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A proposito di …. C URRICOLO L OCALE C URRICOLO L OCALE.

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Presentazione sul tema: "A proposito di …. C URRICOLO L OCALE C URRICOLO L OCALE."— Transcript della presentazione:

1 A proposito di …. C URRICOLO L OCALE C URRICOLO L OCALE

2 Non cè praticamente uomo di scienza e cultura che non riconosca limportanza dellintroduzione nella scuola dello studio del curricolo locale; è praticamente unanime convinzione che per orientarsi nella complessità del mondo attuale, sia fondamentale conoscere e riconoscersi nella propria storia, avere cioè chiara coscienza delle proprie radici socio - culturali ed antropologiche. Anche nel mondo della scuola tale esigenza è fortemente avvertita come, ne danno testimonianza le relazioni prodotte da alcuni insegnanti e di cui se ne dà pubblicazione.

3 CURRICOLO LOCALE, ovvero proprio, specifico di un luogo circoscritto. Subito i termini in questione invitano ad interrogarsi su quali legami esistano tra il modo di essere di ciascuno e la terra in cui si vive, fino a generare una semplice ma quanto mai risoluta domanda: che cosa caratterizza questo luogo e che cosa di esso ci impregna a tal punto da definirlo irrinunciabile per la costruzione dellidentità soggettiva e collettiva? La complessità della realtà, così come si svela agli occhi di tutti, già da sé risponde che ogni luogo, ogni territorio ha una molteplicità di ricchezze di cui è portatore ai soggetti che lo abitano e si pongono nei suoi confronti come individui e come comunità. Ne nasce una relazione composita, per cui il curricolo locale incomincia a delinearsi nella sua dimensione antropologica, come elemento centrale per interpretare il codice di una collettività sociologica, che pone in evidenza le modalità di costruzione e rafforzamento dei legami sociali e pedagogici quali punto di partenza e trama su cui intessere le esperienze educative del bambino/ragazzo. CURRICOLO LOCALE: quasi il riconoscimento dellambivalenza vissuta dal nostro Paese in questi tempi di confronto con visioni del mondo plurali, spesso così distanti da far vacillare le strutturali certezze di una popolazione, richiamando la necessità di definirsi, per non perdersi. E poi la storia stessa, con le sue condizioni mutevoli ad introdurre la necessità che ciascuno apprenda a ri-vedersi e a ri-leggere se stesso, alla luce di quanto, una realtà locale pulsante e in divenire, incide nel suo essere. In questo senso anche il CURRICOLO LOCALE è espressione in divenire del dinamismo dei soggetti che abitano un territorio.

4 CURRICOLO LOCALE: oltre ad essere specifico di un luogo, rivolto dunque anche a specifici soggetti, per lappunto… locali, appartenenti a quel territorio, che sentono come propria casa e nel quale si sentono accolti. Costruire un curricolo locale che tenga conto del benessere delle persone, attiene, quindi, anche alla dimensione dellappartenenza, con tutte le variabili connesse alla profondità del legame che si è stabilito tra la persona e il territorio… La presenza di stranieri, ad esempio, ci interroga su come offrire loro lopportunità di interpretare i codici del gruppo sociale di inserimento, per rendere possibile la partecipazione e la costruzione di legami sociali e, al contempo, invita a continuare a nutrire lidentità di quegli elementi che ne hanno orientato le modalità di procedere, se non vi è scelta diversa del soggetto nel suo percorso di interazione con la nuova realtà Quando il rapporto col territorio è più antico, assolvere al bisogno di consapevolezza della propria identità, significa ritrovare tracce delle proprie radici nellambiente e nelle persone, per aprirsi a nuove e continue definizioni di sé. Il carattere soggettivo del curricolo locale si coniuga con la sua peculiarità collettiva in modo particolare negli aspetti riguardanti la dimensione sociologica, attraverso la costruzione di relazioni significative facilitate da proposte formative, legate allespressività.

5 Oggi più che mai siamo cittadini del mondo; è fondamentale, pertanto, avere unappartenenza altrimenti si rischia di vivere sdoppiati: il corpo vive in un luogo, la mente in un altro, per molti quello di origine. Il ruolo fondamentale dellinsegnante è quello di far nascere il desiderio di appartenere alla comunità dove si vive, suscitando interessi ed emozioni anche attraverso una didattica creativa. Se lindividuo si sentirà parte di quella entità, solo allora sarà pronto a diventare cittadino del mondo.

6 Il curricolo locale deve consistere nelle iniziative, coerenti con gli orientamenti del POF, tendenti ad arricchire i percorsi formativi di ogni alunno e cioè: - compensazione tra discipline per permettere la valorizzazione degli stili e dei ritmi di apprendimento di ciascuno; - valorizzazione delle potenzialità ed eccellenze e contemporaneamente sostegno delle difficoltà e dei disagi; introduzione di nuove discipline legate a problematiche, esigenze, caratteristiche, conoscenza del territorio.

7 Per curricolo locale si può intendere una costruzione graduale dellidentità culturale, storica, artistica, vernacolare, paesaggistica, folcloristica degli alunni attraverso la trasformazione delle normali discipline, per un monte ore concordato, in compiti di realtà legati al territorio. Il contatto diretto con la natura, larte, la storia, la cultura, le attività economiche, la tradizione, il folclore e la partecipazione ai momenti forti della vita del paese, dovranno entrare come riti nel curricolo degli alunni e accompagnarli nella loro crescita verso letà adulta. Nella costruzione di questiriti la scuola dovrà trovare nel territorio supporti adeguati ( associazioni, cooperative, gruppi organizzati, singoli cittadini ) con cui interagire per rendere sempre più efficace la propria azione formativa.

8 Nella pratica didattica la divisione delle attività in curricolo nazionale (comune a tutte le scuole) e curricolo locale darà la possibilità di inserire discipline ed attività proposte dal collegio di ogni circolo. Ciò per favorire uno stretto legame fra la scuola e la società. E, infatti, dallambiente che nasce lo spunto a svolgere attività specifiche. Il curricolo locale dovrebbe quindi avere origine dallintreccio di vissuti: quelli del corpo docente e quelli delle persone che vivono nellambiente circostante. Da una parte, perciò, tutto ciò che i docenti considerano necessario per raggiungere la maturità intellettiva e relazionale del soggetto e dallaltro gli input che scaturiscono dalla realtà in cui il soggetto dovrà vivere e poter lasciare una traccia della sua esistenza. Risulta perciò una miscellanea molto varia e dinamica nel tempo, che si costruisce con lapporto delle esperienze di ognuno.- Non confondere lo studio del territorio esclusivamente con lo studio dei beni culturali sebbene essi siano segni che necessitano di unattenta lettura, costituiscono solo un aspetto dello studio del territorio.

9 Il territorio è il territorio di tutti.Ognuno è responsabile e consapevole. Occorre prendersi cura del territorio; sviluppare il senso dellappartenenza, prendere coscienza di una corretta relazione col territorio; riabitare il territorio; ristabilire larmonia tra noi e il territorio; ripensare al ruolo delluomo nel mondo; dare senso al nostro essere nel mondo con gli altri. La scuola cosa insegna? La scuola è vita o la vita rimane fuori? La conoscenza del mondo solo sui libri cosa può insegnare? Che senso ha? Che emozioni può provocare? E importante costruire coerenze tra conoscenze, comportamenti e valori. Le conoscenze vengono trasmesse separatamente, non cè comunicazione tra loro, cè separazione. Il curricolo territoriale chiama in causa tutte le discipline. E necessario recuperare un sapere interdisciplinare, trasversale, un sapere vissuto in loco dove laspetto estetico, emotivo, danno nuovi significati. Luscita territoriale è importante per conoscere e sapere, ma ciò non basta. Occorre lasciarci travolgere dalle emozioni, dalle sensazioni, dallimmaginario, dallo stupore, dalla poesia che il territorio sa dare. Occorre però saperle cogliere. Cè bisogno di abitare poeticamente il mondo. Guardare con occhi nuovi; lasciarsi coinvolgere dalla bellezza del territorio. Il bambino formulerà pensieri, riflessioni, domande, interrogazioni, conversazioni. Sarà in grado di riconoscere e di vivere con consapevolezza la propria identità individuale e sociale. Linsegnante diventa un ricercatore insieme ai bambini, costruttore di modelli di interpretazione di quel territorio, costruisce cultura. Il desiderio di conoscere: forza misteriosa e seduttiva.

10 Il curricolo deve partire non soltanto dal singolo docente, quanto piuttosto dalla comunità che interagisce in una stessa realtà ambientale. Lobiettivo primario dovrebbe consentire ai bambini, ai ragazzi, un percorso formativo coerente, assicurando la continuità nel processo di strutturazione delle diverse conoscenze e delle competenze. Sarebbe pertanto indispensabile riuscire a costruire un curricolo che orientasse almeno le diverse istituzioni scolastiche che insistono in uno stesso contesto, in modo da assicurare un iter formativo armonico. Ogni bambino rappresenta unidentità univoca e irrepetibile e presenta bisogni diversificati, a seconda anche del contesto nel quale egli è nato, è cresciuto, è inserito, quindi non esistono due individui identici e non ci si può più riferire a un modello unico di intelligenza. Se si intende rispondere alle differenze individuali in modo da assicurare a tutti il successo formativo, è necessario anzitutto prevedere la differenziazione dei curricoli, ovvero la possibilità, per ogni alunno, di poter esplorare i diversi campi di esperienza, i diversi sistemi simbolico-culturali e i diversi alfabeti in tempi e in modi diversificati. Pertanto il curricolo, per essere efficace,ovvero per rispondere ai bisogni formativi di ogni individuo, deve essere anzitutto flessibile, personalizzabile, contestualizzato, ridefinibile sulla base dei cambiamenti che intervengono proprio a seguito dello sviluppo del bambino e dellevoluzione delle sue conoscenze e delle sue competenze. In questa progettualità ogni insegnante dovrebbe saper accogliere il cambiamento. Anzitutto il proprio. Poi quello delle richieste provenienti dalla società complessa che esige di saper leggere anche la diversificazione delle forme di rappresentazione della realtà e della costruzione dei percorsi conoscitivi. Poi quello dei bambini che, acquisendo nuovi comportamenti cognitivi, affettivi e relazionali, cambiano anchessi costantemente.

11 Riflessioni E dunque lambiente in tutte le sue dimensioni il motore primo di uno studio impostato sul curricolo locale: la storia, la gente, le vicende, le cose, la lingua e quantaltro si voglia, possono diventare la fonte inesauribile di un insegnamento fondato sulla concretezza e che attraverso il metodo della ricerca può suscitare quelle emozioni positive affinché lapprendimento sia efficace, perché, è bene ribadirlo, non è tanto il COSA si studia, ma il COME si studia. Apparentemente nulla di nuovo sotto il sole, da sempre lambiente è il punto di partenza di ogni di ogni bravo insegnante, da sempre è conosciuta la massima che dice partire dal vicino per andare lontano, da sempre, infine, riviste scolastiche, guide didattiche e prassi abituale suggeriscono unità didattiche più o meno strutturate su tematiche locali. Perché allora oggi se ne ripropone con forza lo studio e in tanti sono pronti a ribadirne limportanza? Se analizziamo attentamente la questione, appare abbastanza evidente come lo studio e la conoscenza delle tematiche locali non possano essere di per sé sufficienti a stabilire relazioni forti con quellambiente, potrei,infatti, conoscere perfettamente la storia e le caratteristiche di popoli presenti o passati senza però per questo avere alcun legame con loro, sarebbe in sostanza una nozione in più da aggiungere a tante altre. Occorre, allora, chiederci a cosa deve mirare un curricolo locale, qual è, in sostanza, lobiettivo da raggiungere o, quantomeno, a cui tendere. Già alcuni insegnanti lo hanno rilevato nei loro interventi: l APPARTENENZA il sentirsi cioè parte di una comunità ben definita e cementata da solidi vincoli sociali che determinino fra i diversi soggetti un comune sentire che li spinga a cercare insieme una più alta qualità della vita per sé e per gli altri.

12 Privo di un gruppo di riferimento e di relazioni interpersonali, lindividuo si trova a transitare da straniero nella realtà del mondo, alieno a sé e agli altri, senza storia, senza tradizioni e con lincertezza del futuro. Più che mai dunque si pone lesigenza di definire uneducazione che si ponga lobiettivo dellappartenenza e che non sia solo un problema di conoscenza, lo dice il fatto che se deve concretizzarsi nello studio della realtà ambientale esso dovrebbe risolversi praticamente per intero entro il ciclo della scuola dellobbligo perché poi alle Superiori si mischiano ragazzi di diversa provenienza e dalla diversa connotazione locale. Che dire poi degli alunni stranieri sempre più frequenti in questi tempi, dovranno restare ai margini o possono entrare nella comunità a pieno titolo anche senza conoscere la storia e il vernacolo del luogo in cui son venuti a vivere? Appare dunque scontato come lo studio da solo non basti a creare lappartenenza, occorre soprattutto una prassi di vita che possa in ogni momento, a prescinder dal luogo e dal tempo, educare luomo a costruire i propri vincoli sociali. Ci sono tantissime persone che senza alcun titolo di studio e senza studi specifici della realtà locale, si pongono in forte relazione con lambiente in cui vivono e si adoperano con passione e convinzione nel tentativo di renderlo sempre più accogliente e funzionale. Cè a tal proposito unesperienza che vale la pena di raccontare.

13 Molti anni fa un gruppo assai eterogeneo di persone di varia cultura, ceto e provenienza si trovarono insieme in un fatiscente edificio di montagna a trascorrere un periodo di vacanza. Servizi inadeguati e totale assenza di personale a disposizione, necessità quindi di provvedere da sé soli ad ogni più elementare bisogno, eppure da allora e fino ad oggi tra i membri di quel gruppo sono ancora forti i legami e le relazioni, che desta sempre grande piacere il ritrovarsi e il ricordare quella lontana esperienza. Ciò che ha reso possibile tale rapporto è stata la nascita di un sentimento che ha determinato la consapevolezza che il benessere individuale non poteva prescindere da quello collettivo e che lo star bene del gruppo era il presupposto necessario per il bene individuale se si voleva realizzare lobiettivo da tutti condiviso: trascorrere, cioè, una bella vacanza. Ecco, dunque, il grande fine che deve porsi la scuola nel momento in cui si pone il problema del curricolo locale: la formazione del GRUPPO, favorire, cioè, tra i membri di una stessa realtà, comè ad esempio quella della classe, il costituirsi di vincoli sociali che spingono ciascuno a dare il meglio di sé nellinteresse della piccola collettività, stretti attorno ad un comune grande obiettivo, pur se da nessun componente dichiarato: vivere bene lesperienza scolastica. Come ad ogni altra forma di educazione che miri allacquisizione di determinati comportamenti, anche labituarsi a vivere nella dimensione di gruppo non può che avere un carattere permanente. La prima esperienza di vita di gruppo la si dovrebbe realizzare in famiglia, purtroppo la condizione è dobbligo stante la realtà abituale, e dovrebbe rappresentare la forza propulsiva per ogni altro ulteriore sviluppo che, parallelamente alla crescita dellindividuo, si rafforzerà nella scuola e poi nei vari gruppi sportivi, religiosi, culturali, ricreativi,e così per tutta la vita, perché le occasioni in cui ci si troverà ad interagire con gli altri sono praticamente infinite.

14 Lindividuo educato a vivere in gruppo è colui che saprà sempre assumersi le proprie responsabilità, collaborare per il raggiungimento di obiettivi sempre più alti, impegnarsi a portare il proprio contributo per migliorare la realtà in cui vive, da quella più vicina a quella più lontana, che è, in definitiva, il mondo stesso. La questione dunque non è tanto definire delle unità didattiche, ma di individuare le modalità e i contenuti affinché i bambini possano vivere una forte esperienza di gruppo allinterno della propria classe. La ricerca appare subito estremamente complessa ed investe i vari aspetti della personalità e del vissuto del bambino: laffettività, lautonomia, lemotività, limpulsività, i rapporti familiari, sociali, ecc. …, ma mette in gioco anche gli atteggiamenti dellinsegnante, la sua prassi didattica, il suo credo pedagogico. Una problematica dunque assai complessa e delicata che merita ulteriore riflessione e approfondimento, tuttavia, per concludere, vi è un principio che si può senzaltro ribadire con forza: IL GRUPPO SI CIMENTA NELLOPERATIVITA. E il fare insieme che crea vincoli, e quanto più appassionante e condivisa è stata lesperienza compiuta, tanto più essa incide nellanimo dei componenti del gruppo. La soddisfazione del lavoro compiuto ripaga ampiamente lo sforzo profuso, induce a proporsi ulteriori obiettivi e genera lorgoglio e il piacere di APPARTENERE a quel determinato gruppo. Ritornano così concetti in altre occasioni espressi, la necessità di attuare una scuola attiva, che si ponga domande e che ne ricerchi le risposte, che avvinca i fanciulli e li guidi lungo le vie della scoperta, che, in sostanza, crei la propria conoscenza e cultura, sono queste le bandiere dietro le quali si muove un gruppo.


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