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Venti di guerra.

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Presentazione sul tema: "Venti di guerra."— Transcript della presentazione:

1 Venti di guerra

2 Ricordiamo Pace o Guerra?
Il Programma nucleare dei paesi emergenti Le Guerre dimenticate Attacco all’America Chi è Bin Laden? Gli Stati Uniti scendono in guerra La Guerra a Saddam Hussein e le sue conseguenze Gli interessi occidentali Il terrorismo,un nuovo strumento di guerra Convivere con il terrorismo?

3 I bambini credono che sono:
Ricordiamo… i pappagalli verdi sono delle mine progettate esclusivamente per colpire i bambini. Queste mine hanno la caratteristica di attirare i bambini con la loro particolare forma. Sono le più “Crudeli” perché a contatto con i bambini non esplodono direttamente .L’esplosione può verificarsi dopo più ore , così facendo , la vittima (il bambino) attirerà l’attenzione ai suoi amici,provocando un maggior numero di vittime. Cosa ,in realtà sono: I bambini credono che sono: Indice

4 Pace o guerra? Noi diciamo si alla Pace! E no alla guerra!
Noi diciamo si alla guerra!

5 Ricordiamo che.... Dopo le due terribili guerre mondiali che sconvolsero la prima metà dell’Novecento, l’umanità non ha più conosciuto esperienze belliche a esse paragonabili. Nella seconda metà del secolo xx il mondo, pur diviso in blocchi contrapposti, ha saputo perlopiù mantenere le rivalità e le ostilità nei limiti della cosiddetta “ guerra fredda” . A evitare un nuovo conflitto planetario sono stati soprattutto due fattori: la memoria ben viva delle catastrofi appena verificati e il possesso delle armi atomiche da parte delle maggiori potenze: USA, URSS, Inghilterra, Francia e Cina. Una guerra in cui venissero impiegati tali armi si concluderebbe infatti con un disastro generale, senza alcun vincitore. Questo non significa che la pace abbia regnato sovrana dappertutto, anzi uno dei conflitti locali è stato probabilmente più alto che in passato, poiché spesso USA e URSS, non potendosi combattere direttamente, cercarono di estendere la loro influenza facendo scendere in campo Paesi a loro alleati. Oggi il comunismo è caduto e con esso quella divisione in blocchi che aveva determinato il verificarsi di tante guerre locali, ma la conflittualità in quelle regioni non è per nulla cessata. La corsa agli armamenti, intanto, continua a mobilitare ingenti capitali. Il 13 settembre 2007 è stata annunciata la sperimentazione coronata da successo di una “superbomba” russa, un ordigno non- nucleare così potente da essere in grado di polverizzare all’istante un’area molto vasta di territorio. Indice

6 Il Programma Nucleare dei Paesi emergenti.

7 Basta con queste centrali nucleari !
Nonostante la fine della guerra fredda,rimane alto il rischio che in un futuro non troppo lontano, i conflitti, nati da interessi economici o ideologie contrastanti possono portare all’ uso di armi di distruzione di massa, come armi biologiche , chimiche, radioattive o nucleari, creando danni inimmaginabili per l’intera popolazione terrestre. Nessuno stato vuole trovarsi in posizione di “debolezza militare” rispetto agli altri, perché ciò significherebbe avere un minore potere di contrattazione e restare esclusi dallo sfruttamento di risorse preziose come il petrolio. Attualmente, nel mondo, circa 40 paesi sono in possesso ( ufficialmente o clandestinamente) delle tecnologie necessarie a fabbricare testate atomiche. Per scongiurare il pericolo di un conflitto nucleare nel 1970 è entrato in vigore il TNP ( Trattato di non proliferazione nucleare), ora sottoscritto da 189 nazioni. Il trattato stipulato per tutelare la sicurezza comune, si basa sull’ impegno al disarmo graduale dei reattori già esistenti, alla cessazione dello sviluppo finalizzato a produrre energia dtrf5el potenziale di uranio.

8 Tuttavia, è molto difficile stabilire se le ricerche e gli investimenti in questo campo sono destinati a scopi civili oppure militari; spetta alla Aiea verificarne il vero scopo e condurre le trattative con i Governi che rifiutano di applicare integralmente i protocolli del TNP . In alcune Nazioni con un crescente peso politico e militari, come Iran e la Corea del Nord , il processo diplomatico per giungere a un accordo si è rivelato decisamente lungo e complesso. Nessun Governo gradisce ,infatti, i sopralluoghi degli ispettori del Aiea nelle proprie centrali , vengono considerati come intrusioni illegittime dei Governi occidentali nella propria politica interna . Il rifiuto,da parte della Corea dell’Nord a consentire le ispezioni dell’Aiea , ad es., ha destato per anni grosse preoccupazioni nella comunità internazionale . A seguito di lunghe trattative ,finalmente, nel febbraio del 2007 è stato smantellato il principale reattore coreano,quello di Yongbyon , che produceva plutonio utilizzabile per costruire l’atomica; in cambio lo stato Nord Corea del nord ha ricevuto 50 milioni di tonnellate di petrolio.

9 Il potenziale nucleare viene , quindi,usato dai paesi in via di sviluppo come minaccia e come valido mezzo di contrattazione per procurarsi ingenti capitali dall’estero .Spesso , alla base di queste rivelazioni da parte di paesi emergenti,come la Corea del Nord o l’Iran,c’è la percezione che gli Stati Uniti si arroghino al ruolo e un’autorità di leadership che non compete loro e,dietro le dichiarate e intenzioni pacifiste e umanitarie,cerchino solamente di mantenere il loro primato mondiale in fatto di energia e armamenti . La situazione della Corea del Nord è contemporaneamente stabile, rimane la situazione della repubblica islamica dell’Iran. L’Iran è guidato dal presidente Mahmoud Ahmadinejad , nonostante i vari appelli bellico,ma è difficile ignorare la forte ostilità che anima questo paese,leader all’interno del mondo arabo, nei confronti di Israele (considerato uno stato illegittimo e usurpatore). Che anche Israele è dotato da anni,di un potente arsenale nucleare, il rischio di un conflitto tra i due paesi e i rispettivi alleati risulta tutt’altro che remoto. e le sensazioni inflitte delle nazioni unite,rifiuta ad aderire ad alcuni protocolli del TNP e prosegue il suo programma di arricchimento dell’esafloruro di uranio,affermando il proprio diritto a produrre autonomamente energia nucleare. I rappresentanti iraniani negano ufficialmente di voler utilizzare l’uranio a scopo Indice

10 Le Guerre dimenticate

11 Quando a un conflitto prendono parte le grandi potenze,i mass media si ‘gettano’ sull’evento con voracità,trasformando i notiziari in veri e propri bollettini di guerra,inondandoci di servizi speciali,di tavole rotonde e di interviste a esperti di ogni genere. Se invece le armi risuonano sinistre in luoghi remoti , dove i soldati europei e americani non sono presenti,l’interesse degli organi di informazione è quasi nullo:soltanto qualche trafiletto sui quotidiani,qualche generica notizia nei telegiornali poi viene dimenticato . Quasi impossibile trovare,in questi casi analisi serie e approfondite circa la natura ,le cause,la responsabilità degli eventi.I ricchi non vogliono immischiarsi in faccende ‘sporche’ dei poveri ,né d’altronde il semplice cittadino saprebbe che cosa fare per fermare le stragi. Eppure quelle guerre riguardano anche il nostro continente,il nostro Paese e , quindi,noi stessi in vari modi. La prima e più visibile conseguenza è l’esercito di profughi che sbarcando sulle coste italiane. Molti di loro provengono da regioni in cui ci sono conflitti militari e cercano di sfuggire,per salvarsi da dittature,guerre e miseria.

12 Ma è poi vero che i Paesi ricchi non hanno responsabilità in questi eventi? Basterebbe chiedersi con quali armi vengano combattute le guerre per renderci conto che l’Occidente non è per nulla disinteressato a ciò che accade in quei luoghi .Persino l’Italia,dove la vendita di armi è regolata da leggi assai rigide,continua a essere uno dei più forti esportatori di strumenti di morte,per la precisione il sesto dopo Stati Uniti,Russia,Cina,Francia e Gran Bretagna. Ci sono tanti modi per aggirare la legge,corrompendola. Per esempio vi sono molte mine che colpiscono bambini e adulti dal Kosovo,Kurdistan e Afghanistan che usano queste mine , prodotte dalla nostra industria bellica. Se poi approfondissimo l’analisi di tante guerre,soprattutto di quelle combattute in Africa,ci accorgemmo che in molti casi le parti in lotta si massacrano per impossessarsi di materie prime da scambiare con altri paesi.

13 Sarebbe ingiusto affermare che tutti i conflitti sono provocati dall’esterno,vi sono ragioni interne di non secondaria importanza,costruite da rivalità etniche. In genere i vari fattori si intrecciano,dando origine a una miscela altamente esplosiva. Una cosa è certa:gli scontri più sanguinosi hanno sempre avuto luogo laddove sono presenti risorse importanti,soprattutto minerarie. Oggi fra le nazioni africane travagliate dalle guerriglie più sanguinose abbiamo l’Angola,il Congo e la Sierra Leone,guarda caso tutte racchissime di giacimenti diamantiferi. Nel conflitto fra l’Iraq e l’ONU erano in ballo risorse petrolifere immense,e non a caso una guerriglia senza fine che insanguina il Sudan,dotato di cospicue riserve di idrocarburi. Nella provincia di Darfur,in Sudan,è in atto dal 2003 una cruente guerra civile che vede contrapposti il governo sudanese e alcuni gruppi etnici di religione cristiana e animista,ribellatisi perché vittime di pesanti discriminazioni in favore della parte musulmana.

14 Per reprimere la rivolta,il Governo ha fatto radere al suolo moltissimi villaggi e sterminare interamente la loro popolazione perpetrando una vera e propria pulizia etnica. Dal 2003 si calcola che questa guerra abbia causato da 200’000 a 400’000 morti e oltre 2 milioni di sfollati,per quasi due terzi donne,sistemati in campi profughi di Sudan e Ciad,dove,oltre alla assoluta mancanza di acqua potabile, stupri e violenze di ogni genere sono all’ordine del giorno. I contrasti religiosi e tribunali in Sudan,in realtà,come spesso accade,servono soltanto a coprire interessi colossali,legati ai ricchi giacimenti petroliferi presenti sul territorio,che vengono spartiti tra Cina,Russia,Francia,India e Malesia. L’Onu e l’Ue cercano da anni uno spazio di interventi a Darfur , ma non riescono a trovarlo,perché creerebbero sicuri attriti diplomatici con due delle maggiori potenze,ovvero Russia e Cina,che vogliono salvaguardare il loro controllo sugli oleodotti africani.

15 Oltre al petrolio,c’è una risorsa che,pur non avendo un valore economico per l’Occidente,è causa di continui conflitti. Ci riferiamo all’acqua,che in molti regioni del pianeta sta diventando una risorsa sempre più rara,sicché il possesso di fiumi,laghi e fonti può essere di vitale importanza per la sopravivenza di popoli interi. Oggi gli esperti usano l’espressioni ‘conflitti idrici’per designare alcune guerre scoppiate nell’Africa equatoriale e tropicale e nell’Asia centrale. Dietro lo stesso conflitto arabo-israeliano vi è in realtà una motivazione di questo tipo, visto che dalle scarse acque del Giordano dipende l’economia degli Stati circostanti. E la situazione,sotto questo punto di vista,sta diventando sempre più grave ,poiché negli ultimi anni sono stati contrassegnati nell’Africa equatoriale e orientale da terribili siccità. Indice

16 Attacco all’America

17 L’ 11 settembre 2001 un fatto tremendo e incredibile scuoteva gli stati uniti e il mondo
Intero: due Boeing 767, l’uno con 92, l’ altro con 65 persone a bordo,si schiantavano a meno di venti minuti di distanza sulle Twin Towers, i due grattacieli più alti di New York, veri e propri simboli della metropoli Americana, causandone l’ Incendio e poi, in rapida successione,il crollo. L’ azione era condotta da terroristi musulmani suicidi, che avevano preso il comando e di due veicoli e si erano sostituiti ai piloti. Un terzo aereo, sempre in mano ai dirottatori dello stesso gruppo terroristico, si lanciava 25 minuti più tardi sul Pentagono, la struttura che ospita i comandi militari Americani, a Washington. I tre attacchi simultanei hanno provocato ,oltre a danni materiali pressoché incalcolabili, la morte di circa seimila persone, intrappolate negli edifici colpiti.

18 La scena di morte, ripresa e diffusa dalla televisione, ha lasciato sgomenta l’opinione pubblica mondiale, facendo comprendere a tutti che quell’evento segnava l’inizio di una nuova era nei rapporti internazionali . Gli Stati Uniti,colpiti nella prima volta nella storia sul proprio territorio, si sono trovati in una situazione molto difficile,pur avendo subito un atto di guerra , non avevano un nemico esplicito e dichiarato contro cui scatenare la loro reazione. Immediatamente i sospetti sono caduti su Bin Laden, il ricchissimo sceicco arabo,capo di una potente organizzazione terroristica diffusa in numerosi paesi musulmani e non, che più volte aveva ‘firmato’ attentati contro forze americane dislocate all’estero.

19 Quanto costa una guerra
Quanto costa una guerra? milioni di dollari: il prezzo di un aereo da combattimento F-22 Raptor - 40 milioni di dollari:il prezzo di un elicottero Rah-66 Comanche -23 milioni di dollari: il prezzo di un aereo da ricognizione Global Hawk

20 -24 mila dollari:il prezzo di un kit Jdam , che permette di guidare via satellite le bombe convenzionali. Chi vende le armi : Usa(11.700), Russia(4.800), Germania(4.000), Cina (2.000), Francia (900), Gran Bretagna (800), Italia (600), Le vittime -Dal 1945 a oggi si sono combattute guerre -solfati caduti : 7 milioni -perdite tra la popolazione civile: milioni Indice

21 Chi è Bin Laden????

22 L’enigmatico personaggio considerato il mandante e l’organizzatore dell’attacco alle Torri Gemelle era considerato da tempo come uno dei più pericolosi capi del terrorismo islamico,ma il suo nome, ben noto hai servizi segreti di tutto il mondo era quasi conosciuto all’opinione pubblica. Bin Laden nacque in Arabia Saudita, nel 1957 proveniva da una nobile e ricchissima famiglia che costruì la propria fortuna con il commercio del petrolio e con l’attività edilizia. Fiero sostenitore dell’indipendenza dell’Islam, a soli 22 anni accorse in Afghanistan per combattere i Sovietici che avevano invaso il paese. La sua azione,segretamente sostenuta dagli Stati Uniti,contribuì in maniera irrilevante alla vittoria dei talebani e fu proprio in Afghanistan che lo sceicco saudita fondò al qaeda, letteralmente la ‘rete’ l’organizzazione terroristica che in pochi anni si diffuse in molte nazioni del mondo islamico e, tramite gli emigrati anche in quello occidentale. Il malcontento delle popolazioni musulmane e la loro crescente ostilità verso l’Occidente determinarono la nascita del fondamentalismo islamico, un movimento teso a recidere ogni vincolo di sudditanza con le potenze capitaliste.

23 In tale contesto storico,la popolarità di al qaeda crebbe rapidamente e l’organizzazione potè presto contare su un gran numero di seguaci disposti a mettere a rischio la propria vita nella ‘guerra santa’ contro l’occidente e contro Israele sua estrema propaggine in territorio asiatico. Costretto a vivere in clandestinità,Bin Laden dopo aver soggiornato in Arabia in Sudan e in Somalia si stabilì in Afghanistan dove, grazie alla protezione dei Talebani, potè dirigere le complesse attività economiche e terroristiche della sua organizzazione. A lui furono attribuito alcuni sanguinosi attacchi anti-americani avvenuti in Kenia, in Tanzania ed ad Aden,ma gli sforzi compiuti dalle forze statunitensi per catturarlo o per ucciderlo sono sempre falliti le ragioni della sua lotta anno ricercate nella volontà di riscattare l’orgoglio del mondo musulmano. Bandiera attribuita ad al-Qāʿida (il testo in arabo è la Shahada , professione di fede in Dio e nella missione profetica di Maometto)

24 Piegato per lungo tempo dall’arroganza e dallo strapotere dell’Occidente. Subito dopo l’attacco delle Torri Gemelle egli commentò le strage con queste parole : ‘Ecco l’America colpita da Dio Onnipotente in uno dei suoi organi vitali,così che le sue costruzioni più potenti siano state distrutte. Grazia e gratitudine a Dio. L’America è stata colmata di orrore da nord a sud e da est a ovest, e grazie a Dio ciò che l’America sta provando ora è solo una copia di quanto abbiamo provato noi. La nostra nazione islamica ha provato lo stesso in 80 anni di umiliazioni e di sofferenze : i suoi figli sono stati uccisi,il loro sangue versato,le loro divinità profanate. Dio ha benedetto un gruppo di musulmani,l’avanguardia dell’Islam,per distruggere l’America. Indice

25 Gli Stati Uniti scendono in guerra

26 Poiché Bin Laden si trovava in quel momento in Afghanistan,il presidente Bush ne pretese l’immediata consegna da parte dei talebani che lo ospitavano. Essendo state ignorate le sue richieste,il governo statunitense cominciò a preparare la risposta diplomatica e militare. Bush,consapevole che una mossa incauta avrebbe potuto provocare una guerra col mondo islamico. Così chiese un’alleanza con tutti i paesi musulmani,alcuni dei quali gli concessero l’uso di basi logistiche da cui condurre l’attacco all’Afghanistan. Anche Russia e Gran Bretagna appoggiarono gli Stati Uniti,ma non solo , anche l’Unione Europea , tra cui anche l’Italia. Il Presidente Bush.

27 Bin Laden morì, il 2 Maggio del 2011.
Nel 7 ottobre 2001 tre ondate di missile lanciati da navi e aerei si abbatterono su obbiettivi militari afgani,segnando l’inizio della guerra. La vittoria fu conquistata dagli Stati Uniti,ma non fu possibile catturare Bin Laden. Fin dal 2003 il capo di Al Qaeda ha diffuso i propri messaggi tramite alcuni video,registrati in luoghi e momenti non identificabili,e trasmessi dai media di tutto il mondo. In questi video vi appariva Bin Laden o il suo luogotenente . Bin Laden morì, il 2 Maggio del 2011. Indice Bin Laden in uno dei suoi video.

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29 Dopo l’attacco alle Torri Gemelle,Bush promise che ,da qual momento, avrebbe dichiarato una guerra spietata ai cosiddetti ‘Stati canaglia’,ovvero quei stati che davano rifugio ai terroristi, oppure ritenuti una minaccia alla pace. Sulla lista dei paesi da colpire,subito dopo l’Afghanistan,veniva l’Iraq di Saddam Hussein,il crudele dittatore al potere dal 1979 che in passato aveva lanciato la sua nazione in sanguinosi conflitti,prima contro l’Iran, poi contro il Kuwait. Saddam ,in verità aveva visto fortemente ridimensionato il suo potere dopo che le Nazioni Unite lo avevano sconfitto nella guerra del Golfo e costretto a lasciare il Kuwait, ma continuava a esercitare una feroce tirannia al suo popolo. Bush accusò il governo iracheno di proteggere i terroristi islamici e di aver costruito potenti armi chimiche, e forse atomiche,in modo di minacciare la sicurezza dei paesi vicini e addirittura dell’Occidente. Per questo chiese all’ONU la legittimazione a un attacco contro l’Iraq , che avrebbe permesso di disarmare il tenibile dittatore e di portare la democrazia in quella tormentata regione. L’ONU,investita dalla questione,decise di autorizzare tale intervento , solo a condizione che il possesso di armi pericolose fosse stato provato.

30 Indice

31 Gli interessi Occidentali

32 In quindici anni ben tre soni stati gli attacchi diretti dell’esercito statunitense nel Medio Oriente o nelle zone collegate ad esso strategicamente. In un caso , le truppe americane si mossero con l’approvazione dell’ONU;in un altro furono affiancati da numerosi Stati occidentali;invece nel terzo agirono alleandosi con la Gran Bretagna,nonostante il parere contrario delle Nazioni Unite. Erano diverse le motivazioni che determinarono questi tre grandi conflitti. La Guerra del Golfo fu giustificata dall’intento di ricacciare le forze armate irachene che avevano invaso il Kuwait,ed anche l’attacco all’Afghanistan da ragioni di notevole rilevanza ,perché questo paese aveva offerto ospitalità a Bin Laden.La Guerra del Golfo,suscitò in molti il sospetto che dietro quelle ragioni proclamate,si nascondessero grandi interessi. Questi interventi erano dovuti non solo a motivi ideali,ma anche pratici. Se nel Kuwait non fossero state presenti immensi quantità di petrolio,forse le grandi potenze non si sarebbero mosse.

33 Questo sospetto fu anche giustificato,dal fatto che le grandi potenze non provvidero a cacciare Saddam Hussein,ma lo lasciarono al potere,per impedire che nell’area si verificassero mutamenti da mettere in pericolo gli interessi petroliferi dell’Occidente. Il secondo intervento contro l’Iraq, suscitò forti perplessità dall’opinione pubblica mondiale,poiché appariva illogico scatenare una nuova guerra per cacciare un dittatore che solo 12 anni prima si era voluto stranemente mantenere al suo posto. Gli interrogativi sull’imminente azione militare riguardavano inoltre questioni: Ci si chiedeva se potesse considerarsi legittima una guerra condotta contro uno Stato sovrano,sia pure allo scopo di disarmarlo o di instaurarvi la democrazia si nutrivano forti dubbi sull’entità degli armamenti iracheni e sulla loro reale pericolosità; si temeva che a pagare il prezzo più alto fosse la popolazione civile che non aveva nessuna colpa per i reati commessi dal loro capo;

34 La fondatezza di questi dubbi fu dimostrata,dal fatto che l’ONU,in questo caso negò la sua copertura. I sospetti riguardarono anche questioni meno ideali e più concrete. Secondo alcuni,dietro le ragioni ufficialmente accampate dagli Stati Uniti si sarebbero nascosti interessi politico-economici nazionali e privati : primi fra tutti gli interessi dell’industria petrolifera e di quella degli armamenti,ma si ipotizzava anche che Bush avesse voluto aumentare la sua popolarità con una rapida vittoria per assicurarsi la rielezione-poi ottenuta- allo scadere del proprio mandato presidenziale. Per quale motivo non è stato riservato lo stesso trattamento ai Paesi i cui capi hanno commesso crimini del tutto uguali a quelli di Saddam Hussein?La Corea del Nord,ha recentemente annunciato di essere pronta ad avviare la costruzione di armi nucleari,ma gli Stati Uniti hanno preferito trattare anziché minacciare un intervento armato. Il contratto recentemente firmato dagli Stati uniti con il governo afgano per la costruzione de un gasdotto e di un oleodotto che porteranno il metano e il petrolio del Mar Caspio all’oceano Indiano sembra avvalorare indirettamente la tesi secondo cui la base della strategia

35 Statunitense in gusta regione vi è un prevalente interesse per le risorse energetiche. A chi critica questa politica è stato però obbiettato che le stesse nazioni per la pace , sono molto meno disposte alla trattativa quando sono in gioco il loro interessi nazionali a dimostrazione del fatto che le grandi potenze sono più sensibili alle ragioni concrete che a quelle ideali. In ogni caso il conflitto ha fortemente indebolito il prestigio e il ruolo stesso delle nazioni unite , dimostratesi incapaci di fronteggiare la situazione ma soprattutto ha approfondito il solco fra l’occidente e il mondo islamico. Però gli obiettivi dichiarati in queste guerre non sono stati raggiunti. In Afganistan Bin Laden non è stato catturato e il governo Kazai , difatti controlla appena un lembo di terra attorno alla capitale Kabul .L’Iraq trasformatosi in un inferno ha visto la situazione sfuggire completamente dalle mani degli anglo-americani .La guerriglia dettata da ragioni religiosi , politiche e patriottiche oltre da interessi personali di varia natura , ha rischiato di travolgere il paese mentre gli attentati terroristici organizzati probabilmente da al Qaeda provocano ogni giorno numerose vittime. L’intensificarsi della violenza e il moltiplicarsi delle divisioni interne rendono assai problematico il processo di trasformazione dell’Iraq in una moderna democrazia, cosi come era progettato dal presidente Bush . VS Indice

36 Il Terrorismo , Un nuovo Strumento di guerra

37 La facile vittoria della coalizione anglo-americana nel conflitto con l’Iraq era un risultato prevedibile , data la disparità delle forze in campo. Gli esperti definiscono gli conflitti di questo tipo “asimmetrici” ,ossia basati su rapporti di potenza squilibrarti. questo porta al terrorismo .Quest’ultimo è difficilmente neutralizzabile perché i terroristi hanno la possibilità di scegliere sia l’obbiettivo che il momento dei lori attacchi, per tornare poi a nascondersi .questo fenomeno non è nuovo anzi è stato praticato a lungo, anche in altri contesti vittima ne è stata la stessa Europa , compresa l’Italia il fenomeno molto diffuso nel medio oriente ha assunto negli ultimi anni caratteristiche in tutto o in parte nuove ,che lo rendono molto più pericoloso che in passato. In primo luogo,gli autori degli attentati non cercano di colpire il loro diretti avversari (politici ,militari,poliziotti) ma mirano a provocare in maggior numero di vittime tra civili questa strategia persegue due obbiettivi da un lato tende di abbattere il morale del nemico , dal altra richiama l’attenzione del opinione pubblica mondiale sui problemi aperti nella zona che avviane lo scontro. Ma l’aspetto più tenibile e spaventoso del nuovo terrorismo medio orientale è il fatto che gli attentatori sono quasi sempre votati al suicidio, il che rende la loro azione imprevedibile e presso che incontrollabile. Se un terrorista dovesse pensare a predisporre una via di fuga, il numero delle sue possibili mosse sarebbe più limitato e minore la loro efficacia . L’attentato terroristico più terribile della storia ,L’attacco delle Torri Gemelle non avrebbe avuto luogo se gli attentatori non fossero stati disposti a sacrificare la propria vita. Indice

38 Convivere con il Terrorismo

39 La crudeltà il fanatismo ma anche la disperazione sono le parole che più caratterizzano il terrorismo. Non ci è difficile immaginare che cosa accadrebbe se venissero colpiti obbiettivi particolarmente delicati come centrali nucleari e luoghi molto affollati. Di fronte a queste possibilità la mente umana rimane sbigottita e qualsiasi persona non accecata da fanatismo comprende come la logica della violenza ,militare o terroristica,non possa condurre a una soluzione accettabile. Gli scenari che abbiamo rappresentato sono catastrofici e possono apparire irreali,ma purtroppo avvolte la realtà non è lontana dalle fantasie più estreme è importante sapere che il terrorismo non è un fenomeno che riguarda solo luoghi lontani come il medio oriente. L’attacco alle torri gemelle ne è la prova ,quindi anche l’Occidente può essere colpito. Il primo settembre 2004 dall’attacco della resistenza cecena alla scuola di Beslan dimostra che il terrorismo non ha limiti e crudeltà. \

40 Il 7 luglio 2005 un manipolo di terroristi kamikaze, unendosi alla folla di ignari passeggeri della tube , ha colpito mortalmente il cuore della città , causando a breve distanza tre devastanti esplosioni su linee diverse e molto trafficate causando morte panico e distruzione .Dovremmo dunque imparare a convivere con il terrorismo , come è accaduto al popolo di Israele o come sta accadendo a quello iracheno ? La speranza è che questo pericolo venga scongiurato ma per ottenere risultati non basterà l’attività poliziesca che è indispensabile. Le indagini hanno portato a individuare che anche in Italia vi sono delle cellule molto attive di al Qaeda , che tramite aggregativo svolto da alcune moschee , si sospetta che raccolgano fondi , informazioni e documenti falsi per appoggiare la causa di terroristi operanti in tutto il mondo.

41 La percezione del pericolo legato agli attentati ha cambiato radicalmente il modo di concepire la sicurezza pubblica .E’ molto delicato anche l’ambito delle comunicazioni :il neoterrorismo è in grado di utilizzare strumenti e tecnologie sofisticate ,per ottenere informazioni segrete direttamente dai server o dai satelliti ed, eventualmente paralizzare gli scambi dei paesi che vuole colpire .Le misure di sicurezza attuate dai governi non garantiscono ancora l’inviolabilità assoluta di questi canali e le info-war, che sarebbero le guerre innescate da un manipolo di pirati informatici al servizio di organizzazioni terroristiche , potrebbero mettere in seria difficoltà gli apparati di difesa di intere nazioni .Quindi è impensabile a rendersi alle richieste di terroristi poiché questo segnalerebbe la fine dello stato di diritto e di modello della società basato sul dialogo e sulla comunicazione .In realtà il modo migliore per porre fine a questo fenomeno è quello di operare affinché vengano meno le cause che lo provocano .

42 Se nel mondo la povertà lo sfruttamento e l’ingiustizia trionferanno vi sarà sempre spazio per il fanatismo e la violenza. Una persona che vive serenamente la propria esistenza , per contro non prova alcun desiderio di farsi saltare per aria insieme ai propri nemici .Il numero dei conflitti piccoli e grandi che oggi travagliano il pianeta è cosi elevato che parlare di una possibile pacificazione generale sembra ingenuo se non addirittura sciocco .Eppure è decisamente più sciocco il comportamento di chi pretende di risolvere i problemi con la forza .Purtroppo le ferite inferte alla coesistenza fra i popoli sono state terribili , rispendere il dialogo sarà difficilissimo che richiederà umiltà da entrambe le parti l’occidente dovrà rinunciare al idea di imporre il proprio modello economico e culturale mente l’islam dovrà rinunciare al idea di una guerra santa da qui non può derivare altro che distruzione.

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