La motivazione.

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3. La motivazione ad apprendere
Transcript della presentazione:

La motivazione

Capitolo “La motivazione” Da 49 a 66 (escluso paragrafo 7 “La personalità come scelta”) Da 67 a 86 (escluso paragrafo 13 “Quale parte della personalità può essere spiegata dalle teorie motivazionali e quale no?”)

Le componenti innate e quelle acquisite svolgono un ruolo diverso e si amalgamano tra loro diversamente…per questo motivo abbiamo personalità più motivate e altre meno. Ma si possono costruire le proprie motivazioni attraverso processi di autodeterminazione.

Una definizione di motivazione Configurazione organizzata di esperienze soggettive che consente di spiegare l’inizio, la direzione, l’intensità e la persistenza di un comportamento diretto allo scopo (De Beni & Moè, 2000)

Un esempio di motivazione estrema Flusso (flow): massimo coinvolgimento nel compito; fusione tra l’attività e il sé; minima attenzione all’obiettivo. Quando si verifica? Se l’attività è ritenuta importante e se viene affrontate solo per il piacere di farla e non per i risultati da conseguire.

I fattori che favoriscono il flow La sfida La percezione di abilità Il valore dell’attività per il soggetto La valutazione della difficoltà del compito Le emozioni provate durante l’attività

La motivazione affrontata dai diversi filoni teorici

La motivazione nella teoria dei tratti

La teoria dei tratti Colquitt, Le Pine & Noe, 2000 Spiegazione della motivazione sulla base di elementi disposizionali cioè di personalità. Coscienziosità → tendenza all’ordine, determinazione e perseveranza Nevroticismo → favorisce gestione dell’ansia da prestazione

La teoria dei tratti Major, Turner & Fletcher, 2006 Indagano la relazione tra Big Five, personalità proattiva e motivazione ad apprendere ↓ Agisce per influenzare l’ambiente Facile presa di iniziativa Perseveranza allo scopo di ottenere i risultati

I risultati…. La personalità proattiva, poi l’apertura mentale, poi l’estroversione e la coscienziosità predicono la motivazione spiegando il 33% della varianza. Perciò: le variabili di personalità (stabili nel tempo) agirebbero quando le variabili situazionali (elementi del contesto) non sono sufficientemente motivanti.

La motivazione nel Situazionismo

Il situazionismo Le relazioni tra componenti motivazionali e situazionismo vanno cercate nelle teorie della motivazione estrinseca. ↓ Le persone sono motivate da premi e incentivi esterni o minacce e punizioni

La motivazione nelle teorie psicoanalitiche

Le teorie psicoanalitiche Concetto di pulsione: accumulo di energia intrapsichica che genera il bisogno di essere scaricata. Tale bisogno è fonte di motivazione. La motivazione è data dal bisogno di ridurre la tensione e i conflitti che si generano nel tentativo di raggiungere l’obiettivo.

La motivazione nel filone umanistico

Filone umanistico La motivazione è data dalle componenti che rafforzano il carattere come l’ottimismo, la lealtà, la speranza.

Motivati si nasce? Vengono riportate alcune teorie che basano la motivazione su disposizioni di personalità: 1) quella dei fattori temperamentali 2) la teoria dei motivi di Mc Clelland

Nell’ambito della teoria dei tratti una distinzione importante è tra TEMPERAMENTO e PERSONALITA’

Il temperamento Elemento costituzionale e ampiamente ereditario, presente fin dall’infanzia e stabile lungo l’arco di vita (es: avvicinamento/evitamento). Esso influenza il tono dell’umore e la risposta emotiva del singolo. Si colloca a un livello di base

La personalità Insieme di caratteristiche che contraddistinguono le persone e che hanno una base diversa da quella emotiva e fisiologica, per es. di natura cognitiva, relazionale, delle rappresentazioni di sé o dei locus attribuzionali. Queste variabili sono consapevoli e relativamente modificabili durante l’arco di vita.

Avvicinamento e evitamento Due tratti temperamentali Due sistemi deputati alla regolazione delle emozioni, della motivazione e della personalità. Behavioral Activation System Behavioral Inhibition System

Behavioral Activation System Sistema dopaminergico che risponde a rinforzi positivi e negativi, stimoli reali o immaginari; conduce a un comportamento motivato o a un evitamento attivo. Emozione negativa tipica è la rabbia

Behavioral Inhibition System Risponde alle punizioni o alla mancanza di rinforzo e conduce a inibizione ed evitamento passivo. E’ la base biologica dell’ansia Emozione tipica è la paura

Le relazioni tra fattori temperamentali e Big Five Rxy +: Bas e Estroversione + emozioni positive Rxy +: Bis e Nevroticismo + emozioni negative ___________________________________ N.B: La distinzione tra Bas e Bis va nella direzione di considerare il ruolo della base biologica della personalità, ma non vi è visione deterministica dell’individuo in quanto esso è libero di direzionare e gestire queste energie stabilendo obiettivi e diventando consapevole delle proprie tendenze di base.

La teoria dei “motivi” di McClelland

Definizione di Motivo Preoccupazione ricorrente, ovvero una preferenza per specifici obiettivi, che porta a selezionare gli stimoli a cui prestare attenzione. Sono tratti di motivazione, cioè elementi distintivi presenti fin dalla nascita e aventi una componente emotiva e inconscia. Si collocano al di fuori della consapevolezza

Motivo Caratteristica Riuscita Ricerca di esperienze di successo, per ottenere risultati tangibili e positivi. Affiliazione Bisogno di intrecciare relazioni, di essere accettati e protetti. Potere Bisogno di autoaffermazione che si manifesta nel desiderio di controllare o influenzare gli altri o di ottenere prestigio.

Componente di avvicinamento Componente di evitamento Motivo Componente di avvicinamento Componente di evitamento Riuscita Tendenza al successo Paura del fallimento Affiliazione Spinta a ricercare amicizie Paura di essere rifiutati Potere Esercitare controllo sugli altri Paura di essere dominati

MOTIVATI SI DIVENTA? 1) Teoria degli stili di coping 2) Teoria della motivazione di effectance 3) Teoria dell’autodeterminazione

La biologia non è un destino ed è possibile per ognuno conoscersi e autoregolarsi tenendo conto delle proprie predisposizioni genetiche E’ importante basarsi non solo sulle predisposizioni genetiche, ma anche su come si affrontano gli eventi: STILE DI COPING

Stile Caratteristiche Strategico Affrontare le situazioni, cercare strategie e modalità per intervenire e cambiare, pianificare. Evitamento Non pensare al problema, fare altro, abusare, dilazionare o rimandare, negare o rinegoziare, proiettare sugli altri, dare la responsabilità agli altri. Sociale Condivisione del problema con gli altri, cercare conforto o consiglio Emotivo Ripensare la situazione problematica in termini positivi, accettare anche con termini umoristici il problema, affidarsi a un’entità superiore.

Le relazioni tra Coping e tratti di personalità Rxy +: Stile strategico, emotivo ed Estroversione, Apertura mentale e curiosità.

Motivazione intrinseca Risiede nell’esecuzione del compito, ed è identificabile con l’interesse, la curiosità per le cose che si stanno studiando. Presentiamo il modello di Harter (1978) ↓ A partire dalla “Motivazione di effectance” che è una motivazione intrinseca, le persone sono spinte a compiere dei tentativi di padronanza, cioè a mettersi alla prova in varie situazioni.

Motivazione di Effectance Aumenta Diminuisce Piacere Ansia Percezione esterna di controllo Percezione interna di controllo Attesa di fallimento Sfida ottimale Bisogno approvazione esterna >>>> Bisogno approvazione esterna <<<<< Tentativi di padronanza Disapprovazione dei tentativi Approvazione dei tentativi Esito positivo Esito negativo

In conclusione…. La ripetuta disapprovazione per i tentativi di padronanza determina paura di essere disapprovati e rende timorosi nelle successive esperienze. E’ importante osservare che l’adulto approva o disapprova non tanto i risultati quanto i tentativi di agire autonomamente.

L’autodeterminazione Deci e Ryan, 1985 Le persone sono più motivate quanto più ciò che stanno facendo è frutto di una loro scelta Ruolo dell’ambiente sociale nel soddisfare 3 bisogni di Competenza Autonomia Relazione

Bisogno Descrizione Funzione Conseguenze Competenza Autonomia Sentirsi capaci e conseguire successi Percezione di controllo e persistenza nelle difficoltà Stimola curiosità, interesse e piacere per le sfide Autonomia Scegliere da sé i compiti, i tempi e le modalità. Favorisce senso di responsabilità Favorisce ricerca di strategie attive Relazione Mantenere legami in ambito sociale ed essere approvati Dà senso al proprio agire Dà senso di appartenenza, fiducia in sé e di sicurezza

Fattori che promuovono autodeterminazione La soddisfazione di questi bisogni favorisce la realizzazione di sé (nel senso di Maslow), un buon livello di autostima e il benessere. Competenza: feedback che conferiscono “posso farcela” Autonomia: Scelta tra alternative Relazione: lavori di gruppo

Fattori che riducono autodeterminazione Suggerimenti di paura sul risultato del compito Dare scadenze (il limite di tempo fa aumentare l’ansia) Confronti con altri alunni Fornire troppe direttive sullo svolgimento del compito Fornire la modalità e la strategia ↓ Rischio di attivare motivazione estrinseca

Il continuum dell’autodeterminazione di Deci e Ryan Assenza di motivazione Motivazione estrinseca Motivazione intrinseca Regolazione esterna Regolazione integrata Regolazione introiettata Regolazione per identificazione

Regolazione esterna Presenza di rinforzi o minacce di punizione Desiderio di compiacere l’altro Le spinte motivazionali sono di tipo esterno

Regolazione introiettata La persona si sente motivata da premi o privazioni che essa stessa si concede (evitare senso di colpa) Vi è autocontrollo, ma l’attività non viene vissuta come parte di sè

Regolazione per identificazione La motivazione è data non più da un premio, ma da un valore (es: identificazione nel gruppo di pari) Il valore è valutato come molto significativo La regolazione è abbastanza personale Locus abbastanza interno

Regolazione integrata L’attività è percepita come parte di sé ed è in armonia col sé. Locus interno. Vicinissima alla motivazione intrinseca dalla quale si discosta per la assenza di divertimento.

La motivazione nelle teorie sociocognitive Modelli P x S = persona x situazione Teoria delle percezioni di sé di Markus Teoria dell’autoefficacia di Bandura

La teoria delle percezioni di sé di Markus (1986) Rappresentazioni di noi stessi Sé attuale, Ideale, Futuro, Imperativo e Sociale.

Discrepanza tra Sé attuale e….. Caratteristiche Sé Ideale Proprio Insoddisfazione, ritiro in sé, manifestazione di disinteresse Sé Imperativo Proprio Alta motivazione al successo associata buon livello di responsabilità. Senso di colpa nell’insuccesso. Spinta al cambiamento Sé Ideale per gli altri Paura di non essere all’altezza. Nell’insuccesso propensione alla vergogna Sé Imperativo per gli altri Sensazione di essere controllati dall’esterno. Attribuzione esterna degli insuccessi

Per concludere … La spinta al cambiamento e al miglioramento della personalità si ha nel caso di discrepanza tra Sé Reale e Sé Imperativo Proprio (dalla discrepanza tra ciò che si è e ciò che si ritiene di dover essere in base a dei propri valori in cui si crede)

La teoria dell’autoefficacia di Bandura (1997) L’autoefficacia è la convinzione di possedere le capacità di organizzare e realizzare le azioni necessarie per conseguire i risultati prefissati. Il senso di autoefficacia non è globale ma dipende dalle situazioni. Le differenze individuali stanno nella quantità di autoefficacia e nella contestualità Il nucleo centrale è dato dall’Agentività Percezione di controllare personalmente l’ambiente Senso di padronanza Aspettative di riuscita Conoscenza delle strategie per raggiungere l’obiettivo

bassa autoefficacia alta autoefficacia gli insuccessi rappresentano uno stimolo ad impegnarsi di più Gli insuccessi rappresentano prove della loro incapacità e inadeguatezza Hanno atteggiamenti positivi Verso il compito (media difficoltà Hanno atteggiamenti negativi verso il compito (ansia, noia, avversione, rifiuto) Aspettative di riuscita Emettono prognosi negative sui propri risultati Usano strategie efficaci e le cambiano se si rivelano inefficaci Peggiorano le strategie dopo gli insuccessi Cercano di esercitare un controllo sulle proprie attività cognitive (autoistruzione, automonitoraggio) Si distraggono con facilità ed usano pensieri e verbalizzazioni irrilevanti e inadeguati

FATTORI Rinforzi e Persuasione gratificazioni sociale Credenze di efficacia Valore significativo del compito Possibilità di sperimentare successo Modalità di interpretare gli eventi

Il ruolo delle emozioni nella motivazione Teoria di Atkinson (1964) Teoria di Weiner (1985)

Teoria di Atkinson (1964) Le persone si distinguono in base a due tendenze Tendenza al successo (Ts) Tendenza ad evitare il fallimento (Ef)

Tendenza ad evitare il fallimento Tendenza al successo Desiderio di affrontare delle situazioni Ottenere risultati concreti Propensione a sentire che si sta controllando l’ambiente Esercitare un buon livello di padronanza in ambiti valutati importanti per il sè Tendenza ad evitare il fallimento Rinunciare ad affrontare compiti o situazioni nel timore di fallire

Le emozioni tipiche delle due tendenze Ts: speranza Ef: paura e timore di fallire Le aspettative tipiche delle due tendenze Ts: aspettative di fiducia e di riuscita Ef: aspettative di fallimento

La spinta motivazionale complessive è data dalla relazione moltiplicativa tra la tendenza individuale (ts/ef), la probabilità di riuscire o fallire, e l’incentivo (emozione anticipata). Tendenza: data da tratti di personalità per cui vi sono persone più audaci e meno. Probabilità: data dalla percezione della difficoltà del compito che, a sua volta, è data dalla percezione delle proprie abilità. Incentivo: emozione di orgoglio e soddisfazione vs. vergogna che deriva dalla frequenza di successi, dall’elemento sociale e dal valore dato al compito.

In conclusione… La teoria lascia spazio ai pensieri e alla emozioni, e richiama la concezione dell’uomo non deterministica dove i tratti di personalità si fondono con le cognizioni dell’individuo Le emozioni precedono il comportamento motivato e contribuiscono, insieme alle cognizioni di riuscita e ai tratti, a far sì che la persone si motivi o rinunci.

La teoria di Weiner (1985) Considera le emozioni come la conseguenza del comportamento motivato Teoria attributiva Parametri di Causa interna/esterna Causa stabile/instabile Causa controllabile/incontrollabile

Abilità, tratti stabili pers. Locus of control Stabilità Controllabilità Etichetta attributiva Controllabile Tenacia, volontà Stabile Incontrollabile Abilità, tratti stabili pers. Interno Instabile Controllabile Sforzo, impegno Incontrollabile Tono umore, stato salute Stabile Controllabile Aspettativa altrui Esterno Difficoltà compito Incontrollabile Instabile Controllabile Aiuto degli altri Fortuna Incontrollabile

Interpretazione dell’insuccesso Mancanza di abilità: vergogna, evitare compiti futuri (Ef), mancanza di motivazione. Impegno: senso di colpa, desiderio di riparare, impegnarsi in nuove strategie. Cause esterne: porta a ricercare negli altri le motivazione e a sottovalutare il proprio ruolo. Bisogna puntare sullo stile “Impegno” che è il più funzionale per l’apprendimento

AUTO/ETERO-ATTRIBUZIONI Errore fondamentale di attribuzione SE’: cause interne per il successo cause esterne per l’insuccesso ALTRI: cause interne per l’insuccesso cause esterne per il successo Funzione edonica di mantenimento di autostima

Gli stili attributivi Schemi interpretativi che le persone adottano in modo costante fino al punto di poter essere considerati parte della loro personalità. Implica tendenze comportamentali, emozioni, motivazioni a seconda del tipo di riflessione adottata.

TIPOLOGIE DI STILI ATTRIBUTIVI IN CAMPO SCOLASTICO Stile “Impegno” Stile “Negatore” Stile “Abile” Stile “Impotente” Stile “Pedina”

Stile “Impegno” Cause Successo: impegno e abilità Cause Insuccesso: mancanza di adeguato impegno Emozioni successo: soddisfazione e fiducia in sé Emozioni insuccesso: senso di colpa Lo stile più funzionale per l’apprendimento Convinzione di essere capace e di avere le strategie adeguate e capacità di monitorarle e di riadattarle in caso di insuccesso Cambiamento nell’approccio strategico e flessibilità Comportamenti: buone motivazione, aspettative riuscita anche dopo il fallimento.

Stile “Impotente” Cause Successo : cause esterne incontrollabili (difficoltà compito, sfortuna) Cause Insuccesso: mancanza di abilità Emozioni successo: sorpresa e gratitudine Emozioni insuccesso: vergogna, tristezza, apatia Particolarmente disfunzionale per l’apprendimento Caratterizza l’impotenza appresa Convinzione di non potercela fare Rinuncia di atteggiamento strategico Profezie autoavverantesi Comportamenti: riduzione impegno nei compiti dove c’è stato fallimento, rischio di ritiro dall’impegno

Stile “Negatore” Cause Successo : abilità, convinzione di riuscire anche in assenza di impegno Cause Insuccesso: cause esterne (difficoltà compito, sfortuna) Emozioni successo: superbia Emozioni insuccesso: sorpresa, rabbia e rassegnazione Convinzione di essere capace oppure maschera perplessità circa le proprie abilità Lo studente non tiene adeguatamente conto degli errori per trovare soluzioni più idonee Il successo rafforza l’autostima se essa è vera e alta; oppure aumenta l’idea che un impegno eccessivo indica la carenza di capacità se l’autostima è bassa. Comportamenti: poca propensione all’impegno sostenuta dall’idea di essere bravi

Stile “Pedina” Successo: cause esterne Insuccesso: cause esterne Emozioni successo: sorpresa, gratitudine Emozioni insuccesso: sorpresa, rabbia e rassegnazione Ad esso si associa rabbia (se causa è mancanza di aiuto esterno) e tristezza (se la causa è sfortuna) Comportamenti: Tendenza al fatalismo; scarso impegno e coinvolgimento nei compiti; poca valorizzazione delle capacità personali; stile passivo verso le situazioni

Stile “Abile” Successo: cause incontrollabili interne (abilità) Insuccesso: cause incontrollabili interne (mancanza di abilità) Emozioni successo: superbia Emozioni insuccesso: vergogna, depressione, apatia Convinzione che successo e insuccesso non dipendano dall’impegno ma solo da qualità personali → perciò non vi è flessibilità strategica “chi è bravo riesce anche senza impegnarsi, che non è bravo non ci riuscirà mai, anzi se insiste dimostra di non saper fare” Tipico esempio di studenti molto bravi in alcune materie per i quali un fallimento indica che non sono più bravi. Comportamenti: tendenza ad affrontare solo compiti in cui vi è stato successo; eccessiva criticità in caso di ripetuti insuccessi; evitamento della situazione fallimentare; poca persistenza nei compiti (insistere sarebbe affermare ulteriormente che in quel compito non si riesce)

Per concludere… Bisogna favorire interventi che modifichino gli stili attributivi nel senso dell’attribuzione a cause interne e controllabili (per autoefficacia) in modo da ottenere anche un cambiamento dell’emozione e del tono dell’umore.

Il ruolo delle teorie implicite nella motivazione Teoria di Carol Dweck (1999) sulle teorie entitarie e incrementali Teoria di Carol Dweck (1999) sugli obiettivi di padronanza e prestazione

Le teorie implicite sull’intelligenza, moralità e personalità TEORIA ENITITARIA Le tre dimensioni come tratto fisso Siamo intelligenti No possibilità migliorative La valutazione è sul sé Emozioni di paura del giudizio Interpretazione dell’insuccesso: “non sono portato per quel compito”, visione “tutto o niente”, dilazionare o evitare compiti difficili Timore per compiti nuovi TEORIA INCREMENTALE Le tre dimensioni sono facoltà che possono essere migliorata Diventiamo intelligenti Accresciamo abilità La valutazione è sulla prestazione Emozioni di sfida Interpretazione dell’insuccesso: “non mi sono impegnato abbastanza”, impara dagli errori, aspettative di riuscita anche di fronte al fallimento Interesse per la novità

Influenza delle teorie entitaria/incrementale nell’ambito cognitivo GLI ENTITARI Temono il fallimento (visto come la mancanza di abilità) Mostrano ansia di fronte alle valutazioni Perdono motivazione nello studio e rinunciano agli sforzi per raggiungere l’obiettivo GLI INCREMENTALI Sviluppano stili di padronanza che li inducono ad un impegno strategico e costruttivo Hanno un miglior apprendimento

Influenza delle teorie entitaria/incrementale nell’ambito sociale e personale GLI ENTITARI Maggiore preoccupazione per il giudizio sociale Blocca l’acquisizione di nuove relazioni in presenza di ostacoli GLI INCREMENTALI Utilizzano strategie più efficaci a più abilità sociali

Obiettivi di padronanza Lo studente mira ad acquisire nuove capacità e a sviluppare padronanza del compito Voglio imparare di più Valutazione sulla prestazione Teoria incrementale Obiettivi di prestazione Lo studente mira a a dimostrare le sue capacità, ad ottenere giudizi positivi e evitare i negativi Voglio mostrare che sono bravo Valutazione sul sè Teoria entitaria

Accanto alla distinzione tra obiettivi di prestazione e di padronanza, e alla connessione che vede gli entitari orientati alla prestazione e gli incrementali orientati alla padronanza, Elliot e Church (1997) hanno introdotto un’ulteriore contrapposizione fra coloro che tendono ad affrontare o ad evitare, incrociando queste dimensioni con gli obiettivi di prestazione e padronanza.

Affrontare Evitare Prestazione Padronanza Dimostrare, ottenere giudizi positivi, sembrare superiore agli altri. Competizione con gli altri Evitare si sembrare incapace, di avere esiti negativi, Padronanza Padroneggiare le situazioni, imparare e capire. Competizione con sè. Perfezionismo orientato al sé. Evitare situazioni in cui c’è il rischio di sentirsi incapaci. Perfezionismo orientato all’esterno.

Impotenza appresa vs. Resilienza 2) Tecniche di automotivazione

Impotenza appresa Atteggiamento rinunciatario che si impara ad assumere dopo il fallimento e che porta a sentirsi impotenti, inefficaci, incapaci di modificare la situazione. Attribuzione a cause interne, incontrollabili (mancanza di capacità).

Caratteristiche dell’impotenza appresa Tendenza a rinunciare (Ef) Aspettative pessimistiche Debole concetto delle proprie abilità Bassa autostima Rischio di depressione e apatia

Resilienza Atteggiamento di chi, dopo aver subito una perdita di controllo, o situazioni di difficoltà, tende a impegnarsi di più, invece di diminuire lo sforzo. Stato motivazionale positivo che dà luogo a tendenze di tenacia, determinazione e Coscienziosità.

Viene rivendicato il ruolo attivo della persona che può costruire le proprie motivazioni e contribuire a sviluppare le propria personalità oppure di rimanere nello status quo.

Come ci si motiva di fronte agli insuccessi? Stabilire obiettivi scelti da sé Obiettivi concreti, prossimali e distali Sotto-obiettivi Valorizzare i successi

Risultato che si può ottenere mettendo UN OBIETTIVO Risultato che si può ottenere mettendo in atto una serie di comportamenti Incremento di abilità che favoriscono Risultato adattivo l'accettazione da parte degli altri una vita indipendente ed autonoma l'aumento dei livelli di soddisfazione Incremento delle capacità di collaborare Incremento del rendimento scolastico Incremento del “far da sé Incremento dell’autoefficacia Esempi

Risultato che si può ottenere mettendo UN OBIETTIVO Risultato che si può ottenere mettendo in atto una serie di comportamenti Risultato dis adattivo Attività che possono provocare rifiuto da parte delle persone dipendenza dagli altri scarsi livelli di soddisfazione Comportamenti aggressivi per ottenere ciò che si desidera Continue richieste agli altri Rifiuto delle responsabilità Esempi

E' generalmente complesso non può essere raggiunto immeditamente UN OBIETTIVO E' generalmente complesso non può essere raggiunto immeditamente Bisogna individuare le tappe intemedie sottobiettivi da raggiungere gradualmente ESEMPIO Conoscere gli ambienti che frequenta Conoscere i suoi interessi Sapere ciò che gli piace Frequentare i suoi ambienti Avvicinarsi a lui, presentarsi, gratificarlo Diventare amico di qualcuno

UN OBIETTIVO: COME SI PROGRAMMA Scegliere un obiettivo rilevante Scomporre l'obiettivo Decidere azioni e attività da svolgere Prevedere tempi, luoghi, materiali, persone da coinvolgere Realizzare quanto deciso Verificare se è stato realizzato Verificare se è stato raggiunto

Come ci si motiva di fronte agli insuccessi? Puntare in alto Obiettivi “sfidanti” Non rinunciare a vedere quanto si è raggiunto Aumentare il senso di controllo Riconoscere cause controllabili che portano a provare soddisfazione Porre attenzione ai processi e poi ai risultati Modificare la convinzioni poco efficaci Ragionare le proprie teorie implicite, abilità e idea di sé Riflettere sul significato dell’impegno (come stato o tratto, strategico, lavorare sodo, solo dimostrato)

Come ci si motiva di fronte agli insuccessi? Applicare un buon metodo di studio Promuovere i processi metacognitivi Conoscere le strategie Flessibilità nell’approccio strategico Riconoscere l’importanza del feedback Valorizzare le situazioni di CL Sapersi autovalutare Apprendere dagli errori

Elementi costitutivi della cooperazione non può esserci successo individuale senza successo collettivo il fallimento del singolo è il fallimento del gruppo Interdipendenza positiva Sentimento di benessere che nasce dalla consapevolezza che il successo di uno è strettamente collegato al successo di tutti (Baloche, 1998); attitudine a pensare il gruppo come una squadra in cui il destino di ogni membro è interconnesso (Johnson e al., 1993)

Elementi costitutivi della cooperazione Per facilitare la cooperazione positiva, è indispensabile possedere le abilità interpersonali necessarie per il buon funzionamento del gruppo (comunicazione efficace, problem-solving, gestione dei conflitti, autoregolazione emotiva…) Competenze Sociali

Elementi costitutivi della cooperazione É necessario che i soggetti siano consapevoli del ruolo che rivestono nel gruppo e assumano responsabilità rispetto al ruolo assegnato. Assunzione di Responsabilità Basate sulla condivisione delle risorse, l’aiuto reciproco, il sostegno, l’incoraggiamento e la lode. Relazioni socialmente efficaci

Elementi costitutivi della cooperazione I componenti del gruppo verificano il raggiungimento degli obiettivi prefissati e discutono sull’efficacia dei loro rapporti sociali. I gruppi devono identificare e descrivere quali azioni dei singoli siano positive o negative e decidere quali tipi di comportamento mantenere o modificare. Auto ed eterovalutazione

Come ci si motiva di fronte agli insuccessi? Ridimensionare la paura dell’insuccesso Applicare strategie per la gestione dell’ansia d’esame Vivere il presente Non esagerare Non essere iper-critici Prendere le cose con più leggerezza

RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA TECNICHE PER LA RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA A) visualizzazioni positive B) tecniche di autoistruzione

Per concludere… Più che di personalità motivate e non, è giusto parlare di “persone motivate a conoscere e a sviluppare le proprie caratteristiche di personalità”, aperte a riconoscere spinte a carattere biologico, di cui modulare l’espressione e a valorizzare caratteristiche di personalità che si costruiscono e si modificano nel tempo, anche per effetto della motivazione.