La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

L’unità della messinscena Sappi fin dall’inizio che la grande, irresistibile impressione prodotta mediante la scena e il movimento delle figure è senza.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "L’unità della messinscena Sappi fin dall’inizio che la grande, irresistibile impressione prodotta mediante la scena e il movimento delle figure è senza."— Transcript della presentazione:

1 L’unità della messinscena Sappi fin dall’inizio che la grande, irresistibile impressione prodotta mediante la scena e il movimento delle figure è senza dubbio il mezzo più valido a tua disposizione. Se dunque ammettiamo che il testo scritto abbia ancora valore, il nostro fine non è di annullarlo, ma di esaltarlo. Perciò sarà mediante il vasto effetto d’insieme, offerto alla vista dello spettatore, che aggiungeremo valore a ciò che è già valido per opera del grande poeta. Innanzitutto c’è la scena. È inutile parlare della distrazione costituita dalla scenografia, perché qui non si tratta di costruire uno scenario che distragga, ma di creare un ambiente che armonizzi coi pensieri del poeta.

2 Ritratto

3 Craig con la madre Ellen Terry in The Dear Heart

4 Contro il naturalismo e il “naturale” Questa tendenza al naturalismo non ha niente a che fare con l’arte, ed è altrettanto abominevole nell’arte, quanto lo è l’artificialità nella vita quotidiana. Dobbiamo finalmente capire che le due cose sono distinte, e bisogna usarle ciascuna a suo luogo; non possiamo certo pretendere di sbarazzarci in un momento di questa tendenza al “naturale” di questa aspirazione alle scene “naturali” e alle voci “naturali”; ma possiamo combatterla efficacemente studiando le altre arti. Perciò dobbiamo abbandonare l’idea che esistono azioni naturali o innaturali, e suddividere invece le azioni in necessarie e inutili. Se un’azione è necessaria a un certo punto, si può dire che in quel momento è l’azione naturale, e se per “naturale” si intende questo, tutto va bene. In quanto è giusta, in tanto è naturale

5 Acis e Galatea

6 Bozzetto per The Vikings di Ibsen

7 The Art of the Theatre

8 A Living Theatre

9 Musica, pittura e letteratura non sono il Teatro Lasciatevi dire ancora una volta che non soltanto il lavoro dello scrittore è inutile a teatro. Anche il lavoro del musicista lo è, ed anche quello del pittore. Tutti e tre sono completamente inutili. Che essi rientrino nelle loro riserve, nei loro regni, e lascino agli Artisti del Teatro il possesso dei loro domini! Solo quando questi ultimi saranno di nuovo riuniti, sorgerà un’arte così alta, e così universalmente amata, che - lo profetizzo - si scoprirà in essa una nuova religione. Una religione senza prediche, fatta di rivelazioni. Non ci mostrerà le immagini definite che lo scultore e il pittore ci offrono. Essa svelerà al nostri occhi i pensieri, silenziosamente - per mezzo dei movimenti - in un susseguirsi di visioni.

10 Craig e Isadora Duncan

11 Craig fotografato da I. Duncan

12 Teatro è vedere Potrei dire che tutte e venti sono venute per vedere, poiché le prime cinque della nostra lista, quelle venute per ascoltare Shakespeare, ammettono, più o meno esplicitamente, che desideravano vederlo rappresentato; altrimenti, come tanti, se lo sarebbero letto in silenzio, a casa loro, ascoltando solo con le orecchie della mente, e integrando la lettura con tutti i meravigliosi e straordinari dettagli dalla mente immaginati; oppure avrebbero optato, come altri, per una lettura collettiva nelle società shakespeariane. Possiamo dire quindi con sicurezza che tutti desideravano vedere il lavoro. E questo desiderio è il più vivo della natura umana. Solo quando vede, l’uomo crede profondamente

13 Bozzetto per Macbeth

14 Craig all’Arena Goldoni con uno dei suoi modelli di scena

15 Uno dei modelli di scena

16 Gli screens di Craig http://www.kent.ac.uk/sdfva/kidds/screens.html

17 Ricostruzione 1

18 Ricostruzione 2

19 Ricostruzione 3

20 Ricostruzione 4

21 Bozzetto per Hamlet (1909)

22 Bozzetto per Hamlet

23 Messinscena di Hamlet a Mosca in collaborazione con Stanislavskij

24 Atto I,2 di Hamlet

25 L’attore e la scena

26 Farla finita con l’attore per salvare il teatro Quelli che non la pensano come me su tutta questa faccenda sono coloro che adorano, ammirano, rispettosamente, le personalità della Scena. Essi non tollerano la mia affermazione che la Scena debba essere ripulita di tutti i suoi attori ed attrici, prima di poter tornare a vivere di nuovo. Fatela finita con l’albero reale sulla scena, fatela finita con la realtà della dizione, con la realtà dell’azione, e arriverete a farla finita con l’attore. Fatela finita con l’attore, e i mezzi con i quali si attua e fiorisce un degradante realismo scenico avranno cessato di esistere. Non dovrebbe più esserci una figura viva atta solo a confonderci, facendo tutt’uno di “quotidiano” e arte; non una figura viva nella quale siano percettibili le debolezze ed i tremiti della carne.

27 Scena

28 Scena 11

29 Il primato del Movimento Mi piace ricordare che ogni cosa scaturisce dal Movimento, anche la Musica; mi piace pensare che sarà nostro supremo onore essere i ministri della forza suprema - il Movimento. Perché tu vedi il rapporto che c’è tra il teatro (anche il teatro d’oggi, povero, smarrito, desolato) e questo compito. I teatri d’ogni terra, oriente ed occidente, si sono evoluti (anche se il loro sviluppo è degenere) dal movimento, il movimento della forma umana.

30 Scena 22

31 Scena 33

32 Dalla recitazione al simbolo Ma vedo uno spiraglio attraverso il quale gli attori potranno evadere in tempo dal servaggio in cui si trovano. Essi devono creare per se stessi una nuova forma di recitazione, consistente essenzialmente in gesti simbolici. Oggi essi impersonano e interpretano; domani dovranno rappresentare e interpretare; e dopodomani dovranno creare. In questo modo potrà aversi nuovamente uno stile. Oggi l’attore impersona. Egli grida al pubblico: “State attenti; ora fingo di essere così e così, ed ora simulo questa e quest’altra azione” e poi si mette a imitare quanto più esattamente possibile quello che ha annunziato che indicherà. Supponiamo ad esempio che sia Romeo. Dice al pubblico che è innamorato, quindi prende a mostrarlo, baciando Giulietta. Questa, si afferma, è un’opera d’arte: si pretende che tutto ciò sia un modo intelligente di suggerire un pensiero. Ma perché, perché?

33 Scena 44

34 Scena 55

35 Recitare non è un’arte Recitare non è un’arte; è quindi inesatto parlare dell’attore come di un artista. Perché tutto ciò che è accidentale è nemico dell’artista, l’arte è in antitesi assoluta con il caos, e il caos è creato dall’accozzaglia di molti fatti accidentali. All’arte si giunge unicamente di proposito. Quindi è chiaro che per produrre un’opera d’arte qualsiasi, possiamo lavorare soltanto con quei materiali che siamo in grado di controllare. L’uomo non è uno di questi materiali. Tutta la natura umana tende verso la libertà, perciò l’uomo reca nella sua stessa persona la prova che, come materiale per il teatro, egli è inutilizzabile. Nel teatro moderno, poiché ci si serve come materiale del corpo di uomini e donne, tutto quel che si rappresenta è di natura accidentale: le azioni fisiche dell’attore, l’espressione del suo volto, il suono della voce, tutto è in balia dei venti delle sue emozioni, e se è vero che questi venti spirano in continuazione attorno all’artista eccitandolo, non ne turbano mai l’equilibrio.

36 Scena 66

37 L’arte è impersonale A me sembra che l’uomo faccia un qualcosa di più consono alla sua condizione umana quando inventa uno strumento al di fuori della sua persona, e attraverso questo strumento comunica il suo messaggio. Io non credo assolutamente nella magia personale dell’uomo, credo soltanto nella sua magia impersonale. Credo che non dovremo mai dimenticare che apparteniamo al periodo che viene dopo, non prima della Caduta.

38 Verso la Supermarionetta Chissà che i burattini non diventino una volta ancora il fedele mezzo d’espressione dei pensieri dell’artista. È proibito forse sperare che il futuro ci riporterà ancora l’immagine o creatura simbolica, anch’essa costruita dalla destrezza dell’artista, consentendoci di riconquistare quella “nobile artificialità”, di cui parla l’antico scrittore? Allora non subiremo più la crudele influenza delle sentimentali confessioni di debolezza, alle quali la gente assiste ogni sera, e che inducono negli spettatori stessi la debolezza che mettono in mostra. Per questo dobbiamo cercare di ricostruire quelle immagini - e non accontentarci più del burattino: dobbiamo creare la Supermarionetta. La Supermarionetta non competerà con la vita - ma piuttosto andrà oltre. Il suo ideale non sarà la carne e il sangue ma piuttosto il corpo in catalessi: aspirerà a vestire di una bellezza simile alla morte, pur emanando uno spirito di vita.

39 Supermarionetta: il ritorno dell’immagine Io prego assiduamente per il ritorno dell’immagine - la Supermarionetta - nel teatro; e quando essa tornerà, non appena essa verrà veduta, sarà amata a tal segno, che ancora una volta sarà possibile ai popoli ritrovare nelle cerimonie l’antica gioia - ancora una volta la Creazione sarà celebrata - sarà tributato omaggio all’esistenza - e sarà fatta divina e felice intercessione alla Morte.

40 Oltre il volto L’unico mezzo adatto a rappresentare l’espressione dell’anima mediante l’espressione del volto è la maschera.


Scaricare ppt "L’unità della messinscena Sappi fin dall’inizio che la grande, irresistibile impressione prodotta mediante la scena e il movimento delle figure è senza."

Presentazioni simili


Annunci Google