Il commercio internazionale Economia Il commercio internazionale Ricardo assume rendimenti di scala costanti e concorrenza perfetta. Oggi per spiegare il commercio internazionale si ricorre ai modelli di concorrenza monopolistica (con la differenziazione orizzontale e la varietà dei prodotti ) ed ai modelli di oligopolio con prodotto omogeneo. Si deve distinguere tra: - Importazioni ed esportazioni tra settori diversi (il c.d. commercio inter-industriale, quello considerato da Ricardo), dove si riflettono i vantaggi comparati. Più i paesi sono diversi, per dotazione di fattori produttivi e tecnologia, più il loro commercio è inter-industriale (scambiano prodotti diversi, es. vino contro stoffa). Importazioni ed esportazioni all’interno degli stessi settori (il c.d.commercio intra-industriale); importazioni ed esportazioni tra settori diversi. Più i paesi sono simili più prevale il commercio intra-industriale (ad es. automobili, alimentari, meccanica). Nel commercio intra-industriale si ha la simultanea importazione ed esportazione di prodotti appartenenti alla stessa industria e categoria merceologica. La differenziazione orizzontale riguarda prodotti di qualità simile che differiscono per le caratteristiche. Il commercio intra-industriale consente ai paesi di avvantaggiarsi di mercati più vasti. I paesi commerciano tra loro per due ragioni :1. hanno differenti dotazioni di risorse e/o diverse tecnologie; 2. vogliono realizzare economie di scala e/o rendimenti crescenti nella produzione. I vantaggi del commercio intra-industriale non sono vantaggi comparati, ma sono rilevanti quando le economie di scala sono intense e i prodotti fortemente differenziati. Le economie di scala a livello di settore si definiscono economie esterne e possono generare rendimenti crescenti di scala a livello dell’industria nazionale. I modelli di concorrenza monopolistica possono mostrare come il commercio internazionale porti a: - un più ampio mercato aperto: - prezzi medi inferiori dei prodotti e dei servizi scambiati, per via delle economie di scala e della concorrenza; - maggiore varietà di beni per via della differenziazione dei prodotti; - un numero di imprese maggiore di quello di ciascun paese prima dell’apertura al commercio internazionale. Ogni impresa produce di più ed a prezzi più bassi, vendendo sia all’interno che all’estero.