Università degli Studi di Camerino Scuola di Scienze e Tecnologie Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie per la Conservazione e il Restauro dei Beni Culturali (classe 41) IL GIACIMENTO PALEONTOLOGICO DI COLLECURTI (SERRAVALLE DI CHIENTI, MC): METODOLOGIE DI SCAVO E RECUPERO DEI REPERTI Elaborato finale in Laboratorio di Geoarcheologia Laureanda Tatiana Angelini Anno Accademico 2008 / 2009
Ubicazione dello scavo di Collecurti
Lo scavo stratigrafico
Unità stratigrafica 1: terreno agricolo rivoltato dall’aratro
Unità stratigrafica 2
Unità stratigrafica 3
Unità stratigrafica 4
Unità stratigrafica 5
Sullo scavo: l’affioramento dei reperti
Primo consolidamento sullo scavo con Mowilith 50 diluito in acetone Mowilith 50 Acetato di polivinile utilizzato anche su opere d’arte; stabile, atossico e biodegradabile Primo consolidamento sullo scavo con Mowilith 50 diluito in acetone
Zanna o difesa di elefante Zanna o difesa di elefante. Sono visibili le gallerie necessarie per realizzare la “camicia di gesso” La zanna ricoperta dalla pellicola di alluminio
Il posizionamento delle bende gessate La zanna d’elefante nella “camicia di gesso”
Il reperto paleontologico viene considerato come un bene che esige cura ed estremo rispetto, in quanto “documento” che reca in sè le tracce del proprio passaggio nel tempo. Cesare Brandi I criteri da rispettare nel restauro definiti da Cesare Brandi sono: - la riconoscibilità - la reversibilità - la compatibilità - l’intervento minimo
Il restauro dei reperti fossili di Collecurti in laboratorio Costola di Hippopotamus antiquus Dal rinvenimento al laboratorio
La rimozione della camicia di gesso
Pulitura del reperto preso in esame Vengono pulite accuratamente le fratture dai resti di sedimento, le quali poi vengono irrorate di consolidante: Mowilith 50
La scheda tecnica deve contenere la “storia” del reperto
Conclusioni Differenti modalità di scavo (non conservativo fino al 1991; strato su strato dal 1992); Consolidamento, recupero con criteri conservativi; Restauro fin dal 1988 si è cercato di utilizzare esclusivamente sostanze reversibili in modo da permettere qualsiasi intervento successivo.
Sviluppi futuri Realizzare l’unione delle piante di scavo per la verifica delle aree rimaste inesplorate; Nuovi scavi per verificare le ipotesi formulate riguardo la distribuzione e le modalità di deposizione dei reperti; Acquisizione dati da nuove tecniche di prospezione geofisica (p.e. georadar); Sperimentazione di nuove sostanze reversibili per il restauro dei reperti.