I misteri orfici e la scuola pitagorica.  La dottrina dell’anima di Pitagora è ispirata alla religione misterica orfica (Orfismo)  Per approfondire.

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Transcript della presentazione:

I misteri orfici e la scuola pitagorica

 La dottrina dell’anima di Pitagora è ispirata alla religione misterica orfica (Orfismo)  Per approfondire la dottrina pitagorica occorre: › Conoscere l’Orfismo › Capire l’importanza sociale e culturale dell’Orfismo › Ricostruire le origini dell’Orfismo

 I misteri orfici prendono il nome da Orfeo, poeta realmente esistito che nel mito è rappresentato come › Poeta e musicista capace di incantare gli animali e soggiogare la natura col suo canto › Cultore del potere della parola e inventore della retorica (secondo Platone)  Orfeo fu forse figlio di Apollo e della Musa Calliope e nacque in Tracia

 La Tracia rappresentava un’origine misteriosa che collegava Orfeo allo sciamanesimo:  Erodoto testimonia dell’opera degli sciamani traci che › Mettevano in rapporto il mondo dei vivi con quello dei morti › Avevano poteri magici › Con la musica producevano negli ascoltatori uno stato di trance

 Oltre che “figlio” di Apollo, › archetipo dell’artista e del sapiente che domina la natura con la razionalità  Orfeo è sacerdote del culto di Dioniso, › dio dell’impulso irrazionale, › dell’emozione, › della simpatia immediata con la natura, › della conoscenza intuitiva

 La simbologia di Apollo è legata: › Alla medicina › Alla musica › Alle arti (a lui facevano capo le Muse) › Alla profezia (l’oracolo di Delfi, a lui dedicato, tramite la sacerdotessa Pizia rivelava il futuro agli umani) › Al sole, alla luce, alla solarità, alla limpida conoscenza della realtà, alla razionalità

 Dioniso sarebbe la reincarnazione di Zagreo  Zagreo: › Era figlio di Zeus e Persefone, dea del mondo ultraterreno e sotterraneo › Era una divinità ctonia, cioè simboleggiava la terra › Destinato da Zeus a regnare su tutto l’universo, fu ucciso per invidia dai Titani › Ma il suo cuore, salvato da Atena, fu inghiottito da Zeus che lo fece rivivere in Dioniso

 La simbologia di Zagreo è legata alla sua morte e rinascita e indica › il ciclico alternarsi delle stagioni, › lo sfiorire della vita in inverno e il rifiorire in primavera  Dioniso come reincarnazione di Zagreo è associato alla fertilità (simboleggiata dalla dea Demetra, la Madre Terra, che è forse sua madre)

 Il mito di Zagreo/Dioniso ha molte analogie e probabili legami con › la religione egizia di Osiride e con › quella babilonese di Tammuz  Dioniso è il dio più popolare e il più estraneo alla struttura aristocratica dell’Olimpo della tradizione greca  È il più umano e terreno degli dèi, › legato alla terra e › all’emotività carnale e passionale

 Tra i rituali dionisiaci grande importanza aveva l’orgia: › una cerimonia rituale in cui si attuava una momentanea sospensione delle norme sociali › e simboleggiava la liberazione e l’espressione delle energie occulte, che si agitano nei recessi dell’anima (G. La Porta)

 Apollo è il simbolo › della conoscenza razionale, › dell’arte, › della poesia e › della misura “soggettiva” (arte e poesia come forma, armonia ed equilibrio)

 Dioniso è il simbolo › della conoscenza intuitiva, › della creatività, › del genio “folle”, › dell’estasi erotica e › del mistero della natura e della divinità, conoscibili soltanto  con la perdita della soggettività e  la fusione mistico - estatica con il tutto (estasi e misticismo  ulteriori approfondimenti)

 Torniamo al mito di Orfeo e vediamo la sua tragica storia d’amore con la ninfa Euridice: › Ella morì per il morso di un serpente › Orfeo discese negli inferi per cercarla › Incantò Caronte e Cerbero con la sua musica › Persefone, commossa, tramite il dio Ade, gli concesse di riavere Euridice

› Ma Orfeo avrebbe dovuto precedere Euridice senza mai voltarsi › Il poeta però, timoroso che la sua sposa non lo seguisse, si voltò e così la perse per sempre  O forse si voltò perché Euridice lo chiamava non sapendo della condizione posta da Ade › Tornato sulla terra, Orfeo rinunciò al culto di Dioniso e rifiutò l’amore eterosessuale per sempre, anche per fedeltà alla sua sposa

 Per questa sua rinuncia, le Menadi (o Baccanti), sacerdotesse di Dioniso, infuriate, lo uccisero sbranandolo  Ma la sua testa fu salvata dalle Ninfe e affidata alle Muse  Trasportata e sepolta a Lesbo vi risuona eternamente e la sua arte è immortale

 Una versione recente e “moderna” del mito è stata creata dal grande scrittore italiano contemporaneo Dino Buzzati con il suo Poema a Fumetti (1969)

 Orfeo ha osato vedere l’invisibile (Ade)  Ha avuto accesso ai segreti più profondi visitando il regno dei morti  È divenuto il simbolo dell’iniziazione spirituale e della conoscenza dei misteri, cioè delle realtà inaccessibili a chi non percorre un itinerario di purificazione  A lui si ispirano i misteri orfici

 I fondamenti dell’Orfismo: › L’anima o psyché è un daimon, cioè una realtà semi-divina ed immortale › A causa di un originario peccato d’orgoglio l’anima viene sepolta in un corpo (soma = custodia) › La morte perciò è vista come possibilità di liberazione dai limiti della corporeità › Ma l’anima legata al corpo non è pura e dopo la morte deve scontare una pena

› L’anima trasmigra allora in un nuovo corpo (metempsicosi o, meglio, metemsomatosi) umano, animale o vegetale, in base alla gravità delle colpe accumulate nella vita precedente (cfr. M. Vegetti) › Ne deriva la necessità di condurre una vita di purificazione, per ricongiungersi alla dimensione divina attraverso la conoscenza e l’estasi mistica:  All’orgia dionisiaca, al vino e alla carne  gli adepti dell’Orfismo sostituiscono una dieta vegetariana e danze e canti rituali, in forma di inni

 Orfeo, tornato dall’Ade, abbandona il culto di Dioniso e si volge ad Apollo  Nell’Orfismo si delineano due aspetti: › Le pratiche dionisiache di iniziazione conducono all’estasi mistica, al ricongiungimento con il divino  L’estasi (= uscire da sé, perdere l’individualità) è un “sovrappiù di conoscenza” (G. Colli) › Le pratiche poetiche e retoriche apollinee preparano alla sapienza divinatoria dell’oracolo  La divinazione è conoscenza del destino futuro, del fato (caso e necessità insieme) che governa gli eventi

 Nell’Orfismo si congiungono: › Dioniso, dio e simbolo della “visione” mistica (di ciò che è misterioso) › Apollo, dio e simbolo della conoscenza razionale  Misticismo e razionalità non si oppongono ma appaiono come aspetti strettamente collegati › Lo stesso dilaniamento di Orfeo è simbolo della sua duplicità interiore, della sua anima posseduta dai due dèi (cfr. G. Colli)

 All’Orfismo, sintesi di apollineo e dianosiaco, sono legati › Sia il culto di Apollo nel santuario di Delfi, dove si trovava l’oracolo che concedeva agli uomini la conoscenza del destino futuro › Sia i Misteri dionisiaci di Eleusi (nel santuario di Demetra, la Madre-Terra, madre di Persefone - a sua volta madre di Dioniso -, sposa del dio dell’oltretomba), feste della conoscenza e della “visione” mistica

Il tempio di Apollo a Delfi, sulle pendici del monte Parnaso, l’«ombelico» del mondo greco, dove aveva sede il più importante oracolo. Sul suo frontone era iscritto il motto “Conosci te stesso” divenuto centrale nella filosofia di Socrate

Demetra, dea del grano e dell’agricoltura, costante nutrice della gioventù e della terra verde, artefice del ciclo delle stagioni, della vita e della morte, protettrice del matrimonio e delle leggi sacre.

 Le fonti primarie dell’Orfismo sono: › Gli Inni orfici (cfr. G. Ricciardelli) › Le lamine d'oro, datate fra il IV e il II secolo a. C., rinvenute a partire dagli Anni '60 in vari sepolcri di Magna Grecia, Creta e Tessaglia  Esse recano le “istruzioni destinate a guidare nel suo itinerario oltremondano l'anima che è stata debitamente iniziata a una dottrina misterica”

 "Affine a questa dottrina pitagorica appare quella che, › nel medesimo tempo in cui si svolgeva in Magna Grecia il magistero di Pitagora, › si esprimeva in India nella predicazione del Buddha:  anche questa indicava nella tensione intellettuale verso il Nirvana la liberazione dal reiterarsi delle esistenze prodotto dal trsna, le sete di vivere” (G. Pugliese Carratelli).

 Anche per Pitagora e i suoi seguaci l’anima ha natura cosmica e divina  Il dualismo anima/corpo › Fu ricondotto nell’alveo del dualismo tra limite e illimitato, tra ordine e caos › Diede origine, nella comunità scientifica, religiosa e politica, fondata da Pitagora a Crotone, ad un principio morale e ad una norma di vita comunitaria.

 Tali regole di vita precise e rigorose erano proprie degli iniziati ai misteri, ai puri dediti a pratiche ascetiche, connesse con la ricerca scientifica e l’astrazione intellettuale [le basi del quadrivio medioevale  Sezione 2, Unità 2, Capitolo 1, Paragrafo 3] › Aritmetica › Geometria › Astronomia › Musica

 Lo scopo è quello di purificare l'anima dai suoi contatti con la corporeità per ricondurla alla sua condizione divina durante la stessa vita terrena  L’anima immortale va sottratta al ciclo delle trasmigrazioni e innalzata alla dimensione del divino › [per la dimostrazione logica che diedero i pitagorici dell’immortalità dell’anima  Sezione 1, Unità 1, Capitolo 4, Paragrafo 2]

 Religione, filosofia e scienza non sono separabili  ma costituiscono un solo insieme di › principi e di pratiche di perfezionamento individuale e sociale, › rituali di purificazione (catarsi) dell’anima dal corpo

 Il principio fondamentale è che › l'ordine cosmico va trasferito › nella vita individuale e collettiva degli uomini  C'era › un ordine degli astri, › un ordine delle stagioni, › un ordine della natura, › mentre nella vita degli uomini regnava un grande disordine

 Riflettendo su questo conflitto (cosmo-natura vs società), › una tradizione di tipo religioso, come quella di Delfi, › e riflessioni più propriamente morali, filosofiche e politiche,  si incontrarono.

 Il sacerdozio delfico tendeva a diffondere una sapienza dell'ordine: motti come › “nulla di troppo” e › “conosci te stesso”  invitavano gli uomini a rispettare l’ordine cosmico e divino  Perciò i pitagorici tentarono di realizzare un programma di riforma morale e politica della vita sociale (cfr. M. Vegetti)

 Nella scuola pitagorica, misticismo e razionalità trovano una sintesi ulteriore, potenziando quella orfica. › Gli acusmatici, (gli allievi ascoltatori, giunti al primo grado di iniziazione) erano “spirituali puri” e incarnarono le tendenze religiose della comunità › Ai matematici (gli allievi giunti al più alto grado di iniziazione, “coloro che imparavano”) fu affidato lo sviluppo dei presupposti scientifici della scuola

 Lo stesso Pitagora riuniva in sé gli attributi della conoscenza razionale, scientifica, matematica e di quella mistico-estatica, magica, teologica  Pitagora fu venerato come un dio e chiamato a Crotone Apollo Iperboreo › Il riferimento ad apollo Iperboreo fa risalire il culto del Dio agli sciamani del Nord Europa, alle loro capacità profetiche e magiche (G. Colli)

 L’Orfismo era già diffuso nella Magna Grecia quando vi giunse Pitagora  Formazione pitagorica ebbe Parmenide, che accolse e sublimò filosoficamente la dottrina della “divinità” dell’anima (  ulteriori approfondimenti)  Anche Empedocle ebbe formazione pitagorica ed accolse la dottrina della metempsicosi (  ulteriori approfondimenti)

 Il più importante seguace del pitagorismo fu Platone che accolse ed elaborò in una grande sintesi anche il pensiero di Parmenide ed Empedocle (e non solo)  Sulla dottrina della metempsicosi fondò una nuova gnoseologia, una nuova ontologia metafisica ed una visionaria escatologia filosofica, con il «mito di Er» (  Unità didattica 3)

LE ORIGINI DELLA DOTTRINA PITAGORICA APOLLO (CONOSCENZA)  DIONISO (ESTASI)  ORACOLO DI DELFI  MISTERI DI ELEUSI  ORFEO  ORFISMO  PITAGORA

 G. Colli, La nascita della filosofia, Adelphi, Milano, 1975  G. Colli, La sapienza greca 1, Adelphi, Milano, 1977  G. La Porta, Dizionario dell’inconscio e della magia, Sperling e Kupfer, Milano, 2008  G. Pugliese Carratelli, Le Lamine d’oro orfiche, Adelphi, Milano, 2001  G. Ricciardelli, Inni Orfici, Mondadori, Milano, 2000  M. Vegetti, L’etica in Platone e Aristotele, Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche,

 Le immagini nell’ordine sono:  Raffaello Sanzio, Pitagora, particolare de La Scuola di Atene, Stanza della Segnatura, Musei Vaticani, Roma  Orfeo e gli animali, Mosaico romano di età imperiale, Palermo, Museo archeologico.  Apollo in un mosaico romano del II secolo, cinto da un'aureola rappresentante il sole.  Statua di Dioniso del II secolo, esposta al Louvre  Scene orgiastiche da una kylix Attica a figure nere, ca. 575 a.C., Louvre (Inv. E 742)  "Paesaggio con Orfeo e Euridice", Nicolas Poussin,  La testa di Orfeo, dipinto di Gustave MoreauCopertina di Poema a fumetti di Dino Buzzati (1969)  Demetra Copia marmorea romana di un originale greco della scuola di Fidia - Museo Pio-Clementino  Sito archeologico di Delfi, Tempio di Apollo, Patrimonio dell’umanità UNESCO

Questa presentazione è un Approfondimento di Percorsi della filosofia di Angelo Conforti E-book di testo per i Licei Volume 1 - Filosofia antica e medioevale (a cui contiene riferimenti) Garamond didattica digitale