3. La motivazione ad apprendere

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Transcript della presentazione:

3. La motivazione ad apprendere Motivazione intrinseca 3. La motivazione ad apprendere Motivazione: Stato interiore che attiva, dirige e mantiene il comportamento. Può essere intrinseca o estrinseca. La motivazione intrinseca è la naturale tendenza umana a cercare, trovare e superare le sfide quando si perseguono interessi personali e si esercitano le proprie capacità. La motivazione intrinseca non ha bisogno di incentivi o punizioni, perché l’attività è soddisfacente e gratificante in sé. La motivazione intrinseca è associata a molti risultati scolastici positivi.

Motivazione intrinseca Motivazione estrinseca: Motivazione creata da fattori esterni come ricompense e punizioni. Ci si applica per il “voto”. Motivazione estrinseca  associata a emozioni negative, scarsi risultati scolastici e strategie di apprendimento non adattative. La demotivazione è invece la completa mancanza di una qualunque intenzione di agire: è del tutto assente qualsiasi sorta di impegno.

Motivazione intrinseca Il continuum della motivazione (Deci e Ryan, 1985) studia il funzionamento e lo sviluppo della motivazione nei contesti sociali. Vi sono 5 tipologie di regolazione della motivazione che si dislocano lungo un continuum che va da un livello di bassa motivazione, ad uno di forte automotivazione: Mot. Esterna Mot. Identificata Perché ho bisogno del diploma per trovare un lavoro pagato bene Perché mi aiuterà a prepararmi per raggiungere i miei obiettivi - + Amotivazione Mot. Introiettata Mot.Intrinseca Non riesco a capire perché studiare, in fondo, non me ne importa nulla. Perché andare bene a scuola mi fa sentire importante Per il piacere di imparare cose nuove

Motivazione intrinseca Strumenti L’Academic Motivation Scale (F. Alivernini e F. Lucidi ,2011) è lo strumento che ci permette di indagare le 5 aree della motivazione e, in aggiunta il Relative Autonomy Index (RAI), consistente in un indice complessivo della motivazione. “Ad essere sincero non lo so; Sento proprio che sto perdendo il mio tempo a scuola” Amotivazione (α = .84) “ Perché ho bisogno almeno del diploma per trovare, in futuro, un lavoro pagato bene” Motivazione esterna (α = .71) “ Per dimostrare a me stesso/a che sono capace di raggiungere il diploma” Motivazione introiettata (α = .83) “Perché penso che terminare la scuola superiore mi aiuterà a prepararmi meglio per ciò che mi piacerebbe fare” Motivazione identificata (α= .86) “ Per il piacere che provo nell’imparare cose nuove” Motivazione intrinseca (α= .82) “Perché andare a scuola per me è davvero piacevole” Motivazione RAI Scala Likert a 7 punti: 1 = non corrisponde per niente; 7= corrisponde esattamente.

La prospettiva comportamentista Motivazione – approccio comportamentista La prospettiva comportamentista Concetto chiave: rinforzo Lo stimolo rinforzatore motiva l’individuo ad apprendere (lodi, voti, ecc.). La prospettiva è totalmente «estrinseca» Modellamento: percorso graduale (istruzione programmata) attraverso cui il soggetto giunge, grazie ai rinforzi, al livello di prestazione atteso. Vantaggi: concretezza, praticità, efficacia Svantaggi: la ricompensa può indebolire la motivazione intrinseca ( Percezione di controllo del comportamento (mi dai un premio perché vuoi controllare quello che faccio) Distrazione dall’obiettivo finale (acquisire competenze per l’insegnamento o partecipare al concorso?) Alterazione del significato psicologico dell’obiettivo principale (se mi fanno un regalo per l’esame, allora l’esame in sé non ha valore!)

L’approccio cognitivista Motivazione – approccio cognitivista L’approccio cognitivista Attribuzione causale Teoria dell’intelligenza Teoria dell’autodeterminazione Teoria dei sistemi motivazionali

Attribuzione causale Ho avuto un buon risultato a scuola perché…. Cognitivismo – attribuzione causale Attribuzione causale Ho avuto un buon risultato a scuola perché…. Ho avuto un cattivo risultato a scuola perché …

Attribuzione causale Locus of control Interno/esterno Stabilità Cognitivismo – attribuzione causale Locus of control Interno/esterno Stabilità Stabile/instabile Controllabilità Controllabile/ non controllabile Emozioni? Tenacia interno stabile controllabile Abilità incontrollabile Impegno instabile Umore Pregiudizio esterno difficoltà aiuto fortuna

Cognitivismo – attribuzione causale Attribuzione interna –stabile: il successo-fallimento scolastico dipende da abilità possedute dal soggetto. In caso di successo si rafforza l’autostima, in caso di insuccesso oltre ad una caduta dell’autostima (vergogna- depressione- svalutazione di sé e del compito) si attiva un processo di allontanamento dal compito. NON CONTROLLABILE

Cognitivismo – attribuzione causale Attribuzione interna-instabile: la prestazione scolastica viene valutata in rapporto all’impegno che il soggetto ha profuso nella realizzazione del compito. Il fallimento può attivare vissuti di colpa e movimenti riparatori (devo impegnarmi di più).

Cognitivismo – attribuzione causale Attribuzione esterna-stabile: la prestazione scolastica viene valutata in rapporto alla difficoltà del compito (es. sono andato bene perchè il compito era facile; sono andato male perché la prova era troppo difficile). In caso di fallimento questa spiegazione preserva l’autostima

Cognitivismo – attribuzione causale Attribuzione esterna-instabile: è andata male, andrà meglio la prossima volta.

Interventi del docente Cognitivismo – attribuzione causale Interventi del docente Rendere gli studenti consapevoli dello stile attributivo da loro utilizzato Modificare lo stile attributivo se inefficace

Teorie dell’intelligenza Cognitivismo – teorie della intelligenza Teorie dell’intelligenza Partiamo da una distinzione fra Obiettivi di padronanza Obiettivi di prestazione Studiare per imparare o studiare per superare l’esame? Insegnante come giudice o come supporto?

Quali obiettivi perseguire? Cognitivismo – teorie della intelligenza Quali obiettivi perseguire? Obiettivi di prestazione  ansia, insuccesso vissuto drammaticamente, scoraggiamento Obiettivi di padronanza  insuccesso come fonte per migliorarsi e sviluppare strategie nuove

Teorie implicite dell’intelligenza Cognitivismo – teorie della intelligenza Teorie implicite dell’intelligenza Teoria entitaria dell’intelligenza (è immodificabile) Teoria incrementale dell’intelligenza (può aumentare) Sono due concezioni associate ai due diversi obiettivi di padronanza e prestazione

Cognitivismo – teorie della intelligenza Impotenza appresa

Cognitivismo – teorie della intelligenza Quadro riassuntivo

Cosa può fare il docente? Cognitivismo – teorie della intelligenza Cosa può fare il docente? Analizzare anzitutto la propria teoria della intelligenza Aiutare gli studenti a individuare il giusto orientamento motivazionale

Teoria dell’autodeterminazione di Deci e Ryan Cognitivismo – teorie autodeterminazione Teoria dell’autodeterminazione di Deci e Ryan Tre bisogni fondamentali: Bisogno di autonomia (scegliere su cosa lavorare in relazione ad interessi) Bisogno di competenza (aumentare il controllo sulla realtà) Bisogno di relazione con altri (scegliere di lavorare con altri)

TEORIA DELL’AUTODETERMINAZIONE (Deci & Ryan) BISOGNO DI AUTONOMIA BISOGNO DI COMPETENZA BISOGNO DI RELAZIONE sentirsi in grado di compiere delle scelte, di impegnarsi in attività che nascono dalla propria volontà e non sono causate o imposte dalla volontà altrui con gli altri,sentirsi integrati con gli altri, sentirsi appartenenti a un gruppo o una comunità, star bene con gli altri) sentirsi efficace nelle interazioni con l’ambiente e nell’esercitare ed esprimere le proprie capacità AUTODETERMINAZIONE Cognitivismo – teorie autodeterminazione

Cosa può fare il docente? Cognitivismo – teorie autodeterminazione Cosa può fare il docente? Sintonizzarsi sugli interessi degli studenti per potenziare la motivazione intrinseca Concordare obiettivi di lavoro in cui lo studente si percepisca autonomo e competente Attivare momenti di lavoro cooperativo o comunque favorenti un buon clima di classe e buone relazioni fra i compagni e con l’insegnante

Teoria dei sistemi motivazionali Cognitivismo – teorie sistemi motivazionali Teoria dei sistemi motivazionali La motivazione è data da 3 elementi: Obiettivi personali (cosa voglio?) Emozioni (che emozioni provo in relazione all’obiettivo?- soddisfano i bisogni fondamentali?) Previsioni di successo ( posso raggiungere l’obiettivo? Ho le capacità necessarie?) La motivazione è quindi orientata al futuro.

Cognitivismo – teorie sistemi motivazionali In ambito educativo Il docente deve esplicitare gli obiettivi delle attività nel modo più chiaro possibile. Quali abilità sono richieste e da sviluppare. Senza chiarezza degli obiettivi non è possibile neanche valutare se stessi (le proprie capacità) L’obiettivo deve essere associato a emozioni positive per gli studenti. Vanno quindi valutate quali emozioni determinati obiettivi attivano negli studenti

Approccio socio-culturale Motivazione-approccio socio-culturale Approccio socio-culturale Aspetti organizzativi e pratiche del docente possono influire sulla motivazione?

Aspetti organizzativi Motivazione-approccio socio-culturale Aspetti organizzativi Clima di classe (coesione – calore) Clima affettivo e efficace organizzazione sono strettamente legati. Il clima non dipende solo dalla qualità delle relazioni con i docenti e con i compagni ma anche dalla efficacia della organizzazione didattica. Il clima è influenzato positivamente dalla percezione di efficacia del docente e dalle aspettative di risultati positivi negli studenti.

Rapporto tra strutturazione della classe e obiettivi Motivazione-approccio socio-culturale Rapporto tra strutturazione della classe e obiettivi Struttura individualizzata: Lo studente è valutato sulla sua personale prestazione. L’obiettivo è il miglioramento individuale. Sono incentivati soprattutto gli obiettivi di padronanza. Struttura competitiva: alcuni vincono e alcuni perdono. Sono amplificate le differenze tra gli studenti. La crescita è funzionale solo se permette di superare gli altri. Tuttavia, questo modello tende ad amplificare nei bravi la percezione di essere bravi e nei meno bravi la inutilità di tentare un miglioramento. Struttura cooperativa: condivisione degli obiettivi nel gruppo. Le abilità personali sono meno importanti. Sono al servizio del gruppo.

Pratiche dell’insegnante Motivazione-approccio socio-culturale Pratiche dell’insegnante L’insegnante focalizzato sulla valutazione accentua le dinamiche competitive. L’insegnante focalizzato sulla ricompensa può dare la sensazione di esercitare un controllo sull’alunno

Motivazione- la percezione di efficacia Strategie: capire funzionamento psicologico e migliorare senso di autoefficacia

Strategie: capire funzionamento psicologico e migliorare senso di autoefficacia Autoefficacia: Il senso di una persona di essere capace di affrontare con efficacia un particolare compito; le credenze riguardanti la competenza personale in una data situazione. La ricerca ha dimostrato che gli studenti con un alto livello di autoefficacia esercitano maggiore sforzo, persistenza e resilienza quando svolgono compiti difficili, e sperimentano inferiori livelli di stress e ansia per il compito. Ruolo dell’autoefficacia nell’agentività (l’esercitare influenza sugli eventi della vita, secondo la definizione di Bandura di autoefficacia) Agentività: Capacità di coordinare abilità di apprendimento, motivazione ed emozioni per raggiungere i propri scopi. Motivazione- la percezione di efficacia

Fonti di autoefficacia Motivazione- la percezione di efficacia Fonti di autoefficacia Bandura individuò quattro fonti dell’autoefficacia: 1. Esperienze di padronanza: Esperienze dirette; la fonte più influente di informazioni sull’efficacia. 2. Attivazione: Reazioni fisiche e psicologiche che portano una persona a sentirsi vigile, concentrata, attiva, eccitata o ansiosa. 3. Esperienze vicarianti: Risultati modellati da altri. 4. Persuasione sociale: Discorso di incoraggiamento o feedback specifico sulla prestazione. È una fonte dell’autoefficacia.

Strategie: aiutare gli alunni a valorizzare se stessi e l’apprendimento Partire dagli interessi per raggiungere obiettivi definiti La chiarezza dell’obiettivo è fondamentale. Goal setting e problem solving sono tecniche utilizzate