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1 Materiale in consultazione utilizzato nel corso delle lezioni

2 Università Scienze Politiche Sociologia Ambiente e Territorio
Cagliari Sociologia Ambiente e Territorio Benedetto Meloni

3 Dimensione territoriale e progetto Ragionamenti di scenario
Benedetto Meloni Dimensione territoriale e progetto Ragionamenti di scenario cos’è un territorio come sistema locale Tre diversi livelli di sistema locale territoriale (A. Pichierri): Un livello sociografico (livello atlantizzabile) delimitato da confini e separato rispetto a un sistema più vasto, sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista storico: sistemi naturali, confini fisici, ambientali, popolazioni, regioni storiche, confini amministrativi. Questo livello caratterizzato dai confini esiste anche perché spesso, ma non sempre, oggetto di politiche e interventi:Regioni, Provincie, Comunità Montane, Gal, ATO, Comuni

4 Benedetto Meloni Dimensione territoriale e progetto Ragionamenti di scenario Un secondo livello di sistema territoriale è dato dall’esistenza di fattori originari, di specificità, economiche, culturali (per es. sistemi agrari: cascina latifondo; sistemi urbani: città barocche, medioevali; agroalimentari…. di identità collettive: “sistema locale per sé”, che si caratterizza per appartenenza consapevole, in qualche maniera riconosciuta anche all’esterno. Nel pensare lo sviluppo bisognerebbe prestare attenzione a questa dimensione frutto di lunghe tradizioni, quali le regioni storiche della Sardegna, che per lungo tempo hanno costituito unità territoriali contraddistinte da economia, cultura: il territorio come oggetto di sviluppo.

5 Benedetto Meloni Dimensione territoriale e progetto Ragionamenti di scenario Le specificità sono frutto di un lungo processo di adattamento umano a un determinato territorio: gli uomini costruiscono paesaggi, beni architettonici, ma selezionano anche specie animali e vegetali uniche, le uniche possibili, non intercambiabili. Vantaggi comparati: i beni specifici ambientali, artistici, agro-alimentari di cui godono i territori costituiscono risorse per lo sviluppo perché essendo beni non riproducibili permettono di difendersi dalla concorrenza. NB: tutti i territori presentano specificità, tuttavia risorse e saperi spesso si presentano in maniera dispersa, sono poco conosciuti e non valorizzati,sono spesso dispersi

6 Benedetto Meloni Dimensione territoriale e progetto Ragionamenti di scenario I progetti non si pongono mai dall’esterno, ma devono fare emergere il per sé di quelle regioni in termini di identità territoriale. In questo senso è possibile affermare che le esperienze progettuali servono a rafforzare il “per sé dei luoghi”, sia verso l’interno che verso l’esterno La giusta conoscenza e messa in valore del luogo per se è la precondizione di un progetto locale: in questo senso, la scuola di De Matteis ha utilizzato il concetto di capitale sociale territoriale, in un’accezione che tende a connettere le specificità territoriali con quelle economiche, sociali e culturali. Il carattere antropizzato dei luoghi è fonte di identificazione di piccole e grandi differenze che possono pesare sulle dinamiche dello sviluppo, come forme di ancoraggio a risorse specifiche (C. Donolo)

7 Benedetto Meloni Dimensione territoriale e progetto Ragionamenti di scenario Esiste poi un terzo livello: il territorio si pone come soggetto di sviluppo, come attore collettivo, come complessa interazione fra attori, diventa un sistema locale. Non è solo un territorio geograficamente definito, con una sua identità e le sue specificità, ma anche un’amalgama territoriale di economia e società che mette in rete specificità e soggetti, che in tempi successivi evoca, cerca e si afferma con una sua rappresentanza politica (governance). Ossia un percorso di auto-costituzione come soggetto e attore unitario, strutturato socialmente, effettivamente abilitato a decisioni e capace di strategie. In questo senso si indirizzano le azioni di distretto

8 Dimensione territoriale e sviluppo locale
Benedetto Meloni Dimensione territoriale e sviluppo locale L’assunzione del territorio come oggetto e soggetto di sviluppo fa emergere la centralità e la specificità delle azioni di sviluppo locale e territoriale: Si può valorizzare l’ambiente, fare uso intelligente dei beni culturali, valorizzare le produzioni agro-alimentari solo se si migliorano le capacità di coordinamento Non c’è nessun soggetto privato che da solo possa valorizzare il territorio in questa chiave Non c’è nessun soggetto pubblico che possa farlo da solo Se agissero come singoli potrebbe essere persino inutile L’integrazione progettuale e lo stare in rete costituisce la precondizione per uno sviluppo locale durevole.

9 I diversi approcci allo sviluppo
Benedetto Meloni I diversi approcci allo sviluppo Il modo di leggere, di pensare la dimensione locale è centrale in qualsiasi progetto di sviluppo. Esso si presta ad usi sociali, politici e culturali assai diversi. Pensare il territorio e lo sviluppo non è solo un'operazione di ingegneria economico sociale, ma assume e genera visioni d’insieme che hanno a che fare con modi specifici di costruzione di rapporti e identità locali e regionali. NB: pensare lo sviluppo (vedi il caso della scorciatoia dell’industrializzazione in Sardegna) implica la messa in moto della costruzione di un'identità locale collettiva.

10 Benedetto Meloni Gli approcci L’azione progettuale che si voglia rapportare alla dimensione locale dello sviluppo metodologicamente attrezzata deve evitare due approcci, due rischi, che contraddicono l’assunzione del territorio come articolazione interconnessa dei tre livelli: la mitizzazione della tradizione e delle appartenenze locali come naturalmente (e solo esse) capaci di produrre agire comunitario, solidarietà tra gli individui, regolazione sociale basata sul consenso. L'identità territoriale costituisce in questo caso l'insieme dei caratteri che servono a definire una comunità e i suoi individui in contrapposizione con altre comunità ed altri valori. È un approccio che esalta un localismo autarchico che tende a proteggere un microcosmo in una chiusura difensiva, per la Sardegna su connottu, l’esaltazione della cultura della diversità, della cultura resistenziale; l’esaltazione della modernizzazione come strumento per superare l'arretratezza, considera la tradizione e le appartenenze locali tradizionali un ostacolo allo sviluppo. Una modernizzazione così intesa è stata essa stessa elemento di freno allo sviluppo.

11 Benedetto Meloni Gli approcci Ciò che accomuna le due rappresentazioni, quella dei nostalgici del tempo che fu e quella dei detrattori del presente, è per quanto riguarda la Sardegna l'uso dello stereotipo del concetto di isolamento, così come il ricorso alle categorie dell’arcaico e dell’immobilismo per spiegare la storia della Sardegna. Perché quest’immagine di società arcaica è andata prendendo piede? Più che rispondere ad una realtà di fatto è in qualche maniera il prodotto di un lavoro intenso, organizzato, posto in atto da gruppi intellettuali e dirigenti politici impegnati a sostenere la funzione strategica di questa diversità, sul versante delle rivendicazioni e della gestione delle risorse pubbliche connesse alle politiche della diversità.

12 L’ approccio territorialista
Benedetto Meloni L’ approccio territorialista Accanto a queste due rappresentazioni, apparentemente contrapposte, in realtà entrambe improntate ad azioni dall’alto molto simili, è andata facendosi strada un'attenzione alla dimensione territoriale intesa come dimensione materiale e culturale, in parte esistente ma in gran parte da costruire. Una dimensione territoriale attenta alle risorse e ai saperi frutto del lento stratificarsi delle relazioni tra popolazione e territorio, all’integrazione dei saperi dispersi da mettere in rete all'interconnessione sociale: reti sociali, capitale sociale, meccanismi di regolazione non scritti: il sistema locale come attore collettivo.

13 L’ approccio territorialista
Benedetto Meloni L’ approccio territorialista Filone di indagine e intervento sullo sviluppo locale che, a partire dagli anni Settanta, pone in risalto la dimensione spaziale e territoriale (quindi locale) come variabile esplicativa dei processi di crescita (le tre Italie, i Distretti di Bagnasco) l’importanza della configurazione socioculturale endogena ereditata dal passato per spiegare le diverse modalità regionali e locali di ingresso nei percorsi di sviluppo (G. Becattini, G. Bianchi, 1982). centralità originaria delle economie delle regioni storiche che caratterizzano la realtà italiana e regionale delle “società locali originarie” (Sabel, 1989): specifici modi di produzione, sistemi di relazione (familiari e di parentela), situazione culturale ed ambientale della comunità o di aree omogenee come fattori per la comprensione dei distinti sistemi territoriali e delle capacità locali di adattamento ai mutamenti provenienti dall’esterno.

14 L’ approccio territorialista
Benedetto Meloni L’ approccio territorialista Le ricerche sulle dinamiche sociali dello sviluppo locale focalizzano l’analisi non solo sulla compresenza in uno stesso territorio di specifiche economie, ma soprattutto sui processi di integrazione e interconnessione sociale, su quella che Becattini ha individuato come “la comunità delle persone”: il sitema è attore sociale collettivo. N.B. Il che significa che l’ economia funziona perché gli attori sono tra loro interrelati, anche da rapporti fondati sulla conoscenza, l’appartenenza, la condivisione di identità. Ecco perché il corso parla di “tracce di comunità”

15 Benedetto Meloni Fattori sociali delle sviluppo nella progettazione delle azioni di sviluppo locale Se si accetta questo assunto della dimensione sociale dello sviluppo emerge: il ruolo dei fattori non economici e del contesto istituzionale, il ruolo del capitale umano e soprattutto la portata del capitale sociale e della fiducia che possono considerarsi le precondizioni immancabili dei progetti di sviluppo locale. Ne deriva che nelle politiche e pratiche di sviluppo locale (Progetti integrati, Patti Territoriali, Progetti pilota, etc.) particolare attenzione dovrebbe essere data alla combinazione degli interventi strutturali con le dinamiche sociali. In quest’ottica, le azioni sul sociale e le metodologie in grado di sostenere i processi di empowerment favorevoli allo sviluppo di capitale sociale (progettazione partecipata, tavoli sociali, animazione allo sviluppo etc.) dovrebbero integrarsi nel progetto e non avere un ruolo esornativo e rituale.

16 Benedetto Meloni Strumenti Per avere successo e non essere ulteriore occasione di spesa improduttiva e assistenziale, l’intervento a sostegno dello sviluppo locale debba essere integrato concertato partecipato

17 Benedetto Meloni Strumenti Integrazione Il problema dello sviluppo va affrontato in modo integrato, agendo contemporaneamente su più fronti e contenuti: integrazione verticale di tipo economico e per filiera (dalla produzione alla valorizzazione); integrazione orizzontale (tra filiere, riqualificazione del territorio e dell’ambiente) Dal punto di vista delle scelte strategiche, questa convinzione deve orientare fortemente le scelte non verso generiche e ordinarie attività, ma verso quelle che per la loro natura sono strettamente connesse al territorio e sono quindi capaci di realizzare un rafforzamento e valorizzazione della tradizione e la sua innovazione.

18 Benedetto Meloni Strumenti Concertazione L’elemento costitutivo dello sviluppo è costituito dalla capacità dei soggetti istituzionali di avviare e condurre processi di sviluppo condivisi che mobilitino risorse, soggetti e competenze spesso disperse L’intervento integrato a livello territoriale deve basarsi sulla concertazione tra i decisori pubblici (amministratori locali), gli operatori privati, i vari soggetti che formano il cosiddetto «terzo settore» (organizzazioni di volontariato, imprese sociali ecc.).

19 Benedetto Meloni Strumenti Concertazione NB: la logica dell’intervento congiunto implica che lo Stato, le istituzioni facciano un passo indietro rispetto alla presunzione (spesso dimostratasi inefficace in passato) di poter elaborare e realizzare, con le sole proprie forze, progetti capaci di orientare lo sviluppo verso obiettivi prestabiliti. Ora, piuttosto, il momento pubblico si propone come catalizzatore e coordinatore di energie che provengono da più parti: dal pubblico stesso, nelle sue articolazioni centrali e locali, ma anche da diversi tipi di operatori individuali o associati. Le istituzioni svolgono una funzione di coordinamento e fissano le regole appropriate, non sostituiscono i privati come operatori di sviluppo.

20 Benedetto Meloni Strumenti Partecipazione In coerenza con ciò, e per rendere più efficace il processo, la partecipazione diretta dei soggetti interessati alla elaborazione e alla gestione dei programmi di intervento diventa un prerequisito indispensabile per il successo. Le iniziative possono incidere positivamente sulla situazione nelle zone di crisi solo se sono in grado di suscitare energie sociali ed economiche, mobilitando attori sociali capaci di svolgere una funzione trainante. L' obiettivo è stimolare chiunque abbia risorse, abilità e conoscenza, capacità di iniziativa, volontà e intelligenza per mettere in gioco ciò di cui dispone e "scommettere" sul successo delle proprie iniziative, rafforzare l'idea progettuale attraverso la connessione tra il livello della razionalità programmatica e tecnica e quello del sapere diffuso legato alla razionalità sociale locale.

21 Benedetto Meloni Strumenti La partecipazione quindi non è solo una procedura, quanto un obiettivo di un progetto: è sì l'avvio di un processo ma è anche il fattore che moltiplica le risorse, perché facilita la condivisione e la trasmissione delle conoscenze, la costruzione di un'identità locale collettiva. Rafforza il capitale sociale necessario per lo sviluppo, attraverso il coinvolgimento attivo e anche emotivo della popolazione. La valorizzazione delle risorse delle territorio passa attraverso il loro riconoscimento fino ad arrivare alla rivitalizzazione delle risorse materiali e immateriali e al rilancio simbolico di un'area.

22 Governance come strumento e come obiettivo
Benedetto Meloni Governance come strumento e come obiettivo Il risultato della messa in atto strutturata e consapevole dell’insieme degli strumenti basati su integrazione, concertazione e inclusione progettuale, è lo strutturarsi di forme di governance adeguate. All’interno dello sviluppo locale integrazione, concertazione e partecipazione non sono attuate come azioni singole, pensate sporadicamente, ma come azioni interconnesse che durano nel tempo, che puntano su una sorta di pedagogia della governance, strutturata a partire dal singolo contesto e dalla sua storia e per singole realtà culturali

23 Governance come strumento e come obiettivo
Benedetto Meloni Governance come strumento e come obiettivo La somma delle azioni legate alla progettazione integrata strutturano quindi nel tempo non forme istituzionali nuove, ma relazioni tra soggetti che durano nel tempo, che contengono sia elementi spesso informali di governo (regole condivise, obiettivi condivisi), sia elementi formali (patti, protocolli), che strutturano il territorio come soggetto di azione. Se io penso la progettazione in questo modo creo capitale sociale, autoalimento e riproduco costantemente le condizioni della governance La governance può essere definita un processo condiviso e consapevole di gestione delle decisioni, finalizzato a obiettivi specifici di sviluppo.

24 Benedetto Meloni Governance come strumento e come obiettivo La governance rimanda in prima istanza alla integrazione progettuale dei contenuti (cluster di imprese o distretto). Il processo coinvolge attori di diversa natura: amministratori locali, istituzioni sovralocali, attori economici. In questo senso realizza una forma di relazione multi-attoriale. La dimensione fondamentale in cui si realizza, soprattutto nei progetti di sviluppo locale, è la costituzione di partenariati di tipo socio economico, attraverso un accordo formalizzato tra gli attori veri dello sviluppo locale (protocolli di intesa). Ciò rimanda alla costituzione di un soggetto territoriale della governance (Gal, Agenzia di sviluppo, Distretto).

25 Benedetto Meloni Governance come strumento e come obiettivo In virtù di queste stesse caratteristiche, la governance è capace di condurre a meccanismi e processi di governo in un contesto locale e può ben essere definita come una forma di integrazione e strutturazione di un campo pluralistico di interessi, finalizzata a costruire strategie coerenti e unitarie: un progetto del territorio. Per analoghe ragioni, è anche un meccanismo strutturato e flessibile di pilotaggio, efficace nell’innescare fasi non solo di progettazione, ma anche di implementazione, gestione e valutazione: cabine di pilotaggio, tavoli. In definitiva è il carattere di integrazione plurilivello che dura nel tempo il tratto sostanziale della governance: ciò che permette al territorio di essere soggetto collettivo.

26 Cos’è lo sviluppo locale?
Benedetto Meloni Cos’è lo sviluppo locale? È un progetto condiviso Lo sviluppo locale nasce dal territorio e deve essere inteso come il risultato della capacità di valorizzare in modo integrato l'insieme delle sue risorse potenziali, materiali e immateriali. Le risorse sono, tuttavia, reali e sono un’opportunità per lo sviluppo solo se sono riconosciute come tali da una comunità locale, attraverso le azioni di partecipazione ed empowerment. Il progetto del territorio è quindi intrinsecamente connesso alle identità locali condivise, alla conoscenza e alle azioni che portano al riconoscimento diffuso delle risorse territoriali da parte degli abitanti. Lo sviluppo in questo senso va progettato con strumenti e competenze adeguate. Passa attraverso il riconoscimento delle specificità locali sono una risorsa fondamentale. I diversi sistemi territoriali vanno pensati come differenti modelli di sviluppo. La scommessa del futuro è riuscire a coniugare innovazione e globalizzazione con i caratteri specifici di ogni contesto e la sua identità esclusiva.

27 Benedetto Meloni È anche un’identità in costruzione Puntare soprattutto sullo sviluppo locale, concertato e partecipato aiuta a fare emergere l'identità positiva e condivisa di un territorio, in quanto scenario per ricongiungere ambiente, storia, economia, società e progetto futuro. I territori e luoghi prendono forma e significato solo in relazione alla cura che se ne ha, solo se diventano oggetti di una ricostruzione attiva e di una reinvenzione. L'identità in quanto tale si costruisce, è un prodotto culturale, cioè il risultato di uno sforzo di conoscenza condiviso, di attribuzione di valore, di sistematizzazione e di acquisizione consapevole. L'identità diventa così uno dei fattori essenziali dello sviluppo, perché è un potente fattore di legame civico, che orienta e stabilizza le direzioni di un governo e di una comunità. Ha un ruolo nell'orientare la volontà, le ambizioni e gli obiettivi con cui le comunità guardano al proprio futuro, perché definisce nuove compatibilità e nuovi bisogni collettivi, fornisce nuovi strumenti di valutazione delle politiche

28 Benedetto Meloni Strumenti Un esempio: i parchi Un esempio di come possa emergere la questione della progettazione integrata, concertata e partecipata è quello dei parchi. Nel passato la filosofia dell'intervento pianificatorio in queste aree era fondata sull'idea che tutela dell'habitat ed esigenze di sviluppo locale fossero sostanzialmente inconciliabili. Ciò produceva Piani essenzialmente orientati a separare aree tutelate (con vincolistica piuttosto rigida) dalle aree esterne (convincoli ambientali laschi o nulli). Oggi i nuovi indirizzi di pianificazione delle aree naturalí sono ispirati all’idea di sviluppo sostenibile, enfatizzando l'esigenza di conciliare l’attenzione per l'ambiente con la dimensione economica e quella sociopolitica. Una politica di sviluppo sostenibile deve valorizzare risorse culturali, istituzioni locali e comunità (compito di gestire le risorse ambientali). Ciò significa che sviluppo locale e tutela del patrimonio naturale debbono viaggiare congiuntamente. La partecipazione delle popolazioni, delle comunità, degli organi di governo locali ai processi di pianificazione e di gestione delle risorse ambientali sono condizioni irrinunciabili per evitare nuove forme di pianificazione calata dall'alto, destinata dunque ad un sicuro insuccesso

29 Finalità delle azioni di sviluppo locale
Benedetto Meloni Finalità delle azioni di sviluppo locale Finalità delle azioni di sviluppo locale: creare beni pubblici locali per la competitività (A. Pichierri) Particolare categoria di beni localizzata Materiali (ambiente, asili nido, scuole professionali, servizi alle imprese, cooperative di servizi) Tangibili (trasferimento tecnologico, formazione professionale); Intangibili (capitale sociale, accordi formalizzati tra le persone, fiducia, patti) Finalizzati all’aumento della competitività indirettamente (paesaggio, clima, qualità insediativa di un luogo) Finalizzati all’aumento della competitività direttamente (formazione, credito)

30 Finalità delle azioni di sviluppo locale
Benedetto Meloni Finalità delle azioni di sviluppo locale Beni pubblici locali per la competitività Le azioni di sviluppo locale mirano a creare beni pubblici locali per la competitività attraverso Consenso e condivisione progettuale Concertazione Patti, regole su obiettivi specifici (GAL, Distretti, OP) Le azioni di sviluppo locale mirano a mettere insieme attori con interessi comuni o in contrasto, individuando beni comuni e terreni comuni possibili di cooperazione, puntando sul consenso, sulla fiducia, sul senso di appartenenza che possono evolvere in Local Collective Competition Goods ed essere importanti quanto e più delle infrastrutture fisiche e della diffusione della tecnologia.

31 Finalità delle azioni di sviluppo locale
Benedetto Meloni Finalità delle azioni di sviluppo locale Beni pubblici locali per la competitività Solo una cooperazione formale ed informale e tra i diversi livelli istituzionali e tra questi e gli attori collettivi privati può portare alla creazione di beni collettivi dedicati, ovverossia quei beni realizzati intenzionalmente per perseguire un percorso di sviluppo di qualità. Da ciò deriva la centralità di forme di governance adeguate

32 Finalità delle azioni di sviluppo locale
Benedetto Meloni Finalità delle azioni di sviluppo locale Finalità delle azioni di sviluppo locale è creare beni individuali socialmente utili: Diffusione sociale dalle capacitazioni (A. Sen) L’ integrazione progettuale può svolgere un ruolo sinergico tra i settori e i soggetti del sistema locale, per dare luogo a processi di sviluppo sostenibile altrimenti irrealizzabili, in quanto incide sulla capacità di riorientamento motivazionale. La premessa vera di ogni sviluppo è costituita da una vasta diffusione sociale dalle capacitazioni a ricoprire un ruolo attivo e consapevole nella società, coerente con le proprie conoscenze , risorse e i propri obiettivi esistenziali.

33 Finalità delle azioni di sviluppo locale
Benedetto Meloni Finalità delle azioni di sviluppo locale Finalità delle azioni di sviluppo locale è creare beni individuali socialmente utili: Diffusione sociale dalle capacitazioni (A. Sen) La teoria delle capacitazioni può essere considerata una rivoluzione nel campo dell'economia: riesce ad inquadrare meglio lo scopo a cui tendono tutte le attività economiche, che non è solo quello di incrementare il reddito, quanto quello di migliorare la qualità della vita tramite l'acquisizione di nuove risorse, non solo materiali ma anche immateriali, necessarie alla corretta definizione e al perseguimento di obiettivi individualmente e socialmente significativi.

34 Finalità delle azioni di sviluppo locale
Benedetto Meloni Finalità delle azioni di sviluppo locale Empowerment

35 Benedetto Meloni Interrogativo A monte si pone questo interrogativo se le politiche pubbliche e le politiche di sviluppo locale possano migliorare o indurre capitale sociale, soprattutto laddove questo è debole. Questo interrogativo è particolarmente pregnante se riferito alle diverse realtà del Mezzogiorno, spesso descritte con i tratti comuni del particolarismo e dell’assenza di solidarietà e fiducia diffusa. Secondo questo paradigma, declinato nella letteratura sociologica come “familismo amorale”, Banfield (1976 ). Gli abitanti del Sud agirebbero in funzione della massimizzazione degli interessi a breve termine del proprio nucleo familiare, avulsi e in contrapposizione con gli interessi della comunità.

36 Benedetto Meloni Interrogativo Per la Sardegna, in particolare, si è parlato di “famiglia esclusiva” (Pinna 1971) caratterizzata dalla chiusura del singolo nucleo famigliare rispetto all'esterno, «dal rifiuto di stabilire rapporti che superino il proprio ambito e quindi anche dei rapporti comunitari» (invidia). Il familismo è un’attitudine etica ed è anche amorale perché manca di morale pubblica, nel senso che i principi di bene e male rimangono e vengono applicati solo nei rapporti familiari. L'amoralità non è quindi relativa ai comportamenti interni alla famiglia, ma all'assenza di ethos comunitario, all'assenza di relazioni sociali morali tra famiglie, tra individui all'esterno della famiglia:assenza di capitale sociale.

37 come si forma oggi il capitale sociale nella società di piccola scala;
Benedetto Meloni Interrogativo Invece, il punto centrale nel pensare il capitale sociale, nella rilettura che ne ha fatto Bagnasco, è capire come ha origine il capitale sociale nel passaggio dalla società tradizionale che si suppone ne sia ricca(?),a quella moderna; cosa si perde e cosa si ristruttura; come si forma oggi il capitale sociale nella società di piccola scala; come le reti individuali strutturino relazioni stabili; come l'integrazione sociale - anche indotta - generi regole informali, norme, fiducia interpersonale, fiducia istituzionale; come le azioni di governance possano indurre “giochi cooperativi”; soprattutto, come gli assetti istituzionali e le loro regole (in particolare quelle relative all'accesso alle risorse pubbliche, quali la progettazione integrata) possano essere compatibili con la crescita del capitale sociale e possano stimolare le capacità di auto-organizzazione della società civile.

38 Benedetto Meloni Interrogativo N.B. Quando si pone l’accento sull’ attitudine etica ereditata, sul familismo si sottovalutata, come osserva Bagnasco, la possibilità - presente nella formulazione di Coleman – “che la fiducia possa essere prodotta dall'interazione sociale anche dove non c' è. In questa direzione si può anche sostenere che l'attitudine a collaborare può essere sviluppata dall'azione politica, dagli assetti regolativi dell’economia posti in essere e dal successo stesso dell'interazione che ne deriva. La fiducia deriva meno da un serbatoio culturale e in misura relativamente importante dalle interazioni di successo ripetute

39 Benedetto Meloni Interrogativo Se si pone l'accento sulla lunga durata e sulle culture originarie (familismo, invidia..), si ha l'impressione che tutto sia stato scritto e che le politiche pubbliche - a breve e a medio periodo - non servano (D. Cersosimo C. Donzelli 1996 ). Niente si dice sulla funzione di queste politiche per il passato più recente soprattutto nel secondo dopo guerra: se esse abbiano influito sulla manifestazione o consolidamento di certi tratti culturali o se siano state persino in grado di generarli o rafforzarli "E' che le istituzioni stesse, nell'impatto con la società meridionale, nell'interazione necessariamente svolta dal contesto, hanno creato quel deficit di senso civico che poi si lamenta" (ivi p. 58)

40 Alcune questioni chiave del tutto attuali in tema di sviluppo locale:
Benedetto Meloni Prime conclusioni Alcune questioni chiave del tutto attuali in tema di sviluppo locale: la necessità di adottare un approccio che ponga al centro le dimensioni sociali dello sviluppo; l’importanza decisiva del capitale umano, ma soprattutto del capitale relazionale e del capitale sociale, come condizioni dei progetti di sviluppo locale; l’attenzione da accordare alla combinazione degli interventi strutturali con le dinamiche sociali nelle politiche e pratiche di sviluppo locale (informazione, formazione, governance, integrazione …); l’utilità di interventi e metodologie in grado di sostenere i processi di empowerment (diffusione sociale dalle capacitazioni) e di governance favorevoli allo sviluppo e alla produzione di capitale sociale (progettazione partecipata, tavoli sociali…), che si integrino nel progetto senza limitarsi a un ruolo meramente esornativo e rituale.

41 focalizzati più sulle regole e sulle pratiche;
Benedetto Meloni Prime conclusioni Da queste istanze propositive è altamente probabile, oltre che auspicabile, che derivino interventi: meno centrati sulle culture unificanti esplicatrici a senso unico dell’arretratezza (familismo, invidia); focalizzati più sulle regole e sulle pratiche; orientati alla combinazione di risorse; disponibili ai giochi di codici, piuttosto che alle norme uniche tradizionali; aperti alla creazione di cultura e identità e non solo sedimentati sui codici ereditati; innestati sulla capacità di auto-organizzazione della società; proiettati verso i risultati delle buone regole.

42 Prime conclusioni alcune regole del buon sviluppo di un sistema locale
Benedetto Meloni Prime conclusioni alcune regole del buon sviluppo di un sistema locale A questo punto, sulla base delle esperienze in corso, possiamo tentare di suggerire in forma schematica, e senza pretese di esaustività, alcune regole del buon sviluppo di un sistema locale, in grado di orientare in un prossimo futuro un localismo virtuoso, che si proponga come capacità di orientare lo sviluppo dal basso: Progettare lo sviluppo: contrariamente a quello che a volte sembra, i sistemi locali non sono formazioni spontanee, non sono funghi. Essi vanno pensati e progettati già come sistemi, soprattutto qualora esistano, esperienze e pratiche pregresse. Lo sviluppo locale è sempre meno un evento “naturale” o spontaneo, che il mercato si limita a suscitare e regolare. Richiede un progetto (Bagnasco ….). è uno “sviluppo costruito (Zanfrini ….). Centralità delle risorse endogene: il buon sviluppo locale non pone al centro la ridistribuzione di risorse provenienti dall’esterno, ma l’individuazione e valorizzazione di risorse locali: è cioè del tutto inclusivo (tanto all’interno quanto all’esterno). Punta cioè sulla creazione di vantaggi competitivi localizzati.

43 Benedetto Meloni Prime conclusioni Un buon sviluppo locale non si basa solo sulle risorse specifiche locali ereditate, ma si attrezza nella direzione della valorizzazione e creazione di beni comuni condivisi, che accrescono i vantaggi competitivi localizzati di un sistema locale (materiali e immateriali). Dal punto di vista qui assunto un buon sviluppo, se vuole contribuire alla creazione di un sistema locale, deve generare o indurre beni relazionali. Si tratta di un patrimonio che richiede tempo per essere creato e riprodotto, ma fondamentale per le economie delle società locali. In altri termini “la fiducia deriva meno da un serbatoio culturale e in misura relativamente importante da interazioni di successo ripetute” (Bagnasco …). A questo punto le relazioni fiduciarie e cooperative sono attivatrici endogene di sviluppo.

44 Sociologia Ambiente e territorio
Benedetto Meloni Sociologia Ambiente e territorio Un percorso per comprendere la dimensione territoriale l’importanza delle variabili endogene le caratteristiche delle società locali che sono andate rapidamente trasformandosi Un percorso a partire dalla sociologia che si occupa di comunità sia come concetto sia in connessione con l’aggettivo locale Un secondo percorso per vedere come il filone degli studi di comunità nati per spiegare il mutamento delle società tradizionali ci consenta di avere strumenti nuovi per comprendere le società locali oggi

45 Il concetto di Comunità Sociologia Ambiente e territorio 2°parte
Benedetto Meloni Il concetto di Comunità Sociologia Ambiente e territorio 2°parte Il concetto di comunità è stato usato dai classici per costruire categorie interpretative a partire dalle caratteristiche delle società tradizionali in rapida trasformazione per capire ciò che si perdeva per apprezzare le differenze emergenti Ciò che si perdeva: l’ottica è molto diversa dalla sociologia della modernizzazione, non considera la società tradizionale da superare o negativa, ma si pone il problema delle permanenze (compresenza di comunità e mercato). Sono nate così copie concettuali che stanno alla base di molti discorsi comunità-società status-contratto tradizione-razionalizzazione

46 Pur con una serie di contraddizioni orienta la ricerca.
Benedetto Meloni Il concetto di Comunità Il concetto di comunità echeggia l’uso corrente: relazioni faccia a faccia, coinvolgenti, esclusive, piccole unità sociali, naturali, non artificiali, caratterizzate da fiducia, reciprocità, identità, appartenenza. Si oppone al concetto di società. Pur con una serie di contraddizioni orienta la ricerca. Che cosa si perde nel passaggio? La società è in grado di sostituirle? Quale è il destino delle relazioni di comunità all’interno della società moderna?

47 Il termine presenta una seconda possibilità d’uso.
Benedetto Meloni Il concetto di Comunità Il termine presenta una seconda possibilità d’uso. Si coniuga con locale. Fa riferimento a una società che si organizza nello spazio, in uno spazio circoscritto (il paese, il distretto....). Le ricerche di comunità hanno ripreso considerazione negli studi recenti.

48 Lavoreremo sui concetti seguendo due percorsi
Benedetto Meloni Il concetto di Comunità Lavoreremo sui concetti seguendo due percorsi Tracce Residui di comunità nella società attuale: non è ciò che interessa Traiettorie che un rilevatore individua dopo la disintegrazione del nucleo. Il concetto è esploso a causa dell’uso ideologico, dicotomico, e ha dato luogo a problematiche diverse, imparentate, che hanno a che fare con la disintegrazione del nucleo centrale di comunità: fiducia, capitale sociale, economia informale, dimensione territoriale dello sviluppo, regolazione sociale

49 Benedetto Meloni Il concetto di Comunità Compresenza È un altro concetto che consente percorsi di ricerca ed esperimenti analitici. Non si danno mai forme pure di comunità o società, ma combinazioni (Weber) in forme storiche specifiche.

50 Tracce del concetto sociologico di comunità
Benedetto Meloni Il concetto di Comunità: Temi Tracce del concetto sociologico di comunità Il vecchio concetto sintetico non regge. Emergono dalla disintegrazione problematiche parziali: Economia informale, capitale sociale, distretti,fiducia, regolazione sociale, concetti di comunità che vengono usati senza riferimento al vecchio concetto. Economia informale Ricerca e mette a fuoco non tanto l’economia nascosta (illegale), quanto le forme di produzione o gli scambi economici informali, basati su fiducia, reciprocità, regolazione sociale, che esistono accanto all’economia di mercato (rapporto) Ciò ha permesso di allargare gli orizzonti di ricerca, l’interesse per il micro, per le relazioni di tipo “comunitario” in forme diverse.

51 Capitale sociale (J. Coleman) termine più recente
Benedetto Meloni Il concetto di Comunità: Temi Capitale sociale (J. Coleman) termine più recente Anche qui ritornano temi che hanno a che fare con fiducia Reti di relazioni, usi analitici tesi a complicare l’approccio all’economia e la lettura unilineare sulla base dello scambio di mercato. Si tratta di temi che richiamano la comunità: La preoccupazione oggi per la perdita dei tessuti di relazione autonomi, spontanei, microscopici che costituiscono il tessuto connettivo della società (civic ness).

52 Distretti industriali. Piccola impresa
Benedetto Meloni Il concetto di Comunità: Temi Distretti industriali. Piccola impresa Per i sociologi il problema è stato quello di capire il tipo di società locale all’interno della quale si sviluppa un certo tipo di economia, la piccola industria data poco prima per spacciata. Identità, fiducia, reciprocità, economia informale, capitale sociale, tutte derivanti dal termine comunità, fanno parte della ricerca sui distretti.

53 (scatola degli attrezzi)
Benedetto Meloni Comunità e mutamento Lezione di un ciclo sul tema comunità locale e mutamento per vedere come chiunque voglia studiare una comunità spazialmente circoscritta deve fare i conti con le grandi visioni storiche analitiche, come fonte di ipotesi e serbatoi concettuali alle quali attingere (scatola degli attrezzi)

54 Benedetto Meloni Comunità locale e mutamento Il termine comunità nella tradizione sociologica si sposa con altri due termini Società comunità e società Locale comunità locale

55 Metodo monografico, tecniche di ricerca
Benedetto Meloni Comunità locale e mutamento Si tratta di usi molto diversi Descrive rapporti, relazioni sociali senza che per ciò esista riferimento a società concrete: rapporti sociali confidenziali esclusivi. Concetto Individua un tipo di studio su una struttura sociale spazialmente circoscritta: società che si organizza nello spazio. Metodo monografico, tecniche di ricerca

56 F. Tönnies, M. Weber, S. Maine, E. Durkheim, T. Parsons.
Benedetto Meloni Comunità locale e mutamento L’uso dei concetti nei classici: F. Tönnies, M. Weber, S. Maine, E. Durkheim, T. Parsons. Vedere come questo sia uno dei temi più classici della sociologia, sul quale i classici si sono confrontati. La scoperta di questi concetti rappresenta senza dubbio lo sviluppo più caratteristico del pensiero sociale del diciannovesimo secolo Uno sviluppo che va ben oltre i limiti del pensiero sociologico (R. Nisbet p. 67). Per vedere come, via via, la contrapposizione comunità-società, pur permanendo come schema concettuale (portato a esprimere grandi visioni, e quindi come fonte di ipotesi interpretative), cede il passo a ipotesi basate sulla combinazione di società e comunità e sulla compresenza, superando una visione positiva o negativa. Questo è un modo per dar senso a una rilettura.

57 Benedetto Meloni Comunità locale e mutamento Restringimento del concetto di comunità e uso solo di quello di comunità locale, che non è un concetto ma una scala di analisi, un metodo di lavoro: Parsons usa comunità solo per indicare quel tipo di collettività i cui membri condividono un’area territoriale come base delle operazioni e delle attività giornaliere. (Parsons, 1951 trad. it. P. 9 ) Quello che importa anche a questo livello di analisi è vedere come la lezione dei classici ci porti a evidenziare, a livello di relazioni e di regolazione locale, i processi di compresenza, di combinazione. La comunità territoriale come luogo di intersezione. Nel mutamento sociale la struttura originaria si combina con il contesto e con i fattori esogeni. Sono molte le ricerche italiane su quest’argomento: Pizzorno, Piselli, Ardigò, Donati ….

58 Modelli generali: comunità, mercato, stato: principi di funzionamento
Benedetto Meloni Comunità locale e mutamento C’è infine un altro aspetto che solo in parte deriva dalla problematizzazione e dal raffreddamento del concetto di comunità. Riemergere di concetti di comunità: tracce in ambiti sociologici estranei agli studi di comunità. Il problema degli schemi di regolazione della complessità nelle nostre società (C. Polanyi, Ph. Schmitter). Modelli generali: comunità, mercato, stato: principi di funzionamento solidarietà spontanea - reciprocità competitività dispersa controllo gerarchico - redistribuzione Bagnasco pone l’analisi al confine tra mercato, stato e società. Nell’analisi del carattere del sistema basato sulla piccola impresa e sull’economia diffusa individua più principi regolativi delle attività economiche.

59 Benedetto Meloni Comunità locale e mutamento Altri temi legati una volta alla comunità sono quelli dell’identità, della fiducia, delle reti sociali, del capitale sociale. Altro tema connesso a questi è il rapporto tradizione-modernità nello sviluppo. Conclusione Questa tematica ha lasciato e depositato molto nella storia delle scienze sociali.

60 Benedetto Meloni Comunità locale e mutamento Metodologia di studio a scala ridotta delle “sociologie locali”, lette come “formazioni sociali territoriali”, dotate di una relativa congruenza tra diversi aspetti del sociale, ricostruibili come esito di combinazioni di principi di strutturazione sociale, con regole e risorse combinate dagli attori (A. Bagnasco, 1992 p.62) La definizione e l’evoluzione dei concetti di comunità e comunità locale portano a evidenziare che le relazioni sociali sono caratterizzate da forme di combinazioni e compresenza di plurimi aspetti del sociale.

61 Uso classico dei due concetti di comunità società
Benedetto Meloni Uso classico dei due concetti di comunità società Ferdinand Tönnies (1887) La formulazione definitiva dei due concetti nelle scienze sociali risale a F. Tönnies che, alla fine del secolo scorso, introduce la tipologia comunità - società come strumento fondamentale per la comprensione del mutamento sociale. Nisbet, che ritiene il concetto di comunità centrale nelle scienze sociali osserva che Tönnies lo introduce e lo riscopre come critica all’economia politica, la quale, esaltando l’impostazione contrattualista della trasformazione in atto, non era in grado di cogliere gli elementi negativi di questa trasformazione

62 Benedetto Meloni Ferdinand Tönnies (1887) È interessante osservare che per Tönnies l’introduzione di questa tipologia fa da ponte col discorso corrente nel quale si evidenziano le caratteristiche distinte di: Comunità Società matrimonio - comunità di vita società di vita – (contraddizione in termini) comunità di luogo, di fede, di costume società di profitto

63 Benedetto Meloni Ferdinand Tönnies (1887) In sostanza nel linguaggio corrente “ogni convivenza confidenziale, intima, esclusiva viene intesa come vita di comunità; la società invece è il pubblico, è il mondo. Il giovane viene messo in guardia contro la cattiva società, ma parlare di cattiva comunità è contrario al senso comune. Nel passaggio al linguaggio sociologico i due termini comunità e società vanno intesi come “forme associative”, come “rapporti sociali strutturati”, come “relazioni tra volontà umane”. Come “vita organica” = comunità; come formazione meccanica=società. La comunità deve quindi essere intesa come un “organismo vivente, la società come un aggregato, un prodotto meccanico". I concetti di comunità e società non sono separabili, dal momento che sono costruiti per opposizione come elementi di un unico schema interpretativo che assume in se elementi diversi.

64 Società rimanda a distacco, lontananza, rapporti formali.
Benedetto Meloni Ferdinand Tönnies (1887) COMUNITÀ Comunità rimanda ai rapporti tra vicini, tra familiari, rapporti di fiducia, caratterizzati dalla comunione di idee, di pensieri, di vita. SOCIETÀ Società rimanda a distacco, lontananza, rapporti formali.

65 Conseguenze e implicazioni analitiche di questa diade per Tönnies
Benedetto Meloni Ferdinand Tönnies (1887) Conseguenze e implicazioni analitiche di questa diade per Tönnies La comunità così concepita serve a definire rapporti sociali più direttamente connessi alla discendenza, alla vicinanza fisica o spirituale: comunità di sangue, madre-bambino, uomo-donna, la parentela. Il riferimento ideale è alla famiglia, al gruppo umano fondamentale comunità di luogo, il vicinato, comunità comunità di spirito, l’amicizia, quest’ultima fondata sulla libera scelta, avente un carattere non necessario. Ciò che conta è il contenuto delle relazioni, non la loro spazializzazione.

66 Sono due le categorie che servono a spiegare il cambiamento sociale:
Benedetto Meloni Ferdinand Tönnies (1887) Sono due le categorie che servono a spiegare il cambiamento sociale: l’emergere dell’individuo rispetto a qualunque forma di aggregazione precedente: individualizzazione come isolamento, non autonomia l’emergere del carattere contrattuale e convenzionale di ogni rapporto la tensione delle relazioni interpersonali come situazione normale (cit p.22) Queste opposizioni esprimono le tensioni alla base della modernizzazione, l’emergere della divisione di interessi, del conflitto endemico, di riduzioni di appartenenza e valori morali, della discrezionalità non controllata.

67 Benedetto Meloni Ferdinand Tönnies (1887) Critica della società contemporanea. La comunità rappresenta quello stadio dello sviluppo storico della società rurale europea, il borgo e il villaggio contadino emarginato dalla società industriale La teoria di Tönnies è stata influenzata dal pensiero filosofico e giuridico dei suoi contemporanei. In particolare va ricordato Sumner Maine, (1861) per la sua influenza più propriamente sociologica. A lui si deve la descrizione del mutamento sociale come passaggio dallo status al contratto. L’emergere di rapporti giuridici basati sul libero contratto individuale, che ne sostituiscono altri basati sull’appartenenza a gruppi (V. Guckman, Potere diritto e rituale nelle società tribali, 1977). L’impostazione di Tönnies influisce su molti studiosi, soprattutto su Weber

68 Critiche al concetto di comunità Tönnies
Benedetto Meloni Critiche al concetto di comunità Tönnies Usa i concetti comunità e società in maniera contrapposta, riducendo a uno la molteplicità dei concetti sociologici che caratterizzano l’agire comunitario: appartenenza, solidarietà, fiducia … (Koning, 1967). Ha dato al termine un’accezione realistica (R.Boudon, 1985 p. 275), come se un tipo di legame fosse una cosa, una sostanza, un’istituzione concreta, non invece un sistema di attributi Concetto ideologico: comunità rappresenta i tempi passati, il mondo perduto della solidarietà, la società si caratterizza per individualismo:isolamento non autorealizzazione, conflitto, profitto. I raggruppamenti individuati (comunità familiare, comunità di luogo comunità di spirito) non sono regolati solo ed unicamente dalla comprensione, dalla concordia e dalla solidarietà. N.B. Rimane tuttavia il fatto che la contrapposizione comunità - società esprime la preoccupazione per un mondo che cambia.

69 Benedetto Meloni Weber Utilizza ampiamente il concetto di comunità: individua diversi tipi di comunità Fonda meglio la definizione, all’interno di un sistema sociologico di comunità molto articolato Comunità - società: associazione, è collocato al livello delle relazioni sociali, dell’agire sociale dotato di senso Sono noti i quattro tipi di orientamento sociale all’azione: affettivo simpatetico tradizionale “così fan tutti” valutativo orientato rispetto al valore morale e religioso finalistico orientato rispetto allo scopo

70 Benedetto Meloni Weber Per relazione sociale Weber intende “un comportamento di più individui instaurato reciprocamente secondo il suo contenuto di senso, e orientato in conformità” (1922 trad. it. vol. I p. 23). Una relazione sociale è definita comunità "se e nella misura in cui la disposizione all’agire sociale poggia su una comune appartenenza, soggettivamente sentita, affettiva e tradizionale, dagli individui che a essa partecipano” (p. 38). È definita invece associazione “se, e nella misura in cui, la disposizione all’agire sociale poggia su identità di interessi, oppure su un legame di interessi motivato razionalmente: rispetto al valore e rispetto allo scopo (p.38).

71 Uso di Weber di comunità e associazione
Benedetto Meloni Uso di Weber di comunità e associazione Implicazioni per la ricerca oggi Comunità e associazione, pur essendo definiti nei contenuti, non sono usati da Weber in opposizione, come in Tönnies. Uso che mostra interesse alla combinazione e alle varietà che stanno tra le forme polari. Questo perché esiste in Weber una maggiore consapevolezza metodologica, dovuta all’elaborazione di natura puramente strumentale di ogni concetto sociologico. Qualsiasi relazione sociale può avere, infatti, sia il carattere di comunità, sia quello di associazione: molte relazioni di comunità non escludono finalità di scopo, finalità di interesse; così come molti gruppi economici possono incorporare orientamenti simpatetici o tradizionali (cit p , comunità locale). Il concetto di comunità, pur individuando elementi di società tradizionale non fa riferimento a un particolare tipo di società spazialmente definito (mentre in Tönnies i riferimenti spesso esistono) (vedi conferenza Saint Luis 1904).

72 Questo rende più semplice l’uso per spiegare il mutamento.
Benedetto Meloni Uso di Weber di comunità e associazione Implicazioni per la ricerca oggi Questo rende più semplice l’uso per spiegare il mutamento. Rifiuta di legare comunità al rurale, e lo usa per l'analisi dei fenomeni religiosi nascenti: nuove forme di identità, movimenti Per spiegare il cambiamento sociale Weber usa non comunità-associazione ma tradizione-razionalizzazione. In questo caso fa riferimento ai diversi tipi di società. Razionalizzazione sottende non tanto l'idea di sensatezza, ma un tipo di azione definita da regolarità, ripetibilità, controllabilità, dominabilità, conformità rispetto allo scopo, efficienza calcolabile. N.B. Anche qui Weber è attento a cogliere all’interno di strutture razionali, come la burocrazia o il capitalismo moderno, spazi che non escludono la rielaborazione della tradizione.

73 trasformazione dell’una nell’altra.
Benedetto Meloni Uso di Weber di comunità e associazione Implicazioni per la ricerca oggi Quindi la questione decisiva per Weber sembra essere quella dei rapporti tra tradizione e modernità, tra comunità e associazione, non quella della trasformazione dell’una nell’altra. Weber usa i concetti come tipi ideali definiti in maniera precisa e capaci di differenziare e ricombinare.

74 Benedetto Meloni Uso di Weber di comunità e associazione Implicazioni per la ricerca oggi La lezione weberiana è fondamentale per i sociologi della comunità, che studiano i processi di mutamento sociale nella società contemporanea (Boudon). Da una parte è vero che gli schemi basati su binomi oppositivi esprimono le grandi visioni e l’emergere progressivo della società contemporanea. Dall’altra la complessità dei processi, le forme diverse della modernizzazione, la necessità di tematizzare ostacoli e blocchi tendono a fare emergere il problema della concettualizzazione delle forme che “stanno nel mezzo”, l’importanza decisiva di forme di permanenza, il discorso della compresenza così come è stato tematizzato in Italia, l’importanza di studiare le comunità territoriali a qualunque scala come "luogo di intersezione”. Quindi queste concettualizzazioni sono fonte di ipotesi interpretative e serbatoi concettuali.

75 Benedetto Meloni E. Durkheim E. Durkheim può essere considerato un altro studioso classico della comunità. Usa la dicotomia: Solidarietà meccanica: tipica delle società semplici in cui le differenze non sono individuali, ma riguardano i gruppi, la coscienza è collettiva, le regole sono prescritte e repressive. Solidarietà organica: tipica della società moderna, deriva dalla divisione tecnica e sociale del lavoro, che definisce funzioni interconnesse e ruoli a partire dall’individuo (processo di individualizzazione). Le sanzioni sono restrittive, i contratti sono alla base delle relazioni. L’esistenza di queste regole costituisce la base della solidarietà organica, si tratta di regole che tendono ad esaltare i diritti dell’individuo. N.B. Durkheim è quello che più di ogni altro ha insistito sui rapporti e sullo spazio delle forme sociali preceduti nelle forme più evolute, sul riconoscimento che nessuna società è possibile senza legami e premesse di ordine morale (solidarietà organica). Parla di premesse non contrattuali del contratto, premesse contrattuali dello scambio (M. Mauss).

76 Conclusioni dell’excursus sui classici
Benedetto Meloni Conclusioni dell’excursus sui classici Abbandono della problematica complessiva ed emergere di problematiche parziali al di fuori di studi di comunità, che “fanno rivivere in modo nuovo problemi, in precedenza caricati sul concetto di comunità”: identità, fiducia, compresenza di sistemi regolativi, di reti sociali, capitale sociale. Restringimento del concetto di comunità a comunità locale, come studio di una struttura sociale, spazialmente circoscritta, considerata nel suo insieme come socialmente significativa. Non si tratta di studi totalizzanti, ma di studiare temi, relazioni sociali, potendo “dominare” variabili di contesto e tendendo a dare conto delle permanenze e delle complessità (Pizzorno è il primo che in Italia ha fatto questo).

77 Conclusioni dell’excursus sui classici
Benedetto Meloni Conclusioni dell’excursus sui classici Raffreddare il concetto di comunità. Sono le permanenze, le compresenze, i tipi sociali che stanno nel mezzo che rendono difficile l’uso del concetto di comunità come concetto capace di individuare un tipo reale di società. Le conseguenze sono varie. Ricerca di strumenti di indagine più versatili: il risultato più compiuto è quello di Parsons: variabili strutturali, che si presentano come variabili analitiche più sottili e versatili e si prestano alla combinazione di caratteri distinti.

78 Variabili strutturali, Talcott Parsons
Benedetto Meloni Variabili strutturali, Talcott Parsons Usa comunità in riferimento al tipo di collettività i cui membri condividono un’area territoriale come base delle attività giornaliere” (1951 p. 165). Rielabora la tipologia di Tönnies, ma tiene distinti i caratteri che questi affiancava l’uno all’altro nella definizione di comunità (particolarismo, ascrizione, diffusione, affettività) Integra i tipi ideali di Weber di orientamento all’azione (tradizionale, affettivo, razionale rispetto al valore e rispetto alla scopo), che sono quindi alla base poi di una serie di relazioni sociali o servono a spiegare l’orientamento all’azione di vari ruoli. Una volta distinti, i caratteri (che Tönnies teneva uniti) sono definiti come variabili analitiche più sottili, con l’esito di ottenere uno strumento più versatile per l’analisi dei ruoli e dell’interazione sociale.

79 Benedetto Meloni Variabili strutturali Affettività - neutralità affettiva: gli individui si trovano a scegliere tra azioni affettivamente motivate e azioni affettivamente neutre. Orientamento verso l’io – verso la collettività: la motivazione è orientata verso i propri interessi privati o verso norme, valori morali o bene pubblico: queste variabili sono state poi trascurate perché simili alle seguenti Particolarismo – universalismo: si considera l’altro soggetto della relazione sulla base di criteri standardizzati e universali, oppure come fonte di gratificazione e interesse personale e privato Ascrizione – acquisizione: il soggetto con cui si è in relazione è visto in base ad appartenenze date, oppure in base a prestazioni frutto di scelte o processi (professioni) (essere-fare). Diffusione – specificità: prestazioni di carattere indefinito, prestazioni specifiche.

80 Benedetto Meloni Variabili strutturali : considerazioni Mentre la tipologia di Tönnies costituisce una dicotomia, perché individua gruppi omogenei di relazioni sociali, le variabili strutturali si prestano a formare combinazioni complesse e differenti: “non esistono due tipi fondamentali di relazioni ma un numero larghissimo di tipi” (Gallino). È possibile poi stabilire caratteri simili per differenti ruoli o relazioni, ma anche differenze interne Le combinazioni e le differenze possono essere viste sia in riferimento alle relazioni sociali (rapporto medico paziente), sia in termini di aspettative di ruolo, sia in riferimento ai valori culturali e al sistema normativo. N.B. Nonostante siano state costruite come variabili sottili e versatili, Parsons, e soprattutto le teorie funzionaliste, le usano anche per interpretare il processo di modernizzazione, sullo sfondo della tendenza generale alla razionalizzazione dei comportamenti e delle strutture. Modernità implica differenziazione sociale e strutture: la teoria della modernizzazione contrappone modernità e tradizione.

81 Benedetto Meloni Variabili strutturali : Considerazioni Le combinazioni e le differenze possono essere viste sia in riferimento alle relazioni sociali – rapporto medico paziente – sia in termini di aspettative di ruolo, sia in riferimento ai valori culturali e al sistema normativo. N.B. Nonostante siano state costruite come variabili sottili e versatili, Parsons, e soprattutto le teorie funzionaliste, le usano anche per interpretare il processo di modernizzazione, sullo sfondo della tendenza generale alla razionalizzazione dei comportamenti e delle strutture. Modernità implica differenziazione sociale e strutture: la teoria della modernizzazione contrappone modernità e tradizione.

82 Teoria della Modernizzazione
Benedetto Meloni Teoria della Modernizzazione Orientamento dell’azione: particolarismo nella società tradizionale e universalismo nella società moderna. La teoria della modernizzazione legge in opposizione : Particolarismo Universalismo associato ad egoismo sociale, economico, politico, interessi di parte, lealtà ristrette connesso a uno spirito cooperativo diffuso, solidarietà estesa, fiducia generalizzata si collega a rapporti sociali ascritti funzionalmente diffusi e affettivi si collega con rapporti acquisiti, funzionalmente specifici, affettivamente neutrali

83 La modernizzazione è concepita come radicale rottura con il passato.
Benedetto Meloni Teoria della Modernizzazione I rapporti sociali moderni vengono considerati incompatibili con quelli tradizionali. Non c’è evoluzione dall’uno all’altro. La modernizzazione è concepita come radicale rottura con il passato. I rapporti sociali tradizionali vengono definiti come residuali e confinati nell’ambito del privato. Diventano “immorali” se invadono il pubblico. Rovesciamento della dicotomia comunità - società di Tönnies, che esprime la preoccupazione per la nascita di una società moderna basata sul conflitto e sul profitto, per la perdita della solidarietà comunitaria. Nella teoria della modernizzazione le appartenenze tradizionali sono connotate negativamente per il prevalere dell’egoismo sociale e degli egoismi di parte. I legami familiari e parentali appaiono particolaristici, residuali, tipici della società arretrate. Tali legami invadono le sfere della politica, le sfere delle relazioni di lavoro e ostacolano la modernizzazione.

84 Benedetto Meloni Teoria della Modernizzazione In questo modo le variabili strutturali sono considerate come gruppi omogenei di orientamento all’azione, la cui presenza o assenza caratterizza un dato sistema sociale: quello tradizionale e quello moderno. Le variabili strutturali vengono trattate in modo realistico (si confondono gli orientamenti all’azione con le singole istituzioni), come elementi opposti di singole variabili, come se facessero riferimento a società e istituzioni specifiche. Viene meno così la lezione weberiana dei tipi ideali e l’interesse per le combinazioni di forme di orientamento all’azione. Questo vale sia per associazioni create per fini specifici (la clientela), che possono incorporare valori soggettivi e orientamenti all’azione di carattere generale, sia per gruppi familiari o parentali, che possono essere orientati come interesse specifico ed efficacia delle prestazioni.

85 Benedetto Meloni Teoria della Modernizzazione Il particolarismo (familistico o parentale), quando si associa a principi di prestazione e ad adempimenti di ruolo, può favorire apertura, cooperazione, estensione di fiducia (A.Mutti). Le associazioni nate per fini particolaristici possono evolvere e riformulare le loro prestazioni in termini universalistici (G.Turnaturi 91) La tradizione è anche tradizione cognitiva che crea legittimità e relazione sociale ed efficacia delle prestazioni.

86 La crisi del concetto di comunità ha come conseguenza:
Benedetto Meloni La crisi del concetto di comunità ha come conseguenza: Non abbandono delle questioni che venivano poste, bensì conservazione sottoforma di tracce, di queste questioni in problematiche differenziate, non incompatibili in modo unitario. Tre esempi di tracce: Identità: fa riferimento alle azioni degli individui poste in atto per adattarsi alle situazioni di contesto, talvolta di incertezza. Riguarda sia integrazione personale (identità individuale) sia i modi di essere collettivi (identità collettiva). Cos'è: i modi con cui gli individui definiscono se stessi e la propria situazione, attraverso il collocamento in un campo simbolico, tracciando dei confini; in questo modo si seleziona e si ordinano le proprie preferenze; si stabiliscono e si mantengono nel tempo i confini e le differenze tra se e il mondo, trovando il senso della continuità del proprio essere sociale. identità antropologiche( ),nuove identità ( europea)

87 Benedetto Meloni Crisi del concetto di comunità Differenze rispetto a comunità: l’individuo si pone in modo autonomo rispetto al tutto organico di cui fa parte Similitudini: critica gli approcci utilitaristi: identità è usata in opposizione a interesse (vedi analisi politiche, ma le identità possono essere sfruttate a fini politici).

88 Sede privilegiata del sentimento e dell’agire di comunità
Benedetto Meloni Comunità locale Anfossi Territorio definito, sistema socioeconomico all’interno del quale si svolgono funzioni, interazioni con l’esterno senza perdere di specificità Gallino Territorio,gruppo di dimensioni ridotte. Funzioni della vita associata. Sede privilegiata del sentimento e dell’agire di comunità

89 Gli aspetti che accomunano queste definizioni sono:
Benedetto Meloni Crisi del concetto di comunità Gli aspetti che accomunano queste definizioni sono: Comunità di luogo (Tönnies), di dimensioni ridotte, micro società, dotate di una qualunque autonomia e specificità (il Comune, in un certo qual senso il quartiere). Funzioni, principali aspetti della vita sociale (lavoro, famiglia, educazione, commercio, assistenza, tempo libero). Sede dell’agire comunitario: mondo di relazioni, scambi basati sulla reciprocità, sulla percezione di interessi comuni, sull’azione simpatetica o tradizionale. N.B. Non sono fenomeni che definiscono solo una dimensione locale: nella comunità locale le relazioni sociali sono sia di tipo comunitario sia di tipo societario.

90 Gli elementi di questo approccio :
Benedetto Meloni L’approccio e il metodo Non è l’oggetto di studio che da solo individua la comunità, ma il modo di trattare questo oggetto: l’approccio e il metodo. Gli elementi di questo approccio : Studio empirico di scala ridotta, che consente: Un esame analitico e sintetico, più problematico su scala più ampia. Esistono problemi che la scala ridotta consente di mettere a fuoco. La lente ravvicinata mostra la società nel suo status nascens. Naturalmente non nel suo inizio assoluto, storicamente imperscrutabile, bensì in quello che si fa ogni giorno, ogni ora. L’associazione tra gli uomini si allaccia, si scioglie, si riallaccia costantemente, con un eterno fluire e pulsare che incatena gli individui, anche quando non perviene a organizzazioni vere e proprie (Simmel 1989 p. 20). Alcuni problemi si possono studiare meglio (accessibilità) che su scale più ampie: l’informale, la disoccupazione, i comportamenti migratori, gli scambi, l’organizzazione del lavoro, il mutamento, le grandi astrazioni si concretizzano e si specificano. La scala è mediatrice della configurazione osservata: esempio O.C.S.: famiglia, parentela, reti sociali, economia informale, stratificazione, mutamento. Alcune grandi ricerche su questi temi sono ricerche di comunità:Il contadino polacco.

91 Benedetto Meloni L’approccio e il metodo Il contesto incide nel modo di essere dei fenomeni analizzati, perché il modo in cui si presentano può dipendere da una serie di fattori (morfologici, tecnici, culturali, storici) territorialmente connotati, non deducibili da tendenze generali della società più ampia. Esempi di contesto che incide nel modo di essere dei fenomeni analizzati. Le variazioni di sviluppo della piccola impresa sono spiegabili se si fa riferimento a risorse dovute all’imprenditorialità a fattori tecnici o politici. Questa relazione presenta variazioni dovute non solo a variabili funzionali o causali, ma anche alla collocazione spaziale (Bagnasco).Si possono fare altri esempi, funzionamento del mercato del lavoro in riferimento al ciclo di sviluppo familiare, presenta connessioni causali con il ciclo di sviluppo familiare, ma le variabili di contesto incidono sui comportamenti concreti (INEA) (cit in Ricerche territoriali). Famiglia mezzadrile come organizzazione del lavoro complessa orizzontalmente, condivisione del lavoro, stabilità, elastica rispetto alle dimensioni del podere.

92 Benedetto Meloni L’approccio e il metodo Comunità locale come società locale, letta nella sua totalità, come un tutto costituito da elementi interdipendenti. La località è trattata dai ricercatori come “terreno di indagine”, di esplorazione nel senso adottato dagli antropologi. A questo carattere degli studi di comunità locale è stato spesso attribuita una sorta di tendenza totalizzante, a esaurire l’oggetto della ricerca. In realtà è un'ingenuità pretendere di esaurire la totalità degli aspetti della società locale. Diventa plausibile, invece, studiare interconnessioni di una molteplicità di relazioni sociali e di diversi livelli di realtà. Questo avviene se si “trova in modo esplicito un asse secondo il quale selezionare i riferimenti ai diversi livelli della struttura sociale” (Bagnasco, 1992 p. 46).

93 Benedetto Meloni L’approccio e il metodo L’adozione di quest’asse esplicativo implica che attorno a esso vadano organizzati una insieme di fatti sotto osservazione, stabilendo connessioni tra questi. Si tratta comunque di “limitati aspetti di una società ritenuti pertinenti” che, messi in relazione tra loro, delineano “un modello semplificato di una struttura sociale localizzata” (Bagnasco, p. 46).Cit. Bagnasco p. 48,Ric. sociali p. 115 Nella ricerca sociologica non ha significato che uno studio debba contenere un’accurata indagine di tutti gli elementi della totalità sociale (dalla stratificazione all’attività economica, alla socializzazione, alla struttura e funzioni della famiglia e della parentela, alle pratiche religiose, potere locale ...) quanto che, se assumiamo uno di questi elementi come oggetto di studio, questo viene posto in relazione con la maggior parte degli altri.

94 Essa presenta alcuni problemi.
Benedetto Meloni L’approccio e il metodo Ciò consente di elaborare un modello di società locale a partire da una particolare angolatura. Esempi: studi sulla parentela, sulle economie locali, sull’emigrazione, sulla disoccupazione. Così concepite le ricerche di comunità locali sono ricerche sulle società locali (vedi Bagnasco). Nella comunità locale le relazioni sociali sono sia di tipo “comunitario” sia di tipo “societario”. La piccola comunità, il paese, il quartiere continuano a essere, anche se non solo, luogo di dense relazioni significative, basate sulla compresenza di principi regolativi e di istituzioni (Bagnasco p. 45). La concezione della monografia, come ricerca a scala ridotta, chiama in causa variabili di contesto, permette di leggere le comunità come società locali. Essa presenta alcuni problemi.

95 Benedetto Meloni Problemi: Confini È possibile definire in modo univoco i confini di una unità sociale localizzata? Dove finisce e dove comincia una società locale? Il riferimento non è al confine fisico. Simmel mostra che la definizione di confine rimanda a contenuti relazionali, storici, economici sociali, con chiusure, aperture, connessioni. In questo senso gli attori delle comunità locali sono inseriti in reti relazionali esterne (economiche, politiche, culturali), che tendono a saltare (e saldare) il locale in quanto contesto significativo di interazione. Esempi di confini: Ambientali:confini naturali( Sardegna per Le Lannou) Strutture produttive: distretti Culturali: Regioni Storiche .

96 Benedetto Meloni Problemi : Confini È legittimo chiedersi fino a che punto le società locali siano ancora collettività, oggi che la società ingloba tutte le sue parti. Molti fenomeni hanno fatto pensare a una “esplosione delle società locali": uno dei problemi dell’OCS (Programme d’Observation du Changement Social, 10 anni di ricerca su 60 località, L’esprit de Lieu 1986). In molti si chiedono che senso abbia in un mondo globalizzato lo studio e la descrizione di singoli contesti, di singole culture, come se essi avessero autonomia e indipendenza da flussi, stimoli, informazioni, messaggi, simboli, immagini, che fluiscono attraverso internet, i media, gli spostamenti Tuttavia, dopo un periodo di delocalizzazione si assiste a fenomeni di rilocalizzazione. La comunità locale può mantenere gradi diversi di integrazione sociale: minime o ricche e complesse. Appartenenze più o meno ricche di senso.

97 Questo è dovuto a fenomeni di persistenze
Benedetto Meloni Problemi : Confini Questo è dovuto a fenomeni di persistenze la crisi della “ruralità” è meno radicale di quanto si potesse immaginare (diminuisce la popolazione addetta all’agricoltura non tanto le famiglie agricole – Barberis). Per lungo tempo si è parlato di campagne che si urbanizzano, oggi non sono pochi coloro che parlano di rovesciamento di gerarchie territoriali. Si assiste a una ripresa di fenomeni locali, dovuta a fattori culturali, a riscoperta di identità, alla rinascita di movimenti politici a base locale, all’emergere di forme di sviluppo locale inattese. Da questo punto di vista l’apertura maggiore all’esterno, la dilatazione dei confini crea nuovi tipi di relazioni spazializzate, nuove relazioni, che la dimensione locale permette di cogliere nella interconnessione.

98 Benedetto Meloni Problemi : Confini In fondo più le società locali si complicano, più esse estendono a livello di individuo e di collettività il campo delle loro relazioni esterne, più lo studio guadagna di interesse, senza perdere di accessibilità. Rimane comunque il problema di come leggere le interrelazioni e come leggere la dimensione locale, e ciò rimanda di nuovo al metodo. La lettura (e la letteratura) può portare alla esaltazione delle specificità, o alla perdita delle specificità e alla riduzione alla società complessiva. Per evitare questo: distinguere analiticamente il campo delle variabili endogene relative alla società locale viste in relazione tra di loro, dalle variabili esogene (pag. 26 bis). Cos’è interno e cos’è esterno.

99 Benedetto Meloni La sociografia Gli studi di comunità sono stati compresi tra gli studi sociologici descrittivi, visti in opposizione a quelli esplicativi. La Sociografia segnala l’emergere della ricerca empirica. Segnala anche l’emergere di un problema: il rapporto tra descrizione della realtà concreta (che l’approccio verso l’astrazione trascura) e la verifica di alcuni enunciati formali, leggi, tendenze generali; il rapporto tra ricerca empirica e modelli generali, tra la descrizione dei casi e l’interpretazione. Esempio classico di Le Play, “Monografia delle famiglie europee”, costruite attraverso l’osservazione diretta, raccolta sulla base di uno schema di osservazione unificata, che presta particolare attenzione al bilancio delle famiglie. Ernest Engel usa gli aspetti quantitativi delle monografie e arriva a formulare una legge sui consumi: rapporto inverso tra il reddito e la parte di esso spesa per l’alimentazione. Egli osserva: senza questa conclusione generale le monografie sono perle senza filo. Ma Hans Zeisel osserva: ”nel corso del processo le perle hanno perso una parte del loro valore, l’importante calore del particolare” (v. Per una storia della sociografia Jahoda, Lazarsfeld, Zeisel, 1986).

100 Come è stato risolto il problema del rapporto descrizione-spiegazione?
Benedetto Meloni La sociografia Come è stato risolto il problema del rapporto descrizione-spiegazione? Individuare un asse secondo il quale selezionare i riferimenti ai diversi livelli della struttura sociale. Può essere un problema emergente: emigrazione (Thomas e Znaniecki), disoccupazione (Jahoda, Lazarsfeld, Zeisel). Il caso del contadino polacco costituisce un classico nella soluzione di questa antinomia. Non si studia l’intera società ma un problema, che diventa il punto di vista per leggere e selezionare la totalità delle relazioni: “nello studio della società partiamo dall’intero contesto sociale per giungere al problema e (una volta individuato) nello studio del problema partiamo da esso per giungere all’intero contesto sociale” (p.24).

101 Benedetto Meloni La sociografia Descrizione concepita non come esaustiva dell’oggetto. “È la natura ben esplicitata del problema che si pone – sociale, politico, ma anche teorico – a essere la guida nel processo di costruzione del modello (Bagnasco). Questo concretamente significa che a seconda del problema da analizzare è necessario attrezzare le modalità di articolazione dell’analisi. In Le Play la famiglia letta a partire dai bilanci familiari. Allora esistono modelli (percorsi di lettura) più o meno formalizzati per leggere le comunità locali a seconda del punto di accesso prescelto. (Q 1 pag ).

102 la descrizione a partire da modalità prefissate
Benedetto Meloni La sociografia La comparazione. È un aspetto di cui si parla poco in sociologia, in antropologia si distingue: la descrizione a partire da modalità prefissate la comparazione finalizzata a cogliere modalità specifiche con cui si presenta il fenomeno in asserzione e le diversità con altri contesti simili ciò consente un’interpretazione individuazione delle funzioni e una generalizzazione: costruzione di un modello di società locale.

103 Benedetto Meloni La sociografia Anche qui sembra importante la lezione di Thomas e Znaniecki: “È necessario prendere in considerazione la vita di una determinata società nel suo complesso, anziché isolare arbitrariamente certi gruppi particolari di fatti”. E’ un errore, per la scienza e per la sociologia comparata, studiare “un’istituzione un’idea, un mito, una norma legale o morale, una forma d’arte, e così via, semplicemente comparando il suo diverso contenuto nelle diverse società, senza studiarlo nel significato complessivo che riveste in una società particolare, e poi compararlo con il significato complessivo che assume nelle altre” (p.24). Nel caso specifico la comparazione riguarda la situazione e i comportamenti (azione) nella società di partenza (famiglia, matrimonio, sistema delle classi, ambiente sociale, vita economica, atteggiamenti religiosi) e nella società di arrivo. Pastoralismo in Sardegna e in Toscana. In altre ricerche la comparazione può avvenire perché gli stessi fenomeni sono studiati contemporaneamente in più realtà territoriali contigue. La Valdelsa e il Triveneto per Bagnasco, le Tre Calabrie per Piselli. Così la stessa realtà può essere studiata a distanza di tempo prima e dopo un fenomeno, o un impatto.

104 Comparazione come strumento fondamentale della ricerca localizzata
Benedetto Meloni Comparazione come strumento fondamentale della ricerca localizzata Comparazione tra realtà spazio temporali contigue, come le società europee mediterranee La comparazione non può avvenire tra fatti o situazioni sociali decontestualizzati, ma tra relazioni, tra funzioni che questi svolgono (esempio funzioni della famiglia, non dimensioni, come la famiglia riproduce la società) Questa comparazione consente la costruzione di modelli di società locale – vedi caso Siniele La comparazione consente una generalizzazione prima e dopo un determinato fenomeno

105 Benedetto Meloni Soluzioni più tecniche al rapporto descrizione-spiegazione: analisi formalizzata di tipo generale, sommata a ricchezza dei fatti sociali. Sul piano tecnico il maggior contributo di Thomas e Znaniecki alla monografia deriva dal massiccio uso di documenti personali: lettere del primo volume ordinate per gruppi familiari: quadro minuzioso dei comportamenti e valori delle famiglie contadine. lettere del secondo volume: scritte a un giornale degli emigrati riguardanti i problemi degli emigrati in ambito urbano. Le lettere sono precedute da un’ampia analisi, da un quadro di insieme sulla situazione che ha generato e permesso l’emigrazione, e sulla “disoccupazione e organizzazione in America”. Le lettere sono tessere policrome che vanno a collocarsi nel quadro d'insieme. Per concludere su questo punto: la descrizione non può prescindere dalla spiegazione. Anche uno studio su strutture spazio-temporali concrete ha bisogno di modelli generali. La descrizione da una parte richiede una “spiegazione, dall’altra porta, attraverso la comparazione, a una interpretazione e generalizzazione, a una sorta di “tipizzazione” delle strutture spazio temporali.

106 Fonti di ricerca diversificate
Benedetto Meloni Fonti di ricerca diversificate Gli studi di comunità locale si caratterizzano per la tendenza a usare insieme, a seconda dei casi, più tecniche di ricerca e più fonti: l’uso e il trattamento di statistiche, l’osservazione partecipante, fonti qualitative (l’analisi del contesto, le storie di vita, stampa locale, epistolari) (vedi p. 9 e seguenti Famiglia di pastori). Queste fonti tendono a dare immagini sovrapposte non sempre congruenti tra loro. Esempio di ricerca: le fonti quantitative, relative alla distribuzione delle risorse (Catasto) e alle datazioni aziendali, esaltano le differenze tra gruppi sociali, in base alla quantità delle risorse disponibili. Lette nel lungo periodo mostrano mobilità e mutamento. Fonti e indicatori statistici … Le fonti orali, tipo storie di vita, esaltano l’egualitarismo, le compresenze di valori e di norme. Tacciono spesso i conflitti interni alle famiglie.

107 Benedetto Meloni Fonti di ricerca diversificate Gli epistolari costituiscono, da questo punto di vista, una fonte unica: eliminano molte ambiguità della storia di vita. Sono l’unico canale di comunicazione tra emigrato e famiglia, tra emigrato e comunità locale. Un’ analisi del contenuto per categorie analitiche fornisce informazioni di grande rilievo, non solo sulle motivazioni dell’emigrazione e sul lavoro nei luoghi di arrivo, ma anche sulle economie familiari, sui comportamenti familiari, sugli investimenti e sui risparmi, sui consumi. Anche in una ricerca di dottorato di A. Tribes, che studia una comunità agricola della Sardegna cerealicola attraverso un aspetto strutturale rilevante della riproduzione sociale, i comportamenti matrimoniali, letti a partire da più livelli (registri parrocchiali, genealogie, interviste, osservazione diretta, tenuti volutamente distinti). Ogni singola fonte offre indizi per la comprensione della complessità a partire dai diversi livelli di osservazione.

108 Benedetto Meloni Fonti di ricerca diversificate La ricerca assume queste ambivalenze. L’ambivalenza è insita nel metodo monografico, che viaggia all’interno dell’oscillazione costante tra costruzione delle ipotesi e raccolta dei dati. Dove le ipotesi sono costantemente messe in discussione perché bisogna interpretare i dati raccolti. La ricerca sui significati è animata dal postulato euristico che si basa sul fatto che tutti i fatti osservati hanno un senso. Ma l’osservazione immediata è lontana dal dare questo senso. Compito della ricerca è quello di stabilire nessi tra questi livelli, tra fatti che attendono a diversi livelli di realtà (Gurvitch, La vocazione attuale della sociologia 1963, trad. 1967), comprendendo le contraddizioni ma non escludendole

109 Benedetto Meloni Fonti di ricerca diversificate Fa parte del metodo la concezione dello studio di comunità locale come luogo d'interconnessioni e come totalità significativa, all’interno della quale ciascun elemento ha significato solo se rapportato alla totalità dei fatti osservati. “Ho cercato di distinguere, tramite l’osservazione partecipante (e qui era necessaria la restrizione del campo di indagine) ciò che la gente dice su quanto fa, da ciò che effettivamente fa e da ciò che pensa. Ho cercato di approfondire la distinzione tra l’occasionale e lo strutturale. Potevo avere e avevo, a volte, le stesse manifestazioni del fenomeno in tutte e tre le comunità, ma il loro senso era diverso” (Piselli 1972). Se le società locali sono luogo di interconnessioni tra esogeno ed endogeno, tra modernità e tradizione, le fonti riflettono questa compresenza.

110 Contatti tra discipline
Benedetto Meloni Contatti tra discipline L’interesse per i diversi aspetti della vita sociale mette gli studi sociologici a contatto con altre discipline, con diversi campi disciplinari, che sono andati differenziandosi con lo sviluppo della sociologia. Le società locali sono, infatti, società tutte intere e per questo è problematico definire confini disciplinari, un plausibile campo delimitato: Middle Town classico per sociologi e antropologi, le analisi di rete sono luoghi d'incontro. È questo un campo in cui antropologia e sociologia si incontrano, anche se con interessi e ottiche di lettura diversi. “A queste differenze sottostanno differenti interessi e sensibilità disciplinari di antropologi e sociologi, anche se le sovrapposizioni invitano alla prudenza nei confronti delle separazioni nette” (Bagnasco). Per i sociologi lo studio di una società locale richiede la definizione del punto di accesso, e quindi degli strumenti, in riferimento alle teorie elaborate.

111 Benedetto Meloni Contatti tra discipline A seconda dei problemi toccati si potranno trovare strumenti di analisi nelle scatole degli attrezzi della sociologia economica, del lavoro, della famiglia, della politica, dello sviluppo. Se la ricostruzione della società locale avviene lungo l’asse dell’organizzazione economica, della partecipazione politica o del clientelismo di massa, questi aspetti non possono essere attrezzati in modo generico al di fuori delle teorie pertinenti (Bagnasco 1992 p. 57). L’esempio, anche in questo caso, è quello della lettura delle economie locali a partire dalla compresenza di principi regolativi (comunità, stato e mercato). Pur con queste precauzioni gli studi sociologici, come studi di società locali, presentano un carattere nodale, di studi clinici di sintesi, perché, pur dovendo studiare particolari aspetti, non si riducono esclusivamente a questi.

112 Benedetto Meloni L’analisi di Network Origine legata agli sviluppi dell’antropologia sociale britannica nel Secondo Dopoguerra (Scuola di Manchester). Insoddisfazione per l’approccio strutturale funzionalista, il quale era stato messo a punto per studiare le società tradizionali di piccole dimensioni, e considera le società statiche, delimitate da campi precisi, composte da gruppi e situazioni stabili, con ruoli standardizzati (ascritti), e norme date. “L’unità di analisi è il gruppo corporato”, un insieme di persone che stanno insieme in base a principi riconosciuti, con interessi comuni e norme che fissano diritti e doveri dei membri, in relazione l’uno all’altro e a tali interessi (Boissevain, 1968 pp.545-6).

113 Benedetto Meloni L’analisi di Network La società coloniale e post-coloniale è sconvolta dal mutamento: complessità di sistemi politici, penetrazione del mercato nella società africana, sfruttamento industriale, urbanizzazione, circolazione della manodopera. Nasce quindi all’interno di problematiche vicine a comunità-società nelle società occidentali. (vedi Hannerz)

114 I ricercatori hanno dato varie risposte:
Benedetto Meloni L’analisi di Network Quale relazione esiste tra analisi di rete e analisi strutturale dei gruppi (famiglia, parentela, vicinato, villaggio, parrocchia, fabbrica,) dotati di confini, dimensioni, norme, che sono dati ? I ricercatori hanno dato varie risposte: Residuale (J.A. Barnes 1968): esiste una distinzione tra relazioni durevoli, che si stabiliscono in base all’appartenenza territoriale, gerarchizzate (l’unità residenziale, il rione, la borgata, la parrocchia, unità territoriali più ampie), relazioni che si stabiliscono sulla base del sistema industriale, organizzate interamente in base a gerarchie di comando (imbarcazione da pesca, cooperative di pesca, cooperative di vendita, fabbriche) e un terzo campo sociale che taglia trasversalmente i primi due: non ha né unità né confini, non ha un’organizzazione coordinata. È formato da legami di parentela e amicizia, in parte si eredita in parte si costruisce da soli. Pur essendo distinti dal sistema territoriale e da quello di lavoro i network personali spiegano il funzionamento delle classi sociali e dell’azione collettiva (associazioni, amministrazioni comunali).

115 Benedetto Meloni L’analisi di Network Variabile interveniente (E. Bott 1971). Il network (amici, parenti, club) e soprattutto le sue caratteristiche (a maglia larga o a maglia stretta: grado di connettività) hanno un’importanza molto maggiore delle regolazioni formali nei processi emotivi e normativi. Complementare (N.B. Mitchell 1973). Distinzione tra relazioni che si stabiliscono in base ad appartenenze o strutture istituzionali (ordine strutturale), quelle che si stabiliscono in base all’appartenenza a categorie sociali (ordine categoriale), quelle che si stabiliscono in base a legami personali (ordine personale). Diverse maniere di cogliere gli stessi oggetti. Sostitutiva. A livello di metodo le proporzioni soggiacenti alla network analysis sono in opposizione con il livello di astrazione che considera l’individuo facente parte di un gruppo o di una struttura dai confini precisi, che svolge un ruolo a partire dalla condivisione con altri diritti e doveri. Distingue e individua funzioni specifiche dei network all’interno di situazioni urbane di grandi dimensioni, e situazioni di villaggio di piccole dimensioni.

116 Rapporto tra rete e comunità locale
Benedetto Meloni Rapporto tra rete e comunità locale Nell’approccio di rete il gruppo e la sua forma non preesiste, vanno costruiti a partire dai comportamenti individuali. L’individuo svolge molti ruoli, che può manipolare per modificare la posizione. Il luogo di studio non è l’oggetto di studio. Non si studiano i gruppi e le istituzioni ma gli individui dentro i gruppi e le istituzioni. Il network è ancorato a individui focali ma coinvolge tutti i legami: famiglia, parentela, vicinato, amicizia, protezione, clientela e via dicendo.

117 Rapporto tra rete e comunità locale
Benedetto Meloni Rapporto tra rete e comunità locale Dal punto di vista degli studi delle comunità locali non si parte dal luogo, ma dall’individuo e dalle relazioni, per costruire come eventualmente si sedimentano e si formano i livelli di relazione all’interno di spazi sociali individuati (piccolo villaggio, quartiere, città). Questo consente di tematizzare la realtà sociale anche localizzata come sistema complesso di interdipendenze, che si forma e si modifica di continuo attraverso le azioni degli individui (Weber, Simmel). L’approccio di rete ha consentito di ritematizzare la comunità a partire da questo particolare angolo di visuale.

118 Benedetto Meloni Rapporto tra rete e comunità locale I concetti di configurazione e comunità personale sono il risultato più evidente del modo di tematizzare la comunità, e, in ogni caso, la compresenza di forme sociali o della complessità sociale, che include sia relazioni di società sia relazioni di comunità. Configurazione. Concetto che richiama il tentativo di sistematizzazione morfologica, e il tentativo di superamento della dicotomia tra analisi di network e struttura (gruppi). La configurazione fa riferimento al formarsi delle società, alle interdipendenze tra le dimensioni soggettive e quelle strutturali dei processi sociali. Elias parla di “interpenetrazione” dei singoli piani e delle singole azioni umane (1983 p. 298). Una sorta di “rete strutturata”, un tessuto sociale formato che costituisce il substrato sul quale l’individuo tesse e fila di continuo i suoi fini individuali” (p. 300).

119 Benedetto Meloni Rapporto tra rete e comunità locale È un concetto non lontano da sistema e formazione sociale. Nel senso che tende a cogliere “regolarità” a cui i network sono ancorati (Mitchell 1979 p. 33), senza rinunziare al cambiamento. Riflette la prudenza con cui soprattutto la scuola di Manchester affronta i problemi di struttura. Comunità personale. (Welman) Concetto elaborato dall’analisi strutturale americana, che ricorre al network come strumento per la lettura della struttura sociale. Amicizia, parentela, comunità possono essere studiati a partire dagli individui, dai network egocentrati. Le comunità personali sono i sistemi di integrazione dei network personali (vedi sistemi pp quaderni).

120 Benedetto Meloni Rapporto tra rete e comunità locale Superamento e critica delle impostazioni dicotomiche che postulano la rottura dei legami personali, l’isolamento e la perdita di funzioni della famiglia e delle comunità locali nel processo di modernizzazione. La specificità introdotta dall’analisi di rete è stata quella di porre fortemente l’accento sull’importante ruolo che le relazioni interpersonali particolaristiche (o per estensione, ascritte, funzionalmente diffuse, affettive, informali) esplicano non solo nei contesti tradizionali o nei processi di transizione, ma anche nella modernità più avanzata, sottolineando inoltre che ciò vale per tutti i livelli della società (economica, politica, culturale), non solo per la sfera privata. (Mutti 1996 pagg ).

121 Comunità locale come luogo dell’agire comunitario e societario.
Benedetto Meloni Rapporto tra rete e comunità locale Relazioni forti e relazioni deboli, relazioni particolaristiche e universalistiche costituiscono le modalità attraverso cui i network strutturano opportunità e risorse. Vengono attivati in modi e su contenuti talvolta differenti, ma insieme contribuiscono a individuare la “comunità personale” di individui e famiglie. Comunità locale come luogo dell’agire comunitario e societario. La comunità locale non viene letta come struttura sociale a se stante, ma a partire dai comportamenti individuali. Se la comunità locale non preesiste non viene tuttavia dissolta, ma diventa una delle possibili configurazioni, o, in senso meno connesso all’area locale, una comunità personale dotata di una qualche strutturazione.

122 Benedetto Meloni Tradizione Tema che attraversa tutte le scienze sociali su cui insiste la letteratura vicina al tema dell’appartenenza. Un’analisi della nozione in Weber, e la rilettura che ne ha fatto Shils, consente di elaborare una tipologia con significati distinti, che possono essere attribuiti ala tradizione, che consentono di leggere la tradizione dall’interno, in base ai contenuti di senso. Forme in cui la tradizione si manifesta Tradizione meccanica: “così fan tutti” (Weber) riguarda la ripetitività delle azioni, gli aspetti ordinari della vita quotidiana, a basso contenuto di senso soggettivo; la legittimità deriva dall’esterno, dal contesto. La trasmissione avviene in modo adattivo, i contenuti sono acquisiti senza alcuna elaborazione.

123 Diversità nei processi di cambiamento
Benedetto Meloni Tradizione Tradizione cognitiva non riguarda comportamenti meccanicamente ripetuti, riguarda aspetti non ordinari, a forte contenuto di senso soggettivo, la legittimità è in base a valori condivisi. La trasmissione è cosciente e fortemente sentita, i contenuti sono costantemente elaborati. Vedi il libro dell’Esodo. Diversità nei processi di cambiamento Tradizione meccanica è connessa ai fenomeni di resistenza, adattamento passivo, uso manipolativo delle opportunità della modernizzazione per fini personali. Tradizione cognitiva favorisce orientamenti volti a orientare la modernizzazione (caso Giappone), favorisce la formazione di nuove identità, a partire dalle persistenze, la catena della regolazione (opposta alla manipolazione per fini personali).

124 N.B. il clientelismo come manipolazione delle appartenenze.
Benedetto Meloni Tradizione Da questo punto di vista non è tanto la persistenza delle appartenenze comunitarie a spiegare la difficoltà dello sviluppo o la mancata integrazione societaria, quanto i modi concreti che le appartenenze vanno assumendo. Fra i molteplici caratteri che i rapporti intercorrenti tra comunità e società possono assumere nel Mezzogiorno, ci sembra che la manipolazione delle appartenenze di ruoli e delle istituzioni sia il tratto prevalente (40) N.B. il clientelismo come manipolazione delle appartenenze.

125 Università Scienze Politiche Sociologia Ambiente e Territorio
Cagliari Sociologia Ambiente e Territorio Benedetto Meloni


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