Il bullismo
Definizione Un individuo è oggetto di azioni di bullismo, cioè è prevaricato o vittimizzato se è esposto ripetutamente nel corso del tempo alle azioni offensive messe in atto da uno o più compagni. (Dan Olweus, 2007, Bullismo a scuola. Ragazzi oppressi) che opprimono)
Caratteristiche del bullismo Intenzionalità Persistenza Interazione asimmetrica
Caratteristiche del bullismo Mancanza di compassione Il “potere” del bullo: il bullo ha maggior potere della vittima a causa dell'età, della forza, della grandezza, del genere , o per la sua popolarità nel gruppo di coetanei ma anche perché spesso ci sono “osservatori passivi” o sostenitori che si alleano con lui per proteggere se stessi. La “Vulnerabilità” della vittima: la vittima è più sensibile degli altri coetanei alle prese in giro, non sa o non può difendersi adeguatamente; ha delle caratteristiche fisiche o psicologiche che la rendono più incline alla vittimizzazione La “Mancanza di Sostegno” della vittima: La vittima si sente isolata ed esposta, spesso ha molta paura, o ha vergogna, di riferire gli episodi di bullismo perché teme rappresaglie e vendette; ma anche perché si ritiene “in colpa” per il non saper reagire non si integrano da un punto di vista sociale
Tre forme di bullismo Fisico Verbale Indiretto
I protagonisti Bullo Aiutante Sostenitore Vittima Difensore Esterno
Lo sgrammaticato sociale! Il bullo Chi è il bullo? Lo sgrammaticato sociale! Immaturità emotiva, non prova colpa, non prova vergogna, non prova empatia. Il bullo deve quindi imparare da zero i rudimenti di una grammatica del vivere civile di cui non conosce il codice. (A.Fonzi)
Tipologie di bullo Il bullo dominante Il bullo gregario Il bullo vittima
Come sono le famiglie dei bulli? Il clima di ostilità , la scarsa accettazione del figlio da parte dei genitori e il ruolo dei modelli educativi autoritari e violenti nel controllo del comportamento dei figli sono tipici delle famiglie dei bulli. Un’altra dimensione importante è che spesso i genitori dei ragazzi bulli sono eccessivamente permissivi, tendono a trascurare i bisogni educativi dei ragazzi e le esigenze di controllo e di delimitazione del comportamento in contesti interpersonali. Ciò può portare alcuni di loro ad assumere atteggiamenti e comportamenti di soverchieria senza una chiara consapevolezza degli effetti che questi possono avere sugli altri.
Come sono le famiglie dei bulli? Un’altra caratteristica dello stile parentale frequentemente associata a difficoltà di tipo aggressivo nei bambini è quella relativa all’incoerenza tra azioni e comportamenti educativi. Quando lo stile educativo parentale risulta incoerente, il bambino è incapace di prevedere le reazioni dei suoi genitori, per questo motivo egli impara a guardare le azioni degli altri con gli occhi del paranoide: atteggiamenti o parole innocenti vengono scambiate per offese rivolte alla propria persona e, quindi, meritevoli di una punizione. Ciò spiega i numerosi attacchi ingiustificati dei bulli contro uno o più coetanei e il loro senso di ostilità verso esterno.
La vittima Chi è la vittima? è un soggetto più debole dei coetanei; • è ansioso e insicuro; • è sensibile, prudente, tranquillo, fragile, timoroso; • ha una bassa autostima; • tende ad isolarsi, incapace di difendersi e bisognoso di protezione. • ha rendimento scolastico non brillante; • è poco abile nello sport e nel gioco; • nega l’esistenza del problema, perché tende a colpevolizzarsi e per questo non riesce a confidarsi con nessuno.
Tipologie della vittima -passiva: È un ragazzo tendenzialmente passivo che non sembra provocare in alcun modo le prepotenze subite: è un soggetto calmo, sensibile e contrario all’uso della violenza, e se maschio, più debole fisicamente rispetto alla media dei compagni - provocatrice: È un ragazzo che con il suo comportamento irrequieto, iper-reattiVo e irritante, provoca gli attacchi subiti e spesso contrattacca le azioni dell’altro
Come sono le famiglie delle vittime? Sono molto coese, tanto da coinvolgere i figli nella loro vita interna. Ciò favorisce l’instaurarsi di un legame di stretta dipendenza dalla famiglia, con conseguente difficoltà sul versante dei rapporti con i pari. In questi contesti risulta spesso rilevante il ruolo iperprotettivo della madre, mentre è assente o poco coinvolta la figura del padre. Il risultato è che questi bambini hanno difficoltà nel gestire le relazioni sociali con gli altri e non riescono ad affrontare interazioni più complesse (Genta, 2002)
Le conseguenze Per la vittima: desiderio di non andare a scuola; calo dell’autostima; somatizzazioni; episodi depressivi; tentati suicidi Per il bullo: comportamenti antisociali; disturbi della condotta; problemi legali Per l’aiutante, il sostenitore e l’esterno: tutti imparano a “farsi i fatti propri”, sfiducia negli altri, pensando che non si può contare sull’aiuto di nessuno perché vince sempre il più forte
Meccanismi di gruppo Contagio sociale Indebolirsi del controllo Diminuzione della responsabilità individuale
Perché è importante intervenire sul bullismo a scuola e in famiglia? Il comportamento da bullo o da vittima non è una tendenza passeggera, tali comportamenti rimarranno stabili nel tempo almeno nel periodo scolastico e anche in diversi contesti sociali. Quindi è fondamentale intervenire per arginare questi problemi e creare un clima positivo di convivenza nella scuola e in famiglia.
Macroaree di intervento Scuola Famiglia Classe Individuo
DA EVITARE: USO DI UN LINGUAGGIO VIOLENTO METTERSI ALLO STESSO LIVELLO DEGLI STUDENTI LA CONFUSIONE IL NON DARE PESO “Far finta di niente”
La scuola Le misure mireranno a sviluppare atteggiamenti e a creare condizioni che attenuino l’entità del fenomeno e soprattutto prevengano lo sviluppo di nuovi problemi Che cosa possiamo aspettarci da una politica scolastica integrata? Una volta che queste precondizioni siano state garantite,dovremmo cominciare a percepire i primi cambiamenti nella cultura della scuola e negli atteggiamenti e comportamenti del personale, degli alunni e dei genitori.
Livelli di interventi scolastici Essendo la scuola un’istituzione complessa, i livelli di interazione da considerare per capire il fenomeno e progettare modalità di intervento in questo campo sono molteplici: 1. il gruppo dei pari; 2. la relazione educativa tra insegnanti e alunni; 3. la cultura della scuola; 4. il rapporto con le famiglie; 5. il sistema complessivo di valori della comunità.
1-Il gruppo dei pari Quando si verifica un episodio di prepotenza, è facile restringere l’attenzione e l’intervento alla coppia bullo-vittima che emerge dallo sfondo, senza approfondire le dinamiche interne al gruppo che hanno favorito questa emergenza. Spesso invece il gruppo concorre a creare e a cristallizzare vittime e prepotenti al suo interno, mitizzando e proteggendo i bulli, a cui va la simpatia, e tollerando male la sofferenza e la fragilità delle vittime, che irritano perché evocano personali insicurezze. Si può stabilire addirittura un clima di omertà Allargare l’osservazione al gruppo
2-La relazione educativa tra insegnanti e alunni Difficoltà di comunicazione e gli atteggiamenti di indifferenza che gli adulti dimostrano verso i ragazzi e i loro problemi, possono in molte occasioni rafforzare e legittimare i comportamenti prevaricatori. Il tempo speso per chiedersi cosa sta succedendo, per capire se si tratta di gioco o di sopraffazione, per favorire un dialogo con gli studenti e tra di loro, se sarà un tempo utile per migliorare il clima della classe, potrà aiutare anche il rapporto degli allievi con il compito di apprendere
3-La cultura della scuola Le regole e il clima generale della classe e della scuola vengono respirati da alunni e alunne e condizionano il loro comportamento: una scuola in cui vengano presi accordi a livello d’istituto per capire il problema del bullismo, rilevarne l’entità, concordare alcune modalità comuni di comportamento dà subito l’immagine, per chi la frequenta e vi lavora, di un ambiente in cui la prevaricazione non sarà tollerata. La cultura della scuola si esplicita anche nell’organizzazione degli spazi. Vi sono luoghi dell’edificio — cortili, corridoi, bagni, angoli bui — che, se vengono lasciati a se stessi, possono diventare teatro di istinti aggressivi e conflittuali.
4-Il rapporto con le famiglie Gli insegnanti, di fronte ad alcuni episodi, sono portati ad attribuire gran parte della responsabilità ai genitori e a una loro presunta incapacità educativa. Si crea così un clima di incomprensione e di equivoci in cui padri e madri si sentono criticati e si mettono sulla difensiva e i docenti, poiché trovano difficile comunicare con loro, si convincono che nulla a scuola possa essere cambiato, perché tutto è già precostituito a partire dall’esperienza familiare. È invece utile separare le responsabilità e chiedersi innanzi tutto: che cosa posso fare? Se gli insegnanti si chiariscono su ciò che possono concretamente attuare, ma anche sui limiti delle loro azioni, allora sarà più facile creare un’alleanza educativa con i genitori e aiutarli a chiedersi che cosa possono fare loro stessi per i propri figli.
5-Il sistema di valori complessivo della comunità I comportamenti prepotenti possono essere incoraggiati anche da modelli culturali, presenti nei media e praticati nell’ambiente, che premiano la furbizia,arroganza e la prevaricazione.
Nello specifico la scuola dovrà Giornata dibattito sul problema bullismo Somministrazione del questionario Supervisione durante l’intervallo e nell’orario di mensa Predisposizioni di spazi più attrezzati e adeguati per la ricreazione Contatti telefonici Incontri fra insegnanti e genitori Gruppi di studio di insegnanti per lo sviluppo di un buon clima scolastico Incontri tra genitori
Nello specifico il docente dovrà A questo livello il campo d’azione è costituito dal gruppo classe, gli obiettivi da conseguire: sviluppo di atteggiamenti che attenuino l’entità del fenomeno e prevengano lo sviluppo di nuovi problemi Somministrare questionari Regole sul bullismo: chiarimenti, elogi e sanzioni Incontri di classe sistematici Apprendimento cooperativo Attività educative Incontri tra insegnanti, genitori e alunni
Livello individuale Il campo di azione è costituito dal singolo soggetto, in questo caso l’obiettivo fondamentale è cambiare il comportamento sia degli studenti identificati come vittime sia quelli identificati come bulli: Colloqui approfonditi con i bulli e le vittime Colloquio con i genitori degli studenti direttamente coinvolti Discussione di gruppo tra genitori di bulli e vittime Trasferimenti in altra classe o scuola
Nello specifico il genitore dovrà: Il potere della comunicazione efficace “Dovete parlare di più con i figli” “ascoltare senza esprimere giudizi” “comprendere e condividere le emozioni del figlio” FAR VIVERE la presenza genitoriale non come figura di controllo ma come punto di riferimento sicuro senza la paura della punizione SAPERE CHE che i comportamenti genitoriali sono il principale modello di riferimento nella costruzione delle abilità sociali del bambino che prende esempio da ciò che vede in casa
Nello specifico il genitore dovrà: E’ importante che i genitori vengano coinvolti ed AIUTINO il bambino o il ragazzo a: Aumentare la sua autostima Incoraggiarlo a sviluppare le sue caratteristiche positive e le sue abilità Stimolarlo a stabilire relazioni con i coetanei e a non isolarsi e facilitare il suo sentirsi parte del gruppo Abituarlo a esercitare la teoria della mente ( a pensare, programmare, ordinare le soluzioni ai problemi)
Il silenzio e la segretezza sono amici del bullo! SE TI RITROVI IN UNA DI QUESTE AFFERMAZIONI: 1) “Spesso prendo in giro i compagni, li minaccio, sono aggressivo con loro: così mi sento il più forte” PARLANE! HAI BISOGNO DI AIUTO Parlane con qualcuno, senza paura di essere perseguitato, ma cerca di capire cosa si può fare per alleviare la tua rabbia e la tua sofferenza, per uscire dalla confusione che ti perseguita per riconoscere e conoscere i tuoi sentimenti. Fai il possibile per modificare la situazione!
Il silenzio e la segretezza sono amici del bullo! 2) “Sono spesso deriso dai compagni, mi sento isolato, ricevo insulti, minacce, mi costringono a fare cose che non voglio…” PARLANE! NON SEI TU AD ESSERE SBAGLIATO….. CHIEDI AIUTO!! Non ti devi vergognare di ciò che ti accade, anzi devi reagire e magari cercare di aiutare coloro che sono vittime come te di atti di bullismo cercando di capire come risolvere il problema insieme. Parlare con un amico. Aiuta ad affrontare la situazione. Chiedere aiuto e supporto ad un adulto di cui ti fidi. -Non rispondere alle provocazioni, allontanati. Mantenere la calma e allontanarsi toglie al bullo il divertimento e il piacere di vedere la vittima umiliata. -Non mostrare rabbia, timore o tristezza. Far capire al bullo che non si ha paura, che si è intelligenti e spiritosi lo metterà in imbarazzo. Senza la tua reazione il bullo si annoierà e ti lascerà stare. -Se il bullo vuole le tue cose, non vale la pena bisticciare. Al momento lasciagli pure prendere ciò che vuole però poi raccontalo subito ad un adulto. -Evitare l’isolamento. Il bullo provoca chi è solo.
Il silenzio e la segretezza sono amici del bullo! 3) “Ho assistito a scene aggressive, di derisione verso qualcuno” PARLANE! NON È FARE LA SPIA MA AIUTARE GLI ALTRI! SE FOSSI TU AL SUO POSTO SARESTI FELICE SE QUALCUNO TI AIUTASSE? Assistere ad atti di violenza in modo passivo o sostenendoli con incitamenti, risolini e via di seguito contribuiscono a determinare il fenomeno, aggravando la situazione della vittima. Se sai che qualcuno subisce prepotenze, dillo subito ad un adulto.