«La teoria sociologia contemporanea» Corso di Sociologia Generale a.a. 2018/19 Prof.ssa Claudia Santoni Nona Lezione (Cap.4 – pp. 117-133) Materiale Didattico Testo d’esame R.A. Wallace, A. Wolf «La teoria sociologia contemporanea» Cap. 1,2,3,4,6
EVOLUZIONE SOCIALE e MODERNITA’/1 Interesse della sociologia all’evoluzione delle società da una forma all’altra (es. trasformazione con la Rivoluzione Industriale). Principali Teorici della prospettiva evoluzionista Auguste Comte (1798-1857). Il progresso dell’umanità attraverso tre stadi di pensiero (teologico, metafisico e positivo). Herbert Spencer (1820-1903). Gli organismi quanto la società si differenziano in strutture sempre più specializzate. Modello poi ripreso dai funzionalisti. Emile Durkeim (1858-1917). La densità demografica causa il passaggio da solidarietà meccanica a solidarietà organica (divisione del lavoro sempre più complessa).
EVOLUZIONE SOCIALE e MODERNITA’/2 Joseph Schumpeter (1818-1883). Cambiamento sociale legato alle posizioni di potere acquisite dalle classi che hanno capacità nuove, più rilevanti e che poi vengono di nuovo rimpiazzate e perdono legittimità. Karl Marx(1818-1883). La sua teoria sociale è una teoria del mutamento che è prodotto dal conflitto interno: visione dialettica della storia (tesi-antitesi-sintesi). L’evoluzione della società avviene attraverso 4 stadi economici, ognuno dei quali ha una classe dominante: asiatico, antico, feudale, borghese (ultime 3 storia occidentale). Il mutamento fa comparire una nuova classe. La visione di Marx si spinge ad ipotizzare la fine del capitalismo. Teoria della dipendenza centro/periferia.
EVOLUZIONE SOCIALE e MODERNITA’/3 Immanuel Wallerstein (1930 -). Teoria del sistema-mondo: le parti del sistema-mondo si specializzano in funzioni diverse (il mondo moderno si è determinato sulle forze capitalistiche globali dove il centro controlla la periferia). Talcott Parsons (1902-1979). La sua teoria dell’evoluzione parte dai tre stadi (primitivo, intermedio, moderno). Egli identifica 6 universali evolutivi (ricomprendono tutti tipi di evoluzione): qualunque tipo di sviluppo che si presenta più volte in condizioni differenti e che ha un grande valore di sopravvivenza (es. comunicazione, linguaggio..). Nessun processo evolutivo può aver luogo senza di essi. Il modello evolutivo si basa su 4 processi: differenziazione, crescita adattiva, inclusione, generalizzazione dei valori.
EVOLUZIONE SOCIALE e MODERNITA’/4 L’evoluzione sociale per Parsons è una progressiva differenziazione delle società dal semplice al complesso. Pensa che evoluzione conduca a cambiamenti nel sistema e non di sistema, sono cambiamenti lenti e progressivi. Jurgen Habermas (1929 - ). Scuola di Francoforte. Nelle sue opere ritroviamo elementi di Marx (la «ragione») e di Weber (la «gabbia d’acciaio»). Come Marx vede l’evoluzione sociale come risultato di una crisi che ha fatto mutare le formazioni sociali (società) che per lui sono 4: primitive, tradizionali, capitaliste liberali, capitaliste organizzate e post-capitaliste. Rispetto a Marx vede agire nel mutamento anche la dimensione dell’identità sociale degli individui che anch’essa viene minacciata.
EVOLUZIONE SOCIALE e MODERNITA’/5 Secondo Habermas le crisi sono anche crisi di legittimazione dell’ordinamento politico dello Stato e nello sviluppo della società moderna la legittimazione deve essere sempre più esplicita perché il capitalismo non può fare affidamento su tradizione e autorità. Egli vede l’ideologia di mercato come una forma di potere legittimato e critica i mutamenti che hanno portato al capitalismo organizzato (oligarchia e più stato). Questa nuova forma ha bisogno di maggiore legittimazione altrimenti entra in crisi. Idea di mondo-vitale: capire come gli altri percepiscono il cambiamento a partire dalle loro «reti di significato». Vicinanza alla fenomenologia (livelli di coscienza non consapevoli che strutturano le nostre percezioni e determinano la nostra esperienza della realtà).
EVOLUZIONE SOCIALE e MODERNITA’/6 Il processo di modernizzazione coincide con la razionalizzazione del mondo vitale: oggi tutto va giustificato in termini di principi generali. Il sistema sociale diventa sempre più complesso e differenziato mentre il mondo vitale diventa sempre più razionalizzato perché le decisioni richiedono sempre più discussioni razionali. Questa continua razionalizzazione può però divenire patologica e mettere in pericolo l’integrazione sociale stessa. Il suo mondo-vitale fa parte della teoria dell’agire comunicativo: l’agire comunicativo è strutturato dai mondi vitali degli attori sociali: la società funziona grazie alla comunicazione. L’agire comunicativo è un tipo di interazione sociale orientata alla comprensione reciproca e non al successo. La razionalità comunicativa (azioni e fatti sono esplicitamente giustificati).