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Università degli Studi di Bari

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Presentazione sul tema: "Università degli Studi di Bari"— Transcript della presentazione:

1 Università degli Studi di Bari
Progetto ARIANNA – Ore 04 Attività Formative Trasversali Moduli “Autostima, Autoefficacia e Motivazione” “Comunicazione efficace” Dott.ssa Milena Marzano

2 Autostima Autoefficacia Motivazione Comunicazione Efficace

3 L’AUTOSTIMA

4 L’autostima è importante perché incide su:
Rappresenta un giudizio globale su se stessi e sulle proprie capacità, che si accompagna ad un senso generale di auto accettazione e ad un atteggiamento positivo verso se stessi L’autostima è importante perché incide su:

5 L’autostima è la valutazione che ci diamo, il nostro modo di viverci.
L’autostima viene determinata da informazioni oggettive e soggettive, riferite a diversi tipi di sé: Il sé reale: ciò che crediamo di essere … Il sé ideale: ciò che desideriamo essere … Il sé imperativo: ciò che sentiamo di dover essere …

6 Sé reale / Sé imperativo
I problemi legati all’autostima nascono solitamente dalla discrepanza tra il Sé reale/ Sé ideale e Sé reale/Sé imperativo. DISCREPANZA Sé reale / Sé ideale (fallimento nel corrispondere alle aspirazioni) Sé reale / Sé imperativo (fallimento nell’adempiere agli obblighi) REAZIONI EMOTIVE Delusione Tristezza Diminuita attivazione fisiologica Colpa Imbarazzo Accresciuta attivazione fisiologica EFFETTI A LUNGO TERMINE Minore autostima Depressione Mediocre funzionamento del sistema immunitario Malattia Ansia

7 La teoria della discrepanza del Sè
(Higgins, 1998) DISCREPANZA Sé reale / Sé ideale (fallimento nel corrispondere alle aspirazioni) Sé reale / Sé imperativo (fallimento nell’adempiere agli obblighi) REAZIONI EMOTIVE Delusione Tristezza Diminuita attivazione fisiologica Colpa Imbarazzo Accresciuta attivazione fisiologica EFFETTI A LUNGO TERMINE Minore autostima Depressione Mediocre funzionamento del sistema immunitario Malattia Ansia

8

9 Il senso di Autoefficacia …
… ovvero, le convinzioni di una persona di essere in grado di superare gli ostacoli che di volta in volta si frapporranno alla messa in atto di un comportamento. “Convinzioni che le persone hanno circa la loro efficacia personale di organizzare e dirigere le loro abilità e risorse per mettere in atto un’azione che li condurrà alla conseguenza desiderata” (Bandura, 1977).

10 Come si acquisisce l’Autoefficacia?
Vi sono 4 meccanismi che contribuiscono a determinare il nostro senso di Autoefficacia: Esperienze personali: “In passato ci sono riuscito? Quante volte?”; “Ci sono riuscito grazie alle mie capacità?” Esperienze vicarie: “Altri ci sono riusciti?”; “Come hanno fatto?” ; “Se ci sono riusciti loro ci riuscirò anch’io?” Persuasione e influenze sociali: “Secondo gli altri ci riuscirò?”; “Cosa dicono delle mie capacità pertinenti?” Stati fisiologici e affettivi: “Mi sento in forma?”; “Il compito richiede molta efficienza?”; “In questo stato sono in grado di funzionare al livello richiesto?”

11 Nel processo di scelta persone con . .
BASSA AUTOEFFICACIA Sono intimidite da attività difficili e se ne allontanano Hanno basse aspirazioni e scarso impegno nel raggiungere gli obiettivi Nelle difficoltà non considerano le proprie carenze e gli ostacoli Sono lente nel recuperare i fallimenti Attribuiscono le prestazioni scadenti alla propria incapacità e perdono fiducia Sono sopraffatte da ansia e stress ALTA AUTOEFFICACIA Affrontano compiti difficili con motivazione Si pongono obiettivi ambiziosi e si impegnano a raggiungerli Nelle difficoltà intensificano il loro impegno e la costanza, forti dei successi passati Recuperano velocemente la propria autoefficacia dopo i fallimenti Attribuiscono l’insuccesso alla mancanza di conoscenze e impegno Affrontano i problemi esercitando un determinato controllo

12 La vita tra destino e controllo:
IL LOCUS OF CONTROL Il locus of control (Rotter, 1966) è una variabile psicologica che indica il grado di percezione rispetto al controllo del proprio destino e degli eventi. Rappresenta l’atteggiamento mentale con cui noi sentiamo di essere in grado di determinare le nostre azioni, e i relativi risultati, rispetto al controllo esercitato dal caso e dalle circostanze esterne.

13 Di chi è la responsabilità?
Gli alunni tendono frequentemente ad attribuire successo e insuccesso a fattori esterni che sfuggono al controllo soggettivo (fortuna, arbitro, compagni, avversari, ecc.), piuttosto che analizzare i meriti e le responsabilità personali Importanza dell’attribuzione interna!!!

14 LA MOTIVAZIONE

15 Cosa spinge a dare il meglio di sé al lavoro?
La Motivazione Quali ragioni spingono le persone ad investire energie e impegno nel loro contesto di lavoro? Cosa spinge a dare il meglio di sé al lavoro? Che cos’è la motivazione? Si riferisce all’attivazione, alla direzione ed alla persistenza di un comportamento. Essa indica il complesso processo delle forze che attivano, dirigono e sostengono il comportamento nel tempo. Lo studio della motivazione consente di: comprendere la natura del comportamento predirne la manifestazione poterlo influenzare

16 La Motivazione intrinseca vs Motivazione estrinseca
Deriva da fattori interni all’oggetto (i.e. il lavoro) come l’interesse, la curiosità, il successo e, in primo luogo, il piacere provato nello svolgimento dell’attività Motivazione intrinseca Deriva da fattori esterni, quali i premi, gli elogi, gli incentivi, l’approvazione sociale, lo status Motivazione estrinseca

17 La teoria gerarchica dei bisogni
di Maslow (1945) L’ipotesi alla base della teoria è quella della riduzione della tensione: il bisogno crea nell’individuo uno stato di disagio vissuto come tensione verso un’azione che porti al soddisfacimento del bisogno, ovvero alla riduzione del disagio. L’azione viene ripetuta finché il bisogno non viene soddisfatto e la tensione non viene eliminata. Le persone possiedono un comune set di bisogni, organizzati secondo una scala gerarchica di importanza. Questi ultimi si dispongono in forma piramidale. I bisogni di livello più basso sono i primi che devono essere soddisfatti e solo dopo la loro soddisfazione quelli di livello successivo diventano motivanti per il comportamento.

18 La teoria gerarchica dei bisogni
di Maslow (1945) La progressione sistematica dalla soddisfazione del livello più basso a quella del livello più alto è l’aspetto cruciale della teoria: il bisogno di livello più basso viene attivato dalla deprivazione e, allorché questo bisogno viene gratificato, la gratificazione in se stessa attiva il bisogno che si trova al livello superiore. bisogni di autorealizzazione bisogni di stima bisogni di affiliazione bisogni di sicurezza bisogni biologici

19 La teoria gerarchica dei bisogni
di Maslow (1945) Dalla base al vertice, la piramide dei bisogni è articolata in: - bisogni fisiologici:

20 La teoria gerarchica dei bisogni
di Maslow (1945) - bisogni di sicurezza

21 La teoria gerarchica dei bisogni
di Maslow (1945) - bisogni di appartenenza

22 La teoria gerarchica dei bisogni
di Maslow (1945) bisogni di affetto e stima

23 La teoria gerarchica dei bisogni
di Maslow (1945) - bisogni di autorealizzazione

24 La teoria gerarchica dei bisogni
di Maslow (1945) Un bisogno soddisfatto cessa di essere motivante!!! Un bisogno non diviene motivante finché non sono soddisfatti i bisogni di livello inferiore!!!

25 AUTOSTIMA AUTOEFFICACIA MOTIVAZIONE COMUNICAZIONE EFFICACE

26 LA COMUNICAZIONE EFFICACE

27 Messaggi verbali e non verbali
Esistono due modi di comunicare: Attraverso la parola (o altri codici, ad es. la segnaletica stradale) Attraverso i messaggi involontari del corpo

28 Principio di pertinenza
MASSIME DELLA CONVERSAZIONE Massima di quantità Massima di qualità Massima di modo Principio di pertinenza

29 MASSIME DELLA CONVERSAZIONE
MASSIMA DI QUANTITÀ Dà un contributo tanto informativo quanto richiesto Non dare un contributo più informativo del necessario es. alla fine del processo ad Aldo hanno dato una multa (non e`anche stato condannato ad anni di prigione!!) Fornisci l'informazione necessaria, né di più, né di meno:

30 MASSIME DELLA CONVERSAZIONE
Massima di qualità Tenta di dare un contributo che sia vero, e quindi non dire ciò che credi essere falso non dire mai cose per le quali non hai prove adeguate … sii sincero, fornisci informazione veritiera, secondo quanto sai es. Carlo ha due lauree (lo so, ne ho le prove, lo credo vero)  es. Il tuo terreno si estende per 200 acri? (non lo so e vorrei saperlo)

31 MASSIME DELLA CONVERSAZIONE
Differenti modi di mentire: omissione: si omettono informazioni utili per la comprensione dell’evento falsificazione: si inviano informazioni che si sanno essere false Massima di qualità

32 Massima di modo MASSIME DELLA CONVERSAZIONE
Evita espressioni oscure Evita espressioni ambigue Sii breve, evitando inutili prolissità Sii ordinato nell’esposizione sii chiaro: l'enunciato dovrebbe essere chiaro, poco ambiguo, breve e ordinato.

33 MASSIME DELLA CONVERSAZIONE
Massima di pertinenza Il contributo informativo di un enunciato dovrebbe essere pertinente con la conversazione. un’ipotesi è pertinente quanto minore è lo sforzo per trattarla!!

34 STILI COMUNICATIVI A CONFRONTO…

35 Il linguaggio del corpo …

36 Comunicazione non verbale
CNV: Insieme dei comportamenti osservabili L’uomo comunica anche quando è in silenzio Quando si conosce una persona già nei primi 60 secondi la nostra mente genera il 90% dell’impressione che la persona ci fa. 10% 30% MESSAGGIO VERBALE COSA COMUNICO TONO DI VOCE COME COMUNICO LINGUAGGIO DEL CORPO 60%

37 I canali di comunicazione

38 Distanza o prossimità;
Intima (fino a 40 cm); Personale (da 40 a 120 cm); Sociale (da 120 a 360 cm); Pubblica (da 360 cm in poi); PROSSEMICA Gestione consapevole dello spazio (distanza) comunicativo in un dialogo. Noi non permettiamo a qualsiasi individuo di avvicinarsi nella stessa maniera… Tutti noi percepiamo intorno a noi una specie di ‘bolla invisibile’, che ci circonda per un diametro di circa un metro e che può essere sovrapposta alla ‘bolla’ di un altro individuo solo se questi ci sia familiare o accetto.

39 CINESICA La cinesica si occupa dei movimenti del corpo come forme strutturate di linguaggio. (…) Oggi si tende a suddividere la cinesica secondo due principali aree di comportamenti: La macrocinesica (la postura e la gestualità). La microcinesica (soprattutto il volto);

40 La postura E’ un segnale involontario che partecipa al processo di comunicazione. Può indicare: la specifica emozione che la persona sta provando l’intensità dell’emozione specifica provata la fiducia che una persona ha in se stessa, o l’immagine di sé. il proprio atteggiamento (per es. il modo di camminare, stare in piedi o sedersi rivela stili di comportamento espressivi di ruoli vissuti) la postura è meno controllabile del volto e del tono di voce, perciò nel legame tra stato d’animo e postura questa può svelare un’ansia segreta che il volto non fa trapelare.

41 Linguaggio del corpo: alcuni esempi ed interpretazioni
Conoscere la comunicazione non verbale è un ottimo sistema per decodificare la comunicazione del nostro interlocutore, sapere se chi abbiamo di fronte gradisce o rifiuta i nostri argomenti. È un sistema per capire da cosa è stimolato il nostro interlocutore, qual è l’argomento che ama e utilizzarlo per creare un rapporto empatico. Si possono distinguere segnali di … Gradimento Rifiuto Il nostro inconscio si esprime in maniera semplice e comunica gradimento o rifiuto verso un argomento, una parola o una persona.

42 ATTI DI GRADIMENTO Bacio dato a se stessi
È un bacio dato a se stessi che si esprime tramite un leggero arricciamento delle labbra. Indica interessamento verso la tematica trattata. Spesso questo segnale è appena accennato e poco visibile. Accarezzamento delle labbra con le dita o il dorso della mano Esprime gradimento emotivo nei confronti delle tematiche trattate o verso il suo interlocutore. Può essere espresso anche utilizzando, ad esempio, una penna. In genere tutti gli atti concernenti l’accarezzamento, esprimono gradimento. Questo segnale significa che il nostro interlocutore è coinvolto emotivamente verso la parola o argomento espresso. Mordicchiarsi le labbra Indica un forte interessamento verso la tematica trattata. Accarezzarsi i capelli Esprime gratificazione e gradimento verso la tematica espressa. Spostare il busto o il corpo in avanti Rappresenta interesse verso l’argomento trattato.

43 ATTI DI RIFIUTO Sfregare con le dita la punta del naso Grattarsi la punta del naso esprime il massimo scarico tensionale da parte del soggetto. È un forte segnale di rifiuto Spostare il corpo indietro. Indica rifiuto verso la tematica trattata. Spostare occasionalmente oggetti lontano dalla propria persona. Il soggetto esprime rifiuto verso l’argomento trattato Raschiamento della gola Il soggetto prova tensione verso la tematica trattata. Gambe accavallate e/o braccia conserte. Indica chiusura verso l’argomento trattato o verso l’interlocutore (porre attenzione al fatto che la posizione non sia già tenuta da prima che l’interlocutore si avvicini alla persona, ma che sia contemporanea alla situazione attivata dall’interlocutore stesso)

44 Comunicazione efficace …
Relazioni positive

45 1- Chi dice la fonte 2- Che cosa il messaggio 3- Attraverso quale canale il canale 4- A chi il ricevente 5- Con quale effetto l’effetto

46 Gli elementi costitutivi della comunicazione La fonte
In senso generale identifica chi produce il messaggio. Tre fattori legati alla fonte del messaggio: La competenza professionale L’attendibilità La simpatia della fonte

47 Il messaggio comunicativo
Generalmente rappresenta l’oggetto della comunicazione (che cosa dire? … ) È composto da: contenuto (cosa si comunica) forma (come lo si comunica). La struttura delle argomentazioni Il formato

48 Il canale comunicativo
In senso generale è il mezzo fisico attraverso il quale si svolge l’atto comunicativo Può essere di vario genere: naturale o artificiale (con il ricorso ad un qualche mezzo tecnico); principale e/o accessorio (nel caso di canali attivati contemporaneamente); vocale e/o cinesico (nella comunicazione interpersonale o faccia a faccia) .

49 Il ricevente … In senso generale è il ricevente del processo comunicativo (i lettori di un quotidiano, gli ascoltatori radiofonici, i telespettatori)

50 Perchè comunichiamo? FUNZIONI della comunicazione
- Funzione EMOTIVA o ESPRESSIVA (sentimenti, pensieri, opinioni,… ) - Funzione INFORMATIVA (trasmissione “oggettiva” di dati, di informazioni) - Funzione DI CONTATTO (per entrare in contatto, mantenere il contatto o interrompere il contatto: saluti, esclamazioni,…) - Funzione POETICA (per rendere più armonico e piacevole il discorso, elementi non essenziali, poesia) - Funzione METALINGUISTICA (capacità della lingua di descriversi, di parlare di sé, dizionario) - Funzione PERSUASIVA (per convincere l’altro, pubblicità, discorsi politici,….)

51 Tutto ciò che facciamo è comunicazione
Alcuni “Principi di base” della comunicazione … Tutto ciò che facciamo è comunicazione Le modalità con cui cominciamo un msg spesso incide sull’esito della comunicazione Le modalità con cuii trasmettiamo un msg influisce sulle modalità con cui il msg viene recepito

52 La comunicazione è bidirezionale: dare e ricevere qualcosa
Alcuni “Principi di base” della comunicazione La “vera” comunicazione riguarda il msg ricevuto e non ciò che si intendeva dire La comunicazione è bidirezionale: dare e ricevere qualcosa

53 “6 C” del fornire buone informazioni
1 principio: dare informazioni “buone” “6 C” del fornire buone informazioni CHIARE CONCISE CORRETTE COMPLETE CORTESE CONCRETE

54 dare informazioni “buone” …
Quando si forniscono informazioni……… Utilizzare parole precise, facili da ricordare ed efficaci Supportare le proprie parole con aiuti visivi Fornire dimostrazioni, esempi, metafore analogie Utilizzare il linguaggio dell’altra persona

55 Ottenere “buone informazioni”con le tue orecchie: “EARs”
E – esplorare, facendo domande A – (affirm) mostrare che si sta ascoltando R – riflettere la comprensione (capire) S – silenzio, ascoltare ancora

56 Ascolto attivo Ascolto attivo
Fornire attenzione incondizionata a chi parla, sforzo genuino di comprendere il suo punto di vista. Quindi: piena attenzione, incoraggiamento Linguaggio non verbale: sorriso e linguaggio del corpo

57 Vantaggi dell’ascolto attivo
Obbliga le persone a prestare attenzione agli altri Evita i malintesi, perchè richiede che si chieda conferma di ciò che si è compreso Porta la gente ad aprirsi

58 Skills di ascolto attivo
Parafrasare i significati: tradurre in parole tue le cose che sono state dette dall’altro Riflettere le emozioni: quando qualcuno esprime emozioni o sembra emozionato (arrabbiato, felice, ecc.), sii empatico e ingoraggialo a parlare ancora Riflettere sugli eventi: riassumi brevemente I contenuti, gli aspetti fattuali, o ciò che ha detto l’emittente Immaginare ad alta voce

59 Cattive abitudini – DIFFICOLTA’:
interrompere Subito alle conclusioni Terminare le frasi al posto di un altro Cambiare spesso l’argomento Linguaggio corporeo inappropriato Non rispondere alle domande degli altri Incapacità a porre domande

60 Buone abitudini nella comunicazione
Guardare l’emittente e osservare anche il linguaggio del corpo e cogliere le sfumature Porre domande Dare il tempo di articolare il prorpio discorso Restare calmo e controllare le proprie emozioni Mostrarsi interessato Rispondere in modo assertivo

61 Attenzione!!! In ogni caso occorre fare molta attenzione perché non tutto quello che viene comunicato arriva al ricevente.
Anzi, di solito: - IL SOGGETTO VUOLE DIRE 100 
 - IN REALTÀ DICE 80 
 - IL RICEVENTE SENTE 50 
 - CAPISCE 30 
 - RICORDA 20!!!


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