Tecniche di indagine, prelievo e protocollo di campionamento

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Tecniche di indagine, prelievo e protocollo di campionamento Dott. Gian franco Gaggino Dott.ssa Annalisa Gussoni PI Simone Pasquali Tecniche di indagine, prelievo e protocollo di campionamento PASA LABS s.r.l. Via Luigi Borgomainerio, 12 20134 Milano Tel.        02.26.30.14.65 Fax.       02.87.18.14.52 sviluppo@pasalabs.eu Sesto San Giovanni 8 giugno 2016

Manuale UNICHIM N. 157 (edizione 1997) “Acque destinate al consumo umano- Metodi di campionamento”; APAT CNR IRSA Sezione 1030 “Metodi di campionamento” del Manuale 29 (edizione 2003) “Metodi analitici per le acque; EPA SW-846 Capitolo 3 “Composti Inorganici” e Capitolo 4 “Composti Organici”, Rev.4 2007; S.A.R.A. Consorzio “Venezia Nuova” Luglio 1991 “Manuale operativo delle metodiche analitiche”. EPA/540/S-95/504 – Aprile 1996 “Procedure di campionamento delle acque di falda di tipo Low-Flow”; CNR IRSA Quad. n°64, 1985 “ Metodi analitici per i fanghi – Parametri chimico-fisici” e 1983 “Metodi analitici per i fanghi – Parametri biochimici e biologici”; Decreto Ministeriale 13/09/1999 GU n° 248 21-10-1999 “Metodi ufficiali di analisi chimica del suolo”. IPLA ed. 1992 “Metodi di analisi del compost”; UNI 10802:2013 – Campionamento manuale, preparazione del campione ed analisi degli eluati. UNI EN 14899:2006 – Campionamento dei rifiuti. Schema quadro di riferimento per la preparazione e l’applicazione di un piano di campionamento. UNI EN 15002:2006 – Caratterizzazione dei rifiuti. Preparazione di porzioni di prova dal campione di laboratorio.

Definizioni Campionamento: metodo di prelievo o di costituzione di un campione. [cfr. norma UNI EN 10802 p.to 3.3]   Campione: porzione di materiale selezionata da una quantità più grande di materiale. [cfr. norma UNI EN 14899 p.to 3.14] Campione rappresentativo: campione in cui le caratteristiche di interesse sono presenti con un’affidabilità appropriata ai fini del programma di prova . [cfr. norma UNI EN 10802 p.to 3.5.9] Campione composito: campione formato da due o più incrementi/sottocampioni uniti in proporzioni appropriate, in modo discreto o continuo (campione composito miscelato), dai quali può essere ottenuto il valore medio di una caratteristica desiderata. [cfr. norma UNI EN 10802 p.to 3.5.2] Campione in campo o primario: Quantità (massa o volume) di materiale ottenuta mediante campionamento senza alcun sottocampionamento. [cfr. norma UNI EN 10802 p.to 3.5.7]

Definizioni Campione di laboratorio: campione o sottocampione/i inviato al laboratorio o ricevuto dal laboratorio. Quando il campione di laboratorio è ulteriormente preparato (ridotto) mediante ripartizione, miscelazione, macinazione o mediante combinazione di tali operazioni, il risultato è il campione di prova. Quando non è richiesta alcuna preparazione, il campione di laboratorio è il campione di prova. Il campione di laboratorio è il campione finale dal punto di vista della raccolta dei campioni, ma il campione iniziale dal punto di vista del laboratorio. [cfr. norma UNI EN 10802 p.to 3.5.3] Campione di prova: campione, preparato dal campione di laboratorio, dal quale sono prelevate porzioni di prova per prove o analisi. [cfr. norma UNI EN 10802 p.to 3.5.4] Incremento: porzione individuale di materiale raccolta in un unica operazione di un dispositivo di campionamento che non è analizzata/esaminata come singola entità, ma si utilizza per la formazione di un campione composito. [cfr. norma UNI EN 14899 p.to 3.31]

Definizioni Campionamento casuale: campionamento di n unità effettuato in modo tale che ciascuna unità abbia la stessa probabilità di essere prelevata. [cfr. norma UNI EN 10802 p.to 3.3.2] Campionamento probabilistico: campionamento condotto secondo i principi statistici di campionamento. Il principio essenziale del campionamento probabilistico è che ogni singola particella o elemento della popolazione abbia un’uguale possibilità di essere campionato. [cfr. norma UNI EN 10802 p.to 3.3.5] Conservazione del campione: Qualsiasi procedura utilizzata per evitare che si modifichino le caratteristiche di interesse di un campione in modo tale che le proprietà in corso di esame siano mantenute stabili dalla fase di raccolta sino alla preparazione per l'analisi. [cfr. norma UNI EN 10802 p.to 3.12] Popolazione/lotto: La totalità degli elementi presi in considerazione. [cfr. norma UNI EN 10802 p.to 3.50]

Perché preleviamo? Indagini ambientali / caratterizzazioni / bonifica Piano di gestione terre e rocce da scavo Rimozione rifiuti Matrici: suolo, sottosuolo, materiali di riporto, acqua di falda, acque superficiali, rifiuti

Indagini / Caratterizzazioni Il campionamento in questo caso ha lo scopo di descrivere dal punto di vista geologico e idrogeologico, la profondità dell'inquinamento, la variabilità orizzontale e verticale della contaminazione, la presenza di contatto diretto tra gli acquiferi e le fonti di inquinamento. In caso di bonifica il campionamento avrà lo scopo anche di verificare il raggiungimento degli obiettivi dell’intervento sia in corso d’opera che al termine dello stesso. Gli esiti del campionamento resteranno validi fino a quando non saranno mutate le condizioni dell’area di prelievo.

aree con centri di rischio Indagini preliminari / caratterizzazioni aree con centri di rischio rete fognaria serbatoi

aree libere: il criterio statistico Indagini preliminari / caratterizzazioni aree libere: il criterio statistico

Indagini preliminari / caratterizzazioni Quanti punti? A che distanza? <10.000 mq: almeno 5 punti  10.000 - 50.000 mq: da 5 a 15 punti 50.000 - 250.000 mq: da 15 a 60 punti 250.000 - 500.000 mq: da 60 a 120 punti > 500.000 mq: almeno 2 punti ogni 10.000 mq Il lato di ogni maglia potrà variare da 25 a 100 m

Il piano di gestione terre e rocce da scavo Il campionamento in questo caso ha lo scopo di definire in modo statistico le caratteristiche del materiale derivante da attività di scavo di siti non contaminati e destinato a riutilizzo sia interno che esterno. Il materiale, di prassi, viene descritto con una singola analisi ogni 3000 m3 per il riutilizzo esterno. Il materiale oggetto di riutilizzo interno ai sensi dell’art.195 del D.lgs.152/06 non soggetto a verifiche analitiche, sebbene sia consigliabile comunque effettuarle.

Il piano di rimozione rifiuti Il campionamento di rifiuti ha un duplice obiettivo: la caratterizzazione del rifiuto stesso al fine dell’attribuzione del codice CER, e pertanto in molti casi coincide con la così detta “omologa” ovvero la verifica della compatibilità della classificazione con le autorizzazioni del sito di conferimento, e la verifica della qualità del fondo scavo ai sensi dell’art. 239 del D.lgs. 152/06. Ai sensi dell’art.192 D. Lgs. 152/06 in caso di riscontro di rifiuti abbandonati non è obbligatoria la comunicazione ma è invece obbligatoria la rimozione.  

Protocollo di campionamento e di analisi In ogni caso il protocollo dovrà indicare le modalità operative per il prelievo dei campioni al fine di descrivere il sito o il materiale da gestire nonché i metodi analitici da applicare che potranno essere previsti da una norma, previsti da metodiche ufficiali, prodotti da enti universalmente riconosciuti (EPA, UNICHIM, ISPRA) o metodi interni purchè riproducibili. E’ sempre bene poi considerare eventuali protocolli definiti dalle arpa di riferimento al fine di evitare la mancata validazione dei risultati di parte. Il campionamento deve essere tale da garantire: la rappresentatività del materiale campionato, la riproducibilità dei risultati sia per lo stesso operatore che per operatori diversi, la validazione dei dati analitici da parte dell’ente di controllo.

Tecniche di prelievo dei campioni Il campionamento ha un’enorme importanza nella caratterizzazione di un sito. Un buon campionamento garantisce risultati affidabili, riproducibili ed evita sottostime e/o sovrastime del dato. Il campionamento può definirsi come l’operazione di prelevamento della parte di una sostanza di dimensione tale che la proprietà misurata nel campione prelevato rappresenti, entro un limite accettabile noto, la stessa proprietà nella massa di origine

Tecniche di prelievo dei campioni Le tecniche di campionamento devono anche tenere conto delle proprietà fisico-chimiche delle sostanze che si intendono ricercare. Gli studi disponibili mettono in evidenza che l’incertezza associata al campionamento può contribuire anche per il 30-50% all’incertezza associata al risultato analitico finale ed è di gran lunga più elevata rispetto all’incertezza associata alla fase analitica (circa il 5%).

Pianificazione Definizione dell’area Metodo di campionamento Numero dei campioni Massa del campione Tempistica Criticità Variabilità spaziale, eterogeneità Rappresentatività statistica,contaminazione o perdite Rappresentatività statistica Variabilità temporale Rischio Alto Alto / parzialmente controllabile Basso Campionamento Condizioni ambientali Imballaggio del campione Irriproducibilità Contaminazione o perdite Molto alto Controllabile Conservazione del campione Perdite per metabolismo, volatilizzazione ecc. (in particolare relativamente a campioni di acqua, aria e tessuti animali) Medio

Trasporto Contaminazione e perdite per metabolismo, volatilizzazione (in particolare per i campioni di suolo e acqua) Alto Immagazzinamento Breve termine/Lungo termine Contaminazione o perdite, metabolismo, alterazione della forma e del peso originari, speciazione, solubilità Preparazione del campione Pulizia, lavaggio Essiccazione Omogeneizzazione Sottocampionamento Pretrattamento Contaminazione o perdite per lisciviazione Perdite, contaminazione Contaminazione Eterogeneità di distribuzione di particelle e analita Contaminazione a causa dei reagenti o del contenitore del campione, precipitazione, perdite per adsorbimento Medio Controllabile

Tecniche di prelievo dei campioni I campionamenti di matrici solide (suolo, sottosuolo e riporti) possono essere eseguiti mediante: Escavatore (trincee): in questo caso la formazione del campione avviene prelevando dalla massa di terreno, raccolta nella benna o depositata su idonea superficie, più porzioni al fine di ottenere un campione omogeneo e statisticamente rappresentativo dell’orizzonte indagato. Escavatore (cumuli): in questo caso la formazione del campione avviene prelevando dalla massa di terreno, in diversi punti del cumulo al fine di ottenere un campione medio composito statisticamente rappresentativo dell’intera massa. Sondaggi a carotaggio continuo: in questo caso la formazione del campione avviene prelevando l’intero metro di carota da indagare dalla cassetta catalogatrice.

Tecniche di prelievo dei campioni I campionamenti di rifiuti possono essere eseguiti mediante le tecniche più varie in funzione della tipologia di materiale: Escavatore Carotaggi Pala / sessola Autospurgo Pinze

Tecniche di campionamento Suolo, sottosuolo e riporti 1) campionamento di inquinanti non volatili Per i non volatili (metalli, idrocarburi pesanti, ecc.), il materiale estratto viene sottoposto a setacciatura con l’utilizzo di un setaccio avente maglia Æ = 2 cm conforme allo standard DIN ISO 3310/2. La setacciatura separa la frazione grossolana che viene scartata mentre il vagliato viene raccolto in una vaschetta, omogeneizzato mediante l’utilizzo di una apposita paletta e, se il campionamento è in contraddittorio con ARPA, suddiviso in tre aliquote una per il laboratorio di parte; una per il laboratorio pubblico che a propria discrezione sceglierà i campioni da analizzare ai fini della validazione dei dati di parte; una (c.d. 3° aliquota) da utilizzare in caso di difformità dei risultati per le analisi in contraddittorio. distribuendo quindi in modo omogeneo e sistematico il terreno in tutti e tre i contenitori.

Tecniche di campionamento I contenitori (vasi in vetro chiaro, con contro tappo in teflon o alluminio e tappo a vite a tenuta ermetica) dovranno essere di capacità pari a 1kg al fine di avere abbastanza materiale per soddisfare il set analitico. Dovranno essere identificati e scartati materiali estranei, saranno indicati opportunamente nel rapporto di campionamento, che possano alterare i risultati finali (pezzi di vetro, ciottoli, rami, foglie, ecc.). 2) Campionamento di composti volatili   Per i composti volatili, idrocarburi leggeri (C<12), idrocarburi aromatici, idrocarburi alifatici clorurati e alogenati, è prevista la raccolta di una sola aliquota. Il prelievo deve essere eseguito in modo puntuale, senza setacciatura né omogeneizzazione o miscelazione, subito dopo l’estrazione del terreno dal carotiere o direttamente dalla benna dell’escavatore al fine di evitare la volatilizzazione delle frazioni leggere. Il materiale deve essere trasferito in vials o in vasetti di vetro senza lasciare spazio di testa.

Tecniche di campionamento 3) Campionamento della frazione grossolana e del riporto Qualora fosse necessario campionare la frazione grossolana (> 5 mm) o per il campionamento del materiale di riporto si segue la seguente procedura. Il campione sarà suddiviso in più parti omogenee, adottando metodi di quartatura riportati nella normativa(IRSA-CNR, Quaderno 64 del gennaio 1985), per la raccolta del materiale grossolano saranno utilizzati appositi sacchetti in PE della capacità di 10 litri. NB il materiale di riporto viene solitamente sottoposto sia a prelievo ed analisi ai sensi del D.lgs.152/06 (vagliatura 2cm) per la valutazione della frazione terrigena sia a prelievo ed analisi mediante quartatura ed analisi sul T.Q, per la valutazione del test di cessione ai sensi del DM 5 febbraio 1998.

Tecniche di campionamento Rifiuti Campionamento casuale (random) si effettuano prelievi da un lotto in maniera casuale in modo tale che ciascun prelevamento abbia la stessa probabilità di includere tutti i parametri in esame. Nel caso di rifiuto omogeneo, adeguatamente miscelato, come un rifiuto liquido all’interno di un contenitore dotato di agitatore, si preleva il campione primario da un punto qualsiasi all’interno della massa. Campionamento sistematico prelevamento del campione ad intervalli (di tempo e di spazio) fissati. Questo tipo di campionamento permette una distribuzione uniforme dei punti di campionamento. Nel caso di lotti di piccole dimensioni di rifiuti solidi, o di un unico lotto di rifiuti solidi, si procede alla riduzione volumetrica se necessaria applicando il metodo della quartatura. Qualora non venisse ritenuta necessaria la riduzione volumetrica, si procede alla predisposizione di un campione secondario attraverso il metodo degli incrementi.

Tecniche di campionamento Metodo della Quartatura Qualora il campione primario di un rifiuto allo stato solido si presenti in volumi tali da dover subire una riduzione volumetrica, si procede, dopo miscelazione, alla riduzione di volume con il metodo della quartatura fino al raggiungimento del volume necessario per effettuare il campione di laboratorio (cfr. p.to. 3.5.3 norma UNI EN 10802). Impiegando idonea attrezzatura, si distribuisce in modo uniforme (in uno spazio adeguato) il materiale da esaminare in un cumulo o una “torta” con un’altezza corrispondente a circa un quarto del raggio della stessa. Questa va divisa in quattro parti di uguale dimensione: il materiale di due quarti opposti deve essere scartato, mentre quello dei due quarti rimanenti va mescolato e ridistribuito in una nuova “torta”. Si ripetono le operazioni eseguite sopradescritte e si sceglie i due quarti rimasti come campione .

Tecniche di campionamento Qualora il volume ottenuto risultasse essere eccessivo si ripetono le operazioni descritte tante volte fino al volume necessario alla formazione del campione secondario, garantendo la rappresentatività del campione. Il campione, così ottenuto, viene ripartito in aliquote, distribuendolo omogeneamente nei contenitori adeguati per formare il campione di laboratorio. La ripartizione in aliquote del volume minimo di 1 litro, si effettua nel modo seguente: si preleva una porzione dalla massa omogenea e la si distribuisce uniformemente nei contenitori, poi si ripete la medesima operazione con altre porzioni della massa, fino a che si ottiene la quantità di materiale desiderato per ciascuna aliquota. La quantità di campione da avviare al laboratorio deve essere almeno di 4 Kg (cfr. p.to. 4 metodo CNR IRSA Q 64 Vol. 3 1985 - Appendice I).

Tecniche di campionamento Metodo degli incrementi Il numero minimo di incrementi da prelevare in un lotto dipende, in linea generale, dalla massa del lotto, dalla massa degli incrementi e dalla pezzatura dei materiali che si vogliono prelevare e dalle analisi da effettuarsi.   Massa degli incrementi La massa di ciascun incremento (le cui dimensioni non devono essere inferiori a 1-2 Kg per materiali con massa volumica apparente intorno ad 1) sarà stabilito in funzione della pezzatura del materiale e della massa volumica apparente, “bulk density”, del materiale da campionare (tonnellate al metro cubo). Nel caso di campionamento manuale di materiali particolati, la massa minima degli incrementi viene calcolata con la formula seguente: mi = 2,7 x 10-5 r d 3  dove: d è la pezzatura del materiale (millimetri); r è la massa volumica apparente del materiale “bulk density” (cfr. par. 4.4.1 della norma UNI 10802:2004).

Tecniche di campionamento Numero di incrementi per prelievo di materiale confezionato Nel caso di materiale confezionato, sono scelte dal lotto complessivo un numero di unità individuato dalla radice cubica del numero totale di confezioni, come indicato nella tabella seguente, e la scelta dei contenitori da cui si deve campionare deve essere casuale. Da ciascuna unità si preleva un incremento. L’unione di tutti gli incrementi costituirà il campione primario (cfr. p.to 3.5.7 norma UNI EN 10802).

Tecniche di campionamento Numero di incrementi per prelievo di materiale sfuso Il numero minimo di incrementi da prelevare, in funzione del volume, è dato dalla seguente tabella: L’unione di tutti gli incrementi andrà a costituire il campione primario. Per volumi superiori a 4000 mc si considerano più lotti distinti, ciascuno dei quali corrisponderà un diverso campione. Spetta al personale addetto al prelevamento identificare il lotto sul quale effettuare il campionamento.

Tecniche di campionamento Numero di incrementi per prelievo di materiale steso In analogia alle procedure previste nel caso di bonifiche di suoli, nel caso di rifiuti disposti su di uno strato a contatto con un ampia superficie è preferibile operare un campionamento impiegando una griglia, di lato variabile a seconda della superficie occupata dallo strato, per formare il cumulo sul quale operare secondo le procedure previste nello schema precedente. I punti di prelievo degli incrementi potranno essere previsti in corrispondenza dei nodi (ubicazione sistematica) od all’interno della maglia (ubicazione sistematica casuale). La profondità del prelievo sarà funzione dello spessore dello strato di rifiuti da campionare.

Tecniche di campionamento Modalità di campionamento Al fine di ottenere il campione primario, i singoli incrementi vengono miscelati accuratamente, così da ottenere una massa omogenea nelle sue caratteristiche e un campione definito campione composito (cfr. p.to. 3.5.2 norma UNI EN 10802). La miscelazione di solidi può essere effettuata: sopra un telo posizionando il materiale in cumulo e rivoltando ripetutamente con una paletta; all’interno di un sacco imprimendo opportuni movimenti dall’esterno tali da miscelare il materiale. La miscelazione di liquidi può essere invece ottenuta con l’impiego di adeguati contenitori e attrezzature per mescolare.

La caratterizzazione dei corpi idrici La distribuzione dei punti campionamento sarà tale da descrivere lo stato qualitativo del corpo idrico considerato e/o gli effetti su di esso prodotti da uno scarico o da un sito contaminato.

Tecniche di prelievo dei campioni I campionamenti di matrici liquide (falda, corpi idrici superficiali) possono essere eseguiti mediante: Realizzazione di piezometri (falda) Secchio (corso d’acqua superficiale) Bottiglia da prelievo oceanografica (corpo d’acqua lacustre) Campionatore in continuo, bottiglia con asta (scarichi fognari) Retino da campionamento (IBE)

Tecniche di prelievo Per il prelievo delle acque di falda si farà riferimento a quanto contenuto nel metodo EPA 540/S-95/504 aprile 1996 “Procedure di campionamento delle acque di falda di tipo Low-Flow” e nel manuale APAT “Metodi analitici per le acque” ed in osservanza alla norma UNI EN ISO 5667-3-1998 (Qualita' dell'acqua - Campionamento - Guida per la conservazione ed il maneggiamento di campioni) ed alle linee guida ARPA-Lombardia (Dipartimento Monza Brianza)   Prima del campionamento sarà effettuata la misura del livello piezometrico, facendo ovviamente riferimento, per la quota, al piano campagna. Sarà eseguito lo spurgo fino ad ottenimento di acqua chiara e comunque per un tempo non interiore al ricambio di 3÷5 volumi d’acqua all’interno del pozzo/piezometro ed il calcolo del tempo di spurgo si ottiene con: ts= (Vw / Q) * 3÷5. Dove: per (Vw) si intende il volume della colonna d’acqua per (Q) la portata della pompa sommersa da utilizzare per lo spurgo Nei casi in cui si renda necessario un campionamento a basso flusso, lo spurgo ed il campionamento saranno effettuati con pompe a bassa portata al fine di evitare elevati livelli di torbidità nel campione con conseguente perdita di sostanze volatili ed una sovrastima delle concentrazioni di alcuni composti.

Tecniche di campionamento Per le acque di scarico si può ricorre a: Campionamento istantaneo => prelievo di un campione al tempo x, indicato per scarichi costanti in composizione e portata Campionamento medio composito (portata e tempo) => prelievo di campioni ad intervalli temporali per la formazione di un campione unico finale che rispetti le portate misurate al momento di ogni prelievo; indicato per scarichi con variabilità costante. Campionamento in continuo => prelievo di un campione mediante campionatori appositi per un tempo medio-lungo con volume costante indipendentemente dalla portata dello scarico; indicato per scarichi molto variabili o per dimensionamento di impianti di trattamento.

Tecniche di campionamento Per le acque superficiali si può ricorre a: Campionamento per mezzo di secchio => indicato per corsi d’acqua superficiali consta nel prelievo di un campione in direzione ed in posizione mediana di corrente tramite lancio del secchio fissato ad una cima. E’ possibile campionare anche “a transetti” quando le condizioni di portata e/o temperatura sono variabili sull’asta fluviale. Campionamento con bottiglia oceanografica=> indicato per corpi idrici lacustri di discreta profondità e consta nel prelievo di campioni ad intervalli di profondità. La bottiglia, legata ad un cavo d’acciaio, è dotata di tappi a scatto attivati per mezzo di un messaggero. Campionamento con retino Surber immanicato=> indicato per prelievo di campione di macroinvertebrati acquatici (macrobentos) con il calcolo dell’indice IBE che consente la valutazione degli effetti cronici di uno scarico su un corso d’acqua.

Tecniche di campionamento Qualora la contaminazione riguardi sostanze dotate di elevata persistenza e capacità di bioaccumulo è opportuno effettuare stime del carico totale immesso nel corpo recettore al fine di valutare il rischio igienico-sanitario connesso alla situazione di contaminazione, anche in relazione al passaggio degli inquinanti nella catena alimentare, nonché il rischio ambientale. Per analizzare gli effetti cumulativi dell'inquinamento delle acque superficiali è necessario prevedere campagne di monitoraggio che permettono di rilevare gli effetti permanenti dell'inquinamento, quali le analisi dell'EBI (Extended Biotic lndex) e prevedere anche il canpionamento e l'analisi dei sedimenti in contatto con le acque superficiali interessate dalla contaminazione, nei quali potrebbe essersi verificato l'accumulo delle sostanze contaminanti. 

Gestione dei campioni Le operazioni di campionamento dovranno essere condotte in maniera tale da evitare il verificarsi di fenomeni di cross contamination tra matrici ambientali con differenti caratteristiche chimico-fisiche ed in generale saranno condotte in maniera tale da garantire: assenza di contaminazione derivante dall’ambiente circostante o dagli strumenti impiegati per il campionamento e prelievo, tramite un’accurata pulizia degli stessi, l’assenza di perdite di sostanze inquinanti sulle pareti dei campionatori o dei contenitori, la protezione del campione da contaminazione derivante da cessione dei contenitori, un’adeguata temperatura al momento del prelievo per evitare la dispersione delle sostanze volatili, un’adeguata temperatura di conservazione dei campioni, l’assenza di alterazioni biologiche nel corso dell’immagazzinamento e conservazione, l’assenza in qualunque fase di modificazioni chimico-fisiche delle sostanze, la pulizia degli strumenti e attrezzi usati per il campionamento, il prelievo, il trasporto e la conservazione.

Gestione dei campioni Nel corso delle operazioni di campionamento, saranno utilizzati guanti puliti e monouso. In fase di campionamento, particolare attenzione sarà posta sia nella scelta della tipologia degli strumenti utilizzati, sia nelle operazioni di decontaminazione delle stesse attrezzature. Tutti gli strumenti dovranno essere scelti ed utilizzati in maniera tale che né i materiali di cui sono costituiti, né le modalità del loro impiego possano modificare le caratteristiche delle matrici ambientali campionate ed in particolare la concentrazione delle sostanze contaminanti. Le attività di campionamento saranno condotte in modo da ottenere campioni che rappresentino correttamente la situazione esistente nel sito ed in particolare: la composizione chimica del materiale prelevato non dovrà essere alterata a causa di surriscaldamento, di dilavamento o di contaminazione da parte di sostanze e/o attrezzature durante il campionamento; il campione prelevato dovrà essere conservato con tutti gli accorgimenti necessari e in materiali adatti affinché non subisca alterazioni.   in caso di pioggia durante le operazioni di estrazione sarà garantito che non ci sia contatto dei campioni con le acque meteoriche; le operazioni di prelievo saranno pertanto eseguite garantendo un'adeguata protezione delle attrezzature e delle aree su cui sono disposti i campioni.

Gestione dei campioni I campioni destinati al controllo analitico saranno mantenuti ad una temperatura intorno a 4°C, evitando una prolungata esposizione alla luce, grazie all’utilizzo di cassette refrigerate per le aliquote da trasportare al laboratorio e mediante frigoriferi opportunamente ubicati presso le baracche di cantiere o presso il laboratorio di parte per le aliquote destinate alle Autorità di Controllo. Al fine di assicurare l’integrità dei campioni, il trasporto degli stessi al laboratorio sarà effettuato mediante l’utilizzo mezzi di trasporto propri che garantiranno la consegna al laboratorio entro le 12 ore. Al momento del ritiro, l’incaricato del laboratorio firmerà e ritirerà una copia del documento definito “chain of custody” che accompagna il campione, in modo da documentare il “passaggio di consegne” del materiale ritirato. Ogni aliquota prelevata sarà identificata in modo univoco tramite l’etichetta di riconoscimento recante le informazioni richieste dalle specifiche contenute nel capitolato di gara. Tutti i dati relativi al campionamento saranno indicati nel registro per la raccolta organizzata delle informazioni di campo.