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OSSERVARE E VALUTARE IL COMPORTAMENTO INFANTILE

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Presentazione sul tema: "OSSERVARE E VALUTARE IL COMPORTAMENTO INFANTILE"— Transcript della presentazione:

1 OSSERVARE E VALUTARE IL COMPORTAMENTO INFANTILE
A cura di M.C. Matteucci

2 Breve storia del metodo osservativo
XVIII e XIX secolo: Biografie Infantili o Diari. Il più noto fu scritto da Charles Darwin sul figlio Doddy nel 1840 1882: “La mente del bambino” di Wilhelm Preyer 1916: “L’autoeducazione nelle scuole elementari” di Maria Montessori metodo osservativi: alterne fortune : Darwin osservò –diario i primi 2 anni di vita del figlio comportamenti istintivi, significato delle espressioni piacere e dolore, origine del linguaggio Fisiologo tedesco Preyer: primi 3 anni del figlio, suddivisione dello sviluppo in sensazioni, attività motoria, espressione e intelligenza In Italia: Montessori: formazione degli educatori deve passare x l’esercizio sistematico dell’osservazione. Predilezione x osservazione fino al 1931, pubblicazione Manuale americano di Murchison (handbook of child psychology). All’interno di quel manuale sono compresi dei contributi sia di A.Freud sia di C. Buhler che riconoscono ruolo dell’osserv e dei metodi qualitativi nello studio dello sviluppo; sia capitoli che prendono le distanze dai metodi osservativi in favore del metodo sperimentale, in laboratorio quantificazione, strumenti standardizzati come i test. Fino agli anni ’60 si afferma il metodo sperimentale e le ricerche di laboratorio. Watson e l’approccio comportamentista esercitano una crescente influenza. Secondo questo approccio, le ricerche di laboratorio sono l’unica strada per dare alla psicologia lo status di disciplina scientifica. La psicologia mutua dalle scienze esatte il metodo sperimentale-quantitativo senza riflettere sul proprio oggetto di studio che è il comportamento umano. (anni ’50 : 5% delle ricerche) : si affermano il metodo sperimentale e l’approccio comportamentista Anni 1960: si comincia ad apprezzare la ricchezza delle metodologie di tipo osservativo

3 Breve storia del metodo osservativo
Anni 1970: si registra un aumento delle ricerche che utilizzano il metodo osservativo. L’approccio etologico favorisce l’affermarsi dell’osservazione come metodo scientifico rigoroso 1979: Urie Bronfenbrenner critica l’abuso degli esperimenti di laboratorio in psicologia dello sviluppo. L’approccio ecologico dà più importanza alle ricerche sul campo rispetto a quelle in laboratorio Anni ’70: aumento delle ricerche condotte con metodo osservativi, nuovo impulso per varie ragioni: approccio etologico (ispirato da Darwin, etologi come K. Lorenz e Tinbergen) descrizioni accurate e obiettive del comportamento (cataloghi comportamentali e etogrammi) ’etogramma, =l’insieme dei comportamenti normali specie specifici, cioè caratteristici di ogni specie. Approccio ecologico Barker e Wright (1955)(vita quotidiana dei bambini: 1 g di vita di un bambino occupa 400pag) importanza alle ricerche sul campo piuttosto che in laboratorio . Nuove tecniche di REGISTRAZIONE (video, pc) facilitato racccolta dati. Bronfenbrenner: psi sviluppo:“scienza del comportmanto inusuale di bambini posti in situazioni insolite con adulti sconosciuti x il + breve tempo possibiile” E’ necessario CONOSCERE il comp del bamb prima di introdurre le manipolaz Anni 60: interesse metodologico, privilegiare rigore esperiemtno Anni 70: interessi concettuali , ps svilu si apre a varietà di approcci( Piaget, etologia, psicolananlisi, ecologia), processi “naturali” di crescita 21%: aumento x maggior produzione ricerche in età prescolare (26%). ETA’ soggetti! (+facile osservarli; difficile o eticamente scorretto procedure sperimentali intrusive) : il 21% delle ricerche pubblicate su riviste scientifiche italiane adotta il metodo osservativo (Battacchi 1984)

4 In sintesi… Osservazione come metodo di Ricerca
Attenzione al bambino nei prima anni di vita come oggetto di indagine Miglioramento tecniche di rilevazione e analisi dati Costruzione di nuovi modelli interpretativi del comportamento infantile Osservazione come metodo di Ricerca

5 Validità Ecologica degli studi osservativi
“Una procedura di ricerca è ecologicamente valida quando misura effettivamente ciò che presume di misurare” Bronfenbrenner (1979) “Scienza del comportamento inusuale di bambini posti in situazioni insolite con adulti sconosciuti per il più breve tempo possibile!”

6 Osservazione in condizioni
Controllo sulle condizioni di osservazione MINIMO MEDIO MASSIMO Osservazione in condizioni naturali Osservazione quasi sperimentale Osservazione in laboratorio

7 Diversi tipi di osservazione
Etologica “naturalistica” Partecipante L’osservazione etnografica L’”infant observation” (approccio psicoanalitico) Controllata L’osservazione quasi sperimentale (Piaget) L’osservazione “target child” L’osservazione in laboratorio (“Strange Situation”)

8 L’osservazione etologica
S’ispira alla teoria dell’evoluzione di Darwin e all’etologia come studio scientifico della “biologia del comportamento” L’osservatore non influenza il comportamento che intende studiare e annulla per quanto possibile la propria soggettività L’osservazione avviene nell’ambiente naturale in cui il comportamento si manifesta spontaneamente Il comportamento osservato viene descritto in modo dettagliato e obiettivo (etogramma) L’osservazione è non partecipante e spesso dissimulata. Può utilizzare strumenti di audio-videoregistrazione

9 L’osservazione etnografica
Viene utilizzata per studiare bambini di scuola dell’infanzia (3-5 anni) e di scuola elementare (6-10) L’osservazione è partecipante e viene condotta seguendo una routine tipica L’osservatore deve conquistarsi l’accesso nel gruppo o comunità che vuole studiare, mostrando la massima disponibilità e il minimo controllo

10 La ricerca etnografica di William Corsaro
Corsaro (1985) ha studiato le relazioni tra bambini in età pre- scolare e la cultura dei pari in una scuola materna americana Sono stati registrati 633 episodi utilizzando le seguenti note: NOTE DI CAMPO (NC): registrano ciò che avviene in modo letterale e senza interpretazioni NOTE PERSONALI (NP): registrano le reazioni dell’osservatore alle caratteristiche degli eventi osservati NOTE METODOLOGICHE (NM): precisano gli aspetti dell’osservazione da modificare NOTE TEORETICHE (NT): colgono gli aspetti del comportamento dei bambini interessanti per l’interpretazione

11 Unità di raccolta (singoli bambini o eventi interattivi)
Resoconti narrativi (descrizione dettagliata e puntuale del comportamento) Ingresso sul campo e Processo di Accettazione (l’osservatore sente di appartenere alla comunità che osserva, la sua presenza non ostacola il fluire delle attività) Unità di raccolta (singoli bambini o eventi interattivi) Analisi del materiale (categorie di analisi) Svantaggi: costi, tempi, soggettività Vantaggi: possibilità di accedere a quantità di informazioni, significati delle pratiche quotidiane, interazioni METODO Etnografico: utilizzo combinato di più tecniche (osservazione partecipante, interviste, questionari, analisi linguaggio) (Molinari, 2002)

12 L’”infant observation”: come si usa
1. Osservazione naturalistica del bambino a casa 2. L’osservatore incontra i genitori prima della nascita del bambino 3. Si osserva il bambino per un’ora a settimana fino al compimento del 2° anno di vita, mantenendo invariati l’orario e il giorno della settimana

13 L’”infant observation”: come si usa
4. L’osservatore non prende note mentre osserva, ma lo fa subito dopo richiamando alla mente tutti gli eventi verificatisi durante la visita 5. L’osservatore sottolinea quello che ha visto e provato, non quello che pensa si sarebbe verificato 6. Seminari regolari con un supervisore e altri osservatori, per discutere le osservazioni, gli stati d’animo e le interpretazioni

14 L’”infant observation”: perché si usa
1. Consente all’osservatore di fare esperienza delle emozioni del bambino nella scoperta del mondo 2. Rende l’osservatore sensibile all’atmosfera emozionale nella quale il bambino vive e cresce 3. Consente all’osservatore di collegare gli stati emozionali della madre con quelli del bambino, di collegare il sostegno fornito alla madre con la sua capacità di comprendere i bisogni fisici, emotivi e cognitivi del bambino 4. Fa capire l’influenza di: identità sessuale, posizione nella famiglia, classe, razza, cultura, effetti degli stili educativi sullo sviluppo infantile, disoccupazione, divorzio, morte, malattia - l’ampia varietà delle situazioni di vita

15 L’esperienza di Esther Bick
L’osservatore - neutrale e partecipe al tempo stesso - è testimone dell’unicità della relazione madre-bambino 1948: osservazione del lattante come addestramento alla psicoteriapia infantile presso la Tavistock Clinic di Londra 1949: seminari sull’osservazione della diade madre-bambino L’osservazione diventa strumento per la formazione, in quanto promuove le capacità dell’individuo di cogliere i dettagli della situazione e l’evoluzione del processo di crescita del bambino

16 L’osservazione “target child”
Osservazione di un “bambino-bersaglio” nella scuola dell’infanzia o nella scuola elementare Ideata e messa a punto in Gran Bretagna negli anni Settanta da un gruppo di ricerca coordinato da Jerome Bruner Raccolta di campioni di comportamento: 20 minuti di osservazione sequenziale per ciascun bambino, in unità di 1 minuto Codifica in 4 dimensioni molari: attività, clima sociale, livello cognitivo, linguaggio Atteggiamento dell’osservatore : “like a fly on the wall” (Sylva et al. 1982)

17 Camaioni, Bascetta e Aureli 2001
Versione italiana, adattata e perfezionata, della tecnica “target child” Destinata a bambini di scuola dell’infanzia (3-5 anni) e del primo ciclo di scuola elementare (6-8 anni) Registrazione su schede preformate in unità di osservazione di 1 minuto Familiarizzazione dell’osservatore con l’ambiente Atteggiamento di partecipazione neutrale

18 La Strange Situation Tecnica di osservazione, controllata in laboratorio, ideata da Mary Ainsworth e coll. (1978), destinata a bambini tra 12 e 18 mesi di età Valuta l’equilibrio tra l’attaccamento del bambino alla madre e la sua capacità di esplorare l’ambiente in modo autonomo Evidenzia le differenze individuali negli stili di attaccamento con le figure di riferimento durante il primo anno di vita Comprende 8 episodi della durata di circa 3 minuti ciascuno, in cui il bambino sperimenta alcune separazioni e successive riunioni con la madre Indicatori dello stile di attaccamento: ansia da separazione, esplorazione, paura dell’estraneo, ricongiungimento alla madre

19 Il metodo di indagine piagetiana
Metodi in funzione dell’età e dei fenomeni considerati L’osservazione (primi 3 anni di vita; guidata da ipotesi; P. crea delle situazioni critiche es. nascondere oggetto, indurre comportamento di imitazione) Il metodo clinico (domande emerse da altri bambini; scopo: far emergere concezioni elaborate dai b sulla vita psichica, fenomeni fisici, vita relazione; si articola in funzione delle risposte del b.; viene indirizzata in base all’obiettivo) Il metodo critico (genesi e sviluppo pensiero logico durante infanzia e adolescenza; materiale da manipolare; fase cruciale: domande critica posta nel corso dell’esperimento per identificare le strutture intellettuali sottostanti le soluzioni dei problemi)

20 Osservazione QUASI-SPERIMENTALE:
Camaioni, Aureli, Perucchini, Il Mulino, 2004 Capitolo 1. L’osservazione come metodo d’indagine in psicologia dello sviluppo L’osservazione secondo Piaget Osservazione QUASI-SPERIMENTALE: 1) Guidata da ipotesi precise, generate dalla teoria di riferimento 2) L’osservazione avviene nell’ambiente naturale di vita del bambino 3) Si controllano e si modificano le condizioni naturali per favorire la comparsa delle azioni che si vogliono osservare 4) Le osservazioni sono sistematiche e continuative nel tempo

21 Il colloquio clinico secondo Piaget
Camaioni, Aureli, Perucchini, Il Mulino, 2004 Capitolo 1. L’osservazione come metodo d’indagine in psicologia dello sviluppo Il colloquio clinico secondo Piaget Combina alcune caratteristiche dell’intervista e della osservazione naturalistica Nello scambio verbale fra psicologo e bambino gli argomenti da toccare sono predefiniti, ma il contenuto, l’ordine e la formulazione delle domande variano caso per caso Si evita di annoiare il bambino e di porre domande “suggestive” Metodo complesso e che richiede un lungo addestramento

22 INTERVISTE E QUESTIONARI
Raccomandazioni generali Questi strumenti non possono essere utilizzati con bambini di età inferiore ai 3-4 anni nella modalità orale e con bambini di età inferiore ai 7-8 anni nella modalità scritta Bambini e adolescenti possono rifiutarsi di essere intervistati e possono resistere a comunicare i propri sentimenti, atteggiamenti, opinioni ed esperienze I bambini possono non comprendere bene le domande poste dall’intervistatore a causa del livello cognitivo limitato

23 INTERVISTE E QUESTIONARI
Raccomandazioni generali Sono strumenti indiretti di osservazione. Possono essere affiancati a una tecnica di osservazione diretta del comportamento sugli stessi soggetti (metodo misto) Possono essere somministrati agli adulti (genitori, educatori) per rilevare dati sul comportamento dei bambini affidati alle loro cure. I giudizi e le opinioni espressi dagli adulti possono essere soggetti a errori sistematici

24 Questionari a domande CHIUSE
Camaioni, Aureli, Perucchini, Il Mulino, 2004 Capitolo 1. L’osservazione come metodo d’indagine in psicologia dello sviluppo Questionari a domande CHIUSE Caratteristiche: le domande sono predefinite e si minimizza il rischio di ottenere risposte irrilevanti (“non so”, “non ricordo”) le risposte sono standardizzate e si codificano con facilità Si usano quando: si possono prevedere tutte le modalità criteriali di risposta si vuole evitare che i soggetti si rifiutino di rispondere si vuole limitare l’effetto di fattori quali il livello cognitivo o l’istruzione

25 Questionari a domande APERTE
Caratteristiche: richiedono ai soggetti una buona capacità di esprimersi richiedono una codifica laboriosa ed esposta al rischio di interpretazioni soggettive possono far raccogliere informazioni irrilevanti o inutili Si usano quando: non si conoscono a priori le possibili modalità di risposta le risposte sono troppo numerose per elencarle tutte le domande richiedono risposte dettagliate e articolate

26 L’osservazione come fonte di dati
Uno dei possibili modi per ottenere informazioni sul fenomeno o problema indagato Aspetti da considerare Qualità dell’osservatore Distorsioni e correttivi Qualità dell’osservazione

27 Qualità dell’osservatore
L’abilità di osservare Il “ buon osservatore ” La fase di addestramento Capacità di utilizzare le abilità percettive e cognitive per “leggere” la realtà Qualità relative alla sfera cognitiva, comunicativa e di personalità Controlla l’accuratezza e la stabilità dell’osservatore ed eventuali carenze dello strumento osservativo

28 Qualità dell’osservazione
scientifica Obiettività dei dati Validità Coincide con il “guardare” un fenomeno in modo sistematico Affidabilità

29 Criteri dell’osservazione scientifica
Camaioni, Aureli, Perucchini, Il Mulino, Capitolo 2. L’osservazione nella pratica Criteri dell’osservazione scientifica Pianificata È realizzata in modi non casuali rispetto a chi, dove e quando osservare Selettiva Rileva determinate caratteristiche del fenomeno osservato Documentabile Fornisce materiale che attesta la sua utilizzazione Controllabile Può essere valutata da chiunque esamina i suoi prodotti

30 L’OSSERVAZIONE NELLA PRATICA I diversi Strumenti di Osservazione
_______

31 Tre Strumenti di Osservazione
Caratterizzano ambiti teorici e di ricerca diversi Resoconti Narrativi Scale di Valutazione Schema di Codifica

32 Rilevazione caratterizzata da:
I Resoconti Narrativi Consistono in descrizioni che registrano il comportamento come si verifica Rilevazione caratterizzata da: Completezza Fedeltà Chiarezza

33 I Resoconti Narrativi Aspetti fattuali manifestazioni Oss. Distaccata
evidenti Oss. Distaccata Aspetti inferiti, stati psicologici Oss. Partecipante Zoologia / Lorenz

34 Diversi livelli di dettaglio, ma la base comune è …
I Resoconti Narrativi “Resoconto del comportamento e del contesto secondo un ordine temporale, in dettaglio e a basso livello di inferenza e concettualizzazione” (Yarrow e Waxler, 1979) Diversi livelli di dettaglio, ma la base comune è … “La descrizione sequenziale, non selettiva, piana, narrativa del comportamento con alcune delle condizioni in cui si verifica” (Wright, 1960)

35 Origine Storica dei Resoconti Narrativi
Diari e biografie infantile (Darwin; Preyer; Baldwin) Dagli anni ’30 fino agli anni ’70: affermazione metodi quantitativi Dagli anni ’70: rivalutazione dell’osservazione e dei R.N (studio sviluppo del linguaggio e sviluppo sociale)

36 Il resoconto Diario Specimen
Consiste in una descrizione che registra accuratamente il comportamento così come esso si verifica Può essere realizzato in forma di: Diario Specimen

37 I vantaggi del resoconto
E’ utile in quanto accompagna le rilevazioni quantitative conferendovi vividezza, colore e senso di realtà E’ insostituibile quando si cercano informazioni specifiche su un particolare soggetto in relazione a determinati comportamenti in particolari circostanze E’ indispensabile in fase preliminare di studio, quando il fenomeno da osservare è poco conosciuto

38 Gli svantaggi del resoconto
Non consente di replicare i dati Rende laboriosa l’analisi dei dati Manca di economia

39 Lo schema di codifica Rileva soltanto quello che l’osservatore decide di rilevare prima di cominciare a osservare È costituito da una lista chiusa, predeterminata di codici che corrispondono alle unità comportamentali che si desidera rilevare e obbliga l’osservatore a rilevare quelle unità e soltanto quelle!

40 I vantaggi dello schema di codifica
Economia e maneggevolezza Precisazione e definizione anticipata del problema Quantificazione dei risultati Obiettività della rilevazione

41 “.. È la lente che il ricercatore ha scelto per vedere il mondo”
Lo schema di codifica “.. È la lente che il ricercatore ha scelto per vedere il mondo” … come trovare i codici giusti , che catturano i comportamenti rilevanti e rendono valido lo schema? Induttivo (empirico) Deduttivo (razionale)

42 Struttura di uno schema di codifica Ampiezza Organizzazione
Le categorie possono essere distinte in base a 2 dimensioni: Ampiezza Organizzazione

43 Ampiezza Mutualmente esclusive ed esaustive Co-occorrenti

44 Organizzazione Astrazione Estensione temporale Molecolari Puntuali Molari Estese

45 Le scale di Valutazione (“Rating scales”)
Richiedono all’osservatore di formulare un giudizio sul soggetto osservato Il comportamento non è rilevato così come si verifica, ma… … è riferito ad una caratteristica sottostante

46 Le scale di Valutazione (“Rating scales”)
Richiedono di rilevare non la specifica manifestazione comportamentale ma il grado in cui quella manifestazione riflette una caratteristica. Scala (categoriale, numerica, grafica)

47 Le scale di Valutazione (“Rating scales”)
La posizione non è indicata dai soggetti stessi, ma da una persona esterna (l’osservatore) Possono essere utilizzate anche da genitori ed educatori L’abilità dell’osservatore è fondamentale,

48 Progettare un’osservazione
Scelta e organizzazione del contesto organizzativo (osservazioni preliminari per individuare il contesto nel quale è più probabile che compaia i comportamenti che si intendono studiare es. conflitto fra pari; più di una situazione; strutturazione del contesto per favorirne comparsa); Definizione dei tempi di osservazione (durata, momenti della giornata, giorni della settimana) Scelta del “chi” osservare Tre possibilità: i comportamenti di un soggetto precedentemente individuato; Scansione veloce e sequenziale dei comportamenti di tutti gli individui presenti nella situazione ; Un comportamento di interesse, manifestato anche da più soggetti 4. Dal vivo o video registrare 5. Ridurre la reattività dei soggetti

49 Ambiti di utilizzo dell’osservazione
Acquisire un abito mentale obiettivo e critico Rinunciare a preconcetti e pregiudizi Formazione dello psicologo Essere consapevoli di errori, stereotipi e distorsioni Migliorare la qualità dell’insegnamento Educazione Attività clinica Addestramento lungo e difficile Distinguere l’osservazione dall’interpretazione

50 Aspetti etici CONSENSO INFORMATO RISERVATEZZA
Libertà di partecipare alla ricerca CONSENSO INFORMATO Libertà di ritirarsi dalla ricerca Conoscenza del proprio ruolo Anonimato RISERVATEZZA Non riconoscibilità Tutela della persona


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