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Il comportamento delle persone con autismo

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Presentazione sul tema: "Il comportamento delle persone con autismo"— Transcript della presentazione:

1 Il comportamento delle persone con autismo
Nadia Volpe

2 Presupposti Fondamentali
Il Comportamento è comunicazione Il Comportamento è una funzione delle interazioni tra la persona e l’ambiente L’Intervento deve affrontare le variabili che mantengono il comportamento I risultati devono essere valutati dal punto di vista funzionale

3 Cos’è un comportamento problematico?
Si definisce problematico un comportamento che provoca danni/lesioni alla persona (aggressività, autolesionismo…), ad oggetti, oppure che interferisce con l’apprendimento (stereotipie, iperattività…)

4 La descrizione operazionale (qual è il problema?)
Aggressività (dare calci, sputare in faccia, urlare contro, lanciare la sedia…) Autostimolazioni, stereotipie (oscillare con il busto, roteare la testa…)

5 Esempio: “Letizia è aggressiva e provocatoria”
Quando non è presente l’educatrice, Letizia colpisce con la mano destra la persona più vicina, poi sorride quando l’educatrice le va vicino e mentre la sgrida.

6 La valutazione del comportamento
Valutazione informale (osservazione spontanea) Valutazione formale (osservazione sistematica: quando? Per quanto tempo? Quante volte?)

7 Valutazione informale
Valutazione formale Trattamento Valutazione informale

8 Il caso di Letizia Letizia ha quindici anni, diagnosi di autismo e ritardo mentale di grado medio. La madre chiede un colloquio perché non riesce a gestire i comportamenti “aggressivi e provocatori” della ragazza.

9 Il caso di Letizia: valutazione
Psicologa: Mi descrive un esempio di comportamento problematico di Letizia? Madre: non saprei, è sempre così arrabbiata, all’improvviso colpisce i bambini per strada, mi fa fare delle figuracce imbarazzanti… non posso fermarmi a guardare una vetrina o a salutare qualcuno che lei ne combina una delle sue P: mi accennava prima ad un episodio nel negozio di borse… M: infatti, le dicevo, io stavo scegliendo una borsa, e tenevo stretta la mano di Letizia. Sa, lei è sempre così affettuosa che non vuole mai lasciarmi. Un attimo… l’ho lasciata per vedere il prezzo della borsa, chiedevo alla commessa se il prezzo era già scontato… Letizia è corsa verso un bambino vicino alla porta e gli ha dato uno schiaffo. Il bambino è scoppiato in lacrime. La madre del bambino mi ha detto:”sua figlia è un mostro!” P: immagino che sia stata una situazione imbarazzante, poi cosa è successo?

10 Il caso di Letizia: valutazione
Madre: è stato più che imbarazzante... Sono corsa da Letizia e l’ho sgridata, dicendole che è cattiva e che non doveva farlo. Cercavo di scusarmi con la madre del bambino ma ero anche arrabbiata perché non ha capito che Letizia non lo fa perché è cattiva, non si rende conto, ma poi si pente e chiede scusa… P: Letizia ha chiesto scusa al bambino… M: si, anzi all’inizio no, si è messa a ridere, mi ha fatto arrabbiare ancora di più, sono andata via immediatamente dal negozio, poi ha voluto fare la pace con me… voleva che la coccolassi… è perché mi ha visto arrabbiata, voleva farsi perdonare. P: ogni volta succede questo? M: sì, è sempre pentita, dopo. Dice sempre “non lo faccio più” e si tranquillizza solo dopo che l’ho perdonata e le do un bacetto.

11 Analisi Funzionale L’Analisi funzionale è un processo finalizzato a determinare quali rinforzi mantengono un certo comportamento, e le condizioni di stimolo e gli eventi ambientali che creano l’occasione per quel comportamento. Per raccogliere informazioni si usano tre strategie : le interviste, l’osservazione diretta, e la manipolazione delle presunte variabili per controllare/influenzare il comportamento bersaglio.

12 L’analisi funzionale Antecedente (cosa succede prima del comportamento) Comportamento (descrizione operativa) Conseguenza (cosa succede dopo il comportamento)

13 L’analisi funzionale antecedente comportamento conseguenza
Letizia non ha attenzione diretta (la madre sta parlando con qualcun altro e guarda altrove) Colpisce il bambino La madre corre vicino a lei, le parla (la sgrida) la guarda, esce dal negozio, alla fine le dice “per questa volta ti perdono” e le da il bacetto.

14 Il caso di Letizia: intervento
Letizia è in grado di comunicare un disagio? può comprendere il contesto? Sa cosa deve fare? Per quanto tempo? Come può avere nuovamente l’attenzione della mamma in modo adeguato? Ha esperienza di “successo” di comportamenti alternativi ed adeguati?

15 Dalla parte dell’adulto
Il rinforzo positivo di comportamenti problematici può avvenire inconsapevolmente (l’intenzione dell’adulto è farle capire che “non si fa”) Non è necessario usare caramelle per rinforzare un comportamento problematico (es. evitamento di antecedenti avversivi) Il rinforzo positivo di un comportamento problematico può sfuggire al nostro controllo (attenzione sociale di altri)

16 Dalla parte dell’adulto
P: da quanto tempo si verifica questo comportamento? M: non saprei, prima era piccolina, non faceva male ai bambini, era molto più semplice gestirla. Ora è grande, ha 15 anni, dovrebbe capire che non si fa, dovrebbe fare la brava… P: Letizia secondo lei sa esattamente cosa significa “fare la brava”? M: a casa sì, è così affettuosa… ma fuori sembra un’altra! È difficile capirla, non so cosa comprende realmente, forse per lei “fare la brava” significa solo abbracciarmi e fare le coccole… nel negozio è diverso, tutti ci guardano, non so cosa fare

17 Dalla parte dell’adulto l’intervento educativo
P: ci sono momenti in cui fuori si comporta bene? M: certo, ad esempio quando andiamo in piscina. Riesce anche ad aspettare il suo turno, si siede sulla panca con tre compagne, entrano in acqua una per volta, tiene in mano i braccioli, non ha mai colpito nessuno… P: Letizia secondo lei sa esattamente cosa fare quando va in piscina? M: sì. È molto brava, ascolta l’istruttore, si prepara da sola, poi fa la doccia e torniamo a casa. P: si potrebbe definire il nuoto una attività prevedibile in cui Letizia è competente? M: sì. invece nel negozio L. non ha chiaro cosa fare, cioè forse per lei la situazione non è prevedibile…

18 L’analisi funzionale del comportamento dell’adulto, ovvero:
Perché l’adulto si comporta in maniera da rinforzare e mantenere proprio quei comportamenti che meno desidera che si producano nel bambino? L’analisi funzionale del comportamento dell’adulto prende in considerazione tre aspetti Pensieri (è grande, dovrebbe capire…) Emozioni (sono arrabbiata, imbarazzata…) Azioni (la sgrido… poi le do il bacetto)

19 Livelli della Valutazione e dell’Intervento sul Comportamento
Modificare l’ambiente del comportamento Manipolare le contingenze che controllano il comportamento Insegnare comportamenti alternativi che sono funzionalmente equivalenti per sostituire il comportamento Insegnare comportamenti a lungo termine che affrontano e soddisfano i motivatori del comportamento

20 Eventi ambientali ed effetti conseguenti
Gli eventi ambientali sono stimoli che interagiscono con gli stimoli discriminanti esistenti producendo cambiamenti momentanei nelle relazioni reazione-rinforzo, sia positivi che negativi. Fra gli esempi sono compresi malattia, fatica, dolore, cambiamenti di programma, livello di rumore, irregolarità del sonno, fame.

21 Influenze sui Gravi Problemi di Comportamento
Contesti biologici Contesti sociali Contesti fisici Eventi ambientali Eventi - stimolo Fuga Tangibili Attenzione sociale Feedback sensoriale Gravi Problemi di Comportamento Da: Durand (1990)

22 Influenze sui Gravi Problemi di Comportamento
Come sta Chi è presente Dove sta Eventi ambientali Eventi - stimolo Fuga Tangibili Attenzione sociale Feedback sensoriale Dare uno schiaffo Da: Durand (1990)

23 Valutazione Comportamentale
Valutazione dell’ambiente Valutazione delle motivazioni Valutazione del rinforzo Analisi funzionale

24 Valutazione dell’ambiente
Ambiente fisico Condizioni Antecedenti-Comportamento (Behavior) - Conseguenze (ABC) Ambiente di apprendimento Analisi Temporale

25 Valutazione delle Motivazioni
Rinforzo Positivo (attenzione sociale o rinforzi materiali) Fuga/Evitamento delle Richieste (rinforzo negativo ) Perdita di Rinforzi Conseguenze Sensoriali (rinforzo sensoriale o riduzione del livello di stimolo) Condizionamento della Risposta R (Classico) Fattori Organici

26 Valutazione del Rinforzo
Valutazione delle preferenze di stimolo I rinforzi devono essere comuni nell’ambiente naturale per favorirne la generalizzazione I rinforzi devono essere funzionali I rinforzi dovrebbero essere adeguati all’età

27 Regole per il rinforzo Per essere efficace, un rinforzo deve essere somministrato durante o immediatamente dopo il comportamento bersaglio. Più è lungo l’intervallo di tempo fra il comportamento e la somministrazione del rinforzo, meno facilmente si incrementerà il comportamento . Non possiamo dire se qualunque evento stimolante dato sarà un rinforzo per un comportamento finchè non lo proviamo e ne osserviamo gli effetti sull’andamento del comportamento. Se incrementa il comportamento, è un rinforzo. I rinforzi dovrebbero essere selezionati e personalizzati per ogni bambino. Quello che può essere un rinforzo per un bambino può non esserlo per un altro.

28 Regole per il rinforzo 4. Per essere efficace il rinforzo deve essere conseguente a quanto succede. Questo significa che si deve richiedere al bambino di impegnarsi in un comportamento desiderato per ricevere una conseguenza potenzialmente rinforzante. Se la persona riceve il rinforzo quando non si impegna nel comportamento bersaglio, la procedura non funzionerà. Bisogna sempre richiedere al bambino di guadagnarsi il rinforzo impegnandosi nel comportamento.

29 Regole per il rinforzo 5. Quando modellate nuovi comportamenti, usate rinforzi differenziati. Questo significa che risposte qualitativamente migliori ricevono rinforzi più potenti. Il rinforzo differenziato motiva il bambino a dare le risposte migliori.

30 Regole per il rinforzo Usate rinforzi potenti quando insegnate un nuovo comportamento.. Quando potenziate un comportamento, rinforzatelo frequentemente. Inizialmente può essere necessario rinforzare il comportamento ogni volta che si verifica, per aumentarne la forza. Una volta consolidatosi ( p.e. si verifica in modo affidabile e coerente), il comportamento bersaglio può di solito essere mantenuto con un programma intermittente di rinforzo.

31 Regole per il rinforzo Accoppiate rinforzi secondari con rinforzi primari. Ricordate che l’ultimo comportamento esibito prima di ricevere il rinforzo è quello suscettibile a essere incrementato. Per esempio, uno studente risponde correttamente, e mentre gli state somministrando un rinforzo alimentare, improvvisamente sbatte le mani. Il comportamento di sbattere le mani è il comportamento che è stato rinforzato. In questo caso, è meglio soprassedere al rinforzo e aspettare una prestazione migliore.

32 Dalla Valutazione Funzionale alla programmazione dell’Intervento

33 piano di trattamento Intervento comportamentale
Il piano di trattamento deve insegnare un comportamento alternativo, più funzionale alla comunicazione, per sostituire il comportamento disadattivo.

34 piano di trattamento Intervento comportamentale
Il piano di trattamento deve prevedere l’uso di procedure differenziate di rinforzo per incrementare comportamenti incompatibili con il comportamento disadattivo.

35 piano di trattamento Intervento comportamentale
Delle procedure di controllo coerenti non devono essere più restrittive del necessario, devono avere una provata efficacia, e devono essere socialmente valide.

36 Dalla valutazione all’intervento Gravi problemi di comportamento
Severe Challenging Behavior Gravi problemi di comportamento Mantenuto da: Apprendimento Di routines sociali Rinforzo positivo Ottenere oggetto Conseguenze Sensoriali Rinf. Sensoriale Conseguenze Sensoriali: Riduzione Arousal Fattori Organici Rinforzo Negativo: Fuga Rinforzo positivo Att Sociale Piano di Trattamento Piano di Trattamento Piano di Trattamento Piano di Trattamento Piano di Trattamento Piano di Trattamento Piano di Trattamento

37 Attesa contingente /accesso contingente
Se il comportamento problematico è mantenuto da: Rinforzo Positivo (attenzione sociale o rinforzi materiali) Ignorare programmato Attesa contingente /accesso contingente Time out (allontanamento) (dagli stimoli rinforzanti) Rinforzo Differenziato di comportamenti alternativi funzionalmente equivalenti Rinforzo Differenziato di alternative comunicative (Insegnamento della Comunicazione Funzionale)

38 Lavorare attraverso il compito (estinzione)
Se il comportamento problematico è mantenuto da: Fuga/Evitamento delle Richieste Lavorare attraverso il compito (estinzione) Arricchire l’ambiente di lavoro con rinforzi Presentare il compito con modalità alternative Stessa richiesta con rinforzo Ridurre le difficoltà del compito (semplificarlo) Dare rinforzi più potenti

39 Se il comportamento problematico è mantenuto da: Perdita di Rinforzo
Programmare un accesso frequente, prevedibile al rinforzo nell’arco della giornata Insegnare ad “aspettare” il rinforzo La transizione dalla perdita di rinforzo al ri- accesso al rinforzo è considerazione critica dell’insegnamento

40 Attenuare le conseguenze sensoriali
Se il comportamento problematico è mantenuto da: Conseguenze Sensoriali Attenuare le conseguenze sensoriali Sostituire con un rinforzo più appropriato funzionalmente compatibile Permettere di guadagnarsi il rinforzo sensoriale

41 Validità Sociale il grado al quale gli interventi comportamentali producono risultati socialmente e clinicamente validi Validità sociale delle finalità del trattamento dei comportamenti bersaglio prescelti Validità sociale delle procedure d’intervento Validità sociale dei risultati del trattamento, compresi gli effetti collaterali positivi e negativi a lungo termine

42 Valutazione dei comportamenti
FAST = (Functional Analysis Screening Tool) Strumento d'Indagine per l'Analisi Funzionale (ESERCITAZIONE IN GRUPPI)


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