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3 incontri per conoscere, capire, intervenire di Isabella Valcavi

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Presentazione sul tema: "3 incontri per conoscere, capire, intervenire di Isabella Valcavi"— Transcript della presentazione:

1 3 incontri per conoscere, capire, intervenire di Isabella Valcavi
A scuola di dislessia 3 incontri per conoscere, capire, intervenire di Isabella Valcavi

2 Primo incontro: 5 ottobre 2010
Enrico Ghidoni Luciana Ventriglia

3 DSA: Disturbo Specifico di Apprendimento
È una disabilità che non permette di imparare in modo normale alcune attività che servono per studiare, in particolare: - LEGGERE - SCRIVERE - CONTARE

4 SINTOMI DISLESSIA Adolescenti: LENTEZZA, ATTENZIONE DI BREVE DURATA, DIFFICOLTA’ NELLA DETTATURA E COPIATURA Adulti: DEFICIT FONOLOGICI, LETTURA LENTA E POCO FLUENTE

5 Altre problematiche Difficoltà a strutturare e organizzare il lavoro scritto Alto livello di frustrazione Difficoltà di relazione Abbandono scolastico

6 PERCENTUALI In Italia il 3-5% è affetto da dislessia In Inghilterra il 10%. Molti casi da noi non vengono riconosciuti e diagnosticati

7 Le neuroscienze Le scoperte che riguardano le neuroscienze hanno avuto scarse ricadute nella scuola. Queste conoscenze restano in ambito scientifico, ma non vengono applicate Analizzando il cervello umano si possono comprendere quali sono le aree utilizzate per la lettura. Nei dislessici queste aree sono più limitate. L’uomo ha imparato a leggere e scrivere solo 5000 anni fa, prima quelle aree del cervello erano destinate ad altri usi. I dislessici hanno minore attività cerebrale nell’area temporale sinistra. DEVONO STARE PIU’ ATTENTI DEGLI ALTRI PER QUESTO PERDONO SPESSO LA CONCENTRAZIONE E SI STANCANO FACILMENTE

8 Chi legge normalmente

9 Chi è dislessico…

10 IL METODO PER IMPARARE A LEGGERE
Il METODO fono sillabico è quello che ha dato meno problemi e risulta il più adatto anche nei ragazzi dislessici Il METODO globale misto è controindicato per i dislessici. La Francia ha vietato l’uso di questo metodo in tutte le scuole. E’ giusta la libertà dell’insegnamento ma occorre anche tener conto di queste indicazioni!!!! L’attività che l’insegnante svolge in classe modifica l’attività cerebrale dei ragazzi!!!

11 STRUMENTI COMPENSATIVI
Testi sintetici Tempi più lunghi Metodi alternativi di studio NB: nelle certificazioni, nei diplomi finali non scrivere che il ragazzo ha usato strumenti compensativi ( pena contestazioni con famiglie). Per le prove INVALSI chiedere con anticipo le prove informatizzate.

12 Caratteristiche tipografiche
Carattere bastone con I maiuscola e l minuscola differenti (Verdana, Tahoma, Cominc Sans, Trebuchet,…) chiaro e tondo Dimensione corpo almeno 12 (meglio 16) Testo non allineato a destra Ampia interlinea. Non andare a capo con le parole Utilizzare elenchi puntati Essere più sintetici e semplici possibile

13 Luciana Ventriglia: strumenti
Sintesi vocale Audiolibri Mappe concettuali( è importante che vengano date a tutta la classe e non solo al ragazzo dislessico) La presenza di un alunno dislessico è una ricchezza in classe!!!

14 Uso del Personal Computer
Voci sintetiche, riconoscitori di caratteri (OCR) Correttori ortografici Dizionari Enciclopedie Calcolatrice

15 Strumenti per schematizzare
Mappe mentali - Free Mind Mappe concettuali – Cmap Tools

16 Luciana Ventriglia: il PEP
Va compilato dal CDC Nella fase preparatoria è utile programmare un incontro con le famiglie e gli specialisti che hanno seguito il ragazzo nel rispetto reciproco dei ruoli e delle competenze La scuola deve accettare certificazioni di dislessia dia fatte dall’ASL che da centri privati ( es. Arcobaleno)

17 Secondo incontro: 12 ottobre 2010
prof. Mario Comoglio ( docente di didattica presso l’Univ. Salesiana di Roma) Il cooperative learning e la sua utilità nelle classi in cui ci sono alunni dislessici

18 Il metodo cooperativo… prima occorre sapere che:
La scuola non si occupa solo dell’apprendimento cognitivo, ma anche di quello emotivo I rapporti interpersonali influiscono sull’apprendimento Non è possibile curare l’insegnamento senza valutare le strutture relazionali presenti in classe

19 Prima del cooperative learning
Kurt Lewin: un gruppo non deve essere composto da persone uguali, ma accomunate dallo stesso obiettivo..il gruppo funzionerà finché l’obiettivo non sarà raggiunto Jacob Kounin: esperto conduzione gruppi Morton Deutsch: ideatore gruppi cooperativi Leon Festinger: dissonanza cognitiva ( come motivare un gruppo attraverso idee che contraddicono le opioni comuni dei ragazzi )

20 Il cooperative learning
Non è il lavoro di gruppo. Ognuno deve avere un ruolo L’interazione che si crea tra i componenti del gruppo favorisce l’apprendimento

21 Teorici del cooperative learning
Yael e Shlomo Sharan Elizabeth Coen Michael e Spencer Kagan ( offrono attività già pronte) Dansereau ( mappe semantiche)

22 Quando sono insieme ad altri non posso fare quello che voglio
Cosa far capire ai ragazzi prima di proporre attività di COOPERATIVE LEARNINAG: Quando sono insieme ad altri non posso fare quello che voglio Quando lavoro con altri riesco a fare cose che da solo non riuscirei a fare ( è molto imp!!!)

23 Esempi pratici per lavorare in sintonia
Ogni alunno della classe legga un brano dell’antologia poi se ne parla insieme ( creare la diversità per favorire l’interdipendenza) Prendere un foglio di giornale doppio. Quattro ragazzi reggono gli angoli. Sistemarci sopra delle palline di carta e farle lanciare in aria … per capire che se non si lavora insieme il gioco non funziona!!! Scrivere una storia a pezzi su cartoncini. Distribuire i cartoncini ai ragazzi che dovranno confrontarsi e ricostruire la storia intera. Camminare in fila tenendo la palla da tennis con la testa NB. CREARE INTERDIPENDENZA POSITIVA NEL GRUPPO E CLIMA POSITIVO CREARE SIMPATIA RECIPROCA: FAR CAPIRE CHE SE QUALCUNO FA QUALCOSA DI MALE AD UN ALTRO NON LO FA PER FARE DEL MALE

24 LAVORI DI COPPIA prima del c. l.
Fare esercizi veloci con coppie che cambiano sempre Non si può lavorare in gruppo prima che i ragazzi abbiano lavorato tutti a coppie e si siano conosciuti bene Non dire mai: “ Scegli tu con chi vuoi andare”(sociogramma di Moreno), perché in questo modo non c’è distribuzione delle relazioni Non mettere il più bravo con il meno bravo perché dai un giudizio implicito NB: se qualche ragazzo vuole lavorare nello stesso gruppo perché è legato da amicizia extrascolastica non va bene: una cosa è l’amicizia, un’altra la collaborazione!!!

25 Come creare un buon clima
Andare a mangiare una pizza insieme Fare giochi dividendo la classe in 3 gruppi a cui somministrare le seguenti domande: “ Come ti senti quando sei scelto da un compagno? E se non ti sceglie nessuno? ” “ Cosa provi quando vieni invitato ad una festa? E se non sei invitato?” “Cosa provi quando ti invitano a casa a fare i compiti?” “ Ti fa piacere quando qualcuno ti dice – grazie a te sono riuscito a ?” Insegnare ai ragazzi dei modelli comunicativi corretti per risolvere i conflitti: “mi sento… quando tu… perché… ho bisogno di…” Non proporre attività imbarazzanti in classe ( leggere ad alta voce ) Proporre mappe concettuali per facilitare lo studio

26 Ultime raccomandazioni!!
Lodare le diversità Proporre la correzione come un aiuto Incoraggiare ( es. : vedo che non commetti più questo errore… vedo che non ti scoraggi più e continui…)

27 Effetti del cooperative learning:
Risultati più elevati e produttività maggiore Alunni più motivati Qualità relazionali migliori Stima più elevata di sé Uso del noi e non dell’io Gestione migliore dello stress Accettazione di se stessi per come si è Transfert maggiore di ciò che si è appreso in altre situazioni

28 Mario Comoglio

29 Siti sul Cooperative learning

30 Terzo incontro: 19 ottobre 2010 Comprensione del testo
Dott.ssa Maria Luisa Zambelli Dott.ssa O.Mandelli

31 Prove INVALSI Indagine prove INVALSI ^ media 50% insufficiente 31% discreto 19% buono-ottimo

32 Indicazioni sulla comprensione del testo
La comprensione del testo va insegnata ( fino al biennio delle superiori) Tutte le discipline, alla pari, necessitano di una competenza del testo Accertarsi delle consapevolezze dei limiti degli alunni : spesso non si rendono conto di non aver capito

33 Sintassi semplice, frasi brevi, frammentarie
I testi dei ragazzi Sintassi semplice, frasi brevi, frammentarie Lessico poco vario, ripetizioni Struttura lineare Bassa densità informativa

34 Indice di leggibilità Il testo ha un’elevata densità informativa. Conoscendo l’indice di leggibilità di ogni testo prima dell’ adozione , si avranno poi meno problemi nella comprensione. Per verificare questo indice è possibile utilizzare degli strumenti informatici che calcolano la percentuale della sua leggibilità ( indice Gulpis ): Sul sito EULOGOS Su DIGILANDER ( sotto 40= livello difficile, adatto alle superiori) ( sotto 60= livello adatto alle scuole medie ) ( sotto 80= livello adatto alla scuola elementare)

35 Cosa può fare l’insegnante?
Leggere prima i testi a casa Mai rinunciare alla spiegazione Rendere consapevoli gli alunni del perché si legge quel testo Far sottolineare le parole-frasi chiave Preparare degli schemi Dare mappe concettuali da riempire

36 Comprensione del testo nei dislessici
Difficoltà di decifrazione Carenza di automatismi Memoria a breve termine Difficoltà ad utilizzare autonomamente parole o frasi del testo

37 Cosa fare per i dislessici?
Ridurre il testo da leggere Non far prendere appunti Dare pochi esercizi scritti Fare verifiche orali Usare strumenti dispensativi TUTTO QUELLO CHE NON PASSA ATTRAVERSO LA LETTURA MA CHE CONTRIBUISCE ALL’APPRENDIMENTO VA BENE!!!!!

38 BIBLIOGRAFIA MARIANI “Stili, strategie e strumenti”, Firenze, La Nuova Italia, 2002 COLOMBO “Leggere. Capire e non capire”, Bologna, Zanichelli, 2002 ORSOLINI “Difficoltà di lettura nei bambini”, Roma, Carocci, 2005


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