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DEMENZA, PARKINSON, EPILESSIA. PRESENTAZIONE DI UN CASO CLINICO

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Presentazione sul tema: "DEMENZA, PARKINSON, EPILESSIA. PRESENTAZIONE DI UN CASO CLINICO"— Transcript della presentazione:

1 DEMENZA, PARKINSON, EPILESSIA. PRESENTAZIONE DI UN CASO CLINICO
Firenze, 1 giugno 2013 LE DEMENZE PRESENTAZIONE DI UN CASO CLINICO Dr. Maristella Piccininni Coordinatrice Ambulatori Disturbi Cognitivi - ASL 10 Firenze - U.O. Neurologia Dr. Anna Di Natale Medico Medicina Generale - ASL 10 Firenze 1 1

2 Il paziente Anamnesi fisiologica Paziente M. B.
Ottobre 2010 Paziente M. B. Donna di 70 anni, accompagnata dal figlio, preoccupati perchè da qualche tempo presenta disturbi della memoria. Anamnesi fisiologica 2 gravidanze a termine Non ha mai fumato Astemia Non diabete Non dismetabolismo lipidico Non ipertesa Normotipo Personalità tranquilla 2

3 Il paziente Anamnesi familiare Anamnesi patologica remota
Non riferita familiarità per patologia degenerativa del S.N.C. Anamnesi patologica remota Non patologie degne di nota Paralisi del VII nervo cranico dx di tipo centrale. Anamnesi patologica prossima Da qualche tempo presenta disturbo di memoria che ha portato alla consultazione del medico di base. Richiesti accertamenti Esami di laboratorio Valutazione neuropsicologica 3

4 Accertamenti Esami di laboratorio Emocromo Glicemia e profilo lipidico
Elettroliti Creatininemia ALT, AST TSH Omocisteinemia Vit. B12, Acido folico - Risultati tutti nella norma 4

5 Accertamenti Valutazione neuropsicologica R.M.N. encefalo
- Risultati nella norma. R.M.N. encefalo - Segni di sofferenza ischemica cronica nella sostanza bianca profonda degli emisferi cerebrali con microinfarti. Note di atrofia. 5

6 Accertamenti R.M.N. encefalo 6

7 Accertamenti R.M.N. encefalo 7

8 Visita geriatrica Esame obiettivo
Ottobre 2010 Visti gli esiti negativi dei primi accertamenti è stata richiesta una visita geriatrica Esame obiettivo Pressione arteriosa 145/80 f.c. 72 No soffi, no segni di scompenso cardiaco. Torace n.d.n. Deambulazione a piccoli passi in assenza di sofferenza extrapiramidale. M.M.S.E. 27/30. Autonoma nelle ADL e nelle IADL. 8

9 Visita geriatrica Diagnosi Prescrizioni M.C.I. di tipo amnestico
- Delecit flaconcini 1 die x 2 mesi a cicli - Ripetere visita geriatrica fra 8 mesi 9

10 Visita geriatrica Visita geriatrica di controllo Paziente stabile
Settembre 2011 Visita geriatrica di controllo Paziente stabile M.M.S.E. 27/30. Completamente autonoma nelle ADL e nelle IADL Sospesa terapia 10

11 Ulteriori accertamenti
Settembre 2012 Permane il deficit mnemonico. Si richiedono ulteriori accertamenti: - Holter cardiaco - Visita cardiologica (FAP? Aritmie asintomatiche?) Holter cardiaco Negativo per aritmie e altre patologie. 11

12 Visita cardiologica Visita cardiologica P.a. 130/75
No segni di scompenso né soffi E.C.G. ritmo sinusale 64/min. morfologia nei limiti Ecodoppler cardiaco: sclerosi valvolare mitro-aortica; segni di esiti di versamento pericardico Al cardiologo viene riferito che da circa un anno la paziente ha avuto episodi accessionali di malessere con aumento della frequenza cardiaca (fino a 130/min.) 12

13 Visita cardiologica Conclusioni Prescrizioni
Non cardiopatia di attuale significato clinico. Probabili parossismi di F.A. vista l’encefalopatia microinfartuale in assenza di altre possibili cause. Prescrizioni Terapia con ASA e Rytmonorm 150x2 mg/die Richiesta Ecocolordoppler dei vasi epiaortici Ripetizione holter cardiaco RX torace Dopo qualche mese i familiari segnalano un certo miglioramento con l’inizio della terapia. 13

14 Accertamenti Ecocolordoppler dei vasi epiaortici Holter cardiaco
Non segni di lesioni steno-occluisive emodinamicamente significative a livello degli assi carotidei extracranici esaminati. Nei limiti della norma l’emodinamica delle arterie vertebrali pur presentando un decorso tortuoso. Holter cardiaco Nella norma RX torace N.d.r. 14

15 Aggravamento La paziente è peggiorata.
Gennaio 2013 La paziente è peggiorata. Lamenta di aver avuto un progressivo peggioramento dei disturbi memoria. I familiari riferiscono di episodi ricorrenti di allucinazioni olfattive associati a “sensazione di svenimento”. Si richiede visita neurologica. 15

16 Visita neurologica Visita neurologica
Al neurologo vengono riferiti episodi acuti di parosmie con tendenza alla sincope ed un peggioramento dei disturbi cognitivi. M.M.S.E. 23/30 con disorientamento temporale e deficit del richiamo delle tre parole. Test dell’orologio con modeste alterazioni IADL 5/8 conservate Accertamenti consigliati: EEG e RMN encefalo 16

17 Visita neurologica Ipotesi diagnostica Prescrizioni
Crisi del giro uncinato da irritazione epilettica temporo-mesiale in paziente con demenza a patogenesi degenerativa primaria. Prescrizioni Keppra 500 mg x 2 die Consigliata valutazione presso centro UVA per eventuale prescrizione di farmaci anticolinesterasici. 17

18 Accertamenti E.E.G. R.M.N. Non conferma focolaio epilettogeno
Conferma ipotesi neurodegenerativa (atrofia parieto-temporale) La paziente è indirizzata all’Ambulatorio Disturbi Cognitivi (U.O. Neurologia) - Ospedale Nuovo San Giovanni di Dio. 18

19 Accertamenti R.M.N. encefalo 19

20 Accertamenti R.M.N. encefalo 20

21 Ambulatorio disturbi cognitivi
U.O. Neurologia Anamnesi patologica prossima La paziente ha sospeso spontaneamente la terapia con Levetiracetam Riferita riduzione degli episodi accessuali in seguito all’introduzione della terapia con ASA Peggioramento dei disturbi di memoria per cui non ricorda il contenuto di conversazioni recenti Scarsa flessibilità mentale Da circa 6 mesi ha paura di rimanere sola in casa 21

22 Ambulatorio disturbi cognitivi U.O. Neurologia
Esame obiettivo neurologico Lieve rallentamento psico-motorio Deambulazione a piccoli passi Rigidità assiale, perdita dei movimenti pendolari Lieve impaccio nei movimenti rapidi alternati con sn > dx Non alterazioni dei movimenti coniugati dello sguardo Non aprassia ideativa ed ideomotoria Non confusione dx-sn Non alterazioni dello schema corporeo Nei limiti le gnosie 22

23 Ambulatorio disturbi cognitivi U.O. Neurologia
Valutazione cognitivo-comportamentale MMSE 21,7/30 IADL 5/8 ADL 6/6 NPI 0/144 CDR 1 23 23

24 Ambulatorio disturbi cognitivi U.O. Neurologia
Copia di figure Prova di scrittura 24

25 Ambulatorio disturbi cognitivi U.O. Neurologia
Test dell’orologio 25

26 Ambulatorio disturbi cognitivi U.O. Neurologia
Richiesti accertamenti Consiglia di eseguire SPECT con DATscan per D.D. tra un parkinsonismo vascolare o degenerativo. (accertamento in attesa di risposta) 26

27 Ipotesi diagnostiche 27 27

28 Diagnosi di DEMENZA Declino delle capacità intellettive e cognitive
Il deficit è a carico non solo della memoria, ma anche di altri aspetti cognitivi come linguaggio, orientamento, prassia, pensiero ed astrazione, soluzione di problemi Il disturbo deve essere di gravità tale da interferire con le capacità sociali e/o lavorative 28 28

29 CRITERI DIAGNOSTICI DEMENZA DSM-IV
Sviluppo di deficit cognitivi multipli, manifestati da entrambe le condizioni seguenti: deficit della memoria (compromissione della capacità di apprendere nuove informazioni o di ricordare informazioni già acquisite) una (o più) delle seguenti alterazioni cognitive: afasia (alterazione del linguaggio) aprassia (compromissione della capacità di eseguire attività motorie nonostante l’integrità della funzione motoria) agnosia (incapacità di riconoscere o di identificare oggetti nonostante l’integrità della funzione sensoriale) disturbo delle funzioni esecutive (cioè, pianificare, organizzare, ordinare in sequenza, astrarre). Ciascuno dei deficit cognitivi dei Criteri A1 e A2 causa una compromissione significativa del funzionamento sociale o lavorativo, e rappresenta un significativo declino rispetto ad un precedente livello di funzionamento. I deficit non si presentano esclusivamente durante il decorso di un delirium. 29 29

30 Criteri DSM-IV per la demenza vascolare
1.Sviluppo di deficit cognitivi multipli caratterizzati da entrambi i seguenti punti: a. disturbo della memoria; b. uno o più dei seguenti disturbi cognitivi: i) disturbo del linguaggio; ii) aprassia; iii) agnosia; iv) disturbo delle funzioni esecutive (pianificazione, organizzazione, sequenziamento, astrazione). 2.Entrambi i disturbi riportati al punto 1a e 1b causano una difficoltà significativa nel lavoro nelle attività sociali e rappresentano un significativo declino da un livello superiore. 3.Segni o sintomi neurologici focali (aumento dei riflessi osteotendinei, riflesso plantare in estensione, paralisi pseudobulbare, disturbi della marcia, ipostenia di un arto) o evidenza di laboratorio indicativa di malattia cerebrovascolare (es. infarti cerebrali multipli che interessino la corteccia e la sottostante sostanza bianca) che siano giudicati in relazione al disturbo. 4. I deficit non occorrono esclusivamente nel corso di delirio. 30

31 CRITERI CLINICI PER LA DIAGNOSI DI DEMENZA VASCOLARE SOTTOCORTICALE (Erkinjuntti T. et al, J Neural Transm Suppl, 2000;59:23­30) I. I criteri per la diagnosi clinica della demenza vascolare sottocorticale includono tutti i seguenti: A. SINDROME COGNITIVA che include entrambi i seguenti:       sindrome disesecutiva: deterioramento nella formulazione di obiettivi, nella iniziazione, pianificazione, organizzazione, performance di azione, esecuzione, cambiamento e mantenimento della risposta, astrazione       e       deficit di memoria (potrebbe essere lieve): rievocazione deteriorata, riconoscimento relativamente intatto, amnesia meno grave, beneficio dai suggerimenti che indicano declino da un precedente più elevato livello di funzionamento, e che interferiscono con complesse (esecutive) attività occupazionali e sociali, non dovuto agli effetti fisici della sola malattia cerebrovascolare. B. MALATTIA CEREBROVASCOLARE che include:      evidenza di rilevante malattia cerebrovascolare attraverso l'imaging cerebrale      e      presenza o storia di segni neurologici come evidenza per una malattia cerebrovascolare come emiparesi,paralisi facciale centrale, segno di Babinski, deficit sensitivi, disartria, alterazioni della deambulazione, segni extrapiramidali compatibili con lesioni cerebrali sottocorticali. II. Le caratteristiche cliniche che supportano la diagnosi di demenza vascolare sottocorticale includono i seguenti:     a. Episodi di lieve coinvolgimento del motoneurone superiore come sbandamento, asimmetria dei riflessi, mancanza di coordinazione.     b. Presenza precoce di una alterazione della deambulazione (deambulazione a piccoli passi o andatura a piccoli passi magnetica, andatura aprassica-atassica o parkinsoniana).     c. Storia di instabilità e frequenti cadute accidentali.     d. Precoce frequenza urinaria , urgenza, e altri sintomi urinari non spiegati da una malattia urologica.     e. Disartria, disfagia, segni extrapiramidali (ipocinesia, rigidità).     f. Sintomi comportamentali e psicologici come depressione, cambiamenti di personalità, labilità emotiva, rallentamento psicomotorio. III. Le caratteristiche che rendono la diagnosi di demenza vascolare sottocorticale incerta o improbabile includono:     a. Esordio precoce del deficit di memoria e progressivo peggioramento della memoria e di altre funzioni cognitive come il linguaggio (afasia transcorticale sensoriale), abilità motorie (aprassia), e percezione (agnosia), in assenza di corrispondenti lesioni focali al neuroimaging     b. Assenza di rilevanti lesioni che indicano malattia cerebrovascolare sulle immagini cerebrali TC o RM 31

32 Criteri diagnostici della PSP Litvan et al, 2003
Criteri di base Devono essere presenti: decorso progressivo esordio oltre i 40 anni paralisi nello sguardo verso l’alto con anomalia dello sguardo verso il basso instabilità posturale con cadute nel primo anno di malattia Criteri di supporto Possono essere presenti: acinesia o rigidità simmetrica più prossimale che distale anomalia posturale del collo (retrocollis)‏ parkinsonismo non responsivo alla L-Dopa disfagia o disartria precoce disturbi cognitivi precoci con almeno due delle seguenti caratteristiche: apatia, disturbo di astrazione, ridotta fluenza verbale, comportamento di utilizzo o imitazione, segni di liberazione frontale 32

33 Cause di demenza organica Diagnosi neuropatologica in 400 pazienti
Studio longitudinale di Lund (1992) - DAT: demenza tipo Alzheimer DAT 9% 3% 26% Miste (DAT + demenza 8% vascolare) Demenza vascolare Degenerazioni fronto- temporali non-DAT (incl. Nonostante la demenza possa conseguire a numerose condizioni morbose, la maggior parte dei dati epidemiologici dimostrano che le patologie degenerative rappresentano la causa maggiore di demenza. In particolare, la Malattia di Alzheimer appare essere la condizione più frequente seguita dalla Demenza Vascolare. Tra le condizioni degenerative, la seconda condizione in termini di frequenza sembra essere la Malattia a Corpi Diffusi di Lewy, seguita a sua volta dalla Demenza Fronto-Temporale. morbo di Pick 1%) Encefaliti (incl. morbo di 12% Creutzfeldt-Jacob) 42% Altre demenze (incl. Tumori 1%) McKeith et al, Neurology 1996; 47: ASPETTI CLINICI ED EZIOPATOGENETICI DELLA MALATTIA DI ALZHEIMER 33 33 33

34 CLASSIFICAZIONE DELLE DEMENZE (1)
DEGENERATIVE O PRIMARIE CORTICALI: Malattia di Alzheimer Fronto-temporale e malattia di Pick SOTTOCORTICALI: Demenza a corpi di Lewy Parkinson-demenza Corea di Huntington Paralisi sopranucleare progressiva Degenerazione cortico-basale 4

35 CLASSIFICAZIONE DELLE DEMENZE (2)
SECONDARIE Demenza vascolare ischemica Idrocefalo normoteso Disturbi endocrini e metabolici Malattie metaboliche ereditarie Malattie infettive ed infiammatorie del SNC Stati carenziali Sostanze tossiche Processi espansivi intracranici Altre 5

36 Cause reversibili di demenza
Depressione Disordini metabolici Intossicazione da farmaci Infezioni del SNC Lesioni strutturali Idrocefalo normoteso

37 SINDROME DEMENZA DIAGNOSI E TRATTAMENTO
Linea Guida 37 37

38 Perché una linea guida del CSR per la diagnosi ed il trattamento della demenza
? 38 38

39 dell’elevata varietà dei sintomi
In conseguenza dell’elevata varietà dei sintomi la Demenza non viene diagnosticata precocemente Bradford A, Kunik ME, Schulz P, Williams SP, Singh H. Alzheimer Dis. Assoc. Disord., 2009 39 39

40 La diagnosi tempestiva di Demenza consente:
di elaborare e sperimentare interventi, anche farmacologici, prima che il danno neuronale sia avanzato e dunque inemendabile favorisce una migliore gestione della malattia influendo sul contesto familiare e sociale fino dalle fasi iniziali Dubois B et Al. The Lancet Neurology, 2007 Ashford J, Borson S, O’Hara R, Dash P, Frank L, Robert P, Shankle W, Tierney M, Brodaty H, Schmitt F. Alzheimer's and Dementia, 2007 40 40

41 Early diagnosis for people with dementia
Alzheimer's Association International Conference on Alzheimer's Disease 2010 (AAICAD 2010) Honolulu.  Early diagnosis for people with dementia can reduce costs Uno studio della Veteran Administration ha dimostrato che la diagnosi precoce di demenza, seguita da informazione e sostegno, riduce del 30% i costi assistenziali annui. McCarten JR(1), Pauline Anderson P (2), Kuskowski MA (1), Yvonne Jonk Y(3), Dysken MW(1). (1)VA Medical Center, Minneapolis, (2) Veterans Integrated Service Network 23, Minneapolis (3)University of Minnesota, Minneapolis, USA. 41 41

42 ? A chi è diretta questa linea guida 42 42

43 Al Medico di Medicina Generale che per primo “
Al Medico di Medicina Generale che per primo “...può identificare i segni clinici del decadimento cognitivo al loro insorgere, anche avvalendosi delle segnalazioni dei familiari.” ed integrando le sue competenze con i servizi specialistici dedicati alla cura delle demenze. 43 43

44 Quali le principali criticità
? Quali le principali criticità 44

45 Raccomandazione 2 DEPRESSIONE Raccomandazione 3 DELIRIUM
Raccomandazioni 6 e 7 COMORBILITA’ 45

46 Sheikh RL, Yesavage JA: Geriatric Depression Scale (GDS)
GDS (15 item) Sheikh RL, Yesavage JA: Geriatric Depression Scale (GDS) Recent evidence and development of shorter version. Clin Gerontol 5, , 1986. 46

47 Livello di prova I, Forza A
Raccomandazione 5 Il Medico di Medicina Generale formula l’ipotesi diagnostica di Demenza attraverso l’anamnesi, l’esame obiettivo generale, la ricerca di eventuali fattori iatrogeni ed un’intervista strutturata, eseguita nell’ambito del team multiprofessionale. Livello di prova I, Forza A 47

48 Il colloquio ed un breve test possono rilevare in maniera attendibile
i segni del decadimento cognitivo Boustani M, Peterson B, Hanson L, Harris R, Lohr K. Ann. Intern. Med., 2003 48

49 Check list per la diagnosi del deterioramento cognitivo
1 Ha difficoltà a ricordare recenti conversazioni, eventi e appuntamenti  SI  NO TEAM MULTIPROFESSIONALE 2 Ha difficoltà a ricordare il giorno della settimana o la data attuale 3 Ripone frequentemente gli oggetti in luoghi inappropriati 4 È più ripetitivo nel parlare 5 Ha difficoltà nel seguire un pensiero complesso o nell’eseguire compiti che richiedono numerose azioni 6 È incapace di rispondere a problemi banali insorti a casa o sul lavoro 7 Si mostra stranamente poco riguardoso delle regole sociali di comportamento 8 Ha difficoltà nell’orientamento durante la guida dell’automobile 9 Tende a perdersi anche in luoghi familiari 10 È passivo, non reagisce adeguatamente alle differenti situazioni e si mostra indifferente e distaccato 11 Interpreta in modo sbagliato stimoli uditivi e visivi 12 È più irritabile e sospettoso del solito 13 Ha difficoltà sempre maggiori a trovare le parole che esprimono ciò che vuole comunicare (“sulla punta della lingua”) ed a seguire le conversazioni 49

50 Valutazione cognitiva iniziale
S. Borson, J. Scanlan, M. Brush, P. Vitaliano, A. Dokmak. The Mini-Cog. A cognitive vital signs measure for Dementia screening in multilingual elderly. Int. J. Geriatr. Psichiatry 15, , 2000 50

51 • Emocromo con formula Raccomandazione 8
Nel sospetto di una demenza, il medico di medicina generale propone al paziente esami ematochimici basali. Livello di prova VI, Forza B • Emocromo con formula • Elettroliti (Na, K, Ca) • Glicemia • Creatininemia, azotemia • ALT, AST, gamma GT • TSH • Acido folico, vitamina B12 51

52 Livello di prova VI, Forza A
Raccomandazione 9 Per una definizione diagnostica di demenza, il medico di medicina generale propone al paziente un esame di visualizzazione cerebrale (TC o RMN) Livello di prova VI, Forza A 52

53 Indagini strumentali TC e/o RM cranio-encefalo risultano necessarie per escludere lesioni strutturali ematoma sottodurale tumori idrocefalo normoteso lesioni ischemiche Ogni paziente con demenza deve eseguire in fase diagnostica un’indagine di neuroimaging strutturale 53

54 RMN ENCEFALO

55 TC CRANIO: MALATTIA DI ALZHEIMER
Figure 6b. Case 2.  (a, b) Nonenhanced axial T2-weighted image (a) and corresponding gadolinium-enhanced axial T1-weighted image (b) demonstrate a heterogenous, enhancing mass with mixed signal intensity in the middle left frontal lobe with a moderate degree of surrounding vasogenic edema and local mass effect. (c, d) Nonenhanced axial T2-weighted (c) and gadolinium-enhanced T1-weighted (d) images obtained at the level of the cerebral peduncles demonstrate two additional, low T2 signal, peripherally enhancing lesions in the posterior aspect of the right temporal lobe and right occipital lobe. Donna di 68 anni con AD, atrofia ippocampo sn ©2003 by Radiological Society of North America 55

56 RMN ENCEFALO: MALATTIA DI ALZHEIMER
Presumed AD in a 60-year-old woman. (a) Coronal Ti-weighted MR image shows severe atrophy of the hippocampus and dilatation of the PHFs.

57 NEOPLASIA FRONTALE SN Figure 6a. Case 2.  (a, b) Nonenhanced axial T2-weighted image (a) and corresponding gadolinium-enhanced axial T1-weighted image (b) demonstrate a heterogenous, enhancing mass with mixed signal intensity in the middle left frontal lobe with a moderate degree of surrounding vasogenic edema and local mass effect. (c, d) Nonenhanced axial T2-weighted (c) and gadolinium-enhanced T1-weighted (d) images obtained at the level of the cerebral peduncles demonstrate two additional, low T2 signal, peripherally enhancing lesions in the posterior aspect of the right temporal lobe and right occipital lobe. Nonenhanced axial T2-weighted image (a) and corresponding gadolinium-enhanced axial T1-weighted image (b) demonstrate a heterogenous, enhancing mass with mixed signal intensity in the middle left frontal lobe with a moderate degre... 57

58 Raccomandazione 10 Per la conferma diagnostica, per diagnosi differenziale fra le Demenze, per l’organizzazione del Piano Terapeutico e per la stabilizzazione di situazioni complesse il Medico di Medicina Generale può avvalersi dei Servizi Multidisciplinari organizzati dedicati alla cura delle Demenze. Livello VI, Forza A 58

59 59

60 Rete ospedale-territorio ambulatori disturbi cognitivi
G. Zaccara (neurologo) M.Piccininni (neurologa) S.Giardini (geriatra) G.Tavernese (geriatra) C. Sbrilli (neurologa) R Cisbani (geriatra) C. Piccini (neurologa) C.Pierattini Firenze SGD Palagi Nord Ovest Sesto F. Sud Est Serristori Pontassieve/Pelago Impruneta OSMA Pontassie-ve/Pelago Mugello Borgo S.L. 60

61 IL TRATTAMENTO FARMACOLOGICO
Raccomandazione 11 : Sintomi Core Raccomandazione 12 : Sintomi Associati Raccomandazione 13 : Antipsicotici Raccomandazione 14 : Stabilizzatori dell’umore Raccomandazione 15 : Benzodiazepine 61

62 TRATTAMENTO SINTOMI “CORE”
6262 TRATTAMENTO SINTOMI “CORE” Molecola Prodotto Dosaggio Tollerabilità Effetti Avversi Donepezil Aricept, Memac 5-10 mg/die Buona Disturbi gastrointestinali, disturbi cardiovascolari, sincope Galantamina Reminyl Reminyl RP mg x 2/die mg/die Rivastigmina Exelon Exelon patch 1,5–6mg x 2/die 4,6–9,5mg /die Memantina Ebixa cp mg Titolazione da 5 a 20 mg/die Instabilità, cefalea, costipazione,sonnolenza 62

63 Raccomandazione 11 Al momento della diagnosi di Malattia di Alzheimer in stadio lieve e moderato, deve essere valutata la possibilità di istituire un trattamento con inibitori delle acetilcolinesterasi, la cui efficacia è stata dimostrata sui sintomi “core” della malattia. E’ necessario discutere con paziente e caregiver i benefici realisticamente attesi ed i potenziali eventi avversi della terapia. Esistono dati di efficacia degli AcheI anche nella demenza a corpi di Lewy e nella demenza associata a Malattia di Parkinson. Nei pazienti con malattia di Alzheimer moderata-grave deve essere valutata la possibilità di istituire un trattamento con Memantina per il trattamento dei sintomi “core”. Livello I, Forza A 63

64 Raccomandazione 13 Dati gli elevati effetti collaterali che l’uso degli antipsicotici comporta, l’impiego di questi deve essere ristretto a situazioni di rischio per il paziente o per chi lo assiste, possibilmente limitato nel tempo, e dovrebbero essere evitate le associazioni di neurolettici. Livello II, Forza A 64

65 65

66 IL TRATTAMENTO NON FARMACOLOGICO
NELLA CURA DEI SINTOMI ASSOCIATI IL TRATTAMENTO NON FARMACOLOGICO DEVE COSTITUIRE LA PRIMA OPZIONE X 66

67 Le modalità di intervento non farmacologico utilizzate sono numerose
(v. Tabella) e, benché per alcune siano stati riportati occasionalmente esiti favorevoli, non ci sono ancora vere prove di efficacia. TRATTAMENTO DEI SINTOMI COGNITIVI E DELLA DISABILITÀ TRATTAMENTO DEI SINTOMI PSICOLOGICI E COMPORTAMENTALI PSICOTERAPIE BREVI ROT (Reality Orientation Therapy) Musicoterapia Terapia Cognitivo-Comportamentale Terapia di Validazione Terapia comportamentale Approccio Interpersonale Terapia della Reminiscenza Bright-Light Therapy Terapia Occupazionale Approccio Multisensoriale (Snoezelen) Aromaterapia Terapie con l’Ausilio di Animali Arte Terapia 67

68 Un progetto generale di cura della Demenza deve necessariamente partire dagli aspetti propriamente sanitari quali la diagnosi ed il trattamento farmacologico e non farmacologico. In parallelo si rendono necessari specifici servizi dedicati alle diverse fasi della malattia, ai problemi familiari ed ai luoghi delle cure. 68

69 Transizione demografica (dati ISTAT) e Demenza.

70

71 DEMENZA: COSTI STIMATI PER SINGOLO CASO/ANNO
Costi diretti Costi informali Somma Svezia 33.981 3.502 37.483 U.K. 26.200 14.736 40.936 Francia 9.914 15.206 25.120 Italia 4.591 24.100 28.691 Russia 2.250 2.786 5.036 Alzheimer Europe Office, 2010

72 Grazie dell’attenzione!
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