Dalla cronaca alla storia: IX Dalla cronaca alla storia: I relitti militari
La spiaggia del D – day con stele commemorativa, Normandia. La spiaggia del D – day con stele commemorativa, sede di un progetto di ricerca dell’AINA.
I “Pescespada” di Cefalù (12 novembre 1941)
Il 12 novembre 1941, anniversario dell’attacco dei Fairey Swordfish dell’Illustrious al porto di Taranto e dell’affondamento di due corazzate italiane, quattro aereosiluranti Swordfish, lanciati da una portaerei inglese al largo di Catania, cadono a Cefalù. Dicembre ’41. Caccia inglese caduto nel Lungomare. (Nico Marino) Bugie, sono stati abbattuti dal vento di scirocco!
Lungomare di Cefalù. 12 novembre 1941. Uno dei Fairey Swordfish dell’Illustrious (foto Martino).
Aereoplano della Caldura (Cefalù) a quattordici metri di profondità.
Aereosilurante Farey Swordfish dello Squadron 830 di Malta, pilotato nel 1941 dal luogotenente Osborn, comandato da Hunt, radiotelegrafista mitragliere il sergente Parke. Località Caldura . Altri caduti al Lungomare, Settefrati, Santa Lucia.
ME 110 su Palermo La “vecchia zia” di Sferracavallo Foto A. Purpura
La “Vecchia Zia” (Junker JU 52-3M G7E) (o die alte Tante, Zia Ju, Anna di ferro) di Isola delle Femmine. Abbattuto a Sferracavallo (Palermo), nell’estate del ‘42 con alcuni feriti, in “corto finale” prima dell’atterraggio nell’aereoporto di Boccadifalco, dopo una missione di rifornimento truppe in Nord Africa. Apertura alare 30 m. Velocità massima: meno di 300 km. orari. 10000 kg. di peso. Tre motori da 2100 CV.
Junker di Isola delle Femmine (Palermo). - 47 m. (foto di Vincenzo Di Martino e Bessy Stancanelli)
Junker di Isola delle Femmine (Palermo). - 47 m. Numerosi gronghi abitano nel relitto (foto Alessandro Purpura) Sulla calandra del motore sono evidenti i fori dei colpi ricevuti dai caccia inglesi
Junker JU 52-3M G7E ad Isola delle Femmine (Palermo). - 47 m. Carrello capovolto, privo della ruota. (foto di V. Di Martino e B. Stancanelli)
Motore dell’aereo di Isola SM 79 in volo lungo la costa meridionale della Sicilia. Motore dell’aereo di Isola delle Femmine (Palermo).
(Foto di Vincenzo Di Martino e Bessy Stancanelli)
Radiatore dell’olio (?) a breve distanza dall’aereo Junker JU 52-3M G7E ad Isola delle Femmine (Palermo). - 47 m. Radiatore dell’olio (?) a breve distanza dall’aereo
Cernie, musdee e gronghi (Foto di Vincenzo Di Martino popolano il relitto (Foto di Vincenzo Di Martino e Bessy Stancanelli)
Junker JU 52-3M G7E ad Isola delle Femmine (Palermo). - 47 m. Savoia Marchetti SM 79, forse in volo su Palermo
(foto di Vincenzo Di Martino e Bessy Stancanelli) Lamiere di copertura (foto di Vincenzo Di Martino e Bessy Stancanelli)
Caccia tedesco ME 110 del X Corpo Aereo Tedesco di base all’aereoporto di Boccadifalco in volo su Palermo dopo il 3 gennaio 1943, data dell’affondamento dell’incrociatore Ulpio Traiano e della motonave Viminale, che appaiono in fondo. La Viminale, recuperata, fu silurata ancora dal Smg.Unbending il 23 gennaio presso Capo dell’Armi, in Calabria mentre era rimorchiata. Ulteriormente riportata a galla venne definitivamente affondata da motosiluranti statunitensi a circa 12 miglia a Sud di Capo Vaticano, ove ora è stata ritrovata.
La motonave Viminale (Palmi, 1941) Motonave passeggeri – tsl. 8657 Costruita nel 1925. Della Soc. An. Di Navigazione Lloyd Triestino con sede a Trieste. Compartimento Marittimo di Genova n° 1743. Danneggiata il 03/01/1943 nel porto di Palermo dal chariot XVI. Per le avarie riportate fu rimorchiata prima a Messina per destinazione Taranto. Il 23/01/1943 presso Capo dell’Armi fu silurata dal Smg.Unbending, mentre era rimorchiata, e per salvarla fu incagliata in costa. Il 27/01/1943 fu di nuovo trasportata a Messina. Il 25/07/1943 mentre era in corso il suo rimorchio per Napoli, fu affondata da motosiluranti statunitensi della 15° Sq. a circa 12 miglia a Sud di Capo Vaticano. E’ in 38°44’N-15°50’E a -108 metri di profondità.
(Foto di Vincenzo Di Martino La motosilurante statunitense PT-216 Il piroscafo "Viminale" venne colpito e affondato da due siluri lanciati dalla motosilurante PT-216 davanti la costa calabra dell'abitato di Palmi mentre veniva trainato verso il porto di Napoli. (Foto di Vincenzo Di Martino e Bessy Stancanelli)
(Foto di Vincenzo Di Martino e Bessy Stancanelli) Nella sequenza fotografica è documentato lo stato del relitto a 62 anni dal suo naufragio. Lo scafo del Viminale giace a ben 108 metri di profondità su un fondale di fango e sabbia battuto da violente correnti.
Ustica. Secchitello. La “squadriglia degli abissi”. “Corallo nero” (Gerardia Savaglia) a Cefalù
Dal 1942 iniziò la sostituzione di stanza a Fontanarossa MC 200 Saetta, prodotto in 1100 esemplari dal 1937 Dal 1942 iniziò la sostituzione con il MC 202 Folgore L’aereo del sottotenente Setti Carraro del IV stormo di stanza a Fontanarossa (Catania)
a Secchitello (Ustica) Ruota e calandra del carrello di un caccia Saetta caduto nel settembre del 1941 a Secchitello (Ustica) Uno dei due piloti indenni (capitano Lucchini) dei diciotto caccia della squadriglia di Setti Carraro si è salvato atterrando nel piano Cardoni. La fusoliera venne trasformata in pollaio. Quattro riuscirono ad atterrare a Trapani.
La ruota del carrello appariva (foto di Vincenzo Di Martino ancora integra nel 2004 Il motore del Saetta di Secchitello, recuperato da Enzo Sole, è stato posto in un monumento commemorativo ai caduti nel Museo storico A. M. a Vigna di Valle (Bracciano) (foto di Vincenzo Di Martino e Bessy Stancanelli)
Parti della fusoliera del MC 200 Saetta a Secchitello (Ustica) (foto di Vincenzo Di Martino e Bessy Stancanelli) Parti della fusoliera del MC 200 Saetta a Secchitello (Ustica)
Macchi MC 202 Folgore Mitragliatrici Breda Safat da 12,7 mm. di un Folgore ritrovato in mare a Ribera.
Il motore del MC 202 Folgore di Ribera, ritrovato da Mimmo Macaluso
L’aereoplano del “Piccolo Principe” L’USAF P38 Lightning di Antoine de Saint Exupéry, autore del “Piccolo Principe”, caduto il 27 gennaio ’44 nei pressi di La Ciotat (Francia).
USAF P38 Lightning
Foto della piastrina di de Saint Exupéry
Vaught F4 nelle acque della Bombardiere americano abbattuto in Corsica. BR 20 caduto a S. Stefano (Imperia) il 12 giugno 1940 (foto Quilici). Vaught F4 nelle acque della Sardegna Orientale (foto Quilici). B 17 F Black Jack abbattuto alle Salomone l’11 luglio ‘43
Il Fiat Breda BR 20 caduto a S. Stefano si inabisso con tre vittime. Falso BR 20 in Salaris, Brodasca, De Santis, Arch. Sub., 2009.
Il relitto della nave ospedale “Po”, ex “Wien” Valona, 14 marzo 1941
Mario Mazzoli plana sul “Po”, piroscafo varato a Trieste nel 1911 con il nome di “Wien” e requisito nel 1916 dalla Marina Asburgica come nave ospedale. Danneggiato, fu trasformato in nave caserma per il personale della base per sommergibili di stanza a Pola. Qui, il 1 novembre 1918, fu danneggiato da incursori italiani con MAS, insieme alla corazzata austriaca “Viribus Unitis”.
Ribattezzato “Po” nel 1935 ed adibito a nave ospedale, dopo quattordici missioni fu colpito da un siluro inglese di uno Swordfish nella baia di Valona alle 23,15 del 14 marzo 1941. La nave ospedale era a luci spente e affondò in pochi minuti causando la morte di ventidue persone. l. 130 m. larg. 16 m. stazza 7300 t. (da foto di repertorio)
Il “Po” è stato esplorato dalla ASSO nel 2009 con tecniche Speleologiche, che prevedevano l’uso di rebreather a circuito chiuso, a causa del fango nelle stive. Sono state effettuate 144 immersioni, per un totale di quasi 140 ore di lavoro subacqueo intorno ai trentasei metri di profondità.
Affondata a 16 miglia da due bombe razzo Il relitto della corazzata Roma. Asinara, 9 settembre 1943 (ing. Guido Gay, giugno 2012). Terzo esemplare delle corazzate classe Littorio (44mila tonn., l. 240 metri e larga 32, velocità massima 30 nodi, 1.920 uomini di equipaggio). Affondata a 16 miglia da due bombe razzo tedesche, giace a 1000 m. con 1352 vittime.
Il “Capua” (ex “Osuro”) (foto di Vincenzo Di Martino a Scopello (Trapani, 17 aprile ‘43) (foto di Vincenzo Di Martino e Bessy Stancanelli)
Il Capua, affondato per incendio a 28 m. di profondità sulla sabbia, a Foto di Alberto Romeo Il Capua, affondato per incendio a 28 m. di profondità sulla sabbia, a Scopello (Trapani) il 27 aprile del ’43.
Nella stiva prodiera del Capua vi sono ancora numerose casse di munizioni che venivano trasportate in Nord Africa al momento dell’affondamento. Dopo l’avvistamento notturno di un sottomarino, alle prime luci dell’alba un incendio improvviso costrinse l’equipaggio ad abbandonare la nave. (Foto di Vincenzo Catalano)
(foto di Vincenzo Di Martino e Bessy Stancanelli)
La tolda è saltata nella parte centrale dello scafo del Capua. (Foto di Vincenzo Catalano)
La stiva con le casse di munizioni. (Foto di Vincenzo Catalano)
L’elica di bronzo viene frequentemente asportata dai relitti per il suo valore.
momenti di vita quotidiana. (Foto di Vincenzo Catalano) Una morsa del Capua documenta momenti di vita quotidiana.
La sala macchine del Capua. (Foto di Vincenzo Catalano)
(Foto di Vincenzo Catalano)
Sottomarini: Nereide, Veniero, Rubis, Thetis-Thunderbolt, Tetrach, Perseus, Soffleur, I 52
Il rinvenimento del sottomarino italiano Nereide, affondato in alto Adriatico nel corso della guerra del ’15/’18 e recuperato negli anni ’60 per interessamento del cineoperatore subacqueo Andrea Pittiruti.
ad Isola delle Correnti Il sottomarino “Sebastian Veniero” ad Isola delle Correnti (Sicilia) Il sottomarino “Sebastiano Veniero” della Regia Marina Militare Italiana affondò il 25 agosto 1925, perdendo quarantotto uomini, dopo essere stato speronato da un mercantile al largo delle coste della Sicilia Sud Orientale.
(foto di Vincenzo Di Martino Cannoncino prodiero (foto di Vincenzo Di Martino e Bessy Stancanelli) Torretta ed ingranaggi di uno dei due cannoncini Boccaporto di prua
(foto di Vincenzo Di Martino La prua, avvolta in una rete Boccaporto di poppa (foto di Vincenzo Di Martino e Bessy Stancanelli) Una delle due eliche, avvolta in una rete Lo stato del relitto a 75 anni dal suo tragico naufragio nel quale persero la vita i 48 membri dell'equipaggio appare discreto. Lo scafo del Veniero giace a 54 metri di profondità su un fondale di fango e sabbia battuto da violente correnti. La prua, avvolta in una rete
Il sommergibile francese Camarat, tra Saint Tropez posamine Rubis dal 1940 al 1945 ha affondato 14 navi e 7 sommergibili. Oggi si trova a – 40 m. sulla sabbia di Capo Camarat, tra Saint Tropez e Le Lavandou, in Costa Azzurra.
Nel 1958 è stato autoaffondato per fungere da bersaglio sonar per le navi militari francesi. E’ lungo 66 m., largo 7 ed alto 9. Era armato con un cannone, due mitragliatrici e 5 siluri.
Al comando di G. Cabanier effettuò 28 missioni nel Mare del Nord, attaccando il 21 agosto 1941 il porto di Egersung in Norvegia, in mano ai Tedeschi.
Il Rubis era dotato di un equipaggio di 45 uomini e da 8 condotti laterali espelleva 32 mine da 220 kg. di esplosivo ciascuna.
Il boccaporto è aperto, ma dall’interno è stata asportata la strumentazione.
Il Thetis affondò dopo il varo il 17 giugno del ’39 e di nuovo a S. Vito Lo Capo il 14 marzo del ’43.
Il comandante del sottomarino HMS Thunderbolt G. B. Crouch, detto Lucky.
La corvetta Cicogna di scorta ad un sottomarino italiano. HMS Thetis Thunderbolt con l’equipaggio scomparso a S. Vito. La corvetta Cicogna al largo di Torre Ligny (Trapani) il giorno successivo all’affondamento del Thetis.
I sessantuno uomini dell’equipaggio
Il sottomarino inglese Tetrarch fu perduto a Capo Granitola e l’Utmost a Marettimo Il sottomarino inglese Perseus è stato ritrovato recentemente nello Ionio
I chariots sul Trooper L’Unruffled esce dalla Valletta nel dicembre del ‘43, per recuperare i chariots nel porto di Palermo I chariots sul Trooper
catturato dagli inglesi Chariot con mine, in navigazione Il “maiale” italiano catturato dagli inglesi Chariot con mine, in navigazione e prove di vestizione degli incursori inglesi L’impresa del 2 gennaio del 1943 nel porto di Palermo
23 giugno 1940 ore 16,20 Aerei francesi - Acquasanta RCT Geniere affondato in bacino da bombardamento aereo degli inglesi del 1 marzo 1943 dinnanzi all’Arsenale borbonico, la Chiesa di S. Raimondo e il Convento dei Padri Mercedari, sede dell’Istituto Nautico, a Palermo. Bombe su Palermo 23 giugno 1940 ore 16,20 Aerei francesi - Acquasanta 9 agosto 1941 Borgo – Porto 12/25/26/29 agosto Porto 8/12/28/29 settembre Cattedrale – Quattro Canti 2/3 marzo 1942 ore 22,29 e 5,45 Porto-Borgo-Arsenale-nave carica esplosivo 7 gennaio 1943 Fortezze volanti USA Albergheria S. Chiara CTP Bersagliere 3/4 febbr. Magione 15 febbr. Cala-Tribunali 22 febbr. (30 lav. Porto) Castellammare-S.Pietro 24 febbr. Fonderia 28 febbr. Cala 1 marzo 1943 Cala – S. Francesco 8/9 marzo Cattedrale 11/12 marzo/22 marzo Porta Felice – Marina – S. Maria di Piedigrotta 23 marzo Piroscafo Volta (Banchina Piave distrutta, ancora Banca d’Italia, relitto via Scarlatti, lamiere in via Maqueda) – Ricoveri Piazza XIII Vittime e Giardino Inglese
10 luglio 1943 Sbarco Alleati Gela Bombardamento del 9 maggio 1943 5 aprile Via Maqueda, S. Agostino, Montepellegrino - Ricoveri Piazza Cascino e Fonderia – Aereoporto Boccadifalco 16/17/!8 ore 14 Porto, S.Cita, S. Salvatore, Palazzo Geraci, via Crispi, Chiesa di S.Lucia 9 marzo ore 12,32 Dopo “Grande Mutilata d’Italia” 516 Fortezze volanti 9 maggio ore 23,30 Nuovo bombardamento 30 maggio Palazzi Riso e Geraci 29/30 giugno/1/2 luglio Palazzo Reale 10 luglio 1943 Sbarco Alleati Gela 22 luglio1943 Bombardamento tedesco ed italiano 26 luglio/1 agosto/23 agosto Palermo Porto. Bombardamento del 9 maggio 1943
Caccia tedesco ME 110 del X Corpo Aereo Tedesco di base all’aereoporto di Boccadifalco in volo su Palermo dopo il 3 gennaio 1943, data dell’affondamento dell’incrociatore Ulpio Traiano e della motonave Viminale, che appaiono in fondo.
Il sottomarino francese “Souffleur”, affondato al largo di Beirut a 38 m. di profondità con quarantasette uomini di equipaggio, l’11 giugno del 1941 dal sottomarino inglese “Parthian”
I - 52 Sottomarino da crociera oceanica giapponese, scomparso nel ’43 in Atlantico in località indeterminata e ritrovato a 5800 m. di profondità con un carico di lingotti d’oro di oltre un milione di dollari.
La battaglia di Caronia (Messina, 10/11 agosto ‘43)
L ST 318 americano affondato a Caronia l’11 agosto ’43 nei pressi del torrente Furiano a 10 m. di profondità.
L ST 318, insieme a sei motozattere pesanti, stava sbarcando il 2º battaglione del 30º gruppo regimentale di combattimento per il suo secondo “balzo” in tre giorni. Dal rapporto dell’Amm. Morrison della Marina Americana, con divieto di divulgazione agli Italiani: “...le truppe sentivano che stavano tentando il destino a rischiare uno sbarco anfibio dietro le linee nemiche una seconda volta. Il loro istinto era esatto. Un centinaio di essi non andarono mai oltre Brolo.”
L’indomani alle ore 16,55 otto Focke Wolf 190 attaccarono il Philadelphia, Bristol e Ludlow, ma cinque furono abbattuti dal Philadelphia, uno dal Ludlow e un altro da un aereo americano. Si trovano in mare tra Brolo e Capo d’Orlando.
Si può visitare la stiva La murata dell’LST 318 a Caronia. Si può visitare la stiva e la cabina poppiera.
MTM della X MAS a Cefalù
Due barchini MTM di stanza a Cefalù, allo sbarco degli Alleati, furono autoaffondati alla Kalura. Uno dei barchini italiani della X Mas, partecipante all’impresa di Malta nel 1941 e di Alessandria il 19 dicembre, affondando le corazzate inglesi Valiant e Queen Elisabeth.
Specchio di poppa del barchino MTM della Kalura (Cefalù). Valvola di scarico e catena dell’ancora. Una bomba a mano.
Siluro a lenta corsa (SLC) nel Sacrario delle bandiere, nel Vittoriano a Roma e base del cannone del sommergibile Scirè.
Varo nel 1938 del sommergibile Scirè a Muggiano (SP). Dopo l’impresa di Alessandria nel 1941, l’8 marzo 1942 Borghese, posto a comando della sezione subacquea della X MAS, fu sostituito nel comando dello Scirè dal tenente di vascello Bruno Zelik.
Lo Scirè è stato affondato con 60 uomini a - 35 m. ad Haifa il 10 agosto del 1942, in seguito ad un agguato, essendo stato decifrato un messaggio tedesco con Enigma. Nel 2004 ha subito alcuni danni nel tentativo americano di recupero.
Nel settembre 1984 sono state recuperate 42 salme dalla Marina Italiana.
Memorial a Pearl Harbour Mina
Caccia Zero giapponese abbattuto tra il 1943 ed il 1944 nell’Isola di Molokai (Hawai) (foto Dave Lambert). La nave da guerra giapponese Hakki Maru, affondata il 17 gennaio 1944 da bombardieri americani B 25 nelle Isole Salomone.
Idrovolante ricognitore Catalina PBY abbattuto a Papetee, nei pressi di Pearl Harbour, a 12 m. di profondità. Aereo capovolto sul fondale dell’Isola di Molokai (Hawai) (foto Dave Lambert).
Oceano Pacifico. Laguna di Truk -3 m. (Foto Lynn Cropp) Capo Comino (Sardegna). Corsair americano (Foto Folco Quilici)
Il relitto del President Coolidge, lussuoso piroscafo per il trasporto truppe, affondato urtando due mine americane il 26 ottobre nell’isola di Espiritu Santo, nelle Nuove Ebridi, in Pacifico si trova a 45 m. di profondità. Si possono visitare le stive con materiali bellici ed il salone ufficiali con il camino ancora intatto.
Il relitto della Hassen Mia. Mauritius. - 33m. Foto Bettex Fabrice.
Isola di Ascensione - 45m. (Foto Bettex Fabrice). Port Safaga (Egitto). Relitto del Salem Express a -32m. di profondità. (Foto A. Cherepov).
SS THISTLEGORM & ROSALIE MOLLER da Alberto Siliotti (Verona, 2003)
Il relitto è stato ritrovato da Albert Falco nel marzo del ‘55
Nove uomini, il più giovane dei quali aveva diciassette Il “cardo” Azzurro, emblema della nave e della compagnia scozzese Albyn line. Nove uomini, il più giovane dei quali aveva diciassette anni perirono nel naufragio del Thistlegorm. Angus Mac Leay fu insignito della George Medal.
bombardarono il Thistlegorm, che affondò dopo un’ora. Alle 0:35 del 6 ottobre ’41 quattro Heinkel He-III provenienti dalla base di Creta bombardarono il Thistlegorm, che affondò dopo un’ora. Due giorni dopo altri Heinkel He-III provenienti da Creta affondarono la Rosalie Moller.
Una parte della zona prodiera non è visitabile Nelle stive del Thistlegorm vi sono munizioni, carri armati, motociclette e camion. Una parte della zona prodiera non è visitabile per il pericolo di crolli.
Vi sono quattro stive piene di rifornimenti bellici Vi sono quattro stive piene di rifornimenti bellici. Due locomotive di 126 t. sono state proiettate dall’esplosione a trenta metri di distanza.
I “pesci di vetro”.
Nella stiva 4 erano trasportati due carroarmati Universal Carrier MK II
Locomotive Stanier 8 F
Tender e vagoni cisterna schiacciati per l’affondamento
Il salpa ancore.
Il bagno del comandante.
Tra questi due scatti sono trascorsi sette anni
Alcuni danni arrecati al relitto
a forma di siluro situato Paramine divergente a forma di siluro situato sul lato di dritta.
Calotta di motore radiale. Ricambi per aerei. Calotta di motore radiale. Ali.
Autocarri Tilling Stevens TS - 19
Motociclette Matchless G3L e BSA W-M20
Norton 16 H
La fauna del relitto.
Porto Sudan. Relitto dell’Umbria. Fiat 1100 ed oltre 360 000 bombe a -36 m.
Bidet in porcellana bianca, decorato a fiori blu del XIX sec. Le nuove tecniche di ricerca Sub bottom profiler Side scan sonar Multi beam Bidet in porcellana bianca, decorato a fiori blu del XIX sec. Ritrovato da F. Goddio a 108 m. di profondità.
Jules e Jim della Hilti – Goddio inc.
Ricerca e recupero di un Mirage BG 204 greco caduto nel 2000 nei pressi di Samo a bassa profondità.
Il miliardario R. Mester esplora il relitto di un TDB 1 a –153 m. di profondità in Florida - USA.
Il rinvenimento del Thunderbold viene documentato con le tecniche più moderne.
Vicino a Lipari, a 130 metri di profondità è stato rinvenuto nel settembre 2014 un relitto con anfore greco italiche e puniche del III/II sec. a.C. dalla Sovrintendenza del mare in collaborazione con la Global Underwater Explorers che ha messo a disposizione due mini sommergibili biposto dotati di braccio meccanico e attrezzature di documentazione videofotografiche.
Noria
Eolie giugno 2015
Dressel 21/22 (I/II sec. d.C.) Vinarie italiche (II/I sec. a.C.)
Ustica. Barracuda sulla secca Colombaia.