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MA COS’E’ LA DISLESSIA? È un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA). Con questo termine ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità scolastiche.

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1 MA COS’E’ LA DISLESSIA? È un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA). Con questo termine ci si riferisce ai soli disturbi delle abilità scolastiche ed in particolare a: DISLESSIA, DISORTOGRAFIA, DISGRAFIA E DISCALCULIA. Sono disturbi di natura neurobiologica ( disfunzione nel funzionamento di alcuni gruppi di cellule cerebrali). È errato pensare che si possa guarire da tali disturbi, anche se, la diagnosi precoce e la riabilitazione logopedica aiutano sicuramente a compensare. La dislessia è un disturbo che riguarda unicamente la trasformazione dei segni in suoni e viene messa in evidenza attraverso la lettura ad alta voce.

2 DISLESSIA EVOLUTIVA La dislessia evolutiva si manifesta quando un bambino, esposto a normale iter scolastico, non sviluppa, o sviluppa in maniera incompleta o con grandi difficoltà, la capacità di identificare in modo automatico la parola scritta. La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura: disortografia (difficoltà di tipo ortografico) e disgrafia (difficoltà nel movimento fino- motorio della scrittura). Dato che tali difficoltà si manifestano in persone dotate di quoziente intellettivo nella norma, spesso vengono attribuite ad altri fattori: problemi emotivi, scarso impegno o interesse. Questo può comportare ricadute a livello personale, quali abbassamento dell’autostima, comportamenti oppositivi o depressivi, che possono determinare una scelta di basso profilo scolastico rispetto alle potenzialità. La dislessia è una disabilità specifica le cui difficoltà persistono nel tempo indipendentemente dalla volontà del bambino o dalla carenza di esercizio, ciò determina il nostro intervento.

3 I BAMBINI DISLESSICI Per riuscire a leggere e scrivere devono impegnare al massimo le loro capacità e le loro energie, si stancano molto ed impegnano molto tempo. Sono lenti, troppo lenti, commettono errori, saltano parole e righe. Sostituiscono in lettura e scrittura lettere con grafia simile: p/b/d/g/q - a/o - e/a o suoni simili: t/d – r/l – d/b – v/f È difficile che riescano ad imparare le tabelline, l’ordine alfabetico, i giorni della settimana, i mesi in ordine. Molti confondono la destra con la sinistra e non hanno buon senso del ritmo. Molti sono anche discalculici, ovvero non riescono a fare calcoli

4 in automatico, non riescono a fare numerazioni regressive, ad imparare le procedure delle operazioni aritmetiche. Molti hanno difficoltà nell’espressione anche verbale del pensiero; hanno un lessico povero e non memorizzano i termini difficili. Molti hanno difficoltà a riconoscere le caratteristiche morfologiche della lingua italiana. Praticamente tutti i dislessici hanno grosse difficoltà ad apprendere le lingue straniere, in particolare scritte, e la difficoltà maggiore è rappresentata dalla lingua inglese a causa delle differenze molto accentuate tra la scrittura e le pronuncia delle lettere e tra la pronuncia e la scrittura di una stessa lettera in parole diverse. Molti hanno problemi nella capacità di attenzione e concentrazione. L’insegnante è nella posizione più adatta per accorgersi di avere di fronte un possibile bambino dislessico.

5 QUANDO SI FA LA DIAGNOSI?
Se al termine del primo anno della scuola primaria il bambino presenta: difficoltà nell’associazione grafema/fonema e/o fonema/grafema; mancato raggiungimento del controllo sillabico in lettura e scrittura; eccessiva lentezza nella lettura e scrittura; incapacità a produrre le lettere in stampato maiuscolo in modo riconoscibile È opportuno indirizzare la famiglia a consultare le strutture competenti per avere una diagnosi che chiarisca la situazione. Una diagnosi precoce viene posta alla fine del secondo anno di scuola primaria.

6 CRITERI PER LA DIAGNOSI DI DISLESSIA EVOLUTIVA
Il livello intellettivo del soggetto con disturbo di lettura deve essere compreso nella media, superiore ad un quoziente di 85. Il livello di lettura deve essere significativamente distante da quello di un bambino di pari età o classe frequentata. Il soggetto non deve presentare disturbi neurologici o sensoriali. Il disturbo deve essere persistente nonostante la scolarizzazione adeguata e interventi didattici specifici.

7 COSA POSSIAMO FARE NOI INSEGNANTI?
Assumere i seguenti atteggiamenti Sapere tutto il possibile sulla dislessia in generale. Rivolgersi all’insegnante referente per la dislessia. Se il nostro alunno o alunni non hanno una diagnosi e noi siamo i primi a sospettare una difficoltà specifica di apprendimento, continuiamo ad osservare e a lavorare in modo mirato e, se le difficoltà continueranno a presentarsi, informare la famiglia della situazione. Se un nostro alunno ha la diagnosi, informarsi in modo preciso sulle sue difficoltà specifiche perché ogni dislessico è un po’ diverso dagli altri.

8 Contattare gli operatori dell’ASL che si occupano del percorso riabilitativo dell’alunno per ottenere le informazioni necessarie per approntare il percorso personalizzato più appropriato. Decidere con i colleghi come intervenire, quali ausili fornire, come comportarci per le interrogazioni, le verifiche, i compiti a casa e la valutazione. Spiegare alla classe le diverse necessità dell’alunno dislessico e il perché del diverso trattamento. Nel caso di trasferimento o passaggio di grado, comunicare tutte le informazioni ai nuovi insegnanti. Costruire un rapporto di collaborazione con la famiglia.

9 INDICAZIONI DIDATTICHE
Si interviene in modo molto diverso a seconda del ciclo scolare: alla fine della scuola dell’infanzia devono prevalere delle modalità di osservazione sui comportamenti linguistici spontanei che i bambini hanno e le loro risposte ai giochi linguistici, proposti dagli insegnanti: riconoscimento e produzione di rime, ripetizioni di non parole, segmentazione e fusione sillabica …. Difficoltà permanenti in questo tipo di attività possono, in età scolare, evolvere in un disturbo specifico di lettura. È importante quindi lavorare sulla consapevolezza fonologica cioè sulla capacità di percepire i suoni a livello acustico, di riconoscerli e discriminarli.

10 Il linguaggio così diventa un oggetto dotato di forma e di struttura, al di là del suo valore come mezzo di comunicazione. Le abilità metalinguistiche e fonologiche sono requisiti fondamentali per l’apprendimento della lingua scritta. Un lavoro fonologico permette di esercitare il bambino nell’analisi del linguaggio, per poi saperlo rappresentare attraverso il codice grafico convenzionale. (DISLESSIA lavoro fonologico tra scuola dell’infanzia e scuola primaria, AID libriliberi).

11 QUANDO E COME EFFETTUARE ATTIVITA’ FONOLOGICHE?
Nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia. Proseguire sia in classe prima che in classe seconda. Ogni giorno. A tutta la classe. Ad inizio attività. Tra un’attività e l’altra. Quando c’è bisogno di recuperare l’attenzione. Più avanti a piccoli gruppi, con chi mostra di averne bisogno.

12 Per poter riprodurre graficamente la parola orale, per poter convertire il suono in segno, è necessario analizzarla nei suoi componenti, e nella lingua italiana questo passaggio è favorito dal fatto che il codice è trasparante e il sistema ortografico è altamente regolare e richiede una fonologia assemblativa. Allora quale metodo d’insegnamento è utile per i bambini che potrebbero presentare difficoltà in lettura? Il metodo fonico-sillabico è indubbio il metodo che agevola l’apprendimento della letto-scrittura. E’ importante ricordare che, se il metodo di insegnamento non ha alcun effetto sull’origine della dislessia, il tipo di proposte che vengono fatte ai bambini possono facilitare oppure complicare il superamento delle difficoltà.

13 COME COMINCIARE E CONTINUARE
In fase di apprendimento della lettura lascia leggere per anticipazione accettando ciò che viene letto. Questo è di grande stimolo all’attività di lettura. Se possibile predisponi fin dalla prima una biblioteca di classe con libri di vario tipo, formato, difficoltà, caratteri. Sulla tecnica della lettura organizza un lavoro graduato e all’inizio punta sulle sillabe e non sulle lettere separate. Fai fare brevi allenamenti in coppia assegnando un amico tutor e predisponendo un percorso man mano più complesso. sillabe / bisillabe / trisillabe / parole con lettere ponte /un digramma alla volta / trigrammi.

14 Leggi a voce alta ai tuoi alunni, fiabe, favole, racconti …
Leggi a voce alta ai tuoi alunni, fiabe, favole, racconti …. a seconda dell’età per potenziare l’ascolto e far amare la lettura, ritagliati un tempo ogni giorno. Mentri leggi accetta che ci sia chi ti ascolta senza seguire a segno il libro. Lascia tempo ogni giorno, anche solo 15/20 minuti, per la lettura individuale, silenziosa e “gratuita”, cioè senza il controllo delle prestazioni: potrebbe essere un ottimo modo per iniziare o terminare la giornata, o per riprendere dopo la ricreazioni, o per creare un momento di calo di tensione tra un attività impegnativa e un’altra. Organizza la lettura ad alta voce con “appuntamento”, in modo che i tuoi alunni possano prepararsi e comunque non imporla a tutti.

15 Soprattutto non utilizzare la lettura dei bambini ad alta voce su testi specifici delle varie materie: meglio la tua lettura perché guida, spiega, chiarisce man mano. COME COMINCIARE LA SCRITTURA È opportuno insegnare a scrivere con un metodo che utilizzi la sillaba e non la lettera. È molto utile proporre giornalmente a tutta la classe giochi linguistici per migliorare la competenza fonologica e metafonologica. Inizia ad insegnare a scrivere con lo stampato maiuscolo: è il carattere più semplice perché percettivamente meno ambiguo. Evita di presentare più caratteri contemporaneamente. Passa allo stampato minuscolo solo dopo che tutti i suoni, compresi quelli complessi, siano stati presentati.

16 Fai manipolare le lettere in particolare ai bambini che capisci hanno difficoltà a memorizzarle.
È consigliabile usare i quaderni con quadretti centimetrati o le righe di 5^ per lo stampato maiuscolo, mentre per lo stampato minuscolo le righe di 1^ o i quadretti da mezzo centimetro. Dai indicazioni molto precise per la scrittura: movimento della mano, direzione del gesto, altezze; così facendo aiuterai i possibili disgrafici ad avere dei modelli di riferimento e dei parametri precisi. È importante sviluppare anche abilità esecutiva nella scrittura, facendo esercitare molto nel carattere introdotto (in un quadernino a parte). Dopo la prima elementare è certamente opportuno permettere ai bambini di usare il carattere che vogliono

17 dato che si tratta di un mezzo per scrivere e non deve diventare più importante di ciò che si scrive. Ricorda di non aver fretta e di pensare che la scrittura è un mezzo per comunicare, quindi ci dovranno essere mille occasioni per scrivere, tutte significative ed allettanti: rispondere a personaggi che vengono a trovare la classe; scrivere messaggi a compagni ed insegnanti; descrivere oggetti/giocattoli/ambienti/personaggi; raccontare situazioni/esperienze/viaggi/gite/uscite; parlare di sé, delle proprie paure, delle emozioni; inventare rime; scrivere storielline, preparare avvisi;

18 scrivere lettere e cartoline;
scrivere piccoli dialoghi e fumetti; trascrivere ricette. Sappi che la crescita cognitiva è stimolata e favorita dallo scrivere in gruppo. Lavora molto sull’ortografia in modo vario, vivace e divertente. Nella prima fase il compito dell’insegnante è quello di identificare e di facilitare l’acquisizione, ma in epoca successiva questo atteggiamento dev’essere abbandonato per lasciare il posto ad altri tipi di intervento.

19 STRUMENTI COMPENSATIVI E DISPENSATIVI
La disabilità di lettura, dopo un primo periodo in cui si giova della rieducazione specialistica, dev’essere affrontata con un approccio più metacognitivo, che accompagna gli sforzi dell’alunno con strumenti compensativi, cioè con supporti tecnologici che gli semplificano una serie di operazioni automatiche per lui difficili da svolgere. La normativa precisa: Il termine percorso «personalizzato» implica l’adozione di tutte le misure dispensative e compensative appropriate all’entità e al profilo della difficoltà, in ogni singolo caso. Coerente con quanto indicato dalla nota M.I.U.R. n. 4099/A/4 del - Tabella dei mesi, tabella dell’alfabeto, e dei vari caratteri. Tavola pitagorica. Tabella delle misure, tabella delle formule geometriche. Calcolatrice.

20 Il dislessico deve disporre di questi strumenti in modo stabile.
- Registratore. Computer con programmi di video- scrittura con correttore ortografico e sintesi vocale. L’uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico. La valutazione delle prove (verifiche, interrogazioni) dovrà essere fatta, in coerenza con i provvedimenti compensativi e dispensativi adottati in tutte le fasi del percorso scolastico (nota M.I.U.R. N. 26/A/4 del ) sulla base del percorso personalizzato predisposto per l’alunno. Il dislessico deve disporre di questi strumenti in modo stabile. Normativa di riferimento: Legge 517/77 art. 2 e 7; Legge 59/97;art.4; Legge 53/03 Nota M.I.U.R. n. 4009/A/4 del ; Nota M.I.U.R. n. 26/A/4 del ; Nota M.I.U.R. n del ; Nota M.I.U.R. n. 4798/A del ; C.M. n. 28 prot.2613 del ; Nota M.I.U.R. prot del ; O.M. n. 40 del ; O.M. n. 44 del ; LEGGE N. 170 del


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