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Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole

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Presentazione sul tema: "Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole"— Transcript della presentazione:

1 Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole
SiRVeSS Sistema di Riferimento Veneto per la Sicurezza nelle Scuole RUOLO DEL PREPOSTO NELLA FORMAZIONE E INFORMAZIONE DEI LAVORATORI Mat 04 La formazione del preposto Revisione |

2 TESTO UNICO: DEFINIZIONI
INFORMAZIONE complesso delle attività dirette a fornire conoscenze utili alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi in ambiente di lavoro In - formazione FORMAZIONE processo educativo attraverso il quale trasferire ai lavoratori e agli altri soggetti del sistema di prevenzione e protezione aziendale conoscenze e procedure utili all’acquisizione di competenze utili allo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in azienda e alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi ADDESTRAMENTO complesso delle attività dirette a far apprendere ai lavoratori l’uso corretto di attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione individuale, e le procedure di lavoro

3 Datore di lavoro è responsabile SPP pianifica, progetta, effettua
IN-FORMAZIONE DEI LAVORATORI SOGGETTI COINVOLTI In - formazione Datore di lavoro è responsabile SPP pianifica, progetta, effettua Preposto collabora, propone MC collabora RLS è consultato, propone

4 Interventi formalizzati all’assunzione e periodici +
IN-FORMAZIONE DEI LAVORATORI RUOLO DEL PREPOSTO In - formazione Interventi formalizzati all’assunzione e periodici + Sollecitazioni e comunicazioni di rinforzo (“microinformazione”) PREPOSTO

5 In - formazione RSPP PREPOSTO Lavoratori IN-FORMAZIONE DEI LAVORATORI
RUOLO DEL PREPOSTO In - formazione Segnala i problemi connessi a comportamenti 1 RSPP PREPOSTO Traduce le segnalazioni in obiettivi e realizza interventi in-formativi 2 Dà indicazioni per il monitoraggio e verifica 3 Riferisce i risultati 4 Verifica, sollecita Lavoratori

6 QUATTRO REGOLE DI UN INTERVENTO IN-FORMATIVO
Avere un obiettivo L’obiettivo sia concreto, realizzabile (es. maggior ordine in ufficio, uso corretto scala a pioli, uso di calzature adeguate …) Quello che comunico e come lo comunico siano funzionali e coerenti con l’obiettivo e adeguati al destinatario Valuto l’efficacia (raggiungimento obiettivo) In - formazione

7 PROBLEMA OBIETTIVO CONSEGNA
ESEMPIO In - formazione il preposto segnala al SPP che le collaboratrici scolastiche in genere usano ciabatte SPP inserisce nella in-formazione periodica i rischi da scivolamento integrato da eventuali segnalazioni di infortuni connessi a questo rischio, oltre ai doveri dei lavoratori propone al DS una circolare/disposizione “commissiona” al preposto di sollecitare i collaboratori che continuano a usare ciabatte a cambiare abitudini richiede al preposto una rendicontazione finale al termine della “campagna anticiabatte”

8 Perché alcune lavoratrici continuano
a usare ciabatte nonostante siano state informate sui rischi? In - formazione perché sono più comode perché l’hanno sempre fatto perché non hanno mai avuto infortuni perché lo fanno tutte perché non tollerano imposizioni perché la scuola non “passa” calzature da lavoro perché il rischio è “solo” di cadere ……………..

9 PERCEZIONE DEL RISCHIO
dipende da … In - formazione Esperienze personali delle conseguenze del rischio Possibilità individuale di stimare il rischio Possibilità di partecipare alla regolazione del rischio Rischio volontario/imposto Accettazione collettiva del rischio Aspettative riferite agli effetti del rischio Es. avere subito un infortunio può condizionare l’atteggiamento Es. il coinvolgimento nella valutazione del rischio in genere porta ad una percezione più realistica Abitualmente viene meno percepito come rischio quello volontario (es. rumore in discoteca) Alcuni rischi come gli incidenti da traffico non vengono percepiti nella loro gravità Se il rischio comporta effetti percepiti come positivi e quindi da correre (es. eroismo o per farsi accettare dal gruppo)

10 CHE COSA FA IL PREPOSTO ? In - formazione
È di esempio (lavora in sicurezza) Valorizza gli esempi positivi (fa parlare chi usa già calzature adeguate) Adotta una comunicazione rispettosa … (ascolta le ragioni, non fa prediche, attiva processi di convincimento quanto più possibile personalizzati, evidenzia i vantaggi, l’utilità del cambiamento)

11 FORMAZIONE DEGLI ADULTI
L’adulto Ha esperienza e un sistema di convinzioni costruito negli anni Si aspetta che quanto apprende gli sia utile immediatamente Reagisce meglio in ambiente collaborativo Può costituire una fonte di conoscenze Ha bisogno di convalidare le informazioni basandosi sulle sue opinioni ed esperienze Decide da solo cosa è importante apprendere In - formazione L’adulto: ha bisogno di capire l’utilità di ciò che sta facendo, quindi, deve essere consapevole delle finalità dei percorsi formativi che gli vengono proposti; ha un concetto di sé come persona autonoma, responsabile delle proprie decisioni, con una propria esperienza lavorativa e di vita, per cui impara quando si sente protagonista del proprio processo di apprendimento che deve sempre nascere o integrarsi con l’esperienza già acquisita: rinunciare ad un proprio sistema di convinzioni costruito negli anni è faticoso e destabilizzante; è disponibile ad apprendere solo ciò che ha bisogno di sapere e saper fare per rispondere in modo appropriato ai problemi di lavoro o di vita, e investe energia nella misura in cui ritiene che questo possa aiutarlo a risolvere questi problemi; è maggiormente disposto ad apprendere se spinto da motivazioni che lo portano a soddisfare bisogni interiori quali il desiderio di lavorare in sicurezza e migliorare la qualità del suo lavoro. Formazione degli adulti. La prima difficoltà che si incontra nel gestire attività di in-formazione per adulti risiede nella resistenza delle persone che, pensando di essere già perfettamente in grado di adempire ai propri compiti, non vedono la necessità o l’utilità di essere costrette ad apprendere qualcosa di nuovo. Formare gli adulti si concretizza, dunque, nel lavorare contro le resistenze che significa bandire le raccomandazioni (peraltro inefficaci in tutte le fasce d’età) per attivare processi di convincimento quanto più possibile personalizzati. L’adulto quando inizia ad apprendere qualcosa si preoccupa di esaminarne i vantaggi, nonché le conseguenze negative del mancato apprendimento: questo lo rende disponibile e motivato ad imparare cose nuove purchè rispondano alle proprie esigenze. Per poter elaborare adeguati ed efficaci progetti formativi, è necessario tenere conto di alcuni criteri che determinano l’atteggiamento ad imparare degli adulti. L’adulto, infatti:

12 SECONDO MEHRABIAN La comunicazione si realizza attraverso In - formazione

13 per una comunicazione efficace
Semplici regole per una comunicazione efficace Mettersi in gioco in prima persona Adeguare il messaggio alle caratteristiche di chi ascolta Prestare molta attenzione ai “messaggi di ritorno” In - formazione

14 per una comunicazione efficace
Semplici regole per una comunicazione efficace Porsi degli obiettivi Incentivare i contributi Far emergere (e ricomporre) i contrasti Non essere valutativi e moralistici Convincere, non imporre Non contrastare in modo diretto Umorismo, ironia Utilizzare esempi concreti e reali Far leva sugli aspetti positivi, evidenziare i vantaggi Valorizzare e diffondere le esperienze positive Prestare attenzione alla comunicazione non verbale In - formazione

15 Il RSPP, a seguito di una caduta di un collaboratore scolastico
ESERCITAZIONE / VERIFICA APPRENDIMENTO Il RSPP, a seguito di una caduta di un collaboratore scolastico che cambiava una lampadina da una sedia posizionata sopra una cattedra, comunica al preposto la necessità di sorvegliare sui lavori in altezza e vigilare sul rispetto delle disposizioni che prevedono l’uso di scale a pioli. Il preposto ……………………………………………………. ……………………………………………………………..….


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