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Uccidere o lasciar morire? Aspetti morali della decisione

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Presentazione sul tema: "Uccidere o lasciar morire? Aspetti morali della decisione"— Transcript della presentazione:

1 Uccidere o lasciar morire? Aspetti morali della decisione
Andrea Manfrinati

2 La scelta di Sophie Sophie si trova prigioniera in un campo di concentramento nazista con i suoi due figli, un maschio e una femmina. Una guardia le pone un dilemma: deve scegliere quale dei due figli intende salvare dalla morte. Se non sceglie allora la guardia li ucciderà tutti e due. Sophie decide di sacrificare la femmina e di salvare il maschio perché ritiene sia quello con le maggiori possibilità di sopravvivenza.

3 Giudizio morale Da un punto di vista pratico, i giudizio morali sono delle valutazioni (buono vs. cattivo) dei comportamenti e/o delle azioni di una persona, definite in base ad una serie di virtù rese obbligatorie da una cultura o da una comunità (Haidt, 2001).

4 Modello Razionalista La conoscenza ed il giudizio morale sono il risultato di processi di ragionamento e riflessione (Piaget, 1932; Kohlberg, 1969). Le emozioni possono influenzare il processo di ragionamento, ma non sono la causa diretta del giudizio morale. Modello razionalista kantiano Research on moral judgment has long been dominated by the rationalist model that draws attention to the fundamental role of moral reasoning in causing the moral judgment. Rationalist approaches in moral psychology claim that moral knowledge and moral judgment are achieved by the processes of reasoning and reflection (Piaget, 1932; Kohlberg, 1969). Moral emotions may sometimes be inputs to the reasoning processes, but they are not the direct cause of moral judgments. Kohlberg endorsed a Kantian rationalist model in which emotions and affect may have a role but in which reasoning eventually makes the decisions.

5 Modello Razionalista Una dei metodi utilizzati da Piaget per studiare lo sviluppo morale era quello di porre ai bambini alcuni dilemmi e di esaminare le risposte. Questa metodologia venne utilizzata anche da Kohlberg il quale, prendendo le mosse dalla teoria piagetiana, propone ai suoi soggetti dei dilemmi morali nei quali il protagonista può prendere diverse decisioni. Questi dilemmi non sono proposti ipotizzando vi sia una risposta corretta, ma piuttosto per invitare i soggetti a dare delle argomentazioni diverse a favore o contro la necessità di compiere una data azione.

6 Modello Razionalista IL DILEMMA MORALE OBBLIGHI MORALI
I dilemmi morali sono da intendersi come conflitti di “obblighi”. Comunque agiscano, le persone che affrontano scelte dilemmatiche violano un obbligo, e dunque si espongono ad una colpa inevitabile. Il dilemma è un tipo particolare di conflitto in cui, per l’agente, non c’è una risoluzione giustificata dal punto di vista morale. OBBLIGHI MORALI Ragioni per l’azione che sono vincolanti e determinanti. Le ragioni morali sono vincolanti in quanto ragioni morali.

7 Modello Razionalista Esempio:
“Una donna sta per morire a causa di un tumore, ma potrebbe essere salvata con un farmaco. Questo farmaco è un particolare tipo di radio scoperto da un farmacista che vive nella stessa città e lo vende ad un prezzo dieci volte maggiore di quanto gli costa fabbricarlo. Il marito della donna malata ha cercato di prendere a prestito il denaro, ma è riuscito a procurarsi solo metà della somma. Quindi ha detto al farmacista che sua moglie stava morendo e gli ha chiesto di vendergli la medicina a minor prezzo o almeno, di permettergli di pagarlo in futuro, ma il farmacista ha rifiutato. Il marito disperato ha scassinato la farmacia per rubare la medicina necessaria a sua moglie.” Avrebbe dovuto farlo?

8 Modello Razionalista Evento Intuizione/ Emozioni Ragionamento Giudizio

9 Modello Razionalista La teoria dello sviluppo morale di Kohlberg è fortemente influenzata dalla filosofia kantiana. La legge morale per Kant è un imperativo categorico che non ha in vista nessun scopo determinato se non la conformità dell’azione alla legge. Esso obbliga la volontà non a particolari azioni, ma ad ogni azione che sia conforma alla legge delle ragione. La legge morale è quindi un imperativo e comanda categoricamente, perché tale legge è incondizionata. Le azioni degli essere umani devono quindi conformarsi all’imperativo e per questo motivo devono essere considerati dei doveri.

10 Modello Intuizionista
Il giudizio morale è il risultato di valutazioni automatiche e veloci. Le intuizioni morali (che comprendono anche le emozioni morali) sono il primo input della valutazione e come tali causano il giudizio morale. Forma di cognizione, ma non una forma di ragionamento (inteso come riflessione, pensiero analitico) Il modello intuizionista non è un modello anti-razionalista. E’ un modello che analizza le dinamiche con cui intuizioni, ragionamento ed emozioni interagiscono nella formulazione del giudizio morale.

11 Modello Intuizionista
Evento Intuizione/ Emozioni Giudizio Ragionamento

12 Supporto al modello intuizionista
Haidt (2001) fornisce molti risultati empirici che supportano questo modello. “Julie e Mark sono fratello e sorella. Hanno deciso di passare le vacanze estive in giro per la Francia. Una notte si trovano in una cabina vicino al mare. Decidono che sarebbe una bella esperienza fare l’amore assieme. Julie prende già la pillola anticoncezionale, mentre Mark userà il preservativo in modo da essere ancora più sicuri. L’esperienza per entrambi è stata bellissima, ma decidono che non dovrà essere ripetuta. Quella notte sarà il loro speciale segreto che li farà sentire ancora più vicini”. E’ giusto che Mark e Julie abbiano fatto l’amore?

13 Haidt trova che i partecipanti rispondono “immediatamente” che ciò che hanno fatto i due fratelli è sbagliato perché è stato commesso un incesto. Alla richiesta di un perché, i partecipanti iniziano a cercare una serie di ragioni. Ma le ragioni più ovvie da opporre all’incesto, come il rischio di una gravidanza, oppure l’alta probabilità di avere dei figli con dei problemi fisici fin dalla nascita, non si può applicare a questo caso. I partecipanti sono consapevoli di tutto questo ma nonostante tutto non sono disposti a cambiare il proprio giudizio. Piuttosto, insistono nel dire che il comportamento è sbagliato anche se non sono in grado di fornire nessuna ragione a supporto di questo giudizio. Sembra che il ragionamento non svolga nessun ruolo nella produzione del giudizio morale (Haidt, 2001).

14 Supporto al modello intuizionista
Studi di fMRI hanno evidenziato il ruolo di aree cerebrali, implicate nelle funzioni sociali ed emotive, in compiti di giudizio morale (Greene et al., 2001). La considerazione di partenza di Greene è che nell’ambito dei giudizi morali vi è qualcosa di più del solo ragionamento deliberato. I giudizi morali sono guidati da una distinzione tra situazioni personali e impersonali, mediata da processi emozionali. Recent experiments conducted by Joshua Greene and his colleagues using the magnetic resonance technique (fMRI), appear to confirm the importance of the emotional areas of the brain in guiding certain aspects of our moral intuitions.

15 Dilemma del “Footbridge” (dilemma morale personale)
“Una locomotiva senza controllo si sta dirigendo verso cinque operai che stanno lavorando sui binari. Ti trovi sopra un ponte e stai assistendo alla scena. L’unico modo per fermare la locomotiva è lanciare sui binari un grosso peso. Vicino a te c’è uno sconosciuto molto grasso. E’ appropriato spingere giù lo sconosciuto, in modo che con il suo peso possa fermare la locomotiva e salvare i cinque operai?” Risposta della maggior parte delle persone: NON APPROPRIATO 12% delle persone disse che era appropriato

16 Dilemma del “Trolley” (dilemma morale impersonale)
“Una locomotiva senza controllo si sta dirigendo verso cinque operai che stanno lavorando sui binari. Il percorso dei binari presenta una deviazione a sinistra dove si può far deviare la locomotiva. Tuttavia, sul tracciato di sinistra si trova un altro operaio. E’ appropriato azionare lo scambio in modo da deviare la locomotiva sul binario secondario e salvare così i cinque operai?” Risposta della maggior parte delle persone: APPROPRIATO 56% delle persone disse che era appropriato

17 Violazioni personali vs. impersonali
La violazione dovrebbe causare un danno grave. Il danno deve essere diretto verso una persona o una serie di persone. Il danno non deve risultare da una deviazione di una minaccia esistente. Il venire meno di uno di questi tre punti rende la violazione morale Impersonale.

18 Problema Cosa rende appropriato/accettabile sacrificare 1 vita per salvarne 5 nel dilemma del Trolley ma non nel dilemma del Footbridge? Dilemma del Trolley L’azione comporta la deviazione di una minaccia esistente. L’obiettivo non è uccidere l’operaio sul binario secondario; questo è solo un esito previsto, ma non intenzionale, dell’azione (Principio del Doppio Effetto). Dilemma del Footbridge L’azione comporta un danno “diretto” e “intenzionale” ad una persona la quale viene usata come “mezzo” per un “fine” (violazione dell’imperativo categorico kantiano). Principio del “doppio effetto”: danneggiare un altro individuo è lecito se la conseguenza prevista di un atto comporta un bene maggiore; invece danneggiare qualcun altro come mezzo deliberato per un bene maggiore non è lecito. “Imperativo categorico” kantiano: non compiere alcuna azione seconda una massima diversa da quella suscettibile di valere come legge universale. Agisci in modo da considerare l’umanità, sia nella tua persona, sia nella persona di ogni altro, sempre anche come scopo, e mai come semplice mezzo

19 Risposta di Greene et al., 2001
Greene et al. (2001) sostengono che i dilemmi morali personali elicitano risposte emotive negative che portano l’individuo a considerare l’azione come non appropriata. Allo scopo di giudicare un dilemma morale personale come appropriato, il decisore dovrebbe andare oltre la reazione emotiva utilizzando una sorta di “controllo cognitivo” che gli permetterebbe di rispondere in modo utilitaristico, considerando la violazione morale come accettabile se al servizio di un bene maggiore. Il controllo cognitivo permette di trovare una giustificazione all’azione. the cognitive control allows people to overcome their negative emotions and rationalize that it is justifiable to push the stranger off the bridge if this is instrumental to save five people in the moral personal condition, there is a conflict between an utilitarian view of the world arguing that morality must promote the “greater good”, and a deontological perspective based on Kantian categorical imperative – “Act in such a way that you treat humanity, whether in your own person or in the person of any other, always at the same time as an end and never merely as a means to an end” (Kant, 1785) - that argue that certain rights or duties must be respected, regardless of the greater good that might otherwise be achieved.

20 Modello di Greene et al. (2001)
Dilemma Impersonale Ragionamento Giudizio Dilemma Personale Emozione Giudizio

21 Il cervello morale (fonte: Greene et al
Il cervello morale (fonte: Greene et al. 2002; originariamente Adolphs, 2002) 1. medial frontal gyrus (9/10); 2. posterior cingulate, precuneus, retrosplenial cortex (31/7); 3. superior temporal sulcus, inferior parietal lobe (39); 4. orbitofrontal, ventromedial frontal cortex (10/11); 5. temporal pole (38); 6. Amygdala; 7. dorsolateral prefrontal cortex (9/10/46); 8. parietal lobe (7/40)

22 Principio del Doppio Effetto
«Niente impedisce che un atto abbia due effetti, di cui l'uno intenzionale e l'altro involontario. Gli atti morali però ricevono la specie da ciò che è intenzionale, non da ciò che è involontario, essendo questo un elemento accidentale» (Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae, XIII sec, IIa - IIae, q. 64a, 7 co).

23 Principio del Doppio Effetto
Un’azione a duplice effetto è quindi moralmente lecita se: l’azione che causa gli effetti non è in sé cattiva, ma buona o indifferente; i due effetti conseguono contemporaneamente dall’azione, cioè l’effetto buono non si ottiene mediante quello cattivo; l’intenzione che muove la persona è orientata al bene e l’effetto cattivo non è voluto ma solo previsto o permesso; il rapporto tra effetto buono ed effetto cattivo previsto è ragionevolmente proporzionato. Dilemma del Trolley: rispetta tutti i 4 principi su cui si basa il PDE. Dilemma del Footbridge: viola 2, se non 3 principi su cui si basa il PDE.

24 Cosa è stato presentato
Esperimento 1 Cosa è stato presentato 60 dilemmi morali costruiti sulla struttura del PDE. 30 Intenzionali 30 Incidentali 15 con Coinvolgimento 15 senza Coinvolgimento 15 dilemmi filler dove non è prevista la morte di un individuo e la struttura non ricalca quella del PDE.

25 Esperimento 1 STRUMENTALE: la persona che viene sacrificata è intenzionalmente utilizzata come mezzo per salvare un numero maggiore di persone. INCIDENTALE: il sacrificio della persona è una conseguenza prevista, ma non intenzionale, di un’azione volta a salvare un numero maggiore di persone. COINVOLGIMENTO: il sacrificio della persona permette di salvare, oltre alle altre persone, anche se stessi. SENZA COINVOLGIMENTO: la mia vita non è in pericolo e il sacrificio della persona permette di salvare altre persone.

26 Esperimento 1 Cosa si doveva fare leggere attentamente lo scenario,
leggere attentamente l’azione proposta, decidere se fare (SI), oppure non fare (NO) quell’azione (registrazione tempi di risposta), valutare quanto è moralmente accettabile quell’azione indipendentemente dalla decisione di farla o meno (risposta su scala), valutare il grado di spiacevolezza/piacevolezza della decisione in merito alla azione (risposta su scala), valutare il grado di calma/attivazione della decisione in merito all’azione (risposta su scala).

27 Quali erano le nostre ipotesi
Esperimento 1 Quali erano le nostre ipotesi maggior numero di risposte SI nei dilemmi INCIDENTALI (Principio del Doppio Effetto), risposte più veloci nei dilemmi STRUMENTALI, giudizio di maggiore accettabilità morale nei dilemmi INCIDENTALI (Principio del Doppio Effetto), maggior numero di risposte SI nei dilemmi CON COINVOLGIMENTO (istinto di sopravvivenza?), più spiacevole la decisione nei dilemmi CON COINVOLGIMENTO,

28 Esperimento 1 Le previsioni sono state confermate.
In particolare, il Principio del Doppio Effetto sembra essere rilevante nel determinare le diverse scelte morali. Nei dilemmi INCIDENTALI, l’intenzione dell’agente è rivolta verso la minaccia esistente e sono ben chiare le conseguenze dell’azione le quali, se pur spiacevoli, sono previste e non conseguono direttamente dall’intervento. Da qui il maggior numero di risposte SI ai dilemmi di questo tipo. Nei dilemmi STRUMENTALI, l’intenzionalità è rivolta verso la possibile vittima che potrebbe essere utilizzata come mezzo per ottenere un fine. Solo che il fine sembra venire per lo più ignorato in quanto l’utilizzo di una persona come mezzo viene visto come un atto moralmente inaccettabile. - Da qui il maggior numero di risposte NO ai dilemmi di questo tipo.

29 28 Aspettativa Vita Normale 28 Aspettativa Vita Ridotta
Esperimento 2 Cosa vi è stato presentato 56 dilemmi morali costruiti sulla struttura del PDE. 28 Aspettativa Vita Normale 28 Aspettativa Vita Ridotta 14 Incidentali 14 Strumentali 7 con Coinvolgimento 7 senza Coinvolgimento 15 dilemmi filler dove non è prevista la morte di un individuo e la struttura non ricalca quella del PDE.

30 Esperimento 2 ASPETTATIVA DI VITA NORMALE: la persona che viene sacrificata è in salute e non soffre di malattie. ASPETTATIVA DI VITA RIDOTTA: la persona che viene sacrificata è malata e morirà a breve. STRUMENTALE: la persona che viene sacrificata è intenzionalmente utilizzata come mezzo per salvare un numero maggiore di persone. INCIDENTALE: il sacrificio della persona è una conseguenza prevista, ma non intenzionale, di un’azione volta a salvare un numero maggiore di persone. COINVOLGIMENTO: il sacrificio della persona permette di salvare, oltre alle altre persone, anche se stessi. SENZA COINVOLGIMENTO: la mia vita non è in pericolo e il sacrificio della persona permette di salvare altre persone.

31 Quali sono le nostre ipotesi
Esperimento 2 Quali sono le nostre ipotesi per quanto riguarda le variabili TIPO DI DILEMMA (STRUMENTALE o INCIDENTALE), COINVOLGIMENTO (CON o SENZA), ipotizziamo di trovare gli stessi risultati ottenuti nell’Esperimento 1, Ipotizziamo un maggior numero di risposte SI nei dilemmi dove l’ASPETTATIVA DI VITA della persona da sacrificare è RIDOTTA.

32 Grazie per l’attenzione! Buona giornata!


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