La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Centri di Competenza Regionali A. M. R. A STRATEGIE DI SVILUPPO Dott

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Centri di Competenza Regionali A. M. R. A STRATEGIE DI SVILUPPO Dott"— Transcript della presentazione:

1 Centri di Competenza Regionali A. M. R. A STRATEGIE DI SVILUPPO Dott
Centri di Competenza Regionali A.M.R.A STRATEGIE DI SVILUPPO Dott. Igino della Volpe

2 1. CARATTERISTICHE GENERALI
1.1. DEFINIZIONE 1.2 FONTI NORMATIVE 1.3. AREE DI INTERVENTO DEI CRDC 1.4 RISORSE FINANZIARIE ASSEGNATE 1.5. MISSION

3 1. 1. DEFINIZIONE I CRDC : aggregano centri di ricerca, risorse intellettuali e scientifiche coordinano le loro attività in funzione del Piano di sviluppo regionale dell’innovazione favoriscono il trasferimento tecnologico e lo sviluppo locale danno vita ad un ente giuridico autonomo in grado di autosostenersi economicamente e finanziariamente

4 1.2 FONTI NORMATIVE POR Campania 2000-2006: Mis. 3.16
Integrazione e rafforzamento offerta di innovazione a scala regionale secondo modello a rete Sviluppo azioni di trasferimento a sistemi locali di imprese e a filiere regionali Complemento di programmazione Campania 2000/2006:Mis. 3.16, az. b) Sviluppo rete regionale dei centri di ricerca orientati al trasferimento tecnologico in favore di sistemi locali di sviluppo e di specializzazioni produttive locali Protocollo di Intesa tra MIUR e Regioni dell’obiettivo 1 ( ) Individuazione necessità di costituzione rete di centri regionali per trasferimento tecnologico in sette aree di intervento Piano di sviluppo regionale dell’innovazione ( ) Costituzione dei CRDC quali modelli di interfaccia e di attivazione di processi di crescita innovativa finalizzati a realizzare nella specifica area di intervento un coordinamento dei diversi progetti per mettere al servizio del sistema economico regionale un giacimento di conoscenze poco coordinato e poco connesso con il sistema produttivo e sociale.

5 1.3. AREE DI INTERVENTO DEI CRDC
Analisi e monitoraggio del rischio ambientale Biologia avanzata e sue applicazioni Conservazione, valorizzazione e fruizione dei beni culturali e ambientali Produzioni agro-alimentari Nuove tecnologie per le attività produttive Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) Trasporti (aerei, marittimi e terrestri, pianificazione)

6 1.4 RISORSE FINANZIARIE ASSEGNATE
Beni Culturali € Trasferimento Tecnologico Industriale della Gnomica Strutturale e Funzionale di Organismi Superiori € Nuove Tecnologie per le attività produttive € Trasporti € Produzioni agro-alimentari € Analisi e monitoraggio del rischio ambientale € Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione €

7 1.5. MISSION Costruzione della rete delle competenze scientifiche esistenti Sostegno alla domanda imprenditoriale di consulenza tecnologica Svolgimento di attività di ricerca pre-competitiva e di ricerca brevettabile Trasferimento di competenze relative a specifici domini tecnologici al sistema economico ed imprenditoriale Alimentazione di programmi di spin-off Promozione di programmi di formazione specializzata

8 2. ISTITUZIONE DEI CRDC 2.1. REQUISITI PER LA COSTITUZIONE DI UN CRDC
2.2. ATTIVITA’ SVOLTE DAL CRDC

9 2.1. REQUISITI PER LA COSTITUZIONE DI UN CRDC
Rilevanza dei proponenti scientifici e imprenditoriali Multidisciplinarietà delle tematiche di ricerca e approccio interdisciplinare a problemi o progetti d’attività Gestione manageriale della struttura Integrazione attività di ricerca di base con quelle pre-competitive e quelle basate su partnership ricerca- impresa

10 2.2. ATTIVITA’ SVOLTE DAL CRDC
Ricerca di base Ricerca industriale Ricerca pre-competitiva Trasferimento tecnologico Servizi Formazione Spin-off

11 2.2. ATTIVITA’ (segue) Ricerca di base
Attività che mira all’ampliamento delle conoscenze scientifiche e tecniche non connesse ad obiettivi industriali o commerciali Ricerca industriale Ricerca pianificata mirante ad acquisire nuove conoscenze, utili per la realizzazione di nuovi prodotti, processi produttivi o servizi o per il loro miglioramento Ricerca precompetitiva Concretizzazione dei risultati della ricerca industriale in piani, progetti, processi produttivi, modificati o migliorati e destinati alla utilizzazione Trasferimento tecnologico Passaggio dei diritti di proprietà industriale dall’università all’industria

12 3. FASI DI REALIZZAZIONE 3.1. ITER PROCEDURALE
3.2. VALUTAZIONE EX ANTE (COMMISSIONE DI ESPERTI INTERNAZIONALE E NUCLEO DI VALUTAZIONE DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI) 3.3. CONVENZIONE TRA REGIONE E SOGGETTI CAPOFILA 3.4. CONVENZIONE TRA SOGGETTO CAPOFILA E ENTI ATTUATORI

13 3.1. ITER PROCEDURALE Avviso pubblico per manifestazione di interesse
(Università, Enti pubblici di Ricerca, PST, Società Consortili pubbliche) Realizzazione analisi di settore connesse al Piano di sviluppo dell’Innovazione regionale Istituzione Tavoli di progettazione per Area di intervento Stipula Protocollo di intesa tra Regione e Soggetto capofila del Tavolo di progettazione Redazione Progetto di CRDC comprensivo del Progetto dimostratore Valutazione e approvazione Progetto di CRDC da Commissione di esperti internazionale e da Nucleo di Valutazione degli Investimenti Pubblici Approvazione da Giunta Regionale della Campania Stipula Convenzione tra Regione e Soggetto capofila per realizzazione CRDC Stipula Convenzione tra Soggetto Capofila ed Enti attuatori

14 3.1. ITER PROCEDURALE (segue) PROGETTO DIMOSTRATORE
E’ un progetto dimostrativo di RSTI e rappresenta lo strumento attraverso il quale ciascun CRDC dovrà dimostrare la propria funzionalità E’ realizzato sulla base delle specializzazioni produttive locali, sulle filiere e sui distretti produttivi e sulle tematiche di sviluppo sostenibile degli ambiti regionali in connessione con gli interventi dei MIUR Si configura come intervento di sistema a livello regionale Deve caratterizzarsi per la replicabilità dei risultati ottenuti Si compone di molteplici work-packages

15 3.2. VALUTAZIONE EX ANTE Commissione di valutazione esperti internazionali Verifica qualità scientifica partecipanti e soggetti attuatori, modello organizzativo, capitolato tecnico del progetto Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici Sostenibilità economica-finanziaria (analisi domanda e offerta, analisi finanziaria, analisi soci-economica, analisi del rischio, impatti socio-economici attesi, risultati di business, piano economico di autosostenibiltà) Sostenibilità organizzativa e gestionale (competenze scientifiche, competenze per trasferimento tecnologico, competenze manageriali, procedure di sorveglianza e monitoraggio)

16 3.3. CONVENZIONE TRA REGIONE E SOGGETTO CAPOFILA
Soggetti attuatori di ciascun Progetto Impegno Regione a erogare a Soggetto capofila finanziamenti richiesti in Progetto Ruoli e responsabilità Soggetto capofila per utilizzazione finanziamenti Tipologia delle spese ammissibili Documenti per rendicontazione spese da Soggetto capofila Obbligo Regione a monitoraggio Progetti attraverso verifiche intermedie subordinando erogazioni dei finanziamenti a loro esito Possibilità di modifiche o integrazioni Progetto in corso d’opera previa approvazione Giunta Regionale

17 3.4. CONVENZIONE TRA SOGGETTO CAPOFILA E ENTI ATTUATORI
Previsione ruoli e responsabilità per la costituzione del CRDC Modalità distribuzione finanziamento regionale tra capofila e enti attuatori Impegno a costituire il CRDC secondo i contenuti del Capitolato Tecnico Previsione istituzione Comitato Tecnico Amministrativo del Progetto per la realizzazione di tutti i procedimenti amministrativi Previsione istituzione Coordinatore scientifico Impegno enti attuatori a istituire inventario separato dei beni acquistati Impegno di ciascun ente partecipante alla rendicontazione nel rispetto della disciplina comunitaria e secondo la tempistica indicata dal soggetto capofila

18 4. ATTUAZIONE DEL PROGETTO
4.1. ORGANIGRAMMA CRDC 4.2. AVVIO DEL PROGETTO 4.3. VERIFICA INTERMEDIA 4.4. CONCLUSIONE PROGETTO DIMOSTRATORE - 36° MESE

19 4.1. ORGANIGRAMMA CRDC

20 4.1. ORGANIGRAMMA CRDC Coordinatore scientifico: responsabile progetto, coordina e supervisiona l’attività scientifica delle varie sezioni Project manager: responsabile coordinamento amministrativo CRDC, coordina azioni per trasferimento tecnologico verso imprese Vice-coordinatori: coadiuvano il cooordinatore nella definizione degli indirizzi tecnico-scientifici del CRDC Giunta esecutiva: è composta dal coordinatore, vice-coordinatori, project manager, un responsabile di sezione; cura la gestione operativa del CRDC Consiglio Scientifico: presieduto dal coordinatore ; composto dai vice-coordinatori e dai responsabili delle sezioni tematiche; redige e aggiorna il programma annuale di attività e sviluppo Consiglio Tecnico Amministrativo: formato da coordinatore scientifico, vice-coordinatori, project manager, e rappresentanti di enti rappresentanti; supervisiona gestione amministrativa CRDC Nucleo Valutazione: formato da 3 esperti, nominato da Comitato di Gestione; monitoraggio scientifico Progetto Industrial Board: formato da coordinatore scientifico, project manager, 3 rappresentanti mondo industriale; supporta attività del trasferimento tecnologico e dei rapporti con imprese

21 4.2. AVVIO DEL PROGETTO Acquisto delle apparecchiature
Avvio dei work packages Fissazione riunioni di verifica intermedia

22 STAZIONE DI CONTROLLO 3° MESE
4.3. VERIFICA INTERMEDIA STAZIONE DI CONTROLLO 3° MESE 1. Presentazione Project Manager da Capofila del Progetto 2. Presentazione Referente Progetto Procedure controllo, processi integrazione tra ricercatori, procedure amministrative Avanzamento procedure acquisizione apparecchiature principali Presentazione work-packages (obiettivi, problematiche start-up, piano operativo 1° anno, obiettivi intermedi per monitoraggio 10° mese) 3. Valutazioni Commissione Adeguatezza professionale Project Manager Adeguatezza procedure controllo Livello collaborazione tra Soggetti Attuatori Procedure utilizzate per acquisizione apparecchiature principali Effettivo inizio work-packages

23 STAZIONE DI CONTROLLO 10° MESE
4.3. VERIFICA INTERMEDIA STAZIONE DI CONTROLLO 10° MESE 1. Introduzione da Capofila Progetto 2. Presentazione Project Manager Rapporto gestionale e aggiornamento acquisto attrezzature Livello coinvolgimento parner industriali e contatti partner potenziali Rassegna dei work-packages Obiettivi intermedi per monitoraggio 18° mese 3. Presentazione Responsabili work-packages 4. Valutazioni Commissione Procedura acquisto apparecchiature industriali Adeguatezza contatti con partner industriali Raggiungimento obiettivi 10° mese Appropiatezza obiettivi intermedi 18° mese

24 STAZIONE DI CONTROLLO 18° MESE
4.3. VERIFICA INTERMEDIA STAZIONE DI CONTROLLO 18° MESE Check point Progetto 1. Introduzione da Capofila Progetto 2. Presentazione Project Manager Rapporto gestionale e aggiornamento acquisto apparecchiature Livello coinvolgimento parner industriali e contatti partner potenziali Livello collaborazione tra ricercatori dei Soggetti Attuatori Stato di definizione Business Plan per operazioni CRCD post 3 anni Avanzamento strategia per autosostenibilità CRDC Programma promozione attività CRDC Avanzamento work-packages Obiettivi intermedi per monitoraggio 24° mese Aggiornamento budget per periodo 19°-36° mese 3. Presentazione Responsabili work-packages 4. Valutazioni Commissione Attività del Project Manager Utilizzo apparecchiature in Progetto Dimostratore Raggiungimento obiettivi intermedi Raccomandazioni del budget per prossimi 18 mesi

25 STAZIONE DI CONTROLLO 24° MESE
4.3. VERIFICA INTERMEDIA STAZIONE DI CONTROLLO 24° MESE 1. Introduzione da Capofila Progetto 2. Presentazione Project Manager Rapporto gestionale e aggiornamento acquisto apparecchiature Livello coinvolgimento parner industriali e contatti partner potenziali Rassegna attività di tutti work-packages Obiettivi intermedi per monitoraggio 30° mese Fattibilità trasferimento tecnologia all’industria per ogni work-packages Avanzamento programma promozione attività CRDC in Regione e fuori 3. Presentazione Responsabili work-packages 4. Valutazioni Commissione Completamento in tempi previsti (36 mesi) di apparecchiature e attrezzature Sviluppo Business Plan secondo raccomandazioni da controllo 24° mese Adeguatezza e serietà dei contatti industriali Raggiungimento obiettivi 24° mese e adeguatezza obiettivi per 36° mese Possibilità di technology trasfer dai progetti ai settori industriali

26 STAZIONE DI CONTROLLO 30° MESE
4.3. VERIFICA INTERMEDIA STAZIONE DI CONTROLLO 30° MESE 1. Introduzione da Capofila Progetto 2. Presentazione Project Manager Rapporto gestionale e aggiornamento acquisto apparecchiature Valutazione livello partecipazione dell’industria nei work –packages Aggiornamento su strategie sviluppate per vendita servizi da offrire a settori industriali dentro e fuori il territorio regionale Valutazione supporto futuro atteso da fonti private e pubbliche rispetto a budget annuo per costi operativi del CRDC nel 3° e 4° anno Verifica esistenza gruppo ricercatori qualificati per futuro CRDC e loro remunerazione Rassegna attività work-packages e obiettivi intermedi raggiunti Fattibilità trasferimento tecnologia all’industria al 36° mese x ogni work-packages 3. Presentazione tecnica tutti i Responsabili work-packages Contenuti tecnici e programma di trasferimento della tecnologia sviluppata 4. Valutazioni Commissione Problemi relativi a chiusura libri contabili del Progetto Dimostratore al 36° mese Adeguatezza del Business Plan proposto Adeguatezza strategia di marketing Adeguatezza domanda dell’industria a garantire autosostenibilità del CRDC Competenze staff tecnico per garantire formazione di un CRDC

27 4.4. CONCLUSIONE PROGETTO DIMOSTRATORE
Completamento dei work-packages e del Progetto Dimostratore entro il 36° mese compresi test e attività di integrazione sul campo delle apparecchiature già esistenti

28 5. PROFILO DI AMRA 5.1. DIVISIONI TEMATICHE 5.2. ENTI PARTECIPANTI
5.3. PROGETTO DIMOSTRATORE DI AMRA 5.4. CARATTERISTICHE DEL MODELLO DI AMRA 5.5. STRATEGIE DI AMRA 5.6. MODELLO ORGANIZZATIVO: L’IMPRESA ESTESA 5.7. ORGANIGRAMMA 5.8. MODELLO GIURIDICO 5.9. IDENTIFICAZIONE DELLA DOMANDA 5.10. IDENTIFICAZIONE DELL’OFFERTA 5.11. MODALITA’ OPERATIVE 5.12. PIANO DI MARKETING 5.13. I DATI ECONOMICO- PATRIMONIALI PREVISIONALI DI A.M.R.A.

29 5.1. DIVISIONI TEMATICHE Le divisioni tematiche rischio antropico
rischio sismico rischio vulcanico rischio idrogeologico vulnerabilità del sistema marino costiero politiche territoriali e trasferimento tecnologico modellistica sviluppo sensori telerilevamento

30 5.2. ENTI PARTECIPANTI A AMRA
SOGGETTO CAPOFILA Università Federico II ENTI ATTUATORI Seconda Università di Napoli Università di Napoli Parthenope Università di Salerno Università del Sannio INFM Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia Istituto Nazionale ottica applicata CNR ENEA Parco Scientifico e tecnologica di Salerno e aree interne della Campania Stazione Zoologica Anton Dohrn Consorzio Technapoli Parco Scientifico e Tecnologico dell’Area Metropolitana di Napoli e Caserta

31 5.3. PROGETTO DIMOSTRATORE DI AMRA
WP1- Rischio Antropico: tecnologie innovative per il monitoraggio e la gestione di rischi ambientali derivanti da attività antropiche WP2 - Rischio sismico: effetti sismici sulle infrastrutture ubicate nell’Appennino campano-lucano WP3 - Rischio vulcanico: tecnologie innovative per il monitoraggio del rischio vulcanico WP4 - Rischio Idreologico: indagini e studi finalizzati alla mitigazione del rischio idreologico in aree significative della Campania WR5 - Vulnerabilità del sistema marino costiero: indirizzi per interventi in aree marine costiere con elevato impatto antropico: aree critiche del Golfo di Napoli

32 5.3. PROGETTO DIMOSTRATORE DI AMRA (segue)
WP6 -Politiche territoriali e trasferimento tecnologico: incubazione, comunicazione e analisi delle trasformazioni territoriali, con particolare riferimento all’area orientale di Napoli WP7 - Modellistica: Complessità e dinamica in problemi rilevanti per il rischio ambientale WP8 - Sviluppo Sensori: nuovi sensori per la caratterizzazione di parametri ambientali WP9 – Telerilevamento: nuove tecnologie di telerilevamento aereo e satellitare per applicazioni di monitoraggio del rischio ambientale

33 5.4. CARATTERISTICHE DEL MODELLO DI AMRA
NO: network tra centri di ricerca partners NO: agenzia di intermediazione SI: iniziativa imprenditoriale che tende ad ottimizzare potenzialità dei singoli centri di ricerca SI: iniziativa organizzata in forma di Impresa estesa

34 5.5. STRATEGIE DI AMRA Definire modello organizzativo indipendente dagli azionisti “Fare impresa” cioè predisporre un sistema organizzato di “produzione” con procedure e criteri predefiniti di funzionamento Trovare la partecipazione convinta dei centri di ricerca aderenti, che hanno un “ruolo plurimo” (ogni azionista partecipando ad un CRDC assume una nuova identità, ulteriore e non meno importante di quella ordinaria di struttura di ricerca indipendente) Tradurre i bisogni in domanda di ricerca, servizi e tecnologia Adottare prassi e metodologie comuni finalizzate ad un sistema organizzato di produzione Progettare un portale Promuovere innovazione di prodotto e di processo Svolgere formazione a distanza

35 5.6. MODELLO ORGANIZZATIVO
IMPRESA ESTESA La struttura strategica comprende: Unità Centrale Strutture operative locali (business unit) Portale del CRDC Business Area Companies (B.A.C.) AMRA. Studi professionali Business Area Companies. Studio Virtuale

36 5.6. MODELLO ORGANIZZATIVO (segue)
L’Unità centrale svolge il ruolo di: artefice della strategia regolatore dell’impiego dei segni distintivi centro di ricerca e sviluppo promotore commerciale coordinatore e controllore delle esecuzione delle commesse acquisite L’Unità locale (business unit) è costituita dal centro di ricerca aderente al Progetto, che deve : ottimizzare le proprie competenze nell’interesse delle finalità societarie programmare le disponibilità delle proprie risorse utilizzare le attrezzature esclusivamente in base alle direttive del CRDC dotarsi dei necessari supporti informatici dotarsi di adeguata copertura assicurativa

37 5.6. MODELLO ORGANIZZATIVO (segue)
Il Portale è uno strumento di: comunicazione al mercato formazione a distanza programmazione quotidiana degli incarichi banca dati rete Intranet Le B.A.C sono realtà societarie o consortili di scopo nelle quali il CRDC potrà acquisire: partecipazioni di controllo partecipazioni strategiche

38 5.6. MODELLO ORGANIZZATIVO (segue)
si tratta di un’impostazione: funzionale innovativa per la particolare rilevanza delle funzioni commerciali e produttiva compatibile nel lungo periodo, con l’impostazione divisionale dei singoli business

39 5.7. ORGANIGRAMMA

40 5.8. MODELLO GIURIDICO Società consortile per Azioni
in quanto ente di diritto privato avente: Finalità non lucrative Autonomia patrimoniale Personalità e soggettività giuridica

41 Percorso attuativo tempificato:
Entro 21° mese definizione statuto società e atto convenzionale con enti partners Entro 24° mese approvazione statuto e atto convenzionale avvio di procedure selezione risorse umane avvio attività allestimento strutture centrali individuazione del team che redige le procedure operative ed amministrative Entro 26° mese Verifica di conformità giuridica da parte della Regione atto convenzionale ente capofila/società per utilizzo attrezzature selezione del personale da assumere individuazione organo amministrativo della società progettazione portale Entro 27° mese Costituzione società ed avvio operativo dell’iniziativa

42 5.9. IDENTIFICAZIONE DELLA DOMANDA
Gli elementi di traino della domanda Consapevolezza dell’aumento di vulnerabilità della Campania per indiscriminata urbanizzazione del territorio Recenti terremoti nel bacino del Mediterraneo Normative per l’adeguamento sismico Adempimenti delle industrie in materia di rischio ambientale Aggiornamento del Piano di emergenza delle aree vulcaniche napoletane Cambiamento internazionale della strategia delle protezioni civili in corso post eventi terroristici dell’11 settembre Apertura di un mercato relativo a problemi di inquinamento dell’aria

43 5.10. IDENTIFICAZIONE DELL’OFFERTA
I Settori di monopolio e/o di limitata concorrenza : Sperimentazione dinamica di strutture soggette ad azioni asincrone Sistemi di early warning per strutture strategiche o sensibili Gestione integrata dei rischi ambientali in una logica multihazard Inquinamento legato al dragaggio porti ed aree inquinate Rischio ambientale connesso alla attività industriale Approcci sperimentali e quantitativi nell’analisi del rischio idrogeologico

44 5.11. MODALITA’ OPERATIVE Modalità per operare sul mercato
Espletamento di singole commesse ad alto valore unitario, ottenibili per incarico specifico o per mezzo di procedura di gara Erogazione di interventi altamente specializzati per grandi committenti Proprietà intellettuale

45 5.11. MODALITA’ OPERATIVE (segue)
L’attivazione di una produzione all’interno di AMRA implica: un’attività iniziale di rilevazione dei fabbisogni e formazione dell’offerta un’attività di sviluppo ed ingegnerizzazione dei prototipi un’attività continuativa di alta formazione, aggiornamento, miglioramento, diffusione e creazione del know-how

46 5.11. MODALITA’ OPERATIVE (segue)
A regime, AMRA svolgerà: attività produttiva diretta: incarichi e commesse assunte dalla struttura centrale e svolte dalle strutture decentrate attività produttiva indiretta: incarichi e commesse assunte dalla struttura centrale e svolte da una BAC operativa attività di sfruttamento della proprietà intellettuale: royalties su brevetti

47 Progettazione identità visiva
5.11. PIANO DI MARKETING Progettazione identità visiva Piano di comunicazione Piano pubblicitario

48 5.12. I DATI ECONOMICO- PATRIMONIALI PREVISIONALI DI AMRA

49

50

51

52

53

54 6. OPERAZIONI DI SPIN-OFF
6.1. SPIN-OFF QUALE PROGETTO DI SVILUPPO LOCALE 6.2. ELEMENTI DISTINTIVI 6.3. OBIETTIVI 6.4. SOGGETTI INTERESSATI A FAVORIRE LO SPIN-OFF 6.5 PROSPETTIVE DI SPIN-OFF DA AMRA

55 6.1 SPIN-OFF QUALE PROGETTO DI SVILUPPO LOCALE
Creazione di un’impresa da parte di un soggetto proveniente da un centro di ricerca o da un laboratorio universitario Creazione di imprese a mezzo di imprese: fenomeno per il quale soggetti che escono da un’impresa ne creano un’altra

56 6.2. ELEMENTI DISTINTIVI Presenza di un processo di accompagnamento volontario, pianificato e non casuale. Presenza di misure di sostegno attivo da parte dell’ente promotore

57 6.3. OBIETTIVI DELLO SPIN-OFF
Sviluppare di processi di innovazione: nuovi prodotti, nuovi servizi, nuovi processi, nuovi mercati, nuove imprese, per rigenerare il tessuto imprenditoriale locale creando nuove opportunità di crescita Nuova occupazione e salvaguardia occupazione esistente

58 6.4. SOGGETTI INTERESSATI A FAVORIRE LO SPIN-OFF
Operatore pubblico: nascita di nuovi soggetti imprenditoriali forti per favorire effetti occupazionali positivi Imprese: generazione di nuove iniziative collegate o controllate trasferimento o successione di rami di attività gestione di esodi controllati del personale

59 6.5. PROSPETTIVE DI SPIN-OFF DA AMRA
Strategia operativa Brevettazione intensiva Partnership con operatori finanziari Attivazione rapporti con sistema impresa

60 7. CASI DI ECCELLENZA DEI CRDC
7.1. STATI UNITI - TRASFERIMENTO DI TECNOLOGIA AL CALIFORNIA INSTITUTE OF TECHNOLOGY (CALTECH) 7.2. MILANO - CONSORZIO POLITECNICO INNOVAZIONE

61 7.1 STATI UNITI -TRASFERIMENTO DI TECNOLOGIA AL CALIFORNIA INSTITUTE OF TECHNOLOGY CALTECH
Dal 1980 sono state fondate 3000 nuove aziende sulla base di una licenza di brevetto da parte di istituzioni accademiche Operazioni di spin-off favorite rispetto alla concessione di licenze a società esterne alla struttura universitaria Attività di brevettazione intensiva (possibilità di depositare una domanda di brevetto provvisorio a basso costo che può essere trasformata entro un anno dal deposito in una domanda di brevetto vera e propria)

62 7.2. MILANO - CONSORZIO POLITECNICO INNOVAZIONE
Enti Aderenti Politecnico di Milano Apimilano Assolombarda CCIA Como CCIA Lecco CCIA Milano CNA Milano Finlombarda Istituto di Ricerca di Breda Polo Scientifico Tecnologico Lombardo Spa Unione Industriali di Lecco Unione Industriale di Como

63 7.2. MILANO - CONSORZIO POLITECNICO INNOVAZIONE
Mission Mettere a disposizione e trasferire alle PMI lombarde il patrimonio del Politecnico di Milano (laboratori, dipartimenti e centri di ricerca) in termini di competenze tecnico-scientifiche, di conoscenze e di risultati innovativi, di capacità di ricerca, di apparecchiature di prova e sperimentazione affinché le aziende li incorporino nei propri processi di innovazione industriale Creare nuove imprese sulla base di nuove tecnologie di prodotto e di processo Integrare i contributi tecnico-scientifici con l’apporto di know how in campo economico, commerciale e gestionale fornito dal Dipartimento di Economia e Produzione, da singoli esperti e da strutture operanti nel settore del terziario avanzato Determinare le reali necessità di intervento del mondo imprenditoriale


Scaricare ppt "Centri di Competenza Regionali A. M. R. A STRATEGIE DI SVILUPPO Dott"

Presentazioni simili


Annunci Google