Rischio biologico nella scuola

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Rischio biologico nella scuola Maria Novella Fioretto -RSPP- Istituto Comprensivo Forno di Zoldo 15 Marzo 2014 Longarone 22 Marzo 2014

Proveniente da : Infezioni (da considerare) Allergie (come nella popolazione generale) Intossicazioni (idem)

Rischio infettivo Per il tipo di microrganismi presenti nelle comunità scolastiche, il rischio infettivo non è particolarmente significativo se non nel caso di presenza di soggetti immunodepressi o lavoratrici madri, ed è fondamentalmente analogo a quello di tutte le attività svolte in ambienti promiscui e densamente occupati.

Per gli insegnanti della scuola primaria, il rischio è legato soprattutto alla presenza di allievi affetti da malattie tipiche dell’infanzia, quali rosolia, varicella, morbillo, parotite, scarlattina, che possono coinvolgere persone sprovviste di memoria immunitaria per queste malattie.

Va anche considerata la comparsa sporadica di malattie infettive quali TBC e mononucleosi infettiva o parassitosi come la scabbia e, più frequentemente, la pediculosi, per le quali di volta in volta i Servizi di Igiene e Sanità Pubblica forniranno le indicazioni per le procedure del caso.

Non è infrequente la diffusione di epidemie stagionali quali il raffreddore e soprattutto l’influenza per la quale il Ministero della Salute con la Circolare n.1 del 2/8/04, indica ai fini dell’interruzione della catena di trasmissione, l’opportunità di vaccinazione per gli insegnanti in quanto soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo.

Per nido e infanzia (nelle feci e nelle urine): enterococchi, citomegalovirus, virus epatite A, rotavirus, parassiti, ecc… quindi al cambio sempre uso di guanti

Misure di prevenzione Anche se nell’attività scolastica il rischio biologico è poco rilevante, è comunque presente ed è quindi necessario intervenire, sia con misure generali di prevenzione, sia con misure specifiche e, in alcuni casi, con l’uso di dispositivi di protezione individuale.

Le misure ambientali di ordine generale sono:  idonea ventilazione e adeguati ricambi d’aria pulizia degli ambienti (pavimenti puliti e periodicamente disinfettati; banchi, sedie, arredi spolverati e puliti da polvere, acari e pollini che possono causare irritazioni all’apparato respiratorio o reazioni allergiche)

sanificazione periodica nei casi in cui se ne ravvisi l’opportunità (presenza di topi, scarafaggi, formiche, vespe, ecc.) controllo costante degli ambienti esterni (cortili, parchi gioco) per evitare la presenza di vetri, oggetti contundenti, taglienti o acuminati che possono essere veicolo di spore tetaniche (rischio tetano ridimensionato dall’introduzione della vaccinazione obbligatoria per tutti i nati dal 1963).

Si deve porre attenzione al momento dell’assistenza di primo soccorso, che deve essere prestata utilizzando sempre guanti monouso (in lattice o vinile). Per i collaboratori scolastici, la pulizia e la disinfezione dei bagni deve avvenire sempre con l’uso di guanti in gomma e camici per prevenire il rischio da infezione da salmonelle o virus epatite A.

Gestione dei casi di epidemie di malattie infettive Lo sviluppo di epidemie infettive nella scuola è favorita dal fatto che si tratta di una comunità scolastica relativamente chiusa. E’ opportuno che il dirigente scolastico disponga di procedure organizzative che regolino i rapporti con l’ASL in corso di indagine epidemiologica e di profilassi dei contatti. I soggetti che possono coadiuvare il dirigente scolastico in questo situazioni sono, oltre al RSPP, il coordinatore del PS e eventualmente il medico competente, se presente.

Una fase particolarmente delicata in caso di epidemia nella scuola è quella della informazione al personale e all’utenza (allievi e loro famiglie), per cui diventa fondamentale instaurare una fattiva collaborazione con i servizi di Igiene e Sanità Pubblica delle ASL per condividere la modalità di comunicazione.