: Creazione gruppo progettazione Gennaio 2004 STAC Fase 6: Identificazione modello strutturante (Gentlecare/Montessori) STAC/gruppo progetto Fase 7: Inizio lavori / progetto di dettaglio STAC/gruppo progetto Aprile Fase 8: Fine lavori/valutazione progetto Agosto 2007 STAC / DSS Lugano aprile 2008 STAC - FG

4 Caratteristiche Creazione gruppo di progettazione ad hoc
(utenti, architetti, personale) Definizione filosofia di cura e metodo prima dell’elaborazione del progetto Utilizzare un metodo derivante dalla pedagogia

5 MELOGRANO Come la Casa dei Ciechi il melograno, visto dall’esterno, ha una scorza dura e protettiva. All’interno, invece è diviso in 5 sezioni, circondate da un tessuto soffice, che dà spazio e sostegno a numerosi, fragili chicchi. Lugano aprile 2008 STAC - FG

6 I servizi della Casa Cinque servizi per valorizzare al meglio le risorse dell’anziano ipovedente o cieco Soggiorni lungo degenza Soggiorni temporanei Unità riabilitativa Centro terapeutico diurno-notturno Appartamenti protetti Lugano aprile 2008 STAC - FG

7 FILOSOFIA Ispirandosi alla filosofia di Maria Montessori e ai concetti terapeutici di Moyra Jones messi in pratica dall’Istituto Geratrico Golgi di Abbiategrasso, la Casa dei Ciechi si è dotata di nuove strutture e ha diversificato i servizi per rispondere meglio ai diversi bisogni dell’utenza. Lugano aprile 2008 STAC - FG

8 Maria Montessori Montessori già un secolo fa aveva messo le basi per un approccio pedagogico universale. Appare sorprendente rileggere i suoi principi base sostituendo il termine bambino con quello di anziano. Lugano aprile 2008 STAC - FG

9 Maria Montessori nasce il 31 agosto 1870 a Chiaravalle Nel 1907 fonda a Roma la prima casa dei bambini, destinata non più ai bambini ritardati ma ai figli degli abitanti del quartiere. Si tratta di una casa ordinata in maniera tale che i bambini si sentano veramente a loro agio. L'intero arredamento della casa è progettato e proporzionato alle possibilità del bambino. In questo ambiente il bambino interagisce attivamente con il materiale proposto. Il bambino trova un ambiente per potersi esprimere in maniera originale. Lugano aprile 2008 STAC - FG

10 Nella Casa dei bambini l'ambiente sarà:
proporzionato alle capacità motorie, operative e mentali dei bambini per essere attivamente utilizzato e padroneggiato; ordinato e organizzato affinchè, attraverso punti di riferimento non discontinui, il bambino possa formarsi una propria visione della realtà che anche emotivamente abbia carattere di rassicurazione e certezza; calmo e armonioso per favorire la libera espansione degli interessi e delle esperienze e una positiva dimensione psicoaffettiva necessaria al sorgere del sentimento di fiducia in sé e negli altri; Lugano aprile 2008 STAC - FG

11 curato e ben articolato nei particolari anche per stimolare il bambino alla scoperta dell'errore e dell'autocorrezione; attraente e bello affinché sia suscitato il naturale amore "estetico" del bambino verso tutto ciò che rivela qualità di gentilezza, di ordine, di gradevolezza, di cura e di attenzione. Lugano aprile 2008 STAC - FG

12 IL METODO Gentlecare (Moyra Jones) E’ un nuovo approccio alle demenze, anche la demenza é una condizione umana, pertanto onde evitare un Nichilismo terapeutico vengono praticate delle cure “gentili” rispettose dell’essere umano e aperte ai misteri della mente. L’ambiente diventa fondamentale e diventa una “protesi”. La biografia del malato ha un ruolo predominante e deve essere analizzata grazie all’aiuto dell’utente e delle persone a lui care, al fine di scoprire il filo d’Arianna della vita della persona.

13 Esistono tre elementi chiave in questo metodo:
Le persone coinvolte nelle cure I programmi terapeutici Lo spazio fisico Lugano aprile 2008 STAC - FG

14 Alleanza terapeutica Lugano aprile 2008 STAC - FG

15 Deficit cognitivi e vita quotidiana
Per poter pianificare un intervento protesico a livello ambientale e di programma terapeutico, appare indispensabile conoscere la realtà soggettiva di ogni individuo Lugano aprile 2008 STAC - FG

16 La realtà è una percezione soggettiva, che dipende dalle nostre esperienze di vita e dalla capacità di decodificare l’ambiente Lugano aprile 2008 STAC - FG

17 Lugano aprile 2008 STAC - FG

18 Lugano aprile 2008 STAC - FG

19 Lugano aprile 2008 STAC - FG

20 Lugano aprile 2008 STAC - FG

21 Alzheimer e disturbi visivi
Perdita della visione periferica: non è consapevole degli oggetti e delle persone che le stanno di fianco Perdita dei movimenti di verticalità dello sguardo: non vede gli oggetti posti troppo in alto, frequentemente inciampa in ostacoli e in altre persone che sono sulla sua traiettoria Perdita della capacità di mettere a fuoco e di seguire gli oggetti in movimento:diventa impossibile seguire la tv e identificare lo staff che si muove velocemente Lugano aprile 2008 STAC - FG

22 stimoli visivi appaiono più lontani o più vicini o deformati
stimoli visivi appaiono più grandi o più piccoli della loro dimensione reale stimoli visivi appaiono più lontani o più vicini o deformati stimoli visivi separati appaiono intersecarsi stimoli visivi immobili appaiono in movimento molteplici copie di un’immagine visiva appaiono nell’ambiente Lugano aprile 2008 STAC - FG

23 Perdita visione periferica
Lugano aprile 2008 STAC - FG

24 Diminuzione contrasti
Lugano aprile 2008 STAC - FG

25 Abbagliamento Lugano aprile 2008 STAC - FG

26 Difficoltà nella verticalizzazione
Lugano aprile 2008 STAC - FG

27 Far del bene dà buoni frutti
Lugano aprile 2008 STAC - FG


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