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Pierangelo Zarbo Esami di Stato del primo ciclo d’istruzione

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Presentazione sul tema: "Pierangelo Zarbo Esami di Stato del primo ciclo d’istruzione"— Transcript della presentazione:

1 Pierangelo Zarbo Esami di Stato del primo ciclo d’istruzione
A.S. 2008/2009 S.M.S. “A. Mendola” Favara, Agrigento Menu

2 Menu 2 Geografia Storia Arte Inglese Francese Musica Letteratura
Tecnica Scienze Corpo movimento sport Indice

3 Giappone 3 Il paese è completamente insulare. Si estende per 2000 km dal 45° al 30° parallelo nord, proprio lungo la cintura di fuoco del Pacifico. Questa estensione in latitudine dà al paese grande varietà di climi: il Nord ha inverni rigidi, ma anche più a sud l’inverno può essere nevoso. Il versante occidentale è più freddo perché esposto ai venti siberiani. Il territorio è per tre quarti montagnoso, e il rilievi seguono tutta la lunghezza dell’arcipelago. Molti di essi sono vulcani, e più di 50 sono ancora attivi. Menu

4 Giappone 4 Le quattro isole maggiori Il paese più occidentale dell’est
Dipendenza totale dal mare Le città Sui mercati del globo Dopo la crescita,una crisi? Menu

5 Il paese più occidentale dell’est
5 Il Giappone è salito tra il secondo e il terzo posto tre le potenze industriali del mondo, pur partendo da posizioni svantaggiate: Era stato sconfitto nella II Guerra Mondiale, colpito da due bombe atomiche Ha un popolazione immensa, quasi il doppio della nostra È quasi privo di materie prime Ha una lingua di antica origine, dalla grafia difficile, che richiede molta applicazione Il prodigio si deve all’impegno dei Giapponesi nello studio e nel lavoro come dovere patriottico e morale. Altro motore di progresso è stato il livello d’istruzione, non vi sono analfabeti e il 18% degli abitanti ha una laurea. Le tirature giornaliere dei tre maggiori quotidiani superano i 10 milioni di copie ciascuna. Il paese è chiamato anche Sol levante, poiché in Giappone sorge. I Giapponesi assorbono, ogni novità tecnica e scientifica, ma questa loro “apertura al nuovo” resta al livello della tecnica: mantengono la loro religione, lo Shintoismo, basato sull’amore per la natura e sul ricordo degli antenati, conservano le feste tradizionali e la venerazione per l’imperatore che riassume in sé la patria. Nelle statistiche vediamo che si dichiarano shintoisti al 93%, ma il 70% dice di essere anche buddhista. Menu Ritorna

6 Le quattro isole maggiori
6 Le isole giapponesi sono circa 3400, ma gran parte del territorio nazionale è composto da quattro isole: Hokkaido, è la seconda per superficie ma la minore di densità di popolazione . Ha miniere di carbone industrie. Vi vivono Ainu che hanno caratteristiche della razza bianca fuse con quelle dei mongoli. Uno stretto divide Hokkaido dall’isola russa Sachalin, che completa a nord lo sbarramento insulare Honsu è la più estesa. La sua superficie è il 62% di tutto il paese. A ovest troviamo la capitale Tokyo e la città del paese, Yokohama. In vista della costa s’innalza, il monte più alto, il Fuji. Nel meridione dell’isola si trova il lago più grande, Biwa Shinkoku, la minore tra le quattro, fra la sua costa e quella di Honsu chiude il Mare Interno, poco profondo e molto inquinato. Kyushu è la più meridionale delle quattro. È collegata a Honsu da una galleria sottomarina stradale e ferroviaria. Menu Ritorna

7 Dipendenza totale dal mare
7 Fin all’epoca moderna, il Paese fu stretto con un sistema simile al feudalesimo europeo: i feudatari governano le loro posizioni di territorio assistiti dagli uomini d’arme, cioè i samurai, e su tutti stavano il “reggente” o shogun e l’imperatore, considerato di origine divina. Il Giappone ebbe molte lotte interne, fra i nobili, lo shogun e l’autorità imperiale. Nel 1853, una flotta americana costrinse il Giappone ad aprire i suoi pori al commercio. Il Giappone si lanciò allora a copiare la tecnica occidentale. S’ingrandì con guerre condotte con armi moderne e poi fu sconfitto nella II Guerra Mondiale. Con lo stesso impegno, negli ultimi 50 anni ha conquistato i mercati di tutto il globo con i suoi prodotti. La vita e l’economia del paese sono molto legati al mare, la pesca è da primato mondiale. Il paese ha km di coste. Ogni Giapponese consuma dieci volte più pesce di un italiano e preferisce mangiarlo crudo. L’acquacoltura è molto diffusa e viene ancora praticata la caccia alle balene. Alcune qualità di alghe sono raccolte per uso commestibile. Sulle coste delle isole meridionali si pratica la “coltivazione” delle perle. La bevanda nazionale è il tè . La tradizionale produzione della seta è in calo perché richiede molta manodopera. Menu Ritorna

8 Sui mercati del globo 8 Menu Ritorna
Il Giappone ricava dal suolo vari minerali; solo il carbone è abbondate. Prima della II guerra mondiale otteneva materie prime dai possedimenti che aveva nel continente: importa la quasi totalità del petrolio, enormi quantità di minerali grezzi e prodotti agricoli per 50 miliardi di dollari. Fra le 100 banche più ricche del mondo, un terzo sono Giapponesi. Grandi gruppi finanziari e industriale agiscono in ogni continente sia per acquistare materie prime si per esportare. La produzione di energia elettrica dipende per il 10% da fonti idroelettriche. Lo sviluppo industriale cominciò con l’industria pesante: siderurgia, chimica e cantieri navali da cui escono la metà delle costruzioni mondiali di navi e le superpetroliere da tonnellate di stazza. Dal decennio , l’industria si è dedicata alle produzioni ad alta tecnologia, e quindi più redditizie. Produce l’anno 8 milioni di autoveicoli, 2 di motociclette, 20 di videoregistratori, 12 di condizionatori d’aria, 12 di videocamere e 450 milioni di orologi, macchine fotografiche computer e fotocopiatrici, e persino pianoforti e chitarre. Si può dire solo che gli strumenti ottici , dalle macchine fotografiche ai binocoli, che usano le famose lenti Osaka, sono prodotti con materie prime nazionali. Il Giappone è quindi, un Paese di trasformazione industriale. Menu Ritorna

9 Dopo la crescita, una crisi
9 La crescita è dovuta anche ad alcune condizioni sociale particolari: per i primi 40 anni del dopoguerra, gli industriali hanno goduto di una “pace speciale”. Ora però le aziende conoscono la crisi e i mutamenti del mercato mondiale, i lavoratori prendono conoscenza dei propri diritti e imparano a spendere, andando come turisti in tutto il mondo. Grazie alle forti esportazioni, la bilancia dei pagamenti è stata a lungo in attivo, quindi il Paese ha accumulato varie valute estere. La prosperità ha fatto salire il valore della moneta giapponese e calare le altre. Nel , una grave crisi finanziaria ha colpito i Paesi asiatici e le banche hanno ridotto i prestiti alle imprese e i disoccupati sono aumentati del 5,3%. Tuttavia, importanti somme sono impiegate all’estero, i prestiti ad altre nazioni o per acquistare imprese industriali e commerciali. La Cina è anche un concorrente con manodopera a basso costo, e il Giappone ha visto crescere ancora di più la disoccupazione. In Giappone avviato un progetto per trasferire nelle campagne i giovani disoccupati. L'obiettivo non e' solo trovare un lavoro alternativo ma incoraggiare l'agricoltura. Menu Ritorna

10 Le città 10 Un grave problema è l’urbanizzazione: 100 milioni di Giapponesi abitano nelle città Le conurbazioni a livello di megalopoli sono due: Tokyo-Kawasaki-Yokohama con 30 milioni di abitanti e Osaka-Kobe-Kyoto con 12. Tokyo, la capitale, fu distrutta da un terremoto nel 1923 e di nuovo dai bombardamenti della II guerra mondiale. Ha 105 università, 400km di metropolitana, 50 stazioni ferroviarie, grattacieli di acciaio e vetro. Yokohama, a 30 km da Tokyo, è grande città industriale e l’avamporto della capitale, grazie ai suoi fondali prodotti. Tra le due metropoli si trova la città intermedia, Kawasaki, sede di numerose industrie meccaniche. Osaka, terza città del paese, ha come porto principale la vicina Kobe; sullo stesso asse; Kyoto è l’antica capitale, grande centro turistico famoso per i suoi templi e monumenti, non toccata dai bombardamenti. Son0 state invece completamente ricostruite dopo la guerra le città Hiroshima e Nagasaki che furono completamente distrutte da due bombe atomiche nell’agosto del 1945. L’urbanesimo così concentrato pone il problema dell’alto inquinamento dell’aria e delle acque, dello smaltimento dei rifiuti ecc. le costruzioni verso l’alto, i grattacieli sedi delle grandi industrie, e quelle in lunghezza come i ponti e gallerie devono fare i conti con la sismicità dei terreni e usare quindi materiali e tecniche di costruzioni particolari. Nel settore dei servizi, i Giapponesi hanno sviluppato linee ferroviarie superveloci e ampie reti metropolitane. Menu Ritorna

11 La II Guerra Mondiale 11 Verso la guerra La prima fase del conflitto
La seconda fase del conflitto La caduta di Mussolini e l’armistizio Menu

12 Verso la guerra 12 Menu Ritorna
Alle origini del conflitto Le origini della Seconda Guerra Mondiale vanno cercate in primo luogo nell’assetto dato all’Europa dai trattati di pace stipulati alla fine del primo conflitto mondiale. Le dure condizioni imposte dalla Germania, la debolezza della Società delle Nazioni incapace di far rispettare le clausole dei trattati, favorirono il diffondersi in Germania di un forte spirito di rivalsa, che permise ad Hitler di formulare e attuare un ardito piano espansionistico, al fine di costituire una grande Germania. A tele scopo Hitler aveva provveduto a riarmare l’esercito, dotandolo di un potente e moderno arsenale bellico. La crescita della Germania rappresentava per gran parte dell’opinione pubblica europea una difesa contro il Socialismo rivoluzionario guidato dall’URSS. Nel marzo 1938, il dittatore tedesco iniziò la sua politica di espansione con l’annessione dell’Austria, sancita da un plebiscito I paesi europei percorsero la via diplomatica e nella Conferenza di Monaco fra i capi di governo francese, britannico, tedesco e italiano venne di fatto riconosciuta la possibilità di espandersi verso l’est europeo. Il 15 marzo 1939, le truppe tedesche invasero la Cecoslovacchia. L’alleanza con l’Italia e il patto con l’URSS Prima di proseguire la sua politica di espansione europea, Hitler si assicurò la neutralità dell’Unione Sovietica con la firma di un patto di non aggressione. Tale patto era accompagnato da un protocollo segreto che prevedeva la spartizione della Polonia e dei Paesi baltici tra Germania e URSS. Nel maggio dello stesso anno, Hitler aveva stipulato un’alleanza militare con l’Italia, nota come Patto d’acciaio. L’invasione della Polonia e lo scoppio della guerra Francia e Gran Bretagna compresero che la via diplomatica e la politica della concessioni bon bastavano più ad arrestare le mire espansionistiche di Hitler. Quando il primo settembre 1939, senza alcuna dichiarazione di guerra l’esercito tedesco invase la Polonia, le due potenze europee dichiararono Guerra alla Germania: era l’inizio della seconda guerra mondiale. Nel giro di poche settimane la Polonia fu conquistata, senza che gli stati alleati potessero imbastire operazioni militari ed ostacolare l’avanzata tedesca. Intanto l’URSS procedeva ad occupare le regioni orientali polacche, come era stato pattuito, deportando migliaia di Polacchi ed eliminando ufficiali. Menu Ritorna

13 La prima fase del conflitto
13 La conquista nazista dell’Europa Nei primi mesi del conflitto la poderosa macchina da guerra tedesca portò a termine l’occupazione di un’ampia parte dell’Europa. L’esercito tedesco adottò la tattica della guerra-lampo, con l’azione simultanea delle forze corazzate, dall’aviazione e dalla fanteria. Dopo la Polonia furono invase, la Danimarca e la Norvegia, dove vennero insediati governi “collaborazionisti” cioè fedeli alle direttive degli invasori. Poi toccò alla Francia. Essa aveva costruito un possente sistema di fortificazioni al confine con la Germania, ma i Tedeschi, violando la neutralità di Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, penetrarono a nord e l’invasero. Il 14 giugno 1940 entravano a Parigi. Mentre i capi di stato del governo e dell’esercito sceglievano la via dell’esilio per organizzare la resistenza contro l’invasore, il vecchio maresciallo Philippe Pétain si piegava a collaborare con i Nazisti. La Francia fu divisa in due: il nord fu occupato e amministrato direttamente dai Tedeschi, il Sud fu organizzato sotto il governo collaborazionista di Pétain con sede a Vichy. L’intervento dell’Italia Nonostante fosse legata alla Germania dal Patto d’acciaio, l’Italia, inizialmente, non era entrata in guerra, dichiarando la non belligeranza. La scelta di Mussolini era dettata da vari fattori: l’impreparazione dell’esercito, l’opposizione della guerra da parte della Chiesa, del re e di numerosi gerarchi fascisti ostili ai Tedeschi, l’insofferenza verso Hitler che agiva senza consultare l’alleato italiano. Ma, di fronte alle incalzanti e rapide vittorie tedesche, Mussolini si convinse che la guerra sarebbe finita presto e sarebbe stato vantaggioso sedersi al tavolo dei vincitori. Fu così che il 10 giugno 1940 l’Italia entrò in guerra dichiarando guerra alla Gran Bretagna e alla Francia. Le operazioni dell’esercito italiano registrarono vistosi insuccessi. Nell’estate del 1940 le truppe inglesi sconfissero ripetutamente quelle italiane in Africa Settentrionale, costringendo i tedeschi a intervenire per riconquistare le posizioni perdute. La stessa cosa accadde nell’ottobre dello stesso anno, quando Mussolini decise di invadere la Grecia. Le conseguenze di tali insuccessi furono la progressiva subordinazione dell’Italia nei confronti della Germania e la crescita den dissenso interno. Menu Ritorna

14 La prima fase del conflitto
14 L’attacco alla Gran Bretagna Sconfitta la Francia, l’unico stato europeo rimasto in grado di fronteggiare l’avanzata tedesca era la Gran Bretagna. Alla guida del governo era Winston Churchill, che trasmise alla popolazione la volontà di resistere ad ogni costo ai Nazisti. Nell’estate del 1940 Hitler lanciò l’operazione “Leone marino” finalizzata all’invasione dell’isola. La volontà tedesca di assicurarsi il dominio dell’aria scatenò la cosiddetta battaglia d’Inghilterra. Per mesi e mesi la Gran Bretagna subì violenti bombardamenti della luwftwaffe che rasero al suolo intere città. Ma il Paese seppe resistere, grazie alle capacità dei piloti e dei mezzi della RAF e all’uso dei Radar che segnalavano in anticipo l’arrivo degli aerei nemici. Hitler dovette desistere dal suo progetto di invadere la Gran Bretagna: era la prima battuta d’arresto subita dalla macchina bellica tedesca. Del resto, la Gran Bretagna poté contare sull’appoggio indiretto degli Stati Uniti, che, dopo la rielezione di F.D.Roosvelt, si erano impegnati a concedere prestiti e aiuti ai Paesi in lotta contro il Nazismo. 1941: la guerra diventa mondiale Nel settembre 1940 Germania, Italia e Giappone avevano stipulato il Patto Tripartito, che prevedeva, a guerra finita, la suddivisione del mondo in tre aree: l’Europa continentale sotto l’egemonia della Germania, il mediterraneo all’Italia, l’Asia orientale al Giappone. Proseguendo il programma di conquista globale, Hitler pianificò l’ attacco all’URSS, avviando l’operazione “Barbarossa”. Il 22 giugno 1941, senza alcuna dichiarazione di guerra e senza denunciare il patto di non aggressione, i tedeschi avviarono la più grande operazione militare della storia penetrando in profondità del territorio russo e travolgendo le difese sovietiche. Gli ordini di Hitler erano categorici: distruggere la città e sterminare la popolazione. L’obbiettivo sembrava facilmente raggiungibile: l’esercito sovietico appariva indebolito anche dalle epurazioni che Stalin, nel timore di essere cacciato dal potere, aveva compiuto, tra gli altri ufficiali delle proprie armate. In pochi mesi l’esercito tedesco occupò i Paesi Baltici, l’Ucraina e la Crimea, spingendosi fino a Leningrado e a pochi chilometri da Mosca. Alla spedizione partecipò anche un contingente italiano. Dopo un iniziale sbandamento, l’esercito sovietico si organizzò e la stessa popolazione civile organizzò bande partigiane per ostacolare l’avanzata tedesca. I Russi potevano contare sul terribile inverno, oltre che sulla vastità del territorio. L’Inverno, infatti, mise in difficoltà le truppe tedesche che dovettero sospendere l’avanzata, limitandosi a porre l’assedio alle grandi città, intorno alle quali si concentrò la resistenza sovietica: Mosca, Smolensk, Leningrado e Stalingrado. Menu Ritorna

15 La prima fase del conflitto
15 L’intervento degli Stati Uniti Intanto si apriva un novo fronte di guerra nell’Oceano Pacifico. Qui il Giappone si era lanciato in una massiccia campagna espansionistica nel Sud-Est asiatico. In seguito all’invasione dell’Indocina francese, gli Stati Uniti sospesero le forniture di petrolio verso il Giappone, il 17 dicembre 1941 gli aerei nipponici attaccarono e distrussero la flotta statunitense della base di Pearl Harbour, nelle isole Hawaii. Il giorno successivo, gli Stati Uniti dichiaravano guerra al Giappone e quindi a Germania e Italia. Con l’ingresso degli Stati Uniti la guerra assunse una dimensione mondiale e i rapporti di forza tra gli Alleati e il Patto Tripartito mutarono decimante a favore dei primi. Menu Ritorna

16 La seconda fase del conflitto
16 La controffensiva degli Alleati Tra il 1942 e il 1943 vi fu una svolta nell’andamento della guerra, le potenze del Patto Tripartito, subirono sconfitte decisive. La Germania si trovò in difficoltà sul fronte russo. in particolare le fu fatale l’assedio in Stalingrado, la cui strenua resistenza divenne il simbolo della lotta di liberazione di un intero popolo. L’esercito tedesco, che doveva affrontare per il secondo anno consecutivo il terribile inverno russo, venne stretto tra gli attacchi dell’Armata Rossa e i Partigiani che ostacolavano o impedivano i rifornimenti delle truppe. Proprio a Stalingrado partì a novembre la controffensiva russa. I tedeschi furono annientati in gran parte e costretti a ritirarsi e arrendersi nel Nel dicembre del 1942, anche le truppe italiane dell’ARMIR schierate sul fiume Don, dovettero iniziare la ritirata. Nel corso del 1943 gli Alleati decisero di fiaccare la Germania e anche l’Italia con ripetuti e pesanti bombardamenti. I bombardieri americani e inglesi colpirono pesantemente per due anni città e centri industriali. In Italia furono bombardate città industriali e portuali. Nell’estate 1943, per indurre l’Italia a ritirarsi dal conflitto, fu colpita anche Roma, suscitando una forte emozione in tutto il Paese. Nella primavera del 1943 gli alleati conquistarono il fronte nordafricano, dopo aver inflitto una sconfitta decisiva alle truppe italo-tedesche. Con il controllo del Nordafrica gli Alleati poterono disporre di una testa di ponte per effettuare lo sbarco in Sicilia, compiuto nel luglio 1943, che portò alla caduta di Mussolini e alla successiva firma dell’armistizio da parte dell’Italia. Sul fronte del Pacifico fu fermata l’espansione del Giappone, che subì ripetute sconfitte da parte degli Stati Uniti. Nell’ultima parte del conflitto i Giapponesi impiegarono squadriglie di kamikaze che si lanciavano in picchiata sugli obbiettivi nemici a bordo di aerei carichi di esplosivo. Menu Ritorna

17 La seconda fase del conflitto
17 L’Europa occupata dai Nazisti Al momento della massima espansione i Nazisti dominavano direttamente o indirettamente gran parte dell’Europa continentale. Accanto ai territori soggetti alla Germania o posti sotto il suo protettorato, esistevano i Paesi occupati e amministrati dai Tedeschi e i Paesi satelliti, cioè Stati nei quali si erano instaurati dei governi che appoggiavano i Nazisti. Nei territori occupati l’amministrazione era affidata a comandanti militari nominati direttamente da Hitler. Conformemente alle teorie naziste, i Tedeschi attuarono il dominio e lo sfruttamento dei territori occupati al fine di soddisfare le esigenze del “popolo superiore”. Condotto in modo sistematico, lo sfruttamento economico di tali territori, considerati vere e proprie colonie, riguardò soprattutto le industrie, che vennero poste sotto il controllo tedesco, in alcuni casi i macchinari vennero persino smontati e trasferiti in Germania; migliaia di lavoratori furono deportati forzatamente e costretti a lavorare negli stabilimenti tedeschi. Il regime di terrore Le forze di occupazione, appoggiate dalla Gestapo, istaurarono un regime di terrore, caratterizzato da dure forme di repressione, fucilazioni di massa, torture e massacri indiscriminati della popolazione civile. Milioni di persone, che si opponevano al regime o appartenevano a “razze inferiori”, vennero eliminate o divennero vittime di un duro sfruttamento: furono deportate per essere costrette ai lavori forzati, usate come cavie umane in folli esperimenti pseudoscientifici o assassinate nelle camere a gas. I lager e il genocidio ebraico I campi di concentramento e di sterminio nazisti, i cosiddetti lager, rappresentano uno dei capitoli più drammatici della storia dell’umanità. In questi luoghi, si consumò uno spaventoso genocidio e vennero commesse le più crudeli atrocità. Menu Ritorna

18 La seconda fase del conflitto
18 Le fabbriche della morte per annientare il “nemico” I Lager facevano parte della strategia nazista in quanto mezzo per attuare l’annientamento di tutti coloro che venivano definiti “nemici assoluti”. L’annientamento prevedeva la distruzione dell’identità, della dignità e, infine, della vita. Si calcola che siano stati internati tra gli otto e i dieci milioni di persone, soprattutto Ebrei ma anche oppositori politici, zingari, criminali, sia tedeschi che deportarti dai Paesi occupati. Nei lager i prigionieri erano suddivisi in categorie, contrassegnate da triangoli colorati, secondo una precisa gerarchia. Alla base, sul gradino più basso, stavano gli ebrei soggetto di ogni tipo di violenza; seguivano gli zingari, gli omosessuali, gli asociali, i prigionieri politici, i sacerdoti e i testimoni di Geova e, infine, sul gradino più alto i criminali, ai quali venivano affidati compiti di sorveglianza su tutti gli altri detenuti, vittime delle loro brutalità. Menu Ritorna

19 La seconda fase del conflitto
19 La “soluzione finale” Gli ebrei costituivano il “nemico”per eccellenza da annientare. Hitler decise allora di attuare la “soluzione finale” che prevedeva lo sterminio di massa di tutti gli ebrei d’Europa. L’organizzazione della deportazione e dello sterminio fu diretta da Himmler, capo delle SS. Quelli di Aushwits-Birkenau è solo uno dei più famigerati tra il lager in cui avvenne lo sterminio degli Ebrei. La soluzione finale venne messe in atto con fredda determinazione e spietata efficienza. Nelle città controllate dal Terzo Reich vennero costituiti dei nuovi Ghetti, dove furono ammassati i cittadini ebrei in attesa della deportazione nei lager. I loro beni furono incamerati dall’esercito tedesco; nelle loro case si insediarono gli ufficiali tedeschi. L’orrore della Shoa I deportati venivano spogliati di tutti i loro averi personali. Traspostati verso i lager su carri bestiame in condizioni disumani una volta giunti a destinazione i prigionieri venivano distinti tra coloro che erano in grado di lavorare e quelli che erano destinati subito alla eliminazione. I primi venivano costretti a lavorare ai limiti delle forze umane. Altri perirono in seguito gli orrendi esperimenti medici cui furono sottoposti nei lager o nelle fabbriche chimiche e farmaceutiche tedesche. L’eliminazione fisica dei prigionieri avveniva inizialmente con l’utilizzo delle armi da fuoco, ma poiché tale sistema risultava lento ed anti economico, vennero sperimentati sistemi di annientamento più “efficaci”, come l’utilizzo dei gas di scarico dei mezzi di trasporto. Nei campi di Auschwitz vennero costruite le camere a gas più grandi e perfezionate, camuffate da docce o sale di disinfestazione, in grado di eliminare persone al giorno; in questi lager venne fatta affluire la maggior parte dei deportati. Dopo essere stati uccisi con il gas, i corpi venivano bruciati nei forni crematori. Solo alla fine della guerra, il mondo intero prese coscienza di questa atroce realtà, nonostante i Nazisti cercarono di cancellare ogni prova. A testimoniare l’immane tragedia chiamata Shoah rimasero in pochissimi . Menu Ritorna

20 La seconda fase del conflitto
20 La resistenza in Europa I Nazisti dovettero affrontare i movimenti di liberazione armati. Gli appartenenti a questi gruppi, detti partigiani, provenivano da ogni ceto sociale. Guerre di liberazione e guerre civili La lotta di liberazione, nota come Resistenza, si manifestò in forme diverse nei Paesi occupati o controllati dai Nazisti ed influì profondamente sugli assetti politici del dopoguerra. Se in alcuni Paesi la Resistenza si limitò alla lotta contro i Nazisti, in altri assunse anche i caratteri di una guerra civile, tra opposte frazioni. Particolarmente sanguinosa fu la Resistenza in Jugoslavia dove si era formato uno stato croato filonazista guidato dal nazionalista Ante Pavelič e la lotta contro gli occupanti Italo-Tedeschi si accompagnò alla rivalità tra partigiani e comunisti. Nella guerra civile rimasero come vittime gli italiani residenti in Istria. La vittoria degli alleati L’estate del 1944 fu decisiva per le sorti del conflitto. Il 6 giugno 1944, passato alla storia come D-day, fu effettuato lo sbarco sulle coste francesi della Normandia. La gigantesca operazione consentì agli alleati l’apertura di un nuovo fronte in Europa. A settembre vi fu un altro sbarco in Provenza da parte di truppe prevalentemente francesi. Parigi insorse contro i Nazisti. A settembre tutta la Francia e il Belgio erano liberi. Nei mesi successivi le truppe anglo-americane si spinsero nel cuore della Germania nazista. Anche i Russi, dopo aver liberato il loro territorio e i Paesi Baltici, raggiunsero la Polonia, quindi avanzarono in Romania, Ungheria, Jugoslavia. L’avanzata dell’Armata Rossa proseguì sino alla conquista di Berlino che sarebbe giunta nell’aprile-maggio del La resa della Germania L’avanzata della truppe anglo-americane da ovest e dell’Armata Rossa da est convinse l’opposizione interna alla Germania che ormai la guerra era persa e che era necessario evitare l’estrema rovina. Già nel luglio 1944 un gruppo di ufficiali tedeschi progettò un attentato a Hitler, che tuttavia fallì. Nel febbraio 1945 i capi di stato di USA e Gran Bretagna delineavano nella Conferenza di Yalta i futuri assetti dell’Europa liberata dal Nazismo. Mentre l’Italia veniva liberata con l’aiuto dei partigiani, alla fine di aprile gli Anglo-americani e i Russi sfondarono le difese tedesche e si congiunsero sul fiume Elba. Il 30 aprile 1945, Hitler, rinchiuso nel Bunker sotto la Cancelleria, si toglieva la vita, insieme alla sua compagna Eva Braun e ad alcuni ufficiali tedeschi. Nei primi giorni di maggio, la Germania firmava la resa incondizionata: era l’atto finale della Seconda Guerra Mondiale in Europa Menu Ritorna

21 La seconda fase del conflitto
21 La bomba atomica e la resa del Giappone Sul fronte del Pacifico restava in armi ancora il Giappone, anche se le sue sorti erano ormai decise. Agli inizi del 1945 il Giappone era allo stremo, ma il nuovo presidente degli Stati Uniti Harry Truman, anche per dimostrare al mondo la supremazia militare americana, decise di usare una nuova arma messa a punto da poco dai collaboratori statunitensi, la bomba atomica. Il 6 agosto Hiroshima e il 9 agosto Nagasaki furono incenerite in pochi secondi. Decine di migliaia di persone morirono al momento dell’esplosione, incalcolabile fu il numero di quelli che perirono nei giorni, nei mesi, negli anni successivi, a causa delle radiazioni disperse dall’esplosione atomica. Il 14 agosto l’imperatore Hiroito annunciava la resa incondizionata del Giappone, firmata il 2 settembre 1945, ponendo fine al più vasto e devastante conflitto della storia. Menu Ritorna

22 La caduta di Mussolini e l’armistizio
22 In Italia l’incubo dei bombardamenti alleati, le difficoltà economiche minavano profondamente il consenso verso il regime fascista. Mussolini era ritenuto responsabile di questa situazione anche da larga parte del suo stesso partito. Nella primavera del 1943 il malcontento si espresse in una lunga serie di scioperi, che interessavano le maggiori fabbriche del Nord. Le motivazioni economiche si intrecciarono all’insofferenza politica. Il colpo definitivo venne dalla decisione degli Alleati di colpire la Germania attaccando l’alleato più debole: il 9 luglio 1943 le truppe anglo-americane sbarcarono in Sicilia, da dove iniziarono la risalita verso Nord,intensificando i bombardamenti sulle città italiane. Il 25 luglio, il Gran Consiglio del Fascismo votò a maggioranza un ordine del giorno che dichiarava in sostanza la sfiducia a Mussolini. Quando il duce andò dal re, fu invitato a rassegnare le dimissioni e quindi arrestato dai carabinieri e poi condotto in una località segreta sul Gran Sasso. Il re nominò un nuovo governo presieduto dal maresciallo Pietro Badoglio, decretando con ciò la fine del regime fascista. Badoglio avviò trattative segrete con gli Anglo-americani e il 3 settembre 1943 a Cassibile, in Sicilia, l’Italia firmò l’armistizio con gli alleati, che venne reso pubblico l’8 settembre. Menu Ritorna

23 La pittura realista e figurativa in Italia
23 I pittori realisti propugnano un’arte di aperto contenuto politico e sociale, facilmente comprensibile dalla gente. Gli artisti intendo cogliere l’ereditarietà ideale del Realismo Ottocentesco utilizzandolo, però,con la scomposizione delle forme. Renato Guttuso che aveva vissuto a Roma agli inizi degli anni Quaranta, cioè durante il clima letterario e decadente, nel dopoguerra si orienta verso una narrazione figurativa più popolare, intesa come strumento di denuncia. Punto di riferimento sembra essere Guernica di Picasso, sia per la sua forza di opposizione che il dipinto esprime, sia per la sua grande valenza comunicativa. Durante la guerra dipinge La Crocifissione; quadro dai colori violenti, ma coerentemente accordati tra di loro. Il tavolo in primo piano, imprime un improvviso senso di moto all’intera composizione. L’affollarsi delle figure umane, schiacciate tra l’osservatore e il cupo paesaggio, dimostra come il Realismo di Guttuso sia tutt’altro che razionale, ma sia pervaso di ansia e di grande carica espressiva. La pittura di Renato Birolli è animata da un’evidente forza espressionistica e dal ricordo di Cézanne. Egli tende ad allontanarsi dalla rappresentazione figurativa, finché le immagini restano soltanto intuibili attraverso larghe macchie di colore intenso. Menu

24 La musica Rock 24 Il termine “rock” è una contraddizione di “Rock and roll” e indica tutta la musica dei giovani. Questa musica si è sviluppata a cominciare degli anni Cinquanta negli US e in Inghilterra. Il rock deriva dalla musica dei neri d’America e in particolare dal rhythm and blues(R&B), un jazz leggero, ballibile, con ritmo cadenzato e trascinante. Dal rhythm and blues è derivato il boogie-woogie, che a sua volta è l’antenato del rock and roll. La diffusione del rock fu agevolata dalle nuove tecniche di registrazione sui dischi in vinile. Negli anni Cinquanta e Sessanta furono i 45 giri al minuto a predominare, e su di essi venivano incise solo due canzoni: su un lato quella più importante e curata, sull’altra quella meno importante. I 45 giri americani arrivarono facilmente anche in Italia e i nostri cantanti erano soliti a riprendere le canzoni di maggior successo per farne delle versioni in italiano. Così ad esempio fece Adriano Celentano con stand by me, che incise con il titolo Pregherò. Il boogie-woogie era uno stile jazzistico, diffusosi intorno agli anni Trenta come derivazione pianistica del rhythm and blues. Il boogie-woogie preparò la strada al successo del Rock’n’roll Menu

25 La musica Rock 25 Menu Ritorna
Il rock’n’roll si diffuse in America, anche come ballo, agli inizi degli anni Cinquanta, ed è considerato la prima ed esclusiva espressione musicale del mondo giovanile. all’inizio il rock’n’roll fece scandalo perché: era un ballo sfrenato e scomposto; Derivava dalla musica jazz dei neri: Era la musica dei giovani trasgressivi, il più delle volte malvisti degli stessi genitori. Ma proprio grazie alla sua carica “rivoluzionaria” il rock’n’roll ebbe una diffusione inarrestabile. Menu Ritorna

26 Le racisme 26 Comment combattre? Pourquoi? Menu
Le racisme consiste à se méfier et même à mépriser des personnes ayant des caractéristiques physiques et culturelles différentes des nôtres. Le raciste a peur de celui qui ne lui ressemble pas. Il a tendance à se méfier de ce qui est nouveau. Le raciste exploit la peur, parfois réelle, des gens. Par exemple, il leur dit que les immigrés viennent en France pour prendre le travail des Français… Ce n’est pas vrai. Les immigrés font souvent les travaux que refusent les Français. Le raciste est celui qui, sous prétexte qu’il n’a pas la même couler de peau, ni la même langue, ni la même façon de faire la fête, se croit meilleur, disons supérieur, que celui qui est différent de lui. L’homme a des préjugés. Il juge les autres avant de les connaître. Il croit savoir d’avance ce qui ‘ils sont et ce qu’ils valent. Il se trompe. Sa peur provoque son agressivité, il se sent menacé et il attaque. Le raciste est agressif. Comment combattre? Pourquoi? Menu

27 Comme combattre le racisme?
27 D’ abord apprendre à respecter. Le respecte est essentiel. C’est savoir écouter. Avec la culture, on apprend à vivre ensemble; on apprend surtout que nous ne sommes pas seuls au monde, qu’il existe d’ autres peuples avec d’autres traditions, d’autres façons de vivre. Apprendre à se connaître, à se parler, à rire ensemble; essayer de partager ses plaisir, mais aussi ses peines. Le voyage peut être un bon moyen pour mieux connaître. C’est auprès d’un enfant qu’on peut intervenir pour corriger son comportement. Parce qu’un enfant ne naît pas avec le racisme dans la tête. L’école est faite pour leur apprendre que les hommes naissent et demeurent égaux en droits et différents, pour leur enseigner que la diversitè humaine est une richesse, pas un handicap. Menu Ritorna

28 Pourquoi 28 Pourquoi? Des garçons m’ont craché dessus. Des garçons m’ ont jeté des pierres Un garçon m’a pris des billes Une petite fille m’ appelle l’ Espagnol, et je suis Italien et j’ ai le cœr gros. Je parle mal le français et les autres rient Menu Ritorna

29 Martin Luther King 29 Menu
On August 28, 1963, the reverend Martin Luther King Jr. led a great peaceful march for civil rights to Washington, D.C.: there were about 250,000 people. It was the most famous “march of freedom”. There was no violent action, all were prayng and singing and listening to theyr leader. But was King? He was born in Atlanta,Georgia; in the southern part of USA in While he was a student at a seminary in Philadelphia, he became enthusiastic about the writings of Mahatma Ghandi. In 1954 he became the minister of a lent protest against racial descrimination: the mass boycott of the montgomery bus company. The protest originated from a serious episode of intolerance: on December 1, 1995 a black woman, Rosa Park, was arrested because she had taken a seat reserved for white people on a bus. King advocated passive resistance: he wanted to assert black rights but with peaceful means. Soon he became famous and fave a positive turning-point to the black freedom movement. King was arrested many times and his house was destroyed by a bomb. The terible Ku-Klux-Klan organized numerous punitive expeditions for the members of this pacific movement. Despite all these difficulties, after the great march in Washington and above all thanks to help of the American President Kennedy, finally in 1964 Congress passed the Civil rights act and in the same year King was awarded the Nobel Peace Prize. In 1965 Congress passed the “Voting Rights Act” trought wich the right to vote was extended to the blacks. In 1968 King started another battle. Now is goal was to secure better jobs snd living conditions, especially for the blacks who lived in ghettos. He went to Menphis to organize a new peaceful march. but, on April 4°, while he was stading on the balcony of his hotel room, an assansin’s bullet put an end to his you life. Menu

30 Il Neorealismo 30 In Italia, già verso la fine degli anni Trenta, comincia a manifestarsi in alcuni narratori un atteggiamento di insofferenza e di critica verso la chiusura intellettuale della società fascista contemporanea. Si sviluppa la concezione dell’abbandono della realtà, assunta dagli ermetici, e essi incominciano a proporre nuovi contenuti sociali attraverso un linguaggio più facile, accessibile ad un vasto pubblico. In particolare, gli intellettuali avvertono la necessità di farsi interpreti dei problemi e dei bisogni reali del popolo. In Italia, questa tendenza a una lettura “impegnata” sfocia nel movimento del Neorealismo, che trova la sua massima affermazione nel decennio dal 1945 al Il Neorealismo, così chiamato perché in parte si rifà al Verismo(detto Realismo) italiano dell’Ottocento, da luogo a una vasta produzione narrativa intesa a rappresentare la realtà in modo realistico sia nei suoi aspetti negativi che positivi. i temi più frequenti nelle opere neorealiste sono quelli legati alla guerra e al dopoguerra, un esempio sono le lotte partigiane e la miseria. La nuova visione viene trasmessa attraverso un linguaggio semplice e popolare che si avvicina al parlato delle singoli regioni. A metà del novecento il Neorealismo comincia a declinare perché viene a scontrarsi con una nuova realtà sociale caratterizzata dalla ripresa industriale, dalla corsa ai consumi e dal benessere personale. tra i più significativi scrittori di quel periodo abbiamo: Elio Vittorini, Primo Levi, e, anche se in modo del tutto personale Italo Calvino. Alberto Moravia Menu

31 Alberto Moravia 31 Alberto Moravia(Roma )negli anni Cinquanta si dimostra molto sensibile alla vita delle classi popolari e alla condizione degli emarginati. Alberto Moravia è stato uno scrittore italiano ed è stato considerato uno dei più importanti romanzieri italiani del XX secolo, ha esplorato nelle sue opere i temi dell'alienazione sociale e dell'esistenzialismo. Salì alla ribalta nel 1929 con il romanzo Gli indifferenti, e pubblicò nella sua lunga carriera più di trenta romanzi. I temi centrali dell'opera di Moravia sono l'aridità morale, l'ipocrisia della vita contemporanea, e la sostanziale incapacità degli uomini di raggiungere la felicità nei modi tradizionali. La sua scrittura è rinomata per lo stile semplice e austero, caratterizzato dall'uso di un vocabolario comune inserito in una sintassi elegante ed elaborata. Nella raccolta Racconti romani i protagonisti sono personaggi appartenenti al sottoproletariato o alla piccola borghesia di Roma, gente il più delle volte senz’arte né parte, capace solo di vivere di espedienti. Personaggi non proprio virtuosi, ma vivaci nelle loro avventure e disavventure. Moravia non giudica i suoi personaggi, non li condanna e del resto non li assolve, lascia al lettore un simile compito. Quindi possiamo dire che Moravia racconta oggettivamente. Menu

32 L’ energia 32 L’energia è alla base di tutte le attività umane ed essa indica una grandezza ben definita. Senza di essa la nostra vita cambierebbe radicalmente fino al punto di morire. L’energia di un corpo è la capacità che esso possiede di compiere un lavoro. L’energia è presente nei corpi sotto forme diverse e si manifesta producendo differenti effetti e fenomeni osservabili, come il movimento, la luce e il calore. Forme di energia: in base agli effetti che l’energia produce, se ne distinguono varie forme: Energia meccanica potenziale: l’energia potenziale o gravitazionale è quella posseduta dai corpi che si trovano a una certa altezza e possono cedere verso il basso, attratti appunto dalla forza di gravità. Energia meccanica cinetica: è quella energia che possiedono tutti i corpi capaci di spostarsi, ed è direttamente proporzionale alla loro massa e velocità. Energia chimica: essa è l’energia contenuta in determinate sostanze che hanno la possibilità di liberarla attraverso una reazione chimica(ad esempio la combustione). Energia termica: essa è il calore, l’energia che si può ottenere durante una combustione o per l’attrito fra due corpi in movimento. Energia radiante:essa è l’energia emanata dal sole sotto forma di onde capaci di propagarsi attraverso l’aria. Energia elettrica:essa è l’energia fornita dai generatori di corrente e prodotta per trasformazione di altre forme di energia. In natura si manifesta principalmente nei fulmini. Energia nucleare:essa è l’energia contenuta nel nucleo dell’atomo, che si libera in seguito alle reazioni nucleari di fissione e fusione. Questa forma di energia viene oggi utilizzata per produzione di elettricità. Menu

33 Classificazione delle fonti di energia
33 Le fonti di energia si possono classificare in fonti non rinnovabili e fonti rinnovabili. Le fonti non rinnovabili, sono così definite perché vengono consumate con tanta rapidità che è impossibile si ricostruiscano seguendo lentissimi processi naturali che le hanno prodotte attraverso i millenni. Appartengono a questo gruppo i combustibili fossili. Le fonti rinnovabili sono rappresentate dall’energia geotermica, solare e da tutte le fonti che indirettamente derivano da quest’ultima e sono praticamente inesauribili. Esse rappresentano un grande potenziale per l’uomo, in vista delle future esigenze di rifornimento energetico. Un’altra classificazione di base delle fonti di energia è quella in fonti primarie e fonti secondarie. Le primarie si trovano direttamente in natura ma in genere le fonti primarie non vengono utilizzate tali e quali dai consumatori finali, ma subiscono delle trasformazioni. Così, ad esempio, il petrolio viene raffinato e trasformato in molti altri prodotti come la benzina o il combustibile, che costituiscono appunto le fonti secondarie. Che cos è un lavoro? Si compie un lavoro tutte le volte che si utilizza una forza per spostare un oggetto. Che cos’è l’energia? L’energia di un corpo è la capacità che esso possiede di compiere lavoro. In fisica per stabilire quanta energia un certo corpo possiede si deve valutare quanto lavoro questo corpo è in grado di produrre. Che cos è la potenza? La potenza è il rapporto tra il lavoro compiuto e il tempo impiegato. L’unità di misura della potenza è il watt(W). 1 W= 1J/1s Nel sistema internazionale delle Unità di Misura, l’unità di misura del lavoro è il joule (J), esso è anche l’unità internazione anche dell’energia. Menu

34 Il sistema solare 34 I corpi del sistema solare Altri corpi celesti
Il sistema solare è costituito dal Sole e dai nove pianeti che gli ruotano intorno: Mercurio, Venere, Terra; Giove, Saturno, Urano, Nettuno, Marte e Plutone. I pianeti sono corpi celesti sferici, che non brillano di luce propria, ma vengono illuminati dal Sole. Intorno ad alcuni pianeti ruotano dei corpi celesti di minori dimensioni, i satelliti. Nel nostro sistema solare se ne conoscono 36. Il sistema solare comprende anche altri corpi celesti più piccoli come le comete, le meteore, gli asteroidi; questi ultimi sono localizzati in una fascia compresa tra l’orbita di Marte e quella di Giove. Non si conoscono con esattezza i limiti del sistema solare, ma si suppone che esso si estenda fino a circa 2 anni luce di distanza dalla stella più vicina, Proxima Centauri. Il confine noto del sistema solare è segnato dall’orbita dell’ultimo pianeta, Plutone, distante 6 milioni di miliardi di chilometri. I corpi del sistema solare Altri corpi celesti La terra e i suoi movimenti La Luna e i suoi movimenti Le eclissi I movimenti dei pianeti Il Sole Immagini Menu

35 Il sistema solare cometa Halley meteore asteroidi comete
35 Menu Ritorna

36 I corpi del sistema solare
36 I pianeti del sistema solare possono essere suddivisi in due gruppi: i pianeti interni o terrestri e i pianeti esterni o gioviani. I pianeti interni di minori dimensioni sono situati vicino al Sole e si chiamano anche terrestri perché sono simili alla terra per dimensione e costituzione. I pianeti esterni di grandi dimensioni, sono denominati anche gioviani per la loro somiglianza con Giove e, talora, proprio per le loro dimensioni, sono detti anche pianeti giganti. Sfugge a questa classificazione Plutone, sul quale non esistono ancora informazioni precise che possano avvicinarlo all’uno o all’altro gruppo. Le caratteristiche essenziale dei pianeti del sistema solare Per quanto riguarda la composizione, i pianeti interni sono costituiti per lo più da materiali rocciosi, nella parte esterna, e da materiali metallici, nel nucleo; i pianeti esterni, invece, sono costituiti da elementi leggeri, soprattutto idrogeno ed elio liquido. I pianeti interni hanno quindi una densità piuttosto elevata rispetto alla densità molto bassa di quelli esterni. Per quanto riguarda le dimensioni relative, la Terra è il pianeta più grande dei pianeti interni, ma il suo diametro è quattro volte più piccolo di Nettuno, il più piccolo tra i pianeti esterni. Il pianeta più grande di tutto il sistema solare è Giove; il più piccolo è Plutone. Tranne Mercurio e Venere tutti gli altri pianeti sono provvisti di satelliti: Saturno ne ha addirittura 17 principali, più altri minori. Marte Saturno Menu Ritorna

37 Marte Saturno 37 Menu Ritorna
È il quarto pianeta a partire dal sole e di notte appare nel cielo come un punto luminoso rosso simile a una stella. Osservandolo al telescopio, si possono notare due calotte polari formate in parte da ghiaccio e in parte da diossido di carbonio allo stato solido. L’atmosfera di Marte è molto sottile. Su Marte si trova il più grande vulcano esistente nel sistema solare: si tratta di un vulcano spento, chiamato Monte Olimpo, alto più di m, con un cratere di 700km di diametro. Le sonde aerospaziali hanno dimostrato che su di esso non vi è alcuna forma di vita. È anch’esso un pianeta gassoso; la sua massa circa 95 volte quella terrestre . Benché, sia, dopo Giove, il pianeta più grande del sistema solare, la sua densità è talmente bassa che potrebbe galleggiare nell’acqua. I l pianeta è circondato nella zona dell’equatore da numerosi anelli concentrici. Ha numerosi satelliti, almeno 21. Tra questi il più conosciuto è Titano. Menu Ritorna

38 Altri corpi celesti 38 Immagini Menu Ritorna
Le comete Le comete sono costituite da masse di gas congelati, mescolati con polvere cosmica e frammenti di materiale roccioso. Si ritiene che esse provengono da zone remote del nostro sistema solare, molto al di là di Plutone, dove sarebbe localizzata una nube formata da miliardi di protocomete. Le protocomete sono nuclei costituiti da particelle di gas e vapori congelati; quando una protocometa si avvicina al Sole, una parte del materiale ghiacciato di cui essa è costiuita evapora, dando origine a una nube gassosa, detta chioma, e alla coda. Una cometa risulta quindi formata da una testa, costituita, a sua volta, dal nucleo circondato dalla chioma, e da una co0da, che è sempre rivolta dalla parte opposta del Sole. Le comete ruotano intorno al Sole descrivendo orbite ellittiche molto allungate e possono essere visibili dalla terra a intervalli regolari. Una delle comete più famose è la cometa di Halley. L’astronomo inglese Edmund Halley, studiandone l’orbita, preannunciò la sua ricomparsa nel 1758 e ipotizzò che sarebbe ricomparsa ogni 76 anni circa. La previsione di Halley era esatta. La cometa è riapparsa l’ultima volta nel 1968 e si suppone che ricomparirà nel 2062: il suo giorno dura 243 giorni terrestri. Le meteore e i meteoriti Molti frammenti di materia cosmica si muovono liberamente nel sistema solare. Quando uno di questi frammenti si trova molto vicino alla Terra, viene attratto dalla forza di gravità terrestre ed entra nella nostra atmosfera con una velocità assai elevata. Se la particella è molto piccola si incendia per effetto dell’ attrito con l’atmosfera. Come conseguenza di questo fenomeno, si forma una meteora formando una scia luminosa, comunemente chiamata “stella cadente”. Alcune particelle sono tuttavia abbastanza grandi da riuscire ad attraversare nella atmosfera senza bruciare completamente e quindi raggiungono la superficie terrestre. Questi corpi sono i meteoriti, il cui impatto con la superficie provoca la formazione dei crateri simili a quelli della luna. Gli asteroidi Intorno al Sole ruotano anche dei piccoli corpi celesti, chiamati Asteroidi, che descrivono un’orbita compresa tra quella di Marte e quella di Giove. Gli asteroidi formano una fascia che divide i pianeti interni da quelli esterni. Alcuni asteroidi hanno abbandonato questa regione del sistema solare e attualmente si muovono in modo autonomo nello spazio. L’asteroide Idalgo è un esempio di asteroide e orbita vicino a Saturno. Sull’origine di questi piccoli corpi celesti sono state formulate diverse ipotesi. Alcuni scienziati ritengono che gli asteroidi sono dei resti di un pianeta esploso, mentre altri pensano che si tratti di materiale cosmico non riuscito ad aggregarsi al momento della formazione del sistema solare. Immagini Menu Ritorna

39 La terra e i suoi movimenti
39 La Terra è il più grande dei pianeti interni del sistema solare, il terzo in ordine di distanza dal sole, non risplende di luce propria ma è illuminata dal Sole, attorno al quale si muove insieme agli altri pianeti. La forma della Terra La forma del nostra pianeta è documentata dalle fotografie eseguite dalle navicelle spaziali, a diverse di centinaia di chilometri di distanza dalla sua superficie. La Terra non è perfettamente sferica, ma risulta leggermente schiacciata ai poli e rigonfia all’equatore, dove ha un raggio di 6378km. Questa deformazione del pianeta è dovuta alla forza centripeta che deriva dal moto di rotazione che il nostro pianeta compie intorno al proprio asse. Le misure della terra sono direttamente rilevate dai satelliti e sono assai vicine a quelle determinate indirettamente dagli scienziati dell’antichità. È stato dimostrato che il centro della luna e quello della terra ruotano intorno a un punto immaginario situato all’ interno del pianeta, a una distanza di 1700km dalla superficie terrestre, perciò, la Terra e la Luna vengono considerate un unico sistema che ruota intorno al Sole. La Terra e la Luna costituiscono quindi un unico sistema ruotante intorno a un comune baricentro. L’origine della Terra Anche il nostro pianeta ha avuto un’origine simile a quella degli altri pianeti del sistema solare. Dopo la sua formazione il pianeta fu sottoposto a riscaldamento, inizialmente determinato dalla caduta di numerosi meteoriti sulla superficie terrestre. È molto probabile che la Terra in quel periodo avesse un aspetto assai simile a quello della luna o a quello di Mercurio. L’innalzamento della temperatura proseguì in seguito alle trasformazioni subite da alcuni elementi radioattivi presenti sulla Terra. Il pianeta si trovò per molto tempo allo stato liquido. In quel periodo i massi più pesanti sprofondarono al centro della Terra, mentre quelli più leggeri si disposero in prossimità della superficie. Menu Ritorna

40 I movimenti della Terra
40 Come gli altri pianeti del sistema solare, anche la Terra compie contemporaneamente un movimento di rotazione e un movimento di rivoluzione. Il movimento di rotazione(fig.1) La Terra compie un movimento di rotazione che ha come conseguenza l’alternarsi del giorno e della notte. Per compiere una rotazione completa intorno al proprio asse, la Terra impiega 24 ore. Questo periodo di tempo è detto giorno solare. Quando nel primo emisfero è giorno nell’altro è notte. L’emisfero illuminato è diviso da quello buio da un circolo massimo, che si sposta di continuo, e che prende il nome di circolo di illuminazione. Il circolo di illuminazione che divide la Terra in due parti, una illuminata e una buia, non coincide con l’asse di rotazione terrestre. Quest’ultimo infatti risulta inclinato di 67° rispetto al piano dell’orbita percorsa dal nostro pianeta nel suo movimento intorno al Sole: il piano prende nome di Ellittica. Questa inclinazione determina la diversa durata del giorno e della notte da un luogo all’altro della Terra. Solo all’Equatore le ore di buio sono sempre uguali a quelle di luce. Il passaggio dal giorno alla notte, a causa della presenza atmosferica terrestre, non è brusco, ma graduale;infatti il cielo è illuminato senza che si veda il sole all’alba, al mattino, e il crepuscolo, alla sera. Immagini Menu Ritorna

41 I movimenti della Terra
41 il movimento di rivoluzione(fig.1) La Terra compie un movimento di rivoluzione, ruotando intorno al Sole , in senso antiorario su un’orbita ellittica. Per compiere questo movimento la Terra impiega 365 giorni e 6 ore; che rappresentano l’anno solare. La distanza massima dal Sole, detta Afelio, è di circa 152 milioni di km, la distanza minima,detta, perielio, è di circa 147 milioni di km. L’alternarsi delle stagioni e il clima della Terra dipendono anche dall’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano dell’ellittica. L’inclinazione dell’asse terrestre durante il movimento di rivoluzione della Terra comporta una diversa durata del periodo di illuminazione nelle varie zone della Terra e anche un diverso periodo di riscaldamento. I raggi del Sole arriveranno sulla Terra “diritti” in certi periodi e “obliqui” in altri. Quando il polo nord è inclinato verso il Sole, nell’emisfero settentrionale è estate. L’inclinazione del polo nord verso il Sole è massima il 21 giugno(solstizio d’estate)(fig.2), giorno in cui nel nostro emisfero inizia l’estate. In questo giorno, la regione del Circolo Polare Artico è illuminata per 24 ore. Dopo il solstizio d’estate nell’emisfero nord le ore di luce diminuiscono finché il 23 settembre(equinozio d’autunno) la durata del giorno è uguale a quella della notte nei due emisferi. Il 23 settembre, nell’emisfero nord comincia l’autunno, mentre nell’emisfero sud comincia la primavera. Le ore del giorno continuano a diminuire nell’emisfero nord ed a aumentare nell’emisfero sud, fino al 21 dicembre(solstizio d’inverno). Allora, la regione a sud del circolo polare artico è illuminata per 24 ore e nell’emisfero sud comincia l’estate. La regione a nord del Circolo Polare Artico, invece, è al buio per 24 ore e nell’emisfero nord comincia l’inverno. Dopo il solstizio d’inverno, la durata del giorno aumenta nell’emisfero nord e il 21 marzo, nei due emisferi, la durata del giorno è uguale a quella della notte(equinozio di primavera). Nell’emisfero nord comincia la primavera, mentre in quello sud comincia l’autunno. Immagini Menu Ritorna

42 1) 2) 42 Menu Ritorna

43 La luna e i suoi movimenti
43 La luna(fig.1) è l’unico satellite naturale della Terra: come gli altri satelliti e pianeti essa non ha luce propria. A causa della sua massa ridotta l’attrazione gravitazionale che la luna esercita è così debole da non trattenere molecole di gas intorno ad essa. Il satellite è privo di atmosfera e da ciò dipendono le forti escursioni termiche su di esso:le temperature passano bruscamente da 130° delle regioni illuminate ai -150° delle zone in ombra. I risultati delle ricerche scientifiche hanno dimostrato che il suolo lunare ha uno spessore la cui profondità varia da 1 a 20 Mt. Le rocce lunari sono simili alle rocce terrestri ignee, il suolo lunare non è bianco, come appare, ma bensì grigio “asfalto”. Gli esemplari della rocce raccolte durante le missioni lunari sono antichissimi, fino a 4,3 miliardi di anni fa, tutti di origini vulcanica. La luna doveva essere quindi un campo di vulcani, continuamente bombardata da frammenti provenienti dallo spazio. A un certo punto, intorno a 2 miliardi di anni fa, i vulcani si spensero. Da allora la Luna è rimasta pressoché immutata. L’origine della Luna è ancora oggi argomento di discussione, ma tuttavia la maggior parte degli scienziati accredita l’ ipotesi del distacco. Secondo questa ipotesi, la Terra, circa 4 miliardi di anni fa, quando aveva quasi concluso il suo processo di formazione, subì l’impatto con un corpo celeste di dimensioni paragonabili a circa metà delle proprie. In seguito alla collisione, un’enorme quantità di materiale siliceo, si distaccò dalla Terra e si dispose in forma di anello attorno al pianeta. Successivamente, esso si sarebbe aggregato formando così la luna. I suoi movimenti La luna compie un movimento di rotazione, uno di rivoluzione e uno di traslazione Il movimento di rotazione della Luna avviene nel medesimo senso di quello terrestre, cioè da ovest verso est. Il movimento di rivoluzione della luna avviene in senso antiorario alla velocità di 1km/s. Il movimento di traslazione della luna avviene insieme alla Terra intorno al Sole nello stesso tempo e nella stessa velocità. Le fasi lunari Compiendo un movimento di rivoluzione completo, la Luna assume diverse posizioni: le condizioni di illuminazione del satellite variano periodicamente e da ciò dipende l’alternarsi delle fasi lunari: luna nuova, primo quarto, luna piena, ultimo quarto. Le fasi lunari si avvicendano nel mese lunare. Il tempo occorrente alla Luna per ritrovarsi nelle medesime condizioni di illuminazione rispetto alla Terra si chiama mese lunare e dura 29 giorni e mezzo. Immagini Menu Ritorna

44 L’eclissi 44 Menu Ritorna
l’orbita descritta dalla luna intorno al Sole è inclinata rispetto all’orbita descritta dalla Terra intorno al Sole di 5°. Ciò comporta che la terra e la Luna si muovano, in genere, su due piani diversi. Quando però la Luna si trova in uno dei due punti in cui le orbite si intersecano, detti nodi, essa risulta essere allineata con il Sole lungo una linea, detta linea dei nodi. In questo caso, si verifica il fenomeno dell’eclissi, cioè l’oscuramento parziale o totale del Sole, o della Luna, rispetto alla Terra. Durante una eclissi, il Sole o la Luna appaiono oscurati per intero, o in parte. Nell’eclissi di Sole la luna si interpone tra il Sole e la Terra. Quando il Sole, la Terra e la Luna non sono allineati,i coni d’ombra rispettivamente della Terra e della Luna “passano” sopra o sotto l’altro corpo celeste e quindi non determinano il fenomeno dell’eclissi. Nell’eclissi di Luna la Terra si interpone tra il Sole e la Luna e la sua ombra copre interamente o parzialmente la Luna. In un anno si possono avere fino a 7 eclissi. Quelle di Sole sono più frequenti rispetto a quelle della Luna ma sono più lunghe. Menu Ritorna

45 1) ) 45 Menu Ritorna

46 I movimenti dei pianeti
46 I pianeti compiono un movimento di rivoluzione intorno al Sole, da ovest a est, percorrendo orbite complanari, ciò significa che giacciono tutti sullo stesso piano, a eccezione di Plutone e di Mercurio, le cui orbite sono inclinate rispetto a quelle degli altri pianeti. I pianeti compiono anche un movimento di rotazione intorno al proprio asse, do ovest verso est, tranne Venere e Urano, che ruotano in senso opposto. Mercurio il pianeta più vicino al Sole, impiega solo 88 giorni per compiere un movimento di rivoluzione attorno al Sole. Mentre Plutone, il pianeta più lontano, impiega 248 anni, Giove è il pianeta con il giorno più breve: esso compie un movimento completo di rotazione in 10 ore; Venere invece; è il pianeta in questo senso più lento: il suo giorno dura 243 giorni terrestri. Menu Ritorna

47 Il Sole 47 Menu Immagini Ritorna
Il Sole è una stella gialla di media grandezza, con un diametro che è 100 volte quello della terra ed una massa che è oltre volte quella terrestre. Esso è costituito principalmente da due elementi, idrogeno ed elio, oltre che a tracce di altri elementi come ossigeno, carbonio, azoto. Si ritiene che la sua temperatura superficiale è quella di 5700°C, mentre quella al centro possa raggiungere i 15 milioni di gradi centigradi. Valori così alti dipendono dall’enorme quantità di calore che si sviluppa attraverso i processi di fusione nucleare che avvengono all’interno del Sole. La quantità di idrogeno presente nel Sole consentirà ad esso di produrre energia per altri 5 miliardi di anni. L’interno del Sole può essere suddiviso in tre zone concentriche: il nucleo, la zona radioattiva, la zona convettiva. Nel nucleo hanno luogo le reazioni di fusione nucleare. Attraverso la zona radioattiva l’energia prodotta nel nucleo viene trasportata per irraggiamento verso l’alto. la zona convettiva è lo strato più superficiale del Sole; esso è caratterizzato dalla presenza di colonne di gas caldi, che salgono trasportando, appunto per convenzione, l’energia ad essi associata. La superficie del sole La superficie del Sole, detta fotosfera, è la zona da cui viene emessa la radiazione solare visibile. Sulla fotosfera si possono osservare le macchie solari. Nei periodi di più intensa attività solare, dalla fotosfera vengono emesse delle particelle elementari, molto cariche di energia, soprattutto protoni e elettroni, che costituiscono il vento solare. Esse giungono in poche ore in prossimità della Terra, ma la maggior parte viene bloccata dal campo magnetico terrestre e, quindi, non tocca la superficie del pianeta, dove potrebbe arrecare gravi danni agli organismi viventi. Intorno alla fotosfera, si innalza l’ atmosfera solare, distinta in due strati: la cromosfera e la corona. La cromosfera, un sottile strato gassoso di colore rosato, segna il confine tra la fotosfera e la corona, la zona più esterna dell’atmosfera solare, visibile solo durante l’eclissi. Menu Immagini Ritorna

48 Immagini 48 Menu Ritorna

49 Il Basket 49 Menu Immagini
La pallacanestro, conosciuta anche come basket è uno sport di squadra in cui due squadre di cinque giocatori ciascuna si affrontano per segnare con un pallone nel canestro avversario, secondo una serie di regole prefissate. È nato e si è sviluppato negli USA nel 1892, grazie all'idea di James Naismith medico, insegnante di educazione fisica e allenatore di pallacanestro canadese. La gara viene giocata da due squadre composte da cinque giocatori ciascuna. Ogni squadra dispone inoltre di un numero di riserve che può variare da 5 a 7 (a seconda dei campionati) che possono sostituire senza limitazioni i giocatori titolari ed essere a loro volta sostituite. Un giocatore che è stato sostituito può in ogni caso ritornare in campo in sostituzione di un compagno di squadra. Solo nei casi in cui ad un giocatore vengano assegnati 5 falli (6 nella NBA) o venga espulso egli non può più giocare la partita e deve essere obbligatoriamente sostituito. Dalla fine del XIX secolo, la pallacanestro si è diffusa in tutto il mondo, grazie all'attività di propaganda della Federazione internazionale Pallacanestro, fondata nel È uno sport olimpico dalla IX Olimpiade, che si tenne a Berlino nel Alcuni movimenti nel basket vengono chiamati fondamentali, e sono quelli su cui si basa tutto il gioco. Nella definizione "stretta", i fondamentali sono 3: palleggio, passaggio, tiro. Palleggio Il palleggio è il fondamentale di base. Il giocatore che porta avanti la palla deve necessariamente palleggiare, a partire dal momento nel quale compie il primo passo. Il palleggio va fatto con una sola mano e si attua spingendo il pallone verso il pavimento. Passaggio Il passaggio della palla da basket ad un compagno è estremamente importante. La difesa, infatti, cercherà di intercettare la palla anticipando i giocatori senza la palla, per evitare o rendere difficile la ricezione di un passaggio da parte del compagno. A seconda dei casi, la palla può essere passata tesa al petto, schiacciata a terra, a pallonetto (lob), oppure in modi anche più spettacolari, come facendola passare dietro la schiena. Tiro Il tiro è il fondamentale d'attacco più importante. Solitamente si tira "in sospensione": si salta da terra e si lascia la palla quando si è in aria, in modo da evitare l'interferenza dell'avversario. Per il tiro in sospensione servono buona tecnica e coordinazione. L'alternativa al tiro "in sospensione" è il tiro "piazzato", che può essere effettuato tenendo i piedi per terra o effettuando il tiro mentre si è nella fase ascensionale del salto. Menu Immagini

50 Il Basket 50 Menu Immagini Ritorna La partita
Lo scopo di ognuna delle due squadre è quello di realizzare più punti possibili facendo passare la palla all'interno dell'anello del canestro avversario (fase offensiva) e di impedire ai giocatori dell'altra squadra di fare altrettanto (fase difensiva). Ogni partita dura 40 minuti suddivisi in 4 periodi di 10 minuti ciascuno. La squadra vincente della partita è quella che ha realizzato il maggior numero di punti alla fine del 4° periodo di gioco. In caso di parità la gara si prolunga di altri 5 minuti (tempo supplementare) e in caso di ulteriore parità si procederà ad oltranza con altri tempi supplementari. I punti Il conteggio dei punti viene effettuato assegnando ad ogni canestro un punteggio a seconda del punto in cui si trovava chi ha lanciato la palla e del tipo di tiro effettuato: 1 punto: per ogni canestro fatto, eseguendo un tiro libero; 2 punti: per ogni canestro fatto, eseguendo un tiro all'interno dell'area delimitata dalla linea dei 3 punti; 3 punti: per ogni canestro fatto, eseguendo un tiro all'esterno dell'area dei 3 punti (entrambi i piedi del tiratore non devono toccare la linea). La linea dei tre metri è ad una distanza di 6,25 m. della linea di fondo, inoltre, se un giocatore subisce il fallo durante un tiro e lo segna comunque, i due o tre punti sono validi e si aggiunge un tiro libero supplementare. Menu Immagini Ritorna

51 Il Basket 51 Menu Immagini Ritorna
Le attrezzature La palla da basket, soprannominata la "palla a spicchi", deve ovviamente essere sferica, di cuoio o pelle ruvida, o di materiale sintetico, che faciliti la presa dei giocatori anche con le mani sudate e deve essere anche della giusta durezza. Secondo il regolamento, il pallone può avere una circonferenza che varia tra i 72,4 cm (competizioni femminili) e i 78 cm (competizioni maschili) e un peso tra i 510 e i 650 grammi. L'anello del canestro deve avere un diametro di 45 centimetri e deve essere posto a 3,05 metri dal suolo. I canestri sono sostenuti da due tabelloni posti alle estremità del campo, sorretti da appositi impianti corredati da protezioni e devono avere le seguenti misure: altezza 1,05 m, lunghezza 1,80 m, larghezza 5 cm. Di solito i tabelloni sono posti su sostegni che rimangono quasi totalmente esterni alle linee del campo. A volte possono essere agganciati al muro degli impianti più piccoli tramite delle impalcature in ferro. Il retro dei tabelloni e la struttura che li sostiene non fanno parte del campo e, quindi, se la palla li tocca viene dichiarata fuori. Nelle competizioni ufficiali le partite di basket vengono solitamente giocate al coperto in grandi impianti multidisciplinari detti "palazzetti dello sport", il cui soffitto deve essere almeno 7 m dal campo di gioco. In passato, era consentito giocare in campi all'aperto, ma ormai è quasi ovunque vietato per gli incontri ufficiali. Il campo di gioco è un rettangolo largo 15 metri e lungo 28 col fondo in legno delimitato da linee. Menu Immagini Ritorna

52 Immagini 52 Ritorna (3) Ritorna (2) Ritorna (1)

53 53 Indice pag. Il Giappone……………………………………………………………………………………………………………………………………………………... 3/10 La II guerra Mondiale……………………………………………………………………………………………………………………………………. 11/22 La pittura realista e figurativa in Italia…………………………………………………………………………………………………………….. 23 La musica Rock……………………………………………………………………………………………………………………………………………….. 24/25 Le racisme……………………………………………………………………………………………………………………………………………………….. 26/28 Martin Luther King………………………………………………………………………………………………………………………………………….. 29 Il Neorealismo e Alberto Moravia…………………………………………………………………………………………………………………….. 30/31 L’energia……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………. 32/33 Il sistema solare……………………………………………………………………………………………………………………………………………… /49 Il Basket…………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….. 49/52 Menu Ritorna

54 Pierangelo Zarbo Esami di Stato del primo ciclo d’istruzione
A.S. 2008/2009 S.M.S. “A. Mendola” Favara, Agrigento


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