Come l’identità diventa valore sociale

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Transcript della presentazione:

Come l’identità diventa valore sociale Sara Depedri

Il valore sociale nelle parole del Workshop WIS Si impone una riflessione che consideri il «valore complessivo» delle imprese sociali, riproponendo il necessario equilibrio strutturale tra dimensione economica e contributo al sostegno delle persone fragili, alla creazione di comunità e al rafforzamento delle reti fiduciarie e di capitale sociale

Il valore sociale nelle parole delle imprese sociali «La cooperativa sociale è impegnata nella creazione di benessere e coesione sociale e nella crescita di una comunità solidale, attraverso la progettazione e la gestione di servizi alla persona. È impegnata nell’ideazione e realizzazione di nuovi servizi, in collaborazione con le istituzioni pubbliche, le aziende, le fondazioni e i cittadini, per rispondere ai numerosi bisogni sociali emergenti» «Annoveriamo tra i nostri specifici scopi sociali, quello di permettere varie esperienze di integrazione sociale, di autodeterminazione, di sviluppo di potenzialità e quindi di benessere (…) contribuendo, così, al bene della comunità locale» «La cooperativa sociale è composta da educatori professionali che credono nei valori del rispetto, onestà, trasparenza, giustizia, solidarietà e democrazia. Attiviamo quindi percorsi di partecipazione e comunicazione non solo come strategia di efficienza, ma soprattutto come scelta di qualità relazionale»

Il valore sociale nelle parole della riforma del Terzo settore Dalla L.106/2016 – art.1 «Al fine di sostenere l'autonoma iniziativa dei cittadini che concorrono, anche in forma associata, a perseguire il bene comune, ad elevare i livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale, favorendo la partecipazione, l'inclusione e il pieno sviluppo della persona, a valorizzare il potenziale di crescita e di occupazione lavorativa […] il Governo è delegato ad adottare […]» Dal Decreto 4 luglio 2019 – Linee guida per la redazione del bilancio sociale (art.2) «…implica la possibilità data ai soggetti interessati, attraverso il bilancio sociale, di conoscere il valore generato dall’organizzazione»

Valore economico e sociale: dimensioni conflittuali?

Il valore sociale ha spesso un valore economico Socialmente Economicamente Coesione e inclusione sociale Aumento degli acquisti, aumento delle prestazioni solidali reciproche, riduzione dei comportamenti opportunistici a danno delle categorie marginalizzate Valorizzazione del potenziale di crescita Soggetti più produttivi, migliori risposte al mercato del lavoro, aumento dell’imprenditorialità Inclusione lavorativa Riduzione del sostegno economico a persone con disabilità Risposta ai bisogni sociali emergenti Riduzione dell’offerta profit e del lavoro sommerso (es. badanti), maggiore accesso al mercato del lavoro (es. da parte dei caregiver famigliari), creazione di nuove figure professionali e di nuova occupazione, riduzione del rischio di spopolamento dei territori Creazione di capitale sociale (bridging) Economie di conoscenza con altre imprese in rete, aumento delle azioni solidali tra soggetti e tra imprese, Riduzione dei rischi Riduzione dei costi delle forze dell’ordine e del carcere, Partecipazione e cittadinanza attiva Lavoro e consulenze gratuite per la generazione di servizi o di extra-servizi, migliori scelte collettive

Ovviamente non solo economico Socialmente senza ricaduta economica quantificabile Coesione e inclusione sociale Appartenenza, dialogo Valorizzazione del potenziale di crescita Autostima Inclusione lavorativa Auto-riconoscimento Risposta ai bisogni sociali emergenti Benessere psico-fisico (oltre il ricorso al sanitario) Creazione di capitale sociale (bridging) Conoscenza individuale, sensibilità Riduzione dei rischi Miglioramento della vita Partecipazione e cittadinanza attiva Autodeterminazione Felicità

Dimensioni da bilanciare nella pianificazione strategica Rischio: la deriva imprenditoriale di molte imprese/cooperative sociali, non solo nell’accezione positiva di innovazione e sviluppo, ma anche come conseguenza di pressioni competitive, dei meccanismi di assegnazione di commesse e appalti, della crescita dimensionale, di nuovi modi di concepirsi Il valore sociale è il reale elemento distintivo ed esso va rinnovato aggiornando la propria mission (azione identitaria) inserendo elementi concreti di valore sociale, monitorabili e valutabili, nella propria pianificazione strategica, in modo che di essi si studino cause, conseguenze, interferenze e leve rispetto agli altri obiettivi organizzativi

Tradurre l’identità e il valore sociale in obiettivi concreti e verificabili

Il valore sociale in sintesi dimensione micro: il benessere generato per la singola persona al centro dell’azione (prevalentemente ma non esclusivamente i beneficiari diretti dei servizi/degli inserimenti lavorativi) dimensione meso: nel contesto organizzativo, attivando procedure e processi che rispettino e generino valori, inserendo nella propria pianificazione gli elementi sociali accanto a (e in bilanciamento con) quelli imprenditoriali dimensione macro: per il territorio e la comunità, nell’ottica di cambiare componenti sociali estese, culture e comportamenti, il livello di vita nel territorio, rispondendo a problemi sociali diffusi, relazionandosi con il contesto politico, socio-economico, produttivo

Esempi concreti e risultati monitorabili: dimensioni micro Valore sociale per le famiglie degli utenti Valore sociale per i lavoratori svantaggiati Valore sociale per i lavoratori ordinari

Esempi concreti e risultati monitorabili: dimensione meso/A Coinvolgimento base delle cooperative sociali spesso molto numerosa, ma poco aperta al coinvolgimento di categorie eterogenee (multistakeholdership teorica) forte il coinvolgimento di volontari (70% a livello campionario ma con incidenze dei volontari sul totale soci prossime al 5%) nel 40% circa presenti altre organizzazioni nelle «A» e plurime coinvolti i famigliari di utenti nel 20% dei casi CdA media di 6 membri, quasi sempre presenti volontari molti esclusivi di lavoratori partecipazione alle assemblee migliorabile: media del 65% (eterogenea nei territori, per tipologia «A-B», per dimensione)

Esempi concreti e risultati monitorabili: dimensione meso/B Equità basso coinvolgimento tra i soci di giovani under 30 e di minoranze etniche sempre molte donne in CdA bassi o non presenti i compensi per le cariche ad eccezione dei revisori Eterogeneità di bisogni soddisfatti circa 3 mln di utenti disagiati (64% del totale utenti) seguiti dalle cooperative sociali, di cui il 31,1% disabilità e non autosufficienza, 27,3% esclusione sociale e povertà, 20,3% malattia, 12,4% immigrazione (Istat 2011) per le «A» l’integrazione di servizio in un sistema di rete e di filiera è ancora poco diffusa apertura a processi di formazione e laboratori (offerti nel 48% delle cooperative sociali con utenti «compatibili» all’inclusione lavorativa) per le «B» spiccata filiera nel lavoro (con collaborazioni in ingresso e in uscita), ma poco sulla socializzazione

Esempi concreti e risultati monitorabili: valore sociale di rete Di condivisione: Rete complessa media: con 6 altre coop sociali, 4 associazioni, 1 OdV ma poche azioni solidali tra cooperative Benefici indotti sociali: nel 36% dei casi si realizzano attività sociali in rete con costi a proprio carico

Esempi concreti e risultati monitorabili: dimensioni macro Valore sociale verso la comunità Processi Incidenza sulle politiche e la pianificazione territoriali

Valore sociale da valorizzare

Valorizzazione nelle strategie individuali e di gruppo Il valore sociale cresce quando è condiviso (seguendo logiche simili a quelle del capitale sociale). La collaborazione in rete e la generazione di filiere sembrano però traguardi (o obiettivi?) ancora troppo spesso non raggiunti quando si realizza l’analisi della domanda/dei bisogni e dell’offerta/del sistema esistente, tale da comprendere spazi di nuova azione ed innovazione quando ci si relaziona con la cittadinanza e si rinnova il patto con la stessa

Valorizzazione nelle politiche Il valore sociale cresce con l’adozione di adeguati strumenti che tengano conto del valore sociale, con l’inserimento di adeguati indicatori qualitativi in sede di affidamenti nella co-progettazione e con la partecipazione attiva ai processi di pianificazione locale, di definizione dei regolamenti nello sfruttare opportunità che derivano da obblighi [quali il bilancio sociale, la VIS?]

Grazie dell’attenzione Sara Depedri sara.depedri@euricse.eu