GRUPPI DI APPROFONDIMENTO

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GRUPPI DI APPROFONDIMENTO GRUPPO 4 Il protagonismo del Terzo Settore nelle reti di solidarietà e inclusione sociale territoriali

Premessa Il dibattito e confronto si è concentrato essenzialmente su due filoni: il rapporto tra il Terzo Settore e la Pubblica Amministrazione, ed in particolare con la Regione; il tema della costruzione delle reti, evidenziando cosa vuol dire fare rete oggi e gli elementi costitutivi e le opportunità Per entrambi i filoni sono emerse delle criticità e delle proposte e/o opportunità

Rapporto Terzo Settore e Pubblica Amministrazione La Regione Lombardia ha sempre avuto norme ispirate alla tutela e valorizzazione del pluralismo, della sussidiarietà, del riconoscimento del ruolo del Terzo Settore (Statuto, LR 3/2008, …) Nonostante questa attenzione esistono delle criticità: per la mancata attuazione o implementazione dei provvedimenti assunti per carenze anche normative o non sempre coerenti tra loro per prassi operative (tempi, strumenti,…) per apporto sterile e circoscritto del Terzo Settore perché non partecipato agli organi decisionali per diversità di riconoscimento a livello locale e difformità dei comportamenti e applicazioni Per crescenti forme di controllo, spesso invasive e discrezionali…

Alcune proposte: Migliorare le prassi operative per la partecipazione e l’attività consultiva ai diversi Tavoli (tempi adeguati per la trasmissione dei materiali…) Far diventare il contributo del terzo settore parere obbligatorio che accompagna gli atti amministrativi o legislativi nelle materie di competenza (la formale verbalizzazione delle indicazioni e dei pareri espressi ai Tavoli, …); definire delle Linee Guida per disciplinare i rapporti tra enti locali e terzo settore; ribadendo l’importanza della funzione di controllo e verifica vanno ricordate però alcune esigenze: l’equilibrio tra la verifica della permanenza dei requisiti e evitare lesioni su principi di libertà o su attribuzioni di competenza proprie delle figure professionali operanti negli enti; far si che i contratti debbano essere di stretta legittimità, tesi a verificare il rispetto delle prescrizioni legislative vigenti; Attenzione alla competenze e conoscenze di chi è chiamato a verificare

Costruzione delle reti: elementi costitutivi e potenzialità Ci sono alcune criticità e fatiche che stiamo vivendo: la crisi da evento straordinario si sta trasformando in elemento strutturale; una crisi sempre più complessa che non si può affrontare con la logica degli interventi emergenziali; cambiamenti organizzativi della risposta ai bisogni e le nuove modalità di aggregazione dei territori; rigidità dei servizi e fatica ad adattarsi all’evoluzione del contesto, con logiche orientate alla domanda storica. Questa situazione domanda al Terzo Settore un’assunzione di consapevolezza e una conversione prima di tutto culturale e la coscienza che si sta aprendo una stagione di protagonismo nella capacità di ricreare legami e rafforzare le relazioni nei territori e nelle comunità.

La principale risorsa sulla quale puntare è la “rete” stessa, la capacità di lavorare sul potenziale generativo delle persone e delle realtà del territorio. Partendo dalla ricchezza di tutta la risposta informale delle realtà che non hanno rapporti diretti con la pubblica amministrazione, cioè le forme spontanee e informali e la ricchezza del volontariato. Un volontariato anche in cambiamento: fluido, flessibile, spesso occasionale, ma non in contrapposizione con quello «tradizionale» organizzato.

Quali passi e condizioni La prima condizione è costruire “fiducia” negli altri, uscire dalle logiche di autoreferenzialità che spesso le diverse organizzazioni ma anche le istituzioni hanno. Per creare fiducia dobbiamo: avere una capacità di ascolto essere disponibili ad accettare i punti di vista degli altri avere la capacità di dialogare, che non è negoziare. Altri passi per costruire la rete: partire dalla conoscenza del territorio e delle sue risorse; necessità di una cabina di regia forte e autorevole (con un capofila); valorizzare tutti i “nodi” della rete, anche quelli più “deboli” prevedendo percorsi di empowerment di gruppo e di comunità una programmazione delle attività e una valutazione dei risultati; cura alla formazione per qualificare sempre di più gli operatori; pensare a strumenti incentivanti e premiali, anche non di natura economica, per favorire e riconoscere il lavoro di ritessitura