SECONDA TAPPA: SIRACUSA
Il Parco archeologico della Neapolis è un'area naturale colma di reperti archeologici appartenenti a più epoche della storia siracusana.
Il parco è stato realizzato dalla Soprintendenza della Sicilia Orientale con i fondi economici della Cassa per il mezzogiorno tra il 1952 e il 1955. Oltre ai resti archeologici, ha protetto i numerosi alberi e dunque la delicata flora della zona che insieme alle architetture compongono l'area verde urbana più vasta di Siracusa.
La grotta del Ninfeo è una cavità artificiale scavata nella roccia del colle Temenite (dal greco Temenos ovvero "recinto sacro") Si trova presso il Parco archeologico della Neapolis di Siracusa.
Al suo ingresso erano poste delle statue dedicate alle Muse, tre delle quali (datate II secolo a.C.[1]) sono pervenute ai nostri giorni ed esposte al Museo archeologico regionale Paolo Orsi. La fontana si ispira al culto greco delle ninfe, divinità della natura. Da esse deriva il nome di Ninfeo, ovvero di fontana monumentale adornata di elementi decorativi. Il Ninfeo siracusano si pensa fosse l'antica sede del Mouseion (il santuario delle muse), sede della Corporazione degli artisti, dove gli attori siracusani si riunivano prima di scendere nel teatro per recitare le loro commedie o tragedie al tempo di Epicarmo e di Eschilo.
Ad est della Grotta del Ninfeo è visibile l'ultimo mulino ad acqua di epoca spagnola giunto fino ai nostri giorni. Esso riceveva l'acqua dalla grotta e la riversava verso il teatro dopo averla utilizzata per la macinazione del grano. Dal Ninfeo si giunge alla via dei Sepolcri e da lì alla cima del colle dove sorgono altri monumenti greco-romani.
La Via dei Sepolcri è una suggestiva strada lunga 150 metri che conduce alla cima del Colle Temenite, situata all'interno del Parco archeologico della Neapolis di Siracusa. Attraversandola si notano le alte pareti rocciose che la circondano da entrambi i lati e le edicole votive che vi sono state scavate lungo tutto il tragitto.
L'Orecchio di Dionisio (o Orecchio di Dionigi) è una grotta artificiale che si trova nell'antica cava di pietra detta latomia del Paradiso, sotto il Teatro Greco di Siracusa. Scavata nel calcare, è alta circa 23 m e larga dai 5 agli 11 m, e si sviluppa in profondità per 65 m, con un andamento ad S che lo rende anche un luogo di amplificazione acustica dei suoni.
L'acquedotto Galermi è il più lungo ed importante acquedotto antico di Siracusa. Esso prende il nome dalla contrada Galermi, toponimo di origine incerta, forse araba col significato di "buco d'acqua”.
L'ara di Ierone II è una grande opera monumentale nell'antico quartiere della Neapolis a Siracusa.
L'Anfiteatro romano di Siracusa è una delle realizzazioni edilizie più rappresentative della prima età imperiale romana.
Si trova nella zona archeologica, che comprende il Teatro greco e l'ara di Ierone II. Tra l'arco e l'anfiteatro vi era una fontana monumentale, alimentata da una grande cisterna, sinora non identificata, mentre la grande cisterna tuttora conservata sotto la vicina chiesa di San Nicola alimentava l'anfiteatro stesso.
L'arena era dotata, al centro, di un ampio vano rettangolare, originariamente coperto, collegato attraverso un passaggio sotterraneo con l'estremità meridionale del monumento, sull'asse del corridoio di ingresso: si tratta di opere sotterranee necessarie per i macchinari utilizzati durante gli spettacoli. Intorno all'arena la cavea è distinta da un alto podio, dietro il quale corre un corridoio coperto con varchi per l'accesso all'arena dei gladiatori e delle belve. Al di sopra sono ricavati i primi gradini, riservati a personaggi di rango. Le iscrizioni incise sui blocchi del parapetto.
L'arco augusteo di Siracusa è un'opera architettonica romana di epoca augustea situata all'interno del Parco archeologico della Neapolis a Siracusa. L'arco è largo 10 metri, profondo 6 metri e alto complessivamente circa 13 metri
La presunta tomba di Archimede è una grotta artificiale scavata su pietra calcarea, sita all'interno della necropoli Grotticelle, che a sua volta si trova nella parte più settentrionale del parco archeologico della Neapolis, ubicato nel territorio urbano di Siracusa. La sua fama è dovuta alla tradizione popolare che vorrebbe collocare in questa cavità la sepoltura del celebre siracusano Archimede, ucciso da un soldato romano durante la presa di Siracusa nel 212 a.C.
Ortigia è il toponimo dell'isola che costituisce la parte più antica della città di Siracusa rappresentandone la rispettiva circoscrizione, la nona ed ultima sul territorio cittadino. Il suo nome deriverebbe dal greco antico ortyx (ὄρτυξ) che significa "quaglia". La sua estensione non supera 1 km² e la sua popolazione ammonta a circa 4.500 abitanti.
Il castello Maniace è uno dei più importanti monumenti del periodo svevo a Siracusa e uno tra i più noti castelli federiciani.
La Fonte Aretusa è uno specchio d'acqua nell'isola di Ortigia, nella parte più antica della città siciliana, uno dei più bei monumenti di Siracusa. La sua origine è lo sviluppo di uno dei tanti sfoghi della falda freatica che si trova nel siracusano, la falda che alimenta anche il fiume Ciane sul lato opposto del porto. Presenta una forma circolare doppia, con all'interno una struttura circolare, ovvero un doppio cerchio concentrico.
Il tempio di Apollo (Apollónion) è uno dei più importanti monumenti di Ortigia, antistante alla piazza Pancali a Siracusa.
GIUSEPPE,ALESSANDRO,LUISA,MARTINA