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Il curricolo verticale

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Presentazione sul tema: "Il curricolo verticale"— Transcript della presentazione:

1 Il curricolo verticale
“Imparare a vivere richiede non solo conoscenze, ma la trasformazione della conoscenza acquisita in sapienza e l’incorporazione di questa sapienza per la propria vita“. Edgar Morin Il curricolo verticale Anno scolastico 2014/2015

2 Il curricolo verticale per competenze si inserisce nel contesto dell’autonomia scolastica che presuppone: la centralità del processo di insegnamento-apprendimento; il passaggio da una prevalenza dell’aspetto trasmissivo a quello di mediazione culturale; l’emergere di nuove responsabilità, funzioni, compiti; il bisogno di conciliare l’autonomia culturale professionale di ogni singolo insegnante con la collegialità e la cooperazione («autonomia “funzionale” delle scuole» di Giancarlo Cerini). Il curricolo verticale per competenze viene definito sulla base delle esperienze didattiche maturate negli anni scolastici precedenti: - rilevazioni delle caratteristiche socio-culturali del territorio; - documenti PEI; materiali prodotti dai vari gruppi di lavoro sulla continuità; - scelta educativa programmatica della scuola dell’infanzia; - Curricolo disciplinare (Scuola Primaria).

3 LA LOGICA DELLA COMPETENZA ...
IL PROFILO FINALE dell’alunno I nostri percorsi formativi fanno riferimento alle competenze chiave al fine di garantire ad ogni alunno: lo sviluppo personale, la realizzazione di sé, la conquista della cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione. COMPETENZE - CHIAVE - Imparare ad imparare - Comunicare - Collaborare e partecipare - Agire in modo autonomo e responsabile - Acquisire ed interpretare l’informazione - Elaborare progetti - Risolvere problemi - Individuare collegamenti e relazioni Traguardi e strumenti di valutazione necessitano di una regia comune: - si progettano i piani formativi (le unità di lavoro) partendo dalla competenza, declinata in obiettivi di apprendimento; - si stabiliscono parametri comuni di valutazione; si definiscono i compiti unitari per le verifiche oggettive; si condividono strumenti di valutazione; - si condividono le responsabilità del sistema educativo.

4 CURRICOLO VERTICALE CITTADINANZA E COSTITUZIONE Italiano Inglese
I discorsi e le parole Italiano Inglese La conoscenza del mondo Matematica Scienze Tecnologia Il sé e l’altro Storia Geografia Religione Il corpo e il movimento Educazione fisica Immagini suoni colori Arte e immagine Musica CITTADINANZA E COSTITUZIONE

5 COME SI PROGETTA PER COMPETENZE?
L’insegnante deve: - definire la competenza attesa; - definire gli apprendimenti che si vogliono integrare; - scegliere la situazione di apprendimento di un livello di complessità adatto, che sia significativa, che sia nuova, che offra l’occasione di integrare ciò che si vuol fare integrare; strutturare le modalità di realizzazione, non solo per assicurarsi della funzionalità delle attività stesse, ma anche per garantire che sia l’allievo al centro dell’attività; indicare gli obiettivi formativi che declinano il “sapere”, il “saper fare”, il “saper essere”; definire il compito unitario delle verifiche finali; valutare i processi maturativi degli allievi.

6 Bisogni formativi dell’alunno Stili di apprendimento
Essere ascoltato. Essere riconosciuto persona portatrice di diritti e di conoscenze. Aver riconosciuta la valenza della propria storia personale all’interno delle istituzioni scolastiche. Essere accettato senza doversi necessariamente misurare con modelli precostituiti. Trovare un clima relazionale sereno e positivo. Riscoprire un rapporto positivo con l’adulto. Essere sostenuto e guidato nelle relazioni. Essere adeguatamente accompagnato nel processo di crescita e di formazione. La realtà che circonda l’alunno lo condiziona, differenziando i suoi stili di apprendimento e lo sviluppo delle sue abilità. Un piano personalizzato consente quindi di trovare strategie efficaci per rendere l’alunno autonomo e protagonista delle conoscenze acquisite. Gli stili di apprendimento che emergono sono: - sistematico: procedere metodico di raccolta di indizi e del loro collegamento seguendo le regole; - intuitivo: privilegiare la scoperta o l’invenzione personale, per arrivare ad una spiegazione (ipotesi) che cerca conferme nei dati disponibili; globale: costruirsi una visione d’insieme di un argomento senza perdersi nei particolari, cercando di cogliere il concetto centrale o il senso generale; impulsivo: tendenza a rispondere prontamente quello che viene in mente per primo, senza pensarci sopra.

7 Profilo dell’alunno in riferimento alle competenze europee
1. dimostra una padronanza della lingua italiana tale da consentirgli di comprendere enunciati e testi di una certa complessità, di esprimere le proprie idee, di adottare un registro linguistico appropriato alle diverse situazioni; 2. è in grado di esprimersi a livello elementare in lingua inglese; 3. utilizza i linguaggi digitali; 4. analizza dati e fatti della realtà e verifica l'attendibilità delle analisi quantitative e statistiche proposte da altri, utilizzando le conoscenze matematiche e scientifico-tecnologiche; 5. si orienta nello spazio e nel tempo dando espressione a curiosità e ricerca di senso; osserva ed interpreta ambienti, fatti, fenomeni e produzioni artistiche; 6. interagisce con gli altri comprendendone i diversi punti di vista; 7. acquisisce un proprio metodo di studio e di lavoro; 8. riconosce il valore delle regole e della responsabilità personale.

8 MAcro aree tematiche trasversali
Giocando s’impara Nuovi strumenti linguistici: dai campi ai linguaggi delle discipline La realtà che ci rappresenta Diversi e insieme

9 Immagini suoni colori Corpo movimento Arte e immagine Musica
GIOCANDO S’IMPARA Immagini suoni colori Corpo movimento Arte e immagine Musica Ed. Fisica

10 TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE
SCUOLA DELL’INFANZIA SCUOLA PRIMARIA L’alunno inventa storie e sa esprimerle attraverso la drammatizzazione, il disegno, la pittura e altre attività manipolative; utilizza materiali e strumenti, tecniche espressive e creative, esplora le potenzialità offerte dalle tecnologie L’alunno utilizza le conoscenze e le abilità relative al linguaggio visivo per produrre varie tipologie di testi visivi (espressivi, narrativi, rappresentativi e comunicativi) e rielaborare in modo creativo le immagini con molteplici tecniche, materiali e strumenti (grafico-espressivi, pittorici e plastici, ma anche audiovisivi e multimediali). Esplora diverse possibilità espressive della voce, di oggetti sonori e strumenti musicali, imparando ad ascoltare se stesso e gli altri; fa uso di forme di notazione analogiche o codificate.

11 SCUOLA DELL’INFANZIA SCUOLA PRIMARIA Prova piacere nel movimento e sperimenta schemi posturali e motori, li applica nei giochi individuali e di gruppo, anche con l’uso di piccoli attrezzi ed è in grado di adattarli alle situazioni ambientali all’interno della scuola e all’aperto. Sperimenta una pluralità di esperienze che permettono di maturare competenze di gioco-sport, anche come orientamento alla futura pratica sportiva.

12 Nuovi strumenti linguistici: dai campi ai linguaggi delle discipline
Discorsi e parole Conoscenza del mondo Italiano Inglese Tecnologia Matematica

13 TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE
SCUOLA DELL’INFANZIA SCUOLA PRIMARIA Sa esprimere e comunicare agli altri emozioni, sentimenti, argomentazioni attraverso il linguaggio verbale che utilizza in differenti situazioni comunicative. Capisce e utilizza nell’uso orale e scritto i vocaboli fondamentali e quelli di alto uso; capisce e utilizza i più frequenti termini specifici legati alle discipline di studio. Ragiona sulla lingua, scopre la presenza di lingue diverse, riconosce e sperimenta la pluralità dei linguaggi, si misura con la creatività e la fantasia. È consapevole che nella comunicazione sono usate varietà diverse di lingua e lingue differenti (plurilinguismo). Individua alcuni elementi culturali e coglie rapporti tra forme linguistiche e usi della lingua straniera.

14 SCUOLA DELL’INFANZIA SCUOLA PRIMARIA
Ascolta e comprende narrazioni, racconta e inventa storie, chiede e offre spiegazioni, usa il linguaggio per progettare attività e per definirne regole. Legge e comprende testi di vario tipo, continui e non continui, ne individua il senso globale e le informazioni principali, utilizzando strategie di lettura adeguate agli scopi. Si avvicina alla lingua scritta, esplora e sperimenta prime forme di comunicazione attraverso la scrittura, incontrando anche le tecnologie digitali e i nuovi media. Padroneggia e applica in situazioni diverse le conoscenze fondamentali relative all’organizzazione logico-sintattica della frase semplice, alle parti del discorso (o categorie lessicali) e ai principali connettivi. Si orienta tra i diversi mezzi di comunicazione ed è in grado di farne un uso adeguato a seconda delle diverse situazioni.

15 SCUOLA DELL’INFANZIA SCUOLA PRIMARIA
Il bambino raggruppa e ordina oggetti e materiali secondo criteri diversi, ne identifica alcune proprietà, confronta e valuta quantità; utilizza simboli per registrarle; esegue misurazioni usando strumenti alla sua portata. Riesce a risolvere facili problemi in tutti gli ambiti di contenuto, mantenendo il controllo sia sul processo risolutivo, sia sui risultati. Descrive il procedimento seguito e riconosce strategie di soluzione diverse dalla propria. Ha familiarità sia con le strategie del contare e dell’operare con i numeri sia con quelle necessarie per eseguire le prime misurazioni di lunghezze, pesi, e altre quantità. Sviluppa un atteggiamento positivo rispetto alla matematica, attraverso esperienze significative, che gli hanno fatto intuire come gli strumenti matematici che ha imparato ad utilizzare siano utili per operare nella realtà.

16 La realtà che ci rappresenta
La conoscenza del mondo Il sé e l’altro Storia Geografia Scienze Cittadinanza e Costituzione

17 TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE
SCUOLA DELL’INFANZIA SCUOLA PRIMARIA Riferisce correttamente eventi del passato recente; sa dire cosa potrà succedere in un futuro immediato e prossimo. Comprende avvenimenti, fatti e fenomeni delle società e civiltà che hanno caratterizzato la storia dell’umanità dal paleolitico alla fine del mondo antico con possibilità di apertura e di confronto con la contemporaneità. Individua le posizioni di oggetti e persone nello spazio, usando termini come avanti/dietro, sopra/sotto, destra/sinistra, ecc; segue correttamente un percorso sulla base di indicazioni verbali. Si rende conto che lo spazio geografico è un sistema territoriale, costituito da elementi fisici e antropici legati da rapporti di connessione e/o di interdipendenza.

18 SCUOLA DELL’INFANZIA SCUOLA PRIMARIA
Osserva con attenzione il suo corpo, gli organismi viventi e i loro ambienti, i fenomeni naturali, accorgendosi dei loro cambiamenti. Esplora i fenomeni con un approccio scientifico: con l’aiuto dell’insegnante, dei compagni, in modo autonomo, osserva e descrive lo svolgersi dei fatti, formula domande, anche sulla base di ipotesi personali, propone e realizza semplici esperimenti. Sa di avere una storia personale e familiare, conosce le tradizioni della famiglia, della comunità e le mette a confronto con altre. Riconosce e esplora in modo via via più approfondito le tracce storiche presenti nel territorio e comprende l’importanza del patrimonio artistico e culturale. Continua la costruzione del senso di legalità, iniziata nella scuola dell’Infanzia, sviluppando l’etica della responsabilità.

19 SCUOLA DELL’INFANZIA SCUOLA PRIMARIA
Riconosce i più importanti segni della sua cultura e del territorio, le istituzioni, i servizi pubblici, il funzionamento delle piccole comunità e della città. Aderisce consapevolmente ai valori sociali condivisi con un atteggiamento cooperativo che gli consente di praticare la convivenza civile.

20 Diversi e insieme Il sé e l’altro Cittadinanza e Costituzione IRC

21 TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE
SCUOLA DELL’INFANZIA SCUOLA PRIMARIA Riflette, si confronta, discute con gli adulti e con gli altri bambini e comincia e riconoscere la reciprocità di attenzione tra chi parla e chi ascolta. Identifica e distingue procedure, compiti, ruoli e poteri. Pone domande sui temi esistenziali e religiosi, sulle diversità culturali, su ciò che è bene o male, sulla giustizia, e ha raggiunto una prima consapevolezza dei propri diritti e doveri, delle regole del vivere insieme. Inizia a conoscere la Costituzione della Repubblica italiana; impara a riconoscerne i principi. Si confronta con l’esperienza religiosa e distingue la specificità della proposta di salvezza del Cristianesimo.

22 PROGRAMMAZIONE EDUCATIVA
Scuola dell’Infanzia Macro aree trasversali Campi di esperienza Contenuti Giocando si impara Immagini, suoni colori Il corpo e il movimento Colori e creatività La mia corporeità Nuovi strumenti linguistici: dai campi alle discipline Discorsi e le parole Conoscenza del mondo Fiabe e rime I numeri intorno a me La realtà che ci rappresenta La conoscenza del mondo Il sé e l’altro La natura intorno a me Feste e tradizioni Diversi insieme Insieme ci ritroviamo Intercultura: io e gli altri

23 Per la programmazione delle Unità di Lavoro delle classi della primaria, si fa riferimento al piano formativo-didattico allegato. I contenuti sono costituiti dalle scelte tematiche del progetto d’istituto, nonché dagli assunti epistemologici, propri delle discipline di riferimento. Le unità di lavoro hanno una cadenza quindicinale, con le verifiche periodiche dei livelli di maturazione conseguiti dagli alunni. Per gli alunni con bes, sono programmati percorsi commisurati in riferimento ai piani di intervento individualizzati e programmati.

24 Didattica inclusiva La realtà dell’aula è caratterizzata da una profonda varietà di situazioni personali. Ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e delle lingua italiana perché appartenenti a culture diverse (Direttiva 27/12/2012). La prospettiva che le Indicazioni assumono è quella del riconoscimento e della valorizzazione delle forme di diversità, che vanno viste come risorsa e occasione di innovazione della didattica. Per integrare alunni di origine culturale diversa, per promuovere il successo scolastico degli alunni con disabilità o con disturbi specifici dell’apprendimento, per contrastare la dispersione scolastica, per far sì che la scuola sia veramente di tutti e di ciascuno, diventano essenziali : - la costruzione di percorsi attenti all’individualizzazione degli obiettivi e alla personalizzazione degli apprendimenti; - la ricerca di strategie efficacemente inclusive. Per gli alunni con BES non è necessario rivoluzionare l’impianto organizzativo della classe, ma basta valorizzare quanto si sta facendo, lavorando sul significato e sulle potenzialità integrative.

25 PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIVITà (PAI) D. M. 27/12/2012 e C. M
PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIVITà (PAI) D.M. 27/12/2012 e C.M. n° 8 del 6/3/2013 Elaborato in data dal gruppo di lavoro composto da: Deliberato in data dal collegio dei docenti La direttiva del 27/12/2012 e la C.M. 8/2013 hanno introdotto la nozione di “Bisogno Educativo Speciale” (BES) come categoria generale comprensiva di tutte le condizioni richiedenti l’impiego, in modo permanente o temporaneo, dei cinque pilastri dell’inclusività: - individualizzazione, percorsi differenziati per obiettivi comuni; - personalizzazione, percorsi e obiettivi differenziati; - strumenti compensativi; - misure dispensative; impiego funzionale delle risorse umane, finanziarie, strumentali e materiali. Nelle nostre classi sono comprese: le disabilità certificate (Legge 104/1992); i disturbi evolutivi specifici (Legge 170/2010); gli svantaggi. Il riconoscimento formale, con verbalizzazione motivata, da parte del Consiglio di interclasse tecnico (scuola primaria) è il primo momento della storia inclusiva degli alunni con B.E.S. legati a “svantaggio”, diversi quindi dalle disabilità certificate o dai disturbi evolutivi specifici, in quanto per questi la formalizzazione consegue a disposizione di legge (L. 104/1992 art. 3, commi 1 e 3 oppure L. 170/2010 come integrata ai punti 1.2 e 1.3 della Direttiva Ministeriale del 27/12/2012).

26 Il PAI e il PDP Il PAI è formulato in base ai PDP redatti in riferimento alle esigenze, alle difficoltà e alle disabilità presenti negli alunni delle classi di scuola primaria e dell'infanzia. Sono stati redatti  n. 16 PEI per gli alunni disabili e n.11 PDP Bes di III fascia, cioè in assenza di certificazione sanitaria. Gli obiettivi che si propone il PAI della nostra Scuola sono:   a) attivare percorsi intrascolastici individualizzati in orario curricolare per singoli alunni o per piccoli gruppi; b) adottare strategie di insegnamento - apprendimento che facilitino negli alunni con BES, il conseguimento di obiettivi comuni al gruppo di appartenenza (es. didattica per problemi reali, didattica di apprendimento cooperativo, etc.); c)  curare la Documentazione delle “Buone Pratiche”. La scheda tecnica consta di: Analisi del contesto scolastico. Valutazione del livello di inclusività della Scuola. Obiettivi di incremento dell’inclusività proposti per il prossimo anno. La compilazione del PDP è effettuata dopo un periodo di osservazione dell’allievo, entro il primo trimestre. Il PDP viene deliberato dal Consiglio di classe/Team, firmato dal Dirigente Scolastico, dai docenti e dalla famiglia (e dall’allievo qualora lo si ritenga opportuno).

27 L’ambiente di apprendimento
L’ambiente di apprendimento non coincide più con lo spazio fisico dell’aula, ma si costruisce sulla base dei fattori che intervengono nel processo di apprendimento: l’insegnante, i compagni, lo stile cognitivo e l'intelligenza emotiva dell’alunno, i libri e gli strumenti tecnologici, le relazioni interpersonali e affettive, le strategie didattiche, la differenziazione degli interventi. Un efficace ambiente di apprendimento è caratterizzato dal policentrismo, dalla flessibilità dei ruoli, propria dell’apprendimento cooperativo, dalla fitta rete di interazioni all’interno della scuola e con il territorio.


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